La Tribuna 15/10/2014

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Cronaca [[ Giudiziaria Il pilota Alessandro Broccoli non pagava gli alimenti ai due figli minori La Tribuna | Mercoledì 15 ottobre 2014 Condannato a un anno di prigionia Pagina 8 Broccoli su Peugeout 207 S2000 Al campione di rally tolta anche la potestà genitoriale per 4 anni e 3 mesi stato condannato. E ’ L’accusa (Pf Roberto Cesarini) aveva chiesto tre mesi di più di quelli che poi il magistrato giudicante Roberto Battaglino ha inflitto ad Alessandro Broccoli: 1 anno di prigionia oltre a 4 anni e 3 mesi di interdizione dalla potestà genitoriale. Una brutta vicenda familiare finita tra carte bollate, avvocati ed Aule di giustizia sia penale sia civile. Insomma un pasticciaccio desolante soprattutto per i due figli della coppia in età scolare. Una situazione che, in sostanza, è stata spezzata in tre parti differenti. Una, per una falsa dichiarazione del pilota di rally a pubblico ufficiale relativa ad un garage ora in vendita per ricavare parte degli alimenti dovuti da Broccoli per il mantenimento dei figli. Procedimento archiviato per scadenza dei termini, ma che l’avvocato d’ufficio (Joseph Reggini) ha cercato di far rientrare nel conto chiedendo la sospensione in attesa che la vendita del garage fosse completata. Così non è stato e il commissario Roberto Battaglino ha sentenziato rinviando al 22 ottobre la terza vicenda giudiziaria che non ha direttamente nulla a che vedere con gli alimenti non pagati da Alessandro Broccoli ai due figli. L’accusa è di appropriazione indebita riguardante un’auto presa a noleggio e non resa nei termini previsti. La vicenda andata a giudizio riguardava come noto agli alimenti che Alessandro Broccoli non avrebbe praticamente mai (o quasi) pagato: si tratta di un cifra inizialmente di 1.200 euro, poi ridotta a 1.000. I mancati versamenti risalgono all’ottobre 2010. In memoria di Vito Casadei Valentini Vito Casadei Valentini si è spento lunedì 13 ottobre alle 14.30 e con lui si consegna alla storia un pezzo importante di vita di Dogana. Singolare il doppio cognome Casadei Valentini e casuale è l’assonanza di cognome con la moglie Giuseppina Valentini conosciuta nella sala da ballo di Dogana di cui era proprietaria e dove Vito, con le note del suo violino, negli anni quaranta faceva sognare tutti i giovani del tempo. Vito è nato a San Patrignano nel lontano 1915 in una famiglia di commercianti che gestivano un piccolo alimentari. Ha iniziato la sua carriera lavorativa andando a bottega presso un falegname. Quindi, ancora coi pantaloni corti, ha intrapreso la carriera di violinista e nel frattempo ha imparato il mestiere del sarto in quel di Rimini. Era un uomo pignolo e preciso. Negli anni cinquanta, insieme alla moglie, subentrò nell’attività doganese del suo suocero Luigi Valentini e qui si gettò a capofitto nel commercio dove, col passare degli anni e con l’aiuto dei figli, fece crescere una importante azienda familiare al dettaglio e all’ingrosso nel settore alimentare. Azienda che ancor oggi opera vantando oltre un secolo di vita, precisamente 103 anni, avendo aperto, come prima osteria del luogo, nel 1911. Nel 1984 con orgoglio chiese ed ottenne la naturalizzazione come cittadino sammarinese assieme ai figli andando ad affiancare la moglie già cittadina di nascita. Sperava di festeggiare fra pochi mesi il secolo di vita. Sarebbe stata una bella festa col “nonno-bis” attorniato da 8 nipoti e 18 pronipoti, ma il Signore ha deciso di chiamarlo a sé. Il direttore e tutta la redazione di Tribuna si stringe attorno al dolore della famiglia Casadei Valentini per la perdita del loro caro. I funerali di Loris Pironi domani mattina a San Gaudenzo di Rimini I funerali di Loris Pironi si terranno domani (giovedì), alle ore 9 nella chiesa di San Gaudenzo a