La Tribuna 15/10/2014

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Attualità [[ Coercizione e poesia Un detenuto dei Cappuccini (ora in affidamento) conquista il terzo premio ad un concorso nazionale di poesia Da carcerato a poeta dialettale La Tribuna | Mercoledì 15 ottobre 2014 Pagina 6 Il carcere dei Cappuccini in un’immagine aerea di Marco Nanni Se ben organizzata, una corretta rieducazione ottiene ottimi risultati Da l l a re s p o n sa b i l e Ssaep (servizio sociale adulti in esecuzione penale) Maria Rita Morganti abbiamo ricevuto un comunicato che fa ben sperare sulla possibilità per un condannato di recuperare il male fatto con il proprio comportamento antisociale. Ed anche come un mirato, corretto e attento periodo di rieducazione possa pure portare a tentare la via della poesia e riuscire a farlo in maniera positiva. E’ quanto successo ad un detenuto (ora in affidamento) del carcere dei Cappuccini per un reato grave. Una situazione che coinvolge anche altri carceri ed tanti altri detenuti. Il premio conquistato dal carcerato sammarinese C.R. è arrivato al termine di una competizione aperta a tutti gli ospiti dei carceri italiani, quindi ad una vasta platea di aspiranti poeti (in questo caso) impegnato in una non facile lotta anche con i propri sentimenti da ricostruire per meritare quella libertà che C.R. spera di ritrovare dopo l’espiazione. Libertà non dai ceppi, ma libertà di cuore. gmf [[ La motivazione del premio assegnato al carcerato in affidamento sammarinese C. R. “Spazio senza sbarre, cuore pieno di speranza” “I suoi versi in vernacolare cantano a pieni polmoni la gioia i vivere” L’è na bela giurneda A stag bein, l’è na bela giurneda a so cunteint, però ma chesa u si sta mei. Um pisria andè a lavurè si mi cumpagn e andè a fè una partida me bar, magnè un gled e po andè ma chesa a ripusè e la mateina u sarciapa e stess lavor. Ma ades a sò ichè E dmen lè li stess. A pens sempre a quant che scap E dop cus c’lè ca fac? A truverò un lavor, i mi cumpagn , la mi libertà? -E’ il testo della poesia che ha ottenuto il terzo riconoscimento (ex equo) al Premio letterario “Scrittori dentro” (Padova, casa di reclusione ‘I Due Palazzi’. L’autore C. R. era un detenuto dei ‘Cappuccini’ attualmente in affidamento)- ve rs i d e l l ’o p e - “ I ra, in vernacolare sammarinese, cantano a pieni polmoni la gioia di vivere. , non si direbbero le parole di un uomo condannato alla privazione della libertà. I versi semplici di questo canto sorprendono e danno la figurazione di una giornata di sole, uno spazio senza sbarre e un cuore pieno di speranza. La commissione ha ritenuto degna di menzione questa poesia la cui singolarità sta proprio nel contrasto tra la rappresentazione sociale di carcere e l’immagine solare offerta dal poeta”. Aggiunge Maria Rita Morganti: “Nella motivazione, sono descritti gli obiettivi che si possono raggiungere dentro un carcere, quando anche una sola persona, o un foglio di carta ed una penna possono fare la differenza e quando grazie a tutto ciò la si può percepire. L’o b i e t t i v o p r i m a - rio del premio è quello di stimolare i detenuti a scrivere per dar modo al potere terapeutico della scrittura di agire e sciogliere il groviglio di pensieri, emozioni e difese psichiche che albergano in ogni essere umano. Le parole di questa poesia, sono parole , senza sbarre, parole evase dal carcere dei Cappuccini, ed ora rinchiuse in un libro (curato da Sybil von der Schulenburg dal titolo “ Vita Ignifuga”) dove sono raccolte le opere selezionate per il concorso letterario internazionale 2014 ‘Scrittori Dentro’, premio letterario riservato ai detenuti , per incentivare la scrittura creativa”. Con grande soddisfazione aggiunge Maria Rita Morganti: “Questo premio è anche il mio premio personale, quello di un educatore , che ogni giorno cerca di motivare la persona condannata, a non mollare mai, a ricercare quella nuova libertà, nascosta dentro ognuno di noi, a non smettere mai di sognare un nuovo cammino, da fare anche sulle strade già percorse ma con nuovi occhi e verso nuovi orizzonti .
