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fisica e...<br />
1<br />
idrossiapatite. Tali supporti sono stati<br />
caricati con cellule staminali del midollo<br />
osseo estratte dalla cresta iliaca della<br />
pecora opportunamente espanse, e<br />
impiantati in topi immunodeficienti per<br />
diversi tempi.<br />
La fig. 2 mostra a sinistra l’immagine<br />
tridimensionale del supporto vergine<br />
e a destra del supporto impiantato per<br />
16 settimane. Il supporto è colorato in<br />
giallo, l’osso ingegnerizzato in verde, il<br />
tessuto organico molle in blu.<br />
La fig. 3 mostra l’istogramma degli<br />
spessori di osso ingegnerizzato per vari<br />
tempi di impianto e l’evoluzione dello<br />
spessore medio dell’osso in funzione<br />
del tempo di impianto. Un esperimento<br />
simile è stato compiuto utilizzando un<br />
supporto riassorbibile a base di fosfato<br />
tricalcico. È stato osservato che in<br />
concomitanza con la crescita dell’osso<br />
ingegnerizzato si ha un progressivo<br />
riassorbimento del supporto, fenomeno<br />
questo assai interessante in vista delle<br />
applicazioni cliniche.<br />
Gli stessi campioni sono stati analizzati<br />
dopo impianto con la seconda<br />
tecnica disponibile all’ESRF, cioè con<br />
la microdiffrazione dei raggi X. La<br />
diffrazione dei raggi X in generale<br />
permette di ottenere la struttura delle<br />
varie sostanze fino al livello atomico.<br />
Ad esempio la struttura a doppia<br />
elica del DNA è stata delucidata<br />
grazie alla diffrazione dei raggi X. La<br />
microdiffrazione fa uso di un fascio di<br />
raggi X focalizzato di sezione inferiore<br />
al micron che permette di avere una<br />
risoluzione spaziale elevatissima.<br />
Pertanto è stato possibile eseguire<br />
una mappatura della microstruttura<br />
dell’osso ingegnerizzato all’interno di un<br />
singolo poro<br />
La fig. 4 mostra i diagrammi di<br />
diffrazione X ottenuti nell’osso, nel<br />
supporto di idrossiapatite e nel tessuto<br />
organico. Al centro in basso si ha il<br />
diagramma di diffusione dei raggi X<br />
da parte del tessuto organico. Si nota<br />
l’assenza di anelli di diffrazione netti<br />
come è da aspettarsi in quanto in tale<br />
regione manca del materiale cristallino.<br />
In alto a destra si ha il diagramma<br />
di diffrazione da parte del supporto<br />
di idrossiapatite e a sinistra quello<br />
dell’osso ingegnerizzato. Si può notare<br />
che quest’ultimo produce degli anelli<br />
continui e sottili mentre l’idrossiapatite<br />
produce anelli discontinui. La<br />
spiegazione è che l’osso è costituito<br />
da cristalliti di piccole dimensioni<br />
orientati in maniera isotropa mentre<br />
l’idrossiapatite è costituita da cristalliti<br />
più grandi orientati in modo anisotropo.<br />
La fig. 5 mostra i diagrammi di<br />
diffrazione X nei vari punti del<br />
campione.<br />
La linea nera concava verso l’alto<br />
delimita la regione corrispondente<br />
al supporto di idrossiapatite (parte<br />
inferiore) dalla regione interna al poro<br />
occupata dall’osso ingegnerizzato<br />
(parte superiore). L’analisi dei dati di<br />
diffrazione dei raggi X ha permesso<br />
di mettere in evidenza in ogni punto<br />
dell’osso analizzato la direzione<br />
dei cristalliti di osso neoformato<br />
(indicata schematicamente con un<br />
segmento nero). Si può vedere che la<br />
direzione dei cristalliti risulta parallela<br />
all’interfaccia stessa. L’interpretazione<br />
32 < il nuovo saggiatore