Accastampato n. 1 in pdf
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EVENTI<br />
thousand sun (Gli apprendisti stregoni nell’<strong>in</strong>trovabile versione<br />
italiana) presenta un Heisenberg molto <strong>in</strong>genuo, basandosi sulle<br />
dichiarazioni del fisico stesso: sapevamo che fondamentalmente<br />
era possibile produrre una bomba atomica, ma avevamo sovrastimato<br />
gli sforzi che effettivamente si sono rivelati necessari per<br />
svilupparla. Heisenberg dichiarò di non aver mai <strong>in</strong>teso conv<strong>in</strong>cere<br />
Bohr di unirsi allo sviluppo del progetto atomico nazista, ma<br />
che la sua fosse una domanda sull’opportunità degli scienziati di<br />
dedicarsi a un simile progetto, domanda che Bohr avrebbe fra<strong>in</strong>teso<br />
<strong>in</strong>terpretandola come un’esortazione a unirsi a lui. Jungk<br />
conclude qu<strong>in</strong>di che Heisenberg avrebbe imposto un impedimento<br />
morale allo sviluppo della bomba, impedimento che si sarebbe<br />
manifestato come una sorta di ostruzionismo passivo che il club<br />
degli scienziati nucleari tedeschi avrebbe opposto agli ord<strong>in</strong>i dei<br />
militari, come una sorta di loggia massonica di scienziati pacifisti.<br />
È da segnalare che Heisenberg non dichiarò una simile cosa<br />
nei suoi carteggi con Jungk, ma che questi ebbe quest’<strong>in</strong>tuizione<br />
<strong>in</strong>tervistando molti degli <strong>in</strong>teressati. Sembra, <strong>in</strong>oltre, che quest’idea<br />
trovi conferma nelle dichiarazioni di Von Weizsacker a<br />
Heisenberg e agli altri scienziati tedeschi detenuti <strong>in</strong> Inghilterra<br />
nella tenuta di Farm Hall quando questi vennero a sapere della<br />
distruzione di Hiroshima. La storia registrerà che lo sviluppo pacifico<br />
dei motori a uranio è stata fatta dai tedeschi sotto il regime<br />
di Hitler, mentre gli americani e gli <strong>in</strong>glesi sviluppavano questa<br />
agghiacciante arma di guerra. Va però detto che <strong>in</strong> seguito nelle<br />
proprie memorie Von Weizsacker lasciò scritto che <strong>in</strong> effetti<br />
anche gli scienziati tedeschi speravano di costruire la bomba. In<br />
qualche modo, però, stando alle dichiarazioni di Von Laue, fisico<br />
tedesco che non collaborò mai alle ricerche sullo sviluppo di armi<br />
per il regime, gli scienziati tedeschi furono affetti da una strana<br />
mancanza di zelo che li portò a mal <strong>in</strong>terpretare i risultati di molte<br />
fondamentali misure. Il che, <strong>in</strong>direttamente, confermerebbe le<br />
tesi di Jungk. Powers portò alle estreme conseguenze quest’idea,<br />
arrivando a sostenere che quello di Heisenberg sarebbe stato un<br />
atto di consapevole sabotaggio. Questa versione è quella che fondamentalmente<br />
lo spettatore vede <strong>in</strong> scena assistendo all’opera di<br />
Frayn: lo svolgersi degli eventi abilmente prepara il pubblico al<br />
climax prima della f<strong>in</strong>e, <strong>in</strong> cui Heisenberg accusa Bohr di essere<br />
andato a Los Alamos come lo stesso Bohr ammette: per giocare<br />
la mia piccola ma utile parte nella morte di cent<strong>in</strong>aia di migliaia<br />
di persone, mentre Heisenberg esulta: ci dovrebbe essere un<br />
posto <strong>in</strong> paradiso per me.<br />
Bohr<br />
La versione dell’<strong>in</strong>contro del 1941 fornita da Heisenberg e Jungk<br />
non presenta che una parte della storia. Frayn, <strong>in</strong>fatti, si schiera<br />
evidentemente dalla parte di Heisenberg, come le battute f<strong>in</strong>ali<br />
