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Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...

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RAPPORTO ATTIVITA'<br />

<strong>2007</strong><br />

Milano - Bergamo


IRFMN<br />

PREFAZIONE<br />

RAPPORTI ATTIVITA’<br />

ISTITUTO MARIO NEGRI, MILANO<br />

www.marionegri.it<br />

DIPARTIMENTI<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia ………………….………………………….……………………… 7<br />

Dipartimento Ambiente e Salute ……….………….………………………….……………… 51<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze ………………….………………………….………………… 69<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare ………………….…………………….………… 113<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica e Farmacologia Molecolare ……….…………….………… 145<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia ……….…………….………… 169<br />

LABORATORI e CENTRI<br />

Laboratorio Politiche Regolatorie del Farmaco ……….…………….………….……… 203<br />

Laboratorio per la Salute Materno Infantile ……….…………….……………………… 209<br />

Centro <strong>di</strong> Ingegneria Informatica.……………………………………………………………… 225<br />

Centro Cochrane Italiano ……….……………………………………………………………… 231<br />

Centro Catullo e Daniela Borgomainerio………………………………………………. 239<br />

Biblioteca ……….…………………………………………………………….………….………… 241<br />

LABORATORI NEGRI BERGAMO<br />

DIPARTIMENTI<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare ……….…………………………………….………… 247<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria ……….…………………………….………………………… 269<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali.…….…………………………283<br />

CENTRO ALDO e CELE DACCO’<br />

DIPARTIMENTI<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale ……….…………………………………………………… 287<br />

LABORATORI e CENTRI<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica ……….……………………………………………… 311<br />

Coor<strong>di</strong>namento, Informazione e Diagnosi della Malattie Rare ……….…….………… 319<br />

Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria A. e A. Valenti, CESAV ……….………………………… 331<br />

Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti C. Cucchi De Alessandri e G. Crespi ……………….….. 339<br />

L’ ATTIVITA’ DIDATTICA 341<br />

ORGANIGRAMMA 343<br />

L’elenco completo del personale è consultabile sul sito Internet dell’<strong>Istituto</strong> www.marionegri.it<br />

1<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

a cura <strong>di</strong> Isabella Bordogna<br />

finito <strong>di</strong> stampare nel aprile 2008<br />

2<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PREFAZIONE<br />

Questo volume rappresenta un tentativo <strong>di</strong> riassumere le attività <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> formazione<br />

svolte dall’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Milano e Bergamo. L’attività viene presentata su base<br />

<strong>di</strong>partimentale e in qualche caso anche da singoli laboratori.<br />

Mentre si rimanda al testo per i dettagli dei risultati scientifici ottenuti è pertinente fare alcune<br />

osservazioni <strong>di</strong> carattere generale.<br />

Rispetto agli anni passati si accentuano programmi <strong>di</strong> ricerca che implicano una collaborazione<br />

tra vari laboratori all’interno dei singoli <strong>di</strong>partimenti e in qualche caso fra <strong>di</strong>partimenti. I temi <strong>di</strong><br />

ricerca si sono ridotti <strong>di</strong> numero e si osserva una tendenza a focalizzare la sperimentazione per<br />

ottenere “masse critiche” <strong>di</strong> uomini e risorse su uno stesso tema.<br />

Predomina, in armonia con le tendenze o<strong>di</strong>erne, un orientamento dettato dalle metodologie<br />

della biologia molecolare soprattutto per quanto riguarda lo stu<strong>di</strong>o del meccanismo<br />

d’azione dei farmaci.<br />

L’impiego degli stu<strong>di</strong> con colture in vitro è fondamentale per approfon<strong>di</strong>re l’indagine, tuttavia è<br />

ancora presente un numero significativo <strong>di</strong> ricerche in vivo, l’unico modo - ancora oggi - per<br />

poter validare le ricerche in vitro e per poter realizzare modelli sempre più vicini alle malattie<br />

umane. In questo senso è aumentato considerevolmente l’impiego <strong>di</strong> animali transgenici.<br />

I temi fondamentali <strong>di</strong> ricerca sono quelli tra<strong>di</strong>zionali dell’<strong>Istituto</strong>: oncologia, neuroscienze,<br />

car<strong>di</strong>ovascolare, malattie renali, trapianti d’organo, biologia cellulare, biochimica molecolare. Di<br />

significato anche gli stu<strong>di</strong> che riguardano ambiente e salute. Si è accentuato lo stu<strong>di</strong>o delle<br />

malattie rare e dei farmaci orfani sia a livello sperimentale che clinico ed epidemiologico.<br />

In tutta la ricerca del “<strong>Mario</strong> Negri” l’ipotesi è quella <strong>di</strong> sviluppare intorno a ognuno dei gran<strong>di</strong><br />

temi citati una complessità <strong>di</strong> approcci che vada dalla ricerca <strong>di</strong> base, alla farmacocinetica, alla<br />

farmacologia, agli stu<strong>di</strong> clinici controllati, all’analisi epidemiologica e, quando possibile, alla<br />

epidemiologia dei servizi.<br />

Il numero delle pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali “peer reviewed” è arrivato a<br />

oltre 11.000.<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca necessita, come componente fondamentale, della formazione <strong>di</strong> giovani<br />

ricercatori che trovano nel lavoro <strong>di</strong> laboratorio, non solo la possibilità <strong>di</strong> esprimere le loro idee,<br />

ma anche l’opportunità <strong>di</strong> ottenere un <strong>di</strong>ploma attraverso la scuola <strong>di</strong> qualificazione<br />

professionale riconosciuta dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a o il titolo <strong>di</strong> Ph.D. in collaborazione con la<br />

Open University, UK. Di particolare interesse sono altri tipi <strong>di</strong> formazione in<strong>di</strong>rizzati alla statistica<br />

biome<strong>di</strong>ca, ai me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale, ai pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> famiglia e agli infermieri per la ricerca<br />

clinica. Infine fa parte integrante delle attività del “<strong>Mario</strong> Negri” un interesse per l’informazione a<br />

tutti i livelli, formalizzato nel Centro <strong>di</strong> Informazione per le Malattie Rare, nel Centro <strong>di</strong><br />

Informazione sui Farmaci e sul sito web www.marionegri.it.<br />

L’attività scientifica ha subito le <strong>di</strong>fficoltà del recente trasferimento alla nuova sede in via G. La<br />

Masa 19 (Milano), dove tuttavia sono <strong>di</strong>sponibili maggiori spazi e nuove, moderne tecnologie.<br />

In tempi così <strong>di</strong>fficili per la ricerca italiana la gratitu<strong>di</strong>ne dell’<strong>Istituto</strong> va a tutti gli enti pubblici e<br />

privati, nonché a Fondazioni e a privati citta<strong>di</strong>ni che hanno reso possibile, con i loro contributi,<br />

piccoli e gran<strong>di</strong>, la realizzazione delle attività riportate in questo volume. Grazie a tutti.<br />

Silvio Garattini<br />

3<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

4<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />

“<strong>Mario</strong> Negri”<br />

Milano<br />

RAPPORTI<br />

ATTIVITA’ <strong>2007</strong><br />

<strong>di</strong>partimenti e laboratori<br />

5<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

6<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA<br />

PERSONALE<br />

Capo Dipartimento<br />

Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir.<br />

Ufficio Stu<strong>di</strong> Oncologici e Documentazione<br />

Documentalista Scientifico<br />

Stefania FILIPPESCHI, Per.Chim.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Antitumorale<br />

Capo Laboratorio<br />

Unità <strong>di</strong> Biofisica<br />

Capo Unità<br />

Unità <strong>di</strong> Citometria<br />

Capo Unità<br />

Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir.<br />

Paolo UBEZIO, Dr.Fis.<br />

Eugenio ERBA, Dr. An. Chim. Biol.<br />

Unità <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Antitumorale<br />

Capo Unità<br />

Massimo ZUCCHETTI, Dr.CTF<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare<br />

Capo Laboratorio<br />

Unità <strong>di</strong> Riparazione del DNA<br />

Capo Unità<br />

Massimo BROGGINI, Ph.D.<br />

Giovanna DAMIA, Dr. Med. Chir.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali<br />

Capo Laboratorio<br />

Unità <strong>di</strong> Angiogenesi Tumorale<br />

Capo Unità<br />

Raffaella GIAVAZZI, Dr.Sci.Biol., Ph.D.<br />

Giulia TARABOLETTI, Dr.Sci.Biol.<br />

Unità <strong>di</strong> Terapia Antitumorale Molecolare<br />

Capo Unità<br />

Maria Rosa BANI, Dr.Sci.Biol., Ph.D.<br />

7<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Laboratorio per lo Sviluppo <strong>di</strong> Nuove Strategie <strong>Farmacologiche</strong><br />

Capo Laboratorio<br />

Valter TORRI, Dr.Med.Chir.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche<br />

Capo Laboratorio<br />

Irene FLORIANI, Dr.Sci.Biol., Dr.Stat., Ph.D.<br />

Laboratorio per la Ricerca Traslazionale e <strong>di</strong> Outcome in Oncologia<br />

Capo Laboratorio<br />

Unità <strong>di</strong> Ginecologia e Oncologia<br />

Capo Unità<br />

Giovanni APOLONE, Dr.Med.Chir.<br />

Roldano FOSSATI, Dr.Med.Chir.<br />

Centro per lo Stu<strong>di</strong>o e la Ricerca sul Dolore<br />

Responsabile<br />

Giovanni Apolone, Dr.Med.Chir.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sul Coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in Sanità<br />

Capo Laboratorio<br />

Paola MOSCONI, Dr.Sci.Biol.<br />

8<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Maurizio D'Incalci si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia con lode all'Università <strong>di</strong> Milano nel 1977. Si è<br />

specializzato in Farmacologia presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, e in Oncologia all'Università <strong>di</strong> Genova.<br />

Ha lavorato nel laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare del National Cancer Institute <strong>di</strong> Bethesda, Md,<br />

nel 1983 e 1984. Dal 1986 è capo del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Antitumorale dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

e dal 1996 del Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia dello stesso <strong>Istituto</strong>.<br />

E' stato presidente del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione<br />

Europea <strong>di</strong> Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC). Dal 1994 al 1997 è stato presidente del<br />

comitato che supervisiona lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi farmaci dell'EORTC (NDDO) e dal 1997 al 2000 è stato<br />

presidente della Divisione <strong>di</strong> Ricerca della stessa organizzazione. Dal 2000 al 2003 è stato membro del<br />

Board dell’EORTC.<br />

Dal 1997 è Preclinical Coor<strong>di</strong>nator della Southern Europe New Drug Organization (SENDO) e dal 2006<br />

è capo del New Agents Committee (NAC).<br />

E’ nel comitato e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> numerose riviste scientifiche internazionali e, dal settembre 2000, è E<strong>di</strong>tor<br />

for Experimental Oncology dell’European Journal of Cancer.<br />

E' autore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 440 articoli che riguardano la farmacologia antitumorale e <strong>di</strong> numerosi capitoli <strong>di</strong> libri.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Grosso F., Jones R.L. Demetri G.D., Judson I.R., Blay J.Y., Le Cesne A., Sanfilippo R., Casieri P., Collini P., Dileo P.,<br />

Spreafico C., Stacchiotti S., Tamborini E., Tercero J.C., Jimeno J., D’Incalci M., Gronchi A., Fletcher J.A., Pilotti S.,<br />

Casali P.G. Efficacy of Trabecte<strong>di</strong>n (ET-743) in advanced pre-treated myxoid liposarcomas. Lancet Oncology, 8: 595-<br />

602 (<strong>2007</strong>).<br />

• Salvati E., Leonetti C., Rizzo A., Scarsella M., Mottolese M., Galati R., Sperduti I., Stevens M., D’Incalci M., Blasco<br />

M., Chiorino G., Horard B., Gilson E., Zupi G., Biroccio A. Telomere damage promotes antitumoral activity of the G-<br />

quadruplex ligand RHPS4. J. Clin. Invest., 117:3236-3247 (<strong>2007</strong>).<br />

• Zongaro S., de Stanchina E., Colombo T., D’Incalci M., Giulotto E., Mondello C. Stepwise neoplastic transformation of<br />

a telomerase immortalized fibroblast cell line. Cancer Research, 65:(24): 11411-11418 (2005).<br />

• Allavena P., Signorelli M., Chieppa M., Erba E., Bianchi G., Marchesi F., Garbi A., Lissoni A., de Braud F., Jimeno J.<br />

and D’Incalci M. Anti-inflammatory properties of the novel antitumor agent Yondelis (Trabecte<strong>di</strong>n): inhibition of<br />

macrophage <strong>di</strong>fferentiation and cytokine production. Cancer Res., 65(7):2964-2971 (2005).<br />

• Lupi M., Matera G., Branduar<strong>di</strong> D., D’Incalci M., Ubezio P., Cytostatic and cytotoxic effects of topotecan decoded by a<br />

novel mathematical simulation approach, Cancer Research, 64: 2825-2832 (2004).<br />

• Gambacorti-Passerini C., Zucchetti M., Russo D., Frapolli R., Verga M., Bungaro S., Tornaghi L., Rossi F., Pioltelli P.,<br />

Pogliani E., Corneo G., Alberti D., D’Incalci M. Alpha 1 acid glycoprotein (AGP) binds to STI571 and substantially<br />

alters its pharmacokinetics in chronic myeloid leukemia patients. Clin. Cancer Res., 9: 625-632 (2003).<br />

• Tavecchio M., Natoli C., Ubezio P., Erba E., D’Incalci M. Dynamics of cell cycle phase perturbations by Trabecte<strong>di</strong>n<br />

(ET-743) in nucleotide excision repair (NER)-deficient and NER-proficient cells, unravelled by a novel mathematical<br />

simulation approach. Cell proliferation, 40: 885-904 (<strong>2007</strong>).<br />

Giovanni Apolone, laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia (1982, Pavia) e specializzato in Me<strong>di</strong>cina Interna<br />

(1987, Pavia) e Ricerca Farmacologica (1992, Milano) è responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca<br />

Traslazionale e <strong>di</strong> Outcome.<br />

Principali aree <strong>di</strong> interesse:<br />

a) aspetti metodologici, etici e regolamentativi della ricerca clinica, con particolare attenzione<br />

all’oncologia e al dolore nei pazienti con cancro;<br />

b) meto<strong>di</strong> per la valutazione e il monitoraggio della qualità degli interventi sanitari;<br />

c) sviluppo e validazione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> case-mix e outcome;<br />

d) programmi <strong>di</strong> formazione, informazione ed educazione nell’area me<strong>di</strong>co-sanitaria.<br />

E' Vice-Presidente del Comitato Etico dell’<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia (Milano) ed esperto presso l'<br />

agenzia Europea per i farmaci (EMEA- Londra). Ha pubblicato più <strong>di</strong> 200 articoli scientifici e <strong>di</strong>vulgativi.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Fossati R, Apolone G, Negri Emanuele, Compagnoni A, La Vecchia C, Mangano S, Clivio L, Garattini S<br />

A double-blind, placebo controlled, randomized trial of bupropion for smoking cessation in primary care<br />

Arch Intern Med <strong>2007</strong> 167 : 1791-179<br />

• Bertele' V, Banzi R, Capasso F, Tafuri G, Trotta F, Apolone G, Garattini S Haematological anticancer drugs in Europe:<br />

any added value at the time of approval?<br />

Eur J Clin Pharmacol <strong>2007</strong> 63 : 713-719<br />

• Apolone G, Mangano S, Compagnoni A, Negri Emanuele, Mosconi P, Mannino S, Villa M, Zuccaro P,<br />

A multi<strong>di</strong>sciplinary project to improve the quality of cancer pain management in Italy. Background, methods and<br />

preliminary results J Ambul Care Manage 2006 29 : 332-341<br />

9<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Apolone G, La Vecchia C, Garattini S. Targeted kinase inhibitors in lung cancer: from EGFR to patients Eur J of<br />

Cancer, 42: 124-125, 2006<br />

• Apolone G, Joppi R, Bertelè V & Garattini S. Ten years of marketing approvals of anti-cancer drugs in Europe.<br />

Regulatory policy and guidance documents need to find a balance between <strong>di</strong>fferent pressures BJC 93: 504-509, 2005<br />

• Gallus S, Colombo P, Apolone G, Zuccaro P, La Vecchia C. A tax to prevent the epidemic of lung cancer. Lancet 366:<br />

288, 2005<br />

Massimo Broggini ha frequentato la facoltà <strong>di</strong> scienze biologiche dell’Università <strong>di</strong> Milano, si è<br />

specializzato in Biochimica presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, e ha ottenuto il titolo <strong>di</strong> PhD presso la Open<br />

University, UK. Ha lavorato per un breve periodo nel laboratorio <strong>di</strong> Molecular Pharmacology del<br />

National Cancer Institute <strong>di</strong> Bethesda, Md, nel 1986. Dal 1991 è capo dell’unità <strong>di</strong> Farmacologia<br />

Molecolare dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e dal 1999 del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare dello stesso<br />

<strong>Istituto</strong>. I suoi interessi scientifici riguardano lo stu<strong>di</strong>o del meccanismo <strong>di</strong> azione <strong>di</strong> nuovi farmaci<br />

antitumorali, la ricerca <strong>di</strong> proteine e geni alterati in neoplasie umane e lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> oncosoppressori.<br />

E' membro del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione Europea<br />

<strong>di</strong> Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC) e dell’American Association for Cancer Research. E’<br />

membro del gruppo e<strong>di</strong>toriale della rivista European Journal of Cancer. E' autore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 100 articoli<br />

scientifici pubblicati su riviste internazionali.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Zangrossi S, Marabese M, Broggini M, Giordano R, D'Erasmo M, Montelatici E, Intini D, Neri A, Pesce M, Rebulla P,<br />

Lazzari L. Oct-4 expression in adult human <strong>di</strong>fferentiated cells challenges its role as a pure stem cell marker. Stem Cells.<br />

<strong>2007</strong>;25(7):1675-80.<br />

• Marrazzo E, Marchini S, Previ<strong>di</strong> S, Broggini M. Questioning the oncogenic role of DeltaNp73alpha in <strong>di</strong>fferent cell lines<br />

expressing p53 or not. Cancer Biol Ther. 2006;5(7):794-803.<br />

• Polato F, Codegoni A, Fruscio R, Perego P, Mangioni C, Saha S, Bardelli A, Broggini M. PRL-3 phosphatase is<br />

implicated in ovarian cancer growth. Clin Cancer Res. 2005 11:6835-9.<br />

• Maffucci T, Piccolo E, Cumashi A, Iezzi M, Riley AM, Saiar<strong>di</strong> A, Godage HY,Rossi C, Broggini M, Iacobelli S, Potter<br />

BV, Innocenti P, Falasca M. Inhibition of the phosphatidylinositol 3-kinase/Akt pathway by inositol pentakisphosphate<br />

results in antiangiogenic and antitumor effects. Cancer Res. 2005;65:8339-49.<br />

• Marabese M, Marchini S, Sabatino MA, Polato F, Vikhanskaya F, Marrazzo E, Riccar<strong>di</strong> E, Scanziani E, Broggini M.<br />

Effects of inducible overexpression of DNp73alpha on cancer cell growth and response to treatment in vitro and in vivo.<br />

Cell Death Differ. 2005;12:805-14.<br />

• Sabatino MA, Colombo T, Geroni C, Marchini S, Broggini M. Enhancement of in vivo antitumor activity of classical<br />

anticancer agents by combination with the new, glutathione-interacting DNA minor groove-binder, brostallicin. Clin<br />

Cancer Res. 2003;9:5402-8.<br />

Irene Floriani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 e in Biostatistica e Statistica Sperimentale nel<br />

2003 presso l’Università <strong>di</strong> Milano. Nel 2005 ha ottenuto il titolo <strong>di</strong> phD in Life Sciences alla Open<br />

University <strong>di</strong> Londra.<br />

Dopo un’esperienza <strong>di</strong> circa 10 anni presso alcune industrie farmaceutiche, nel 2002 è <strong>di</strong>venuta capo<br />

dell’Unità <strong>di</strong> Biometria e Data Management del Laboratorio per la Ricerca Clinica Oncologica e dal 2006<br />

è Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Clinici all’interno del Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia.<br />

E’ attualmente membro <strong>di</strong> tre comitati etici lombar<strong>di</strong> come esperto in biostatistica.<br />

Le principali aree <strong>di</strong> interesse comprendono gli aspetti statistici della metodologia della ricerca clinica,<br />

con particolare riferimento agli stu<strong>di</strong> clinici in oncologia; le revisioni sistematiche della letteratura<br />

me<strong>di</strong>ca e gli aspetti metodologici dei test <strong>di</strong>agnostici.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Cascinu S, Labianca R, Barone C, Santoro A, Carnaghi C, Cassano A, Beretta GD, Catalano V, Bertetto O, Barni S,<br />

Frontini L, Aitini E, Rota S, Torri V, Floriani I. Adjuvant treatment of high-risk, ra<strong>di</strong>cally resected gastric cancer<br />

patients with 5-fluorouracil, leucovorin, cisplatin, and epidoxorubicin in a randomized controlled trial.<br />

J Natl Cancer Institute (<strong>2007</strong>); 99: 601-7<br />

• Ruzzo A, Graziano F, Loupakis F, Rulli E, Canestrari E, Santini D, Catalano V, Ficarelli R, Maltese P, Bisonni R, Masi<br />

G, Schiavon G, Giordano P, Giustini L, Falcone A, Tonini G, Silva R, Mattioli R, Floriani I, and Magnani M.<br />

Phamacogeneic profiling in patients with advanced colorectal cancer treated first-line FOLFOX-4 chemotherapy<br />

Annals of Oncology (<strong>2007</strong>); 25: 1247-1254<br />

• Cazzaniga M, Mustacchi G, Pronzato P, De Matteis A, Di Costanzo F, Floriani I on behalf of the NORA Study Group<br />

Adjuvant treatment of early breast cancer: do the St Gallen recommendations influence clinical practice? Results from<br />

the NORA study. Annals of Oncology (<strong>2007</strong>)<br />

• Mandalà M, Reni M, Cascinu S, Barni S, Floriani I, Cereda S, Berar<strong>di</strong> R, Mosconi S, Torri V, Labianca R.<br />

Venous thromboembolism pre<strong>di</strong>cts poor prognosis in irresectable pancreatic cancer patients.<br />

Annals of Oncology (<strong>2007</strong>); 10: 1660-5<br />

10<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Mustacchi G, Cazzaniga ME, Pronzato P, De Matteis A, Di Costanzo F, Floriani I on Behalf of the NORA Study<br />

Group. Breast cancer in elderly women: a <strong>di</strong>fferent reality? Results from the NORA study. Annals of Oncology (<strong>2007</strong>);<br />

18: 991-6<br />

• Gregorc V, Spreafico A, Floriani I, Colombo B, Ludovini V, Pistola L, Bellezza G, Vigano MG, Villa E, Corti A.<br />

Prognostic value of circulating chromogranin A and soluble tumor necrosis factor receptors in advanced nonsmall cell<br />

lung cancer. Cancer (<strong>2007</strong>); 110; 845-53<br />

Raffaella Giavazzi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1979 presso l’Università <strong>di</strong> Milano dove in<br />

seguito si è specializzata in Farmacologia. Ricercatrice presso il Cancer Metastasis and Treatment<br />

Laboratory, NCI-FCRDC, <strong>di</strong> Frederick, Maryland (1981-1983); Professore Assistente presso il<br />

Department of Cell Biology dell’M.D. Anderson Hospital and Tumor Institute, Università del Texas<br />

(1983 al 1985). Il suo interesse scientifico si sviluppa nell’area della biologia e della farmacologia dei<br />

tumori rivolto allo stu<strong>di</strong>o del processo metastatico e dell’angiogenesi e alla valutazione pre-clinica <strong>di</strong><br />

nuovi farmaci antitumorali, antimetastatici e antiangiogenici, con particolare interesse allo sviluppo <strong>di</strong><br />

terapie <strong>di</strong> combinazione. Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi dal 1986, è anche<br />

Professore a contratto presso la Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia dell’Università <strong>di</strong> Brescia, membro del<br />

Collegio dei Docenti del Dottorato <strong>di</strong> Ricerca in Fisiologia-Farmacologia-Tossicologia molecolare e<br />

cellulare presso l’Università <strong>di</strong> Siena, Membro del comitato esecutivo del SENDO (South Europe New<br />

Drug Development Office, Milano) e del comitato scientifico Fondazione Pezcoller. E’ stata Consulente<br />

scientifico per il National Cancer Institute (NCI) - Developmental Therapeutics Program <strong>di</strong> Bethesda,<br />

USA (1998-2006).<br />

E’ Membro dell’American Association for Cancer Research (AACR), dell’European Association for<br />

Cancer Research (EACR), dell’International Metastases Research Society , dell’EORTC e della Società<br />

Italiana <strong>di</strong> Cancerologia (SIC) della quale è stata Presidente (2006-<strong>2007</strong>).<br />

E’ membro del comitato e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> “European Journal of Cancer”, “Clinical Experimental Metastasis”,<br />

“Journal Exp. Therapeutic & Oncology”, “The International Journal of Biological Markers”, “Current<br />

Cancer Therapy Reviews” e “Journal of Chemotherapy”.<br />

E’ autore <strong>di</strong> circa 150 articoli scientifici su giornali “peer reviewer” e <strong>di</strong> 34 capitoli <strong>di</strong> libri.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Martinelli M., Bonezzi K., Riccar<strong>di</strong> E., Kuhn E., Frapolli R., Zucchetti M., Ryan A.J., Taraboletti G.,<br />

Giavazzi R.: Sequence dependent antitumour efficacy of the vascular <strong>di</strong>srupting agent ZD6126 in combination with<br />

paclitaxel. British Journal of Cancer 97:888-94, <strong>2007</strong>.<br />

• Giavazzi R., Bani M.R.,Taraboletti G.: Tumor–host interaction in the optimization of paclitaxel-based combination<br />

therapies with vascular targeting compounds. Cancer Metastasis Rev. 26:481–88, <strong>2007</strong>.<br />

• Naumova E., Ubezio P., Garofalo A., Borsotti P., Cassis L., Riccar<strong>di</strong> E., Scanziani E., Eccles S.A., Bani M.R., Giavazzi<br />

R.: The vascular targeting property of paclitaxel is enhanced by SU6668, a receptor tyrosine kinase inhibitor, causing<br />

apoptosis of endothelial cells and inhibition of angiogenesis. Clin. Cancer Research 12(6):1839-49, 2006.<br />

• Bani M.R., Nicoletti M.I., Alkharouf N.W., Ghilar<strong>di</strong> C., Petersen D., Erba E., Sausville E.A., Liu E.T., Giavazzi R.:<br />

Gene expression correlating with response to paclitaxel in ovarian carcinoma xenografts. Molecular Cancer Therapeutics<br />

3(2):111-121, 2004.<br />

• Belotti D., Paganoni P., Manenti L., Garofalo A., Marchini S., Taraboletti G., Giavazzi R.: Matrix Metalloproteinases<br />

(MMP9 and MMP2) Induce the Release of Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) by Ovarian Carcinoma Cells:<br />

Implications for Acites Formation. Cancer Res. 63:5224-5229, 2003.<br />

• Micheletti G., Poli M., Borsotti P., Martinelli M., Imberti B., Taraboletti G., Giavazzi R.: Vascular-targeting Activity of<br />

ZD6126, a Novel Tubulin-bin<strong>di</strong>ng Agent. Cancer Res. 63:1534-37, 2003.<br />

Paola Mosconi, laureata in Scienze Biologiche (Milano 1982) è specializzata in Ricerca Farmacologica<br />

(Milano 1984). Principali aree <strong>di</strong> interesse:<br />

a) progetti che riguardano la valutazione della qualità della vita e della salute<br />

b) progetti <strong>di</strong> partnership tra associazioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni e pazienti e società scientifiche<br />

c) progetti per la valutazione del tipo <strong>di</strong> informazione fornita su malattia e trattamenti, messa a punto <strong>di</strong><br />

portali internet sui temi della informazione (www.partecipasalute.it; www.paincare.it)<br />

d) progetti <strong>di</strong> coinvolgimento <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> pazienti per la pubblicazione <strong>di</strong> opuscoli sui temi<br />

dell’informazione e assistenza sanitaria<br />

Paola Mosconi ha partecipato come docente, o coor<strong>di</strong>natore, alla realizzazione <strong>di</strong> Corsi <strong>di</strong> Formazione<br />

professionale e aggiornamento per personale sanitario e rappresentanti <strong>di</strong> associazioni <strong>di</strong> volontariato.<br />

11<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Mosconi P, Colombo C, Satolli R, Liberati A. PartecipaSalute, an Italian project to involve lay people, patients’ associations<br />

and scientific-me<strong>di</strong>cal representatives on the health debate. Health Expectations 10: 194-204, <strong>2007</strong>.<br />

• Mosconi P, Satolli R, Colombo Cinzia, Liberati A, Donati S, Mele A. Hormone replacement therapy and information: in Italy a<br />

Consensus Conference to help woman decision. British Me<strong>di</strong>cal Journal, <strong>2007</strong><br />

http://www.bmj.com/cgi/eletters/335/7613/239#174012<br />

• O’Connel D, Mosconi P. An active role for patients in clinical research? Drug Development Research 67 (3): 188-192, 2006.<br />

• Mosconi P, Colombo Cinzia, La Bianca R, Apolone G. Oncologists' opinions about research ethics committees in Italy: an<br />

update, 2004. Eur J Cancer Prev 2006; 15: 91-94<br />

• Leone M A, Beghi E, Righini C, Apolone G, Mosconi P. Epilepsy and quality of life in adults: a review of instruments.<br />

Epilepsy Research 66: 23-44, 2005.<br />

• Mosconi P, Poli P, Giolo A, Apolone G. How health consumers feel about clinical research: a questionnaire survey. European<br />

Journal of Public Health 15: 372-379, 2005.<br />

• Mosconi P, Buchanan M, Kyriakides S, Fernandez-Marcos A, Horvatin J, O'Connell D, Zernik N, on behalf of EUROPA<br />

DONNA. EUROPA DONNA: has strength in its heterogeneity. European J Cancer 40: 1145-1149, 2004.<br />

• Mosconi P, Apolone G. Fixed and dynamic health related quality of life measurements. J Headache Pain S31-S34, 2003.<br />

Valter Torri si è laureato in Me<strong>di</strong>cina nel 1985 presso l’Università <strong>di</strong> Milano e si è specializzato in<br />

Oncologia Me<strong>di</strong>ca nel 1989 all’università <strong>di</strong> Milano .<br />

Attività formative 1985: Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, con Lode, Università <strong>di</strong> Milano; 1988<br />

Specializzazione in <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong>, <strong>Istituto</strong> ‘<strong>Mario</strong> Negri’ Milano; 1989 Specializzazione in<br />

Oncologia Me<strong>di</strong>ca, Università <strong>di</strong> Milano; 1989-1991 Ricercatore presso la Biometric Research Branch of<br />

Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda , MD (USA)<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Aspetti statistici della metodologia della ricerca clinica, in particolare sulle<br />

sperimentazioni cliniche controllate in oncologia; Metodologia delle revisioni sistematiche; aspetti<br />

metodologici sulla valutazione dei test <strong>di</strong>agnostici<br />

Ruolo attuale: Capo del Laboratorio per lo sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie farmacologiche, Dipartimento <strong>di</strong><br />

Oncologia, <strong>Istituto</strong> ‘<strong>Mario</strong> Negri’, Milano.<br />

Cronologia professionale: 1983-1985: Ricercatore presso il reparto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna dell’Ospedale<br />

Policlinco, Università <strong>di</strong> Milano; 1985-1989: Assistente <strong>di</strong> ricerca presso l’unità <strong>di</strong> clinical trials del<br />

laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica, <strong>Istituto</strong> ‘<strong>Mario</strong> Negri’ Milano; 1989-199: Ricercatore presso la<br />

Biometric Research Branch of Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda , MD (USA); 1994:<br />

Capo dell’unità <strong>di</strong> biometria del laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia clinica in Oncologia, <strong>Istituto</strong> ‘<strong>Mario</strong> Negri,<br />

Milano; 1995: Vice Direttore del Centro ‘Cochrane’ Italiano; 2001: Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca<br />

Clinica Oncologica, Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia, <strong>Istituto</strong> ‘<strong>Mario</strong> Negri’, Milano; 2006: Capo del<br />

Laboratorio per lo sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie farmacologiche, Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia, <strong>Istituto</strong> ‘<strong>Mario</strong><br />

Negri’, Milano.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Mandalà M, Reni M, Cascinu S, Barni S, Floriani I, Cereda S, Berar<strong>di</strong> R, Mosconi S, Torri V, Labianca R. Venous<br />

thromboembolism pre<strong>di</strong>cts poor prognosis in irresectable pancreatic cancer patients. Ann Oncol. <strong>2007</strong>;18(10):1660-5.<br />

• Malesci A, Laghi L, Bianchi P, Delconte G, Randolph A, Torri V, Carnaghi C, Doci R, Rosati R, Montorsi MRoncalli M,<br />

Gennari L, Santoro A. Reduced likelihood of metastases in patients with microsatellite-unstable colorectal cancer. Clin Cancer<br />

Res. <strong>2007</strong>;13(13):3831-9.<br />

• Garassino MC, Hollander L, Torri V. Bevacizumab for non-small-cell lung cancer. N Engl J Med. <strong>2007</strong>;356(13):1373<br />

