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Accastampato n. 1 in pdf

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IL RESTO DEL NEUTRINO<br />

Figura 6 A s<strong>in</strong>istra, mandria di bufali; a destra, formiche Matabele.<br />

di densità, le posizioni dei pesci collegate alla loro grandezza o al<br />

grado di familiarità, ecc. Le due funzioni primarie sono senz’altro<br />

la protezione dai predatori e la ricerca di cibo, mentre i meccanismi<br />

di base <strong>in</strong>dividuati vanno nel primo caso dalla diluizione<br />

del rischio all’effetto di confusione, dalla capacità di <strong>in</strong>dividuare<br />

prima il predatore al coord<strong>in</strong>amento di manovre di evasione,<br />

mentre nel secondo caso consistono <strong>in</strong> una maggiore velocità di<br />

trasferimento dell’<strong>in</strong>formazione sulla distribuzione delle risorse<br />

di cibo (per un’ampia lista di referenze, cfr. (1)).<br />

I banchi di pesci sono anche alla base di moltissimi modelli, poi<br />

efficacemente adattati anche ad altre specie animali come gli uccelli:<br />

le <strong>in</strong>terazioni dirette a corto raggio descritte prima sono facilmente<br />

implementabili <strong>in</strong> algoritmi bottom-up che hanno dimostrato<br />

di poter riprodurre non solo la transizione alla fase ord<strong>in</strong>ata,<br />

ma anche parte delle caratteristiche di quest’ultima riscontrate <strong>in</strong><br />

vari esperimenti.<br />

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -<br />

È possibile ricavare il comportamento<br />

collettivo simulando semplici modelli al<br />

computer<br />

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -<br />

Stormi di uccelli<br />

Nel caso degli uccelli, l’approccio sperimentale è ancora più problematico<br />

rispetto al caso dei pesci, dato che non è possibile ricorrere<br />

a una situazione controllata <strong>in</strong> laboratorio ed è obbligatorio<br />

considerare tutte e tre le dimensioni spaziali (6). A parte<br />

lavori pionieristici degli anni ’60, nel ’78 vi è la prima ricostruzione<br />

delle posizioni degli uccelli, limitata a 70 <strong>in</strong>dividui <strong>in</strong> volo<br />

dalle campagne ai dormitori, seguita da quella delle traiettorie<br />

complete di poco più di 16 <strong>in</strong>dividui.<br />

È evidente come qualsiasi analisi su una base di dati così ristretta<br />

non possa che portare a risultati solo qualitativi, con il rischio di<br />

<strong>in</strong>trodurre bias non controllabili (si pensi al problema del bordo:<br />

<strong>in</strong> tre dimensioni trattare piccoli gruppi significa considerare per<br />

lo più <strong>in</strong>dividui sul bordo e qu<strong>in</strong>di ottenere risultati pesantemente<br />

affetti da problemi di taglia f<strong>in</strong>ita). Il problema primario di questa<br />

mancanza di dati sperimentali nello studio degli uccelli sta prevalentemente<br />

nelle tecniche di ricostruzione delle posizioni che non<br />

possono essere chiaramente <strong>in</strong>vasive e devono essere implementate<br />

sul campo. Per questi motivi sono tecniche per lo più di tipo<br />

ottico (stereoscopia, metodo ortogonale) che prevedono l’utilizzo<br />

di immag<strong>in</strong>i s<strong>in</strong>crone del gruppo e che richiedono di risolvere<br />

esplicitamente il problema del match<strong>in</strong>g, cioè il riconoscimento<br />

dello stesso <strong>in</strong>dividuo <strong>in</strong> ogni immag<strong>in</strong>e (6). Queste difficoltà<br />

hanno reso per decenni impossibile una comparazione adeguata<br />

tra modelli teorici, numerici e dati sperimentali, perché il comportamento<br />

collettivo emerge all’aumentare del numero di <strong>in</strong>dividui<br />

e limitarsi a piccoli gruppi spesso non permette di studiarne<br />

efficacemente le caratteristiche globali.<br />

Figura 7 Esempi degli stormi più suggestivi visibili a Roma nel periodo<br />

<strong>in</strong>vernale (foto dell’autore e della squadra STARFLAG).<br />

D<strong>in</strong>amiche di folla<br />

A volte si dice che l’<strong>in</strong>telligenza di una folla di persone è <strong>in</strong>versamente<br />

proporzionale al numero di cervelli che la compongono.<br />

Questa massima deriva dall’osservazione che spesso le d<strong>in</strong>amiche<br />

<strong>in</strong>terne di una folla appaiono irrazionali se viste dall’esterno,<br />

tanto da produrre veri e propri disastri nelle situazioni di pericolo,<br />

vero o presunto, che scatenano il panico. Si pensi a <strong>in</strong>cendi <strong>in</strong> edifici<br />

chiusi, ma anche a concerti di star famose o all’apertura della<br />

stagione dei saldi <strong>in</strong> alcuni grandi magazz<strong>in</strong>i. Questi fenomeni<br />

sono <strong>in</strong> aumento con il crescere delle dimensioni di eventi che attirano<br />

grandi masse, ma è solo da poco più di un decennio che si<br />

stanno studiando e sviluppando teorie quantitative e modelli delle<br />

d<strong>in</strong>amiche di folla (7).<br />

Simulazioni di questo tipo hanno permesso di migliorare la comprensione<br />

di questi fenomeni e <strong>in</strong>dividuare tutti quegli elementi,<br />

architettonici e psicologici, che contribuiscono a rallentare o a<br />

rendere più pericolosa la fuga <strong>in</strong> situazioni di panico: ad esempio<br />

uscite strette o allargamenti prima delle uscite ostacolano il<br />

deflusso, che <strong>in</strong>vece è facilitato dalla presenza di colonne poste<br />

asimmetricamente di fronte alla uscite che spezzano gli <strong>in</strong>gorghi.<br />

Inoltre sono risultati utili nello studio anche di altre formazioni,<br />

come il traffico automobilistico o le ola negli stadi.<br />

accastampato num. 1, Giugno 2010 19

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