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Le differenze risultanti dalla elisione delle partecipazioni contro<br />
il valore corrente del patrimonio netto delle partecipate alla<br />
data dell’acquisto, per le acquisizioni realizzate a partire dal<br />
1994, secondo il D. Lgs. n° 127 vengono imputate agli<br />
elementi dell’attivo e del passivo delle imprese incluse nel<br />
consolidamento, ove questo sia applicabile. L’eventuale valore<br />
residuo, se positivo, è imputato in una posta dell’attivo<br />
denominata “Differenza da consolidamento” ed ammortizzato<br />
in quote costanti in relazione alla prevista recuperabilità dello<br />
stesso; se negativo, è imputato ad una voce di patrimonio<br />
netto denominata “Riserva di consolidamento” (oppure al<br />
“Fondo di consolidamento per rischi e oneri futuri”, se<br />
dovuto a previsione di risultati economici sfavorevoli).<br />
Gli utili, le perdite ed i relativi effetti fiscali derivanti da<br />
operazioni tra società del <strong>Gruppo</strong>, non ancora realizzati nei<br />
confronti di Terzi, sono eliminati, come pure sono eliminate<br />
le partite che danno origine a debiti e crediti, costi e ricavi tra<br />
le società consolidate con il metodo dell’integrazione globale.<br />
Sono stati elisi i margini su vendite infragruppo con l’eccezione<br />
dei margini sulle cessioni di beni strumentali, prodotti e ceduti<br />
all’interno del <strong>Gruppo</strong> a prezzi allineati con le condizioni di<br />
mercato, in quanto tale eliminazione avrebbe effetti irrilevanti<br />
e comporterebbe comunque costi sproporzionati.<br />
Sono altresì stati oggetto di eliminazione i conti d’ordine<br />
relativi a garanzie, impegni e rischi tra le imprese incluse<br />
nell’area di consolidamento.<br />
La conversione delle poste di stato patrimoniale dei bilanci<br />
espressi in moneta diversa dalla moneta di conto (Euro) è<br />
effettuata applicando i cambi correnti di fine esercizio. Le<br />
poste di conto economico sono invece convertite ai cambi medi<br />
dell’esercizio, ad eccezione dei bilanci delle controllate operanti<br />
nei Paesi ad alto tasso di inflazione (nei quali il tasso d’inflazione<br />
cumulato nel triennio supera il 100%), per le quali si adottano i<br />
principi contabili previsti per la contabilità per l’inflazione.<br />
Le differenze cambio di conversione risultanti dal raffronto<br />
tra il patrimonio netto iniziale convertito ai cambi correnti e il<br />
medesimo convertito ai cambi correnti alla fine dell’esercizio<br />
precedente, nonché la differenza tra il risultato economico<br />
espresso ai cambi medi e quello espresso ai cambi correnti,<br />
sono imputate alla voce del patrimonio netto “Differenze<br />
cambio”.<br />
Le differenze cambio iscritte nel patrimonio netto consolidato<br />
e relative alle partecipazioni in imprese controllate e collegate<br />
sono imputate al conto economico all’atto dell’eventuale<br />
cessione a terzi.<br />
I tassi di cambio applicati sono riportati alla nota 23.<br />
10 Bilancio consolidato al 31 dicembre 2000 – Nota integrativa<br />
Principi contabili<br />
Stato patrimoniale<br />
Immobilizzazioni<br />
Immobilizzazioni immateriali<br />
I beni immateriali ed i costi considerati di utilità pluriennale<br />
sono iscritti al costo, rettificato del valore degli ammortamenti;<br />
questi sono calcolati a rate costanti tenendo conto della<br />
residua possibilità di utilizzazione futura del bene. In<br />
particolare gli avviamenti e le differenze da consolidamento<br />
sono ammortizzati in un periodo che non eccede i vent’anni,<br />
tenuto conto della loro prevista recuperabilità.<br />
Si precisa che, in linea con il principio della prudenza e con<br />
la prassi internazionale del settore automotoristico, i costi<br />
di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e/o processi sono<br />
prevalentemente imputati a conto economico nell’esercizio<br />
in cui sono sostenuti.<br />
L’avviamento comprende le somme pagate a tale titolo in<br />
riferimento ad operazioni di acquisizione d’aziende o altre<br />
operazioni societarie.<br />
Immobilizzazioni materiali<br />
Le immobilizzazioni materiali sono esposte in bilancio al costo<br />
di acquisto o di costruzione, rettificato nei casi in cui apposite<br />
leggi nazionali impongano o consentano la rivalutazione delle<br />
immobilizzazioni al fine di adeguarle, anche solo in parte,<br />
al mutato potere di acquisto delle monete. Tale costo<br />
comprende anche gli oneri relativi al finanziamento della<br />
fabbricazione, interna e presso terzi, sostenuti fino all’entrata<br />
in funzione del bene.<br />
Gli ammortamenti sono calcolati a quote costanti sulla base della<br />
residua possibilità di utilizzazione dei cespiti a cui sono riferiti.<br />
Le spese di manutenzione e riparazione ordinaria relative alle<br />
immobilizzazioni materiali sono imputate direttamente a conto<br />
economico nell’esercizio in cui vengono sostenute, mentre le<br />
spese di manutenzione aventi natura incrementativa del valore<br />
delle immobilizzazioni sono capitalizzate.<br />
I contributi su investimenti sono contabilizzati tra i risconti<br />
passivi al momento in cui diviene certo l’incasso e imputati a<br />
conto economico gradatamente, in relazione alla vita utile dei<br />
cespiti cui fanno riferimento.<br />
Le immobilizzazioni materiali comprendono anche gli immobili<br />
delle società assicurative detenuti a copertura delle riserve<br />
tecniche; questi sono iscritti al costo sostenuto per la loro<br />
acquisizione e tengono conto degli effetti derivanti dalla<br />
rivalutazione degli immobili obbligatoriamente imposta dalla
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