You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
fisica e...<br />
Misure con attivazione neutronica<br />
sulla presenza di arsenico nei<br />
capelli di Napoleone Bonaparte<br />
e di suoi famigliari<br />
Massimo Clemenza 1 , Ettore Fiorini 1 , Laura Guerra 1 ,<br />
Costanza Herborg 2 , Massimo Labra 3 ,<br />
Edoardo Orvini 2 , Adalberto Piazzoli 4 , Ezio Previtali 1 ,<br />
Francesco Puggioni 5 , Angela Santagostino 3<br />
1<br />
Dipartimento di Fisica G.P.S. Occhialini, Università di Milano-Bicocca<br />
INFN, Sezione di Milano-Bicocca - Piazza della Scienza 3, 20126 Milano, Italia<br />
2<br />
Dipartimento di Chimica Generale, Università di Pavia - Via Taramelli 12,<br />
27100, Pavia, Italia<br />
3<br />
Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio<br />
Università di Milano-Bicocca - Piazza della Scienza 3, 20126 Milano, Italia<br />
4<br />
Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica dell’Università<br />
INFN, Sezione di Pavia - Via Bassi 6, 27100, Pavia, Italia<br />
5<br />
Centro Studi “In novitate” - Novi Ligure, 15067, Alessandria, Italia<br />
1 Introduzione<br />
Questa ricerca, svolta da una collaborazione tra fisici, chimici e<br />
I risultati ottenuti negli ultimi decenni tossicologi, consiste nella tecnologia sviluppata per ricerche di fisica<br />
nella fisica fondamentale nucleare, fondamentale per una ricerca di carattere storico-archeometrico.<br />
subnucleare ed astroparticellare<br />
Utilizzando l’attivazione neutronica tramite un piccolo reattore si<br />
hanno portato a notevoli sviluppi nelle è rilevato che la concentrazione di arsenico nei capelli prelevati da<br />
tecniche adottate per la ricerca di eventi Napoleone dopo la sua morte era sì molto elevata rispetto a quella<br />
nucleari rari [1]. Citiamo in particolare gli<br />
misurata in soggetti viventi attualmente, ma del tutto confrontabile<br />
eventi prodotti da particelle pesanti con<br />
con quella riscontrata non solo nei capelli dell’ Imperatore in altri<br />
interazione debole quali le cosiddette<br />
periodi della sua vita, ma anche in quelli del figlio e della prima<br />
WIMPS (da Weakly Interacting Massive<br />
Particles) [2] che potrebbero costituire moglie. Ciò permette di escludere l’ipotesi di un omicidio.<br />
un terzo circa della massa del nostro<br />
Universo. La recente scoperta delle<br />
oscillazioni del neutrino [1, 3-7] ha in questi ultimi anni stimolato fortemente le<br />
ricerche di eventi rari di bassa energia quali le interazioni di neutrini solari [7] o il<br />
decadimento beta doppio che, se trovato, permetterebbe di chiarire la natura del<br />
neutrino e di determinarne la massa [8]. In tutti questi esperimenti ed in particolare<br />
in quelli sulle WIMPS e sul decadimento beta doppio condotti con rivelatori a<br />
semiconduttori o termici [9-11] è indispensabile studiare e ridurre il fondo di<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 19
fisica e...<br />
eventi spuri che potrebbe mascherare le interazioni che si<br />
vorrebbero rivelare. Una tecnica particolarmente adatta per<br />
riconoscere la presenza di tracce minime di elementi che<br />
possono produrre questo fondo, i cosiddetti “elementi in<br />
traccia”, è l’attivazione neutronica.<br />
Si tratta in pratica (fig. 1) di bombardare con un flusso di<br />
neutroni il materiale da analizzare e produrre quindi, a seguito<br />
della cattura di un neutrone da parte di un isotopo, nuclei<br />
radioattivi che possono conseguentemente essere individuati<br />
attraverso la misura della radiazione gamma emessa durante<br />
il loro successivo decadimento. La tecnica consente non<br />
solo l’identificazione dell’elemento in traccia presente, ma<br />
anche la determinazione della concentrazione dello stesso<br />
raggiungendo, in molti casi, sensibilità non paragonabili a<br />
quelle di altre tecniche normalmente in uso.<br />
A questo scopo è in atto da un decennio una intensa<br />
collaborazione tra le Università di Milano-Bicocca e Pavia e le<br />
Sezioni INFN da loro ospitate, volta ad ottimizzare la sensibilità<br />
di misura delle tecniche di attivazione neutronica. Fin dai<br />
primi anni questa collaborazione ha permesso di ottenere<br />
numerosi risultati sulla presenza di elementi in traccia in<br />
matrici e composti di origine ambientale. Nell’ambito delle<br />
ricerche sui decadimenti rari si sono svolte le prime misure<br />
sulle contaminazioni presenti in piombo moderno ed in<br />
quello di epoca romana, utilizzato come schermatura ideale<br />
in esperimenti attualmente in funzione presso il Laboratorio<br />
Nazionale del Gran Sasso [12]. Queste misure [13], in aggiunta<br />
a quelle di carattere bolometrico, hanno permesso di fissare<br />
un limite superiore di 4 Bq/kg sulla contaminazione da 210 Pb<br />
all’interno del piombo romano antico. Tale limite è il più<br />
stringente mai riportato in letteratura. Negli ultimi mesi la<br />
collaborazione ha raggiunto, per i materiali più importanti<br />
per la realizzazione dell’esperimento CUORE [11] (rame,<br />
piombo, teflon), limiti sulla contaminazione di Th e U pari a<br />
qualche 10 -12 g/g. Sensibilità di questo tipo sono ottenibili solo<br />
con lunghissime misure di spettroscopia g con rivelatori al<br />
germanio utilizzando campioni di decine di kg [14].<br />
La padronanza della tecnica di misura ci ha portato ad<br />
applicarla a tematiche anche molto diverse dalla nostra<br />
attività principale mirata allo studio delle interazioni<br />
fondamentali. Riportiamo in questo lavoro i risultati di<br />
un’analisi archeometrica condotta sui capelli di Napoleone<br />
Bonaparte e di alcuni suoi famigliari. I risultati finora<br />
disponibili sul possibile avvelenamento dell’Imperatore erano<br />
stati ottenuti infatti con strumentazione e tecniche spesso<br />
superate e presentano discrepanze che ne rendono difficile,<br />
se non dubbia, l’interpretazione.<br />
Nostro scopo non è quello di entrare nelle discussioni<br />
spesso animate sulla causa della morte dell’Imperatore, ma<br />
di esporre strettamente i risultati della nostra analisi svolta<br />
con strumentazione e tecnica più moderna e su una serie<br />
numerosa di campioni.<br />
2 Cenno alle misure precedenti<br />
La morte di Napoleone dopo sei anni di prigionia nell’Isola<br />
di Sant’Elena è da quasi due secoli, specialmente negli<br />
ultimi decenni, fonte di continue discussioni sulla sua causa.<br />
L’ipotesi di un omicidio per avvelenamento è sostenuta sulla<br />
base di considerazioni mediche e fisiche, peraltro contrastate,<br />
riportate in un volume di B. Weider e D. Hapgood [15] ed in<br />
successive pubblicazioni [16,17]. Tale conclusione si basa<br />
prevalentemente su misure effettuate su capelli di Napoleone<br />
prelevati dopo la sua morte a Sant’Elena e indirizzate<br />
alla ricerca di arsenico. Riporteremo qui solo quelle che<br />
consideriamo di maggior interesse.<br />
L’esposizione all’arsenico, come a vari metalli pesanti, può<br />
determinare un accumulo di questi in diversi tessuti e<br />
un deposito negli annessi cutanei: unghie, peli e capelli.<br />
Queste sono infatti strutture di deposito dei vari minerali,<br />
compresi i metalli tossici, e per questo motivo hanno<br />
storicamente rivestito un ruolo importante nelle analisi<br />
medico legali soprattutto per determinare intossicazioni<br />
croniche o pregresse. I capelli sono specchio delle condizioni<br />
di salute del nostro organismo perché consentono di<br />
trarre informazioni sul livello intracellulare degli elementi<br />
