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Trasforma il tuo pianoforte... ...senza toccare nulla! - Dismamusica

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Fig. 3. Distribuzione della frequenza della larghezza<br />

degli anelli annuali nel legno di risonanza di Abete<br />

rosso sovietico (Gruppi SI e SII)<br />

Fig. 4. Distribuzione della frequenza della larghezza<br />

degli anelli annuali nel legno di risonanza<br />

di Abete rosso bavarese (Gruppi BI e BII)<br />

di abete rosso, come legno da impiegare per le tavole<br />

armoniche (orig. “per i corpi sonori”). Vi è tutta<br />

una serie di “segni”/elementi per i quali, tra<br />

i vari legni di abete rosso, <strong>il</strong> più adatto è quello<br />

con più regolari zone di accrescimento, cioè: <strong>il</strong><br />

modulo di elasticità e <strong>il</strong> peso specifico apparente<br />

(in seguito “peso specifico”) devono essere<br />

uniformi in determinati scomparti. In mancanza,<br />

negli ultimi anni, di legno rumeno, i fabbricanti di<br />

pianoforti hanno tentato di produrre buone tavole<br />

armoniche con abete rosso tedesco, e anche<br />

americano, procedendo ad una “omogeneizzazione”<br />

-scegliendo, cioè, e unendo le “tavolette”<br />

destinate a costituire la tavola armonica, secondo<br />

regole stab<strong>il</strong>ite per via empirica.<br />

I brevetti di A. Dolge (del 1901), come <strong>il</strong> sistema<br />

Baldur per le tavole armoniche, sono i precursori<br />

della “tavola armonica omogenea” della nota<br />

fabbrica di pianoforti Grotrian-Steinweg: si sperava<br />

di ottenere tavole armoniche singolarmente<br />

uniformi, impiegando per ognuna solo elementi<br />

in cui <strong>il</strong> prodotto di peso specifico per modulo<br />

di elasticità fosse costante o decrescente in<br />

modo graduale dalla tavoletta centrale verso la<br />

periferia (non è però chiarito come si debba intendere<br />

questo “centrale” nella tavola armonica,<br />

quando si sa che, per contro, nel <strong>pianoforte</strong> gli<br />

anelli annuali devono essere preferib<strong>il</strong>mente più<br />

larghi nello scomparto dei bassi, più stretti negli<br />

acuti, con relativa variazione del peso specifico<br />

- n.d.t.). I moduli di elasticità furono dapprima<br />

determinati staticamente mediante prove di trazione,<br />

poi con prove di flessione.<br />

Queste differenziazioni in base a modulo di elasticità<br />

e peso specifico trovarono consenso inizialmente,<br />

ma non si poterono poi affermare a<br />

causa della laboriosità del procedimento. L’orientamento<br />

verso la determinazione statica del modulo<br />

di elasticità perde comunque d’importanza,<br />

perché tra modulo di elasticità e peso specifico<br />

sussiste una relazione. Quanto meno nell’ambito<br />

di una stessa specie legnosa, <strong>il</strong> modulo di elasticità<br />

statico aumenta con l’incremento del peso<br />

specifico in modo quasi lineare. F. Kollmann e<br />

H. Krech trovarono strette relazioni tra peso specifico<br />

e modulo di elasticità dinamico in legno di<br />

abete rosso allo stato di essiccazione all’aria.<br />

Esse si dimostrarono addirittura più precise di<br />

quelle tra modulo di elasticità statico e dinamico.<br />

Per evidenziare l’uniformità di modulo di elasticità<br />

e peso specifico entro la stessa superficie<br />

irradiante di un “corpo sonoro”, basta dunque,<br />

chiaramente, la distribuzione del peso specifico.<br />

Poiché questo, e quindi anche <strong>il</strong> Mod. E. nel senso<br />

delle fibre, sulla lunghezza di 1 a 2 m., che è<br />

quella che ci interessa, quasi non si modificano,<br />

mentre <strong>il</strong> senso tangenziale passa per lo spessore<br />