• Cascinu S, Labianca R, Barone C, Santoro A, Carnaghi C, Cassano A, Beretta GD, Catalano V, Bertetto O, Barni S, Frontini<br />

L, Aitini E, Rota S, Torri V, FlorianiI; Italian Group for the Study of Digestive Tract Cancer, Adjuvant treatment of high-risk,<br />

ra<strong>di</strong>cally resected gastric cancer patients with 5-fluorouracil, leucovorin, cisplatin, and epidoxorubicin in a randomised<br />

controlled trial. J Natl Cancer Inst. <strong>2007</strong>;99(8):601-7.<br />

• Graziano F, Kawakami K, Ruzzo A, Watanabe G, Santini D, Pizzagalli F, Bisonni R, Mari D, Floriani I, Catalano V, Silva R,<br />

Tonini G, Torri V, Giustini L, Magnani M Methylenetetrahydrofolate reductase 677C/T gene polymorphism, gastric cancer<br />

susceptibility and genomic DNA hypomethylation in an at-risk Italian population. Int J Cancer 2006 118 : 628-632<br />

• Torri V: Clinical trials and data management In: Oxford textbook of oncology, 2nd. ed. Vol. 1. Oxford Univ. Press, Oxford;<br />

2002 : 1123-1134<br />

Maria Rosa Bani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e<br />

ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione <strong>di</strong> Biologo nel 1990. Si è specializzata in Ricerca<br />

Farmacologia nel 1991 (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri e regione Lombar<strong>di</strong>a) e in<br />

Ricerca Biome<strong>di</strong>ca nel 1993 (Consorzio <strong>Mario</strong> Negri Sud e regione Abruzzo).<br />

Nel 2005 ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Doctor of Philosophy (PhD) della Open University (Regno Unito).<br />

12<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Dal 1991 al 1995 è stata ricercatrice presso il Sunnybrook Health Science Center, Università <strong>di</strong> Toronto<br />

(Canada) e tra il 2000 e il 2001 ricercatore scientifico presso l’Advance Technology Centre del National<br />

Cancer Institute, Gaithensburg, MD (USA).<br />

E’ ricercatore presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri dal 1996 e Capo dell’Unità <strong>di</strong><br />

Terapia Antitumorale e Molecolare dall’aprile 2004. Dal 2004 è Scientific Manager <strong>di</strong> STROMA, un<br />

progetto integrato nell’ambito del 6°Programma Quadro della Commissione Europea.<br />

E’ membro dell’American Association for Cancer Reserach (AACR), della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Cancerologia (SIC) e dell’European Association for Cancer Research (EACR).<br />

Il suoi interessi scientifici si sviluppano nell’area della biologia dei tumori e degli stu<strong>di</strong> molecolari <strong>di</strong><br />

meto<strong>di</strong>che terapeutiche e loro efficacia in ambito preclinico.<br />

E’ co-autore <strong>di</strong> 32 articoli scientifici su giornali “peer reviewer”, 2 capitoli e 55 riassunti dei quali 15<br />

selezionati per la presentazione orale a meeting internazionali<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Giavazzi R., Bani M.R.,Taraboletti G.: Tumor–host interaction in the optimization of paclitaxel-based combination<br />

therapies with vascular targeting compounds. Cancer Metastasis Rev. 26:481–88, <strong>2007</strong>.<br />

• Bani M.R., Nicoletti M.I., Alkharouf N.W., Ghilar<strong>di</strong> C., Petersen D., Erba E., Sausville E.A., Liu E.T. and Giavazzi R.<br />

Gene expression correlating with response to paclitaxel in ovarian carcinoma xenografts. Molecular Cancer Therapeutics<br />

3: 111-121, 2004.<br />

• Vikhanskaya F, Bani M.R., Borsotti P., Ghilar<strong>di</strong> C., Ceruti R., Ghisleni G., Marabese M., Giavazzi R., Broggini M.,<br />

Taraboletti G. p73 overexpression increases VEGF and reduces thrombospon<strong>di</strong>n-1 production:implication for tumor<br />

angiogenesis. Oncogene 20 : 7293-7300, 2001.<br />

• Taraboletti G., Sonzogni L., Vergani V., Hosseini G., Ceruti R., Ghilar<strong>di</strong> C., Bastone A., Toschi E., Borsotti P.,<br />

Scanziani E., Giavazzi R., Pepper M.S., Stetler-Stevenson W.G., Bani M.R. Post-transcriptional stimulation of<br />

endothelial cell matrix metalloproteinases 2 and 1 by endothelioma cells. Experimental Cell Research 258 : 384-394,<br />

2000.<br />

• Alessandri G., Chirivi R.G.S., Fiorentini S., Dossi R., Bonardelli S., Giulini S.M., Zanetta G., Landoni F., Graziotti P.P.,<br />

Turano A., Caruso A., Zar<strong>di</strong> L. Giavazzi R., Bani M.R., Phenotypic and functional characteristics of tumor-derived<br />

microvascular endothelial cells. Clinical & Experimental Metastasis 17 : 655-662, 1999.<br />

• Bani M.R., Rak J., Adachi D., Wiltshire R., Trent J.M., Kerbel R.S., Ben-David Y. Multiple features of advanced<br />

melanoma recapitulated in tumorigenic variants of early stage (ra<strong>di</strong>al growth phase) human melanoma cell lines:<br />

evidence for a dominant phenotype. Cancer Research 5 : 3075-3086, 1996.<br />

Giovanna Damia si è laureata in me<strong>di</strong>cina e chirurgia con lode all’Università <strong>di</strong> Milano nel 1985. Si è<br />

specializzata in Farmacologia presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, e in oncologia all’Università <strong>di</strong> Milano nel<br />

1989.<br />

Ha lavorato nel Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia Sperimentale del National Cancer Institute, Frederick, USA.<br />

Ha lavorato come borsista nel Laboratorio <strong>di</strong> Chemioterapia Antitumorale dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e<br />

dall’aprile 2003 è capo dell’Unità <strong>di</strong> Riparazione del DNA del Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia dell’<strong>Istituto</strong><br />

<strong>Mario</strong> Negri.<br />

Dal 1992 al1995 è stata consulente della Segreteria Generale del Progetto Finalizzato CNR "Applicazioni<br />

Cliniche della Ricerca Oncologica".<br />

Dal settembre 2005 è Deputy E<strong>di</strong>tor for Experimental Oncology <strong>di</strong> European Journal of Cancer.<br />

Principali aree <strong>di</strong> interesse: meccanismo d’azione dei farmaci antitumorali, checkpoints del ciclo cellulare<br />

e composti naturali.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Simone M, Erba E, Damia G, Vikhanskaya F, Di Francesco A M, Riccar<strong>di</strong> R, Baldeyrou B, Bailly C, Cuevas C, Sousa-Faro J<br />

M F, D'Incalci M. Variolin B and its derivate deoxy-variolin B: New marine natural compounds with cyclin-dependent kinase<br />

inhibitor activity. Eur J Cancer 2005; 41: 2366-2377<br />

• Carrassa L, Broggini M, Erba E, Damia G. Chk1, but not Chk2, is involved in the cellular response to DNA damaging agents.<br />

Differential activity in cells expressing or not p53. Cell Cycle 2004; 3: 1177-1181<br />

• Damia G, Broggini M. Improving the selectivity of cancer treatment by interfering with cell response pathways. Eur J Cancer<br />

2004; 40: 2550-2559<br />

• Damia G, Broggini M. Cell cycle checkpoint proteins and cellular response to treatment by anticancer agents. Cell Cycle<br />

2004; 3: 46-50<br />

• Carrassa L, Broggini M, Vikhanskaya F, Damia G. Characterization of the 5' flanking region of the human chk1 gene.<br />

Identification of E2F1 functional sites. Cell Cycle 2003; 2: 604-609<br />

• Damia G, Sanchez Y, Erba E, Broggini M. DNA damage induces p53-dependent down-regulation of hCHK1. J Biol Chem<br />

2001; 276: 10641-10645<br />

13<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Eugenio Erba ha ottenuto il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Perito Tecnico Industriale nel 1979. Dal 1971 fa parte dello staff<br />

del Laboratorio <strong>di</strong> Chemioterapia Antitumorale dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e dal 1984 è capo dell'Unità <strong>di</strong><br />

Citometria a Flusso del Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Milano. Nel 1983 ha<br />

frequentato per un breve periodo il Dipartimento <strong>di</strong> Istochimica e Citochimica dell'Università <strong>di</strong> Leiden,<br />

Olanda. Dal 1997 è docente nel Corso <strong>di</strong> Perfezionamento in Citometria a Flusso dell'Università degli<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e dal 1989 è coor<strong>di</strong>natore e docente in numerosi Corsi Teorico-Pratici organizzati da<br />

Società, Enti e Università italiane. E' socio fondatore e Presidente del GIC (Società Italiana <strong>di</strong> Citometria)<br />

negli anni 1999/2001 e ad oggi componente del Consiglio Direttivo della stessa Società.<br />

La sua esperienza professionale specifica è lo stu<strong>di</strong>o del meccanismo d'azione <strong>di</strong> composti con attività<br />

antitumorale ed in particolare della valutazione delle perturbazioni del ciclo cellulare me<strong>di</strong>ante tecniche<br />

momoparametriche e biparametriche <strong>di</strong> citometria a flusso. Componente <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> lavoro per la<br />

standar<strong>di</strong>zzazione delle misure citometriche con particolare riferimento alla misura del DNA ed alla<br />

valutazione dell'attività proliferativa nel GIC.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Paulis M., Bensi M., Orioli D., Mondello C., Mazzini G., D’Incalci M., Falcioni C., Radaelli E., Erba E., Raimon<strong>di</strong><br />

E., De Carli L. Transfer of a Human Chromosomal Vector from a Hamster Cell Line to a Mouse Embryonic Stem<br />

Cell Line. Stem Cell , 25:2543-2550 (<strong>2007</strong>)<br />

• Tavecchio M., Natoli C., Ubezio P., Erba E., D’Incalci M. Dynamics of cell cycle perturbations by trabecte<strong>di</strong>n (ET-<br />

743) in nucleotide excision repair (NER) –deficient and NER-proficient cells, unravelled by a novel mathematical<br />

simulation approach. Cell Prolif., 40:885-904 (<strong>2007</strong>)<br />

• Dolfini E., Roncoroni L., Dogliotti E., Sala G., Erba E., Sacchi N., Ghidoni R. Resveratrol impairs the formation of MDA-<br />

MB-231 multicellular tumor spheroids concomitant with ceramide accumulation. Cancer Lett <strong>2007</strong>; 249: 143-147.<br />

• Tognon G., Bernasconi S., Celli N., Faircloth G.T. Cuevas C., Jimeno J., Erba E., D’Incalci M. Induction of resistance<br />

to Apli<strong>di</strong>n® in a human ovarian cancer cell line related to MDR expression. Cancer Biology and Therapy, 4(12):<br />

1325-1330 (2005).<br />

• Minuzzo M., Ceribelli M., Pitarque-Martì M., Borrelli S., Erba E., <strong>di</strong> Silvio A., D’Incalci M., Mantovani R. Selective<br />

effects of the anti-cancer drug Yondelis (ET-743) on cell-cycle promoters. Mol. Pharmacol., 68: 1496-1503 (2005).<br />

• Simone M., Erba E., Damia G., Vikhanskaya F., Di Francesco A.M., Riccar<strong>di</strong> R., Bailly C., Cuevas C., Fernandez<br />

Sousa-Faro J.M., D’Incalci M. Variolin B and its derivate deoxy-Variolin B: new marine natural compounds with a<br />

cyclin-dependent-kinase inhibitor activity. Eur. J. Cancer, 41: 2366-2377 (2005).<br />

• Allavena P., Signorelli M., Chieppa M., Erba E., Bianchi G., Marchesi F., Garbi A., Lissoni A., de Braud F., Jimeno<br />

J. and D’Incalci M. Anti-inflammatory properties of the novel antitumor agent Yondelis (Trabecte<strong>di</strong>n): inhibition of<br />

macrophage <strong>di</strong>fferentiation and cytokine production. Cancer REs., 65(7):2964-2971 (2005).<br />

• Tognon G., Frapolli G., Zaffaroni M., Erba E., Zucchetti M., Faircloth G.T., M. D’Incalci, Fetal bovine serum, but not human<br />

serum inhibits the in vitro cytotoxicity of ET-743 (Yondelis TM; trabecte<strong>di</strong>n). An example of potential problems for<br />

extrapolation of active drug concentrations from in vitro stu<strong>di</strong>es. Cancer Chemother Pharmacol., 53(1): 89-90 (2004).<br />

• Erba E., Cavallaro E., Damia G., Mantovani R., Di Silvio A, Di Francesco A.M., Riccar<strong>di</strong> R., Cuevas C., Faircloth<br />

G.T., D’Incalci M. The unique biological features of the marine product YondelisTM (ET-743, Trabecte<strong>di</strong>n) are<br />

shared by its analog ET-637, which lacks the C ring. Oncology Research, 14: 579-587 (2004).<br />

Roldano Fossati si laurea con lode in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università <strong>di</strong> Milano nel 1980, nel 1983 si<br />

specializza con lode in Endocrinologia, Università <strong>di</strong> Verona e nel 1992 si specializza in Statistica<br />

Sanitaria, Università <strong>di</strong> Milano. Consulente presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri dal 1983 è, attualmente,<br />

responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Oncologia e Ginecologia nel Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca Translazionale e Outcome<br />

in Oncologia.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: aspetti statistici e metodologici della ricerca clinica e in particolare degli stu<strong>di</strong> clinici<br />

controllati in oncologia; revisione sistematica della letteratura me<strong>di</strong>ca.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• R. Fossati, C. Confalonieri, G. Apolone, S. Cavuto, S. Garattini. Does a drug do better when is new? Annals of<br />

Oncology: 13:470-473;2002<br />

• F.E. Johnson, K.S. Virgo, R. Fossati. Follow-up for patients with colorectal cancer after curative-intent primary treatment.<br />

J Clin Oncol 22:1363-65;2004<br />

• Labianca R., Fossati R. , Zaniboni A., Torri V., Marsoni S., Nitti D., Boffi L., Scatizzi M., Tar<strong>di</strong>o B., Mastrodonato N.,<br />

Banducci S., Consani G., Pancera G. on behalf of ACOI/GIVIO/GISCAD investigators. Randomized Trial of Intraportal<br />

and/or Systemic Adjuvant Chemotherapy in Patients with Colon Carcinoma. J Natl Cancer Inst 96:750-8;2004<br />

• P. Benedetti Panici, A. Maggioni, N. Hacker, F. Landoni, S. Ackermann, E. Campagnutta, K. Tamussino, R. Winter, A.<br />

Pellegrino, S. Greggi, R. Angioli, N. Manci, G. Scambia, T. Dell'Anna, R. Fossati, I. Floriani, R.S. Rossi, R. Grassi, G.<br />

Favalli, F. Raspagliesi, D. Giannarelli, L. Martella, C. Mangioni. Systematic Aortic and Pelvic Lymphadenectomy versus<br />

Resection of Bulky Nodes Only in Optimally Debulked Advanced Ovarian Cancer: A Randomized Clinical Trial J Natl<br />

Cancer Inst 97:1-6;2005<br />

14<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Buda A, Fossati R, Colombo N, Fei F, Floriani I, Gueli Alletti D, Katsaros D, Landoni F, Lissoni A, Calzoni C, Sartori E,<br />

Scollo P, Torri V, Zola P, Mangioni C. Randomized trial of neoadjuvant chemotherapy comparing paclitaxel, ifosfamide,<br />

and cisplatin with ifosfamide and cisplatin followed by ra<strong>di</strong>cal surgery in patients with locally advanced squamous cell<br />

cervical carcinoma: The SNAP01 (Stu<strong>di</strong>o Neo-Adjuvante Por. J Clin Oncol 2005; 23: 4137-4145.<br />

• Maggioni A, Benedetti Panici P, Dell'anna T, Landoni F, Lissoni A, Pellegrino A, Rossi RS, Chiari S, Campagnutta E,<br />

Greggi S, Angioli R, Manci N, Calcagno M, Scambia G, Fossati R, Floriani I, Torri V, Grassi R, Mangioni<br />

C.Randomised study of systematic lymphadenectomy in patients with epithelial ovarian cancer macroscopically confined<br />

to the pelvis. Br J Cancer. 2006 Sep 18;95(6):699-704.<br />

• Maggi R, Lissoni A, Spina F, Melpignano M, Zola P, Favalli G, Colombo A, Fossati R. Adjuvant chemotherapy vs<br />

ra<strong>di</strong>otherapy in high-risk endometrial carcinoma: results of a randomised trial. Br J Cancer. 2006 Aug 7;95(3):266-71<br />

• Fruscio R, Colombo N, Lissoni AA, Garbi A, Fossati R, Ieda' N, Torri V, Mangioni C.A phase II randomised clinical trial<br />

comparing cisplatin, paclitaxel and ifosfamide with cisplatin, paclitaxel and epirubicin in newly <strong>di</strong>agnosed advanced<br />

epithelial ovarian cancer: long-term survival analysis. Br J Cancer. 2008 Feb 5; [Epub ahead of print]<br />

• Marabese M, Marchini S, Marrazzo E, Mariani P, Cattaneo D, Fossati R, Compagnoni A, Signorelli M, Moll UM,<br />

Codegoni AM, Broggini M. Expression levels of p53 and p73 isoforms in stage I and stage III ovarian cancer. Eur J<br />

Cancer. 2008 Jan;44(1):131-141. Epub <strong>2007</strong> Nov 26.<br />

• Marchini S, Marabese M, Marrazzo E, Mariani P, Cattaneo D, Fossati R, Compagnoni A, Fruscio R, Lissoni AA,<br />

Broggini M. {Delta}Np63 expression is associated with poor survival in ovarian cancer. Ann Oncol. <strong>2007</strong> Nov 12;<br />

[Epub ahead of print]<br />

• Fossati R, Apolone G, Negri E, Compagnoni A, La Vecchia C, Mangano S, Clivio L, Garattini S; for the General Practice<br />

Tobacco Cessation Investigators Group. A double-blind, placebo-controlled, randomized trial of bupropion for smoking<br />

cessation in primary care. Arch Intern Med. <strong>2007</strong> Sep 10;167(16):1791-7.<br />

Giulia Taraboletti si è laureata con lode in Scienze Biologiche all’Università <strong>di</strong> Pavia nel 1983 e nel<br />

1986 ha ottenuto la specializzazione in Farmacologia presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Milano. Ricercatrice<br />

dal 1986 al 1988 presso il Laboratory of Pathology, NCI, NIH, Bethesda, Maryland; dal 1988 al 1995 è<br />

ricercatrice all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri sede <strong>di</strong> Bergamo. Dal 1995 è Capo dell’Unità Angiogenesi Tumorale<br />

presso i Laboratori <strong>di</strong> Bergamo.<br />

I suoi interessi scientifici includono l’angiogenesi tumorale, gli inibitori endogeni dell’angiogenesi<br />

(trombospon<strong>di</strong>na-1) e stu<strong>di</strong> preclinici <strong>di</strong> composti antiangiogenici e antivascolari, tra cui agenti che<br />

legano la tubulina.<br />

E’ membro della Metastasis Research Society (MRS, Membro del Direttivo), dell’American Association for Cancer Research<br />

(AACR), dell’European Association for Cancer Research (EACR) e della Società Italiana <strong>di</strong> Cancerologia (SIC). E’ nel comitato<br />

e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> European Journal of Cancer.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Giavazzi R., Bani M.R.,Taraboletti G. Tumor–host interaction in the optimization of paclitaxel-based<br />

combination therapies with vascular targeting compounds. Cancer Metastasis Rev, 26:481–88, <strong>2007</strong>.<br />

• Martinelli M., Bonezzi K., Riccar<strong>di</strong> E., Kuhn E., Frapolli R., Zucchetti M., Ryan A.J., Taraboletti G., Giavazzi R.<br />

Sequence dependent antitumour efficacy of the vascular <strong>di</strong>srupting agent ZD6126 in combination with paclitaxel. Br J<br />

Cancer 97:888-94, <strong>2007</strong>.<br />

• Margosio B., Marchetti D., Vergani V., Giavazzi R., Rusnati M., Presta M., and Taraboletti G. Thrombospon<strong>di</strong>n-1 as a<br />

scavenger for matrix-associated fibroblast growth factor-2. Blood 102: 4399-4406, 2003.<br />

• Taraboletti G, D’Ascenzo S, Borsotti P, Giavazzi R, Pavan R, and Dolo V Shed<strong>di</strong>ng of MMP-2, MMP-9 and MT1-<br />

MMP as membrane vesicle-associated components by endothelial cells. Am J Pathol,160: 673-680, 2002<br />

• Taraboletti G. Micheletti G, Rieppi M, Poli M, Turatto M, Rossi C, Borsotti P, Roccabianca P, Scanziani E, Nicoletti MI,<br />

Bombardelli E, Morazzoni P, Riva A, and Giavazzi R. Antiangiogenic and antitumor activity of IDN 5390, a new taxane<br />

derivative. Clin Cancer Res. 8: 1182-1188, 2002<br />

• Taraboletti G., Morbidelli L., Donnini S., Parenti A., Granger H.J., Giavazzi R., and Ziche M.The heparin bin<strong>di</strong>ng 25<br />

kDa fragment of thrombospon<strong>di</strong>n-1 promotes angiogenesis and modulates gelatinase and TIMP-2 production in<br />

endothelial cells. FASEB J., 14: 1674-1676, 2000.<br />

Paolo Ubezio si è laureato con lode in Fisica nel 1982 presso l'Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e si è<br />

specializzato nel 1986 in Ricerca Farmacologica presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong><br />

Negri.<br />

Attività formative: Docente delle scuole regionali <strong>di</strong> Specialista <strong>di</strong> Ricerca Farmacologica e Tecnici <strong>di</strong><br />

Ricerca<br />

Principali linee <strong>di</strong> ricerca: i) Sviluppo e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> ciclo cellulare; ii) Metodologia e analisi dei<br />

dati in citometria a flusso; iii) Valutazione <strong>di</strong> effetti citostatici e citotossici <strong>di</strong> farmaci antitumorali, singoli<br />

o in combinazione, in<strong>di</strong>rizzata all'ottimizzazione dei trattamenti chemioterapici.<br />

Dal 1991 ricopre l'incarico <strong>di</strong> Capo dell’Unità <strong>di</strong> Biofisica presso <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />

<strong>Mario</strong> Negri.<br />

15<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Basse, B., Ubezio, P. (<strong>2007</strong>) A generalised age and phase structured model of human tumour cell populations both<br />

umperturbed and exposed to a range of cancer therapies. Bull. Math. Biol. 69:1673-90.<br />

• Lupi, M., Matera, G., Natoli, C., Colombo, V., Ubezio, P. (<strong>2007</strong>) The Contribution of p53 in the Dynamics of Cell Cycle<br />

Response to DNA Damage Interpreted by a Mathematical Model. Cell Cycle 6:943-950.Spinelli, L., Torricelli, A.,<br />

Ubezio, P., Basse, B. (2006) Modelling the balance between quiescence and cell death in normal and tumour cell<br />

popularions Math Biosciences 202: 349-370.<br />

• Lupi, M., Matera, G., Branduar<strong>di</strong>, D., D'Incalci M. and Ubezio, P. (2004) Cytostatic and cytotoxic effects of topotecan<br />

decoded by a novel mathematical simulation approach. Cancer Res. 64: 2825-2832.<br />

• Matera, G., Lupi, M.,and Ubezio, P. (2004) Heterogeneous cell response to topotecan in a CFSE-based proliferation test.<br />

Cytometry 62A:118-128.<br />

• Ubezio, P. (2004) Unravelling the complexity of cell cycle effects of anticancer drugs in cell populations.Discrete and<br />

Continuous Dynamical Systems-Series B 4:323-335.<br />

• Tomasoni, D., Lupi, M., Bekkal Brikci, F. and Ubezio, P. (2003) Timing the changes of cyclin E cell content in G1 in<br />

exponentially growing cells. Exp Cell Res.; 288: 158-167.<br />

• Montalenti, F., Sena, G., Cappella, P., and Ubezio, P. (1998) Simulating cancer-cell kinetics after drug treatment:<br />

Application to cisplatin on ovarian carcinoma. Phys. Rev. E, 57:5877-5887.<br />

Massimo Zucchetti si è laureato nel 1982 in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Dopo la<br />

specializzazione in <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

<strong>di</strong> Milano, ha lavorato dal 1988 al 1990 nel Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica e Farmacocinetica del<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia presso l’Ospedale San Giovanni <strong>di</strong> Bellinzona, Svizzera. Dal 1996 è capo<br />

dell’Unità <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Antitumorale dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong><br />

Milano. E’ membro del Pharmacology and Molecular Mechanisms Group dell’EORTC (Organizzazione<br />

Europea <strong>di</strong> Ricerca e il Trattamento del Cancro) dal 1988 ad oggi.<br />

I campi <strong>di</strong> maggior interesse dove svolge l’attività <strong>di</strong> ricerca sono:<br />

a) Farmacologia Clinica, stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Fase I e II <strong>di</strong> nuovi farmaci<br />

b) Analisi <strong>di</strong> farmaci, stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacocinetica e <strong>di</strong> farmaco<strong>di</strong>namica<br />

c) Stu<strong>di</strong> clinici in GCP e GLP<br />

d) Farmacocinetica e stu<strong>di</strong> metabolici <strong>di</strong> nuovi farmaci in modelli animali<br />

e) Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> interazione farmacocinetica tra farmaci<br />

E’ autore o coautore <strong>di</strong> oltre 70 pubblicazioni scientifiche su argomenti <strong>di</strong> chemioterapia antitumorale<br />

clinica e preclinica.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Frapolli R., Marangon E., Zaffaroni M., Colombo T., Falcioni C., Bagnati R., Simone M., D’Incalci M., Manzotti C.,<br />

Fontana G., Morazzoni P., Zucchetti M. Pharmacokinetics and metabolism in mice of IDN 5390 (13-(N-Boc-3-ibutylisoserinoyl)-C-7,8-seco-10-deacetylbaccatin<br />

III), a new oral C-seco-taxane derivative with antiangiogenic property<br />

effective on paclitaxel-resistant tumors. Drug Metabolism and Disposition, 34(12):2028-2035 (2006).<br />

• Rizzari C., Citterio M., Zucchetti M., Conter V., Chiesa R., Colombini A., Malguzzi S., D’Incalci M. Pharmacological<br />

study on pegylated asparaginase used in front-line treatment of children with acute lymphoblastic leukemia.<br />

Haematologica, 91: 24-31 (2006).<br />

• Fruscio R., Lissoni A.A., Frapolli R., Corso S., Mangioni C., D’Incalci M., Zucchetti M. Clindamycin-Paclitaxel<br />

pharmacokinetic interaction in ovarian cancer patients. Cancer Chemother. Pharmacol., 58(3): 319-325 (2006).<br />

• Gambacorti Passerini C, Zucchetti M, Russo D, Frapolli R, Verga M, Bungaro S, Tornaghi L, Rossi F, Pioltelli P,<br />

Pogliani E, Alberti D, Corneo G, D'Incalci M Alpha 1 acid glycoprotein binds to imatinib (STI571) and substantially<br />

alters its pharmacokinetics in chronic myeloid leukemia patients Clin Cancer Res 2003; 9: 625-632<br />

• Pratesi G, Laccabue D, Lanzi C, Cassinelli G, Supino R, Zucchetti M, Frapolli R, D'Incalci M, Bombardelli E,<br />

Morazzoni P, Riva A, Zunino F IDN 5390: An oral taxane can<strong>di</strong>date for protracted treatment schedules Br J Cancer<br />

2003; 88: 965-972<br />

• Zaffaroni M, Frapolli R, Colombo T, Fruscio R, Bombardelli E, Morazzoni P, Riva A, D'Incalci M, Zucchetti M<br />

High-performance liquid chromatographic assay for the determination of the novel C-Seco-taxane derivative (IDN 5390)<br />

in mouse plasma. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Life Sci 2002; 780: 93-98<br />

16<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />

Il Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia è formato da tre laboratori sperimentali preclinici (Laboratorio <strong>di</strong><br />

Farmacologia Antitumorale, Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare e Laboratorio <strong>di</strong> Biologia<br />

e Terapia delle Metastasi) e da quattro laboratori in<strong>di</strong>rizzati a stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo clinico (Laboratorio<br />

per lo Sviluppo <strong>di</strong> Nuove Strategie <strong>Farmacologiche</strong>, Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche,<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca Translazionale e <strong>di</strong> Outcome in Oncologia e Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sul<br />

Coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in Sanità). Ospita inoltre il Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> due network <strong>di</strong><br />

ospedali che conducono ricerche cliniche nei tumori ginecologici (MaNGO: <strong>Mario</strong> Negri<br />

Gynecologic&Oncology) e nel dolore associato a cancro (CPOR-SG: Cancer Pain Outcome<br />

Rsaerch Study Group) e un Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> e Stu<strong>di</strong> sul Dolore da Cancro (CERP:Center for<br />

the Evaluation and Research on Pain).<br />

In alcuni casi i progetti <strong>di</strong> ricerca sono stati attuati unicamente da singoli laboratori o unità <strong>di</strong><br />

ricerca, in altri casi sono attuati attraverso la collaborazione tra <strong>di</strong>versi laboratori dello stesso<br />

<strong>di</strong>partimento, <strong>di</strong> altri <strong>di</strong>partimenti o <strong>di</strong> gruppi esterni all’<strong>Istituto</strong> (ve<strong>di</strong> collaborazioni nazionali e<br />

internazionali).<br />

Le aree <strong>di</strong> ricerca dei laboratori preclinici riguardano la scoperta, lo stu<strong>di</strong>o e lo sviluppo <strong>di</strong><br />

nuovi farmaci antitumorali e antimetastatici e nuove combinazioni tra farmaci, lo stu<strong>di</strong>o della<br />

biologia dei tumori in<strong>di</strong>rizzati non soltanto per acquisire nuove conoscenze scientifiche, ma<br />

soprattutto come base per approcci terapeutici più selettivi e per identificare e validare modelli<br />

sperimentali adatti per scoprire e stu<strong>di</strong>are farmaci o modalità terapeutiche innovative.<br />

Lo sviluppo clinico dei nuovi farmaci, conta sia sulla forte collaborazione alle attività del<br />

SENDO (South Europe New Drugs Organization) sia sugli stu<strong>di</strong> condotti dal Laboratorio <strong>di</strong><br />

Farmacologia Antitumorale, dal Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare e dal Laboratorio <strong>di</strong><br />

Biologia e Terapia delle Metastasi. Il Laboratorio per lo Sviluppo <strong>di</strong> Nuove Strategie<br />

<strong>Farmacologiche</strong>, il Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche, il Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca<br />

Translazionale e <strong>di</strong> Outcome in Oncologia e il Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sul Coinvolgimento dei<br />

Citta<strong>di</strong>ni in Sanità sono coinvolti nella valutazione degli effetti delle nuove terapie attraverso<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fase I/II e <strong>di</strong> fase III comparativa e in stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> efficacia. A livello della Ricerca degli<br />

Outcome (Outcome Research), poiché questa implica l’attivazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> per conoscere i<br />

risultati finali <strong>di</strong> particolari pratiche sanitarie e <strong>di</strong> interventi nella pratica clinica, parecchi stu<strong>di</strong><br />

osservazionali e <strong>di</strong> esito sono stati condotti in collaborazione con Istituzioni sanitarie regionali e<br />

nazionali nonché con Società Scientifiche.<br />

A livello preclinico e clinico sono stati condotti stu<strong>di</strong> su <strong>di</strong>fferenti neoplasie umane, tuttavia la<br />

maggior parte delle attività è stata riservata agli stu<strong>di</strong> sui tumori ovarici e più recentemente sui<br />

sarcomi delle parti molli.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

ET-743 a concentrazioni nanomolari altera i meccanismi <strong>di</strong> regolazione della trascrizione.<br />

Inoltre, cellule deficienti nel “Nucleotide Excision Repair” sono meno suscettibili a ET-743<br />

mentre sono sensibili ai raggi UV e ad altri farmaci antitumorali che danneggiano il DNA.<br />

Elaborazione e uso <strong>di</strong> modelli matematici della crescita tumorale e del trattamento antitumorale<br />

per l'interpretazione dei dati sperimentali e la gestione della complessità dei fenomeni biologici<br />

coinvolti.<br />

17<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Derivazione della relazione teorica tra i fenomeni <strong>di</strong> proliferazione, quiescenza e "cell loss", che<br />

regolano la crescita dei tumori.<br />

La Variolina e alcuni suoi derivati hanno mostrato una rapida induzione <strong>di</strong> apoptosi in <strong>di</strong>verse<br />

linee cellulari tumorali poco suscettibili ad altri farmaci antitumorali agendo come inibitori <strong>di</strong><br />

chinasi cicline-<strong>di</strong>pendenti.<br />

Me<strong>di</strong>ante analisi <strong>di</strong> espressione genica, è possibile classificare le pazienti con tumore ovarico in<br />

sta<strong>di</strong>o precoce in modo preciso rispetto all’istotipo, al grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione e al rischio <strong>di</strong><br />

reci<strong>di</strong>va della malattia.<br />

L’espressione <strong>di</strong> una forma troncata della proteina p63 (DNp63) aumenta con l’aumentare della<br />

malignità del carcinoma ovarico e pazienti con elevata espressione <strong>di</strong> DNp63 hanno una<br />

prognosi peggiore. DNp63 rappresenta quin<strong>di</strong> un nuovo target per nuove terapie selettive in<br />

questo tumore.<br />

E’ stato messo a punto un sistema efficiente per la downregolazione selettiva <strong>di</strong> CHK1 in vivo<br />

me<strong>di</strong>ante siRNA. Il sistema si presta ad analisi <strong>di</strong> combinazioni <strong>di</strong> farmaci in vivo e allo stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> nuovi inibitori dei checkpoints.<br />

