Libretto - Gregoriano - Io sono - Comune di Modena
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LA NOTAZIONE GREGORIANA<br />
I NEUMI<br />
Per notazione s’intende la rappresentazione grafica dei suoni.<br />
Nel me<strong>di</strong>oevo questa avvenne me<strong>di</strong>ante segni, detti neumi<br />
(cenni) che si trasformarono dal IX al XIII secolo: questi<br />
in<strong>di</strong>cavano una certa flessione della linea melo<strong>di</strong>ca o una<br />
modalità <strong>di</strong> esecuzione. Non ci è pervenuto alcun co<strong>di</strong>ce antecedente<br />
il IX secolo che riporti in<strong>di</strong>cazioni musicali, ma solo<br />
co<strong>di</strong>ci con testi liturgici. Necessariamente il cantore doveva<br />
conoscere a memoria le melo<strong>di</strong>e che eseguiva durante l’azione<br />
liturgica.<br />
E’ solo dalla fine del IX-inizi X secolo che appaiono i primi<br />
segni neumatici, posti sopra le parole del testo, in<strong>di</strong>canti il<br />
numero delle note cantate su ciascuna sillaba.<br />
I CODICI ADIASTEMATICI<br />
Poiché questa notazione veniva fatta senza un rigo <strong>di</strong> riferimento,<br />
cioè “in campo aperto” non era possibile stabilire con<br />
certezza l’intervallo (<strong>di</strong>àstema) tra le note, i co<strong>di</strong>ci così notati<br />
<strong>sono</strong> detti co<strong>di</strong>ci a<strong>di</strong>astematici: era ancora affidata al cantore<br />
l’altezza e la durata del suono <strong>di</strong> ciascuna nota.<br />
I CODICI DIASTEMATICI<br />
Per fissare con maggior esattezza l’andamento melo<strong>di</strong>co e le<br />
modalità <strong>di</strong> esecuzione, dalla fine del X secolo, viene introdotta<br />
una linea che sarà <strong>di</strong> riferimento per i neumi posti ad<br />
altezze <strong>di</strong>verse, così l’intervallo risultava meno approssimativo:<br />
questi <strong>sono</strong> i co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>astematici.<br />
IL TETRAGRAMMA<br />
In seguito furono aggiunte altre linee fino al tetragramma<br />
(rigo musicale formato da quattro linee) <strong>di</strong> Guido d’Arezzo<br />
(997-1050) su cui vengono collocati i neumi e in<strong>di</strong>cati in rosso<br />
la linea del fa in giallo quella del do. Per meglio suggerire<br />
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le caratteristiche espressive e ritmiche si aggiungono talora<br />
delle lettere: a= altius, c=celeriter, e= aequaliter<br />
Mappa delle più importanti famiglie neumatiche europee<br />
Non veniva comunque risolto il problema della durata precisa<br />
del suono <strong>di</strong> ciascuna nota e per questo si dovrà attendere<br />
il secolo XVII secolo, quando verrà introdotta la notazione<br />
moderna.<br />
Le notazioni neumatiche subiscono trasformazioni grafiche<br />
fino al XIII secolo, assumendo grafie proprie <strong>di</strong> ciascun centro<br />
<strong>di</strong> produzione: gli Scriptoria annessi per lo più a gran<strong>di</strong><br />
centri monastici, quali S. Gallo o Nonantola. Si parla infatti<br />
<strong>di</strong> notazione sangallese, forse la più antica, e <strong>di</strong> notazione<br />
nonantolana.