Prefazione - Centro di studi Filologici Sardi
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<strong>Prefazione</strong><br />
XVii<br />
vocazione proprio intorno agli anni cinquanta quando,<br />
ritornato da Roma liberata dall’occupazione dei tedeschi,<br />
cominciò a <strong>di</strong>pingere e riprese il suo percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>plomandosi<br />
all’Istituto d’Arte. In quegli stessi anni aveva<br />
avuto modo <strong>di</strong> affrontare nella sua pittura il guerriero nuragico<br />
e i bronzetti, sull’onda del grande <strong>di</strong>battito sull’arte<br />
primitiva <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>scuteva in quel periodo. A incrinare<br />
il canone anche nel mondo degli archeologi classici aveva<br />
contribuito uno stu<strong>di</strong>oso come Ranuccio Bianchi Ban<strong>di</strong>nelli,<br />
con un volume sull’arte astratta dal titolo Organicità<br />
e astrazione 8 .<br />
Racconto questi fatti per mostrare al lettore come l’approccio<br />
all’arte del nostro tempo fosse per noi ragazzi<br />
d’allora una esigenza <strong>di</strong> vita, e non semplice informazione<br />
scolastica o mera curiosità. Si affermavano nel frattempo<br />
varie correnti e gruppi che aderivano al neorealismo, al<br />
cubismo e all’arte astratta. Occorreva tuttavia confrontarsi<br />
con gli artisti della generazione precedente, i protagonisti<br />
della Secessione delle arti, quei pittori sar<strong>di</strong> che pun-<br />
tu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> famiglia. Ha <strong>di</strong>ciotto anni, il sorsense, e un viso smagrito e<br />
lindo; così scarno e essenziale come quei due suoi paesaggi a zone <strong>di</strong><br />
colore d’una semplicità quasi naturale e d’una convincente tonalità”.<br />
Ancora, sulla “Nuova” del 2 giugno 1950: “Si tratta insomma <strong>di</strong> un pugno<br />
<strong>di</strong> imberbi che la tavolozza e la tela sono riusciti ad imprigionare<br />
sotto il magico effetto delle espressioni coloristiche così prepotenti da<br />
far produrre una rispettabile quantità <strong>di</strong> pezzi”.<br />
8 Ranuccio Bianchi Ban<strong>di</strong>nelli (1900-1975), archeologo e storico<br />
dell’arte italiano. Nel fondamentale saggio Organicità e astrazione,<br />
pubblicato a Milano nel 1956 da Feltrinelli – successivamente tradotto<br />
in tedesco e spagnolo e infine nuovamente e<strong>di</strong>to nel 2005 per i tipi<br />
<strong>di</strong> Electa – lo stu<strong>di</strong>oso affrontava il nodo dei rapporti tra l’arte figurativa<br />
e l’arte astratta. Identificate come esemplificazione <strong>di</strong> due mo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ametralmente opposti <strong>di</strong> rapportarsi alla realtà, arte figurativa e<br />
arte astratta consentono altresì <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare particolari ambienti<br />
socio-culturali. La sua proposta teorica costituì terreno fecondo per<br />
il <strong>di</strong>battito critico, nell’ambito degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> natura archeologica e<br />
non solo.