âMontagne dolomitiche, inverno dolomitico, sole dolomitico; questa ...
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Panoramica dal Cristallo<br />
alla Croda Rossa<br />
(Ph T.F.)<br />
Prime guide Cortinesi<br />
Angelo Dimai al centro<br />
(arch. CAI)<br />
L’Assemblea dei Regolieri raccoglie una volta l’anno tutti i 1300 capi<br />
famiglia, nomina gli amministratori e decide sulle scelte più importanti<br />
d’uso del patrimonio, in perfetta democraticità già dai tempi<br />
feudali. Dal 1990 le Regole gestiscono anche il Parco Naturale delle<br />
Dolomiti d’Ampezzo.<br />
La vocazione turistica<br />
Già dalla fine del 1800 le Dolomiti Settentrionali cominciarono ad<br />
essere interessate dal turismo, soprattutto Cortina, che veniva frequentata<br />
dalla nobiltà austro-tedesca e dall’alta borghesia inglese,<br />
francese e americana, grazie alla sua straordinaria bellezza divenne<br />
luogo di villeggiatura estiva e invernale.<br />
Sempre la conca Ampezzana tra le due guerre fu meta turistica<br />
sempre più ambita di ricchi villeggianti e gerarchi fascisti; nel 1921<br />
fu inaugurata la Ferrovia delle Dolomiti, collegante Calalzo di Cadore,<br />
l’Ampezzo e Dobbiaco, rimasta in funzione fino al 1964.<br />
Nel secondo dopoguerra, successivamente alle olimpiadi invernali<br />
del 1956, Cortina entrò in una nuova fase di successo turistico internazionale<br />
anche grazie allo sviluppo dei sistemi di comunicazione<br />
e alla crescita economica-industriale, determinando un<br />
eccezionale incremento della capacità ricettiva della Valle, non<br />
senza un proporzionale impatto sulla natura del territorio. Quest’ultimo<br />
sviluppo interessò in maniera crescente anche tutti i territori limitrofi<br />
portando l’intero settore <strong>dolomitico</strong> ad essere oggi la zona<br />
più sfruttata e frequentata dell’intero Arco Alpino.<br />
Antonio Rettore<br />
ASPETTI ALPINISTICI<br />
Le Dolomiti Settentrionali con le loro caratteristiche ed alte vette,<br />
sono state tra le prime montagne ad attirare l’attenzione di uomini intraprendenti,<br />
che si trovarono ad essere a loro insaputa i primi alpinisti.<br />
Spesso queste figure pionieristiche erano cacciatori di<br />
camosci, ma spesso anche scienziati e naturalisti. La storia alpinistica<br />
del settore è di rilievo nel panorama delle Alpi Orientali e non<br />
basterebbe un libro per narrare tutte le grandi imprese realizzate e<br />
menzionare tutti i grandissimi personaggi che arrampicando su queste<br />
montagne hanno scritto pagine epiche. Dovendo fare una scelta<br />
daremo maggior rilievo ai pionieri e alle guide, rimandando ad altre<br />
pubblicazioni gli approfondimenti per conoscere in dettaglio tutti i<br />
grandi alpinisti e le loro conquiste.<br />
Già nel lontano 1790 il botanico e gesuita barone Franz von Wulfen,<br />
professore di fisica a Klagenfurt, salì il Monte Lungo di Braies<br />
e nel 1794, lo stesso, salì probabilmente la Piccola Croda Rossa m<br />
2859. È comunque nella seconda metà del 1800 che ebbe inizio le<br />
vera esplorazione alpinistica e le grandi ascensioni che portarono<br />
l’uomo a salire tutte le più alte cime della zona.<br />
La prima generazione di alpinisti era formata da persone colte ed<br />
interessate all’ambiente naturale, che assieme alle grandi guide lo-