16° CONVEGNO PAMBIANCO - INTESA SANPAOLO 17 novembre 2011 PAMBIANCOWEEK 27
16° CONVEGNO PAMBIANCO - INTESA SANPAOLO Che lo si giri in un modo o nell’altro <strong>il</strong> problema è sempre quello. Le aziende italiane sono piccole, troppo, per competere in un mercato ormai diventato a pieno titolo globale e con i super poli del lusso alla maniera dei francesi LVMH o PPR. Quello che un tempo quindi era un auspicio, ossia la crescita dimensionale per aggregazioni (poco seguita) o l’upgrade reperendo capitale attraverso fondi o la Borsa, è ormai diventata una necessità imprescindib<strong>il</strong>e. Il motivo lo spiega David Pambianco durante la 16esima edizione del Convegno Pambianco-Intesa Sanpaolo che si è tenuto lo scorso 10 novembre a Palazzo Mezzanotte. “Il mercato mondiale risulta ormai diviso in due blocchi con andamenti molto diversi tra loro. Da una parte i Paesi OCSE, che dal 2005 al 2010 hanno avuto una crescita media annua solo dell’1%, dall’altra i BRIC (Bras<strong>il</strong>e, Russia, India e Cina) che hanno invece registrato un incremento medio dell’8,8%”. I mercati tradizionali però, l’area OCSE per intenderci, è ancora fondamentale in termini di peso dato che vale <strong>il</strong> 79% del PIL complessivo delle due macro-regioni. A SPRON BATTUTO VERSO L’ESTERO Secondo le ultime stime elaborate da Intesa Sanpaolo e condivise da Camera della Moda, nonostante tutte le forti scosse che stanno di nuovo mettendo in difficoltà l’economia mondiale e con questa <strong>il</strong> sistema moda italiano, diffic<strong>il</strong>mente si replicherà <strong>il</strong> crollo del 2009. Ma questo solo grazie al traino fondamentale delle aree emergenti. “Il timore c’è stato, ma non torneremo ai pesanti segni negativi, perché è <strong>il</strong> settore ad essere cambiato – ha commentato Mario Boselli, presidente della CNMI – le aziende stesse hanno imparato la lezione”. Grande enfasi Boselli ha attribuito all’accordo stipulato dalla Camera della Moda Italiana con la China Fashion Association, al fine di I GRUPPI ESTERI VALGONO 5 VOLTE QUELLI ITALIANI Secondo una ricerca condotta da Pambianco Strategie di Impresa, le aziende estere sono in media cinque volte più grandi di quelle italiane e in linea generale crescono più velocemente attraverso acquisizioni. Andando nel dettaglio, le 21 principali aziende italiane per fatturato (ossia che hanno come requisito un giro d’affari superiore 250 m<strong>il</strong>ioni di euro) hanno una dimensione media di 1,2 m<strong>il</strong>iardi di euro mentre i 21 principali gruppi stranieri presentano una dimensione media che supera i 6 m<strong>il</strong>iardi di euro. Nel periodo 2005-2010 le italiane sono cresciute del 28,8% mentre le estere del 49,4%. In Italia vengono chiuse più operazioni di acquisizioni che negli altri paesi (41 su 137 totali realizzate globalmente nel 2010) ma riguardano aziende di piccole dimensioni e non si creano poli aggreganti come Oltralpe. Le uniche eccezioni sono Luxottica (18 acquisizioni per 5,8 m<strong>il</strong>iardi di euro), Prada (2 m<strong>il</strong>iardi ma è un polo in fieri) e Only the Brave (1,3 m<strong>il</strong>iardi). La maggioranza dei grandi player italiani è legata a un marchio principale mentre all’estero sono riusciti a realizzare gruppi multi-brand. Tra i maggiori LVMH (20,3 m<strong>il</strong>iardi), PPR ( 14,6 m<strong>il</strong>iardi), Richemont (6,9 m<strong>il</strong>iardi), Swatch (4,9 m<strong>il</strong>iardi), VF (5,8 m<strong>il</strong>iardi), PVH (3,4 m<strong>il</strong>iardi ) e Labelux che secondo stime potrebbe valere tra i 500 e i 600 m<strong>il</strong>ioni di euro. CONFRONTO AZIENDE ITALIANE E GRUPPI ESTERI 2005 - 2010 valori in m<strong>il</strong>ioni di euro N. Fatturato Aziende Δ% 2010 italiane su 2005 Dimensione Media Ebitda 2005% Ebitda 2010% 21 28,8 1.196 17,3 17,2 N. Fatturato Aziende Δ% 2010 italiane su 2005 Valori in m<strong>il</strong>ioni di Euro Dimensione Media Ebitda 2005% Ebitda 2010% 21 49,4 6.207 19,9 19,6 Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa Da sinistra: Gaetano Miccichè, Mario Boselli, Gregorio De Felice, David Pambianco 28 PAMBIANCOWEEK 17 novembre 2011