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I farmaci del servizio sanitario nazionale - Ministero della Salute

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AGGIORNAMENTI<br />

Questionario, di tipo modulare, proposto da Ellen et al (4) per esplorare lo stato d’ansia e il tono <strong>del</strong>l’umore<br />

• Per valutare l’ansia è utile chiedere:<br />

1. a volte ha la sensazione di non avere vie d’uscita, di essere messo all’angolo?<br />

2. si preoccupa in modo eccessivo?<br />

3. si irrita facilmente?<br />

4. ha difficoltà a rilassarsi?<br />

Se due risposte sono affermative, proseguire con le seguenti domande:<br />

5. ha disturbi <strong>del</strong> sonno?<br />

6. soffre di mal di testa o dolori alla nuca e al collo?<br />

7. le capita di avvertire dei tremori o dei tic? le manca la parola, suda, urina spesso, ha diarrea?<br />

8. è preoccupato per la sua salute?<br />

9. ha difficoltà ad addormentarsi?<br />

• Per valutare il tono <strong>del</strong>l’umore chiedere:<br />

1. si sente privo di energie?<br />

2. i suoi interessi si sono ridotti?<br />

3. si sente insicuro?<br />

4. non ha fiducia nel futuro?<br />

Se due risposte sono affermative, aggiungere le seguenti domande:<br />

5. ha difficoltà a concentrarsi?<br />

6. ha meno, o più, appetito?<br />

7. al mattino si sveglia prima <strong>del</strong> solito?<br />

8. si sente lento e impacciato?<br />

9. le capita di star peggio al mattino?<br />

Ogni risposta affermativa vale un punto. Un paziente che assomma cinque punti per l’ansia a due per la depressione<br />

ha il 50% di probabilità di avere un disturbo clinicamente rilevante e questa probabilità aumenta notevolmente<br />

con l’aggiunta di uno o più punti. Un aspetto da esplorare sempre nei pazienti alla prima visita è la familiarità<br />

per eventuali psicopatologie; la depressione è una malattia su base familiare.<br />

1.7. Benzodiazepine e antidepressivi: associazione<br />

corretta o discutibile?<br />

Ansia e depressione si presentano associate dal 33%<br />

all’85% dei casi (30,31). Il medico, sia nell’ambulatorio<br />

di medicina generale che in ambiente specialistico,<br />

tende ad abbondare nella prescrizione di benzodiazepine<br />

e sostanze affini e nel mondo sono pochi i pazienti<br />

depressi cui è prescritto soltanto l’antidepressivo (32-<br />

38). Una recente meta-analisi ha valutato l’uso <strong>del</strong>l’associazione<br />

fra benzodiazepine e antidepressivi in termini<br />

d’efficacia clinica (39). I risultati sono univoci nel<br />

sottolineare la validità clinica iniziale <strong>del</strong>l’associazione<br />

e la sua progressiva perdita d’efficacia. Un dato facilmente<br />

prevedibile poiché concorda con la nota capacità<br />

<strong>del</strong>le benzodiazepine ad indurre tolleranza e dipendenza.<br />

Le conclusioni <strong>del</strong>la revisione sistematica sono<br />

particolarmente interessanti: “a meno che lei non sia<br />

fra i pochissimi che non prescrivono mai una benzodiazepina,<br />

vi sono buoni motivi per prendere in considerazione<br />

l’aggiunta di una benzodiazepina all’antidepressivo<br />

che prescriverà al prossimo paziente su cui<br />

farà diagnosi di depressione, dopo aver accuratamente<br />

valutato e discusso col diretto interessato i dati sperimentali<br />

disponibili sia a favore che contro una tale<br />

associazione. Il grado d’importanza degli effetti indesiderati<br />

<strong>del</strong>le benzodiazepine e la loro capacità di<br />

annullare i benefici di una terapia associativa devono<br />

essere discussi e decisi insieme dal medico e dal<br />

paziente. I dati d’efficacia, anche sotto forma di risultati<br />

di una meta-analisi, non possono determinare da<br />

soli l’atto medico <strong>del</strong>la prescrizione. Prima di assumere<br />

una decisione è sempre indispensabile considerare<br />

con cura sia il parere <strong>del</strong> paziente (per esempio, su<br />

come egli valuta il benessere ottenibile nel primo mese<br />

rispetto alla prospettiva di complicanze dopo sei mesi)<br />

sia la capacità valutativa <strong>del</strong> medico nel predire il comportamento<br />

<strong>del</strong> singolo paziente (per esempio, riguardo<br />

al potenziale abuso <strong>del</strong> farmaco, alla possibilità di<br />

BIF Gen-Feb 2001 - N. 1 11

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