LE PMI ITALIANE: UN QUADRO INTRODUTTIVO - Intertic
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cap 01 libro finanza 22-04-2005 11:22 Pagina 62<br />
Cap. Primo<br />
E’ proprio il rischio aggiuntivo insito nell’attività di una Pmi che caratterizza<br />
e, in un certo modo, definisce la scelta di struttura finanziaria.<br />
Le Pmi hanno una elevata vulnerabilità strategica e finanziaria dovuta a<br />
carenze di risorse umane professionalmente qualificate e ai costi ed imperfezioni<br />
dei mercati finanziari. Particolarmente penalizzanti sono le inefficienze<br />
informative dei mercati dei capitali, dal momento che le imprese di minori<br />
dimensioni subiscono oneri di accesso al credito più elevati delle imprese<br />
maggiori o consolidate a causa dei maggiori costi di informazione che impongono<br />
gli intermediari finanziari.<br />
Un aspetto che può attenuare il rischio finanziario delle Pmi è dato dall’elevata<br />
flessibilità delle modalità e dei tempi di remunerazione del capitale proprio<br />
e del lavoro imprenditoriale, che è dipendente dalla commistione tra<br />
sfera familiare e sfera aziendale, che permette di non avere rigide politiche<br />
retributive e di dividendo. Questo aspetto, però, sotto un altro punto di vista<br />
può essere considerato un ulteriore fattore di rischio, poiché offre la possibilità<br />
che vengano poste in essere condotte opportunistiche da parte dei proprietari<br />
nei confronti degli altri stakeholders.<br />
La copertura del fabbisogno finanziario, dunque, deve realizzarsi attingendo<br />
ad un insieme di fonti di finanziamento che deve assicurare adeguata<br />
proporzione tra mezzi propri e mezzi di terzi, evitando eccessivi squilibri.<br />
E’ evidente che le aziende hanno bisogno di capitali propri e di credito che<br />
vanno combinati secondo esigenze di struttura gestionale interna e di mercato:<br />
il capitale proprio dovrebbe fronteggiare, almeno in termini di valore,<br />
il valore operativo minimo oltre il quale sarebbe compromessa l’integrità del<br />
sistema.<br />
Inoltre, è importante rapportare la misura del capitale proprio, con l’attivo<br />
immobilizzato, così che l’indice “Margine di struttura”, espresso dalla differenza<br />
tra capitale netto e immobilizzazioni nette, dovrebbe dare segno positivo<br />
(vedi Figura 6). Un margine di struttura negativo sta ad indicare un livello di<br />
capitalizzazione insoddisfacente, situazione ricorrente per le imprese minori<br />
italiane, osservando i dati dell’ultimo decennio. D’altra parte si tende a privilegiare<br />
il ricorso al capitale di debito sino a quando la redditività del capitale investito<br />
supera il costo dell’indebitamento netto d’imposta 32 .<br />
Infine osserviamo come nelle aziende medio-piccole anche la componente<br />
organizzativa incide sulla struttura finanziaria, dato che sia la ristretta compagine<br />
sociale sia l’elevato “verticismo” decisionale assumono un valore determinante<br />
nelle scelte finanziarie.<br />
Le decisioni risentono fortemente di valutazioni di tipo non economico e<br />
personale, e molto spesso non sono accompagnate da attente analisi strategiche.<br />
Sarebbe necessario, in proposito, sviluppare processi decisionali capaci di<br />
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