sottol<strong>in</strong>eano. Il testo teatrale, però, scritto nel 1998, non potè basarsi<br />
su una lettera di risposta a Heisenberg che Bohr scrisse e mai<br />
spedì, pubblicata nel 2002. In questa lettera Bohr, <strong>in</strong> contrapposizione<br />
ai toni fumosi di quella di Heisenberg a Jungk, afferma<br />
di ricordare perfettamente ogni sillaba del dialogo tra loro due.<br />
Mentre il fisico tedesco lo descriveva come un vecchio arrabbiato,<br />
egli risponde che fu lo shock dovuto alla paura a fargli <strong>in</strong>terrompere<br />
bruscamente il dialogo, decidendo poi di scappare. Heisenberg<br />
<strong>in</strong>fatti gli avrebbe confidato di aver lavorato per i due anni<br />
precedenti al progetto della bomba e di avere buone probabilità di<br />
ultimarla con il suo aiuto.<br />
L’<strong>in</strong>terpretazione di Copenhagen della meccanica quantistica<br />
di Leonardo Barcaroli<br />
Werner Karl Heisenberg.<br />
Dal The<br />
MacTutor History<br />
of Mathematics<br />
archive<br />
Quando i fisici, verso l’<strong>in</strong>izio del secolo scorso, si trovarono a dover riscrivere una parte delle leggi fisiche<br />
fondamentali per spiegare molti fenomeni che avvenivano alle scale di grandezza atomiche e subatomiche<br />
non capirono subito quale <strong>in</strong>terpretazione dare alla nuova fisica. Ad esempio corpi che erano ritenuti f<strong>in</strong>o ad<br />
allora particelle, ovvero <strong>in</strong>dividuate nello spazio da una posizione ben precisa, <strong>in</strong> meccanica quantistica si<br />
comportavano come onde, ovvero esistevano <strong>in</strong> ogni tempo e <strong>in</strong> ogni luogo, come se fossero spalmate sullo<br />
spazio-tempo. Inizialmente c’era molta confusione, ma negli anni ’30 Bohr e Heisenberg, che lavoravano<br />
<strong>in</strong>sieme a Copenhagen, formalizzarono un’idea orig<strong>in</strong>aria di Born: l’onda che descrive una particella <strong>in</strong> ogni<br />
punto dello spazio a ogni tempo è associata alla probabilità di trovarla <strong>in</strong> quel punto a quell’istante, una volta<br />
che si effettua una misura su di essa. Tale <strong>in</strong>terpretazione, di carattere probabilistico, è quella comunemente<br />
accettata attualmente, benché non sia l’unica. Il pr<strong>in</strong>cipio di <strong>in</strong>determ<strong>in</strong>azione, <strong>in</strong>vece, fu frutto del lavoro del<br />
solo W. Heisenberg, mente geniale e misteriosa esattamente come il suo cosiddetto pr<strong>in</strong>cipio, erroneamente<br />
chiamato così dato che <strong>in</strong> realtà è un teorema dimostrabile. Esso stabilisce che non è possibile misurare con<br />
precisione arbitraria la posizione e la velocità di una particella nello stesso istante. Questo non significa che semplicemente la<br />
misura di una di queste due grandezze disturba l’altra, ma che proprio è impossibile def<strong>in</strong>irne contemporaneamente posizione e<br />
velocità. Il concetto sembra vago, ma <strong>in</strong> realtà descrive una caratteristica profonda della fisica su scale microscopiche: c’è un velo<br />
di impossibilità nel cogliere quello che è il moto di un corpo su scale molto piccole. Questo pr<strong>in</strong>cipio vale anche per altre coppie di<br />
grandezze come, ad esempio, il tempo e l’energia. È su questa <strong>in</strong>determ<strong>in</strong>atezza sfuggente della realtà che giocano i protagonisti<br />
dello spettacolo di Frayn, personaggi e particelle elementari allo stesso tempo.<br />
accastampato num. 1, Giugno 2010 37