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Il Consorziato Ottobre dicembre 2012 - Consorzio Marina di San ...

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arte&cultura<br />

anche un complesso termale e stanze per<br />

alloggi; le pareti erano decorate con pitture<br />

e i pavimenti erano in mosaico. La parte<br />

commerciale, con taverne e altri locali,<br />

barbari. Al suo interno vennero costruite<br />

abitazioni per i conta<strong>di</strong>ni e le campagne<br />

circostanti furono coltivate per poter<br />

rendere gli abitanti autosufficienti. Restò<br />

Emilio Porcina veniva condannato al<br />

pagamento <strong>di</strong> una multa dal pretore<br />

Lucio Cassio per aver costruito il tetto<br />

della sua villa così alto da alterare l’armonia<br />

del paesaggio. Attraverso alcune<br />

epistole <strong>di</strong> Cicerone appren<strong>di</strong>amo i nomi<br />

dei nobili romani che intorno al 50 a.C.<br />

possedevano ville in questo territorio, <strong>di</strong>venuto<br />

ormai un esclusivo luogo <strong>di</strong> relax<br />

e <strong>di</strong> vacanza. Tra questi Dida, Pompeo e<br />

Cesare. E proprio a Pompeo è attribuita la<br />

proprietà della villa <strong>di</strong> <strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> Nicola;<br />

qui egli soggiornò a lungo durante<br />

il periodo delle guerre civili a Roma, al<br />

termine delle quali la villa fu confiscata<br />

dal vincitore Cesare per <strong>di</strong>venire successivamente<br />

<strong>di</strong> proprietà imperiale ed essere<br />

amministrata da un procuratore nominato<br />

dall’imperatore.<br />

Le ville <strong>di</strong> Alsio furono utilizzate durante<br />

tutta l’età imperiale e vi furono apportati<br />

frequenti interventi <strong>di</strong> ampliamento<br />

e <strong>di</strong> miglioramento che ne fecero<br />

dei luoghi i<strong>di</strong>lliaci.<br />

Nel 1837 lo stu<strong>di</strong>oso Nybbi così parlava<br />

della villa <strong>di</strong> <strong>San</strong> Nicola: “Si incontrano<br />

frammenti <strong>di</strong> colonne <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne dorico rivestite<br />

<strong>di</strong> uno stucco lucido e can<strong>di</strong>do…<br />

Sulla spiaggia è un bel criptoportico…<br />

rivestito <strong>di</strong> uno stucco finissimo… La<br />

magnificenza del fabbricato e la certezza<br />

dell’essere stata una villa mi fa credere che<br />

vi si debbano ravvisare gli avanzi della villa<br />

alsiense <strong>di</strong> Pompeo”.<br />

Si tratta, dunque, <strong>di</strong> un grande complesso<br />

archeologico che comprendeva un<br />

e<strong>di</strong>ficio principale a pianta rettangolare, il<br />

cui lato a mare era costituito dal criptoportico,<br />

a sua volta sovrastato da un porticato<br />

aperto. Questo e<strong>di</strong>ficio comprendeva<br />

era <strong>di</strong>stante circa trecento metri dal corpo<br />

centrale e ad esso collegata da un porticato;<br />

un altro porticato con colonne correva<br />

lungo il fosso Cupino; una strada, <strong>di</strong><br />

cui resta parte della massicciata, collegava<br />

il complesso alla via Aurelia. A Nord-Est<br />

della villa sono stati ritrovati magazzini<br />

e strutture <strong>di</strong> servizio <strong>di</strong>stanti tra loro e<br />

quin<strong>di</strong> alternati a campi per la coltivazione<br />

che fanno ipotizzare un ultimo ampliamento<br />

verso la fine dell’età imperiale.<br />

Durante le invasioni barbariche, così<br />

come le altre, la villa <strong>di</strong> <strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

Nicola, che era stata una delle più estese<br />

e ricche della zona, fu fortificata e utilizzata<br />

come rifugio dagli attacchi dei popoli<br />

così, ancora per qualche secolo, isola <strong>di</strong><br />

civiltà. Infine, dopo la caduta dell’Impero<br />

Romano, tutta la zona si spopolò e le ville<br />

furono abbandonate.<br />

Ci sarebbero molte altre cose da <strong>di</strong>re ma<br />

conviene fermarci a osservare che intorno<br />

a noi, sotto le nostre abitazioni, c’è un antichissimo<br />

patrimonio <strong>di</strong> civiltà e <strong>di</strong> cultura.<br />

Le aree archeologiche ne conservano una<br />

minima parte che attualmente, purtroppo,<br />

è invasa dalla vegetazione e non fruibile. E’<br />

da auspicare che riprendano gli interventi<br />

archeologici, almeno a scopo conservativo,<br />

per non <strong>di</strong>sperdere, o peggio seppellire sotto<br />

il cemento, una simile bellezza.<br />

Simonetta Ricasoli<br />

Ott/Dic <strong>2012</strong><br />

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