minerali essenziali per la vita oltre che dei metalli tossici.<br />
Il mineralogramma (o Tissutal Mineral Analysis = TMA) di<br />
recente sviluppo è un’analisi di laboratorio effettuata con<br />
metodi fisici e chimici, per valutare la presenza di minerali<br />
all’interno del capello stesso. Si tratta di un test di screening e<br />
quindi per definizione non fornisce di per sé alcuna diagnosi<br />
di malattia, di condizione patologica o di avvelenamento<br />
criminale, ma è di grande utilità nella corretta formulazione<br />
di una diagnosi. Per quanto concerne l’arsenico, una<br />
sua presenza elevata nei capelli non è necessariamente<br />
attribuibile ad avvelenamento intenzionale: essa può essere<br />
provocata dall’assunzione fortuita di questo elemento per<br />
ingestione di alimenti, di acqua o attraverso la respirazione.<br />
Un metodo efficace per queste ricerche è quello dell’analisi<br />
per attivazione neutronica che consiste nel bombardare con<br />
un fascio intenso di neutroni termici il campione in questione.<br />
La cattura dei neutroni da parte di alcuni isotopi può causare<br />
la produzione di nuclei instabili che andranno incontro a<br />
decadimento radioattivo e conseguente emissione di raggi γ.<br />
Se il tempo di dimezzamento di questi nuclei non è né troppo<br />
corto né troppo lungo si può rivelare la presenza di questi<br />
isotopi tramite la spettroscopia γ, che ha raggiunto nell’ultimo<br />
decennio un elevato grado di sensibilità. L’arsenico presenta<br />
caratteristiche interessanti dal punto di vista dell’analisi per<br />
attivazione neutronica: esso è costituito da un solo isotopo<br />
stabile, 75 As, che cattura un neutrone termico con una<br />
sezione d’urto di 4,2 barn producendo 76 As che decade beta<br />
con tempo di dimezzamento di 26,3 ore e con conseguente<br />
emissione di un γ da 559,1 keV da parte del nucleo figlio.<br />
20 < il nuovo saggiatore
E. fiorini et al.: Misure con attivazione neutronica sulla presenza di arsenico ecc.<br />
Fig. 1 Il processo di attivazione neutronica.<br />
Fig. 2 Andamento temporale della presenza di arsenico misurata in [17].<br />
La prima misura con attivazione neutronica per determinare<br />
la presenza di arsenico nei capelli prelevati dal corpo di<br />
Napoleone dopo la morte è stata condotta nel 1961 presso<br />
il Laboratorio di Harvell su insistenza del medico svedese S.<br />
Forshufvud [18]. Su un capello di 1,74 cm di lunghezza si era<br />
osservata la presenza di arsenico ma, data la massa limitata<br />
e la strumentazione disponibile all’epoca, era stato possibile<br />
solo indicare una concentrazione di arsenico compresa tra<br />
10 e 38 ppm, di gran lunga superiore a quella presente nei<br />
capelli della popolazione attuale. Torneremo successivamente<br />
su questo confronto che riteniamo scorretto. Una misura più<br />
precisa [19] venne effettuata su più capelli di cui uno lungo<br />
13 cm. Tali campioni vennero esposti ad un flusso di neutroni<br />
termici pari a 10 12 n cm -2 s -1 per un periodo di 24 ore. Per<br />
valutare la possibile variazione della presenza dell’arsenico<br />
col tempo (un capello cresce con una velocità di circa un<br />
centimetro al mese) il capello era stato tagliato in frammenti<br />
di 5 mm ciascuno e l’attivazione prodotta dai neutroni<br />
misurata con un contatore Geiger. La misura effettuata sui<br />
frammenti ha indicato che la presenza di arsenico variava da<br />
11 a 3 ppm. Il risultato di questa misura è riportato in fig. 2 ed<br />
è stato utilizzato come ulteriore prova dell’avvelenamento.<br />
Non vengono riportati gli errori che a nostro parere rendono<br />
il risultato dubbio, anche per via della tecnica spettroscopica<br />
utilizzata che certamente non poteva permettere elevate<br />
sensibilità. Risulta inoltre difficile immaginare come, con un<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 21
Fig. 3 La dimora di Napoleone a Longwood.<br />
Fig. 4 La tappezzeria della dimora di Longwood ed un suo frammento che ha rivelato una<br />
forte presenza di arsenico.<br />
contatore Geiger, sia stato possibile distinguere l’arsenico<br />
da tutti gli altri elementi attivati che sicuramente vengono<br />
prodotti all’interno dei capelli per effetto dell’esposizione<br />
degli stessi ad un intenso flusso di neutroni.<br />
Di notevole interesse è una successiva misura [20, 21], con<br />
un risultato contrario all’ipotesi di avvelenamento, basata<br />
sull’analisi di un frammento della tappezzeria della casa di<br />
Longwood (fig. 3) dove abitava Napoleone. In questo caso la<br />
massa elevata del campione (fig. 4) permetteva una semplice<br />
analisi per fluorescenza X. Tenendo conto della media su tutta<br />
la parete, il contenuto di arsenico è risultato essere di<br />
0,08 gm -2 , un valore particolarmente elevato ed attualmente<br />
non ammissibile per le normali strutture domestiche.<br />
Gli autori escludono quindi l’ipotesi dell’avvelenamento,<br />
ritenendo che l’accumulo di arsenico nei capelli sia prodotto<br />
dalle emanazioni del metallo dalle pareti.<br />
Dati contrari all’ipotesi di avvelenamento vengono anche<br />
riportati in una misura successiva [22], dove per la prima<br />
volta viene utilizzata la spettrometria γ. Un campione è stato<br />
irraggiato per 15 ore con un fascio di 2,5 × 10 11 n cm -2 s -1 e<br />
misurato dopo 7 ore con un rivelatore GeLi. La procedura è<br />
stata ripetuta dopo un lavaggio ottenendo lo stesso risultato.<br />
Sono stati rilevati anche altri elementi, ma la vaga indicazione<br />
della presenza di As (1,4 ± 1,2 ppm) non viene assunta come<br />
evidenza di avvelenamento.<br />
Seguono altre misure e considerazioni negative [23, 24] che<br />
B. Wilder ha peraltro confutato basandosi anche sul risultato<br />
trasmessogli dalla FBI [25], che aveva misurato due capelli<br />
trovando valori pari a 33,3 e 14 ppm di As rispettivamente, e<br />
su quelli ottenuti da J. Mace [26].<br />
Una serie di misure è stata svolta col metodo della<br />
spettroscopia per assorbimento atomico da P. Kintz e dal suo<br />
gruppo [27] su cinque capelli, di cui uno del 1816, rilevando<br />
concentrazioni comprese tra 6,99 and 38,53 ppm che<br />
vengono assunte come indicazione di intossicazione.<br />
Un risultato più recente è stato ottenuto con la tecnica di<br />
22 < il nuovo saggiatore
E. fiorini et al.: Misure con attivazione neutronica sulla presenza di arsenico ecc.<br />
attivazione neutronica [28] analizzando due capelli prelevati<br />
da Napoleone il giorno dopo la sua morte ed uno prelevato<br />
nel 1814 quando Napoleone era nel suo primo esilio all’Isola<br />
d’Elba e ricevette una visita dalla sorella Paolina Borghese.<br />
Le concentrazioni di arsenico risultavano rispettivamente di<br />
1,85 ± 0,11, 3,05 ± 0,18 e 33,3 ± 2,2 ppm. Le concentrazioni<br />
misurate per controllo su di un uomo e una donna viventi<br />
risultavano rispettivamente di 32 ± 3 e 33 ± 2 ppb: quindi<br />
molto inferiori a quelle rilevate nei capelli dell’Imperatore.<br />
Gli autori osservano che il contenuto di As all’Isola d’Elba,<br />
dove evidentemente non si può supporre una qualche<br />
forma di avvelenamento, è molto elevato (troppo a nostro<br />
parere!) e che non si può quindi parlare di un avvelenamento<br />
successivo a Sant’Elena. Questo punto verrà discusso in<br />
seguito.<br />
Una misura interessante, e per quanto sappiamo non<br />
pubblicata, gentilmente comunicataci dal prof. Gerbier è<br />
stata condotta nel 1995 a Saclay dalla dr. Sophie Ayrault su<br />
