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16° CONVEGNO PAMBIANCO - INTESA SANPAOLO<br />

“Non torneremo ai pesanti<br />

segni negativi, perché <strong>il</strong> settore<br />

è cambiato e le aziende hanno<br />

imparato la lezione”<br />

(Mario Boselli)<br />

La tentazione della Borsa<br />

Raffaele Jerusalmi<br />

Marco Palmieri<br />

Brunello Cucinelli<br />

Luciano Cimmino<br />

favorire lo sv<strong>il</strong>uppo sul più strategico dei<br />

mercati BRIC anche ad aziende caratterizzate<br />

da dimensioni medio-piccole.<br />

Tornando ai dati, “nell’area euro, a causa<br />

dei provvedimenti correttivi già varati,<br />

la crescita del P<strong>il</strong> nel 2012 segnerà un<br />

misero +0,6% e diversi Paesi dell’area<br />

potrebbero trovarsi in recessione – ha<br />

dichiarato Gregorio De Felice, capoeconomista<br />

di Intesa Sanpaolo – e l’Italia,<br />

in particolare, subirà <strong>il</strong> forte impatto<br />

della crisi internazionale di fiducia nei<br />

confronti del nostro debito pubblico,<br />

che ci obbligherà a velocizzare <strong>il</strong> processo<br />

di riduzione del deficit, con effetti<br />

depressivi sui consumi”. Migliore la<br />

situazione negli Stati Uniti dove si stima<br />

che nel 2012 i consumi dovrebbero crescere<br />

fra <strong>il</strong> 2 e <strong>il</strong> 2,5%. Insomma un<br />

futuro a tinte fosche nonostante nella<br />

prima parte del 2011 le imprese della<br />

moda abbiano continuato a registrare<br />

un aumento di fatturato del 7,2%, con le<br />

esportazioni cresciute del 13,9% soprattutto<br />

nei mercati extra-Ue (+18,3%).<br />

“In questo scenario - ha precisato De<br />

Felice - la via delle esportazioni rimane<br />

la principale opzione per crescere e<br />

migliorare la redditività”. Si torna quindi<br />

al punto di partenza, eportare per crescere.<br />

Ma per conquistare una buona<br />

fetta di vendite all’estero bisogna aver<br />

raggiunto un buon livello dimensionale<br />

e di riconoscib<strong>il</strong>ità in Italia, come ha<br />

sottolineato Gaetano Micciché, direttore<br />

generale di Intesa Sanpaolo: “Un tema<br />

non nuovo perché è dal 2005 che si<br />

parla costantemente di due questioni:<br />

crescita e dimensione. Non si può crescere<br />

se non si raggiungono dimensioni<br />

minime ottimali”. D’altra parte, come<br />

ha aggiunto David Pambianco, “i Paesi<br />

emergenti richiedono solo prodotti di<br />

qualità e design, un marchio conosciuto<br />

a livello mondiale e capacità di creare<br />

una rete di negozi monomarca dato<br />

che al momento la distribuzione multibrand<br />

non esiste”. Come fare quindi per<br />

reperire risorse e diventare un gruppo<br />

solido dal respiro internazionale? Le vie<br />

a disposizione sono tre: investire risorse<br />

proprie, far entrare nell’azienda un<br />

fondo oppure calcare la scia della Borsa.<br />

SÌ ALLA BORSA, MA BISOGNA ESSERE<br />

PREPARATI<br />

L’approdo a Piazza Affari è la strada<br />

maestra. Uno strumento, quello dell’Ipo<br />

che garantisce visib<strong>il</strong>ità e solidità.<br />

“Anche in diffic<strong>il</strong>i contesti come quelli<br />

attuali, dove predomina l’estrema volat<strong>il</strong>ità,<br />

<strong>il</strong> mercato azionario è in grado<br />

di raccogliere capitali”, ha garantito <strong>il</strong><br />

numero uno di Borsa Italiana, Raffaele<br />

Jerusalmi. Ma <strong>il</strong> cammino verso la quotazione<br />

è lungo e soprattutto deve essere<br />

ben ponderato dalle aziende che scelgono<br />

di entrarci perché, se è vero che in<br />

linea generale consente un più vigoroso<br />

reperimento di capitali e di conseguenza<br />

permette di dare un notevole impulso<br />

all’internazionalizzazione, dall’altra le<br />

aziende sono tenute a rispettare rigorosi<br />

parametri. “Ci sono severi obblighi<br />

di trasparenza – ha spiegato <strong>il</strong> numero<br />

uno di Piquadro, Marco Palmieri – ma<br />

è altrettanto vero che è un contesto che<br />

ti sprona a migliorare continuamente<br />

la tua azienda”. Piquadro è quotata a<br />

Piazza Affari dal 2007 e in questo arco<br />

di tempo è passata da un fatturato di<br />

35,7 m<strong>il</strong>ioni di euro nell’esercizio fiscale<br />

2006/2007 a 61,8 m<strong>il</strong>ioni di euro<br />

dell’ultimo b<strong>il</strong>ancio del 2010/2011. “Nel<br />

nostro caso abbiamo deciso di entrare<br />

nel mercato azionario spinti da un bivio.<br />

Dopo l’uscita dal nostro capitale di un<br />

fondo di private equity dovevamo sce-<br />

17 novembre 2011 PAMBIANCOWEEK 29

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