Accastampato n. 1 in pdf
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La prima lezione di<br />
Ettore Majorana<br />
13 gennaio 1938: una lezione speciale che mostra<br />
le capacità didattiche dello scienziato<br />
Alessio Cimarelli (su materiali di Bruno Prezioni, Erasmo Recami, Salvatore Esposito)<br />
(Laboratorio Interdiscipl<strong>in</strong>are per le Scienze Naturali e Umanistiche – Sissa)<br />
Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo<br />
e terzo rango, che fanno del loro meglio ma non vanno lontano.<br />
C’è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande<br />
importanza, fondamentale per lo sviluppo della scienza. Ma poi<br />
ci sono i geni come Galileo e Newton. Ebbene Ettore era uno di<br />
quelli. Majorana aveva quel che nessun altro al mondo ha.<br />
Sfortunatamente gli mancava quel che è <strong>in</strong>vece comune trovare<br />
negli altri uom<strong>in</strong>i: il semplice buon senso.<br />
(Enrico Fermi)<br />
Ettore Majorana nacque a Catania il 6 agosto 1906 e<br />
scomparve misteriosamente nel marzo 1938 mentre<br />
era di ritorno da Palermo. Il 13 gennaio 1938 aveva<br />
tenuto la lezione <strong>in</strong>augurale del suo corso di Fisica<br />
Teorica presso l’università Federico II di Napoli, ove era stato nom<strong>in</strong>ato<br />
professore ord<strong>in</strong>ario per meriti eccezionali. Questi appunti<br />
che di seguito pubblichiamo mostrano l’<strong>in</strong>teresse dello scienziato<br />
non solo per le questioni generali e di fondo che animano la<br />
ricerca scientifica, ma anche per il migliore metodo didattico da<br />
seguire per trasmettere il sapere agli allievi, per i quali ha sempre<br />
nutrito un profondo <strong>in</strong>teresse.<br />
ne ha traccia <strong>in</strong>diretta nell’assenza di una tale notizia sui giornali<br />
cittad<strong>in</strong>i (come, ad esempio, Il Matt<strong>in</strong>o), contrariamente a<br />
quanto avveniva per altri corsi, certamente più affollati. Secondo<br />
la testimonianza di Gilda Senatore, alla lezione <strong>in</strong>augurale non<br />
parteciparono gli studenti del corso medesimo. Questo però non<br />
deve stupire. L’ipotesi, <strong>in</strong>fatti, secondo la quale la non partecipazione<br />
degli studenti fosse espressamente voluta (da Carrelli o<br />
da altri) troverebbe una valida spiegazione <strong>in</strong> un’antica consuetud<strong>in</strong>e<br />
dell’Università di Napoli, dove ogni nuovo docente doveva<br />
dimostrare agli altri professori di essere meritevole del posto che<br />
sarebbe andato a occupare.<br />
Il concorso per la cattedra di Fisica Teorica di<br />
Napoli<br />
Nel 1937 l’Università di Palermo, per <strong>in</strong>teressamento di Emilio<br />
Segré, richiese un nuovo concorso per la cattedra di Fisica Teorica.<br />
I concorrenti, oltre Majorana (<strong>in</strong>vitato <strong>in</strong>sistentemente a partecipare<br />
al concorso da Fermi e dagli amici), erano Leo P<strong>in</strong>cherle,<br />
Giulio Racah, Gleb Watagh<strong>in</strong>, Gian Carlo Wick e Giovanni Gentile<br />
(figlio dell’omonimo filosofo, già m<strong>in</strong>istro). La commissione<br />
giudicatrice, riunitasi a Roma, era presieduta da Fermi ed era costituita<br />
da Antonio Carrelli (segretario), Orazio Lazzar<strong>in</strong>o, Enrico<br />
Persico e Giovanni Polvani. I documenti ufficiali testimoniano<br />
che la commissione prospettò al M<strong>in</strong>istro Bottai (il quale accoglierà<br />
la proposta) l’opportunità di nom<strong>in</strong>are il Majorana professore<br />
di Fisica teorica per alta e meritata fama <strong>in</strong> una Università<br />
del Regno, <strong>in</strong>dipendentemente dal concorso. La cattedra fu attribuita<br />
fuori concorso a Majorana e la nom<strong>in</strong>a a professore ord<strong>in</strong>ario,<br />
partecipata dal M<strong>in</strong>istro Bottai il 2 novembre 1937, decorse<br />
dal 16 novembre dello stesso anno.<br />
Majorana annuncia l’<strong>in</strong>izio del suo corso per il giovedì 13 gennaio<br />
1938 alle 9:00, ma concorda con il preside della Facoltà di<br />
evitare ogni carattere ufficiale all’apertura del corso. Di ciò se<br />
Lo stile del docente<br />
Figura 1 Ettore Majorana<br />
Majorana, vestito di blu, aveva sempre un aspetto triste e perplesso<br />
e ciò, unito alla non facile comprensione degli argomenti avanzati<br />
che egli trattava a lezione, certamente <strong>in</strong>fondeva una certa<br />
soggezione nei giovani uditori del corso di Fisica Teorica. D’altro<br />
canto, il soprannome di Grande Inquisitore gli era stato attribuito<br />
già molti anni prima dagli amici di sempre del gruppo di Fermi a<br />
Roma. E anche al di fuori del contesto ufficiale delle lezioni, Majorana<br />
confermava questo comportamento: salutava e rispondeva<br />
gentilmente al saluto e, magari, timidamente sorrideva; si <strong>in</strong>tuiva<br />
che doveva essere profondamente buono e sensibilissimo, ma non<br />
fu mai estroverso o <strong>in</strong>vitante, anzi fu sempre estremamente schivo.<br />
E ancora: <strong>in</strong> quel lungo corridoio buio al piano terra... camm<strong>in</strong>ava<br />
sempre rasente al muro, silenziosamente e solo, muovendosi<br />
come un’ombra. Quando arrivò a Napoli, certamente il direttore<br />
Carrelli dovette parlare degli studenti e delle loro ricerche a Majo-<br />
32 accastampato num. 1, Giugno 2010