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TESTI SACRALI IN ALCUNE CIVILTA' PRECOLOMBIANE di ...

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inquisitori spagnoli, in quanto ritenuti opera del demonio per il loro contenuto riferito<br />

a religioni pagane. 7<br />

Ne consegue che, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> quanto risulta dalla interpretazione dei resti<br />

archeologici, le fonti originali alle quali possiamo attingere per ricostruire il pensiero<br />

sacro dei popoli precolombiani si limitano a un ristretto numero <strong>di</strong> documenti<br />

originali: questi consistono in <strong>di</strong>versi co<strong>di</strong>ci aztechi o <strong>di</strong> altre civiltà affini (<strong>di</strong> cui<br />

pochi redatti in epoca precoloniale); in alcuni lienzos (lenzuoli <strong>di</strong>pinti) aztechi; 8 nei<br />

quattro co<strong>di</strong>ci maya scampati al rogo; 9 mentre non giovano le iscrizioni sui<br />

monumenti, in quanto sono quasi esclusivamente <strong>di</strong> carattere storico - <strong>di</strong>nastico.<br />

Un buon grado <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>bilità, pur con le mo<strong>di</strong>fiche introdotte per adeguarsi<br />

all’ideologia cristiana dei conquistatori, può attribuirsi ad un gruppo <strong>di</strong> testi <strong>di</strong> fonte<br />

in<strong>di</strong>gena, scritti nella quasi totalità nei primi anni successivi alla Conquista pur se<br />

spesso copie <strong>di</strong> libri più antichi: oltre ai co<strong>di</strong>ci aztechi, redatti per la maggior parte<br />

nell’epoca coloniale in pittogrammi e recanti talora la spiegazione in spagnolo, e a<br />

quelli maya, sono <strong>di</strong> grande rilievo alcune compilazioni, scritte traslitterando in<br />

caratteri latini le lingue locali. Il principale e il più noto <strong>di</strong> tali testi è il Popol Vuh<br />

(‘Libro della Comunità o del Consiglio’) dei Maya Quiché, 10 spesso definito ‘la<br />

Bibbia dei Maya degli Altipiani, in lingua quiché. Sempre <strong>di</strong> provenienza maya sono<br />

i libri detti del Chilam Balam (‘Sacerdote Giaguaro’) dell’area dello Yucatan, redatti<br />

in lingua yucateca, che riportano per lo più avvenimenti storici e profezie ma anche<br />

una trattazione del complesso meccanismo dei calendari, tra cui l’anno sacro <strong>di</strong><br />

duecentosessanta giorni chiamato tzolkín (i Quiché lo chiamavano cholquin e gli<br />

aztechi tonalpohualli). 11<br />

Oltre ai testi sinora citati, riflette in<strong>di</strong>rettamente il mondo religioso e rituale<br />

in<strong>di</strong>geno, pur non potendo essere definito testo sacro ma piuttosto, semmai, dramma<br />

sacro, il dramma maya Rabinal Achí in lingua quiché, 12 proveniente dalla tra<strong>di</strong>zione<br />

orale e raccolto per iscritto nel <strong>di</strong>ciannovesimo secolo, che la critica ritiene<br />

ampiamente originale salvo alcune autocensure apportate dagli in<strong>di</strong>geni in or<strong>di</strong>ne<br />

agli aspetti religiosi per evitare la repressione del dominatore spagnolo; analogo<br />

carattere, ma <strong>di</strong> autenticità assai più <strong>di</strong>scussa benché contenga brani certamente<br />

originali, ha il dramma inca Ollanta, in lingua quechua. 13<br />

Per il resto, la nostra conoscenza del mondo sacro precolombiano si rifà<br />

principalmente a fonti scritte dagli Spagnoli o da esponenti ispanizzati degli stessi<br />

popoli sottomessi: sotto il profilo religioso sono particolarmente interessanti, benchè<br />

ovviamente <strong>di</strong> parte, le testimonianze dei missionari spagnoli. Citiamo in particolare<br />

per i Maya il francescano Diego de Landa, Relación de las cosas de Yucatán, 1566;<br />

7<br />

L’inquisitore francescano Diego de Landa, in seguito primo vescovo del Guatemala, fece bruciare nel 1512 a Maní in<br />

un rogo un numero controverso <strong>di</strong> libri Maya (27 secondo lo stesso Landa; secondo altre fonti, “novantanove volte<br />

tanti” o ad<strong>di</strong>rittura varie tonnellate: si stima si trattasse <strong>di</strong> circa cinquemila esemplari).<br />

8<br />

Citiamo il Lienzo de Tlaxcala e il Lienzo de Zapacatec.<br />

9<br />

Libri su corteccia d’albero ripiegata in pagine: quelli superstiti sono il Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Dresda, il Co<strong>di</strong>ce Trocortesiano o <strong>di</strong><br />

Madrid, il Co<strong>di</strong>ce Peresiano o <strong>di</strong> Parigi e il Co<strong>di</strong>ce Grolier <strong>di</strong> Città del Messico.<br />

10<br />

Popol Vuh 1960<br />

11<br />

El libro de los libros de Chilam Balam 1965.<br />

12<br />

Romagnoli 2004.<br />

13<br />

Attribuito a P. Antonio Valdez (XVIII sec). Tr. it in Romagnoli, op.cit.<br />

2

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