Un derivato delle antracicline, la nemorubicina ha un meccanismo <strong>di</strong> azione peculiare che la<br />

rende particolarmente sensibile in tumori resistenti a farmaci come cisplatino. La combinazione<br />

tra i due farmaci risulta in un effetto altamente sinergico.<br />

Fibroblasti embrionali e timociti isolati da topi KO per DRAGO mostrano una ridotta risposta<br />

al trattamento con <strong>di</strong>versi agenti antitumorali. Il gene DRAGO è un gene particolarmente<br />

responsivo a p73.<br />

Analoghi dell’inositolo pentafosfato interferiscono con la fosforilazione dell’akt indotta dalla<br />

PI3-kinase e mostrano attività antitumorale in vitro e in vivo.<br />

Cellule staminali umane derivate da cordone ombelicale esprimono geni coinvolti nei<br />

checkpoint cellulari solo in determinati fasi del <strong>di</strong>fferenziamento. E’ possibile che questo sia in<br />

relazione con la <strong>di</strong>versa vulnerabilità delle cellule.<br />

L’inibizione della PLC gamma, ottenuta utilizzando siRNA, riduce la crescita tumorale in vivo e<br />

la formazione <strong>di</strong> metastasi.<br />

Sono stati identificati geni <strong>di</strong>fferentemente espressi dalle cellule endoteliali isolate dai tumori<br />

rispetto alle cellule endoteliali dei tessuti sani.<br />

Il VEGF prodotto dalle cellule tumorali influenza la risposta al paclitaxel; l’impiego<br />

dell’anticorpo anti-VEGF Bevacizumab ne migliora l’efficacia terapeutica.<br />

VEGF rilasciato dalle cellule <strong>di</strong> tumore ovarico stimola l’espressione <strong>di</strong> MMP9 da parte<br />

dell’ospite; l’anticorpo anti-VEGF Bevacizumab inibisce l’espressione <strong>di</strong> MMP9 e l’invasione<br />

del carcinoma ovarico.<br />

Sono state identificate nuove molecole con potenziale attività antineoplastica <strong>di</strong>rette contro i<br />

vasi sanguigni tumorali (“Vascular Disrupting Agents”).<br />

La sequenza <strong>di</strong> somministrazione dei farmaci determina l’efficacia <strong>di</strong> terapie <strong>di</strong> combinazione<br />

tra agenti con attività “antivascolare” e chemioterapici che legano la tubulina.<br />

18<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

E’ stato identificato e caratterizzato un nuovo dominio antiangiogenico della trombospon<strong>di</strong>na<br />

(un inibitore fisiologico dell'angiogenesi) che lega il fattore angiogenico FGF-2.<br />

L’inibitore delle istone deacetilasi SAHA aumenta l’effetto citotossico del paclitaxel in cellule<br />

<strong>di</strong> carcinoma ovarico resistenti al paclitaxel; l’effetto è me<strong>di</strong>ato da induzione nell’acetilazione<br />

della tubulina.<br />

L’espressione <strong>di</strong> PAR-1 (Protease-activated receptor-1) correla con il fenotipo maligno delle<br />

cellule <strong>di</strong> melanoma ed è responsabile della loro motilità e capacità invasiva.<br />

Stu<strong>di</strong>o ICON4: lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>mostra un miglioramento della sopravvivenza nel carcinoma<br />

dell'ovaio in sta<strong>di</strong>o avanzato con l'utilizzo <strong>di</strong> terapia <strong>di</strong> seconda linea a base <strong>di</strong> platino derivati e<br />

taxolo.<br />

La risposta al trattamento chemioterapico è un buon in<strong>di</strong>catore surrogato della sopravvivenza in<br />

pazienti con carcinoma della cervice localmente avanzato.<br />

La chemioterapia a<strong>di</strong>uvante con lo schema <strong>di</strong> Vindesina, Mitomicina C e Cisplatino (MVP) nel<br />

carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) non ha prodotto un miglioramento della<br />

sopravvivenza rispetto alla sola chirurgia.<br />

Il sito del progetto PartecipaSalute (www.partecipasalute.it) ha un carattere molto innovativo<br />

nel panorama dei siti <strong>di</strong> italiani <strong>di</strong> salute poiché introduce, e sviluppa con strumenti ad hoc, il<br />

trasferimento <strong>di</strong> informazioni in modo attivo.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o LYMPHADENECTOMY “ha risolto due deca<strong>di</strong> <strong>di</strong> incertezze sul ruolo della<br />

linfoadenectomia sistematica nel carcinoma ovarico in sta<strong>di</strong>o avanzato” (e<strong>di</strong>toriale) <strong>di</strong>mostrando<br />

che questo approccio chirurgico non ha un impatto significativo sulla sopravvivenza delle<br />

pazienti. Le complicazioni associate alla linfoadenectomia potranno così essere risparmiate a<br />

molte pazienti con questa neoplasia. Simili conclusioni sono state ricavate da uno stu<strong>di</strong>o<br />

pubblicato successivamente e condotto su pazienti con malattia macroscopicamente confinata<br />

alla pelvi.<br />

Il farmaco Bupropione è in grado <strong>di</strong> aumentare significativamente la proporzione <strong>di</strong> pazienti che<br />

sono rimasti astinenti al fumo,anche ad un anno <strong>di</strong> follow-up dopo il trattamento farmacologico.<br />

I risultati sono da considerarsi importanti in quanto ottenuti con un <strong>di</strong>segno rigoroso (RCT, in<br />

doppio cieco, con placebo) nel setting della me<strong>di</strong>cina generale, e quin<strong>di</strong> sono imme<strong>di</strong>atamente<br />

riferibili a con<strong>di</strong>zioni reali <strong>di</strong> trattamento.<br />

Uno stu<strong>di</strong>o randomizzato <strong>di</strong> fase II ha <strong>di</strong>mostrato che regimi chemioterapici contenenti sia<br />

ifosfamide che epirubicina sono efficaci nella terapia del carcinoma avanzato dell’ovaio anche<br />

se il profilo <strong>di</strong> tossicità dell’epirubicina sembra migliore. Questo stu<strong>di</strong>o vanta un periodo <strong>di</strong><br />

follow up particolarmente lungo che ha consentito <strong>di</strong> osservare sopravvivenze sensibilmente<br />

superiori rispetto ad altri stu<strong>di</strong> condotti in scenari clinici simili. Gli autori hanno suggerito che<br />

un approccio terapeutico particolmente intensivo, che faccia ricorso a più linee chemioterapiche,<br />

possa aver avuto un impatto positivo su queste pazienti.<br />

La valutazione della epidemiologia del dolore cronico nei pazienti con cancro, associata alla<br />

descrizione dei profili <strong>di</strong> trattamento analgesico e alla qualità della cura fornita. Uno stu<strong>di</strong>o<br />

condotto su tutto l'ambito nazionale da 110 centri in 1801 casi ha <strong>di</strong>mostrato che una quota non<br />

trascurabile <strong>di</strong> pazienti (fino al 40%) arriva alla osservazione dei centri specializzati <strong>di</strong><br />

oncologia, palliazione e terapia del dolore in sostanziale under-treatment, soprattutto per un non<br />

ottimale utilizzo <strong>di</strong> morfina o farmaci oppiacei. Inoltre l'osservazione fino a 3 mesi della coorte<br />

19<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

longitu<strong>di</strong>nale (1461) ha permesso <strong>di</strong> raccogliere fondamentali osservazioni sulla evoluzione <strong>di</strong><br />

molti endpoint analgesici e palliativi e <strong>di</strong> identificare la proporzione <strong>di</strong> soggetti che non<br />

rispondono in modo sod<strong>di</strong>sfacente alla terapia analgesica (non-responders: 25-30%)<br />

La <strong>di</strong>mostrazione che la maggior parte dei nuovi farmaci anti-tumorali per tumori oncoematologici,<br />

valutati positivamente dalla Agenzia Europea dei Farmaci (EMEA) e<br />

successivamente messi in commercio e prescritti a migliaia <strong>di</strong> pazienti, in realtà sono stati<br />

approvati con un notevole "debito informativo" sul loro effettivo rapporto rischio-beneficio.<br />

Una revisione <strong>di</strong> tutte le valutazioni condotte da EMEA nell'ultimo decennio ha <strong>di</strong>mostrato che<br />

nel 2/3 dei casi, dato il <strong>di</strong>segno dello stu<strong>di</strong>o e il tipo <strong>di</strong> endpoint utilizzati, i nuovi farmaci non<br />

mostravano possedere un valore aggiunto in termini <strong>di</strong> beneficio terapeutico.<br />

L’attività <strong>di</strong> formazione e informazione svolta con le associazioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni & pazienti<br />

attraverso il progetto PartecipaSalute ha portato alla organizzazione <strong>di</strong> uno spazio <strong>di</strong> lavoro – lo<br />

spazio Parita (Partecipare alla ricerca insieme alle associazioni) – nel quale vengono <strong>di</strong>scusse le<br />

aree grigie della conoscenza identificate dai pazienti come punto <strong>di</strong> partenza per la messa a<br />

punto <strong>di</strong> veri e propri progetti <strong>di</strong> ricerca da <strong>di</strong>scutere con la comunità scientifica. Una raccolta<br />

dati ad hoc con la collaborazione delle associazioni dei pazienti ha messo in evidenza quali sono<br />

i bisogni <strong>di</strong> ricerca clinica dei pazienti dal punto <strong>di</strong> vista dei pazienti stessi.<br />

Sviluppo e validazione <strong>di</strong> un nuovo questionario breve, il PGWBI-short adatto ad un utilizzo in<br />

ampie popolazioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni o pazienti.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

ASR, Agenzia Sanitaria Regionale, Bologna<br />

AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco (Roma)<br />

Azienda Sanitaria Locale, Rimini<br />

Assessorato Sanità, Regione Emilia Romagna<br />

Azienda Sanitaria Unica Regionale, Regione Marche<br />

Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (IRCCS)<br />

CNPDS, Centro Nazionale per la prevenzione e Difesa Sociale, Milano<br />

CNR IGBE, Pavia<br />

CNR, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Chimica del Riconoscimento Molecolare, Milano<br />

Cochrane Collaboration<br />

EUROPA DONNA<br />

Federazione Italiana Società Scientifiche<br />

Fondazione LUVI, Milano<br />

Fondazione Nerina e <strong>Mario</strong> Mattioli Onlus, Milano<br />

Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia<br />

Fondazione SmithKline (FSK), Milano<br />

Fondo Edo Tempia, Laboratorio <strong>di</strong> Farmacogenomica, Biella<br />

I.A.S.I., Roma<br />

<strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas, Rozzano MI<br />

<strong>Istituto</strong> Dermopatico dell'Immacolata, Roma<br />

<strong>Istituto</strong> Ortope<strong>di</strong>co Galeazzi, Milano<br />

Istituti Ortope<strong>di</strong>ci Rizzoli, Bologna<br />

<strong>Istituto</strong> dei Tumori <strong>di</strong> Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia (IEO), Milano<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Fisica, Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />

20<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Genetica Molecolare CNR, Sezione <strong>di</strong> Istochimica e Citometria, Pavia<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Genova<br />

<strong>Istituto</strong> Regina Elena, Roma<br />

Laboratorio Cell factory, Policlinico <strong>di</strong> Milano<br />

Ospedale San Gerardo, Monza, Milano<br />

Ospedale San Matteo, Pavia<br />

Unità <strong>di</strong> Tossicologia e Scienze Biome<strong>di</strong>che, ENEA Centro <strong>Ricerche</strong>, Roma<br />

Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma<br />

Università <strong>di</strong> Bari<br />

Università <strong>di</strong> Brescia<br />

Università <strong>di</strong> Chieti<br />

Università <strong>di</strong> L’Aquila<br />

Università <strong>di</strong> Milano<br />

Università <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia<br />

Università <strong>di</strong> Monza<br />

Università <strong>di</strong> Catania<br />

Università <strong>di</strong> Padova<br />

Università <strong>di</strong> Pisa<br />

Università <strong>di</strong> Siena<br />

Università “La Sapienza”, Roma<br />

Za<strong>di</strong>g, Agenzia <strong>di</strong> Giornalismo scientifico<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

ARCAGY (Association de Recherche sur les Cancers Gynécologiques), Francia<br />

Breakthrough Breast Cancer Center, Instutite of Cancer Reasearch, Londra, Gran Bretagna<br />

Cancer Biomarkers and Prevention Group, University of Leicester, Gran Bretagna<br />

Cancer Research UK, Londra, Gran Bretagna<br />

Cancerdegradome Consortium, IP 6th FP, EC<br />

EORTC, Bruxelles, Belgio<br />

EUROPA DONNA<br />

European Agency for the Evaluation of Me<strong>di</strong>cinal Products (EMEA), Londra, Gran Bretagna<br />

European Regulatory Issues on Quality of life Assessment (ERIQA), Parigi, Francia<br />

Executive Board of GCIG (Gynecologic Cancer Intergroup)<br />

Genome Institute of Singapore (GIS), Singapore<br />

German Cancer Research Center, Division of Toxicology and Cancer Risk Factors, Heidelberg,<br />

Germania<br />

Goteborg University, Lundberg Laboratory for Cancer Research, Goteborg, Svezia<br />

Helios Klinikum Erfurt GmbH, Institute of Pathology, Germania<br />

<strong>Istituto</strong> Oncologico della Svizzera Italiana<br />

Johns Hopkins University, USA<br />

Ludwig Institute for Cancer Research, Londra, Gran Bretagna<br />

National Cancer Center, Singapore<br />

Stony Brook University, NY USA<br />

Massachusetts General Hospital and Harvard Me<strong>di</strong>cal School, USA<br />

MD Anderson Cancer Center, Houston, Texas, USA<br />

MRC, Londra, Gran Bretagna<br />

National Cancer Institute (NCI), Bethesda and Frederick, MD, USA<br />

Ospedale San Giovanni, Bellinzona, Svizzera<br />

Paterson Institute for Cancer Research, Manchester, Gran Bretagna<br />

Southern Europe New Drug Organization (SENDO), Milano, Italia<br />

21<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Stroma Consortium, IP 6th FP, EC<br />

Swiss Federal Institute of Technology, Zurigo, Svizzera<br />

The Sackler Institute, University College Londra, Gran Bretagna<br />

Tumor Biology and Metastasis Institute of Cancer Research, Sutton, Gran Bretagna<br />

University College, London Me<strong>di</strong>cal School, Londra, Gran Bretagna<br />

University of Birmingham, Gran Bretagna<br />

University of Cincinnati, USA<br />

University of Crete Me<strong>di</strong>cal School, Greece<br />

University of Newcastle, Gran Bretagna<br />

University of Pau, Francia<br />

University of Wisconsin, Ma<strong>di</strong>son, WI, USA<br />

Kyoto University, Giappone<br />

Weizmann Institute of Science, Israele<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Attualità in Senologia (Paola Mosconi)<br />

British Journal of Cancer (Maurizio D’Incalci)<br />

Chemotherapy (Maurizio D’Incalci)<br />

Clinical Experimental Metastasis (Raffaella Giavazzi)<br />

Current Opinion in Oncologic, Endocrine and Metabolic Drugs (Maurizio D’Incalci)<br />

Current Cancer Therapy Reviews (Raffaella Giavazzi)<br />

European Journal of Cancer (Maurizio D’Incalci, Giovanna Damia, Raffaella Giavazzi,<br />

Massimo Broggini e Giulia Taraboletti)<br />

Health and Quality of Life Outcomes (Giovanni Apolone, Paola Mosconi)<br />

International Journal of Biological Markers (Raffaella Giavazzi)<br />

International Journal for Quality in Health Care (Giovanni Apolone)<br />

Journal of Ambulatory Care and Management (Giovanni Apolone)<br />

Journal of B.U.ON. (Maurizio D’Incalci)<br />

Journal of Chemotherapy (Raffaella Giavazzi)<br />

Journal of Experimental Therapeutics and Oncology (Raffaella Giavazzi)<br />

Journal of Me<strong>di</strong>cine and the Person (Giovanni Apolone)<br />

Journal of Preventive Me<strong>di</strong>cine anf Hygiene (Giovanni Apolone)<br />

Molecular Cancer Therapeutics (Maurizio D’Incalci)<br />

Oncology Research (Maurizio D’Incalci)<br />

Tumori (Maurizio D’Incalci, Raffaella Giavazzi)<br />

www.senology.it (Paola Mosconi)<br />

www.PartecipaSalute.it (Paola Mosconi)<br />

www.fondazionemattioli.it (Paola Mosconi)<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

American Journal of Pathology, Annals of Oncology, Anti-cancer Drugs, Biochemical<br />

Pharmacology, British Journal of Cancer, British Journal of Pharmacology, British Me<strong>di</strong>cal<br />

Journal, Cancer Chemotherapy and Pharmacology, Cancer Detection and Prevention, Cancer<br />

Letters, Cancer Research, Carcinogenesis, Chemico-Biological Interactions, Clinical &<br />

Experimental Metastasis, Clinical Cancer Research, Cytometry, European Journal of Cancer,<br />

European Journal of Immunology, Faseb Journal, Gynecologic Oncology, Health and Quality of<br />

Life Outcomes, Health Expectations, European Journal of Neurology, Intensive Care Me<strong>di</strong>cine,<br />

22<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

International Journal of Biological Markers, International Journal of Cancer, International<br />

Journal for Quality in Health Care, Journal of Ambulatory Care and Management, Journal of<br />

Biological Chemistry, Journal of Biological Markers, Journal of Cell Biochemistry, Journal of<br />

Clinical Oncology, Journal of Experimental Therapeutics and Oncology, Journal of Me<strong>di</strong>cine<br />

and the Person, Journal of the National Cancer Institute, Journal of Neurology, Journal of<br />

Preventive Me<strong>di</strong>cine and Hygiene, Journal of the National Cancer Institute, Leukemia,<br />

Molecular Cancer Therapeutics, Nature Biotechnology, Nature Reviews, Oncology Research,<br />

PharmacoEconomics, Quality of Life Research, Science, Tumori.<br />

PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

Comitato Etico Centro <strong>di</strong> Riferimento Oncologico, Aviano, PN<br />

Comitato Etico Ente Ospedaliero San Paolo, Milano<br />

Comitato Etico <strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Milano<br />

Comitato Etico <strong>Istituto</strong> Neurologico Carlo Besta, Milano<br />

Comitato Etico <strong>Istituto</strong> Scientifico Eugenio Medea, Bosisio Parini, LC<br />

Comitato Etico Ospedale San Gerardo, Monza, MI<br />

Comitato Etico Ospedale Sant’Anna, Como<br />

Comitato Etico Ospedale della Valtellina e Valchiavenna, Sondrio<br />

Comitato Etico IRCCS MultiMe<strong>di</strong>ca, Sesto San Giovanni, Milano<br />

Comitato Scientifico, Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pe<strong>di</strong>atrica, Monza, MI<br />

Comiato Tecnico-Scientifico, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, Milano<br />

Comitato Scientifico, Fondazione Pezcoller, Trento<br />

Consiglio Direttivo, Metastasis Research Society (MRS)<br />

Consiglio Direttivo, Società Italiana <strong>di</strong> Cancerologia (SIC)<br />

Consiglio Direttivo, Società Italiana <strong>di</strong> Citometria (GIC)<br />

Consiglio Direttivo Areas-CCI<br />

National Advisory Board 8th World Congress of Psycho-Oncology<br />

Developmental Therapeutics Program, National Cancer Institute (NCI)<br />

Decision Network and Executive Committee, South Europe New Drug Organization (SENDO)<br />

Executive Board, Europa Donna<br />

External Scientific Committee, Angiotargeting Consortium – EU Sixth Framework Programme,<br />

University of Bergen, Norvegia<br />

NHS R&D National Coor<strong>di</strong>nating Centre for Health Technology Assessment, Gran Bretagna<br />

Scientific Committee, Swiss Cancer League, Svizzera<br />

University Me<strong>di</strong>cal School of Siena<br />

ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />

Convegno Salute è partecipazione. ISPI, PartecipaSalute 2003-<strong>2007</strong>: un progetto in sviluppo<br />

continuo, Milano 7 marzo <strong>2007</strong>.<br />

Quanto costa la salute? Una scelta etica tra innovazione e risorse, Azienda Ospedaliera<br />

Manzoni, Lecco 11 maggio <strong>2007</strong>.<br />

La ricerca clinica risponde ai bisogni dei pazienti? Risultati <strong>di</strong> un’indagine svolta da<br />

PartecipaSalute-Spazio Parita, International Clinical Day, Milano 18 maggio <strong>2007</strong>.<br />

23<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

XXV Conferenza Nazionale <strong>di</strong> Citometria “ La Citometria nell’era delle Biotecnologie”,<br />

Pontificia Università Lateranense, Roma, Città del Vaticano, 3-6 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conference: “International Conference on Vascular Targeted Therapies in Oncology”.<br />

Mandelieu (Francia), 4-6 ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Chi ha paura del farmaco generico (equivalente)?, La Settimana del Farmaco Equivalente,<br />

Bergamo 17 novembre <strong>2007</strong>.<br />

Identifying and publishing uncertainties about the effects of treatments in DUETs, XII Riunione<br />

Annuale Network Cochrane Italiano, Milano 29 novembre <strong>2007</strong>.<br />

Investigator Meeting “Il dolore nel Paziente con Cancro” <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />

<strong>Mario</strong> Negri, Milano 17 <strong>di</strong>cembre <strong>2007</strong>.<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

DIPARTIMENTO<br />

Meeting: 28th Winter PAMM Meeting “New vicinal <strong>di</strong>aryl-substituted imidazole derivatives<br />

with vascular <strong>di</strong>srupting activity”. Berlino (Germania), 31 gennaio-3 febbraio <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza: 4th International Conference on Tumor Microenvironment: Progression, Therapy<br />

& Prevention. “Identification of novel markers of tumor vasculature”. Firenze, 6-10 marzo<br />

<strong>2007</strong>.<br />

Convegno: XVI Convegno Nazionale M. Gioia - Le nuove frontiere del <strong>di</strong>ritto e della me<strong>di</strong>cina<br />

legale: quale errore nella me<strong>di</strong>cina estrema? “ Identificazione delle responsabilità nel percorso<br />

tra ricerca preclinica e l’applicazione clinica in ambito oncologico”. Pisa, 25-26 maggio <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza: European Conferences on Biome<strong>di</strong>cal Optics (ECBO). “Study of antiangiogenic<br />

drugs by fluorescence imaging and spectroscopy of a contrast agent in mice”. Monaco<br />

(Germania), 17-21 giugno <strong>2007</strong>.<br />

Simposio: International Symposium on New Directions in Cancer Management “Targeting the<br />

Tumor Vasculature. strategies for Combination Therapy”. Buenos aires (Argentina), 6-8 Giugno<br />

<strong>2007</strong>.<br />

Meeting: V° Meeting NIBIT- Network Italiano per la Bioterapia del Tumori. Angiogenic<br />

Targets and Combination Therapies”. Siena, 21 settembre <strong>2007</strong> .<br />

XXV Conferenza Nazionale <strong>di</strong> Citometria “ La Citometria nell’era delle Biotecnologie”,<br />

Pontificia Università Lateranense, Roma, Città del Vaticano, 3-6 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza: International Conference on Vascular Targeted Therapies in Oncology.<br />

“Pharmacological approaches with vascular Targeting Agents in Combinations with<br />

Chemiotherapy”. Mandelieu (Francia), 4-6 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

24<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Conferenza: International Conference on Vascular Targeted Therapies in Oncology. “VEGF<br />

released by ovarian cancer cells stimulates organ specific MMP9 expression and invasion”.<br />

Mandelieu (Francia), 4-6 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza: International Conference on Vascular Targeted Therapies in Oncology. “Molecular<br />

characterization of tumor endothelium and identification of novel markes”. Mandelieu<br />

(Francia), 4-6 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza: International Conference on Vascular Targeted Therapies in Oncology. “Bin<strong>di</strong>ng of<br />

thrombospon<strong>di</strong>n-1 type III repeats to fibroblast grown factor-2 as an exploitable mechanism of<br />

angiogenesis inhibition”. Mandelieu (Francia), 4-6 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza: International Conference on Vascular Targeted Therapies in Oncology. “New<br />

tubulin-bin<strong>di</strong>ng imidazole derivatives as vascular <strong>di</strong>strupting agents”. Mandelieu (Francia), 4-6<br />

Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza: International Conference on Vascular Targeted Therapies in Oncology. “Molecular<br />

profile of stroma derived from human ovarian carcinoma xenograft tumors equipped of <strong>di</strong>fferent<br />

angiogenic phenotypes”. Mandelieu (Francia), 4-6 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Congresso: IX Congresso Nazionale <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca (AIOM). “Endpoints Farmacologici<br />

nello sviluppo e nell’applicazione clinica degli agenti antiangiogenici”. Palermo (Italia),12-15<br />

Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza: AACR/NCI/EORTC International Conference Molecular Targets and Cancer<br />

Therapeutics: Discovery, Biology and Clinical Applications. “Influence of VEGF production on<br />

paclitaxel response in a model of ovarian carcinoma xenograft”. S. Francisco (USA), 22-26<br />

Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

XV Cochrane Colloquium, Presentation: PartecipaSalute experience, San Paolo (Brasile) 23<br />

ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza: 4th International Conference on Thrombosis and Hemostasis Issues in Cancer.<br />

“Protease-activated receptor-1 (PAR-1) expression correlates with a malignant phenotype in<br />

human melanoma”. Bergamo, 26-28 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Gynecologic Cancer Intergroup (GCIG), Charité Ruine, Campus Charité Mitte. Berlino, 28<br />

Ottobre, <strong>2007</strong><br />

VISEAR II, Vienna Initiative to Save European Academic Research II. Vienna, 12 Novembre<br />

<strong>2007</strong><br />

Congresso: 24° Congresso della Società Italiana <strong>di</strong> Chemioterapia. “Pharmacological endpoints<br />

in the development of angiogenesis inhibitors”. Verona 25-28 Novembre <strong>2007</strong>.<br />

Meeting: 49th Annual Meeting of the Italian Cancer Society (SIC) “Modulation of endothelial<br />

cell gene expression by angiogenic factors”. Pordenone, 26-29 Novembre <strong>2007</strong>.<br />

Meeting: 49th Annual Meeting of the Italian Cancer Society (SIC) “Modulation of tubulin<br />

acetylation affects the sensitive of endothelial cells to the antimotility effects of paclitaxel”.<br />

Pordenone, 26-29 Novembre <strong>2007</strong>.<br />

25<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Congress: Swiss Proteomic Society “Large scale comparative proteomic study of accessible<br />

vascular proteins in mouse liver metastases and normal liver”. Losanna (Svizzera), 3-5<br />

Dicembre <strong>2007</strong>.<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

Agenzia Italiana del Farmaco<br />

AIL Associazione Italiana contro le Leucemie, Padova<br />

Amgem SpA, Milano<br />

AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro<br />

ASL Padova<br />

ASL Provincia <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

Astra Zeneca SpA<br />

Astra Zeneca UK<br />

Azienda Sanitaria Locale, Rimini<br />

Azienda Sanitaria Unica Regionale, Marche<br />

Bracco Imaging SpA, Milan<br />

Centro Cochrane Italiano<br />

Chiesi Farmaceutici SpA<br />

CNPDS, Centro Nazionale per la prevenzione e Difesa Sociale, Milano<br />

CNR Consiglio Nazionale delle <strong>Ricerche</strong><br />

CNR-MIUR Ministero Istruzione Università e Ricerca<br />

Compagnia <strong>di</strong> San Paolo, Torino<br />

CTI Cell Therapeutics, Inc.<br />

Cyclacel Ltd.<br />

Dompé<br />

Eli Lilly Italia SpA<br />

Elsevier Science Ltd.<br />

EORTC-European Organization for Research and Treatment of Cancer<br />

EOS SpA<br />

European Commission - 6th Framework Programme (Cancerdegradome, STROMA)<br />

FIRB-MIUR Fondo per gli Investimenti della Ricerca <strong>di</strong> Base-Ministero Istruzione Università e<br />

Ricerca<br />

FIRC Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro<br />

Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio delle Province Lombarde<br />

Fondazione Lu.V.I.<br />

Fondazione Nerina e <strong>Mario</strong> Mattioli Onlus<br />

Fondo Edo Tempia<br />

Grunenthal, Milano<br />

GlaxoSmithKline, Verona<br />

Indena SpA<br />

Institut de Recherche Pierre Fabre<br />

<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />

Italfarmaco<br />

Komen Italia Onlus<br />

Lottomatica<br />

Madaus Srl<br />

Medac<br />

Merck Sharp & Dome<br />

Ministero della Salute<br />

26<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

NCI –SAIC Frederick<br />

Nerviano Me<strong>di</strong>cal Science S.r.l.<br />

Novartis Farma SpA<br />

Optigenex Inc.<br />

Pfizer Global Research and Development<br />

Pharma Mar, SA<br />

Pharminox Ltd, UK<br />

Policlinico <strong>di</strong> Padova / C.O.R.<br />

PTC Pharma AG<br />

Regione Emilia Romagna<br />

Regione Veneto<br />

Sara Bet, Roma<br />

SENDO-Tech Srl<br />

Sigma-Tau SpA<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Mandalà M, Reni M, Cascinu S, Barni S, Floriani I, Cereda S, Berar<strong>di</strong> R, Mosconi S, Torri V,<br />

Labianca R. Venous thromboembolism pre<strong>di</strong>cts poor prognosis in irresectable pancreatic cancer<br />

patients. Ann Oncol <strong>2007</strong>; 18: 1660-5.<br />

Cascinu S, Labianca R, Barone C, Santoro A, Carnaghi C, Cassano A, Beretta GD, Catalano V,<br />

Bertetto O, Barni S, Frontini L, Aitini E, Rota S, Torri V, Floriani I; Italian Group for the Study<br />

of Digestive Tract Cancer, Pozzo C, Rimassa L, Mosconi S, Giordani P, Ar<strong>di</strong>zzoia A, Foa P,<br />

Rabbi C, Chiara S, Gasparini G, Nar<strong>di</strong> M, Mansutti M, Arnol<strong>di</strong> E, Piazza E, Cortesi E, Pucci F,<br />

Silva RR, Sobrero A, Ravaioli A. Adjuvant treatment of high-risk, ra<strong>di</strong>cally resected gastric<br />

cancer patients with 5-fluorouracil, leucovorin, cisplatin, and epidoxorubicin in a randomized<br />

controlled trial. J Natl Cancer Inst <strong>2007</strong>; 99: 601-7.<br />

Gregorc V, Spreafico A, Floriani I, Colombo B, Ludovini V, Pistola L, Bellezza G, Vigano MG,<br />

Villa E, Corti A. Prognostic value of circulating chromogranin A and soluble tumor necrosis<br />

factor receptors in advanced nonsmall cell lung cancer. Cancer <strong>2007</strong>; 110: 845-53.<br />

Mustacchi G, Cazzaniga ME, Pronzato P, De Matteis A, Di Costanzo F, Floriani I on Behalf of the NORA Study<br />

Group. Breast cancer in elderly women: a <strong>di</strong>fferent reality? Results from the NORA study. Ann Oncol <strong>2007</strong>; 18:<br />

991-6.<br />

Mosconi P., Colombo C., Satolli R., Liberati A. PartecipaSalute, an Italian project to involve lay<br />

people, patients’ associations and scientific-me<strong>di</strong>cal representatives on the health debate. Health<br />

Expect <strong>2007</strong>; 10: 194-204.<br />

Gallus S., Zuccaro P., Colombo P., Apolone G., Pacifici R., Garattini S., Bosetti C., La Vecchia<br />

C. Smoking in Italy 2005-2006: Effects of a comprehensive National Tobacco Regulation. Prev<br />

Med <strong>2007</strong>; 45: 198-201.<br />

Fossati R., Apolone G., Negri E., Compagnoni A., La Vecchia C., Mangano S., Clivio L.,<br />

Garatini S., General Practice Tobacco Cessation Investigators Group. Arch Intern Med <strong>2007</strong>;<br />

167: 1791-1797.<br />

27<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Bianchi R., Gilar<strong>di</strong>ni A., Rodriguez-Menendez V., Oggioni V., Canta A., Colombo T., De<br />

Michele G., Martone S., Sfacteria A., Piedemonte G., Grasso G., Beccaglia P., Ghezzi P.,<br />

D’Incalci M., Lauria G., Cavaletti G. Cisplatin-induced peripheral neuropathy: neuroprotection<br />

by erythropoietin without affecting tumour growth. Eur J Cancer <strong>2007</strong>; 43: 710-717.<br />

Salvati E., Leonetti C., Rizzo A., Scarsella M., Mottolese M., Galati R., Sperduti I., Stevens<br />