Cronaca La Tribuna | Mercoledì 15 ottobre 2014 [[ Un cittadino di Faetano segnala una grave incuria che permane da ben 32 mesi, da quel febbraio 2012, ormai famoso per la grande nevicata “Ero bella, dritta e forte, ma un giorno” Pagina 7 Il Capitano di Castello: “Noi abbiamo fatto tutto il possibile, ma da lassù non ci ascoltano” Due bandiere di San Marino e il cartello di protesta di un cittadino di Faetano La ringhiera incriminata in bilico sul vuoto ormai da 32 mesi 2 mesi sono pas- e nulla è stato “ 3sati ancora fatto”. Questa è la denuncia di un cittadino del Castello di Faetano che, affiggendo un cartello e due bandiere della repubblica di San Marino, ha denunciato pubblicamente una grave incuria che da quasi tre anni continua a permanere. Il luogo incriminato è la il parcheggino dietro alla chiesa nel centro storico di Faetano. La ringhiera che delimita il parcheggio, lunga quasi una decina di metri, dal vuoto sottostante, si trova ormai da 32 mesi in una condizione di pericolosa precarietà. Infatti, la ringhiera, come si può ben vedere dalla foto a fianco, è in bilico, cioè presenta una forte instabilità e, probabilmente, le future precipitazioni atmosferiche - considerando che ci stiamo avvicinando all’inverno - potrebbero causare la definitiva rottura della ringhiera, e un eventuale incidente, che, ovviamente, ci auguriamo non avvenga. A questo punto, però, la domanda sorge spontanea: come mai che la ringhiera di trova in queste condizioni? Per capire che cos’è succe sso b i sog n a a n d a - re a ritroso nel tempo di ben 32 mesi, a quell’ondata di freddo e neve del febbraio 2012, che molti di voi ricorderanno assai bene, visto che si trattò di un evento atmosferico eccezionale, che entrò praticamente nella storia non solo di San Marino, ma dell’Europa intera, causando, tra le altre cose, 650 morti nei Paesi dell’Europa del nord orientale e dei Balcani. Sul Titano la neve e il gelo causò parecchi danni alle strade e a immobili privati e pubblici. La ringhiera in questione, quindi, ci riferisce un residente, fu tamponata da un trattore, durante i lavori per liberare il piazzale antistante. Niente di sconvolgente quindi, perché casi come questi ne accaddero a decine, ma l’aspetto tragico della questione è che alcuni giorni dopo l’incidente l’area venne messa in sicurezza con alcune transenne. Ma dal quel giorno tutto è rimasto immutato e più niente è stato fatto per rimediare al casuale incidente di quasi tre anni fa. Molte sono state le segnalazioni dei cittadini di Faetano al Capitano di Castello ma nulla è comunque ancora cambiato, fintanto che un residente ha deciso di manifestare apertamente la propria insoddisfazione tramite un cartello piuttosto ironico, ma che lascia trapelare tutta la frustrazione e la rabbia per una questione che si sarebbe potuta risolvere in tempi molto più rapidi. Con un testo in prima persona, come se a parlare fosse la ringhiera stessa, il cittadino ha scritto: “Ero bella, dritta e forte, ma un giorno segnato dal destino crudele sono rimasta come voi mi vedete. E da quel lontano giorno di 32 mesi fa arruginisco nella graduatoria della pubblica vergona”. Ma la parte più amara del manifesto risiede nella firma: “Faetano, frazione di Montecolombo (Fo) 12-10-2014”. Interpellato telefonicamente, il Capitano di Castello di Faetano, Marino Bedetti, dice che “appena avvenne l’incidente, nel lontano febbraio 2012, avvisammo l’Azienda dei servizi, la quale intervenne immediatamente transennando la ringhiera inclinata a causa della neve. Ma da quel momento, anche se abbiamo costantemente segnalato il problema, nulla è stato più fatto. Con la nuova legge, la segreteria di Stato al Territorio, chiedeva e chiede a ogni Castello di San Marino di segnalare entro giugno tutti i problemi inerenti al territorio del singolo Castello ed entro settembre l’Azienda si sarebbe dovuta impegnare, a verificare sul posto, tutte le questioni irrisolte segnalate per tempo. Ma né quest’anno, né l’anno scorso questa buona pratica politica si è verificata e noi ci sentiamo abbandonati. Ad esempio, ho segnalato anche che la Casa del Castello ha delle infiltrazioni d’acqua ma nessuno si è mosso per venire a vedere di quale portata è il danno. Per cui ho deciso di mia spontanea iniziativa di far fare alla Protezione civile un sopralluogo per avere almeno una prova di quello che è avvenuto. E ancora: lo Stato ha deciso di ridurre i cantonieri di Faetano da 5 a 1. Adesso dovrebbero essere 2 o 3.” Insomma i problemi sono tanti e continuano ad aumentare e a incancrenirsi come la ringhiera che è in bilico ormai da ben 32 mesi e se dovesse cedere del tutto potrebbe anche far del male a qualcuno. fdl
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