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Accastampato n. 1 in pdf

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I segreti del c<strong>in</strong>ema 3D<br />

Teoria e tecniche alla base della nuova era<br />

dell’<strong>in</strong>trattenimento digitale<br />

Alessio Cimarelli<br />

(Laboratorio Interdiscipl<strong>in</strong>are per le Scienze Naturali e Umanistiche – Sissa)<br />

La visione tridimensionale o, <strong>in</strong> altre parole, la percezione<br />

della distanza a partire da una proiezione bidimensionale<br />

della luce <strong>in</strong> <strong>in</strong>gresso è basata sulle leggi<br />

della stereometria. Il supporto può essere la ret<strong>in</strong>a,<br />

una pellicola fotografica o una CCD, non c’è differenza: la stessa<br />

scena fotografata contemporaneamente da due posizioni leggermente<br />

diverse, ad esempio meno di una dec<strong>in</strong>a di centimetri<br />

nel caso degli occhi, produce due immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong> cui gli oggetti<br />

più vic<strong>in</strong>i presentano una traslazione laterale relativa all’<strong>in</strong>terno<br />

del campo visivo maggiore rispetto agli oggetti piu lontani (vedi<br />

Figura 1).<br />

Figura 2 Alcuni esempi di videocamere dedicate al c<strong>in</strong>ema 3D (quelle<br />

con doppio obiettivo) o adattate per lo scopo <strong>in</strong> alcuni recenti film 3D.<br />

In fase di riproduzione si vuole far giungere all’occhio destro dello<br />

spettatore il film girato dalla macch<strong>in</strong>a destra e viceversa, <strong>in</strong><br />

modo che il cervello possa comb<strong>in</strong>are naturalmente le due immag<strong>in</strong>i<br />

e ricostruire la scena tridimensionale. Ci sono molti modi<br />

per ottenere questo effetto: mediante filtri colorati (anaglifia),<br />

filtri polarizzati circolarmente o l<strong>in</strong>earmente oppure filtri shutter<br />

LCD, la cui trasparenza varia alternativamente <strong>in</strong> s<strong>in</strong>cronia con le<br />

immag<strong>in</strong>i.<br />

Anaglifia<br />

Figura 1 Sovrapposizione di due fotogrammi scattati da due posizioni<br />

differenti, <strong>in</strong> cui il borotalco è centrato e a fuoco.<br />

Attraverso questo shift relativo è possibile ricavare con una certa<br />

precisione la distanza dell’oggetto <strong>in</strong> questione: nel caso di macch<strong>in</strong>e<br />

fotografiche, conoscendo solo la distanza tra gli obiettivi,<br />

le loro <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azioni relative e applicando semplici equazioni. Il<br />

cervello umano riesce a risolvere naturalmente queste equazioni<br />

a partire dal secondo, terzo anno di età. Nel c<strong>in</strong>ema 3D vero, cioè<br />

né d’animazione, né adattato <strong>in</strong> post-produzione, il film viene girato<br />

contemporaneamente da due videocamere ad alta risoluzione<br />

e velocità, montate l’una accanto all’altra con una certa distanza<br />

tra gli obiettivi. Macch<strong>in</strong>e di questo tipo molto diffuse sono per<br />

esempio la Red One e la Silicon Imag<strong>in</strong>g SI-2K Digital C<strong>in</strong>ema<br />

Camera (vedi Figura 2).<br />

Si tratta del 3D tradizionale e più conosciuto, che ha però il grosso<br />

limite di non poter rendere scene colorate, <strong>in</strong> quanto i filtri<br />

utilizzati lavorano proprio <strong>in</strong> frequenza su due soli colori (vedi<br />

Figura 3). La luce <strong>in</strong>fatti non è altro che un’oscillazione del campo<br />

elettromagnetico e per questo è detta onda elettromagnetica:<br />

i campi elettrico e magnetico oscillano <strong>in</strong> direzioni perpendicolari,<br />

tra loro e rispetto alla direzione di propagazione dell’onda.<br />

La frequenza di quest’ultima è semplicemente il numero di oscillazioni<br />

che compie nell’unità di tempo. L’unità di misura delle<br />

oscillazioni è l’Hz, un’oscillazione al secondo. In questo ambito<br />

si usa molto il terahertz (THz), che corrisponde a 10 9 Hz e ad<br />

una lunghezza d’onda di 3×10 5 nm (nanometri, 10 −9 m). Le due<br />

grandezze sono legate tra loro dalla semplice relazione λ = c ν , con<br />

λ lunghezza d’onda, c velocità della luce e ν frequenza. L’<strong>in</strong>sieme<br />

dei valori della frequenza della luce viene detto spettro e la f<strong>in</strong>estra<br />

del visibile (ovvero le frequenze della luce a cui i nostri occhi<br />

sono <strong>in</strong> media sensibili) va dai 400 ai 790 THz o, se si preferisce,<br />

dai 750 ai 380 nm. Il cervello percepisce le diverse frequenze<br />

sotto forma di colori, dal rosso (basse frequenze, grandi lunghezze<br />

d’onda) al violetto (alte frequenze, piccole lunghezze d’onda),<br />

come evidenziato nella Figura 4.<br />

accastampato num. 1, Giugno 2010 11

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