M.F.G., D’Incalci M., Blasco M., Chiorino G., Bauwens S., Horard B., Gilson E., Stopacciaro<br />

A., Zupi G., Biroccio A. Telomere damage induced by the G-quadruplex ligand RHPS4 has an<br />

antitumor effect. J Clin Invest <strong>2007</strong>; 117: 3236-3247.<br />

Tavecchio M., Natoli C., Ubezio P., Erba E., D'Incalci M. Dynamics of cell cycle phase<br />

perturbations by trabecte<strong>di</strong>n (ET-743) in nucleotide excision repair (NER)-deficient and NERproficient<br />

cells, unravelled by a novel mathematical simulation approach. Cell Prolif <strong>2007</strong>; 40:<br />

885-904.<br />

Lupi M., Matera G., Natoli C., Colombo V., Ubezio P. The contribution of p53 in the dynamics<br />

of cell cycle response to DNA damage interpreted by a mathematical model. Cell Cycle <strong>2007</strong>; 6:<br />

943-950.<br />

Sessa C., Cresta S., Cerny T., Baselga J., Rota Caremoli E., Malossi A., Hess D., Trigo J.,<br />

Zucchetti M., D'Incalci M., Zaniboni A., Capri G., Gatti B., Carminati P., Zanna C., Marsoni S.,<br />

Gianni L. Concerted escalation of dose and dosing duration in a phase I study of the oral<br />

camptothecin gimatecan (ST1481) in patients with advanced solid tumors. Ann Oncol <strong>2007</strong>; 18:<br />

561-568.<br />

D'Incalci M., Steward W.P., Gescher A.J. Modulation of response to cancer chemotherapeutic<br />

agents by <strong>di</strong>et constituents. Is the available evidence sufficiently robust for rational advice for<br />

patients? Cancer Treat Rev <strong>2007</strong>; 33: 223-229.<br />

Bagnati R., Bianchi G., Marangon E., Zuccato E., Fanelli R., Davoli E. Direct analysis of<br />

isopropylthioxanthone (ITX) in milk by high-performance liquid chromatography/tandem mass<br />

spectrometry. Rapid Commun Mass Spectrom <strong>2007</strong>; 21: 1998-2002.<br />

Cavaletti G., Gilar<strong>di</strong>ni A., Canta A., Rigamonti L., Rodriguez-Menendez V., Ceresa C.,<br />

Marmiroli P., Bossi M., Oggioni N., D'Incalci M., De Coster R. Bortezomib-induced peripheral<br />

neurotoxicity: A neurophysiological and pathological study in the rat. Exp Neurol <strong>2007</strong>; 204:<br />

317-325.<br />

Gordon M.O., Torri V., Miglior S., Floriani I., Miller J.P., Gao F., Adamsons F., Poli D.,<br />

D'Agostino R.B., Kass M.A. Validated pre<strong>di</strong>ction model for the development for the<br />

development of primary open-angle glaucoma in in<strong>di</strong>viduals with ocular hypertension.<br />

Ophthalmology <strong>2007</strong>; 114: 10-19.<br />

Basse B., Ubezio P. A generalised age- and phase-structured model of human tumour cell<br />

populations both unperturbed and exposed to a range of cancer terapies. Bull Math Biol <strong>2007</strong>;<br />

69: 1673-1690.<br />

Vikhanskaya F., Lee M.K., Mazzoletti M., Broggini M., Sabapathy K. Cancer-derived p53<br />

mutants suppress p53-target gene expression-potential mechanism for gain of function of<br />

mutant p53. Nucleic Acids Res <strong>2007</strong>; 35: 2093-2104.<br />

28<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

D'Incalci M., Brunelli D., Marangon E., Simone M., Tavecchio M., Gescher A., Mantovani A.<br />

Modulation of gene transcription by natural products. A viable anticancer strategy? Current<br />

Pharmaceutical Design <strong>2007</strong>; 13: 2744-2750.<br />

Di Francesco A.M., Meco D., Torella A.R., Barone G., D'Incalci M., Pisano C., Carminati P.,<br />

Riccar<strong>di</strong> R. The novel atypical retinoid ST1926 is active in ATRA resistant neuroblastoma cells<br />

acting by a <strong>di</strong>fferent mechanism. Biochem Pharmacol <strong>2007</strong>; 73: 643-655.<br />

Bertele' V., Banzi R., Capasso F., Tafuri G., Trotta F., Apolone G., Garattini S. Haematological<br />

anticancer drugs in Europe: any added value at the time of approval? Eur J Clin Pharmacol<br />

<strong>2007</strong>; 63: 713-719.<br />

Grassi R., Lombar<strong>di</strong> G., Reginelli A., Capasso F., Romano F., Floriani I., Colacurci N.<br />

Coccygeal movement: Assessment with dynamic MRI. Eur J Ra<strong>di</strong>ol <strong>2007</strong>; 61: 473-479.<br />

Torri V., Floriani I., Poli D., European Glaucoma Prevention Study Group (EGPS). Central<br />

corneal thickness in the European Glaucoma Prevention Study. Ophthalmology <strong>2007</strong>; 114:<br />

454-459.<br />

Gambacorti Passerini C., Tornaghi L, Marangon E., Franceschino A., Pogliani E., D'Incalci M.,<br />

Zucchetti M. Imatinib concentrantrations in human milk. Blood <strong>2007</strong>; 109: 1790<br />

Ruzzo A., Graziano F., Loupakis F., Rulli E., Canestrari E., Santini D., Catalano V., Ficarelli<br />

R., Maltese P., Bisonni R., Masi G., Schiavon G., Giordani P., Giustini L., Falcone A., Tonini<br />

G., Silva R., Mattioli R., Floriani I., Magnani M. Pharmacogenetic profiling in patients with<br />

advanced colorectal cancer treated with first-line FOLFOX-4 chemotherapy. J Clin Oncol<br />

<strong>2007</strong>; 25: 1247-1254.<br />

European Glaucoma Prevention Study Group (EGPS), Torri V., Floriani I., Rulli E., Poli D.<br />

Pre<strong>di</strong>ctive factors for open-angle glaucoma among patients with ocular hypertension in the<br />

European Glaucoma Prevention Study. Ophthalmology <strong>2007</strong>; 114: 3-9.<br />

Grosso F., Jones R.L., Demetri G.D., Judson I.R., Blay J-Y., Le Cesne A., Sanfilippo R., Casieri<br />

P., Collini P., Dileo P., Spreafico C., Stacchiotti S., Tamborini E., Tercero J.C., Jimeno J.,<br />

D'Incalci M., Gronchi A., Fletcher J.A., Pilotti S., Casali P.G. Efficacy of trabecte<strong>di</strong>n<br />

(ecteinasci<strong>di</strong>n-743) in advanced pretreated myxoid liposarcomas: a retrospective study. Lancet<br />

Oncol <strong>2007</strong>; 8: 595-602.<br />

Zangrossi S., Marabese M., Broggini M., Giordano R., D'Erasmo M., Montelatici E., Intini D.,<br />

Neri A., Pesce M., Rebulla P., Lazzari L. Oct-4 expression in adult human <strong>di</strong>fferentiated cells<br />

challenges its role as a pure stem cell marker. Stem Cells <strong>2007</strong>; 25: 1675-1680.<br />

Martinelli M., Bonezzi K., Riccar<strong>di</strong> E., Kuhn E., Frapolli R., Zucchetti M., Ryan A.J.,<br />

Taraboletti G., Giavazzi R. Sequence dependent antitumor efficacy of the vascular <strong>di</strong>srupting<br />

agent ZD6126 in combination with paclitaxel Br J Cancer <strong>2007</strong>; 97: 888-894.<br />

Giavazzi R., Bani M.R., Taraboletti G. Tumor-host interaction in the optimization of paclitaxelbased<br />

combination therapies with vascular targeting compounds. Cancer Metastasis Rev <strong>2007</strong>;<br />

26: 481-488.<br />

Marabese M., Vikhanskaya F., Broggini M. p73: A chiaroscuro gene in cancer. Eur J Cancer<br />

<strong>2007</strong>; 43: 1361-1372.<br />

29<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Damia G., D'Incalci M. Targeting DNA repair as a promising approach in cancer therapy. Eur J<br />

Cancer <strong>2007</strong>; 43: 1791-1801.<br />

Dolfini E., Roncoroni L., Dogliotti E., Sala G., Erba E., Sacchi N., Ghidoni R. Resveratrol<br />

impairs the formation of MDA-MB-231 multicellular tumor spheroids concomitant with<br />

ceramide accumulation. Cancer Lett <strong>2007</strong>; 249: 143-147.<br />

Apolone G., Mosconi P. Techniques for assessing the quality of life with a particular emphasis<br />

on physical exercise. Springer-Verlag Italia, Milano, <strong>2007</strong>; 183-190.<br />

Mosconi P., Satolli R., Colombo C., Liberati A., Donati S., Mele A. Hormone replacement<br />

therapy and information: in Italy a Consensus Conference to help woman decision. BMJ <strong>2007</strong>.<br />

Malesci A., Laghi L., Bianchi P., Delconte G., Randolph A., Torri V., Carnaghi C., Doci R.,<br />

Rosati R., Montorsi M., Roncalli M., Gennari L., Santoro A. Reduced likelihood of metastases<br />

in patients with microsatellite-unstable colorectal cancer. Clin Cancer Res <strong>2007</strong>; 13: 3831-3839.<br />

Miglior S., Torri V., Zeyen T., Pfeiffer N., Vaz J.C., Adamsons I., European Glaucoma<br />

Prevention Study Group (EGPS) Intercurrent factors associated with the development of openangle<br />

glaucoma in the European Glaucoma Prevention Study. Am J Ophthalmol <strong>2007</strong>; 144:<br />

266-275.<br />

Ubezio P., Lupi M., Matera G. Antiproliferative activity of cisplatin detected by CFSE in p53-<br />

proficient and p53-deficient cells. Immunol Invest <strong>2007</strong>; 36: 847-859.<br />

Paulis M., Bensi M., Orioli D., Mondello C., Mazzini G., D’Incalci M., Falcioni C., Radaelli E.,<br />

Erba E., Raimon<strong>di</strong> E., De Carli L. Transfer of a Human Chromosomal Vector from a Hamster<br />

Cell Line to a Mouse Embryonic Stem Cell Line. Stem Cell <strong>2007</strong>; 25: 2543-2550.<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Apolone G, Colombo Cinzia<br />

Il dolore non necessario<br />

Partecipa Salute <strong>2007</strong><br />

Apolone G, Mosconi P<br />

Le agenzie regolatorie: FDA, EMEA e AIFA<br />

In : La <strong>di</strong>spensa <strong>di</strong> PartecipaSalute, <strong>2007</strong>; 101-107<br />

Apolone G<br />

Il dolore nel paziente con cancro: attività in corso e primi risultati<br />

Cancer Aging <strong>2007</strong> 5 : s10-s12<br />

Mosconi P, Colombo Cinzia<br />

Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva? Rispondere<br />

30<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

attraverso una Conferenza <strong>di</strong> Consenso<br />

Newsletter Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo, Numero 11 - Settembre <strong>2007</strong>:7<br />

Colombo Cinzia, Mosconi Paola<br />

L’associazionismo sta cambiando: dall’assistenza alla nascita <strong>di</strong> un progetto<br />

In: La <strong>di</strong>spensa <strong>di</strong> PartecipaSalute, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>2007</strong>: 109115<br />

Mosconi P, Colombo Cinzia<br />

Dalla parte dei citta<strong>di</strong>ni: al via il progetto “farmaci equivalenti: facciamo chiarezza”<br />

Newsletter Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo, Numero 8 - Giugno <strong>2007</strong>: 7<br />

Mosconi P, Colombo Cinzia, Satolli R, Liberati A.<br />

La ricerca clinica risponde ai bisogni dei pazienti? Risultati <strong>di</strong> un’indagine <strong>di</strong> PartecipaSalute<br />

Ricerca & Pratica <strong>2007</strong>;23:192-203<br />

Mosconi P.<br />

Quando la me<strong>di</strong>cina arriva prima della malattia.<br />

Consumers’ Magazine Ottobre <strong>2007</strong> pag. 5<br />

Mosconi P.<br />

Esperienze internazionali <strong>di</strong> coinvolgimento <strong>di</strong> associazioni <strong>di</strong> pazienti nella ricerca<br />

Le Donne per le Donne, Centro Congressi Villa Olmo (CO), 27-29 settembre <strong>2007</strong>: 12-14<br />

Mosconi P.<br />

Discussione: il coinvolgimento del paziente nei sistemi sanitari<br />

In: Rischio clinico e sicurezza del paziente. Modelli e soluzioni nel contesto internazionale.<br />

Società e<strong>di</strong>trice Il Mulino, Bologna, Marzo <strong>2007</strong><br />

Mosconi P.<br />

La Commissione oncologica nazionale e la rappresentanza dei pazienti: occasione persa?<br />

http://www.partecipasalute.it/cms/?q=node/645 ; <strong>2007</strong>; 24 agosto<br />

Mosconi P, Colombo Cinzia, Satolli R, Liberati A.<br />

Il corso <strong>di</strong> PartecipaSalute <strong>2007</strong> allo specchio: i commenti <strong>di</strong> chi ha organizzato<br />

http://www.partecipasalute.it/cms/?q=node/619 ; <strong>2007</strong>; 12 giugno<br />

Mosconi P, Colombo Cinzia, Satolli R.<br />

Le associazioni <strong>di</strong> pazienti e la ricerca clinica: un’indagine <strong>di</strong> PartecipaSalute<br />

http://www.partecipasalute.it/cms/?q=node/605 ; <strong>2007</strong>; 28 maggio<br />

Mosconi P, Colombo Cinzia, Pierotti B, Patrucco V.<br />

Indagine sulle società me<strong>di</strong>co-scientifiche 2006<br />

http://www.partecipasalute.it/cms/?q=node/459 ; <strong>2007</strong>; 9 febbraio<br />

Mosconi P, Colombo Cinzia<br />

I tuoi <strong>di</strong>ritti quando partecipi alla ricerca clinica<br />

http://www.partecipasalute.it/cms/?q=<strong>di</strong>rittiricerca; <strong>2007</strong>; 2 febbraio<br />

31<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Mosconi P, Colombo Cinzia<br />

Dalla parte dei citta<strong>di</strong>ni: la ricerca clinica risponde ai bisogni dei pazienti? Dati presentati<br />

durante la seconda giornata internazionale della ricerca clinica<br />

Newsletter Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo, Numero 7 - Maggio <strong>2007</strong>: 6<br />

Mosconi P, Colombo Cinzia<br />

Clinical Trial Day <strong>2007</strong>: seconda giornata internazionale della ricerca clinica<br />

http://www.partecipasalute.it/cms/?q=node/568 <strong>2007</strong>; <strong>2007</strong>; 31 maggio<br />

Mosconi P, Apolone G<br />

Sei domande sui comitati etici<br />

http://www.partecipasalute.it/partecipa/comitati001.php <strong>2007</strong>; 15 Gennaio<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Antitumorale<br />

Meccanismo d'azione delle Ecteinasci<strong>di</strong>ne<br />

Un progetto che sta andando avanti da <strong>di</strong>versi anni riguarda la caratterizzazione dei prodotti<br />

naturali <strong>di</strong> origine marina che posseggono attività antitumorale. In particolare sono continuati<br />

stu<strong>di</strong> sugli effetti dell'ET-743 in cellule <strong>di</strong>fettive in alcuni meccanismi <strong>di</strong> riparo del DNA.<br />

In particolare: linee deficienti nella Ricombinazione Omologa (HR) sono molto sensibili al<br />

farmaco, linee deficienti per Non Homologous End-Joining (NHEJ) sono solo poco più<br />

sensibili, mentre, sorprendentemente, linee deficienti per Nucleotide Excision Repair (NER)<br />

sono meno sensibili a ET-743. Me<strong>di</strong>ante citometria a flusso associata ad un programma <strong>di</strong><br />

computer simulation sviluppato nel nostro laboratorio abbiamo <strong>di</strong>mostrato come cellule NER<br />

deficienti subiscano, dopo il trattamento con ET-743, perturbazioni del ciclo cellulare <strong>di</strong>verse<br />

rispetto a cellule NER proficienti, durante le quali vengono presumibilmente attivati <strong>di</strong>versi e<br />

più efficienti meccanismi <strong>di</strong> riparazione.<br />

Altro approccio è lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> riparo del danno al DNA da un punto <strong>di</strong> vista<br />

funzionale, valutando la capacità delle cellule <strong>di</strong> riconoscere e riparare le rotture della doppia<br />

elica con un test <strong>di</strong> recente introduzione e molto sensibile quale la valutazione della<br />

fosforilazione dell’istone H2AX. E’ in corso uno stu<strong>di</strong>o in vitro dove, me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong><br />

citometria a flusso e <strong>di</strong> immunofluorescenza, viene valutato, in <strong>di</strong>verse linee cellulari tumorali,<br />

il livello <strong>di</strong> fosforilazione dell’istone H2AX in relazione alla <strong>di</strong>stribuzione delle cellule nelle<br />

fasi del ciclo cellulare e all’effetto citotossico indotti dopo trattamento con ET-743.<br />

Recentemente sono iniziati stu<strong>di</strong> sul meccanismo d’azione <strong>di</strong> derivati dell’ET-743 che hanno<br />

mostrato un’importante attività antitumorale su <strong>di</strong>verse linee cellulari con <strong>di</strong>fferenti meccanismo<br />

<strong>di</strong> riparo.<br />

Un nuovo progetto si rivolge allo stu<strong>di</strong>o della selettiva azione <strong>di</strong> ET-743 nei confronti dei<br />

liposarcomi mixoi<strong>di</strong>, una patologia che rappresenta circa il 10% <strong>di</strong> tutti i sarcomi dei tessuti<br />

molli, nel tentativo <strong>di</strong> chiarire se il significativo effetto antitumorale sia dovuto ad una selettiva<br />

azione del composto su alterazioni patogenetiche che caratterizzano questa patologia. In<br />

particolare si sta cercando <strong>di</strong> chiarire se e come ET-743 interferisca con le alterazioni<br />

trascrizionali <strong>di</strong> specifici geni dovute alla traslocazione FUS-CHOP, traslocazione che<br />

32<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

caratterizza i liposarcomi mixoi<strong>di</strong>, sia con quelle causate dall’interazione ospite e tumore<br />

modulando processi infiammatori e angiogenetici.<br />

Sono in corso stu<strong>di</strong> per ottenere linee cellulari e xenografts <strong>di</strong> liposarcomi mixoi<strong>di</strong> che mostrino<br />

le stesse alterazioni molecolari che si osservano in clinica.<br />

Combinazione tra farmaci naturali <strong>di</strong> origine marina e altri farmaci<br />

antitumorali<br />

Si sono ottenute evidenze <strong>di</strong> effetto sinergico o ad<strong>di</strong>tivo <strong>di</strong> ET-743 somministrato in<br />

combinazione con <strong>di</strong>versi altri farmaci antitumorali quali cisplatino, doxorubicina,<br />

camptotechine, e inibitori della Telomerasi.<br />

Il contenuto <strong>di</strong> DNA nei tumori umani dell’ovaio: correlazioni con la clinica<br />

Sono stati pubblicati risultati controversi sul significato prognostico della aneuploi<strong>di</strong>a del DNA<br />

nel carcinoma ovarico avanzato (sta<strong>di</strong>o III o IV). L’unità <strong>di</strong> Citometria ha riportato uno degli<br />

stu<strong>di</strong> più numerosi della letteratura scientifica in<strong>di</strong>cando che l’aneuploi<strong>di</strong>a nel carcinoma<br />

ovarico avanzato non è un fattore prognostico in<strong>di</strong>pendente. In un’ampia casistica <strong>di</strong> tumori<br />

dell’ovaio al I e II sta<strong>di</strong>o è stato misurato, me<strong>di</strong>ante citometria a flusso, il contenuto <strong>di</strong> DNA e la<br />

percentuale <strong>di</strong> cellule nella fase S del ciclo cellulare. Al contrario <strong>di</strong> quanto osservato negli sta<strong>di</strong><br />

avanzati, negli sta<strong>di</strong> precoci <strong>di</strong> carcinoma ovarico il contenuto <strong>di</strong> DNA è risultato essere un<br />

fattore prognostico: i casi <strong>di</strong>ploi<strong>di</strong> hanno una minore probabilità <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>vare.<br />

Elaborazione <strong>di</strong> dati del ciclo cellulare e <strong>di</strong> combinazione <strong>di</strong> farmaci<br />

L’unità <strong>di</strong> Biofisica è impegnata in stu<strong>di</strong> teorici e metodologici mirati alla valutazione critica<br />

delle attuali tecniche <strong>di</strong> analisi degli effetti farmacologici su popolazioni cellulari eterogenee.<br />

Sono stati costruiti <strong>di</strong>versi algoritmi <strong>di</strong> calcolo atti a simulare la proliferazione cellulare a<br />

<strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> indagine (dalle interazioni molecolari alla crescita dei tumori soli<strong>di</strong> in vivo)<br />

insieme ai processi <strong>di</strong> misura.<br />

Sono in corso collaborazioni con altri gruppi <strong>di</strong> ricerca, in cui l’unità si occupa del <strong>di</strong>segno<br />

sperimentale e dell’analisi dei dati in stu<strong>di</strong> in vitro <strong>di</strong> combinazione <strong>di</strong> farmaci. In questo<br />

settore, sono stati sviluppati <strong>di</strong>versi programmi <strong>di</strong> calcolo che consentono un’analisi<br />

comparativa dei risultati con i più comuni modelli <strong>di</strong> interazione farmacologica.<br />

Analisi della complessità della risposta <strong>di</strong> popolazioni cellulari al<br />

trattamento con farmaci antitumorali<br />

Il progetto si propone <strong>di</strong> stabilire una connessione tra i meccanismi intracellulari <strong>di</strong> risposta al<br />

trattamento farmacologico e le risultanti alterazioni del ciclo cellulare. A partire dagli effetti dei<br />

farmaci sulle singole cellule, si perviene a ricostruire la risposta <strong>di</strong> una popolazione <strong>di</strong> cellule,<br />

così come misurata dalla citometria a flusso o dai test <strong>di</strong> inibizione della proliferazione e <strong>di</strong><br />

sopravvivenza. Il modello adottato per l’analisi e l’interpretazione dei risultati sperimentali è<br />

ottenuto dalla combinazione <strong>di</strong> due modelli matematici. Il primo descrive il ciclo cellulare,<br />

utilizzando la teoria matematica della <strong>di</strong>namica delle popolazioni strutturate per età. Il secondo<br />

modello descrive la risposta al trattamento usando parametri <strong>di</strong>stinti (descrittori <strong>di</strong> effetto),<br />

<strong>di</strong>rettamente associati all’arresto, riparo del danno e mortalità in ogni fase del ciclo (G1, S and<br />

G2M). Tale approccio consente <strong>di</strong> ottenere un’interpretazione quantitativa dei risultati<br />

sperimentali, superando i limiti degli attuali approcci al problema, inadatti a risolvere la<br />

sovrapposizione tra effetti citostatici e citotossici e a stabilire una connessione con i sottostanti<br />

eventi collegati alle <strong>di</strong>verse fasi del ciclo.<br />

Applicando la procedura abbiamo <strong>di</strong>mostrato l’esistenza <strong>di</strong> una complessa ma biologicamente<br />

coerente <strong>di</strong>pendenza dal tempo e dalla dose <strong>di</strong> farmaco per ogni descrittore <strong>di</strong> effetto, in una<br />

linea <strong>di</strong> carcinoma ovarico dopo trattamento con melphalan e doxorubicina. Questi risultati si<br />

aggiungono a quelli precedentemente pubblicati su topotecan, cisplatino e taxolo. Alla<br />

33<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

conclusione del progetto sarà quin<strong>di</strong> prodotto un database contenente informazioni sulla risposta<br />

al trattamento con un numero ristretto <strong>di</strong> farmaci, ma ricco <strong>di</strong> informazioni sulle <strong>di</strong>pendenze<br />

degli effetti dal tempo e dalla dose, che consentirà un’intercomparazione <strong>di</strong>retta tra i più comuni<br />

farmaci utilizzati nel trattamento del carcinoma ovarico.<br />

Disregolazione del ciclo cellulare indotta da erlotinib<br />

Gli inibitori del recettore dell’Epidermal growth factor (EGFR) sono una delle più promettenti<br />

classi <strong>di</strong> nuovi composti antitumorali, e alcuni <strong>di</strong> essi, come l’erlotinib, sono già entrati nella<br />

pratica clinica. La ricerca su questi composti a oggi si è focalizzata sulle interazioni molecolari<br />

<strong>di</strong> questi composti, trascurando lo stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>namica delle perturbazioni del ciclo cellulare e<br />

l’uso <strong>di</strong> tali informazioni nell’ottimizzazione delle terapie, siano esse basate su un singolo<br />

farmaco o su combinazioni <strong>di</strong> più farmaci. L’Unità <strong>di</strong> Biofisica ha attivato un progetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

dettagliato delle <strong>di</strong>pendenza dal tempo e dalla dose delle perturbazioni del ciclo cellulare indotte<br />

dal principale degli inibitori dell’EGFR, l’erlotinib, applicando le metodologie multi<strong>di</strong>sciplinari<br />

e gli strumenti <strong>di</strong> riproduzione al computer del trattamento sviluppati all’interno dell’unità.<br />

Ci si aspetta che il riconoscimento e la misura <strong>di</strong> tali effetti fornirà un importante contributo alla<br />

comprensione delle modalità <strong>di</strong> azione dell’erlotinib da solo ed in combinazione, e dell’origine<br />

degli insuccessi del trattamento.<br />

Deco<strong>di</strong>ficazione degli effetti dei farmaci antitutmorali osservati me<strong>di</strong>ante<br />

Time-Lapse Imaging e Citometria a Flusso con un unico modello<br />

matematico<br />

Scopo del progetto è l’uso combinato <strong>di</strong> tecniche citofluorimetriche a flusso (analisi <strong>di</strong><br />

popolazioni cellulari) e <strong>di</strong> time-lapse imaging (analisi <strong>di</strong> “lineages” <strong>di</strong> <strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> single<br />

cellule) per generare dati utili a pre<strong>di</strong>re la risposta ai farmaci antitumorali in termini delle due<br />

principali azioni: gli effetti citostatici, legati a specifiche perturbazioni del ciclo cellulare, e gli<br />

effetti citotossichi, legati ai meccanismi che inducono la morte cellulare.<br />

Nel progetto verrà utilizzata una linea cellulare ingegnerizzata a esprimere un gene <strong>di</strong> fusione<br />

tra la ciclina B1 e un marker fluorescente (GFP). In tale linea è possibile seguire<br />

l’attraversamento del ciclo cellulare delle cellule me<strong>di</strong>ante microscopia “time-lapse”.<br />

L’ipotesi <strong>di</strong> lavoro è che l’analisi quantitativa dei dati <strong>di</strong> time-lapse possa essere integrata con le<br />

informazioni fornite dalla citometria a flusso, e si possa effettuare un’interpretazione congiunta<br />

<strong>di</strong> entrambi gli esperimenti me<strong>di</strong>ante un comune modello matematico interpretativo del<br />

fenomeno, Scopo finale è raggiungere nuovi livelli <strong>di</strong> comprensione degli effetti farmacologici<br />

e la creazione <strong>di</strong> nuovi strumenti <strong>di</strong> simulazione da mettere a <strong>di</strong>sposizione della comunità<br />

scientifica.<br />

Misura delle variazioni del contenuto cellulare <strong>di</strong> specifiche proteine,<br />

durante la progressione nella fase G1, in cellule in crescita esponenziale<br />

E’ stato sviluppato un metodo per misurare il contenuto <strong>di</strong> particolari proteine in singole cellule<br />

durante l’attraversamento della fase G1. Nello stu<strong>di</strong>o sono stati misurati i livelli <strong>di</strong> Ciclina E, ma<br />

la procedura è applicabile a qualsiasi proteina rilevabile in modo specifico con tecniche <strong>di</strong><br />

immunoistochimica. La sequenza degli eventi in G1 è misurata in cellule in crescita<br />

esponenziale, evitando le problematiche e gli artefatti indotti dalle procedure <strong>di</strong><br />

sincronizzazione.<br />

Il metodo si basa su: i) esposizione delle cellule per pochi minuti a bassissime concentrazioni <strong>di</strong><br />

bromodeoxyuri<strong>di</strong>na (BrdUrd), seguita da raccolta e fissazione delle cellule a <strong>di</strong>versi tempi; ii)<br />

misura contemporanea del contenuto <strong>di</strong> DNA, BrdUrd e Ciclina E me<strong>di</strong>ante citometria a flusso<br />

multiparametrica; iii) analisi dei dati basata sulla teoria della proliferazione <strong>di</strong> popolazioni<br />

asincrone, con durata della fase variabile.<br />

34<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Stu<strong>di</strong> degli effetti antiproliferativi dei farmaci antitumorali me<strong>di</strong>ante<br />

Carboxyfluorescein <strong>di</strong>acetate succinimidyl ester (CFSE)<br />

La CFSE è attualmente in uso come tracciante per lo stu<strong>di</strong>o della migrazione e proliferazione<br />

delle cellule ematopoietiche. Diversi problemi tecnici ne avevano precluso finora l'utilizzo per<br />

lo stu<strong>di</strong>o dell'attività antiproliferativa dei chemioterapici. Abbiamo analizzato i <strong>di</strong>versi step<br />

critici della procedura, elaborando il modo <strong>di</strong> superare i potenziali errori. Il progetto è stato<br />

portato a termine con successo, consentendo <strong>di</strong> superare i precedenti limiti della procedura. Il<br />

risultato è stato la definizione <strong>di</strong> una procedura standar<strong>di</strong>zzata <strong>di</strong> citometria e analisi dei dati per<br />

la valutazione della <strong>di</strong>namica dei blocchi del ciclo cellulare successivi al trattamento. Il nuovo<br />

metodo è stato applicato allo stu<strong>di</strong>o del farmaco topotecan, misurando la variabilità <strong>di</strong> risposta<br />

in termini <strong>di</strong> percentuali <strong>di</strong> cellule imme<strong>di</strong>atamente bloccate, bloccate dopo una o più <strong>di</strong>visioni o<br />

non colpite dal trattamento.<br />

Farmacocinetica <strong>di</strong> nuovi derivati taxanici<br />

Si sono condotti <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> a livello preclinico che riguardano nuovi derivati taxanici che si<br />

<strong>di</strong>fferenziano da quelli convenzionali sia dal punto <strong>di</strong> vista chimico che per la loro attività<br />

biologica. Per tre <strong>di</strong> questi composti si sono valutate le proprietà <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>sponibilità dopo<br />

somministrazione orale ed è stato interamente caratterizzato il profilo cinetico e metabolico con<br />

meto<strong>di</strong> analitici originali sviluppati dall’unità <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Antitumorale che<br />

prevedono l’utilizzo <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> spettrometria <strong>di</strong> massa. Essi hanno mostrato attività biologica<br />

anche in tumori poco suscettibili ad altri taxani che suggeriscono un potenziale interesse clinico.<br />

La possibilità che questi farmaci agiscano attraverso un meccanismo d’azione<br />

antiangiogenetico, messo in luce dal Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi, richiede<br />

necessariamente la valutazione farmacocinetica e farmaco<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> schemi <strong>di</strong> trattamento<br />

cronici dopo prolungata somministrazione.<br />

Farmacocinetica clinica <strong>di</strong> gimatecan<br />

Uno stu<strong>di</strong>o condotto in collaborazione con il SENDO ci ha portato a definire le proprietà <strong>di</strong><br />

farmacocinetica clinica <strong>di</strong> un nuovo derivato della camptotechina (Gimatecan) in pazienti che<br />

partecipano a fasi II <strong>di</strong> sperimentazione clinica. Uno stu<strong>di</strong>o in pazienti con sarcoma <strong>di</strong>mostra<br />

che questo composto è rapidamente assorbito dopo somministrazione orale ha lunga emivita e<br />

può garantire un’esposizione molto lunga del farmaco. I dati <strong>di</strong> farmacocinetica saranno<br />

correlati con i dati <strong>di</strong> tipo clinico (tossicità e attività antitumorale) per comprendere la<br />

farmaco<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> questo nuovo farmaco.<br />

Stu<strong>di</strong> clinici<br />

ST1926. La farmacocinetica clinica del nuovo derivato dell’acido retinoico ST1926 è in corso<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in pazienti con carcinoma ovarico In particolare, abbiamo stu<strong>di</strong>ato la farmacocinetica e<br />

la bio<strong>di</strong>sponibilità del farmaco e del suo principale metabolita (coniugato con l’acido<br />

glucuronico) ottenendo per la prima volta dati sulla sua formazione ed esposizione plasmatica<br />

nei pazienti.Nel corso dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Phase I, la farmacocinetica, in particolare l’assorbimento e<br />

il metabolismo si stanno rivelando molto variabili.<br />

Attività antitumorale <strong>di</strong> nuovi farmaci e proprietà farmacocinetiche <strong>di</strong><br />

combinazioni <strong>di</strong> farmaci<br />

Valutazione dell’attività antitumorale, proprietà farmacocinetiche e tossicità <strong>di</strong> nuovi farmaci<br />

antitumorali “target specifici” (es. <strong>di</strong>versi inibitori delle kinasi), farmaci antitumorali<br />

convenzionali (camptotechine) e combinazioni <strong>di</strong> farmaci in tumori del topo e del ratto e in<br />

tumori umani trapiantati in topi immuno-deficenti.<br />

35<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Interessante si sta rivelando lo stu<strong>di</strong>o delle propietà farmacologiche del derivato tassanico IDN<br />

