Il Trillo – febbraio 2011 - Comunità degli Italiani di Pirano

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comunitari, preposti al controllo del livello di attuazione dei diritti della nostra minoranza, sanciti dall’ordinamento giuridico e dai trattati internazionali, stende rapporti dettagliati, dai quali purtroppo si evince una sostanziale discordanza tra le norme scritte e la loro attuazione. Sempre a livello di rapporti internazionali, ma anche quando le questioni vengono trattate ai massimi livelli statali, la CANC collabora e si coordina con l’Unione Italiana, il cui ruolo ed attribuzioni saranno oggetto del prossimo articolo. Coloro che desiderano ricevere ulteriori informazioni in merito agli argomenti citati in questo articolo sono pregati di formulare le loro domande ed osservazioni all’indirizzo di posta elettronica comunita.italiana@siol.net. PASSAGGIO DI TESTIMONE La memoria corre a ritroso alla prima metà degli anni Novanta quando l’indimenticabile Ivo Lazar passando con la sua automobile nel primo pomeriggio, raccoglieva i giovani atleti della Società sportiva di Pirano per portarli ad allenarsi a Pirano, Fiesso e Strugnano, facendoli correre contro l’implacabile cronomentro che scandiva i chilometri secondo dopo secondo. Ora, dopo quindici anni, uno degli atleti di allora rientra dalla porta di allenatore e non solo, si sostituisce al finora responsabile della sezione atletica Robert Letica. Si tratta di Andrea Bartole, che dopo la scomparsa di Ivo Lazar, ha continuato individualmente la sua carriera podistica, partecipando negli ultimi dieci anni a corse campestri, mezze maratone, maratone ed anche ultramaratone. Da settembre Andrea ricopre il ruolo di allenatore della sezione atletica insieme ad Adi Markač, professore di educazione fisica presso la scuola elementare di Sicciole. Entrambi in ottima sintonia allenano i giovani atleti della sezione atletica della Società sportiva di Pirano presso il nuovo stadio di atletica di Sicciole. Andrea negli ultimi anni ha coltivato conoscenze con tanti organizzatori di società sportive sia in Friuli Venezia Giulia che in Slovenia (tra cui merita sottolineare gli ottimi rapporti con Mojmir Kovač dell’associazione sportiva Jaz sem najboljši) ed in Istria (Andrea è anche membro onorario del Marathon club di Umago). Forte di tali contatti, intende creare una collaborazione tra varie società podistiche dell’Istria e zone limitrofe, in modo da organizzare gare podistiche e far così partecipare e anche conoscere la terra istriana ai giovani atleti del nostro Comune. Tutto ciò, ovviamente, cercando di portare i nostri atleti sui gradini più alti del podio. In bocca al lupo! IX Gran Ballo di Carnevale 9. Veliki Pustni Ples Teatro Tartini Pirano sabato, 5 marzo 2011 alle 20.30 Teatro Tartini Pirano sabato, 5 marzo 2011 alle 20.30 Pag. 4 Gledališče Tartini Piran sobota, 5. marec 2011, ob 20.30 Best Company band & DJ Adriano Roj Foto: Ubald Trnkoczy (Foto: Ubald Trnkoczy)
GIOVANNI DUGAN SI È SPENTO IN GENNAIO ALL’ETÀ DI 103 ANNI, DOPO UN’INTENSA VITA DI LAVORO di Gianni Katonar, pubblicato su La Voce del Popolo del 6 marzo 2007 PORTOROSE- Un secolo intero di vita passato tra lavoro e famiglia. È il cammino di Giovanni Dugan, classe 1907, che qualche mese fa ha festeggiato i suoi invidiabili cento tre anni. Gli auguri, a nome di tutti i piranesi, gli sono stati formulati dal sindaco, Tomaž Gantar. Ha tagliato il traguardo in buona salute, rimessosi rapidamente dalla preoccupante malattia. che lo aveva costretto in ospedale. Ci ha accolto calorosamente nella sua casa di Portorose, a poche centinaia di metri dagli antichi magazzini del sale, che a soli otto anni lo videro debuttare nel mondo del lavoro. Guadagnò le prime corone contando le marchette sui sacchi in transito. Abbandonata presto la scuola di Pirano, Giovanni si vide costretto ad aiutare la numerosa famiglia, che contava oltre ai genitori, ancora quattro fratelli e due sorelle. Dopo la crisi della prima guerra mondiale, a sedici anni entrò in aviazione ed apprese il mestiere di motorista. Prestò la sua opera nel locale idroscalo, da dove partivano i velivoli che mantenevano i contatti con l’altra sponda dell’Adriatico. “Era un ambiente fantastico” insegue ancora i ricordi con grande lucidità e precisione il nostro interlocutore, “pieno di gente distinta ed istruita, come i piloti e gli ingegneri”. Arrivò il ventennio fascista a complicare le cose. Giovanni non si piegò alle pressioni per entrare nel Partito Fascista e fu subito perseguitato. Abbandonò i suoi aerei per passare alla marina mercantile. Fu una breve parentesi in mare, prima di impiegarsi presso la costituenda miniera di carbone a Sicciole. Si occupò del sondaggio dei terreni e conobbe nei dettagli il sottosuolo di tutta l’Istria. Nel 1942 le sue simpatie per la social-democrazia e la sua chiara opposizione al fascismo, lo portarono al confino di Manfredonia e dell’Aquila. Sopportò stoicamente le rigide temperature invernali e altri stenti per tornare a casa dopo l’Armistizio. Si trovò nella condizione di dover inventarsi un altro mestiere e diventò pasticcere. “Costruii con le mie mani i forni e gli altri strumenti di lavoro. Ho addolcito per anni la vita dei miei concittadini”. Prima della pensione, giunta dopo cinque decenni d’attività, Giovanni Dugan ha lavorato ancora alle saline di Sezza e Sicciole. È rimasto sempre a Portorose assieme alla moglie e alle figlie, Elena e Liliana, vivendo il dramma dell’esodo e la partenza di oltre 300 mila persone dalla regione. Proprio il costante lavoro è il segreto della sua longevità. “Non seguo diete particolari nemmeno oggi, ho consumato pochi alcolici ed ho fumato sino a vent’anni Pag. 5 fa” ci spiegò Giovanni quando gli chiediamo “la ricetta” per diventare centenari. Non dobbiamo insistere molto per strappargli qualche altro ricordo. »Ho visto nascere il Casinò di Portorose (che oggi dà lavoro a suo nipote Marco). I primi clienti erano proprio i miei piloti, che guadagnavano moltissimo ed i nobili della zona. Erano persone altolocate anche i villeggianti che soggiornavano a Portorose agli inizi dello scorso secolo. Era un turismo d’élite, non di massa come oggi”. Il signor Dugan ha visto sorgere anche il Grand Hotel Palace “Quando ero bambino gli alti alberi che oggi circondano il Palace, non raggiungevano i due metri d’altezza”. Prima di congedarci torna all’aviazione, la grande passione della sua vita. Ci fa vedere la foto di uno degli idrovolanti ai quali lavorava e ci esorta a fargli ancora visita. “Tanto dovrò vivere ancora trecento o quattrocento anni” scherza, salutandoci Giovanni Dugan.
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