due capelli di Napoleone avuti dal museo di Losanna. La<br />
difficoltà nella rivelazione del picco γ a 559 keV tramite un<br />
rivelatore al germanio è dovuta alla presenza nella stessa<br />
regione energetica dei picchi dovuti all’attivazione di Na, Br<br />
e Sb. Tenendo conto degli errori, i risultati sui due campioni<br />
sono compatibili tra di loro entro un fattore due con un valore<br />
medio attorno a 4,5 ppm.<br />
Tranne le ultime, tutte queste misure sono state condotte<br />
con strumentazione modesta e hanno fornito spesso risultati<br />
in contrasto tra di loro. Si è quindi deciso di svolgere una<br />
ricerca sistematica sui capelli non solo di Napoleone, ma<br />
anche di suoi contemporanei, confrontandola con quella sui<br />
capelli di persone attualmente viventi. Il grande aiuto avuto<br />
dai musei Napoleonico di Roma, Glauco Lombardi di Parma<br />
e Malmaison di Parigi, unitamente al campione fornitoci dal<br />
Console Onorario di Francia a Sant’Elena, ci ha permesso di<br />
raccogliere una notevole quantità di materiale storico e di<br />
chiara attribuzione per le nostre analisi.<br />
3 Dettagli sperimentali e materiale raccolto<br />
Tutte le misure di attivazione riportate in questo lavoro sono<br />
state effettuate utilizzando come sorgente di neutroni il<br />
reattore Nucleare TRIGA Mark II del Laboratorio di Energia<br />
Nucleare Applicata (LENA) dell’Università di Pavia (fig. 5).<br />
La spettrometria è stata portata a termine con rivelatori di<br />
germanio iperpuri intrinseci HpGe, sia nel laboratorio di<br />
Radiochimica del Dipartimento di Chimica Generale della<br />
stessa università sia presso il Laboratorio di Radioattività<br />
Ambientale dell’Università e Sezione INFN di Milano-Bicocca,<br />
dove si sono anche compiute le delicate misure sulla massa<br />
dei campioni. Il flusso nel canale centrale del reattore è di<br />
1,2 × 10 13 n cm -2 s -1 . Per l’analisi quantitativa si è utilizzato<br />
uno standard di riferimento con contenuti certificati degli<br />
elementi in tracce. Si è valutato il rapporto tra le attività<br />
Fig. 5 Il reattore nucleare TRIGA Mark II dell’Università di Pavia. A destra dettaglio<br />
del nocciolo.<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 23
fisica e...<br />
indotte di ogni elemento nello standard e nel campione<br />
oggetto dell’analisi.<br />
Come è ben noto e come da noi constatato in questo lavoro,<br />
accanto all’errore fisico nella misura dell’elemento in traccia<br />
in un capello, esiste una variabilità biologica che induce una<br />
indeterminazione tra capelli anche dello stesso individuo. Per<br />
questa ragione e per convalidare e verificare le misure di tipo<br />
archeometrico si sono misurati sistematicamente dieci capelli<br />
di una stessa persona a noi contemporanea per confrontarli<br />
con quelli storica oggetto di questa ricerca.<br />
Abbiamo utilizzato esclusivamente materiale storico<br />
generosamente fornitoci da Musei di rilevanza internazionale,<br />
che hanno certificato la sua autenticità. Tale materiale (tab. I)<br />
consiste in:<br />
• capelli prelevati al Re di Roma (l’Aiglon) negli anni 1812,<br />
1816, 1821 ed 1826, fornitici dal Museo Glauco-Lombardi<br />
di Parma;<br />
• capelli prelevati all’Imperatrice Josephine alla sua morte<br />
nel 1814, fornitici dal Museo della Malmaison di Parigi;<br />
• capelli prelevati a Napoleone Bonaparte fanciullo in<br />
Corsica, fornitici dal Museo Napoleonico di Roma;<br />
• capelli prelevati all’Imperatore durante il suo esilio all’Isola<br />
d’Elba, fornitici dal Museo Napoleonico di Roma;<br />
• capelli prelevati all’Imperatore all’Isola di Sant’Elena il<br />
giorno della sua morte (5 maggio 1821) ed in quello<br />
successivo (6 maggio 1821), fornitici dal museo della<br />
Malmaison di Parigi.<br />
4 Risultati<br />
Allo scopo di eliminare eventuali contaminazioni esterne,<br />
tutti i capelli sono stati trattati, prima dell’irraggiamento,<br />
con lo stesso procedimento standardizzato IAEA [29]: ogni<br />
capello viene lavato in acetone sotto agitazione per dieci<br />
minuti. Vengono poi effettuati tre lavaggi successivi in acqua<br />
bidistillata per dieci minuti ciascuno, ancora con agitazione.<br />
Segue un’ulteriore serie di lavaggi con acetone per dieci<br />
minuti. Ogni campione viene poi inserito in una provetta e<br />
ciascun gruppo di campioni viene irraggiato per 8 ore con<br />
un fascio di 10 13 n cm -2 s -1 . Dopo 10-12 ore, utili per eliminare<br />
i decadimenti a breve vita media, si procede alla misura con<br />
spettroscopia gamma.<br />
4.1 Misura su capelli a noi contemporanei<br />
Prima di iniziare l’analisi dei capelli di interesse storico si è<br />
proceduto a misure sistematiche su capelli prelevati in diverse<br />
regioni della testa di un soggetto a noi contemporaneo. In<br />
effetti è stato osservato anche in passato che si potevano<br />
avere differenze considerevoli tra capelli prelevati in vari<br />
punti e questo potrebbe, di principio, introdurre un’incertezza<br />
difficilmente quantificabile sull’interpretazione dei risultati [30].<br />
I risultati sono riportati nella tab. II. Gli errori, rilevanti<br />
dal punto di vista relativo, sono da considerarsi del tutto<br />
accettabili dato che la concentrazione di arsenico è molto<br />
ridotta: da uno a due ordini di grandezza rispetto, come<br />
vedremo, ai capelli di interesse storico. Le fluttuazioni sono<br />
imputabili alla piccola massa dei campioni, e alle possibili<br />
diverse posizioni relative fra capello e rivelatore, con<br />
conseguente fluttuazione dell’efficienza di misura. Le basse<br />
concentrazioni di arsenico nei capelli odierni da noi analizzati<br />
sono del tutto compatibili tra loro, con un valore medio di<br />
circa 60 ppb, e risultano in buon accordo con misure riportate<br />
da molti studi condotti sulla popolazione attuale.<br />
Abbiamo quindi deciso di inserire, quale riferimento e<br />
confronto, un capello odierno per ogni irraggiamento di<br />
capelli di interesse storico. Questo al fine di tracciare, per ogni<br />
misura effettuata, la stabilità dei parametri e la ripetibilità<br />
delle metodiche e delle procedure analitiche.<br />
4.2 Misure sui capelli del Re di Roma e dell’Imperatrice<br />
Josephine<br />
Le concentrazioni di arsenico su questi capelli sono riportate<br />
nella tab. III e nella fig. 6. I dati relativi al Re di Roma sono<br />
tra loro compatibili pur coprendo un arco temporale di 14<br />
anni, con un valore medio 9,4 ± 0,3 ppm. Tale valore è di due<br />
ordini di grandezza maggiore del valore medio riscontrato nei<br />
capelli odierni. È evidente che non si può parlare in questo<br />
caso di avvelenamento, ma di una assunzione costante<br />
probabilmente tipica di quei tempi. Si noti che questi<br />
campioni sono stati prelevati in tempi lontani dalla morte del<br />
Re di Roma e come i valori si ripetano per tutte le diverse fasi<br />
della vita dello stesso.<br />
Il campione di capelli prelevati all’Imperatrice Josephine<br />
immediatamente dopo la morte è molto più limitato. I valori<br />
della concentrazione di arsenico sono minori, ma la media di<br />
1,0 ± 0,3 ppm è pur sempre superiore di almeno un ordine<br />
di grandezza rispetto a quella dei capelli odierni. Sembra<br />
comunque possa escludersi l’ipotesi, avanzata recentemente<br />
[31], di un avvelenamento da arsenico.<br />
4.3 Misure sui capelli di Napoleone Bonaparte prelevati<br />
dopo la morte ed in diversi periodi della sua vita<br />