6140. La sua buona bio<strong>di</strong>sponibilità ed il suo interessante profilo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione nel sistema<br />

nervoso centrale fanno <strong>di</strong> questo composto un possibile can<strong>di</strong>dato per la terapia dei tumori e/o<br />

delle metastasi cerebrali.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare<br />

G2 checkpoint e ciclo cellulare<br />

E’ stato sviluppato un nuovo sistema capace <strong>di</strong> inibire specificamente l’espressione <strong>di</strong> CHK1 in<br />

vivo in topi nu<strong>di</strong> trapiantati con tumori umani. Questo sistema riduce l’espressione <strong>di</strong> CHK1<br />

solo nelle cellule tumorali. Questo plasmide permette l’espressione dello siRNA solo dopo<br />

induzione con tetraciclina ed è perciò uno strumento essenziale per valutare l’effetto<br />

dell’inibizione <strong>di</strong> CHK1 in tumori umani che crescono in topi nu<strong>di</strong> dopo trattamento con<br />

farmaci antitumorali.<br />

Caratterizzazione <strong>di</strong> nuovi potenziali geni oncosoppressori<br />

Il gene DRAGO, identificato e clonato nel nostro laboratorio, è uno dei più interessanti progetti<br />

del gruppo. La caratterizzazione della risposta alle ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti in topi KO per DRAGO<br />

è uguale a quella dei topi normali. La regolazione della regolazione trascrizionale <strong>di</strong> DRAGO ha<br />

in<strong>di</strong>cato che il gene è non solo responsivo a p53, ma, nella famiglia <strong>di</strong> p53, p73 ha una forte<br />

capacità <strong>di</strong> indurne la trascrizione. Drago rappresenta perciò un nuovo gene responsivo a p73.<br />

Caratterizzazione molecolare del carcinoma ovarico<br />

La caratterizzazione molecolare del tumore ovarico allo sta<strong>di</strong>o I è stata stu<strong>di</strong>ata ulteriormente.<br />

Il profilo dell’espressione genica ha mostrato risultati interessanti:<br />

E’ possibile identificare geni capaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare i <strong>di</strong>versi istotipi, suggerendo che specifiche<br />

caratteristiche biologiche e molecolari sono responsabili per le <strong>di</strong>fferenze nella morfologia e<br />

comportamento clinico. Questi stu<strong>di</strong> possono aiutare a identificare specifici targets molecolari<br />

per <strong>di</strong>fferenti sottoclassi <strong>di</strong> tumori ovarici che hanno un <strong>di</strong>verso esito clinico.<br />

E’ possibile identificare pazienti con una maggior probabilità <strong>di</strong> ricaduta poiché ci sono geni<br />

capaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare queste due classi <strong>di</strong> pazienti.<br />

Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che pazienti nello sta<strong>di</strong>o I borderline hanno un profilo <strong>di</strong> espressione<br />

genica simile a quello dei pazienti nello sta<strong>di</strong>o I, mentre sono facilmente <strong>di</strong>stinguibili da quelli<br />

negli sta<strong>di</strong> 2 e 3. Ciò può avere importanti implicazioni cliniche per il trattamento <strong>di</strong> questo<br />

particolare sottogruppo <strong>di</strong> pazienti.<br />

Stu<strong>di</strong>o dell’espressione <strong>di</strong> p63 in tumori ovarici<br />

P63 appartiene alla famiglia <strong>di</strong> p53 ed il suo ruolo è particolarmente rilevante nello sviluppo<br />

embrionale. Il suo ruolo come oncosoppressore non è stato ancora chiarificato. Il gene che<br />

co<strong>di</strong>fica per p63 ha un’organizzazione complessa che genera, tra l’altro, un’isoforma troncata<br />

(DNp63), che manca del dominio <strong>di</strong> transattivazione, che potrebbe agire come dominante<br />

negativo per p63 o p53. Abbiamo analizzato l’espressione della forma intera (TAp63) e <strong>di</strong><br />

DNp63 in approssimativamente 90 pazienti con tumore ovarico allo sta<strong>di</strong>o I (precoce) e 90 allo<br />

sta<strong>di</strong>o III (tumore avanzato). I livelli <strong>di</strong> TAp63 sono simili nei due gruppi <strong>di</strong> pazienti, mentre i<br />

livelli <strong>di</strong> DNp63 erano più elevati nei tumori allo sta<strong>di</strong>o III che un quelli allo sta<strong>di</strong>o I. Il rapporto<br />

tra DNp63 e TAp63 aumentava conseguentemente con l’aumentare della malignità. Di<br />

conseguenza pazienti con un più alto rapporto tra DNp63 e TAp63 hanno una minor probabilità<br />

<strong>di</strong> sopravvivere. Ciò è stato osservato, non solo nell’intera popolazione, ma la tendenza è stata<br />

osservata anche analizzando separatamente i due gruppi <strong>di</strong> pazienti. Questi risultati<br />

suggeriscono che in questo tumore DNp63 può essere considerato un nuovo target.<br />

36<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Inibizione del segnale me<strong>di</strong>ato da PI3K/Akt<br />

Nelle cellule <strong>di</strong> carcinoma ovarico il gene PI3K è spesso superespresso o mutato e questa<br />

chinasi è quin<strong>di</strong> attivata costitutivamente. La conseguenza è la presenza <strong>di</strong> proteine coinvolte<br />

nella sopravvivenza cellulare, come akt, costitutivamente fosforilate e quin<strong>di</strong> attive. Questo<br />

progetto ha valutato la capacità dei tetra e pentainositoli fosfati ed alcuni dei loro analoghi, <strong>di</strong><br />

inibire il reclutamento <strong>di</strong> akt sulla membrana e la sua ulteriore fosforilazione. IP5 ed alcune<br />

nuove molecole <strong>di</strong> sintesi sono stati capaci <strong>di</strong> ridurre la fosforilazione <strong>di</strong> akt e quin<strong>di</strong> la crescita<br />

cellulare. L’attività <strong>di</strong> queste molecole non è limitata al tumore ovarico, ma è stata <strong>di</strong>mostrata<br />

anche per altri tumori come quelli alla mammella e la prostata. La possibilità <strong>di</strong> combinare<br />

inibitori <strong>di</strong> PI3K e <strong>di</strong> mTOR ( una chinasi a valle <strong>di</strong> PI3K e akt) è stata valutata. E’ stato infatti<br />

<strong>di</strong>mostrato che alcuni inibitori <strong>di</strong> mTOR inducono una fosforilazione aberrante e quin<strong>di</strong><br />

attivazione <strong>di</strong> akt, e la combinazione <strong>di</strong> questi inibitori può bloccare questi effetti indesiderati. I<br />

risultati in vitro mostrano che la combinazione ha almeno un effetto ad<strong>di</strong>tivo e apre la via a<br />

trovare nuovi trattamenti e verificare se la sequenza <strong>di</strong> combinazione può essere importante per<br />

l’effetto antiproliferativo.<br />

Oncosoppressori p53 e p73<br />

L’analogo <strong>di</strong> p53, p73 è presente con <strong>di</strong>verse isoforme derivanti da uno splicing alternato del C-<br />

terminale. Tra queste isoforme ce n’è una chiamata DNp73 nella quale il dominio <strong>di</strong><br />

transattivazione nell’N terminale della proteina è assente. Questa forma DN <strong>di</strong> p73 è un<br />

antagonista <strong>di</strong> p53. Le isoforme DNp73 possono essere ulteriormente processate per splicing<br />

alternato per generare un numero <strong>di</strong> isoforme con una non ancora chiarita attività biologica.<br />

Abbiamo già <strong>di</strong>mostrato che la forma alfa <strong>di</strong> DNp73 non mo<strong>di</strong>fica, sia la crescita in vitro ed in<br />

vivo delle cellule tumorali o la risposta al trattamento con farmaci antitumorali.<br />

Abbiamo perciò generato cloni derivati dalla linea tumorale umana del polmone, H1299 che<br />

esprime DNp73 beta dopo induzione. Questi cloni mostrano dopo induzione effetti interessanti<br />

sulla crescita cellulare suggerendo che la presenza <strong>di</strong> alti livelli <strong>di</strong> questa isoforma può avere<br />

effetti non pre<strong>di</strong>cabili. Poiché i dati sull’espressione delle isoforme <strong>di</strong> p73 nei pazienti con<br />

tumore in<strong>di</strong>cano che l’isoforma beta è presente nei tumori umani, i risultati ottenuti hanno una<br />

particolare rilevanza e saranno ulteriormente analizzati per verificare quali sono gli effetti<br />

collegati con la super espressione <strong>di</strong> questa isoforma.<br />

Identificazione <strong>di</strong> un nuovo meccanismo proteolitico <strong>di</strong> attivazione <strong>di</strong> p73<br />

Un altro membro della famiglia <strong>di</strong> p53, p73, è stato caratterizzato nel laboratorio per la sua<br />

capacità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la crescita e la risposta alla terapia delle cellule tumorali. Abbiamo<br />

stu<strong>di</strong>ato ulteriormente questo potenziale soppressore tumorale stu<strong>di</strong>ando un nuovo possibile<br />

meccanismo <strong>di</strong> attivazione. Abbiamo trovato un ulteriore meccanismo <strong>di</strong> regolazione per la<br />

forma p73-alfa che avviene attraverso una rottura proteolitica connessa con l’attività della<br />

proteasi serinica HtrA2. Dopo stimoli apoptotici HtrA2 si accumula nel nucleo e taglia p73-alfa<br />

alla porzione C-terminale, aumentando la capacità transattivante della proteina sul gene bax ma<br />

non sul gene p21 che regola il ciclo cellulare. In presenza <strong>di</strong> HtrA2, p73 è più incline a causare<br />

attivazione della caspasi e frammentazione dei nuclei: p73 ha bisogno <strong>di</strong> HtrA2 per attivare ed<br />

aumentare le sue funzioni apoptotiche. Questa nuova relazione tra p73 e HtrA2 può aiutare a<br />

capire il <strong>di</strong>verso comportamento della proteina p73 nella fisiologia cellulare e nella risposta<br />

delle cellule tumorali alla chemioterapia.<br />

Meccanismi <strong>di</strong> azione <strong>di</strong> nuovi farmaci antitumorali<br />

E’ stato caratterizzato il meccanismo <strong>di</strong> attivazione <strong>di</strong> un nuovo derivato antraciclinico,<br />

nemorubicina (metossi morfolino doxorubicina). La nemorubicina ha un quadro <strong>di</strong> attività<br />

antitumorale in vitro ed in vivo <strong>di</strong>verso da quello della doxorubicina.<br />

37<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Abbiamo trovato che linee cellulari con <strong>di</strong>fetti nei meccanismi <strong>di</strong> riparo del DNA,<br />

particolarmente nel nucleotide excision repair (NER), sono resistenti al trattamento con questa<br />

molecola. E’ interessante notare come la maggior parte dei farmaci che interagiscono col DNA,<br />

come il cisplatino, mostrano esattamente l’effetto opposto: <strong>di</strong>fetti nel NER sono associati ad<br />

elevata sensibilità. Inoltre un possibile meccanismo <strong>di</strong> resistenza a questi farmaci è associato ad<br />

un’aumentata attività del NER in alcuni tumori.<br />

Cellule resistenti alla nemorubicina hanno invece una ridotta attività del NER e mostrano una<br />

sensibilità collaterale al cisplatino. Questi risultati rappresentano il razionale molecolare per il<br />

trattamento combinato tra cisplatino e nemorubicina e/o per il trattamento dei tumori resistenti<br />

al cisplatino con nemorubicina.<br />

Generazione <strong>di</strong> nuovi sistemi cellulari per l’imaging in vivo<br />

Abbiamo generato nuovi cloni cellulari derivati da cellule tumorali umane che crescono in vitro,<br />

che esprimono stabilmente dei probes fluorescenti o luminescenti che ci permettono <strong>di</strong> seguire<br />

in vivo nei topi la crescita dei tumori primari e delle metastasi. Questi sistemi generati in linee<br />

tumorali umane dell’ovaio, della mammella e della prostata, possono essere trapiantate in topi<br />

nu<strong>di</strong> e la crescita e la risposta alla terapia possono essere seguite con un’analisi <strong>di</strong> imaging ottica<br />

e luminescente o con microTAC. Questi sistemi possono essere particolarmente utili per lo<br />

stu<strong>di</strong>o del potenziale antimetastatico dei nuovi farmaci.<br />

Caratterizzazione della risposta delle cellule staminali al danno<br />

L’uso terapeutico delle cellule staminali è in continua crescita. Lo scopo <strong>di</strong> questo progetto è <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>are l’abilità delle cellule staminali isolate dal cordone ombelicale <strong>di</strong> rispondere allo stress<br />

con particolare enfasi alla capacità <strong>di</strong> attivare le proteine dei checkpoints. Cellule staminali<br />

isolate e mantenute in vitro con uno specifico cocktail capace d’indurre una parziale<br />

<strong>di</strong>fferenziazione hanno mostrato una peculiare espressione <strong>di</strong> proteine del ciclo cellulare. In<br />

particolare c’è un preciso tempo nel processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziamento nel quale le proteine dei<br />

checkpoints sono presenti ad alti livelli. Ciò implica che questo potrebbe rappresentare il tempo<br />

nel quale queste cellule sono più suscettibili e devono essere “protette” dai danni esogeni. La<br />

caratterizzazione <strong>di</strong> questi importanti aspetti molecolari sarà stu<strong>di</strong>ato ulteriormente.<br />

Identificazione <strong>di</strong> cellule staminali nel tumore ovarico<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questo progetto è <strong>di</strong> isolare e caratterizzare una possibile cellula staminale dai<br />

tumori ovarici. Ci sono sempre più evidenze che supportano l’idea che poche importanti cellule<br />

tumorali multipotenti, chiamate cellule staminali tumorali, sono tra le più rilevanti cellule da<br />

uccidere in un tumore. Normalmente presenti come cellule quiescenti nei tumori, sono capaci <strong>di</strong><br />

generare cellule tumorali che si <strong>di</strong>vidono rapidamente. L’ipotesi corrente è che le cellule<br />

tumorali che si <strong>di</strong>vidono normalmente sono quelle preferenzialmente uccise dalla<br />

chemioterapia, mentre le cellule staminali tumorali sono più <strong>di</strong>fficili da uccidere e sarebbero<br />

responsabili per la ricaduta dopo il trattamento. La possibilità <strong>di</strong> identificare e caratterizzare<br />

queste cellule staminali aprirebbe in teoria la via alla selezione <strong>di</strong> una nuova generazione <strong>di</strong><br />

molecole capaci <strong>di</strong> uccidere preferenzialmente queste cellule. Cellule staminali tumorali sono<br />

già state identificate in <strong>di</strong>versi tumori umani come quelli alla mammella ed emopoietici.<br />

Focalizzeremo la nostra attenzione sui tumori ovarici con l’uso <strong>di</strong> anticorpi <strong>di</strong>retti contro<br />

proteine <strong>di</strong> membrana markers per identificare queste popolazioni potenzialmente rilevanti.<br />

Determinazione dell’impatto delle mutazioni <strong>di</strong> EGFR nell’attività degli<br />

inibitori della tiroxina chinasi in pazienti con NSCLC<br />

Abbiamo iniziato un progetto multicentrico <strong>di</strong> tre anni per identificare quei pazienti che possono<br />

rispondere agli inibitori della tiroxina chinasi.<br />

38<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Lo stu<strong>di</strong>o definirà se pazienti con mutazioni <strong>di</strong> EGFR hanno più possibilità <strong>di</strong> rispondere alla<br />

terapia convenzionale piuttosto che al trattamento con TKI.<br />

Il nostro laboratorio cerca le mutazioni <strong>di</strong> EGFR in pazienti con NSCLC sia nel tessuto<br />

tumorale che nel DNA che circola nel sangue che sono rappresentativi della sequenza del DNA<br />

del tumore e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> PCR scorpion arms sono usati per questi stu<strong>di</strong>.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali<br />

Regolazione fisiologica dell'angiogenesi<br />

L’angiogenesi, la formazione <strong>di</strong> vasi sanguigni da vasi preesistenti, gioca un ruolo rilevante<br />

nella progressione tumorale. Questo processo è regolato da un delicato bilancio tra fattori proed<br />

anti-angiogenici. Ci occupiamo da tempo dello stu<strong>di</strong>o dei fattori endogeni che regolano<br />

l'angiogenesi. Nel <strong>2007</strong> abbiamo proseguito nello stu<strong>di</strong>o della trombospon<strong>di</strong>na-1 (TSP-1), un<br />

inibitore endogeno dell'angiogenesi, il cui legame <strong>di</strong>retto ai fattori angiogenici, in particolare<br />

FGF-2 (Fibroblast Growth Factor-2), ne altera la bio<strong>di</strong>sponibilità e inibisce l'attività. Ci<br />

occupiamo dello stu<strong>di</strong>o del rapporto struttura-funzione dei <strong>di</strong>versi siti attivi della TSP-1, con lo<br />

scopo principale <strong>di</strong> identificare il sito <strong>di</strong> legame per FGF-2 per <strong>di</strong>segnare composti<br />

antiangiogenici basati sulla sequenza attiva della TSP-1.<br />

Abbiamo inoltre continuato lo stu<strong>di</strong>o sul ruolo delle metalloproteinasi della matrice (MMP)<br />

nell'angiogenesi e nella progressione tumorale. Nel <strong>2007</strong> si è stu<strong>di</strong>ato il cross-talk tra MMP e<br />

Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF), un fattore che stimola l’angiogenesi e la<br />

permeabilità dei vasi, nella progressione del carcinoma ovarico. In particolare è stato valutato se<br />

il VEGF prodotto dalle cellule <strong>di</strong> carcinoma ovarico potesse influenzare l’invasione e l’attività<br />

proteolitica sia delle cellule tumorali stesse sia delle cellule dell’ospite. E’ stata inoltre valutata<br />

la capacita’ dell’anticorpo anti-VEGF Bevacizumab (Avastin) <strong>di</strong> inibire l’attività proteolitica e<br />

l’invasione del carcinoma ovarico. L’analisi dei geni delle cellule dello stroma legati ai processi<br />

invasivi e metastatici e modulati dal VEGF tumorale è attualmente in corso.<br />

Linfoangiogenesi nel carcinoma ovarico<br />

La <strong>di</strong>ffusione del tumore ovarico ai linfono<strong>di</strong> risulta essere un fattore prognostico importante sia<br />

nelle forme in sta<strong>di</strong>o precoce <strong>di</strong> questa malattia che nelle forme più avanzate. Al fine <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />

i meccanismi molecolari della <strong>di</strong>ffusione per via linfatica del carcinoma ovarico sono stati<br />

utilizzati xenografts <strong>di</strong> carcinoma ovarico umano che crescono nella cavità peritoneale <strong>di</strong> topi<br />

immunodeficienti. L’analisi dei livelli <strong>di</strong> VEGFC, un fattore che stimola la formazione dei vasi<br />

linfatici, nel plasma e nell’ascite dei topi trapiantati con questi tumori e la loro correlazione con<br />

l’invasione dei linfono<strong>di</strong> da parte <strong>di</strong> cellule <strong>di</strong> carcinoma ovarico e’ attualmente in corso.<br />

Espressione genica nell’endotelio associato ai tumori: ruolo svolto dal<br />

microambiente<br />

Capire le <strong>di</strong>fferenze qualitative e funzionali tra le cellule endoteliali (EC) dei vasi tumorali e dei<br />

vasi normali potrebbe consentire l’identificazione <strong>di</strong> marcatori selettivi dell’endotelio vascolare<br />

associato a stati patologici e/o <strong>di</strong> nuove molecole bersaglio per lo sviluppo <strong>di</strong> interventi<br />

farmacologici. Abbiamo analizzato il profilo <strong>di</strong> espressione genica <strong>di</strong> cellule endoteliali isolate<br />

da carcinomi ovarici e da ghiandole surrenali, esposte o no a un ambiente<br />

"angiogenico/tumorale" ricostituito in vitro. Utilizzando la tecnologia dei microarray<br />

abbiamo valutato l'espressione <strong>di</strong> circa 12000 geni. L’analisi dei risultati e la loro validazione<br />

tramite RealTime PCR ha permesso <strong>di</strong> confermare che<br />

i) l’ambiente è in grado <strong>di</strong> modulare l’espressione genica dell’endotelio<br />

ii) che questo effetto è in<strong>di</strong>pendente dall’origine delle EC;<br />

iii) che le EC isolate da tumore presentano <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> espressione genica rispetto alle EC<br />

isolate da tessuto normale.<br />

39<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Risultati preliminari suggeriscono che alcuni dei trascritti genici potrebbero essere rilevanti<br />

come marcatori <strong>di</strong> endotelio/stroma tumorale, in quanto il loro trascritto è più abbondante in EC<br />

isolate da tumore che da tessuto normale.<br />

Sono stati preparati i costrutti che ci hanno permesso <strong>di</strong> produrre la proteine da essi co<strong>di</strong>ficate. Il<br />

passo successivo sarà selezionare gli anticorpi <strong>di</strong>retti contro tali proteine<br />

Modelli preclinici: ruolo <strong>di</strong> Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF)<br />

nella crescita, vascolarizzazione del tumore e risposta a trattamenti<br />

farmacologici<br />

Il ruolo <strong>di</strong> VEGF nel carcinoma ovarico è stato stu<strong>di</strong>ato sul modello A2780/1A9 transfettata con<br />

un plasmide trascrivente VEGF121. In topi nu<strong>di</strong> portatori <strong>di</strong> tumori prodotti da 1A9-VS1, il<br />

carico tumorale correla con i livelli <strong>di</strong> VEGF circolanti nel plasma e presenti nell’ascite e i vasi<br />

sanguigni che irrorano il tessuto tumorale presentano alterazioni morfologiche e funzionali<br />

associate ad un fenotipo angiogenico.<br />

Abbiamo osservato che la produzione/rilascio <strong>di</strong> VEGF <strong>di</strong>minuisce la risposta alla<br />

chemioterapia (paclitaxel). L’impiego dell’anticorpo anti-VEGF Bevacizumab (Avastin®)<br />

migliora l’efficacia terapeutica del paclitaxel nei confronti <strong>di</strong> 1A9-VS1, suggerendo un ruolo<br />

dell’ambiente tumorale.<br />

Per determinare come come il VEGF prodotto dalle cellule 1A9VS1 mo<strong>di</strong>fica il microambiente<br />

tumorale. Abbiamo stu<strong>di</strong>ato l’attività trascrizionale della componente stromale (ottenuta<br />

micro<strong>di</strong>ssezionando fettine <strong>di</strong> tessuto per eliminare il parenchima, cioè le cellule tumorali)<br />

avvalendoci dell’ibridazione <strong>di</strong> micromatrici <strong>di</strong> DNA. I risultati dell’analisi con GeneChip®<br />

Mouse Genome 430 2.0 Array (Affymetrix) analizzati con GeneSpring and Rosetta Resolver<br />

in<strong>di</strong>cano che lo stroma (microambiente) dei tumori originati dalle cellule che producono<br />

moltoVEGF esprime in modo “preferenziale” 227 trascritti genici. Le molecole costituenti la<br />

membrana basale, coinvolte nell’organizzazione, struttura e biogenesi cellulare sono tra le piu<br />

rappresentate nell’elenco delle sovra-espresse.<br />

Composti Antivascolari (VDA)<br />

Terapie antineoplastiche <strong>di</strong>rette contro il sistema vascolare dei tumori possono seguire due<br />

<strong>di</strong>verse strategie. La terapia antiangiogenica è volta a prevenire la formazione dei nuovi vasi,<br />

mentre la terapia antivascolare ha lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere selettivamente i vasi già formati nei<br />

tumori. Nel <strong>2007</strong> ci siamo concentrati nell’identificazione <strong>di</strong> molecole con proprietà<br />

antivascolari.<br />

Per quanto riguarda i composti anti-vascolari sono state stu<strong>di</strong>ate le proprietà <strong>di</strong> molecole che<br />

legano la tubulina (analoghi della colchicina e delle combretastatine) che, causando la<br />

depolimerizzazione dei microtubuli, danneggiano selettivamente i vasi sanguigni del tumore,<br />

portando alla necrosi della massa tumorale in modelli <strong>di</strong> neoplasie sperimentali.<br />

In collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Chimica dell’Università <strong>di</strong> Pisa (Prof. Bellina e Prof.<br />

Rossi) sono state selezionate classi <strong>di</strong> molecole con tali proprietà. Nel prosieguo ci proponiamo<br />

<strong>di</strong> identificare composti più selettivi e <strong>di</strong> caratterizzare le proprietà farmacologiche e<br />

antineoplastiche.<br />

Terapie antineoplastiche combinate<br />

L’ottimizzazione delle terapie biologiche selettive verso bersagli molecolari in combinazione tra<br />

<strong>di</strong> loro e con i chemioterapici è uno dei principali interessi del Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia<br />

delle Metastasi Tumorali. La principale classe <strong>di</strong> composti con cui stiamo esplorando questo<br />

aspetto, sono gli inibitori dell’angiogenesi e i composti antivascolari (VDA).<br />

In particolare nel <strong>2007</strong> è stata stu<strong>di</strong>ata la combinazione <strong>di</strong> un VDA (ZD6126), le cui proprietà<br />

farmacologiche sono state precedentemente descritte, in combinazione con chemioterapici.<br />

40<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che in terapie <strong>di</strong> combinazione, l’attività antivascolare <strong>di</strong> ZD6126, agente<br />

che lega la tubulina, viene bloccata dal pretrattamento con paclitaxel, un altro agente che agisce<br />

sulla tubulina, ma con meccanismo opposto a ZD6126. Tuttavia, abbiamo osservato che è<br />

possibile ottimizzare lo schema <strong>di</strong> somministrazione dei due composti in vivo, per prevenire<br />

l’interferenza tra i due composti e migliorare notevolmente l’attività antineoplastica della<br />

combinazione in modelli sperimentali. Sono in corso stu<strong>di</strong> per razionalizzare la scelta dello<br />

schema <strong>di</strong> trattamento sulla base del meccanismo <strong>di</strong> azione dei farmaci da combinare.<br />

Gli inibitori delle istone deacetilasi rappresentano una classe promettente <strong>di</strong> agenti antitumorali<br />

il cui effetto antitumorale si esplica soprattutto se utilizzati in combinazione con ra<strong>di</strong>oterapia e<br />

chemioterapia. Per valutare se l’inibizione dell’attività delle istone deacetilasi aumenta la<br />

sensibilità al paclitaxel abbiamo stu<strong>di</strong>ato l’effetto dell’acido idrossamico suberoylanilide<br />

(SAHA) sulle cellule sensibili (1A9) e resistenti (1A9PTX22) al paclitaxel. SAHA induce<br />

inibizione della crescita paragonabile tra cellule 1A9 e cellule 1A9PTX22 a concentrazioni<br />

micromolari e in maniera dose-<strong>di</strong>pendente. Il trattamento combinato, con dosi <strong>di</strong> SAHA e<br />

paclitaxel comprese tra l’IC30 e l’IC0, produce un effetto inibitorio della proliferazione<br />

cellulare <strong>di</strong> tipo sinergistico. Questi risultati mostrano che il SAHA ha un’attività antitumorale<br />

su cellule <strong>di</strong> carcinoma ovarico e suggeriscono che SAHA è in grado <strong>di</strong> ripristinare la sensibilità<br />

al paclitaxel <strong>di</strong> cellule resistenti. Tale effetto non sembra dovuto a blocchi in una qualche fase<br />

specifica del ciclo cellulare o all’aumentata apoptosi, bensì è me<strong>di</strong>ato dall’aumento <strong>di</strong><br />

acetilazione della tubulina.<br />

L’espressione <strong>di</strong> PAR-1 in cellule <strong>di</strong> melanoma correla con la loro capacità<br />

<strong>di</strong> migrare, invadere e metastatizzare<br />

PAR-1 è un recettore della trombina che sembra avere un ruolo centrale nella progressione<br />

maligna (metastatizzazione) del melanoma. In uno stu<strong>di</strong>o in collaborazione con l’Università <strong>di</strong><br />

Siena (Prof.ssa A. Nal<strong>di</strong>ni) abbiamo visto che cellule isolate da melanoma <strong>di</strong>agnosticati in<br />

sta<strong>di</strong>o avanzato della malattia esprimevano un livello <strong>di</strong> PAR-1 maggiore rispetto a quelle<br />

isolate da sta<strong>di</strong> precoci. Le cellule <strong>di</strong> melanoma che sono in grado <strong>di</strong> colonizzare i polmoni<br />

quando inoculate nel circolo venoso del topo nudo, esprimono livelli alti <strong>di</strong> PAR-1 hanno una<br />

maggior capacità <strong>di</strong> migrare (chemiotassi) e <strong>di</strong> invadere il matrigel (chemoinvasione). La<br />

motilità è l’invasione sono inibite da molecole in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>sattivare PAR-1.<br />

Laboratorio per lo Sviluppo <strong>di</strong> Nuove Strategie <strong>Farmacologiche</strong><br />

Il laboratorio nasce dalla considerazione che l’affacciarsi nello scenario della terapie<br />

oncologiche <strong>di</strong> farmaci con meccanismi d’azione <strong>di</strong>fferenti dai chemioterapici tra<strong>di</strong>zionali apre<br />

nuove possibilità <strong>di</strong> cura ma pone nel contempo seri problemi metodologici per quanto riguarda<br />

la scelta del <strong>di</strong>segno più appropriato ed efficiente per la valutazione della loro attività clinica. Il<br />

para<strong>di</strong>gma tra<strong>di</strong>zionale della selezione della dose, basato sulla massima tossicità tollerata e lo<br />

screening dell’attività dei farmaci, concentrato sulla valutazione della riduzione della massa<br />

tumorale, non sono necessariamente applicabili alla valutazione <strong>di</strong> nuovi agenti, aventi come<br />

bersaglio l’ambiente extracellulare o specifici target molecolari. Lo sviluppo clinico delle<br />

terapie antitumorali ‘non citotossiche’ richiede dunque un esame critico dei modelli esistenti e<br />

la considerazione <strong>di</strong> tutti gli aspetti relativi alla conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici, dai criteri per la<br />

selezione della dose, ai meto<strong>di</strong> per la determinazione e conferma <strong>di</strong> attività farmacologia, alla<br />

validazione <strong>di</strong> nuove tecnologie e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> laboratorio. Da qui l’esigenza <strong>di</strong> una profonda<br />

integrazione della ricerca ‘<strong>di</strong> screening clinico’ con la ricerca preclinica, per costruire il<br />

razionale farmacologico per l’in<strong>di</strong>viduazione delle molecole più interessanti, la scelta del<br />

dosaggio, le ipotesi <strong>di</strong> associazioni con altri farmaci e gli in<strong>di</strong>catori più adatti alla valutazione<br />

dell’attività clinica. Accanto a ciò, va <strong>di</strong> pari passo lo sviluppo <strong>di</strong> conoscenze e <strong>di</strong> applicazione<br />

41<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

<strong>di</strong> nuovi <strong>di</strong>segni per gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> attività, dall’utilizzo della randomizzazione, alle possibilità <strong>di</strong><br />

introduzione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> pazienti trattati con placebo, ai <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuazione.<br />

Un altro fondamentale momento <strong>di</strong> ricerca del laboratorio si basa sul riconoscimento che la<br />

caratterizzazione genomica dei singoli tumori può ora giocare un ruolo potenzialmente molto<br />

rilevante nello sviluppo dei farmaci e nell’in<strong>di</strong>vidualizzazione dei trattamenti. Tuttavia c’è<br />

molta incertezza intorno al ruolo dei biomarcatori nello sviluppo dei farmaci e<br />

l’implementazione delle tecnologie genomiche nei clinical trias ed è necessario riuscire a<br />

migliorare la metodologia e ad anticipare la valutazione dei biomarkers nelle fasi precoci così da<br />

permettere che la ricerca translazionale passi da una semplice ricerca <strong>di</strong> correlazioni alla<br />

produzione <strong>di</strong> conoscenze sul ruolo pre<strong>di</strong>ttivo dell’attività clinica dei trattamenti in stu<strong>di</strong>o.<br />

Interesse primario del laboratorio è dunque l’ottimizzazione della metodologia per la<br />

valutazione dell’attività <strong>di</strong> farmaci citotossici e soprattutto dei farmaci mirati a target molecolari<br />

specifici, nonché all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> fattori pre<strong>di</strong>ttivi della risposta al trattamento.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche<br />

Il Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche è coinvolto nella pianificazione, organizzazione e<br />

analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici randomizzati in area oncologica, attuati grazie alla collaborazione con un<br />

network <strong>di</strong> oncologi me<strong>di</strong>ci. Le aree <strong>di</strong> maggior interesse comprendono le seguenti patologie<br />

neoplastiche: stomaco, colon, mammella e polmone.<br />

Carcinoma gastrico<br />

Lo stu<strong>di</strong>o ITACAS ”Intergruppo Nazionale A<strong>di</strong>uvante Gastrico” è uno stu<strong>di</strong>o randomizzato, in<br />

aperto, multicentrico, sul ruolo della chemioterapia a<strong>di</strong>uvante nel trattamento del carcinoma<br />

gastrico. Obiettivo è quello <strong>di</strong> confrontare efficacia e sicurezza <strong>di</strong> un regime<br />

fluorouracile/leucovorin (5-FU/LV) verso un trattamento sequenziale <strong>di</strong> campto (CPT- 11) con<br />

