appunti lezioni - Omero - UniversitÃ di Pisa

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Vi sono almeno tre problemi teorici che riguardano il dibattito sull’evoluzione del linguaggio umano. 1) il primo ed il più antico riguarda l'opposizione 'condiviso' vs. 'unico' (shared- unique). Sebbene la danza delle api, i canti degli uccelli, i grugniti degli shimpanzee presentino dei tratti in comune con il lggio umano, ciò nonostante i sistemi di comunicazione animale sono diversi dalle lingue naturali, sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo. Il problema evolutivo (un vero e propio puzzle) è capire come l'uomo abbia potuto sviluppare un sistema di comunicazione verbale così sofisticato e profondamente diverso da quello degli altri animali. 2) il secondo problema è strettam. connesso con il primo, e riguarda la DISCONTINUITA' L'evoluz. linguistica umana ha proceduto in modo discontinuo, per salti, oppure in maniera continua e graduale? Al momento non sembrano esserci forti argomenti a favore dell'una o dell'altra ipotesi. 3) il terzo problema riguarda un altro aspetto della questione della CONTINUITY vs. EXAPTATION: Il linguaggio umano si è evoluto tramite l'estensione graduale e progressiva di sistemi di comunicazione preesistenti (per es. lggio gestuale), oppure tramite adattamento di elementi e sistemi che avevano in origine una funzione diversa? Ad es., che rapporto c'è tra il lggio umano e il ragionamento matematico? o con lo sviluppo degli utensili da lavoro nella società umana? o con l'organizzazione della società stessa? Le posizioni espresse dai ricercatori in merito sono state varie e diverse, ma non c'è dubbio alcuno che per rispondere a qs domande è necessario uno sforzo di totale collaborazione tra linguisti da un lato, e biologi, antropologi e psicologi dall'altro. Per gli autori che hanno scritto l'articolo comparso su Science il bersaglio di questo intervento concerne la produzione di una ricerca comune sempre più forte tra biologi e linguisti, volta ad identificare dei punti di contatto e di accordo tra questi due diversi campi del sapere. Ch. e gli altri due autori definiscono in primo luogo la facoltà del linguaggio alla luce del modello generativo standard; ma passano poi ben presto a proporre la loro nuova visione della facoltà del linguaggio, in cui la distanza tra lggio animale e l. umane è ridotto.
La FACOLTA' del LINGUAGGIO è divisa in due parti fondamentali: 1) la facoltà del linguaggio in senso largo 2) la facoltà del linguaggio in senso stretto La facoltà del linguaggio in senso stretto è il sistema computazionale astratto, totalmente linguistico, che è indipendente da tutti gli altri sistemi computazionale con cui interagisce la facoltà del linguaggio in senso largo. La facoltà del lggio in senso stretto è dunque un componente della facoltà del linguaggio in senso largo. I meccanismi che sono soggiacenti alla facoltà del linguaggio in senso stretto sono una parte di quei meccanismo che soggiacciono alla facoltà del linguaggio in senso largo. Naturalmente vi sono stati altri autori, come ad es. Liberman, che hanno preso atto di come il sistema senso motorio tipico dell'uomo sia stato adattato per gli aspetti funzionali del linguaggio e che hanno quindi pensato che lo stesso sistema senso-motorio fosse in qualche modo parte della facoltà del linguaggio in senso stretto. In realtà, secondo Ch. e i due psicologi che firmano con lui l'articolo, la facoltà del linguaggio in senso stretto (FLN) è un sistema computazionale fondamentalmente sintattico, che niente o ben poco ha a che vedere con il sistema senso-motorio. In effetti, il sistema senso-motorio si è evoluto in modo da rendere il più efficace possibile la comunicazione verbale. Ma una parte integrante di quella facoltà linguistica in senso stretto che è tipica dell'uomo soltanto è data dalla sintassi e dalle proprietà tipiche della sintassi. Infatti, mentre molti aspetti della facoltà del linguaggio in senso largo appartengano all'uomo, ma sono condivisi da altri vertebrati, vi sono alcune proprietà della facoltà del linguaggio umano che appartengono solo alle lingue naturali. In particolare, la proprietà che caratterizza la facoltà del linguaggio in senso stretto è la ricorsività. Percezione: costitituisce un aspetto importante degli studi di etologia animale; per molto tempo, si è ritenuto che gli animali fossero dotati soltanto di una percezione continua, non categoriale. In realtà, studi di etologia animale hanno mostrato come anche gli animali siano capaci di categorizzare in modo simile a quanto fa l'uomo, di distinguere e classficare in mod diverso stimoli diversi. Gli esperimenti che sono stati condotti sugli uccelli in primo luogo, e anche su altre specie hanno mostrato che in effetti anche gli animali possono categorizzare la loro esperienza reale.
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