I risultati delle misure compiute su un rilevante campione<br />
di capelli dell’Imperatore sono mostrati nella tab. IV e nella<br />
fig. 7. I due campioni prelevati a Napoleone bimbo e quelli<br />
prelevati all’Isola d’Elba presentano valori medi di 7,3 ± 0,5 e<br />
4 ± 0,3 ppm, rispettivamente. Osserviamo che per i campioni<br />
prelevati all’Isola d’Elba, il valore riportato da Lin, Alber ed<br />
Henkelmann [28] risulta considerevolmente diverso rispetto<br />
al risultato delle misure condotte sui nostri campioni. È<br />
possibile ipotizzare un’insufficiente pulizia superficiale del<br />
campione che avrebbe portato a concentrazioni eccessive<br />
non legate però alla struttura interna del capello analizzato.<br />
24 < il nuovo saggiatore
E. fiorini et al.: Misure con attivazione neutronica sulla presenza di arsenico ecc.<br />
Capello Massa (mg) Capello Massa (mg)<br />
Odierno 1 0,122 Aiglon 1826 1 0,138<br />
Odierno 2 0,112 Aiglon 1826 2 0,108<br />
Odierno 3 0,096 Napoleone Corsica 1 0,180<br />
Odierno 4 0,138 Napoleone Corsica 2 0,274<br />
Odierno 5 0,220 Napoleone Elba 1 0,232<br />
Odierno 6 0,066 Napoleone Elba 2 0,188<br />
Odierno 7 0,118 Napoleone S. Elena 5 maggio 1 0,126<br />
Odierno 8 0,126 Napoleone S. Elena 5 maggio 2 0,166<br />
Odierno 9 0,148 Napoleone S. Elena 5 maggio 3 0,090<br />
Odierno 10 0,230 Napoleone S. Elena 5 maggio 4 0,130<br />
Aiglon 1812 1 0,106 Napoleone S. Elena 5 maggio 5 0,224<br />
Aiglon 1812 2 0,088 Napoleone S. Elena 5 maggio 6 0,148<br />
Aiglon 1816 1 0,132 Napoleone S. Elena 6 maggio 1 0,254<br />
Aiglon 1816 2 0,104 Napoleone S. Elena 6 maggio 2 0,328<br />
Aiglon 1821 1 0,078 Josephine 1 0,268<br />
Aiglon 1821 2 0,060 Josephine 1 0,294<br />
Tab. I Massa dei campioni odierni e di interesse storico (sensibilità bilancia ± 2µg).<br />
Capello<br />
Concentrazione di As<br />
(in 10 -2 ppm)<br />
Odierno 1 8,6 ± 1,9<br />
Odierno 2 5,6 ± 1,8<br />
Odierno 3 11,0 ± 3,5<br />
Odierno 4 12,4 ± 3,9<br />
Odierno 5 2,4 ± 1,1<br />
Odierno 6 7,1 ± 2,8<br />
Odierno 7 5,4 ± 1,7<br />
Odierno 8 4,0 ± 1,4<br />
Odierno 9 4,3 ± 3,1<br />
Odierno 10 4,8 ± 2<br />
Tab. II Concentrazione di arsenico nei capelli di un<br />
nostro contemporaneo.<br />
Capello<br />
As (in ppm)<br />
Aiglon 1812 - 1 9,4 ± 1,0<br />
Aiglon 1812 - 2 6,1 ± 0,6<br />
Aiglon 1816 - 1 12,6 ± 1,3<br />
Aiglon 1816 - 2 9,9 ± 1,0<br />
Aiglon 1821 - 1 9,9 ± 1,1<br />
Aiglon 1821 - 2 11,2 ± 1,3<br />
Aiglon 1826 - 1 7,6 ± 0,8<br />
Aiglon 1826 - 2 8,5 ± 0,9<br />
Josephine - 1 0,8 ± 0,4<br />
Josephine - 2 1,2 ± 0,5<br />
Tab. III Capelli del Re di Roma in vari periodi della vita e<br />
dell’Imperatrice Josephine dopo la morte.<br />
Capello<br />
As (in ppm)<br />
Corsica 1770 - 1 8,3 ± 0,9<br />
Corsica 1770 - 2 6,3 ± 0,7<br />
Elba 1814 - 1 4,4 ± 0,5<br />
Elba 1814 - 2 3,5 ± 0,4<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 1 13,1 ± 1,3<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 2 16,7 ± 1,7<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 3 14,2 ± 1,4<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 4 17,0 ± 1,7<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 5 15,4 ± 2,3<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 6 18,9 ± 2,2<br />
S. Elena 6 maggio 1821 - 1 15,2 ± 2,0<br />
S. Elena 6 maggio 1821 - 2 9,7 ± 1,6<br />
Tab. IV Capelli di Napoleone in vita e dopo la morte.<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 25
fisica e...<br />
I valori di concentrazione di As nei capelli di Napoleone<br />
prelevati dopo la sua morte risultano in ragionevole accordo<br />
tra di loro con un valore medio di 15,9 ± 0,7 e di 12,4 ± 1,2<br />
ppm per i capelli del 5 e 6 maggio, rispettivamente.<br />
Dopo l’irraggiamento, il capello numero 2, del 5 maggio 1821,<br />
è stato suddiviso in più parti onde individuare un possibile<br />
incremento nella concentrazione di arsenico con il passare<br />
del tempo (tab. V). Ricordando che un capello cresce in media<br />
di 1-2 cm al mese si può avere in tal modo una panoramica<br />
degli ultimi mesi di vita dell’Imperatore. La misura dei sei<br />
frammenti di capello è risultata particolarmente difficile<br />
a causa dell’esigua massa dei campioni da analizzare. Il<br />
campione A si riferisce alla punta del capello mentre il<br />
campione F è la parte più prossima al cuoio capelluto. Si<br />
può osservare come la somma delle masse dei frammenti<br />
non fornisca la massa iniziale del campione 2 (150 µg contro<br />
165 µg). Ciò è dovuto all’errore sistematico della bilancia<br />
che ovviamente fornisce un valore entro un intervallo di<br />
sensibilità e dal fatto che i capelli dopo l’irraggiamento<br />
risultano in generale più leggeri a causa della dispersione<br />
delle sostanze volatili quando il capello è posto nel reattore<br />
ad una temperatura più elevata di quella ambiente. Nella<br />
tab. VI sono riportati i valori di concentrazione misurati: si<br />
osserva che non vi è una reale tendenza ad un aumento<br />
della concentrazione e i valori si distribuiscono abbastanza<br />
uniformemente attorno al valor medio (fig. 8). Tale valore<br />
medio risulta essere 21,0 ± 1,0 ppm, più elevato di circa il<br />
20% rispetto al valore misurato nel campione 2 prima del<br />
frazionamento: ciò è chiaramente imputabile alla riduzione<br />
della massa osservata per i frammenti, già discussa in<br />
precedenza, oltre che ad una maggiore efficienza di misura<br />
che si ottiene su campioni più piccoli e quindi più facilmente<br />
affacciabili alla regione sensibile del rivelatore al germanio.<br />
Data l’elevata concentrazione da noi riscontrata in tutte<br />
le misure su persone vissute contemporaneamente a<br />
Napoleone ed in lui stesso in epoche diverse, non ci sembra<br />
valido utilizzare, per avvalorare l’ipotesi di avvelenamento, il<br />
confronto delle misure sul contenuto di arsenico nei capelli<br />
di Napoleone dopo la morte con i dati relativi ai contenuti<br />
attuali. In particolare il livello riscontrato nei capelli prelevati<br />
all’Isola di Sant’Elena risulta superiore solo del 50% rispetto a<br />
quello misurato con ampia statistica e in vari periodi di tempo<br />
nei capelli del figlio, ed entro un fattore due se paragonato<br />
a quanto misurato sui capelli di Napoleone bambino che,<br />
ovviamente, non può essere considerato in pericolo di<br />
avvelenamento.<br />
Anche l’ipotesi di una variazione improvvisa del contenuto di<br />
arsenico, imputabile ad un avvelenamento acuto, non viene<br />
confermata dalla nostra misura sui frammenti contigui di un<br />
capello.<br />
Frammento<br />
Massa (mg)<br />
2A 0,012<br />
2B 0,022<br />
2C 0,026<br />
2D 0,032<br />
2E 0,032<br />
2F 0,026<br />
Tab. V Massa dei frammenti del campione 2 del 5<br />
maggio 1821 (sensibilità bilancia ± 2µg).<br />
Frammento<br />
As (in ppm)<br />
2A 27,6 ± 3,0<br />
2B 22,0 ± 2,5<br />
2C 21,4 ± 2,5<br />
2D 17,5 ± 2,0<br />
2E 16,6 ± 1,9<br />
2F 20,7 ± 2,4<br />
Tab. VI Misure sui frammenti del campione 2 del<br />
5 maggio 1821.<br />
Aliquote campioni<br />
As (µg/L)<br />
N.1 1,0000<br />
N.2 1,5000<br />
N.3 2,0000<br />
N.4 1,2500<br />
N.5 1,1000<br />
N.6 0,8000<br />
media 1,2750<br />
Deviazione standard 0,4263<br />
Limite attualmente accettato 10<br />
Tab. VII Misure su sei campioni dell’acqua della fonte che<br />
riforniva Napoleone ed il suo seguito.<br />
26 < il nuovo saggiatore
E. fiorini et al.: Misure con attivazione neutronica sulla presenza di arsenico ecc.<br />
16<br />
Aiglon<br />
14<br />
12<br />
10<br />
ppm As<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
