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I farmaci del servizio sanitario nazionale - Ministero della Salute

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AGGIORNAMENTI<br />

chiatrici come estranei al concetto che essi hanno di<br />

malattia e li subiscono senza distinguerli dai tanti problemi<br />

di cui quotidianamente si fanno carico. A volte il<br />

depresso espone i suoi sintomi al medico, ma sotto forma<br />

di problemi personali che ritiene non possano essere in<br />

alcun modo alleviati da un intervento esterno: il paziente<br />

depresso è privo di speranza in un futuro migliore.<br />

Il medico deve tenere sempre presente che i fattori di<br />

rischio meglio definiti di depressione maggiore sono: il<br />

sesso femminile, un precedente episodio depressivo nell’anamnesi<br />

o un disturbo depressivo in un parente di primo<br />

grado (11). Una diagnosi negata o tardiva può incidere gravemente<br />

sulla futura qualità di vita <strong>del</strong> paziente depresso.<br />

Oggi è dimostrato che episodi ricorrenti di depressione<br />

maggiore, così come altre forme croniche di<br />

depressione, possono avere gravi conseguenze di tipo<br />

strutturale su alcune aree cerebrali quali l’ippocampo<br />

(18,19) e la corteccia pre-frontale (20,21). Il paziente<br />

depresso ha un asse ipotalamo-ipofisi-surrene funzionalmente<br />

alterato e produce un eccesso di ormoni corticosteroidi,<br />

che, nel lungo termine, risultano lesivi sui<br />

neuroni di queste due aree cerebrali (22,23). I trattamenti<br />

antidepressivi prevengono e verosimilmente possono<br />

ridurre l’entità di questo genere di lesioni (24).<br />

1.5. Il medico di medicina generale e lo specialista<br />

psichiatra di fronte al paziente depresso<br />

Il medico di medicina generale deve prendere atto<br />

<strong>del</strong>le sue responsabilità nell’assistenza psichiatrica,<br />

deve affinare la sua capacità diagnostica, assumersi<br />

l’onere di trattare personalmente determinate forme di<br />

psicopatologia, far riferimento allo specialista psichiatra<br />

di fronte a:<br />

- pazienti psicotici, sia schizofrenici che bipolari;<br />

- pazienti depressi gravi con manifesti intenti suicidi;<br />

- pazienti con psicopatologie complesse nei quali è<br />

difficile stabilire il disturbo prevalente;<br />

- pazienti depressi o ansiosi che non rispondono alle<br />

terapie prescritte;<br />

- pazienti depressi con problemi di etilismo o connessi<br />

all’uso di altre sostanze psicotrope.<br />

Di recente sono stati condotti degli studi per stabilire<br />

le capacità diagnostiche dei medici generici, utilizzando<br />

attori professionisti che recitano la parte <strong>del</strong><br />

paziente con disturbi depressivi. I medici partecipanti<br />

avevano dato il loro consenso a questo tipo d’indagine<br />

e sapevano che nei sei mesi successivi avrebbero visitato,<br />

senza preavviso e a loro insaputa, un paziente standard<br />

nel proprio ambulatorio. Non tutti i medici invitati<br />

a partecipare accettarono, e questo fatto costituisce di<br />

per sé una selezione che può incidere nella valutazione<br />

dei risultati. Nonostante questa limitazione, i dati ottenuti<br />

sono interessanti perché dimostrano che:<br />

- la depressione maggiore è più frequentemente diagnosticata<br />

rispetto alla depressione lieve (25);<br />

- i medici col maggior numero di successi diagnostici<br />

sono quelli che più frequentemente rivolgono al<br />

paziente domande riguardanti la sfera dei sentimenti<br />

e l’affettività (26);<br />

- la partecipazione ad un breve corso intensivo di<br />

perfezionamento sulla diagnostica <strong>del</strong>la depressione<br />

migliora significativamente la capacità diagnostica<br />

dei medici di medicina generale (27).<br />

Il medico è solitamente più attento nell’indagare il<br />

tono <strong>del</strong>l’umore nelle donne e nei soggetti anziani.<br />

Nelle donne la depressione è due volte più frequente<br />

rispetto ai maschi. I fattori scatenanti possono essere il<br />

ciclo mestruale, la gravidanza, un aborto, la fase successiva<br />

al parto e la menopausa (1).<br />

Nella maggior parte dei casi gli anziani sono soddisfatti<br />

<strong>del</strong>la loro vita, ed è <strong>del</strong> tutto errato considerare<br />

come normale un basso tono <strong>del</strong>l’umore nell’anziano<br />

(1). Una depressione non diagnosticata nell’anziano è<br />

causa di gravi conseguenze, facilmente comprensibili se<br />

si considera il ruolo <strong>del</strong>eterio che l’elevato tasso di<br />

ormoni glucocorticoidi circolanti nei depressi può svolgere<br />

nelle patologie di tipo cardiovascolare, osseo e neurodegenerativo,<br />

più frequenti nell’età avanzata (28).<br />

1.6. Criteri e protocolli di diagnosi <strong>del</strong>la depressione<br />

I medici di medicina generale difficilmente usano<br />

criteri e protocolli diagnostici formali per l’individuazione<br />

di disturbi psichiatrici. Questi strumenti, utilissimi<br />

nell’assistenza psichiatrica specialistica, spesso<br />

risultano inadeguati di fronte alla varietà dei sintomi<br />

che si rilevano in un ambulatorio di primo livello (29),<br />

dove potrebbero essere sgraditi ad alcuni pazienti. Le<br />

resistenze <strong>del</strong> paziente di medicina generale ad accettare<br />

una diagnosi di disturbo psichiatrico è frequente e<br />

deriva da una cultura diffusa che identifica lo psichiatra<br />

come medico dei pazzi e qualsiasi patologia egli curi<br />

come stigmate sociale. A maggior ragione il medico di<br />

medicina generale deve essere in grado di fare diagnosi,<br />

anche generica, di psicopatologia; deve acquisire<br />

una tecnica di dialogo col paziente sufficiente a fargli<br />

accettare un eventuale consulto in un centro specialistico;<br />

deve essere in grado di diagnosticare l’ansia generalizzata<br />

o la depressione e di gestire personalmente un<br />

paziente depresso. Deve essere attento a rilevare:<br />

- richieste di interventi o visite urgenti di fatto inappropriate,<br />

specie se ripetute;<br />

- un’eccessiva richiesta di visite e d’esami;<br />

- reazioni inattese ed inadeguate alla situazione<br />

durante una visita, come il pianto o un impulso<br />

aggressivo;<br />

- un’apprensione non motivata nei riguardi di un<br />

familiare che sta male.<br />

Ciascuno di questi segni riveste maggiore importanza<br />

se assume frequenza abitudinaria (4).<br />

10 BIF Gen-Feb 2001 - N. 1

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