5-FU/LV seguito da taxotere e cisplatino (TXT+CDDP) come terapia a<strong>di</strong>uvante per<br />

l’adenocarcinoma dello stomaco o della giunzione gastroesofagea operato ra<strong>di</strong>calmente. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o, sponsorizzato dall’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, vede il coinvolgimento <strong>di</strong> 11 gruppi<br />

collaborativi oncologici ed è condotto in più <strong>di</strong> 110 centri sperimentali italiani. A partire dal<br />

febbraio 2005, incluso sono stati inclusi oltre 750 pazienti dei circa 1100 previsti e si prevede<br />

<strong>di</strong> concludere la fase <strong>di</strong> arruolamento nel primo semestre del 2009.<br />

Carcinoma polmonare<br />

Nel settembre <strong>2007</strong> è iniziato l’arruolamento per uno stu<strong>di</strong>o multicentrico, italiano<br />

sull’ottimizzazione del trattamento <strong>di</strong> seconda linea in pazienti con tumore del polmone non a<br />

piccole cellule (NSCLC) in sta<strong>di</strong>o avanzato. La recente introduzione <strong>di</strong> farmaci rivolti a bersagli<br />

molecolari specifici ha suggerito la possibilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>arne l’efficacia in base a caratteristiche<br />

molecolari della cellula tumorale, e più in particolare a quelle associate al fattore <strong>di</strong> crescita<br />

epidermico: una terapia personalizzata guidata da caratteristiche molecolari potrebbe infatti<br />

consentire l’ottimizzazione sia delle risorse, che dei costi della terapia per questo tipo <strong>di</strong><br />

pazienti. Lo scopo dello stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare sottogruppi <strong>di</strong> pazienti definiti sulla base<br />

<strong>di</strong> caratteristiche biologiche per i quali i farmaci a target molecolare sembrerebbero essere<br />

maggiormente in<strong>di</strong>cati rispetto ai farmaci citotossici tra<strong>di</strong>zionali. In particolare si valuterà il<br />

ruolo <strong>di</strong> un numero incrementato <strong>di</strong> copie EGFR, dell’espressione dell’EGFR e della presenza<br />

<strong>di</strong> mutazioni K-ras come fattori pre<strong>di</strong>ttivi <strong>di</strong> efficacia <strong>di</strong>fferente tra chemioterapia e inibitori<br />

delle tirosin-chinasi.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o, che ha ricevuto un finanziamento da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA),<br />

prevede <strong>di</strong> arruolare nell’arco <strong>di</strong> tre anni circa 1500 pazienti.<br />

42<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Carcinoma del colon<br />

E’ in corso <strong>di</strong> attivazione uno stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato, <strong>di</strong> fase III volto a in<strong>di</strong>viduare la<br />

miglior strategia terapeutica per la terapia a<strong>di</strong>uvante in pazienti ra<strong>di</strong>calmente operati per<br />

carcinoma del colon in sta<strong>di</strong>o II/III. Tale stu<strong>di</strong>o, sponsorizzato dalla Fondazione Giscad per la<br />

Cura dei Tumori e che vede il supporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), si propone<br />

<strong>di</strong> rispondere ai seguenti due quesiti:<br />

1) Ottimizzazione della durata dello schema FOLFOX-4 (3 mesi o 6 mesi)<br />

2) beneficio dell’aggiunta <strong>di</strong> Bevacizumab al FOLFOX-4 (proposto solo ai pazienti in sta<strong>di</strong>o<br />

III “ad alto rischio” <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va)<br />

Per entrambi i quesiti, il confronto <strong>di</strong> efficacia verrà valutato in termini <strong>di</strong> durata della<br />

sopravvivenza senza reci<strong>di</strong>ve.<br />

Carcinoma della mammella<br />

Lo Stu<strong>di</strong>o TOP è un progetto che si pone come obiettivo d’incrementare le conoscenze<br />

sull’efficacia <strong>di</strong> Herceptin nel trattamento del carcinoma mammario localmente avanzato o<br />

metastatico. Esso comprende due stu<strong>di</strong> multicentrici, randomizzati, in aperto, <strong>di</strong> fase III, volti a<br />

valutare il primo l’impatto sul tempo alla progressione <strong>di</strong> una terapia <strong>di</strong> mantenimento con<br />

Herceptin verso interruzione della stessa in pazienti già trattate con una trattamento<br />

chemioterapico in associazione ad Herceptin, il secondo l’impatto sulla sopravvivenza <strong>di</strong> una<br />

chemioterapia con Herceptin verso sola chemioterapia in pazienti progre<strong>di</strong>te dopo una<br />

chemioterapia in associazione ad Herceptin.<br />

I risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o permetteranno <strong>di</strong> valutare il rapporto costo/beneficio del trattamento<br />

con Herceptin e <strong>di</strong> ottimizzare le possibilità terapeutiche <strong>di</strong> tale farmaco, già registrato in Italia,<br />

ma utilizzato in assenza <strong>di</strong> chiari dati clinici <strong>di</strong> supporto.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o, sponsorizzato dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a, vede il supporto dell’Agenzia Italiana del<br />

Farmaco (AIFA).<br />

Testa e collo<br />

E’ in fase <strong>di</strong> attivazione uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fase III, che ha un duplice scopo. Il primo è quello <strong>di</strong><br />

valutare l’efficacia <strong>di</strong> un trattamento d’induzione con chemioterapia seguito da un successivo<br />

trattamento farmacologico concomitante a ra<strong>di</strong>oterapia. Il secondo valuta quale sia la<br />

combinazione farmacologica associata a ra<strong>di</strong>oterapia meglio tollerata tra cetuximab e<br />

chemioterapia a base <strong>di</strong> platino-derivati.<br />

Questa ricerca, che verrà condotta da un team multi<strong>di</strong>sciplinare composto da oncologi,<br />

ra<strong>di</strong>oterapisti e otorinolaringoiatri, prevede un reclutamento <strong>di</strong> circa 350 pazienti su tutto il<br />

territorio nazionale da parte <strong>di</strong> circa sessanta centri.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca Translazionale e <strong>di</strong> Outcome in Oncologia<br />

Il Laboratorio si occupa prevalentemente <strong>di</strong> documentare, attraverso la conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

clinici <strong>di</strong> fase III randomizzati e <strong>di</strong> Outcome, l’efficacia e l'impatto <strong>di</strong> vecchie e nuove strategie<br />

<strong>di</strong>agnostiche e terapeutiche in oncologia, curando in particolare i due momenti traslazionali<br />

critici: dalle fasi precoci <strong>di</strong> ricerca a quelle tar<strong>di</strong>ve (RCT) e dagli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> efficacia alla pratica<br />

clinica (Ricerca <strong>di</strong> Outcome). Al fine <strong>di</strong> ottimizzare queste attività, ospita nel suo contesto il<br />

Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> due gruppi multi<strong>di</strong>sciplinari (MANGO e CPOR-SG) che<br />

coor<strong>di</strong>nano progetti multi-centrici in ginecologia oncologica e nella area della palliazione. Dal<br />

<strong>2007</strong> tutte le attività <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> formazione in ambito <strong>di</strong> dolore cronico sono coor<strong>di</strong>nate da<br />

un Centro de<strong>di</strong>cato (CERP:Center for the Evaluation and Research on Pain).<br />

43<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CERP<br />

La mission del nuovo centro è in completa sintonia con quella dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri:<br />

l'obiettivo del Centro è quello <strong>di</strong> “condurre attività con l'obiettivo <strong>di</strong> migliorare le conoscenze<br />

sul dolore ed ottimizzare la qualità delle cure offerte e ricevute, con una particolare attenzione<br />

al dolore associato a cancro”. Le sfere <strong>di</strong> attività saranno <strong>di</strong> tre tipi: ricerca, formazione ed<br />

informazione, utilizzando un approccio multi-<strong>di</strong>sciplinare e multi-istituzionale, con particolare<br />

attenzione alla terapia farmacologica, e applicando i principi della ricerca traslazionale alle<br />

proprie attività. Questo implicherà una particolare attenzione sia alla verifica delle basi<br />

biologiche <strong>di</strong> alcuni fenomeni clinici e sanitari (come la variabilità delle risposte alle terapie<br />

analgesiche, alla cronicizzazione del dolore, allo sviluppo della tolleranza ai farmaci, ecc) sia al<br />

pronto trasferimento nella ricerca clinica dei risultati delle ricerche <strong>di</strong> base. Tale approccio sarà<br />

reso possibile dalla costituzione <strong>di</strong> team multi-<strong>di</strong>sciplinari, coor<strong>di</strong>nati, formati da ricercatori,<br />

me<strong>di</strong>ci e pazienti, con un ampio coinvolgimento <strong>di</strong> società scientifiche e associazioni.<br />

Attualmente sono in corso numerose attività <strong>di</strong> ricerca clinica e valutativa, finanziate da sponsor<br />

privati e pubblici, prevalentemente de<strong>di</strong>cate ai pazienti che si sono mostrati refrattari alla terapia<br />

analgesica standard.<br />

Il gruppo collaborativo <strong>di</strong> onco-ginecologia MaNGO<br />

MaNGO è l’acronimo per <strong>Mario</strong> Negri Gynecologic Oncology group.<br />

Dall’inizio degli anni ’90 l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri ha collaborato attivamente nella realizzazione <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> clinici nazionali e internazionali in ambito onco-ginecologico. Il gruppo MaNGO si<br />

costituisce formalmente nel maggio del 2006 con lo scopo <strong>di</strong> mantenere questa tra<strong>di</strong>zione<br />

scientifica ma <strong>di</strong> migliorare la visibilità del contributo italiano.<br />

MaNGO nasce anche dall’esigenza <strong>di</strong> poter interagire attivamente con il Gynecologic Cancer<br />

Intergroup (GCIG), un network internazionale che attualmente coor<strong>di</strong>na la collaborazione <strong>di</strong><br />

quin<strong>di</strong>ci gruppi provenienti da <strong>di</strong>eci <strong>di</strong>verse nazioni. La partecipazione a questo forum<br />

internazionale permette <strong>di</strong> accedere alle più qualificate proposte <strong>di</strong> ricerca clinica e a<br />

sottogruppi <strong>di</strong> lavoro con specifiche aree <strong>di</strong> interesse.<br />

Nel corso del <strong>2007</strong> sono stati avviati due stu<strong>di</strong> randomizzati nel carcinoma dell’ovaio in<br />

collaborazione con promotori francesi (stu<strong>di</strong>o CALYPSO) e belgi (stu<strong>di</strong>o TARCEVA). E’ stata<br />

avviata la collaborazione per uno stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato nel carcinoma dell’endometrio<br />

con collaboratori olandesi (stu<strong>di</strong>o PORTEC-3).<br />

Il Comitato Tecnico Scientifico si è riunito <strong>di</strong>verse volte mentre sono state convocate due<br />

assemblee generali dei clinici aderenti a MaNGO.<br />

Carcinoma del colon-retto<br />

La valutazione dell’efficacia dei test <strong>di</strong> screening per le reci<strong>di</strong>ve da neoplasia del carcinoma<br />

colorettale è stata oggetto <strong>di</strong> numerose ricerche e <strong>di</strong> risultati controversi. GILDA è uno stu<strong>di</strong>o<br />

randomizzato, in aperto, <strong>di</strong> confronto tra follow-up intensivo e follow-up minimalista nel<br />

carcinoma colorettale (sta<strong>di</strong>o B2-C <strong>di</strong> Dukes mod. sec. aster e coller) dopo trattamento con<br />

intenti curativi, che ha l’obiettivo <strong>di</strong> contribuire a fare chiarezza in questa problematica. La<br />

sperimentazione ha come misure <strong>di</strong> esito la sopravvivenza libera da malattia (in questo caso<br />

intesa come anticipazione <strong>di</strong>agnostica), la sopravvivenza globale, la qualità della vita e la<br />

valutazione dei costi <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti. E’ attualmente il più grande stu<strong>di</strong>o randomizzato mai<br />

eseguito che valuti l’efficacia della sorveglianza postoperatoria nel carcinoma colorettale. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o ha chiuso il reclutamento previsto <strong>di</strong> 1200 pazienti. E' in corso il follow-up dei pazienti e<br />

i primi risultati in termini <strong>di</strong> anticipazione <strong>di</strong>agnostica e pattern delle reci<strong>di</strong>ve sono attesi nel<br />

2008.<br />

44<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Astensione dal fumo<br />

Il Bupropione, un farmaco antidepressivo, si è <strong>di</strong>mostrato efficace nella <strong>di</strong>sassuefazione dal<br />

fumo quando utilizzato all’interno <strong>di</strong> un programma intensivo <strong>di</strong> supporto motivazionale<br />

proposto da centri specializzati. Scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> confermarne l’efficacia in un<br />

“setting” <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> base, utilizzando una strategia semplificata <strong>di</strong> colloqui <strong>di</strong> supporto,<br />

senza l’intervento <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> specialisti psicologi, con un <strong>di</strong>segno randomizzato in doppio cieco.<br />

La popolazione dello stu<strong>di</strong>o è composta da fumatori cronici <strong>di</strong> almeno 10 sigarette al giorno. La<br />

fase <strong>di</strong> trattamento dura 7 settimane con tre visite compresa quella iniziale <strong>di</strong> arruolamento in<br />

stu<strong>di</strong>o. La fase <strong>di</strong> follow-up dura un anno, con due visite. Le misure <strong>di</strong> esito utilizzate sono<br />

l’astinenza continuativa dal fumo e l’astinenza puntuale (almeno sette giorni <strong>di</strong> astinenza al<br />

momento dell’incontro); saranno inoltre valutate variazioni <strong>di</strong> peso, pressione arteriosa,<br />

frequenza car<strong>di</strong>aca, l’incidenza degli effetti collaterali. In totale sono stati randomizzati, tra<br />

l’aprile 2004 e il maggio 2005, 593 soggetti fumatori da parte <strong>di</strong> 71 Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

Generale (MMG). Le percentuali <strong>di</strong> soggetti in astinenza continuativa tra la quarta e la settima<br />

settimana e tra la quarta settimana ed un anno sono risultate significativamente superiori nel<br />

gruppo randomizzato a bupropione. L’adesione al protocollo da parte dei MMG e dei soggetti in<br />

sperimentazione è risultata eccellente rendendo questi risultati particolarmente “robusti ” e<br />

generalizzabili. Si confermano, inoltre, le gran<strong>di</strong> potenzialità della Me<strong>di</strong>cina Generale nella<br />

ricerca clinica, potenzialità che, finora, erano rimaste inespresse per un vuoto legislativo<br />

italiano.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è stato pubblicato dalla rivista Archives Internal Me<strong>di</strong>cine nel settembre <strong>2007</strong>.<br />

Progetto linfoangiogenesi<br />

Nei paesi occidentali il carcinoma dell’ovaio è la principale causa <strong>di</strong> morte per neoplasie<br />

ginecologiche. La <strong>di</strong>ffusione del tumore primitivo alle stazioni linfonodali risulta essere un<br />

fattore prognostico importante sia nelle forme in sta<strong>di</strong>o precoce <strong>di</strong> questa malattia che nelle<br />

forme più avanzate. Questo progetto vuole approfon<strong>di</strong>re i meccanismi patogenetici della<br />

<strong>di</strong>ffusione per via linfatica del carcinoma ovarico. Saranno utilizzati due approcci: clinico e<br />

sperimentale. Nel primo caso l’attività linfoangiogenetica del tumore primitivo verrà<br />

quantificata (stimando il numero <strong>di</strong> vasi linfatici attraverso la colorazione specifica per LYVE-1<br />

e misurando il contenutoto <strong>di</strong> fattori angiogenetici (VEGFC, VEGFD,VEGFA e i loro recettori<br />

VEGFR3, VEGFR2) e correlata con lo stato dei linfono<strong>di</strong> retroperitoneali delle pazienti<br />

sottoposte a linfoadenectomia sistematica. Nell’approccio sperimentale saranno utilizzati<br />

xenograft <strong>di</strong> carcinoma ovarico umano con espressione elevata <strong>di</strong> VEGFC al fine <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la<br />

<strong>di</strong>ffusione linfatica delle cellule tumorali.<br />

Il dolore nei tumori: ricerca <strong>di</strong> outcome<br />

Nel contesto <strong>di</strong> una più ampia iniziativa a livello nazionale iniziata fin dal 2004 (J Ambulatory<br />

Care Manage 29:332-341,2006), nel <strong>2007</strong> è stato condotto uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Outcome (<strong>di</strong> corte,<br />

osservazionale, prospettico) con il fine <strong>di</strong> documentare la epidemiologia, il tipo <strong>di</strong> cura, la<br />

qualità della terapia analgesica e gli outcome ottenuti (analgesici e palliativi) su una ampia<br />

casistica <strong>di</strong> pazienti con cancro e dolore. Nell'arco <strong>di</strong> 13 mesi 110 centri Italiani hanno reclutato<br />

1801 casi e li hanno seguiti su base settimanale per 28 giorni e poi con un ulteriore follow-up a<br />

3 mesi. Al momento della inclusione nello stu<strong>di</strong>o, il 50% aveva metastasi ossee, il 73% un<br />

livello <strong>di</strong> dolore classificato come me<strong>di</strong>o o grave, il 48% riportava episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> dolore incidente, il<br />

49% aveva in corso una qualche terapia anti-tumorale, e il 60% stava già ricevendo un<br />

trattamento analgesico con oppio<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo forte (morfina, fentanyl, buprenorfina, ecc).<br />

L'applicazione del metodo <strong>di</strong> Cleeland et al (NEJM 330:592-596, 1994) ha permesso <strong>di</strong> stimare<br />

la quota <strong>di</strong> pazienti che non ricevevano un farmaco analgesico adeguato all'intensità del dolore,<br />

un fenomeno stimabile in percentuale comprese tra il 20 ed il 45%, a seconda del tipo <strong>di</strong> centri e<br />

pazienti. Nel sottogruppo <strong>di</strong> pazienti seguiti fino a 28 giorni (1.461), tutti gli outcomes<br />

analgesici e palliativi (intensità del dolore, qualità della vita, sollievo del dolore, sod<strong>di</strong>sfazione<br />

45<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

della terapia, ecc) sono migliorati in me<strong>di</strong>a, con importanti variazioni in funzione del case-mix,<br />

tipo <strong>di</strong> trattamento, e tipo <strong>di</strong> centro reclutante. Gli outcomes basasti sul dolore hanno mostrato<br />

un effect size migliore (0.84-0-69) quando comparati a quelli legati alla sod<strong>di</strong>sfazione e qualità<br />

della vita (0.35-0.44). Circa il 25% dei pazienti è stato classificato come non-responder a 28<br />

giorni dalla inclusione nello stu<strong>di</strong>o. Questo stu<strong>di</strong>o ha prodotto dati vali<strong>di</strong> a livello nazionale sul<br />

fenomeno in stu<strong>di</strong>o e ha permesso l'implementazione <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> informazione e formazione e<br />

il lancio <strong>di</strong> nuovi stu<strong>di</strong> clinici controllati.<br />

Carcinoma dell’ovaio: stu<strong>di</strong> clinici e translazionali<br />

Nel corso del <strong>2007</strong>, l’Unità <strong>di</strong> Ginecologia-Oncologia ha coor<strong>di</strong>nato la partecipazione <strong>di</strong> una<br />

rete selezionata <strong>di</strong> ospedali italiani a due stu<strong>di</strong> clinici randomizzati internazionali. Lostu<strong>di</strong>o<br />

CALYPSO è sponsorizzato da ARCAGY, Francia, e ha confrontato due regimi chemioterapici<br />

(carboplatino-taxolo vs carboplatino- doxorubicina peghilata liposomiale) in pazienti con<br />

carcinoma ovarico reci<strong>di</strong>vato tar<strong>di</strong>vamente. Lo stu<strong>di</strong>o TARCEVA è sponsorizzato dall’ EORTC<br />

e ha valutato l’impatto dell’aggiunta <strong>di</strong> erlotinib per due anni nelle pazienti con carcinoma<br />

ovarico senza segni <strong>di</strong> progressione <strong>di</strong> malattia dopo una prima linea chemioterapica a base <strong>di</strong><br />

platino. Entrambi questi stu<strong>di</strong> hanno reclutato il numero <strong>di</strong> pazienti previsto in protocollo con<br />

largo anticipo rispetto alle previsioni grazie ad una collaborazione internazionale estremamente<br />

efficace. I risultati saranno <strong>di</strong>sponibili non prima <strong>di</strong> tre anni. L’Unità <strong>di</strong> Ginecologia-Oncologia<br />

ha iniziato la collaborazione con l’Università <strong>di</strong> Newcastle nella raccolta <strong>di</strong> campioni istologici<br />

delle pazienti reclutate nello stu<strong>di</strong>o randomizzato, internazionale ICON3. Questa collaborazione<br />

prevede l’analisi del gene p53 per verificare se sia possibile pre<strong>di</strong>re la risposta delle pazienti alla<br />

chemioterapia analizzando il genoma del tumore. In particolare, questo stu<strong>di</strong>o dovrebbe<br />

consentire <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare quei tumori che hanno scarse probabilità <strong>di</strong> rispondere ad uno dei due<br />

farmaci che compongono la combinazione chemioterapica standard (carboplatino e paclitaxel)<br />

e risparmiare in questo modo tossicità inutile alle pazienti. Durante il <strong>2007</strong> l’Unità <strong>di</strong><br />

Ginecologia-Oncologia ha perfezionato il protocollo <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o osservazionale il cui scopo<br />

sarà la descrizione delle terapie utilizzate nel trattamento delle reci<strong>di</strong>ve <strong>di</strong> carcinoma ovarico<br />

che si manifestano tra i 6 e i 12 mesi dal termine <strong>di</strong> una prima linea <strong>di</strong> chemioterapia. Tale<br />

stu<strong>di</strong>o dovrebbe offrire spunti per l’ottimizzazione della gestione clinica <strong>di</strong> questa specifica<br />

evenienza oncologica.<br />

Carcinoma dell’endometrio: stu<strong>di</strong> clinici<br />

Nel corso del <strong>2007</strong>, l’Unità <strong>di</strong> Ginecologia-Oncologia registrato nell’Osservatorio Nazionale<br />

degli Stu<strong>di</strong> Clinici il protocollo PORTEC 3: Questo è uno stu<strong>di</strong>o internazionale, randomizzato<br />

<strong>di</strong> fase III sponsorizzato dal Dutch Cooperative Gynecologic Oncology Group e che confronta<br />

la chemio-ra<strong>di</strong>oterapia concomitante seguita da chemioterapi a<strong>di</strong>uvante con la sola ra<strong>di</strong>oterapia<br />

nella pazienti con carcinoma dell’endometrio ad alto rischio o avanzato. Alla fine del <strong>2007</strong><br />

questo protocollo è stato approvato dal primo Comitato Etico Locale e verrà sottoposto ad altri<br />

Comitati Etici nel corso dei primi mesi del 2008. Nel corso del <strong>2007</strong> è stato <strong>di</strong>segnato uno<br />

stu<strong>di</strong>o osservazionale che sarà condotto nel corso del 2008. Obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o sarà la<br />

valutazione nelle pazienti affette da carcinoma dell’endometrio della capacità dell’ecografia<br />

trans-vaginale <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>re il grado <strong>di</strong> infiltrazione miometriale da parte del tumore. Nel caso tale<br />

pre<strong>di</strong>zione risultasse particolarmente accurata il clinico sarebbe in grado <strong>di</strong> migliorare la<br />

programmazione dell’intervento chirurgico, precisandone tempi ed estensione in anticipo.<br />

Duranto il <strong>2007</strong> due importanti collaborazioni sono state prese in considerazione e finalmente<br />

concluse: una con l’Università la Sapienza, Roma e l’altra con il gruppo collaborativo<br />

scan<strong>di</strong>navo <strong>di</strong> onco-ginecologia NORDIC. Tali collaborazioni prevedono la con<strong>di</strong>visione della<br />

banca dati <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici randomizzati che singolarmente non erano riusciti a reclutare il<br />

numero <strong>di</strong> pazienti previste dal piano statistico. Questa analisi congiunta e prospettica dei dati<br />

consentirà <strong>di</strong> raggiungere la potenza statistica originariamente prevista per rilevare <strong>di</strong>fferenze<br />

tra i trattamenti non eclatanti ma ancora clinicamente importanti (i trattamenti in stu<strong>di</strong>o sono:<br />

46<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

linfoadenectomia versus non linfadenectomia e chemra<strong>di</strong>oterapia versus solo ra<strong>di</strong>oterapia in<br />

pazienti rispettivamente con carcinoma dell’endometrio in sta<strong>di</strong>o I e ad alto rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va).<br />

Altre attività <strong>di</strong> ricerca<br />

Nel <strong>2007</strong> sono state condotte altre attività <strong>di</strong> ricerca traslazionale orientata al paziente<br />

nell’oncologia. Gran parte <strong>di</strong> questo lavoro riguarda attività <strong>di</strong> analisi delle fonti primarie della<br />

letteratura (revisioni sistematiche, apparaisal e meta-analisi) e il management centralizzato <strong>di</strong><br />

database <strong>di</strong> dati biologici e clinici. Oltre alle questioni metodologiche e bio-informatiche,<br />

particolare attenzione è stata data alle questioni etiche e legali che riguardano la raccolta, la<br />

conservazione e l’utilizzazione <strong>di</strong> campioni biologici <strong>di</strong> pazienti e citta<strong>di</strong>ni.<br />

Infine si segnala un progetto focalizzato sul tema della Equità in Sanità, finanziato dalla<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a e condotto in collaborazione con il Centro Nazionale <strong>di</strong> Prevenzione e<br />

Difesa Sociale (CNPDS) e il Centro Stu<strong>di</strong> e <strong>Ricerche</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale (CseRMEG), che ha<br />

l'obiettivo <strong>di</strong> identificare i possibili determinanti non me<strong>di</strong>ci e non clinici, cioè “sociali” <strong>di</strong> un<br />

non corretto accesso al SS, valutarne la misurabilità in con<strong>di</strong>zioni reali, quantificarne l’effetto in<br />

termini <strong>di</strong> impatto sui percorsi assistenziali e proporre potenziali interventi migliorativi”<br />

Obiettivo specifico del Progetto è quin<strong>di</strong> la creazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> descrizione e<br />

classificazione della “vulnerabilità sociale”, che implica lo sviluppo <strong>di</strong> uno strumento che<br />

collochi un in<strong>di</strong>viduo in un preciso punto <strong>di</strong> un vettore che descrive la sua posizione nel<br />

“continuum sociale” e sia associabile ad un rischio <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> sperimentare accessi mancati e/o<br />

non appropriati ai servizi. Attualmente è in corso una fase pilota su 100 casi a cui seguirà nel<br />

2008 una raccolta dati condotta da circa 100 me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sul Coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in Sanità<br />

Questo Laboratorio promuove <strong>di</strong>fferenti attività <strong>di</strong> ricerca mirate allo sviluppo della<br />

partecipazione <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni&pazienti e loro rappresentanze alle scelte e alle decisioni in tema <strong>di</strong><br />

salute, affiancandoli in un percorso <strong>di</strong> formazione e informazione che permetta loro <strong>di</strong><br />

confrontarsi in modo efficace con il mondo me<strong>di</strong>co e scientifico, creando un tavolo <strong>di</strong> confronto<br />

con le organizzazioni scientifiche. Rientrano inoltre nelle linee <strong>di</strong> ricerca del laboratorio progetti<br />

per la valutazione del tipo <strong>di</strong> informazione fornita su malattia e trattamenti, messa a punto <strong>di</strong><br />

portali internet sui temi della salute e dell’informazione (www.partecipasalute.it;<br />

www.paincare.it; www.fondazionemattioli.it); progetti <strong>di</strong> coinvolgimento <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> pazienti<br />

per la pubblicazione <strong>di</strong> materiale informativo; progetti che riguardano la valutazione della<br />

qualità della vita e della salute sia attraverso stu<strong>di</strong> ad hoc su gruppi selezionati <strong>di</strong> pazienti sia<br />

attraverso la messa a punto <strong>di</strong> questionari.<br />

Costruire una alleanza strategica tra associazioni <strong>di</strong> pazienti, citta<strong>di</strong>ni e<br />

comunità me<strong>di</strong>co scientifica - PartecipaSalute<br />

Questo progetto triennale, sostenuto dalla compagnia <strong>di</strong> San Paolo <strong>di</strong> Torino e iniziato nel<br />

settembre 2003, si prefigge <strong>di</strong> sperimentare iniziative con lo scopo <strong>di</strong> orientare:<br />

- le associazioni dei pazienti e dei citta<strong>di</strong>ni a una maggiore partecipazione e confronto sui temi<br />

dell’assistenza sanitaria e delle scelte in me<strong>di</strong>cina;<br />

- le organizzazioni professionali e scientifiche a un rapporto costruttivo con pazienti e citta<strong>di</strong>ni e<br />

loro associazioni per accogliere e sod<strong>di</strong>sfare le loro istanze e le loro aspettative riguardo alla<br />

produzione (ricerca clinica) e alla <strong>di</strong>ffusione delle informazioni scientifiche. Il progetto è<br />

inter<strong>di</strong>sciplinare e intende coinvolgere <strong>di</strong>versi attori: associazioni <strong>di</strong> pazienti e citta<strong>di</strong>ni, società<br />

me<strong>di</strong>co-scientifiche e ricercatori, esperti <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong>vulgazione me<strong>di</strong>co scientifica.<br />

Durante il <strong>2007</strong> si è svolta la seconda e<strong>di</strong>zione del corso <strong>di</strong> formazione per i rappresentanti delle<br />

associazioni <strong>di</strong> pazienti, è stata incrementata l’attività sul sito del progetto<br />

47<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

(www.partecipasalute.it) che ha portato a una me<strong>di</strong>a mensile <strong>di</strong> visitatori superiore ai 40.000<br />

contatti e si sono sviluppate ipotesi <strong>di</strong> lavoro con le associazioni in accordo allo spazio Parita. In<br />

particolare sono state <strong>di</strong>scusse e scritte ipotesi <strong>di</strong> ricerca per i pazienti con gravi cerebrolesioni<br />

acquisite.<br />

Stu<strong>di</strong>o sulla valutazione <strong>di</strong> efficacia del follow-up in oncologia<br />

Una tempestiva <strong>di</strong>agnosi e la successiva terapia chirurgica rimangono il caposaldo della terapia<br />

primaria <strong>di</strong> molte malattie tumorali. L'aggiunta <strong>di</strong> efficaci terapie a<strong>di</strong>uvanti ha permesso <strong>di</strong><br />

migliorare la sopravvivenza dei pazienti resi liberi da malattia grazie alla chirurgia e ha fornito<br />

le basi per impostare programmi <strong>di</strong> follow-up. In tali programmi, pur in assenza <strong>di</strong> buone prove<br />

sulla efficacia <strong>di</strong> tali procedure, il follow-up è praticato con l'assunzione che la scoperta<br />

anticipata <strong>di</strong> una reci<strong>di</strong>va permetta l’attivazione <strong>di</strong> efficaci terapie e quin<strong>di</strong> migliori la prognosi,<br />

con benefici superiori agli effetti negativi, in termini <strong>di</strong> salute, consumo <strong>di</strong> risorse e costi. In<br />

alcuni casi, ad esempio nel tumore della mammella e del colon-retto, tale pratica è comunque<br />

perseguita nella quoti<strong>di</strong>anità clinica, anche in presenza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici randomizzati, metaanalisi,<br />

conferenze <strong>di</strong> consenso, autorevoli e<strong>di</strong>toriali e statements <strong>di</strong> associazioni e società<br />

scientifiche che, come minimo, suggeriscono che non esistono evidenti e gran<strong>di</strong> benefici nel<br />

condurre molti esami <strong>di</strong>agnostici dopo le terapie primarie.<br />

Il progetto <strong>di</strong> ricerca è proposto per costruire un network <strong>di</strong> ricercatori, centri oncologici<br />

regionali e associazioni <strong>di</strong> pazienti che, dopo la revisione della letteratura, con<strong>di</strong>vidano un<br />

percorso <strong>di</strong> analisi sulle pratiche <strong>di</strong> follow-up e sugli esiti ottenuti, impostino linee <strong>di</strong> ricerca<br />

con<strong>di</strong>vise per ottimizzare le attività e la pratica corrente, anche attraverso la produzione <strong>di</strong><br />

documenti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo sulle modalità <strong>di</strong> follow-up più appropriate. Le attività riguardano<br />

pazienti con carcinoma della mammella, colon-retto, endometrio. Nel corso del <strong>2007</strong> sono state<br />

organizzate una serie <strong>di</strong> riunioni <strong>di</strong> lavoro che hanno portato alla messa a punto <strong>di</strong> un protocollo<br />

