âMontagne dolomitiche, inverno dolomitico, sole dolomitico; questa ...
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foglie opposte (Saxifraga oppositifolia).<br />
Va infine ricordato un ambiente piuttosto raro e di elevato pregio naturalistico,<br />
qual è quello della torbiera alpina: si tratta infatti di un<br />
tipo di habitat fortemente minacciato, soprattutto da drenaggio, pascolo<br />
ed inquinamento che, all’interno di questo settore <strong>dolomitico</strong>,<br />
presenta alcuni esempi che rientrano nelle categorie di torbiera di<br />
transizione e torbiera bassa alcalina.<br />
Chiara Siffi<br />
244 Camoscio<br />
(Tofana Di Rozes)<br />
(Ph R.M.)<br />
Marmotte<br />
(Ph Riccardo Scardovelli)<br />
ASPETTI FAUNISTICI<br />
I ricchissimi ambienti offerti dalle Dolomiti Settentrionali danno la<br />
possibilità a tutte le specie animali tipiche delle Alpi di trovare luoghi<br />
idonei per poter condurre con successo il proprio ciclo biologico.<br />
Data la notevole altezza media di questo settore di montagne, gli<br />
ambienti migliori e maggiormente diffusi sono quelli offerti alle specie<br />
della fascia sub-alpina ed alpina, senza però escludere delle ottime<br />
“enclave” anche per animali tipici di zone montane.Bisogna<br />
premettere che attualmente la consistenza faunistica, soprattutto<br />
quella degli ungulati d’alta quota (vero fiore all’occhiello della zona,<br />
con popolazioni tra le più abbondanti dell’intero Arco Alpio), negli ultimi<br />
8-10 anni si sono ridotte moltissimo a causa di una grave malattia,<br />
la rogna sarcoptica.<br />
Messo in risalto questo aspetto, va segnalata per gli ungulati un’importante<br />
popolazione di Camosci e la presenza di una colonia di<br />
Stambecchi reintrodotta con successo 30-35 anni fa ma falcidiata<br />
dalla malattia di cui sopra è stato dato cenno (attualmente -2010- si<br />
stanno operando dei rinforzi per poter rifondare la popolazione ridotta<br />
da 70 a 2-3 capi). Capriolo e Cervo sono ben diffusi nelle zone<br />
boscose, nelle radure naturali o create dall’uomo ed in estate anche<br />
ai margini dei pascoli alpini. Ottima e continua la popolazione di<br />
Marmotte e Lepri Variabili, come pure quella del loro principale predatore,<br />
l’Aquila Reale, presente con numerose coppie nidificanti.<br />
Tutti e quattro i Tetraonidi alpini sono presenti con buone popolazioni,<br />
ed anche i picchi sono ben diffusi, merita di essere segnalato<br />
il raro Picchio Tridattilo. Tra i rapaci notturni si segnalano tra i tanti il<br />
Gufo Reale, la Civetta Capogrosso e la Civetta Nana.<br />
Orso e Lince, seppure in maniera occasionale, sfruttano a volte il<br />
territorio descritto, come pure lo Sciacallo Dorato. Diffusa ovunque<br />
la Volpe come pure i Corvidi di cui merita di essere segnalato il<br />
Gracchio Alpino, il Corvo Imperiale, la Nocciolaia e la Ghiandaia.<br />
Ovviamente non mancano una miriade di piccoli passeriformi e di<br />
roditori, nonchè rettili ed anfibi.<br />
Per ultimo si mette in risalto la sporadica apparizione del Gipeto,<br />
avvoltoio di quasi tre metri di apertura alare che saltuariamente appare<br />
in volo soprattutto nel gruppo delle Tofane.<br />
Davide Berton<br />
ASPETTI ANTROPICI-ANTROPOLOGICI E STORICI<br />
Cenni storici<br />
Sin dal termine dell’ultima glaciazione è certa la presenza di popolazioni<br />
nomadi di cacciatori mesolitici nei territori montuosi dell’area,<br />
come dimostra l’eccezionale ritrovamento nel 1986 del così detto<br />
uomo di Mondeval datato circa 7500 anni fa.<br />
Nel primo secolo a.C. i romani conquistarono le vallate interne del