Rimini. Loris Pironi, 43 anni, direttore del settimanale Fixing, ha accusato un malore venerdì, Trasportato all’ospedale riminese a mezzogiorno cessava di vivere 3 ore dopo senza aver ripreso conoscenza. Ladri in azione in ditta a Galazzano Intrusione nel week end in una azienda di ceramiche a Galazzano. I malviventi sono penetrati all’interno forzando una porta ed hanno rubato un portamonete e una cambiale. Poi a quanto pare sarebbero stati disturbati da qualcuno o qualcosa, dunque non sarebbero riusciti a portare via altro. Sempre nei giorni scorsi, ma a Gualdicciolo, i malviventi avevano fatto visita ad un’altra ditta rubando questa volta trasformatori con avvolgimenti in rame, alluminio, schede elettriche. Ladri insomma attivi nelle fabbriche. Rallylegend, i sanitari di San Marino sciolgono la prognosi per il navigatore della Lancia Martini Per Fabrizio Carbognani, il non ancora trentenne navigatore dell’equipaggio n. 54 rimasto coinvolto nell’incidente di gara di domenica scorsa durante la 12° edizione di Rallylegend, i medici di San Marino hanno sciolto la prognosi. Si sta valutando in queste ore, anche assieme al paziente, se proseguire le terapie nell’ospedale sammarinese o se procedere al trasferimento a Reggio Emilia, città del giovane co-pilota.
Cultura Pagina [[ Ieri al teatro Titano è iniziata la IX edizione del FestivalStoria “Auri Sacra Fames”, ecco l’intervista al direttore, Angelo D’Orsi “Eccitare la volontà di sapere” La Tribuna | Mercoledì 15 ottobre 2014 9 “Oggi il denaro non è più (soltanto) un mezzo per ottenere il potere, ma direttamente il denaro si è identificato con il potere: il denaro è potere” Angelo D’Orsi nella passata edizione del festival iniziata ieri al teatro È Titano di San Marino la IX edizione del FestivalStoria. Per saperne qualcosa in più, abbiamo intervistato il direttore del festival, il professore Angelo D’Orsi, insegnante di Storia delle dottrine politiche nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino. Per questioni di spazio abbiamo diviso l’intervista in due puntate. Domani seguirà la seconda e ultima parte dell’intervista al professor D’Orsi. Perché la IX edizione del FestivalStoria è dedicato al tema del “denaro”? Se si scorre l’elenco delle 8 precedenti edizioni del Festival non si fatica a capire la sua “filosofia”: ha cercato di affrontare temi rilevanti sul piano civile, in una concezione della storia che pur non pretendendo di attualizzare a tutti i costi i fatti e gli attori del passato, ne ha sempre messo in luce gli elementi di insegnamento per il presente. Il denaro rientra perfettamente in questa sequenza. Eccola: 2005: “Migranti per forza”; 2006: “Imputato, alzatevi! Il processo nei secoli”; 2007: “Di che razza sei? Un mito pericoloso”; 2008: “La guerra è finita. Davvero?”; 2009: “Il potere del libro”; 2010: “Eroi o canaglie? I protagonisti del passato visti dagli opposti fronti”; 2011: “Risorgimenti, ricostruzioni, rinascite. Come può sorgere o rinnovarsi una nazione”; 2012: “Mediterraneo, mare nostrum?”. E il titolo “Auri sacra fames”, preso in prestito da un importante verso dell’Eneide di Virigilio, allude quindi alla cupidigia che l’essere umano ha nei confronti del denaro? Ovviamente, sì. Questa sembra essere la linea conduttrice del rapporto tra gli umani e il denaro. E Virgilio lo comprese molti secoli or sono. Perciò ho scelto quel verso straordinario. Qual è, secondo lei, il rapporto tra denaro e potere? Possedere denaro equivale contemporaneamente anche a detenere il potere? O il potere va al di là del denaro, in una dimensione quasi “divina”, sacra, dove chi è al potere di un determinato regno può essere considerato divino? Credo che si possa sostenere che per secoli il possesso di denaro, sia stata una delle chiavi, non l’unica, ma importante, per accedere al potere. Oggi, naturalmente, è