<strong>di</strong> lavoro per la ginecologia oncologica e due protocolli per i tumori della mammella, uno dei<br />

quali da condurre in collaborazione con i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> base. Il progetto nel frattempo ha avuto<br />

l’approvazione da parte del Ministero della Salute.<br />

Conferenza <strong>di</strong> Consenso sulla Terapia Ormonale Sostitutiva<br />

Alla fine del 2006 è stato approvato dalla Compagnia <strong>di</strong> San Paolo <strong>di</strong> Torino un progetto per<br />

l’organizzazione <strong>di</strong> una Conferenza <strong>di</strong> Consenso sulla terapia ormonale sostitutiva. Il progetto si<br />

articolerà con gruppi <strong>di</strong> lavoro multi<strong>di</strong>scliplinari e porterà alla <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> un documento <strong>di</strong><br />

consenso su un tema <strong>di</strong> salute pubblica ancora estremamente controverso, soprattutto per quanto<br />

riguarda le informazioni che vengono fornite a citta<strong>di</strong>ni e pazienti. Nel corso dell’anno <strong>2007</strong><br />

l’iter che porta alla celebrazione della conferenza <strong>di</strong> consenso è stato pienamente attivato: si<br />

sono definiti il comitato tecnico scientifico e tre gruppi <strong>di</strong> lavoro multi<strong>di</strong>sciplinari (clinico,<br />

me<strong>di</strong>a, citta<strong>di</strong>ni) che hanno lavorato attraverso revisione della letteratura e raccolta <strong>di</strong> dati ad<br />

hoc per la messa a punto del materiale da presentare alla giuria della conferenza <strong>di</strong> consenso<br />

(maggio 2008). Numerose sono state le riunioni <strong>di</strong> lavoro sia per la messa a punto dell’iter sia<br />

per dar spazio alla <strong>di</strong>scussione e organizzazione del lavoro preparatorio.<br />

Progetto SNAP<br />

Il progetto SNAP – Smoke, Nutrition, Alcohol e Physical Activity – è una campagna per la<br />

salute de<strong>di</strong>cata a tutta la popolazione della provincia <strong>di</strong> Como, con particolare attenzione ai<br />

giovani tra 11 e 20 anni. Questo progetto, voluto da FSE - Frontier Science & Technology<br />

Research Foundation, Southern Europe, una fondazione per il sostegno alla ricerca<br />

in<strong>di</strong>pendente - in collaborazione con l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, è nato con l’intento <strong>di</strong> aumentare le<br />

conoscenze e mo<strong>di</strong>ficare le opinioni, le attitu<strong>di</strong>ni ed i comportamenti dei giovani sui quattro<br />

temi trattati, attraverso la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> materiale cartaceo, un sito internet costruito ad hoc ed un<br />

evento pubblico. Per valutare l’efficacia dell’intervento <strong>di</strong> formazione-informazione verrà<br />

proposto, prima e dopo l’evento, un questionario sulle conoscenze, opinioni e comportamenti<br />

48<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

dei giovani tra gli 11 e i 20 anni. Nel corso dell’anno è stato pre<strong>di</strong>sposto il materiale informativo<br />

del progetto e i questionari <strong>di</strong> valutazione da sottoporre alla popolazione ed è stato impostato il<br />

sito internet del progetto.<br />

Progetto Farmaci Equivalenti, USL <strong>di</strong> Bergamo<br />

Nell’ambito dei lavori del progetto collaborativo tra ASL <strong>di</strong> Bergamo, A.O. Ospedali Riuniti <strong>di</strong><br />

Bergamo, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri e Regione Lombar<strong>di</strong>a, così come<br />

previsto tra gli obiettivi, è stato attivato un progetto <strong>di</strong> ricerca sui farmaci equivalenti.<br />

Il progetto ha riguardato lo sviluppo e l’organizzazione <strong>di</strong> una iniziativa - rivolta ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

Bergamo e provincia ed alle loro rappresentanze (gruppi, associazioni <strong>di</strong> pazienti e citta<strong>di</strong>ni), ai<br />

Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Cure Primarie ed ai Farmacisti - sul tema dei farmaci equivalenti (i cosiddetti<br />

“generici” o a “brevetto scaduto”), il cui consumo nella provincia <strong>di</strong> Bergamo al 31 <strong>di</strong>cembre<br />

2006 è stato del 28%. Il progetto, proposto dall’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri nell’ambito delle attività<br />

correlate al progetto PartecipaSalute, ha avuto lo scopo <strong>di</strong> aumentare le conoscenze dei citta<strong>di</strong>ni<br />

sui farmaci equivalenti e favorire un buon uso dei farmaci. Una valutazione prima-dopo dei<br />

consumi dei farmaci equivalenti valuterà l’efficacia <strong>di</strong> questo intervento <strong>di</strong> formazioneinformazione.<br />

Il progetto è iniziato nel mese <strong>di</strong> maggio con un’indagine su un campione<br />

rappresentativo della popolazione <strong>di</strong> Bergamo e provincia per valutare conoscenza, opinioni ed<br />

attitu<strong>di</strong>ni verso i farmaci equivalenti. E’ seguita in autunno l’organizzazione della “Settimana<br />

del Farmaco Equivalente” con depliant e manifesti in <strong>di</strong>stribuzione presso farmacie, stu<strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Cure Primarie, ambulatori delle strutture accre<strong>di</strong>tate e <strong>di</strong>stretti. La “Settimana del<br />

Farmaco Equivalente” ha avuto il suo momento centrale nell’organizzazione <strong>di</strong> una giornata<br />

aperta al pubblico dal titolo “Chi ha paura del farmaco generico?”.<br />

In collaborazione con il Dott. Alessandro Nobili, Laboratorio della Valutazione della Qualità<br />

delle Cure e dei Servizi per l'Anziano.<br />

Progetto Dolore Oncologico AIFA-MARCHE<br />

Nella regione Marche è stato promosso un progetto in collaborazione con l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

<strong>di</strong> Milano con lo scopo <strong>di</strong> migliorare l’utilizzo dei farmaci antidolorifici oppioi<strong>di</strong> nei malati <strong>di</strong><br />

tumore. Il progetto ha ricevuto un finanziamento da parte dell’AIFA-Agenzia Italiana del<br />

Farmaco- nell’ambito dei ban<strong>di</strong> per la ricerca in<strong>di</strong>pendente. Con questo progetto si vogliono<br />

abbattere le barriere oggi esistenti sull’utilizzo <strong>di</strong> questi farmaci e si vuole aiutare la<br />

popolazione malata ad affrontare nel migliore dei mo<strong>di</strong> il dolore legato al cancro. Nel progetto<br />

saranno coinvolti: la popolazione, i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> famiglia, gli oncologi, i farmacisti, gli psicologi,<br />

gli infermieri, i malati e le associazioni <strong>di</strong> volontariato che si occupano <strong>di</strong> tumori. Durante il<br />

progetto sono previsti interventi formativi e informativi, <strong>di</strong>stribuzione del materiale sia<br />

<strong>di</strong>vulgativo sia scientificio (in base ai <strong>di</strong>versi target) e verranno organizzate delle survey <strong>di</strong><br />

popolazione per conoscere opioni, attidutine e comportamenti.<br />

Nel corso dell’anno si sono attivate le fasi operative del progetto. Dopo <strong>di</strong>verse riunioni <strong>di</strong><br />

carattere organizzativo che hanno permesso <strong>di</strong> definire la metodologia del progetto e la sua<br />

operatività nella regione Marche, si è proseguito con la scrittura e la <strong>di</strong>scussione del protocollo<br />

operativo attraverso il quale verrà costruita una rete <strong>di</strong> collaborazione locale.<br />

In collaborazione con il Dott. Giovanni Apolone, Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca Translazionale e <strong>di</strong><br />

Outcome in Oncologia.<br />

Progetti <strong>di</strong> valutazione della qualità della vita<br />

Come per l’anno precedente sul tema della valutazione della qualità della vita non sono in corso<br />

progetti specifici ma è proseguita l’attività <strong>di</strong> supporto e coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> altri gruppi che<br />

utilizzano strumenti <strong>di</strong> qualità da noi tradotti e validati, SF-36, SF-12, PGWBI. Nel corso<br />

dell’anno è stato perio<strong>di</strong>camente aggiornato il sito specifico http://crc.marionegri.it/qol e sono<br />

stati raccolti dati normativi sulla versione 2 del questionario SF-36.<br />

49<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

50<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

DIPARTIMENTO AMBIENTE E SALUTE<br />

PERSONALE<br />

Capo Dipartimento<br />

Roberto FANELLI, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica Analitica<br />

Capo Laboratorio<br />

Chiara CHIABRANDO, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Chimica e Tossicologia dell’Ambiente<br />

Capo Laboratorio<br />

Emilio BENFENATI, Dr.Chim.<br />

Unità <strong>di</strong> Igiene Industriale e Ambientale<br />

Capo Unità<br />

Marco LODI, Per.Chim.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Spettrometria <strong>di</strong> Massa<br />

Capo Laboratorio<br />

Enrico DAVOLI, Dr.Sci.Prod.Anim.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia della Nutrizione<br />

Capo Laboratorio<br />

Ettore ZUCCATO, Dr.Med.Chir.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia Molecolare<br />

Capo Laboratorio<br />

Luisa AIROLDI, Dr.Farm.<br />

Unità <strong>di</strong> Bioin<strong>di</strong>catori Proteici e Genetici<br />

Capo Unità<br />

Roberta PASTORELLI, Dr.Sci.Biol.<br />

Unità del Dipartimento<br />

Unità <strong>di</strong> Strumentazione Analitica<br />

Capo Unità<br />

Renzo BAGNATI, Dr.Chim.<br />

Unità <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Rischio degli Inquinanti Ambientali<br />

Capo Unità<br />

Elena FATTORE, Dr.Sci.Biol.<br />

51<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Roberto Fanelli, Capo del Dipartimento Ambiente e Salute dal 1997, Capo Laboratorio 1978-97,<br />

Ricercatore 1975-78, Borsista 1965-74 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1973), Assistant Professor in Biochemistry<br />

presso il Baylor College of Me<strong>di</strong>cine (Houston, Texas, 1974-75).<br />

Membro della Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero Salute), Membro del Panel<br />

Scientifico sui Contaminanti della Catena Alimentare (European Food Safety Authority, 2003-2006),<br />

iscritto al Registro Nazionale dei Tossicologi Italiani Certificati. Membro Comitato Scientifico Ente Risi.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: sorgenti, <strong>di</strong>ffusione, tossicologia, esposizione umana e valutazione del rischio <strong>di</strong><br />

contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti fitosanitari. Sviluppo <strong>di</strong> metodologie<br />

analitiche per l'identificazione <strong>di</strong> marcatori <strong>di</strong> esposizione/effetto <strong>di</strong> sostanze tossiche. Stu<strong>di</strong>o del<br />

meccanismo dell'azione tossica me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong> proteomica.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

1. Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airol<strong>di</strong> L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B,<br />

Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of <strong>di</strong>oxin resistance: correlation with<br />

genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894<br />

2. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Calamari D, Bagnati R, Schiarea S, Fanelli R. Cocaine in surface waters: a new<br />

evidence-based tool to monitor community drug abuse. Environ Health 2005; 4: 14<br />

(http://www.ehjournal.net/content/4/1/14 2005)<br />

3. Pastorelli R, Carpi D, Airol<strong>di</strong> L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C. Proteome analysis for the<br />

identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics 2005; 5: 4936-4945<br />

4. Zuccato E, Castiglioni S, Fanelli R. Identification of the pharmaceuticals for human use contaminating the Italian aquatic<br />

environment. J Hazard Mater 2005; 122: 205-209<br />

5. Airol<strong>di</strong> L, Magagnotti C, Pastorelli R, Fanelli R. Enzyme polymorphisms influencing the metabolism of heterocyclic aromatic<br />

amines. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed. Life Sci 2004; 802: 175-181<br />

6. Fattore E, Di Guardo A, Mariani G, Guzzi A, Benfenati E, Fanelli R. Polychlorinated <strong>di</strong>benzo-p-<strong>di</strong>oxin and <strong>di</strong>benzofurans in<br />

the air of Seveso, Italy, 26 years after the explosion. Environmental Science Technology 2003; 37: 1503-1508<br />

Luisa Airol<strong>di</strong>, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia Molecolare dal 1994, Capo Unità 1987-93,<br />

Ricercatore 1975-86, Tecnico 1965-75 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Laurea in Farmacia (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1975), Postdoctoral fellow presso il Massachusetts<br />

Institute of Technology (Cambridge, MA, 1976) e presso la Northwestern University Me<strong>di</strong>cal School<br />

(Chicago, Il, 1977), Ricercatore presso la Yale University Me<strong>di</strong>cal School (New Haven, CT, 1980-81).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: proteomica in tossicologia, con particolare riferimento allo stu<strong>di</strong>o delle mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

del profilo proteico in tessuti e flui<strong>di</strong> biologici animali e umani in risposta all’esposizione a composti<br />

tossici. Epidemiologia Molecolare focalizzata sull’identificazione e la misura <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> esposizione<br />

e suscettibilità. Cancerogenesi, con particolare attenzione al meccanismo d’azione dei cancerogeni<br />

chimici.<br />

Principali pubblicazioni::<br />

1. Vineis P, Hoek G, Krzyzanowski M, Vigna-Taglianti F, Veglia F, Airol<strong>di</strong> L, Overvad K, Raaschou-Nielsen O, Clavel-<br />

Chapelon F, Linseisen J, Boeing H, Trichopoulou A, Palli D, Krogh V, Tumino R, Panico S, Bueno-De-Mesquita HB, Peeters<br />

PH, Lund E E, Agudo A, Martinez C, Dorronsoro M, Barricarte A, Cirera L, Quiros JR, Berglund G, Manjer J, Forsberg B,<br />

Day NE, Key TJ, Kaaks R, Saracci R, Riboli E. Lung cancers attributable to environmental tobacco smoke and air pollution in<br />

non-smokers in <strong>di</strong>fferent European countries: a prospective study. Environ Health. <strong>2007</strong> 15; 6:7.<br />

2. Pastorelli R, Saletta F, Campagna R, Carpi D, Dell'Osta C, Schiarea S, Vineis P, Airol<strong>di</strong> L, Matullo G Proteome<br />

characterization of a human urothelial cell line resistant to the bladder carcinogen 4-aminobiphenyl Proteome Sci <strong>2007</strong> 5: 6<br />

3. Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airol<strong>di</strong> L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B,<br />

Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of <strong>di</strong>oxin resistance: correlation with<br />

genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894<br />

4. Airol<strong>di</strong> L, Vineis P, Colombi A, Olgiati L, Dell'Osta C, Fanelli R, et al. 4-Aminobiphenyl-hemoglobin adducts and risk of<br />

smoking-related <strong>di</strong>sease in never smokers and former smokers in the European Prospective Investigation into Cancer and<br />

Nutrition Prospective study. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2005; 14: 2118-2124<br />

5. Pastorelli R, Carpi D, Airol<strong>di</strong> L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C. Proteome analysis for the<br />

identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics 2005; 5: 4936-4945<br />

6. Magagnotti C, Pastorelli R, Pozzi S, Andreoni B, Fanelli R, Airol<strong>di</strong> L. Genetic polymorphisms and modulation of 2-amino-1-<br />

methyl-6-phenylimidazo[4,5-b]pyri<strong>di</strong>ne (PhIP)-DNA adducts in human lymphocytes. Int J Cancer 2003; 107: 878-884<br />

52<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Emilio Benfenati, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Chimica e Tossicologia dell’Ambiente dal 1997, Capo Unità<br />

1987-97, Ricercatore 1986-87, Borsista 1981-86 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri. Ricercatore presso<br />

l’<strong>Istituto</strong> Biochimico Italiano 1979-81.<br />

Laurea in Chimica (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1979). Membro della Commissione Consultiva Prodotti<br />

Fitosanitari (Ministero Salute 1997-99), iscritto all’Or<strong>di</strong>ne Nazionale dei Chimici.<br />

Aree d’interesse: Meto<strong>di</strong> computerizzati per la chimica e la tossicologia: descrittori molecolari; QSAR;<br />

pre<strong>di</strong>zione della tossicità; stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> metabolismo; caratterizzazione e valutazione <strong>di</strong> rifiuti, effluenti<br />

industriali, emissioni da <strong>di</strong>scariche e inceneritori; integrazione <strong>di</strong> analisi chimica e dati tossicologici;<br />

analisi chimica <strong>di</strong> composti organici in spettrometria <strong>di</strong> massa.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

1. Lo Piparo E, Koehler K, Chana A, Benfenati E, Virtual screening for aryl hydrocarbon receptor bin<strong>di</strong>ng pre<strong>di</strong>ction, J Med<br />

Chem 2006; 49: 5702-5709<br />

2. Casalegno M, Sello G, Benfenati E, Top-priority fragment QSAR approach in pre<strong>di</strong>cting pesticide aquatic toxicity, Chem Res<br />

Toxicol 2006; 19: 1533-1539<br />

3. Lo Piparo E, Fratev F, Lemke F, Mazzatorta P, Smiesko M, Fritz J I, Benfenati E, QSAR models for Daphnia magna toxicity<br />

pre<strong>di</strong>ction of benzoxazinone allelochemicals and their transformationproducts, J Agric Food Chem 2006; 54: 1111-<br />

1115.Benfenati E. (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships for Pesticide Regulatory Purposes, Elsevier, pp. 1-510<br />

(<strong>2007</strong>).<br />

4. Benigni R, Netzeva T, Benfenati E, Bossa C, Franke R, Helma C, Hulzebos E, Marchant C, Richard A, Woo Y-T, Yang C.<br />

The expan<strong>di</strong>ng role of pre<strong>di</strong>ctive toxicology: An update on the (Q)SAR models for mutagens and carcinogens. J Environ Sci<br />

Health C 25: 53-97 (<strong>2007</strong>).<br />

5. Roncaglioni A, Benfenati E. In silico-aided pre<strong>di</strong>ction of biological properties of chemicals: oestrogen receptor-me<strong>di</strong>ated<br />

effects. Chem Soc Rev 37: 441-450 (2008).<br />

6. Porcelli C, Boriani E, Roncaglioni, A, Chana A, Benfenati. Regulatory perspectives in the use and validation of QSAR. A case<br />

study: DEMETRA model for daphnia toxicity. Environ Sci Technol 42: 491-496 (2008).<br />

Chiara Chiabrando, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica Analitica dal 1997, Capo Unità 1987-97,<br />

Ricercatore 1978-87, Borsista 1975-78 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1974), Postdoctoral fellow presso il Baylor<br />

College of Me<strong>di</strong>cine (Houston, Texas, 1974-75). Diploma post-laurea <strong>di</strong> Specialista Ricerca<br />

Farmacologia (<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, 1977).<br />

Sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> bioanalitici basati sulla spettrometria <strong>di</strong> massa e loro applicazione in biochimica,<br />

metabolismo, chimica clinica e farmacologia. Identificazione <strong>di</strong> proteine e pepti<strong>di</strong> funzionalmente<br />

rilevanti in biome<strong>di</strong>cina. Proteomica in tossicologia.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

1. Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and<br />

their metabolites in urban wastewaters by liquid chromatography tandem mass spectrometry (HPLC-MS-MS). Anal Chem<br />

2006, 78: 8421-8429.<br />

2. Pastorelli R, Carpi D, Airol<strong>di</strong> L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C. Proteome analysis for the<br />

identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics. 2005;5:4936.<br />

3. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Calamari D, Bagnati R, Schiarea S, Fanelli R. Cocaine in surface waters: a new<br />

evidence-based tool to monitor community drug abuse. Environ Health. 2005;4:14.<br />

4. Chiabrando C, Avanzini F, Rivalta C, Colombo F, Fanelli R, Palumbo G, Roncaglioni MC; PPP Collaborative Group on the<br />

antioxidant effect of vitamin E. Long-term vitamin E supplementation fails to reduce lipid peroxidation in people at<br />

car<strong>di</strong>ovascular risk: analysis of underlying factors. Curr Control Trials Car<strong>di</strong>ovasc Med. 2002;3:5.<br />

5. Chiabrando C, Rivalta C, Bagnati R, Valagussa A, Durand T, Guy A, Villa P, Rossi JC, Fanelli R. Identification of<br />

metabolites from type III F2-isoprostane <strong>di</strong>astereoisomers by mass spectrometry. J Lipid Res. 2002;43:495.<br />

6. Chiabrando C, Valagussa A, Rivalta C, Durand T, Guy A, Zuccato E, Villa P, Rossi JC, Fanelli R. Identification and<br />

measurement of endogenous beta-oxidation metabolites of 8-epi-Prostaglan<strong>di</strong>n F2alpha.J Biol Chem. 1999 Jan 15;274:1313.<br />

53<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Enrico Davoli, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Spettrometria <strong>di</strong> Massa dal 1997, Capo Unità 1994-97,<br />

Ricercatore 1989-94, Borsista 1985-87 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri. Fellow presso USDA, Beltsville,<br />

MD 1977-78.<br />

Laurea in Scienze della Produzione Animale (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1983), Diploma post-laurea <strong>di</strong><br />

Specialista Ricerca Farmacologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri (1988), Postdoctoral fellow presso l’Università del<br />

Nebraska (Lincoln, Nebraska, 1987-88) e presso la Università del Colorado (Denver, Colorado, 1988).<br />

Membro dell'Associazione Americana <strong>di</strong> Spettrometria <strong>di</strong> Massa e della Commissione Ambiente e<br />

Sicurezza <strong>di</strong> IGQ e della Commissione ETS (Emission Tra<strong>di</strong>ng System) per i gas a effetto serra. Membro<br />

del Comitato Scientifico del Centra Ricerca Nazionale sulle Biomasse.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: aspetti analitici e tecnologici della ricerca in campo ambientale, biochimico e<br />

tossicologico. Stu<strong>di</strong> ambientali sulla qualità dell'aria per aspetti legati all'inquinamento e per problemi <strong>di</strong><br />

molestie olfattive.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

1. Riservato M, Rolla A, Davoli E . An isotopic <strong>di</strong>lution approach for 1,3-buta<strong>di</strong>ene tailpipe emissions and ambient air<br />

monitoring. Rapid Commun Mass Spectrom 2004; 18: 399-404<br />

2. Davoli, L. Cappellini, M. Moggi and R. Fanelli. Automated, high speed analysis of selected organic compounds in urban air<br />

by on line isotopic <strong>di</strong>lution cryofocussing GC/MS. J. Am. Soc. Mass Spectrometry. 5: 1001-1007.1994<br />

3. E. Davoli, L. Cappellini, M. Moggi S. Ferrari and R. Fanelli. On-Line Monitoring of Benzene Air Concentrations While<br />

Driving in Traffic by Isotopic Dilution GC/MS. Int. Arch. Occup. Environ. Health 1996; 68: 262-267<br />

4. E. Davoli, L. Cappellini, R. Fanelli, M. Bonsignore, M. Gavinelli. On-Site Analysis of World War II Cylinders and Barrels<br />

with Unknown Contents. Field Anal. Chem. Technol. 2001; 5: 313-319<br />

5. E. Davoli, L. Gangai, P. Morselli, D. Tonelli, Characterisation of Odorant emissions from Landfills by SPME and GC/MS.<br />

Chemosphere 2003; 51: 357-368<br />

6. E. Zuccato, P. Grassi, E. Davoli, L. Val<strong>di</strong>celli, D. Wood, G. Reitano, R. Fanelli. PCB concentrations in some foods from four<br />

European countries. Food Chem Toxicol 2008 ; 46 : 1062-1067<br />

7. R. Bagnati, G. Bianchi, E. Marangon, E. Zuccato, R. Fanelli, E. Davoli. Direct analysis of isopropylthioxanthone (ITX) in<br />

milk by high-performance liquid chromatography/tandem mass spectrometry. Rapid Commun Mass Spectrom <strong>2007</strong> ; 21 :<br />

1998-2002<br />

Ettore Zuccato, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia della Nutrizione dal 2005, Capo Unità 1997-2005,<br />

Ricercatore 1986-97, Tecnico 1980-86, Borsista 1975-80 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1986), Diploma <strong>di</strong> Specializzazione in<br />

Scienza dell’Alimentazione (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1999). Postdoctoral fellow presso il King’s<br />

College School of Me<strong>di</strong>cine (London, UK, 1988-89).<br />

Membro dell'Associazione Specialisti in Scienza dell’Alimentazione, esperto EMEA, membro supplente<br />

della Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: contaminanti chimici negli alimenti e rischi per la salute umana. OGM, allergie<br />

alimentari, tossinfezioni e nuove tematiche alimentari. Organizzazione <strong>di</strong> sistemi on line <strong>di</strong><br />

comunicazione del rischio per i consumatori. Attività regolatorie dei prodotti fitosanitari nell’UE.<br />

Inquinamento ambientale da farmaci e rischi per la salute umana e per l’ambiente. Analisi delle droghe<br />

d’abuso nell’ambiente e stima dei consumi nella popolazione.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

1. Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and<br />

their metabolites in urban wastewaters by liquid chromatography tandem mass spectrometry (HPLC-MS-MS). Anal Chem<br />

2006, 78: 8421-8429.<br />

2. Pomati F, Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R, Rossetti C and Calamari D. Effects of Environmental Contamination by<br />

Therapeutic Drugs on Human Embryonic Cells. Environ. Sci. Technol. 2006, 40, 2442-2447.<br />

3. Zuccato E, Calamari D, Castiglioni S, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R. Cocaine in surface water: a new evidence-based<br />

tool to monitor community drug abuse. Environmental Health: A Global Access Science Source 2005, 4:14<br />

4. Calamari D, Zuccato E, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Strategic survey of therapeutic drugs in the rivers Po and Lambro<br />

in northern Italy. Environ Sci Technol 2003; 37: 1241-1248<br />

5. Zuccato E, Calamari D, Natangelo M, Fanelli R. Presence of therapeutic drugs in the environment. Lancet 2000; 355: 1789-<br />

1790<br />

6. Zuccato E, Calvarese S, Mariani G, Mangiapan S, Grasso P, Guzzi A, Fanelli R. Level, sources and toxicity of polychlorinated<br />

biphenyls in the Italian <strong>di</strong>et. Chemosphere 1999; 38 (12): 2753-2765.<br />

54<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Renzo Bagnati, Capo dell’Unità <strong>di</strong> Strumentazione Analitica dal 2005, Ricercatore 1992-2005, Borsista<br />

1986-92 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Laurea in Chimica (Università <strong>di</strong> Torino, 1985), Diploma post-laurea <strong>di</strong> Specialista in Ricerca<br />

Farmacologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri (1989).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: spettrometria <strong>di</strong> massa applicata all'analisi <strong>di</strong> sostanze biologiche e <strong>di</strong> interesse<br />

ambientale (proteine, pepti<strong>di</strong>, ormoni, farmaci, droghe, pestici<strong>di</strong>).<br />

Principali pubblicazioni:<br />

1. Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and<br />

their metabolites in urban wastewater by liquid chromatography-tandem mass spectrometry. Anal Chem 2006; 78: 8421-8429.<br />

2. Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R, Pomati F, Calamari D, Zuccato E. Removal of pharmaceuticals in sewage treatment plants<br />

in Italy. Environmental Science Technology 2006; 40: 357-363.<br />

3. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Calamari D, Bagnati R, Schiarea S, Fanelli R. Cocaine in surface waters: a new<br />

evidence-based tool to monitor community drug abuse. http://www.ehjournal.net/content/4/1/14 2005.<br />

4. Pastorelli R, Carpi D, Airol<strong>di</strong> L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C. Proteome analysis for the<br />

identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics 2005; 5: 4936-4945.<br />

5. Bagnati R, Ramazza V, Zucchi M, Simonella A, Leone F, Bellini A, Fanelli R. Analysis of dexamethasone and betamethasone<br />

in bovine urine by purification with an 'on-line' immunoaffinity chromatography-HPLC system and determination by GC-MS.<br />

Anal Biochem 1996; 235: 119-126.<br />

6. Davoli E, Fanelli R, Bagnati R. Purification and analysis of drug residues in urine samples by on-line immunoaffinity<br />

chromatography/high-performance liquid chromatography/continuous-flow fast atom bombardment mass spectrometry. Anal<br />

Chem 1993; 65: 2679-2685.<br />

Elena Fattore, Capo dell’Unità <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Rischio degli Inquinanti Ambientali dal 2005,<br />

Ricercatore 2001-04, Borsista 1991-1997 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1991), Diploma post-laurea <strong>di</strong> Specialista<br />

Ricerca Farmacologica (<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, Milano, 1994), Postdoctoral fellow presso il National<br />

Institute of Environmental Me<strong>di</strong>cine, Karolinska Institutet (Stoccolma, Svezia, 1998-2000).<br />

Membro del Gruppo <strong>di</strong> Lavoro per la Sorveglianza dell’Esposizione a Interferenti Endocrini, Comitato<br />

Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie, Presidenza del Consiglio dei Ministri.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: valutazione della contaminazione ambientale, dell’esposizione e del rischio<br />

tossicologico per l’uomo e l’ambiente dovuto alla presenza <strong>di</strong> inquinanti organici persistenti con<br />

particolare interesse a <strong>di</strong>ossine e composti <strong>di</strong>ossino-simili.<br />

Principali ubblicazioni:<br />

1. Carubelli G, Fanelli R, Mariani G, Nichetti S, Crosa G, Calamari D, Fattore E. PCB contamination in farmed and wild sea bass<br />

(Dicentrarchus labrax L.) from a coastal wetland area in central Italy. Chemosphere <strong>2007</strong> ; 68 : 1630-1635.<br />

2. Fattore E, Fanelli R, Turrini A, Di Domenico A. Current <strong>di</strong>etary exposure to polychloro<strong>di</strong>benzo-p-<strong>di</strong>oxins,<br />

polychloro<strong>di</strong>benzofurans, and <strong>di</strong>oxin-like polychlorobiphenyls in Italy. Mol Nutr Food Res 2006; 50: 915-921<br />

3. Fattore E, Guardo A, Mariani G, Guzzi A, Benfenati E, Fanelli R. Polychlorinated Dibenzo-p-Dioxins and Dibenzofurans in<br />

Air of Seveso, Italy, 26 years after the accident. Environ Sci Technol 2003; 37: 1503-1058<br />

4. Fattore E, Fanelli R, La Vecchia C. Persistent organic pollutants in food: Public health and implications. J Epidemiol<br />

Community Health 2002; 56: 831-832<br />

5. Fattore E, Trossvik C, Håkansson H. Relative potency values derived from hepatic vitamin A reduction in male and female<br />

Sprague-Dawley rats following subchronic <strong>di</strong>etary exposure to in<strong>di</strong>vidual polychlorinated <strong>di</strong>benzo-p-<strong>di</strong>oxin and <strong>di</strong>benzofuran<br />

congeners, and a mixture thereof. Toxicol Appl Pharmacl 2000; 165: 184-194<br />

6. Fattore E, Benfenati E, Mariani G, Fanelli R, Evers E H. Pattern and Sources of Polychlorinated <strong>di</strong>benzo-p-<strong>di</strong>oxins and<br />

Dibenzofurans in Se<strong>di</strong>ment from Venice Lagoon. Environ Sci Technol 1997; 31: 1777-1784<br />

55<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Marco Lo<strong>di</strong>, Capo dell’Unità d’Igiene Industriale ed Ambientale dal 2002, Consulente 1997-2002 presso<br />

l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Diploma <strong>di</strong> Perito Chimico Industriale (ITIS “Ettore Molinari”, Milano, 1974).<br />

Iscritto all’AIDII (Associazione Italiana degli Igienisti Industriali e per l’igiene industriale e per<br />

l’ambiente) riconosciuta dall’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist).<br />

Membro <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse commissioni tecnico-scientifiche per la messa a punto <strong>di</strong> metodologie analitiche (tra<br />

cui UNI ed UNICHIM).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: sorgenti emissive, <strong>di</strong>ffusione ambientale, tossicologia, esposizione umana e valutazione<br />

del rischio <strong>di</strong> contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti chimici inquinanti.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> metodologie <strong>di</strong> campionamento d’inquinanti tossici per l’ambiente e per l’uomo.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

1. Benfenati E, Azimonti G, Auteri D, Lo<strong>di</strong> M Environmental and ecological toxicology: computational risk assessment.<br />

Computational toxicology. Risk assessment for pharmaceutical and environmental chemicals John Wiley, Hoboken, NJ, <strong>2007</strong>;<br />

625-650<br />

2. Grosso M, Cernuschi S, Palini E, Lo<strong>di</strong> M, Mariani G. PCDD/Fs release during normal and transient operation of a full scale<br />

MSWI plant. Organohalogen Compounds 2004; 66: 1243-1249<br />

3. Benfenati E, Mariani G, Lo<strong>di</strong> M, Reitano G, Fanelli R. Is bioexsiccation releasing <strong>di</strong>oxins? Organohalogen Compounds<br />

2004; 66: 955-961<br />

4. Fattore E, Mariani G, Guzzi A, Di Guardo A, Benfenati E, Lo<strong>di</strong> M, Fanelli R. Air <strong>di</strong>oxin concentrations in Seveso area. In:<br />

Halogenated Environmental Organic Pollutants, 18th. Symp., Stockholm, Sweden, august 17-21, 1998. 1998 : 237-240<br />

5. Benfenati E, Mariani G, Schiavon G, Lo<strong>di</strong> M, Fanelli R. Diurnal, weekly and seasonal air concentrations of PCDD and PCDF<br />

in an industrial area. Fresenius Journal Analytical Chemistry 1994; 348: 141-143<br />