Aiglon 1812 - 1<br />
Aiglon 1812 - 2<br />
Aiglon 1816 - 1<br />
Aiglon 1816 - 2<br />
Aiglon 1821 - 1<br />
Aiglon 1821 - 2<br />
Aiglon 1826 - 1<br />
Aiglon 1826 - 2<br />
Fig. 6 Misure della concentrazione di arsenico nei capelli del Re di Roma.<br />
25<br />
Napoleone<br />
20<br />
ppm As<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
Corsica 1770 - 1<br />
Corsica 1770 - 2<br />
Elba 1814 - 1<br />
Elba 1814 - 2<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 1<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 2<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 4<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 3<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 5<br />
S. Elena 6 maggio 1821 - 1<br />
S. Elena 5 maggio 1821 - 6<br />
Fig. 7 Misure della concentrazione di arsenico nei capelli di Napoleone.<br />
S. Elena 6 maggio 1821 - 2<br />
35<br />
30<br />
25<br />
ppm As<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
A B C D E F<br />
Frammenti capello 2<br />
Fig. 8 Misure della concentrazione di arsenico nei frammenti del capello 2<br />
del 5 maggio 1816. Il frammento A si riferisce alla punta del capello mentre il<br />
frammento F è la parte più prossima al cuoio capelluto.<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 27
fisica e...<br />
4.4 Misure su altro materiale<br />
È stata considerata più volte la possibilità che l’arsenico<br />
potesse cause avere origine ambientale: dalle pareti che<br />
contenevano una notevole quantità di arsenico<br />
[20, 21] o per ingestione. Grazie alla cortesia di Monsieur M.<br />
Dancoisne-Martineau Console Onorario di Francia all’Isola<br />
di Sant’Elena abbiamo ottenuto dell’acqua prelevata dalla<br />
stessa sorgente che riforniva Napoleone e la sua corte nelle<br />
vicinanze della tomba dove era stato sepolto (fig. 9). Le<br />
misure per la determinazione dell’arsenico nell’acqua, data<br />
la notevole massa di campione a disposizione, sono state<br />
eseguite con metodiche di assorbimento atomico. Il valore<br />
medio di arsenico nell’acqua, misurato secondo il Metodo<br />
EPA 200.9 [32] con strumentazione Perkin Elmer SIMMA 6000<br />
per Assorbimento Atomico con Fornetto Grafite (GFAA) è<br />
risultato essere di 1,27 ppb con valori minimo e massimo<br />
pari rispettivamente a 0,80 e 2,00 ppb. Tali valori (tab. VII)<br />
dimostrano che, attualmente, la presenza di arsenico nella<br />
sorgente che forniva l’acqua potabile a Napoleone non<br />
è superiore alla norma [33]: le acque potabili destinate al<br />
consumo umano ne possono contenere al massimo<br />
10 µg/l (D. Lgs. 2 febbraio 2001, n. 31; recepimento della Dir. 3<br />
novembre 1998, n. 98/83/CE).<br />
5 Conclusioni<br />
Le nostre misure condotte sui capelli di una persona<br />
contemporanea unitamente a quelle su persone viventi ai<br />
tempi di Napoleone ci hanno permesso di appurare che<br />
le seconde presentano una concentrazione di arsenico<br />
superiore di circa due ordini di grandezza rispetto alle prime.<br />
Risulta quindi erronea la procedura spesso adottata per<br />
avvalorare l’ipotesi di avvelenamento basata sul confronto<br />
del contenuto di arsenico tra i capelli di Napoleone e quello<br />
riscontrabile in capelli odierni. I risultati relativi a campioni<br />
dei capelli di Napoleone prelevati il giorno della sua morte ed<br />
in quello successivo e analizzati per la prima volta in numero<br />
così elevato, mostrano un buon accordo tra i vari componenti<br />
e sono confrontabili, come ordine di grandezza, a quelli<br />
riscontrati in un analogo numeroso insieme prelevato al Re<br />
di Roma in quattro diversi anni della sua vita. Il confronto<br />
tra il contenuto di arsenico nei capelli di Napoleone quando<br />
era all’Isola d’Elba rispetto a quello misurato nei capelli alla<br />
sua morte è indubbiamente più elevato, ma non è tale da<br />
far sospettare un avvelenamento intenzionale ed inoltre<br />
i valori di arsenico riscontrati nei capelli di Napoleone<br />
bambino mostrano valori in qualche modo compatibili con<br />
quelli ottenuti all’epoca della sua morte a Sant’Elena. Si<br />
considera indice di esposizione cronica ad arsenico per la<br />
Fig. 9 Le tombe di Napoleone a Longwood e a Parigi.<br />
popolazione umana attuale la rilevazione di concentrazioni<br />
nel capello superiori o uguali a 10 ppm, ma l’esposizione<br />
che esita in gravi effetti e nella morte dell’individuo produce<br />
concentrazione nei capelli uguali o superiori ai 45 ppm [34].<br />
I livelli di arsenico nei capelli di Napoleone prelevati in vita<br />
e dopo la morte sono confrontabili con quelli riscontrati in<br />
personaggi storici dell’epoca. Essi rivelano indubbiamente<br />
una esposizione cronica che a nostro avviso può essere<br />
semplicemente attribuita a fattori ambientali, attualmente<br />
purtroppo non più facilmente identificabili, o ad abitudini<br />
alimentari/terapeutiche. Risulta difficile pensare quindi, che<br />
questo livello di concentrazioni di arsenico sia riconducibile<br />
ad un avvelenamento intenzionale dell’Imperatore<br />
anche perché più semplice e diretta sarebbe stata la<br />
somministrazione di quantità di veleno ben maggiori di<br />
quelle mediamente già assumibili all’epoca della morte di<br />
Napoleone.<br />
Riteniamo in conclusione che questi risultati possano essere<br />
di considerevole utilità per future ricerche se associate a<br />
considerazioni storico-mediche che sono al di fuori delle<br />
intenzioni e delle prerogative di questo lavoro.<br />
28 < il nuovo saggiatore
E. fiorini et al.: Misure con attivazione neutronica sulla presenza di arsenico ecc.<br />
Ringraziamenti<br />
Desideriamo ringraziare i professori Franco Bassani e Gilles<br />
Gerbier per le discussioni ed i consigli avuti all’inizio di<br />
questo lavoro ed i dottori Davide Giamminonni, Stefania<br />
Pennati e Giovanni Terenziani che vi hanno contribuito<br />
all’inizio con il loro lavoro e con le loro tesi di laurea. Un<br />
vivo ringraziamento al Direttore ed al personale del LENA<br />
per il continuo ed efficace aiuto datoci in queste ed anche<br />
in altre ricerche basate sull’attivazione neutronica. La<br />
più viva gratitudine va ai Musei Napoleonico di Roma e<br />
Glauco Lombardi di Parma ed in particolare alle dottoresse<br />
Giulia Gorgoni, M. E. Tittoni e Francesca Sandrini, nonché<br />
al Console Onorario di Francia a Sant’Elena, Monsieur M.<br />
Dancoisne-Martineau. Un particolare e vivo ringraziamento<br />
al dott. Bernard Chevallier, Direttore del Museo della<br />
Malmaison, che ci ha non solo fornito insieme numerosi<br />
campioni di capelli di straordinario interesse storico<br />
prelevati a Napoleone dopo la sua morte, ma anche<br />
illustrato con grande competenza gli ultimi mesi della vita<br />
di Napoleone a Sant’Elena.<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 29
Ettore Fiorini<br />
Laureato presso l’ Università di Milano, ha svolto ricerche presso quella<br />
università, negli Stati Uniti e presso il Centro Europeo di Ricerche Nucleari<br />
di Ginevra.<br />
La sua attività ha riguardato la fisica nucleare e subnucleare anche in<br />
connessione con l’ astrofisica. Ha in particolare partecipato alla scoperta<br />
delle correnti deboli neutre e dei neutrini provenienti dalla reazione<br />
protone-protone nel sole. Ha coordinato una ricerca sul decadimento<br />
del nucleone presso il Laboratorio del Monte Bianco e dirige attualmente<br />
ricerche sulla determinazione della massa del neutrino, sulla violazione<br />