ancora così (basti pensare a quanto costano le campagne elettorali nei regimi “democratici”: quanti milioni di dollari occorrono per aspirare alla presidenza degli Stati Uniti!?). Ma oggi, da qualche decennio, abbiamo assistito a una novità, sia pur relativa: oggi il denaro non è più (soltanto) un mezzo per ottenere il potere, ma direttamente il denaro si è identicato con il potere: il denaro è potere. La distanza tra ricchi e poveri sta diventando la medesima tra chi ha le chiavi di accesso alle stanze del potere e chi ne è escluso. La democrazia sta diventando pienamente una plutocrazia. E anche se in teoria il potere occupa uno spazio più vasto di quella del denaro, toccando altre sfere dell’essere (compresa quella della divinità e dell’agire, la fondamentale equazione rimane ed è sempre di più quella denaro/potere. E il rapporto tra la sfera religiosa e del sacro con il denaro? Come, nella storia, la Chiesa si è rapportata al denaro? Oggi, qual è il rapporto tra la chiesa cattolica e il denaro, quando Papa Bergoglio sembra rifarsi ai valori francescani? Si tratta di una vicenda complicata,che sarà affrontata nel Festival da diversi approcci. A lungo, nel cristianesimo, sul denaro ha pesato una sorta di interdizione, come su materia oscena, da non toccare, fino all’anatema di Lutero: “Sterco del demonio”, che in realtà raccoglie una cultura dominante nel Medio Evo, e che comincerà a cambiare con Calvino, e anche nel cattolicesimo, dopo lo scisma protestante, nei secoli XVI- XVIII, e si ammetterà come lecito, per esempio il prestito a interesse, che in precedenza era considerato opera al limite del peccato, riservata infatti, ai “perfidi giudei”: l’usuraio era sinonimo di ebreo. La figura di Shylok in Shakespeare (non a caso, gli dedichiamo un evento nella programmazione del Festival), è esemplare in tal senso. Riferendoci ai giorni nostri e considerando che una delle prime lezioni si intitola “I soldi della mafia”, qual è il rapporto oggi tra denaro e mafia? Come la malavita organizzata riesce ad accumulare quantità enormi di denaro? Le istituzioni politiche e amministrative hanno delle particolari responsabilità in questo senso? A San Marino questo problema è molto sentito e stiamo vivendo una sorta di tangentopoli, un fenomeno mai visto da queste parti. È assodato ormai che sul Titano la mafia ha messo le radici. Secondo lei perché questo è stato possibile? E più in generale, com’è possibile che la malavita sia riuscita ad acquisire un enorme potere anche sulla politica e sui più importanti settori economici? La mafia, che nel titolo di uno degli eventiclou di questa Edizione è quasi una metafora per indicare tutte le grandi organizzazioni criminali, è oggi forse la principale industria finanziaria italiana. La “raccolta fondi” che tali organizzazioni sono in grado di realizzare è impressionante non solo per dimensione, ma per ramificazione. Si tratta di flussi enormi di denaro, tuttavia, in entrata e in uscita. La mafia raccoglie denaro e lo investe, e come si dice “fa girare l’economia”, e soprattutto la mafia è oggi nelle banche, nelle grandi finanziarie, e non soltanto come un tempo nella gestione si ristoranti e pizzerie. La politica appare ora impotente, ora complice. San Marino non è considerato un paradiso fiscale, ma certo la sua libertà, su questo specifico piano, sembra favorire certe attività, o si presta in tal senso. Del resto si tratta di una delle tante conseguenze di una radicale trasformazione delle relazioni tra politica ed economia (e dedicheremo alla questione la sola tavola rotonda del Festival). Oggi è l’economia che comanda, o, piuttosto, le scelte politiche, sono ricoperte sotto il manto delle “scelte obbligate”, appunto dall’economia. Una menzogna, detto in sintesi. fdl
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