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TESTI SACRALI IN ALCUNE CIVILTA' PRECOLOMBIANE di ...

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3.2.2 Il Codex Peresianus o Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Parigi<br />

Il Co<strong>di</strong>ce Peresiano è un co<strong>di</strong>ce scritto da sacerdoti aztechi all'incirca negli anni<br />

della conquista spagnola. Come tutti i co<strong>di</strong>ci precolombiani era in origine<br />

completamente pittorico e scritto con i caratteri locali, tuttavia vi furono aggiunte più<br />

tar<strong>di</strong> alcune descrizioni in lingua spagnola. Il co<strong>di</strong>ce, il cui contenuto può essere<br />

definito ritualistico, consta <strong>di</strong> ventidue pagine ed è conservato a Parigi, nella<br />

Bibliothéque National.<br />

3.2.3 Il Codex Tro-Cortesianus o Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Madrid<br />

Il Co<strong>di</strong>ce Tro-Cortesiano, così chiamato perchè composto <strong>di</strong> due parti riunite nel<br />

1888 e note come co<strong>di</strong>ci Troano e Cortesano, risale al tardo periodo Maya preconquista<br />

(1400 circa) ed è probavilmente una copia postclassica <strong>di</strong> un manuale del<br />

periodo classico. Esso consta <strong>di</strong> 112 pagine ed è conservato nel Museo de América<br />

<strong>di</strong> Madrid. Ha carattere eminentemente astrologico, contenendo oroscopi e tavole<br />

<strong>di</strong>vinatorie usate dai sacerdoti.<br />

3.2.4 Il Co<strong>di</strong>ce Grolier o Frammento Grolier<br />

Scoperto negli anni Settanta, è un frammento <strong>di</strong> 11 pagine <strong>di</strong> cui si è <strong>di</strong>scussa<br />

l’autenticità. E’ custo<strong>di</strong>to in un museo <strong>di</strong> Città del Messico, ma non è esposto al<br />

pubblico. Ciascuna pagina mostra un eroe o un <strong>di</strong>o.<br />

4. Il Popol Vuh<br />

Il più importante testo sacro che ci è pervenuto è il Popol Vuh, che significa ‘Libro<br />

della comunità, o del consiglio’. Esso è opera propria dei Maya Quiché, una<br />

popolazione del periodo postclassico (900-1500 ca.) formatasi nell’altipiano centrale<br />

del Guatemala dalla fusione tra gli originari Maya ed i conquistatori Toltechi, venuti<br />

dal Messico, che dette luogo alla cosiddetta civilità Maya-Tolteca con capitale a<br />

Gumarcah, che i messicani chiamarono Utatlán, o Luogo delle canne. Scritto in<br />

lingua quiché traslitterata in caratteri latini, è opera ricca e complessa.<br />

Il suo prototipo è un manoscritto, noto come il manoscritto <strong>di</strong> Chichicastenango dal<br />

luogo in cui fu rinvenuto, redatto in epoca coloniale tra il 1554 e il 1558 circa da un<br />

in<strong>di</strong>geno anonimo che conosceva lo spagnolo (non ci sono prove che fosse Diego<br />

Reynoso, un religioso cui è stato talvolta attribuito). L’autore <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> averlo<br />

scritto, «ormai sotto la legge <strong>di</strong> Dio, il Cristianesimo», perchè «non si vede più» il<br />

Popol Vuh, ossia è andato perduto il libro originale, che probabilmente consisteva in<br />

pitture che i sacerdoti interpretavano davanti al popolo, mentre c’è da dubitare che<br />

fosse uno scritto in forma letteraria fissa.<br />

Nel 1701-1703 il Padre Domenicano Francisco Ximénez ne trascrisse il testo,<br />

redatto in lingua in<strong>di</strong>gena (il quiché), con la traduzione in spagnolo, ampliandone la<br />

versione originaria con storie che si tramandavano in forma orale o attraverso altre<br />

fonti scritte, la cui esistenza è citata dai cronisti dell’epoca ma che sono andate andate<br />

tutte perdute. Il testo quiché fu ripubblicato e tradotto in francese nel secolo<br />

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