del numero leptonico e sull’ esistenza della materia oscura nell’ Universo.<br />
Si è anche occupato di problemi di fisica sanitaria ed in particolare di<br />
radioattività ambientale.<br />
È professore di Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare e di Radioattività<br />
presso l’ Università di Milano-Bicocca e membro dell’ Accademia Nazionale<br />
dei Lincei e dell’ Accademia delle Scienze di Torino. Gli è stata conferita<br />
dal Presidente della Repubblica la medaglia dei Benemeriti della Scienza<br />
e della Cultura.<br />
Bibliografia<br />
[1] W.-M. Yao, C. Amsler, D. Asner, et al., ”Review of Particle Physics”.<br />
J. Phys. G.: Nuclear and Particle Physics, 33 (2006) 1.<br />
[2] L. Baudis, Dark matter searches, astro-ph/0511805 (2006); R.<br />
Bernabei, Results on Dark Matter and ββ decay modes by DAMA<br />
at Gran Sasso, arXiv: 0704.3543v1 26 april 2007.<br />
[3] G. L. Fogli, E. Lisi, A Marrone, A. Palazzo, “Global analysis of threeflavor<br />
neutrino masses and mixings”, Progr. Part. Nucl. Phys., 57,<br />
no. 2 (2006) 742.<br />
[4] V. Flaminio, “La ricerca dei neutrini dal cosmo: l’esperimento<br />
ANTARES”, Il Nuovo Saggiatore, 23, no. 5-6 (2007) 58.<br />
[5] E. Migneco, P. Piattelli, P. Sapienza, “Verso un rivelatore di<br />
neutrini sottomarino da 1 km 3 : l’esperimento NEMO”, Il Nuovo<br />
Saggiatore, 23, no. 5-6 (2007) 68.<br />
[6] M. T. Mucciaccia, “OPERA”, Il Nuovo Saggiatore, 23, no. 5-6 (2007)<br />
80.<br />
[7] E. Fiorini, “Il neutrino questo sconosciuto”, Il Nuovo Saggiatore,<br />
23, no. 5-6 (2007) 47.<br />
[8] F. T. Avignone, III, S. R. Elliott, J. Engel, ”Double beta decay,<br />
Majorana neutrinos, and neutrino mass”, Preprint Archive,<br />
Nuclear Experiment (2007) 1-39, arXiv:0708.1033v1 [nucl-ex].<br />
[9] C. E. Aalseth, D. Anderson, R. Arthur et al., ”The proposed<br />
Majorana 76 Ge double-beta decay experiment”. Nucl. Phys. B<br />
Proc. Suppl., 138 (2005) (TAUP 2003) 217.<br />
[10] A. Bettini, “GERDA: Germanium detector array. Search for<br />
neutrinoless ββ decay of 76 Ge”. Nucl. Phys. B Proc. Suppl., 168<br />
(2007) (NOW 2006) 67.<br />
[11] R. Ardito, C. Arnaboldi, D. R. Artusa et al., “CUORE: A Cryogenic<br />
Underground Observatory for Rare Events”, Preprint Archive,<br />
High Energy Physics-Experiment ,(2005) 1, arXiv:hep-ex/0501010.<br />
[12] E. Fiorini, “L’ impiego del piombo romano nelle ricerche di eventi<br />
rari”, Il Nuovo Saggiatore, 7, no. 5 (1991) 29.<br />
[13] A. Alessandrello, C. Arpesella, C. Brofferio, et al., “Measurements<br />
of internal radioactive contamination in samples of Roman<br />
lead to be used in experiments on rare events”, Nucl. Instrum.<br />
Methods Phys. Res. B: Beam Interactions with Materials and<br />
Atoms, 142, no.1-2 (1998) 163.<br />
[14] A. Salvini, M. Clemenza, E. Previtali, et al., “Determination of<br />
thorium, uranium, and potassium contamination in materials<br />
used in a low background detector by nuclear measures”. J.<br />
Phys. Conf. Ser., 41 (2006) 417.<br />
[15] B. Weider, D. Hapgood, “L’ assassinio di Napoleone” (Mursia<br />
Editore) 1984.<br />
[16] B. Weider, S. Forshufvud, “Assassination on St. Helena Revisited”<br />
(John Wiley & Sons) 1995.<br />
[17] B. Weider, “The Assassination of Napoleon”:<br />
http://www.napoleon-series.org/ins/weider/<br />
c_assassination_w.html.<br />
[18] S. Forshufvud, H. Smith, A. Wassen, “Arsenic content of Napoleon<br />
I’s hair probably taken immediately after his death”, Nature, 192<br />
(1961) 103.<br />
[19] H. Smith, S. Forshuvud, A. Wassen, “Distribution of Arsenic in<br />
Napoleon’S Hair”, Nature, 194 (1962) 725.<br />
[20] D. E. H. Jones, K. W. D. Ledingham, “Arsenic in Napoleon’s<br />
wallpaper”, Nature, 299 (1982) 626.<br />
[21] D. Jones, “Daedalus Volatile hardware”, Nature, 388 (1997) 129.<br />
[22] P. K. Lewin, R. G. V. Hancock, P.Voynovich, “Napoleon Bonaparte −<br />
no evidence of chronic arsenic poisoning”, Nature, 299 (1982) 627.<br />
[23] V. Blair, “Who murdered Napoleon? Probably nobody!”:<br />
http://www.napoleon-series.org/research/<br />
napoleon/c_arsenic.html.<br />
[24] J. T. Hindmarsh, Corso P F. “The death of Napoleon Bonaparte:<br />
a critical review of the cause”, J. Hist. Med. Allied Sci., 53, no. 3<br />
(1998) 201.<br />
[25] Lettera del 28 agosto 1999 a B. Weider da parte di R. M. Martz<br />
direttore del laboratorio di tossicologia chimica del Federal<br />
Bureau of Investigation.<br />
[26] J. Macè “The ‘Poisoning’ of Napoleon”, estratto dal Dictionaire<br />
Napoleon (Editions Fayard) 2000.<br />
[27] P. Kintz, J. P. Goulle, P. Fornes, B. Ludes, “A new series of hair<br />
analyses from Napoleon confirms chronic exposure to arsenic”,<br />
J. Anal. Toxicol., 26, no. 8 (2002) 584.<br />
[28] X. Lin, D. Alber, R Henkelmann, “Elemental contents in Napoleon’s<br />
hair cut before and after his death: did Napoleon die of arsenic<br />
poisoning?”, Anal. Bioanal. Chem., 379, no. 2 (2004) 218.<br />
[29] E. Cortes Toro, J. J. M. De Goeij, J. Bacso, et al., “The significance<br />
of hair mineral analysis as a means for assessing internal body<br />
burdens of environmental pollutants: Results from an IAEA<br />
Co-ordinated Research Programme”, J. Radioanal. Nucl. Chem.,<br />
167, no. 2 (1993) 413.<br />
[30] R. Cornelis, “Neutron activation analysis of hair. Failure of a<br />
mission”, J. Radioanal. Chem., 15, no. 1 (1973) 305.<br />
[31] http://ameliefr.club.fr/ChateauMalmaison.html.<br />
[32] US EPA Method 200.9 Determination of trace elements by<br />
stabilized temperature graphite furnace atomic absorbation,<br />
Revision 2.2.<br />
[33] J. R. Behari, R. Prakash, “Determination of total arsenic content<br />
in water by atomic absorption spectroscopy (AAS) using vapor<br />
generation assembly (VGA)”, Chemosphere, 63, no. 1 (2006)17.<br />
[34] J. T. Hindmarsh, “Caveats in hair analysis in chronic arsenic<br />
poisoning”, Clin. Biochem., 35, no. 1 (2002) 1 e comunicazione<br />
privata del prof. J.T. Hindmarsh.<br />
30 < il nuovo saggiatore
fisica e...<br />
LE CELLULE STAMINALI INCONTRANO<br />
LE GRANDI MACCHINE DELLA <strong>FISICA</strong> *<br />
Franco RUSTICHELLI<br />
Dipartimento di Scienze Applicate ai Sistemi Complessi<br />
Sezione Scienze Fisiche - Università Politecnica delle Marche<br />
Istituto Nazionale Biostrutture e Biosistemi<br />
Una rivoluzione scientifica è in corso con lo sviluppo della medicina rigenerativa, che permette di<br />
riparare o generare tessuti ed organi a partire da cellule staminali, con implicazioni sociali senza<br />
precedenti. In tale avventura intellettuale, basata su di uno sforzo interdisciplinare, anche i fisici<br />
possono fornire un contributo originale mediante tecniche di indagine avanzate legate all’uso<br />
delle grandi macchine: osso ingegnerizzato, distrofia muscolare di Duchenne, ed in prospettiva<br />
cuori infartuati e sclerosi multipla.<br />
Il nostro gruppo di fisici ha iniziato<br />
recentemente lo sviluppo di due linee di<br />
ricerca in collaborazione con altri gruppi<br />
di formazione biomedica operanti<br />
nel campo della sperimentazione con<br />
cellule staminali. In tale ambito stiamo<br />
utilizzando delle tecniche coinvolgenti<br />
la radiazione X , messe a punto<br />
presso grandi installazioni europee,<br />
in particolare presso il Sincrotrone<br />
Europeo di Grenoble ed il Sincrotrone<br />
Elettra di Trieste. La prima linea di<br />
ricerca condotta in collaborazione<br />
con il gruppo di Ranieri Cancedda, del<br />
Dipartimento di Oncologia, Biologia<br />