della tavola armonica, che è però solo di pochi<br />

m<strong>il</strong>limetri, ciò che veramente vale è dunque<br />

solo la distribuzione del peso specifico in senso<br />

radiale. A. Schletter determinò su più vasti campioni<br />

tratti da tronchi di abete rosso dello Erzgebirge<br />

con qualità adatte all’impiego come legno<br />

armonico, provenienti da tre diverse fasce di altitudine,<br />

e, a titolo di raffronto, su alcuni campioni<br />

già sagomati di abete rosso della Bucovina, <strong>il</strong> peso<br />

specifico in sezioni radiali di 2 cm. Ne emerse<br />

che <strong>il</strong> peso specifico, nell’abete rosso dello<br />

Erzgebirge, aumenta dall’interno verso la periferia,<br />

mentre in quello della Bucovina rimane pressoché<br />

costante: in quest’ultimo, inoltre, esso<br />

dipende assai meno dalla larghezza degli anelli<br />

annuali, che in quello dello Erzgebirge. Dall’Autore<br />

furono rese note solo le rette di comparazione,<br />

ma non <strong>il</strong> relativo campo di scostamento o la<br />

rispettiva precisione, così che non è dato di riconoscere<br />

di quanto l’influsso dell’età della pianta,<br />

da lui stesso specificamente determinato, si sovrapponga<br />

a queste relazioni.<br />

Qui di seguito viene riferito su esperimenti e prove,<br />

che tentano di chiarire tipo e grado della relazione<br />

fra peso specifico, larghezza degli anelli e<br />

posizione del campione nella sezione trasversale<br />

del tronco, tali da servire a dare un giudizio qualitativo<br />

delle tavole armoniche bavaresi e sovietiche.<br />

Come materiale di prova sono serviti, di volta<br />

in volta, campioni in notevole numero, di tavolette<br />

per tavola armonica, già lavorate finite.<br />

Poiché l’effetto dell’orientamento cardinale sulla<br />

sezione trasversale del tronco è ininfluente<br />

sul peso specifico dei campioni, secondo K.<br />

Stern basta la constatazione che le tavolette<br />

siano state asportate da un’altezza del tronco<br />

(misurata dal piede) di 1,5…..5,5 m.<br />

Provenienza<br />

a Erzgebirge 750 m. s.l.m. d Unione Sovietica I f Baviera I h Romania 970 m. s.l.m.<br />

b Erzgebirge 900 m. s.l.m. e Unione Sovietica II g Baviera II k Tavole Rumene per violino<br />

Fig. 5. Dipendenza del peso specifico a secco dal<br />

punto del tronco da cui si è ricavata la sezione trasversale,<br />

nell’Abete rosso di risonanza bavarese<br />

(Abete rosso rumeno h, k, secondo A. Schletter, come<br />

raffronto)<br />

Fig. 6. Dipendenza del peso specifico a secco dal<br />

punto del tronco da cui si è ricavata la sezione trasversale,<br />

nell’Abete rosso di risonanza sovietico<br />

(Abete rosso di Erzgebirge a, b, secondo A. Schletter,<br />

come raffronto)<br />

3. Esecuzione degli esperimenti.<br />

La fabbrica di tavole armoniche Hermann Schlessinger<br />

di Gera fece due separate forniture di 30<br />

e 44 tavolette bavaresi e, due volte, 40 tavolette<br />

sovietiche, per ambedue le provenienze, furono<br />

contrassegnate con Gruppo B I e B II, rispettivamente<br />

S I e S II. L’abete rosso bavarese proviene<br />

da una ditta bavarese per <strong>il</strong> commercio di legnami;<br />

la sua zona di crescita non è nota. L’abete<br />

rosso sovietico ha origine, per quanto ci risulta,<br />

dalle montagne degli Urali, con centro in Perm.<br />

Da ogni tavoletta sono stati ricavati due campioni<br />

lunghi 5 cm nel senso delle fibre, tagliati poi in<br />

sezioni radiali di 2 cm. Per ogni campione sono<br />

stati determinati peso specifico allo stato secco<br />

assoluto, misura volumetrica del ritiro, e larghez-<br />

10 - AIARP notizie

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