I farmaci del servizio sanitario nazionale - Ministero della Salute
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DALLA SPERIMENTAZIONE ALLA PRATICA CLINICA<br />
per via sottocutanea le eparine a basso peso molecolare<br />
sono superiori all’eparina non frazionata per via endovenosa,<br />
senza rischi aggiuntivi di sanguinamenti<br />
(17,18,20). Il profilo farmacocinetico <strong>del</strong>le eparine a<br />
basso peso molecolare è favorevole, con un’elevata<br />
biodisponibilità e concentrazioni plasmatiche prevedibili<br />
dopo somministrazione sottocutanea. Ciò consente<br />
di somministrare le eparine a basso peso molecolare<br />
una o due volte al giorno, senza dover attuare monitoraggio<br />
(20). Non esistono tuttavia dati su rischi e benefici<br />
di tale trattamento.<br />
A partire da tutte queste considerazioni, Berge et al.<br />
hanno eseguito uno studio di confronto tra un’eparina a<br />
basso peso molecolare, dalteparina, somministrata per<br />
via sottocutanea, e acido acetilsalicilico (ASA) per via<br />
orale nella prevenzione di recidive precoci di ictus in<br />
pazienti con fibrillazione atriale.<br />
Disegno <strong>del</strong>lo studio<br />
Studio multicentrico, doppio cieco, randomizzato,<br />
che confronta un’eparina a basso peso molecolare, dalteparina,<br />
con ASA nel trattamento immediato di pazienti<br />
con fibrillazione atriale ed ictus ischemico acuto. La<br />
doppia cecità è mantenuta somministrando apparentemente<br />
lo stesso trattamento, costituito da fiale di dalteparina<br />
e compresse di placebo oppure da compresse di<br />
ASA e fiale di placebo.<br />
Criteri di inclusione<br />
Pazienti di età superiore ai 18 anni con ictus ischemico<br />
acuto e fibrillazione atriale.<br />
La fibrillazione doveva essere documentata mediante<br />
elettrocardiogramma all’ammissione o nelle 24 ore<br />
precedenti l’evento ictale. La randomizzazione al trattamento<br />
con eparina o ASA era da attuarsi entro 30 ore<br />
dall’insorgenza <strong>del</strong>l’evento ictale, a condizione che una<br />
TAC avesse escluso un’emorragia cerebrale.<br />
Criteri di esclusione<br />
Manifesta indicazione per una terapia anticoagulante<br />
o controindicazione per una terapia antitrombotica;<br />
punteggio alla Scandinavian Stroke Scale (SSS) al di<br />
sotto di 8 (21); grave ipertensione persistente dopo<br />
ripetute misurazioni (sistolica > 200 mm Hg e diastolica<br />
> 110 mm Hg); precedente stato grave di invalidità<br />
fisica o mentale in grado di interferire con la valutazione/inquadramento<br />
<strong>del</strong> paziente; presenza di altra grave<br />
patologia o aspettativa di vita inferiore a 6 mesi; gravidanza<br />
ed allattamento.<br />
Popolazione studiata<br />
449 pazienti, di età compresa tra 44 e 98 anni, arruolati<br />
tra febbraio 1996 e novembre 1998 in 45 centri <strong>del</strong>la<br />
Norvegia. Complessivamente, i pazienti con ictus cerebrale<br />
esaminati dai centri sono stati 7.570, di cui 2.059<br />
presentavano anche fibrillazione atriale. Di questi ultimi,<br />
ne furono esclusi 1.610, mentre 449 presentavano i<br />
criteri per essere arruolati nello studio. Le ragioni principali<br />
di esclusione di 1.610 pazienti furono: anticoagulazione<br />
orale prima <strong>del</strong>l’ictus (n=676), punteggio SSS<br />
inferiore a 8 (n=403), emorragia cerebrale (n=274),<br />
durata dei sintomi oltre 30 ore (n=242), grave stato fisico<br />
o mentale prima <strong>del</strong>l’evento ictale (n=113).<br />
Trattamento<br />
224 pazienti (50% donne) sono stati trattati con dalteparina<br />
100 UI/Kg sottocute due volte al giorno e con<br />
una compressa di placebo una volta al giorno per via<br />
orale, mentre 225 pazienti (61% donne) sono stati trattati<br />
con una compressa da 160 mg di ASA una volta al<br />
giorno per via orale e iniezioni di placebo sottocute due<br />
volte al giorno. Il trattamento veniva iniziato appena<br />
possibile, ma non oltre 30 ore dall’insorgenza <strong>del</strong>l’ictus,<br />
e doveva proseguire per 14 giorni (+ 3). Fatta eccezione<br />
per la maggiore percentuale di donne nel gruppo<br />
ASA, i fattori prognostici principali nei due gruppi di<br />
pazienti sono risultati comparabili e ben bilanciati all’inizio<br />
<strong>del</strong> trattamento, con punteggio medio di 39 alla<br />
valutazione secondo la SSS in ognuno di essi.<br />
Follow up<br />
Durante il periodo di trattamento, è stato valutato lo<br />
stato neurologico dei pazienti (ogni giorno nella prima<br />
settimana e a giorni alterni nella seconda) utilizzando la<br />
SSS. La TAC veniva eseguita prima <strong>del</strong>la randomizzazione,<br />
dopo sette giorni e in caso di aggravamento clinico.<br />
In caso di decesso di un paziente durante il trattamento,<br />
ne doveva essere classificata la motivazione. La<br />
valutazione <strong>del</strong> paziente al 14° giorno (o a dimissioni<br />
più precoci) comprendeva alcune misurazioni di esito<br />
funzionale secondo scale standardizzate. I pazienti<br />
venivano rivalutati dopo tre mesi.<br />
Eventi misurati<br />
Primario: recidiva di ictus ischemico durante i primi<br />
14 giorni.<br />
Ictus ischemico ricorrente è stato definito come un<br />
improvviso e persistente (> 48 ore) deterioramento clinico,<br />
verificatosi dopo le prime 48 ore successive<br />
all’insorgenza <strong>del</strong>l’ictus, che ha determinato una perdita<br />
di tre o più punti nella SSS, originato in un’area<br />
vascolare diversa rispetto a quella <strong>del</strong>l’ictus iniziale.<br />
Secondari: emorragia cerebrale entro 14 giorni, sia<br />
asintomatica che sintomatica; progressione dei sintomi;<br />
morte per ogni causa durante i 14 giorni; frequenza<br />
combinata di ictus ischemico ricorrente, progressione<br />
dei sintomi e decesso nei 14 giorni; esito neurologico al<br />
14° giorno, misurato secondo la SSS; esito al 14° giorno,<br />
misurato secondo Barthel Index, Rankin Scale<br />
modificata, International Stroke Trial scale; esito a tre<br />
mesi secondo International Stroke Trial scale.<br />
Risultati<br />
La durata media <strong>del</strong> trattamento è risultata di 13 giorni.<br />
90 pazienti (20% <strong>del</strong> totale) hanno interrotto il trattamento<br />
prima dei previsti 14 + 3 giorni per i seguenti<br />
motivi: decesso (n=36), emorragia cerebrale (n=7),<br />
ictus ricorrente o progressione dei sintomi (n=5), complicazioni<br />
emorragiche extracerebrali (n=5), tromboem-<br />
BIF Gen-Feb 2001 - N. 1 27