e Genetica dell’Università di Genova,<br />
riguarda in particolare lo studio preclinico<br />
della cinetica di formazione<br />
dell’osso rigenerato da cellule staminali<br />
isolate dal midollo osseo. La seconda<br />
linea di ricerca viene condotta in<br />
collaborazione con Ivan Torrente, del<br />
* Liberamente estratto dalla Key-note<br />
lecture presentata al “3rd World Congress on<br />
Regenerative Medicine”, October 18-20, 2007,<br />
Leipzig, Germany.<br />
Dipartimento di Scienze Neurologiche<br />
dell’ Università di Milano, e riguarda<br />
degli studi pre-clinici di una terapia<br />
della distrofia muscolare di Duchenne,<br />
mediante cellule staminali umane<br />
CD133 + isolate dal sangue.<br />
Il Sincrotrone Europeo di Grenoble<br />
(ESRF) è mostrato in fig. 1 e costituisce la<br />
più potente sorgente di radiazione X in<br />
Europa e la seconda a livello mondiale.<br />
È costata circa 500 milioni di euro ed è<br />
di proprietà di 18 nazioni europee, tra<br />
cui l’Italia, che partecipa al 15%. Esso<br />
è costituito da un anello avente una<br />
circonferenza di quasi un chilometro<br />
dove girano degli elettroni con una<br />
energia di 6 GeV, che corrisponde ad<br />
una velocità prossima a quella della luce<br />
(300000 km/s). Se girassero attorno alla<br />
terra compierebbero all’incirca sette giri<br />
al secondo.<br />
Gli elettroni che girano emettono<br />
della radiazione X di grande intensità<br />
che viene estratta mediante diverse<br />
decine di fasci tangenziali riportati<br />
nello schema che appare nella parte<br />
destra della figura. In ogni fascio sono<br />
installate diverse apparecchiature<br />
sperimentali. Macchine acceleratrici<br />
simili erano utilizzate in passato<br />
solamente per esperimenti di fisica<br />
subnucleare, i più potenti essendo<br />
localizzati a Ginevra. Tuttavia da alcuni<br />
anni si costruiscono in varie parti del<br />
mondo dei sincrotroni, come quello<br />
di Grenoble, dedicati unicamente allo<br />
studio della struttura e della dinamica<br />
della materia fino a livello atomico. In<br />
pratica all’ESRF i fisici lavorano fianco a<br />
fianco a chimici, scienziati dei materiali,<br />
ingegneri, matematici, informatici,<br />
geologi, archeologi, biologi e medici.<br />
Nell’ambito delle ricerche sull’osso<br />
rigenerato da cellule staminali<br />
sono state utilizzate due tecniche<br />
sviluppate all’ESRF. La prima tecnica<br />
è la microtomografia a raggi X, che<br />
è simile alla TAC che si trova negli<br />
ospedali, ma offre una risoluzione<br />
spaziale dell’ordine del micron, cioè<br />
circa mille volte superiore. D’altra parte<br />
essa è utilizzabile solo su campioni<br />
delle dimensioni di pochi millimetri.<br />
Un primo esperimento ha riguardato<br />
lo studio della cinetica di crescita di<br />
osso ingegnerizzato su supporti di<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 31
fisica e...<br />
1<br />
idrossiapatite. Tali supporti sono stati<br />
caricati con cellule staminali del midollo<br />
osseo estratte dalla cresta iliaca della<br />
pecora opportunamente espanse, e<br />
impiantati in topi immunodeficienti per<br />
diversi tempi.<br />
La fig. 2 mostra a sinistra l’immagine<br />
tridimensionale del supporto vergine<br />
e a destra del supporto impiantato per<br />
16 settimane. Il supporto è colorato in<br />
giallo, l’osso ingegnerizzato in verde, il<br />
tessuto organico molle in blu.<br />
La fig. 3 mostra l’istogramma degli<br />
spessori di osso ingegnerizzato per vari<br />
tempi di impianto e l’evoluzione dello<br />
spessore medio dell’osso in funzione<br />
del tempo di impianto. Un esperimento<br />
simile è stato compiuto utilizzando un<br />
supporto riassorbibile a base di fosfato<br />
tricalcico. È stato osservato che in<br />
concomitanza con la crescita dell’osso<br />
ingegnerizzato si ha un progressivo<br />
riassorbimento del supporto, fenomeno<br />
questo assai interessante in vista delle<br />
applicazioni cliniche.<br />
Gli stessi campioni sono stati analizzati<br />
dopo impianto con la seconda<br />
tecnica disponibile all’ESRF, cioè con<br />
la microdiffrazione dei raggi X. La<br />
diffrazione dei raggi X in generale<br />
permette di ottenere la struttura delle<br />
varie sostanze fino al livello atomico.<br />
Ad esempio la struttura a doppia<br />
elica del DNA è stata delucidata<br />
grazie alla diffrazione dei raggi X. La<br />
microdiffrazione fa uso di un fascio di<br />
raggi X focalizzato di sezione inferiore<br />
al micron che permette di avere una<br />
risoluzione spaziale elevatissima.<br />
Pertanto è stato possibile eseguire<br />
una mappatura della microstruttura<br />
dell’osso ingegnerizzato all’interno di un<br />
singolo poro<br />
La fig. 4 mostra i diagrammi di<br />
diffrazione X ottenuti nell’osso, nel<br />
supporto di idrossiapatite e nel tessuto<br />
organico. Al centro in basso si ha il<br />
diagramma di diffusione dei raggi X<br />
da parte del tessuto organico. Si nota<br />
l’assenza di anelli di diffrazione netti<br />
come è da aspettarsi in quanto in tale<br />
regione manca del materiale cristallino.<br />
In alto a destra si ha il diagramma<br />
di diffrazione da parte del supporto<br />
di idrossiapatite e a sinistra quello<br />
dell’osso ingegnerizzato. Si può notare<br />
che quest’ultimo produce degli anelli<br />
continui e sottili mentre l’idrossiapatite<br />
produce anelli discontinui. La<br />
spiegazione è che l’osso è costituito<br />
da cristalliti di piccole dimensioni<br />
orientati in maniera isotropa mentre<br />
l’idrossiapatite è costituita da cristalliti<br />
più grandi orientati in modo anisotropo.<br />
La fig. 5 mostra i diagrammi di<br />
diffrazione X nei vari punti del<br />
campione.<br />
La linea nera concava verso l’alto<br />
delimita la regione corrispondente<br />
al supporto di idrossiapatite (parte<br />
inferiore) dalla regione interna al poro<br />
occupata dall’osso ingegnerizzato<br />
(parte superiore). L’analisi dei dati di<br />
diffrazione dei raggi X ha permesso<br />
di mettere in evidenza in ogni punto<br />
dell’osso analizzato la direzione<br />
dei cristalliti di osso neoformato<br />
(indicata schematicamente con un<br />
segmento nero). Si può vedere che la<br />
direzione dei cristalliti risulta parallela<br />
all’interfaccia stessa. L’interpretazione<br />
32 < il nuovo saggiatore
f. rustichelli: le cellule staminali incontrano le grandi macchine della fisica<br />
2<br />
percentuale, %<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
spessore medio, µm<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
3<br />
0<br />
10 30 50 70 90 110 130 150<br />
spessore dell’osso nuovo, µm<br />
0<br />
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24<br />
tempo d’impianto, settimane<br />
4<br />
Fig. 1 Il sincrotrone Europeo di<br />
Grenoble (ESRF).<br />
Fig. 2 Visualizzazione tridimensionale<br />
della struttura del supporto vergine<br />
di idrossiapatite (sinistra), e del<br />
supporto su cui è cresciuto l’osso<br />
ingegnerizzato prodotto dalle cellule<br />
staminali (destra).<br />
Fig. 3 Istogramma degli spessori<br />
dell’osso ingegnerizzato (sinistra) per<br />
vari tempi di impianto, 8 settimane;<br />
16 settimane; 24 settimane.<br />
Cinetica di crescita dello spessore<br />
dell’osso ingegnerizzato (destra).<br />
Fig. 4 Diagramma di diffrazione<br />
dei raggi X nel supporto di<br />
idrossiapatite (alto a destra), nell’osso<br />
ingegnerizzato (sinistra) e nel tessuto<br />
organico.<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 33
