Die Intelligenza, ein altitalienisches gedicht; nach Vergleichung mit ...

163
136. Souvi ben que' di Trache ov' e Centorso
Che für que' che sellaro pria cavallo;
Que' di Finice vennervi al socorso
Che '1 saver de la lettera trovallo.
Di Suri e d' Antiocce fuvi acorso,
E '1 gran navilio v'e ch'allor menallo.
A Troia la grande non n' ebbe neente
A la comparigion di quella gente;
A monte Piro für sanza 'ntervallo.
137. Di tutto '1 mondo somosse Sestusso
La gente ove Pompeo conosciuto era,
Tutti venisser a monte Pirusso,
Cola, ove Pompeo con sua gente era
Neente fu ciö ch' asembiö Cirusso,
Lo re di Persia, in Etiope, ove era,
Che non poteo anoverar sua gente.
Sestusso ismosse infino in Oriente,
Si che di gente non rivenne scusso.
138. Di tutti fu Pompeo duca e signore,
Che v' ebbe schere di re coronati.
Cesare si partio di Roma fore,
Poich' ebbe i gran tesori dispogliati,
Dipinto v'e che va a Marsiglia allore;
Que' mandär vecchi a lui i piü asennati
E portär rami d'ulivo in lor mano,
Ch' ofender al sanato non voleano
A ciascun duca volean far onore.
139. E come disser parole pietose
Per la salvezza del comune bene;
E Cesar con parole asai crucciose
Parlö a' soi si che lo 'nteser bene
„Fortuna par che ci provi a gran cose,
Sanza battaglia starei 'n grandi pene:
Come '1 foco non p6 star sanza legna
Cosi mi sembra e par ch'a me adivegna,
Di battaglia mia gloria nasce e vene."
IX*