fisica e...<br />
dei dati ottenuti ha permesso inoltre di<br />
concludere che la direzione delle fibrille<br />
di collagene che determina la crescita<br />
dell’osso risultano parallele ai cristalliti<br />
(come avviene nell’osso nativo) e quindi<br />
anche esse parallele all’interfaccia del<br />
poro.<br />
Per quel che riguarda gli studi inerenti<br />
la distrofia di Duchenne, nell’ottica<br />
di trasferire a livello clinico i risultati<br />
della sperimentazione pre-clinica, è<br />
importante sviluppare delle nuove<br />
tecniche che permettano di rivelare<br />
le cellule donatrici dopo impianto al<br />
fine di comprendere meglio il loro<br />
ruolo nella rigenerazione dei tessuti<br />
danneggiati o malati. In tale contesto<br />
abbiamo proposto ai colleghi clinici di<br />
Milano, che hanno già pubblicato dei<br />
risultati positivi a livello pre-clinico,<br />
di applicare a tali studi la tecnica di<br />
microtomografia a raggi X, dato che<br />
essi, per altri scopi avevano marcato<br />
le cellule CD133+, provenienti da<br />
sangue umano, con delle nanoparticelle<br />
magnetiche di ossido di ferro. I risultati<br />
sono apparsi estremamente positivi e<br />
sono mostrati nella fig.6 , dove sono<br />
visibili a livello tridimensionale le<br />
cellule staminali iniettate (puntini rossi<br />
corrispondenti al forte assorbimento dei<br />
raggi X da parte delle nanoparticelle).<br />
Tali risultati sono stati accolti con<br />
grande interesse da parte dei colleghi<br />
clinici, i quali in precedenza tentavano<br />
di localizzare le cellule con la risonanza<br />
magnetica, con una risoluzione spaziale<br />
notevolmente inferiore. È da notare che<br />
tale metodo di marcatura delle cellule<br />
con nanoparticelle contenenti metalli<br />
pesanti ed osservazione mediante<br />
microtomografia a raggi X potrebbe in<br />
linea di principio essere utilizzato per<br />
visualizzare a livello tridimensionale<br />
qualsiasi tipo di cellule, ivi comprese le<br />
cellule tumorali per studiare ad esempio<br />
la cinetica delle metastasi.<br />
Conclusioni<br />
Da quanto sopra riportato si può dedurre<br />
come le tecniche fisiche avanzate,<br />
associate alle grandi installazioni,<br />
divengano di giorno in giorno più<br />
sofisticate e più potenti a tal punto da<br />
poter essere impiegate non solo per<br />
studiare i sistemi fisici (più semplici), ma<br />
progressivamente anche i sistemi chimici<br />
e biologici fino a sistemi di interesse<br />
clinico. In particolare nell’ampio settore<br />
5<br />
Fig. 5 Orientazione dei cristalliti di<br />
osso ingegnerizzato all’interno di un<br />
poro.<br />
Fig. 6 Visualizzazione tridimensionale<br />
di cellule staminali umane (puntini<br />
rossi) iniettate nel muscolo del topo.<br />
Fig. 7 .Il ruolo della fisica nel contesto<br />
interdisciplinare di ricerche sulle<br />
cellule staminali.<br />
Scienze<br />
Biologiche<br />
Chimica<br />
Modellizzaz<br />
Scienze Farma<br />
34 < il nuovo saggiatore
f. rustichelli: le cellule staminali incontrano le grandi macchine della fisica<br />
di ricerca riguardante le cellule staminali,<br />
che deve essere affrontato in maniera<br />
eminentemente interdisciplinare, anche<br />
la fisica moderna trova un suo ruolo<br />
non trascurabile, destinato a svilupparsi<br />
ulteriormente in futuro (fig. 7).<br />
Infatti le tecniche, facenti uso della<br />
radiazione X di sincrotrone menzionate<br />
precedentemente possono essere<br />
impiegate, insieme con altre tecniche<br />
fisiche avanzate, per studiare altri<br />
sistemi di interesse biomedico, oltre alle<br />
metastasi menzionate precedentemente.<br />
Spero infine che quanto qui riportato<br />
serva a rafforzare nei colleghi clinici la<br />
convinzione che la fisica continua a fornire<br />
tuttora validi contributi allo sviluppo<br />
delle scienze e delle tecnologie mediche<br />
(oltre che a quello di tutte le tecnologie in<br />
generale).<br />
6<br />
Ringraziamenti<br />
Desidero ringraziare per i loro preziosi contributi scientifici,<br />
i gruppi di Ranieri Cancedda (Università di Genova), Stefano<br />
Lagomarsino (CNR, Roma), Françoise Peyrin (ESRF, Grenoble)<br />
e Yvan Torrente (Università di Milano), e l’INFM per aver<br />
permesso buona parte dei lavori qui presentati grazie al<br />
supporto del programma di ricerca PURS.<br />
Bibliografia<br />
M. Mastrogiacomo, VS. Komlev, M. Hausard, F. Peyrin, F. Turquier, S.<br />
Casari, A. Cedola, F. Rustichelli, R. Cancedda, “Synchrotron Radiation<br />
Microtomography of Bone Engineered from Bone Marrow Stromal Cells”,<br />
Tissue Engineering, 10, no. 11-12, (2004).<br />
M. Mastrogiacomo, A. Muraglia, V. Komlev, F. Peyrin, F. Rustichelli,<br />
A. Crovace, R. Cancedda, “Tissue engineering of bone: search for a better<br />
scaffold”, J. Orthod. Craniofac. Res. 8 (2005) 277.<br />
A. Cedola, M. Mastrogiacomo, M. Burghammer, V. Komlev, P. Giannoni,<br />
R. Cancedda, F. Rustichelli, A. Favia, S. Lagomarsino, “Engineered bone<br />
from bone marrow stromal cells: a structural study by an advanced X-ray<br />
microdiffraction technique”, Phys. Med. and Biol., 51 (2006) 109.<br />
V. Komlev, F. Peyrin, M. Mastrogiacomo, A. Cedola, A. Papadimitropoulos,<br />
F. Rustichelli, R. Cancedda, “Kinetics of in vivo bone deposition by bone<br />
marrow stromal cell into porous calcium phosphate Scaffolds: a X-ray<br />
computed microtomography study”, Tissue Engin., 12 no., 12, (2006) 3449.<br />
M. Gavina, M. Belicchi, B. Rossi, V. Komlev, L. Ottoboni, F. Colombo,<br />
M. Meregalli, L. Forsenigo, M. Battistelli, P. Biondetti, P. Federica, N.<br />
Bresolin, F. Rustichelli, G. Costantin, Y. Torrente, “VCAM-1 expression on<br />
dystrophic muscle vessels the has a critical role in the recruitment of human<br />
blood-derived CD133 + stem cells after intra-arterial transplantation”, Blood,<br />
108, no. 8, (2006) 2859.<br />
Y. Torrente, M. Gavina, M. Belicchi, F. Fiori, V. Komlev, N. Bresolin, F.<br />
Rustichelli, “High-resolution X-ray microtomography for three-dimensional<br />
visualition of human stem cell Muscle homing”, FEBS Lett., 580, (2006) 5759.<br />
Fisica<br />
Ingegneria<br />
ione/Informatica<br />
Medicina<br />
ceutiche<br />
7<br />
Franco Rustichelli<br />
Professore ordinario di Fisica è responsabile della Sezione di Scienze<br />
Fisiche del Dipartimento di Scienze Applicate ai Sistemi Complessi<br />
dell’Università Politecnica delle Marche. Ha studiato fisica alla Scuola<br />
Normale Superiore di Pisa. Dal 1962 al 1982 ha lavorato presso la Comunità<br />
Europea dell’Energia Atomica, in particolare presso il Reattore ad Alto<br />
Flusso di Grenoble, applicando le tecniche neutroniche alla scienza dei<br />
materiali e alla biofisica. Ad Ancona coordina un gruppo specializzato<br />
nello studio dei materiali e delle biomolecole mediante l’utilizzo delle<br />
grandi installazioni europee, compreso il Sincrotrone Europeo ed<br />
Elettra. Negli ultimi anni collabora con biologi e medici in ricerche che<br />
coinvolgono le cellule staminali. Ha partecipato a più di trenta progetti<br />
europei fungendo da coordinatore in alcuni di essi. Ha rivestito e riveste<br />
diversi incarichi internazionali e nazionali. Da dieci anni è Direttore della<br />
Scuola Internazionale in Scienza e Tecnologia dei Materiali che ha luogo<br />
annualmente presso la Fondazione Colocci a Jesi ( Ancona ). È autore<br />
di oltre 250 pubblicazioni e di numerose comunicazioni su invito a<br />
conferenze internazionali.<br />
vol24 / no1-2 / anno2008 > 35