6. Benfenati E, Pastorelli R, Castelli M G, Fanelli R, Carminati A, Farneti A, Lo<strong>di</strong> M. Stu<strong>di</strong>es on the tetrachloro<strong>di</strong>benzo-p<strong>di</strong>oxins<br />

(TCDD) and tetrachloro<strong>di</strong>benzofurans (TCDF) emitted from an urban incinerator. Chemosphere 1986; 15: 557-561<br />

Roberta Pastorelli, Capo dell’Unità <strong>di</strong> Bioin<strong>di</strong>catori Proteici e Genetici dal 2004, Ricercatore 1992-<br />

2003, Borsista 1983-92 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1982). Diploma post-laurea <strong>di</strong> Specialista<br />

Ricerca Farmacologia (<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, 1986). Postdoctoral fellow presso il Massachusetts Institute<br />

of Technology, Cambridge, MA (1987-89 e 1991).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: proteomica in tossicologia: stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> profili d’espressione proteica e loro variazioni<br />

indotte da composti tossici ambientali in vari comparti biologici allo scopo <strong>di</strong> definire aspetti<br />

meccanicistici <strong>di</strong> rilevanza tossicologica e <strong>di</strong> caratterizzare i rischi biologici/tossicologici. Particolare<br />

attenzione è rivolta a molecole quali <strong>di</strong>ossine, estrogeni e cancerogeni ambientali. Farmacogenetica:<br />

influenza <strong>di</strong> polimorfismi genetici nelle <strong>di</strong>verse risposte in<strong>di</strong>viduali a composti tossici e cancerogeni.<br />

Principali pubblicazioni<br />

1. Pastorelli R, Saletta F, Campagna R, Carpi D, Dell?osta C, Schiarea S, Vineis P, Airol<strong>di</strong> L, Matullo G. Proteome<br />

characterization of a human urothelial cell line resistant to the bladder carcinogen 4-aminobiphenyl. Protome Science <strong>2007</strong>.<br />

2. Moretti M, Dell'omo M, Villarini M, Pastorelli R, Muzi G, Airol<strong>di</strong> L, Pasquini R. Primary DNA damage and<br />

genetic polymorphisms for CYP1A1, EPHX and GSTM1 in workers at a graphite electrode manufacturing plant.<br />

BMC Public Health. <strong>2007</strong> 7: 270<br />

3. Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airol<strong>di</strong> L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B,<br />

Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of <strong>di</strong>oxin resistance: correlation with<br />

genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894<br />

4. Pastorelli R, Carpi D, Airol<strong>di</strong> L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C.Proteome analysis for the<br />

identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics 2005; 5: 4936-4945<br />

5. Airol<strong>di</strong> L, Magagnotti C, Pastorelli R, Fanelli R. Enzyme polymorphisms influencing the metabolism of heterocyclic aromatic<br />

amines. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Life Sci 2004; 802: 175-181<br />

6. Vineis P,V eglia F, Anttila S, Benhamou S, Clapper M L, Dolzan V, Ryberg D, Hirvonen A, Kremers P, Le Marchand L,<br />

Pastorelli R, Rannug A, Romkes M, Schoket B, Strange R C, Garte S, Taioli E. CYP1A1, GSTM1 and GSTT1 polymorphisms<br />

and lung cancer: a pooled analysis of gene-gene interactions. Biomarkers 2004; 9: 298-305<br />

56<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />

L’attività del Dipartimento Ambiente e Salute è de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o dei fattori ambientali<br />

rilevanti per la salute umana. Le principali linee <strong>di</strong> ricerca riguardano la rilevazione <strong>di</strong> fattori<br />

tossici nell’ambiente, la valutazione dell’esposizione umana e dei rischi per la salute, infine lo<br />

stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> tossicità degli inquinanti.<br />

La valutazione della presenza <strong>di</strong> inquinanti nell’ambiente riguarda sia sostanze ben conosciute,<br />

come <strong>di</strong>ossine e PCB, che nuove classi <strong>di</strong> contaminanti “non convenzionali” (interferenti<br />

endocrini, composti “naturali” potenzialmente tossici, e farmaci <strong>di</strong>ffusi nell'ambiente a seguito<br />

dell’utilizzo umano o veterinario). Da questi stu<strong>di</strong> è nato <strong>di</strong> recente un originale campo<br />

d’indagine, che permette <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are i consumi <strong>di</strong> droghe d’abuso, attraverso la loro<br />

identificazione e misura nelle acque <strong>di</strong> scarico urbane e nei fiumi. Per la rilevazione <strong>di</strong> queste<br />

sostanze vengono sviluppate e utilizzate tecniche analitiche sofisticate basate sulla spettrometria<br />

<strong>di</strong> massa.<br />

Il Dipartimento è attivo nella valutazione dell’esposizione umana ai composti tossici presenti<br />

nell'ambiente e negli alimenti. La <strong>di</strong>eta, infatti, è la principale fonte <strong>di</strong> inquinanti <strong>di</strong> interesse<br />

prioritario (PCB, <strong>di</strong>ossine e altri interferenti endocrini).<br />

La valutazione del rischio associato a reali situazioni <strong>di</strong> contaminazione ambientale, ha assunto<br />

<strong>di</strong> recente grande importanza. Per rispondere alla crescente richiesta d’informazione, il<br />

Dipartimento svolge un'attività <strong>di</strong> Analisi <strong>di</strong> Rischio tossicologico ed ecotossicologico, basata<br />

su stu<strong>di</strong> in campo e modelli previsionali <strong>di</strong> tossicità.<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> epidemiologia molecolare vengono utilizzati per identificare fattori genetici e/o<br />

ambientali capaci <strong>di</strong> influenzare il rischio per la salute. Si cercano inoltre nuovi “in<strong>di</strong>catori<br />

biologici” utili all’identificazione <strong>di</strong> soggetti a rischio, per poi in<strong>di</strong>viduare appropriate strategie<br />

<strong>di</strong> prevenzione.<br />

Nel Dipartimento è stata sviluppata una piattaforma tecnologica avanzata <strong>di</strong> proteomica, per<br />

identificare proteine <strong>di</strong>fferenzialmente espresse in vari comparti biologici, in <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni<br />

sperimentali e cliniche. Questo approccio in ambito tossicologico è particolarmente interessante,<br />

perché può portare alla scoperta <strong>di</strong> nuovi bioin<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> effetto tossico o patologia, e<br />

identificare bersagli molecolari e meccanismi alla base della tossicità <strong>di</strong> inquinanti e farmaci.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

La mancanza <strong>di</strong> acido retinoico (topi knock-out per il gene della retinal deidrogenasi 1<br />

(RALDH1) altera profondamente il profilo proteomico dell’osso, in<strong>di</strong>cando cambiamenti delle<br />

proteine coinvolte nella condrogenesi ed osteoclastogenesi.<br />

La resistenza al cancerogeno ambientale 4-aminobifenile da parte <strong>di</strong> cellule uroteliali umane si<br />

esplica attraversa la deregolazione dei pathways proteici coinvolti nell’apoptosi e nel traffico <strong>di</strong><br />

proteine <strong>di</strong> membrana.<br />

Caratterizzazione del profilo <strong>di</strong> proteine dell'osso in un modello murino <strong>di</strong> osteoporosi.<br />

Caratterizzazione del profilo <strong>di</strong> proteine epatiche in ratti esposti a TCDD.<br />

Identificazione <strong>di</strong> un sottogruppo <strong>di</strong> proteine epatiche <strong>di</strong> ratto in<strong>di</strong>cative della <strong>di</strong>versa<br />

suscettibilità alla <strong>di</strong>ossina.<br />

La presenza <strong>di</strong> addotti del 4-aminobifenile all’emoglobina permette <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare soggetti non<br />

fumatori, ad elevato rischio <strong>di</strong> tumori riconducibili all’esposizione a fumo passivo.<br />

Valori <strong>di</strong> riferimento delle frequenze alleliche e genotipiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi geni metabolici in una<br />

popolazione <strong>di</strong> 15000 soggetti controllo.<br />

Il polimorfismo del CYP1A1 mo<strong>di</strong>fica il rischio <strong>di</strong> tumore del polmone.<br />

57<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Identificazione del polimorfismo del gene CYP2C9 come causa <strong>di</strong> grave risposta avversa alla<br />

fenitoina.<br />

Modelli virtuali <strong>di</strong>sponibili on-line e simulazioni al computer per la pre<strong>di</strong>zione del valore <strong>di</strong><br />

ecotossicità dei pestici<strong>di</strong> a scopi regolatori.<br />

Un nuovo modello per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sruptors endocrini attraverso il docking molecolare.<br />

Cancerogenicità, mutagenicità e tossicità acuta nel mammifero, e tossicità negli organismi<br />

acquatici possono essere predetti da modelli con utilizzo <strong>di</strong> reti neurali, algoritmi genetici, data<br />

mining, fuzzy logic.<br />

Una nuova metodologia per la caratterizzazione degli odori ambientali, permette <strong>di</strong> identificare,<br />

in situazioni complesse, la fonte delle emissioni odorigene o il processo responsabile.<br />

Il consumo alimentare <strong>di</strong> quantitativi me<strong>di</strong>o-elevati <strong>di</strong> pesce può causare il superamento dei<br />

limiti <strong>di</strong> sicurezza per l’assunzione giornaliera <strong>di</strong> PCB e sostanze <strong>di</strong>ossino-simili.<br />

Uno stesso alimento può contenere concentrazioni <strong>di</strong> PCB e sostanze <strong>di</strong>ossino-simili <strong>di</strong>verse in<br />

<strong>di</strong>fferenti paesi dell’UE.<br />

Identificazione <strong>di</strong> residui <strong>di</strong> droghe d'abuso e loro metaboliti nelle acque <strong>di</strong> scarico urbane e <strong>di</strong><br />

superficie, e utilizzo dei livelli per lo stu<strong>di</strong>o dei consumi <strong>di</strong> droghe nella popolazione.<br />

Dimostrazione dei rischi associati all’inquinamento ambientale da farmaci.<br />

Identificazione <strong>di</strong> specifiche leggi fisiche che regolano l’inquinamento ambientale da farmaci<br />

(carico ambientale, bilancio <strong>di</strong> massa).<br />

Caratterizzazione della <strong>di</strong>stribuzione dei valori <strong>di</strong> assunzione attraverso la <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ossine,<br />

PCB <strong>di</strong>ossino-simili e PCB non <strong>di</strong>ossino-simili nella popolazione generale italiana.<br />

L'assunzione <strong>di</strong> PCB è maggiore attraverso il consumo <strong>di</strong> pesce allevato rispetto al pesce libero,<br />

a causa del maggior contenuto <strong>di</strong> grasso nel pesce allevato.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> nuovi meto<strong>di</strong> in spettrometria <strong>di</strong> massa per la misura selettiva <strong>di</strong> farmaci e droghe<br />

d’abuso in campioni ambientali.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

ARPA Veneto<br />

ASL <strong>di</strong> Brescia<br />

CESTEC , Regione Lombar<strong>di</strong>a, Milano<br />

CNR – IRSA<br />

CSPO-Firenze<br />

CSRA-Asti<br />

Fondazione 'S. Maugeri'<br />

Fondazione ISI, Torino<br />

INRAN-<strong>Istituto</strong> Nazionale <strong>di</strong> Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione<br />

<strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />

I.Z.S.L.T - <strong>Istituto</strong> Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana<br />

Ministero dell'Ambiente<br />

Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />

Politecnico <strong>di</strong> Torino<br />

Provincia <strong>di</strong> Vercelli<br />

Provincia Pordenone<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Cagliari<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Genova<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli "Federico II"<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia<br />

58<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma "La Sapienza"<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino<br />

Università dell’Insubria, Varese<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

BASF Agricultural Centre, Limburgerhorf, Germania<br />

Central Science Laboratory, York, UK<br />

Danish Institute of Agricultural Sciences, Research Centre Foulum, Tjele, Danimarca<br />

Department of Analytical and Pharmaceutical Chemistry, The Royal Danish School of<br />

Pharmacy, Danimarca<br />

Department of Anatomy and Cell Biology, University of Oulu, Oulu, Finlan<strong>di</strong>a<br />

Department of Analytical and Pharmaceutical Chemistry, The Royal Danish School of<br />

Pharmacy, Danimarca<br />

Department of Computer Science and Enginnering, University of Galati, Romania<br />

Department of Electrical and Computer Engineering, University of Patras, Grecia<br />

Department of Environmental Health, National Public Health Institute, Kuopio, Finlan<strong>di</strong>a<br />

Department of Epidemiology & Public Health, Imperial College, London, UK<br />

Department of Inland Fisheries, Institute of Freshwater Ecology and Inland Fisheries, Berlin,<br />

Germania<br />

Department of Molecular Biology, University of Bergen, Bergen, Norvegia<br />

Department of Organic Chemistry, Universidad de Ca<strong>di</strong>z, Spagna<br />

Division of Endocrinology, Department of Internal Me<strong>di</strong>cine, Sahlgrenska University Hospital,<br />

Goteborg, Svezia<br />

Environmental Chemistry, IIQAB-CSIC, Barcelona, Spagna<br />

Environmental Hygiene and Chemistry Department, Institute of Environmental Me<strong>di</strong>cine and<br />

Hospital Epidemiology, University of Freiburg, Germania<br />

Environmental Hygiene and Chemistry Department, Institute of Environmental Me<strong>di</strong>cine and<br />

Hospital Epidemiology, University of Freiburg, Germania<br />

Faculté de Mé<strong>di</strong>cine et de Pharmacie, Université de Mons-Hainaut, Mons, Belgio<br />

Faculty of Veterinary Me<strong>di</strong>cine, Utrecht University, Utrecht, Olanda<br />

Forschungzentrum Jülich Gmbh, Jülich, Germania<br />

Gruppo Collaborativo sulla Suscettibilità Genetica ai Cancerogeni Ambientali (GSEC), Milano,<br />

Italia<br />

Institute of Environmental Me<strong>di</strong>cine. Karolinska Institute, Stockholm, Svezia<br />

Institute of Pharmaceutical Chemistry, University of Pécs, Pecs, Ungheria<br />

Institute of Phytome<strong>di</strong>cine, Biological Control, Horticulture and Nematology, Wien, Austria<br />

Institute of Soil Science and Plant Cultivation, Pulawy, Polonia<br />

Interuniversitaeres Forchunginstitut fuer Agrarbiotechnologie, Tulln, Austria<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Chimica <strong>di</strong> São Carlos, Università <strong>di</strong> São Paulo, Brasile<br />

KnowledgeMiner Software, Berlin, Germania<br />

In Vitro Testing Industrial Platform, Tres Cantos (Madrid), Spagna<br />

Laboratory of Chemometrics & Bioinformatics, University of Orléans, Orléans, Francia<br />

Lithuanian Institute of Agricultrure, Vilnius, Lituania<br />

Liverpool John Moores University, Liverpool, UK<br />

National Institute of Chemistry, Kemijski Institut Ljubljana, Ljubljana, Slovenia<br />

Natural Resources Research Institute, University of Minnesota, Duluth, USA<br />

National Institute for Public Health and the Environment (RIVM), Bilthoven, Olanda<br />

59<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Pesticide Safety Directorate, York, UK<br />

Plant Protection Institute, Hungarian Academy of Sciences, Budapest, Ungheria<br />

School of Biome<strong>di</strong>cal Sciences, University of Ulster, Coleraine, Irlanda del Nord<br />

Syngenta Crop Protection AG, Basel, Svizzera<br />

UFZ Leipzig, Germania<br />

University of Tartu, Tartu, Estonia<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Journal of Environmental Science and Health, Part B (Emilio Benfenati), Journal of<br />

Environmental Science and Health, Part C (Emilio Benfenati), International Journal of<br />

Computational Intelligence (Emilio Benfenati), International Journal of Information Technology<br />

(Emilio Benfenati), International Journal of Signal Processing (Emilio Benfenati), Chemistry<br />

Central Journal (Emilio Benfenati), Current Computer Aided Drug Design (Emilio Benfenati),<br />

Advances in Chemoinformatics and Computational Methods (Emilio Benfenati).<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

Ad<strong>di</strong>ction, Analytical and Bioanalytical Chemistry, Chemometrics and Intelligent Laboratory<br />

Systems, CHEMOLAB, Chemosphere, Chemical Biology & Drug Design, Environmental<br />

Modelling & Software, Environmental Science & Technology, Journal of Chemical Information<br />

and Modeling, International Journal of Molecular Science, Journal of Hazardous Materials,<br />

Molecular Diversity, Proteomics, Waste Management.<br />

PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

CCPF – Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero della Salute, Ministero<br />

dell'Ambiente)<br />

IGQ - Commissione Ambiente e Sicurezza<br />

IGQ Commissione ETS<br />

ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />

NOSE2008. INTERNATIONAL CONFERENCE ON ENVIRONMENTAL ODOUR MONITORING<br />

and CONTROL. Roma, 6-8 Luglio 2008<br />

60<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

DIPARTIMENTO<br />

SETAC Europe, 17th annual meeting, 20-24 Maggio <strong>2007</strong>, Porto, Portogallo<br />

55th American Society for Mass Spectrometry Conference, 3-7 Giugno <strong>2007</strong>, In<strong>di</strong>anapolis, IN,<br />

USA<br />

The International Society of Pharmacovigilance. 7 th Annual Meeting. 21-24 Ottobre <strong>2007</strong>,<br />

Bournemouth, UK.<br />

ASMS sponsored meeting. The Art of Open Air Ionization on Surfaces. November 8 - 9.<br />

<strong>2007</strong>.Chemical Heritage Foundation. Philadelphia, PA, USA<br />

Proteomix, XI Meeting, 29-30 November, <strong>2007</strong>, Torino, Italy.<br />

Workshop of the ATHON EC project, Valencia, Spain, 29 November - 30 December, <strong>2007</strong>.<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

ACEGAS S.p.A, Trieste<br />

ASL Mantova<br />

CSRA<br />

Associazione Italiana Ricerca sul Cancro<br />

Comune <strong>di</strong> Lomello<br />

Comune <strong>di</strong> Mazzano e Rezzato<br />

Consorzio Quadrifoglio S.p.A.<br />

ECODECO, Pavia<br />

European Commission (MEBFOOD; SAFEFOODNET; DEMETRA; EUFRAM;<br />

HERBICBIOREM; BONETOX, ATHON, CASCADE, HAIR, CAESAR, RAINBOW,<br />

CHEMOMENTUM)<br />

Ferrero, Alba (Cuneo)<br />

FIAT Auto S.p.A.<br />

Fondazione CARIPLO, Milano<br />

Fondazione Italo Monzino, Milano<br />

I.Z.S.L.T - <strong>Istituto</strong> Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana<br />

Lucart, Cartiera Lucchese S.p.A. Porcari, Lucca<br />

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Italia<br />

Ministero della Salute, Italia<br />

Ministero dell'Ambiente, Italia<br />

Provincia <strong>di</strong> Pordenone<br />

Provincia <strong>di</strong> Vercelli<br />

SOGEIVA S.p.A, Varese<br />

SO.GE.NU.S. S.p.A<br />

Telethon<br />

TM.E. S.p.A<br />

61<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Pastorelli R, Saletta F, Campagna R, Carpi D, Dell?osta C, Schiarea S, Vineis P, Airol<strong>di</strong> L, Matullo G. Proteome<br />

characterization of a human urothelial cell line resistant to the bladder carcinogen 4-aminobiphenyl. Protome Science<br />

<strong>2007</strong><br />

Moretti M, Dell'omo M, Villarini M, Pastorelli R, Muzi G, Airol<strong>di</strong> L, Pasquini R.<br />

Primary DNA damage and genetic polymorphisms for CYP1A1, EPHX and GSTM1 in workers at a graphite<br />

electrode manufacturing plant. BMC Public Health. <strong>2007</strong> 7: 270<br />

Vineis P, Veglia F, Garte S, Malaveille C, Matullo G, Dunning A, Peluso M, Airol<strong>di</strong> L, Overvad K, Raaschou-<br />

Nielsen O, Clavel-Chapelon F, Linseisen JP, Kaaks R, Boeing H, Trichopoulou A, Palli D, Crosignani P, Tumino R,<br />

Panico S, Bueno-De-Mesquita HB, Peeters PH, Lund E, Gonzalez CA, Martinez C, Dorronsoro M, Barricarte A,<br />

Navarro C, Quiros JR, Berglund G, Jarvholm B, Day NE, Key TJ, Saracci R, Riboli E, Autrup H. Genetic<br />

susceptibility accor<strong>di</strong>ng to three metabolic pathways in cancers of the lung and bladder and in myeloid leukemias in<br />

nonsmokers. Ann Oncol. <strong>2007</strong> Jul;18:1230-42.<br />

Vineis P, Hoek G, Krzyzanowski M, Vigna-Taglianti F, Veglia F, Airol<strong>di</strong> L, Overvad K, Raaschou-Nielsen O,<br />

Clavel-Chapelon F, Linseisen J, Boeing H, Trichopoulou A, Palli D, Krogh V, Tumino R, Panico S, Bueno-De-<br />

Mesquita HB, Peeters PH, Lund E E, Agudo A, Martinez C, Dorronsoro M, Barricarte A, Cirera L, Quiros JR,<br />

Berglund G, Manjer J, Forsberg B, Day NE, Key TJ, Kaaks R, Saracci R, Riboli E. Lung cancers attributable to<br />

environmental tobacco smoke and air pollution in non-smokers in <strong>di</strong>fferent European countries: a prospective study.<br />

Environ Health. <strong>2007</strong> 15; 6:7.<br />

Manuguerra M, Matullo G, Veglia F, Autrup H, Dunning AM, Garte S, Gormally E, Malaveille C, Guarrera S,<br />

Polidoro S, Saletta F, Peluso M, Airol<strong>di</strong> L, Overvad K, Raaschou-Nielsen O, Clavel-Chapelon F, Linseisen J, Boeing<br />

H, Trichopoulos D, Kalan<strong>di</strong><strong>di</strong> A, Palli D, Krogh V, Tumino R, Panico S, Bueno-De-Mesquita HB, Peeters PH, Lund<br />

E, Pera G, Martinez C, Amiano P, Barricarte A, Tormo MJ, Quiros JR, Berglund G, Janzon L, Jarvholm B, Day NE,<br />

Allen NE, Saracci R, Kaaks R, Ferrari P, Riboli E, Vineis P. Multi-factor <strong>di</strong>mensionality reduction applied to a large<br />

prospective investigation on gene-gene and gene-environment interactions. Carcinogenesis. <strong>2007</strong> 28: 414-22.<br />

Toropov A A, Benfenati E<br />

SMILES in QSPR/QSAR modeling: Results and perspectives<br />

Current Drug Discovery Technologies <strong>2007</strong> 4 : 77-116<br />

Benigni R, Netzeva T, Benfenati E, Bossa C, Franke R, Helma C, Hulzebos E, Marchant C, Richard A, Woo Y-T,<br />

Yang C<br />

The expan<strong>di</strong>ng role of pre<strong>di</strong>ctive toxicology: An update on the (Q)SAR models for mutagens and carcinogens<br />

J Environ Sci Heal C <strong>2007</strong> 25 : 53-97<br />

Man<strong>di</strong>ch A, Bottero S, Benfenati E, Cevasco A, Erratico C, Maggioni S, Massari A, Pedemonte F, Viganò L<br />

In vivo exposure of carp to graded concentrations of bisphenol A<br />

Gen Comp Endocr <strong>2007</strong> 153 : 15-24<br />

Benfenati E<br />

The specificity of the QSAR models for regulatory purposes: the example of the DEMETRA project<br />

SAR QSAR Environ Res <strong>2007</strong> 18 : 209-220<br />

Maran U, Sild S, Mazzatorta P, Casalegno M, Benfenati E, Romberg M<br />

Grid computing for the estimation of toxicity: Acute toxicity on fathead minnow (Pimephales promelas)<br />

Lect Notes Comput Sci <strong>2007</strong> 4360 : 60-74<br />

Urbatzka R, van Cauwenberge A, Maggioni S, Viganò L, Man<strong>di</strong>ch A, Benfenati E, Lutz I, Kloas W<br />

Androgenic and antiandrogenic activities in water and se<strong>di</strong>ment samples from the river Lambro, Italy, detected by<br />

yeast androgen screen and chemical analyses<br />

Chemosphere <strong>2007</strong> 67 : 1080-1087<br />

Fratev F, Lo Piparo E, Benfenati E, Mihaylova E<br />

Toxicity study of allelochemical-like pesticides by combination of 3DQSAR, docking, local bin<strong>di</strong>ng energy (LBE)<br />

and GRID approaches<br />

SAR QSAR Environ Res <strong>2007</strong> 18 : 675-692<br />

62<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Toropov A A, Benfenati E<br />

Optimisation of correlation weights of SMILES invariants for modelling oral quail toxicity<br />

Eur J Med Chem <strong>2007</strong> 42 : 606-613<br />

Kahn I, Maran U, Benfenati E, Netzeva T I, Schultz T W, Cronin M T D<br />

Comparative quantitative structure-activity-activity relationships for toxicity to Tetrahymena pyriformis and<br />

Pimephales promelas<br />

Altern Lab Anim <strong>2007</strong> 35 : 15-24<br />

Toropov A A, Benfenati E<br />

SMILES as an alternative to the graph in QSAR modelling of bee toxicity<br />

Comput Biol Chem <strong>2007</strong> 31 : 57-60<br />

Benfenati E, Azimonti G, Auteri D, Lo<strong>di</strong> M<br />

Environmental and ecological toxicology: Computational risk assessment<br />

in: Ekins S (Ed.), Computational Toxicology: Risk Assessment for Pharmaceutical and Environmental Chemicals,<br />

John Wiley & Sons Inc., Hoboken NJ, USA (<strong>2007</strong>), 625-650<br />

Benfenati E, Craciun M, Neagu C D<br />

The use of the DEMETRA models<br />

in: Benfenati E (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships (QSAR) for Pesticide Regulatory Purposes,<br />

Elsevier Science Ltd, Amsterdam, The Netherlands (<strong>2007</strong>), 303-313<br />

Benfenati E<br />

The quality criteria of the DEMETRA models for regulatory purposes: Specificity, general lessons and future<br />

perspectives<br />

in: Benfenati E (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships (QSAR) for Pesticide Regulatory Purposes,<br />

Elsevier Science Ltd, Amsterdam, The Netherlands (<strong>2007</strong>), 283-301<br />

Amaury N, Benfenati E, Boriani E, Casalegno M, Chana A, Chaudhry Q, Chretien J R, Cotterill J, Lemke F, Piclin<br />

N, Pintore M, Porcelli C, Price N, Roncaglioni A, Toropov A A<br />

Results of DEMETRA models<br />

in: Benfenati E (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships (QSAR) for Pesticide Regulatory Purposes,<br />

Elsevier Science Ltd, Amsterdam, The Netherlands (<strong>2007</strong>), 201-281<br />

Benfenati E, Chretien J R, Gini G, Piclin N, Pintore M, Roncaglioni A<br />

Validation of the models<br />

in: Benfenati E (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships (QSAR) for Pesticide Regulatory Purposes,<br />

Elsevier Science Ltd, Amsterdam, The Netherlands (<strong>2007</strong>), 185-199<br />

Amaury N, Benfenati E, Bumbaru S, Chana A, Craciun M, Chretien J R, Gini G, Guo G, Lemke F, Minzu V,<br />

Mueller J A, Neagu C D, Pintore M, Stroia S A, Trundle P<br />

Hybrid systems<br />

in: Benfenati E (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships (QSAR) for Pesticide Regulatory Purposes,<br />

Elsevier Science Ltd, Amsterdam, The Netherlands (<strong>2007</strong>), 149-183<br />

Benfenati E, Casalegno M, Cotterill J, Price N, Spreafico M, Toropov A A<br />

Characterization of chemical structures<br />

in: Benfenati E (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships (QSAR) for Pesticide Regulatory Purposes,<br />

Elsevier Science Ltd, Amsterdam, The Netherlands (<strong>2007</strong>), 83-109<br />

Benfenati E, Boriani E, Craciun M, Malazizi L, Neagu C D, Roncaglioni A<br />

Databases for pesticide ecotoxicity<br />

in: Benfenati E (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships (QSAR) for Pesticide Regulatory Purposes,<br />

Elsevier Science Ltd, Amsterdam, The Netherlands (<strong>2007</strong>), 59-81<br />

Benfenati E, Clook M, Friday S, Hart A<br />

QSARs for regulatory purposes: the case for pesticide authorization<br />

in: Benfenati E (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships (QSAR) for Pesticide Regulatory Purposes,<br />

Elsevier Science Ltd, Amsterdam, The Netherlands (<strong>2007</strong>), 1-57<br />

63<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Lo Piparo E, Mazzatorta P, Benfenati E Computational methods to study properties of allelochemicals and modelling<br />

of molecular interactions in allelopathy in: Roshchina V V, Narwal S S (Eds.), Plant Cell Diagnostics - Images,<br />

Biophysical and Biochemical Processes in Allelopathy, Science Publishers, Enfield NH, USA (<strong>2007</strong>), 169-183<br />

Pomati F, Cotsapas C, Castiglioni S, Zuccato E, Calamari D. Gene expression profiles in zebrafish (danio rerio) liver<br />

cells exposed to a mixture of pharmaceuticals at environmentally relevant concentrations. Chemosphere <strong>2007</strong>, 70: 65-<br />

73.<br />

Castiglioni S, Zuccato E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Detecting illicit drugs and metabolites in wastewater<br />

using high performance liquid chromatography-tandem mass spectrometry. Spctroscopy Europe <strong>2007</strong>, 19 (4): 11-13.<br />

Bagnati R, Bianchi G, Marangon E, Zuccato E, Fanelli R, Davoli E. Direct analysis of isopropylthioxanthone (ITX)<br />

in food by HPLC/MS/MS. Rapid Commun Mass Spectrom <strong>2007</strong>, 21: 1998-2002.<br />

Berrie C P, Iurisci C, Piccolo E, Bagnati R, Corda D. Analysis of phosphoinositides and their aqueous metabolites.<br />

Methods Enzymol <strong>2007</strong>; 434 : 187-231.<br />

Carubelli G, Fanelli R, Mariani G, Nichetti S, Crosa G, Calamari D, Fattore E. PCB contamination in farmed and<br />

wild sea bass (Dicentrarchus labrax L.) from a coastal wetland area in central Italy. Chemosphere <strong>2007</strong> ; 68 : 1630-<br />

1635.<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Zuccato E, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. I farmaci: inquinanti ambientali ubiquitari. Quaderni acp <strong>2007</strong>. 14(5):<br />

203-206.<br />

Zuccato E, Castiglioni S, Fanelli R, Bagnati R. Inquinamento da farmaci: le evidenze (parte I). Ricerca & Pratica<br />

<strong>2007</strong>; 23 (134): 67-73.<br />

Zuccato E, Castiglioni S, Fanelli R, Bagnati R. Inquinamento da farmaci: la regolamentazione e gli interventi (parte<br />

II). Ricerca & Pratica <strong>2007</strong>; 23 (135): 113-118.<br />

E. Fattore, E. Davoli. La qualità dell'ambiente e le problematiche tossicologiche relative alle emissioni <strong>di</strong><br />

microinquinanti organici In: Recupero <strong>di</strong> energia e materia da rifiuti soli<strong>di</strong>: i processi, le tecnologie, le esperienze, le<br />

norme. AMRA, Napoli, <strong>2007</strong>; 299-311<br />

E. Davoli, G. Bianchi, A. Colombo, M. Lo<strong>di</strong>, R. Marras, G. Rotella, V. Senese, E. Benfenati. Stu<strong>di</strong> ambientali sui<br />

livelli <strong>di</strong> microinquinanti per e post inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> termovalorizzazione. Nuova Gea- Quaderni<br />

Ambiente <strong>2007</strong> ; 2 : 106-120<br />

ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL CORSO DEL<br />

<strong>2007</strong><br />

Benfenati E (Ed.), Quantitative Structure-Activity Relationships (QSAR) for Pesticide Regulatory Purposes, Elsevier<br />

Science Ltd, Amsterdam, The Netherlands (<strong>2007</strong>), 1-510.<br />

64<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia Molecolare<br />

Proteomica in Tossicologia<br />

Sono in corso stu<strong>di</strong> sulle mo<strong>di</strong>ficazioni del profilo proteico indotto da composti tossici<br />

ambientali, allo scopo <strong>di</strong> identificare in<strong>di</strong>catori proteici che abbiano la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere<br />

due o più stati biologici <strong>di</strong>versi. In particolare, le mo<strong>di</strong>ficazioni del profilo proteico indotte da<br />

interferenti endocrini, estrogeni o cancerogeni ambientali in tessuti e organi bersaglio <strong>di</strong> animali<br />

e in cellule sono messe in relazione con eventuali cambiamenti funzionali che determinano<br />

l'effetto tossico. Mo<strong>di</strong>ficazioni qualitative e quantitative del proteoma in risposta a esposizione a<br />

composti tossici ambientali o in particolari con<strong>di</strong>zioni patologiche, sono analizzate anche<br />

nell’uomo e focalizzate su plasma e urine. L’analisi del proteoma prevede la separazione delle<br />

proteine me<strong>di</strong>ante elettroforesi bi<strong>di</strong>mensionale (2-DE), e la loro identificazione me<strong>di</strong>ante<br />

spettrometria <strong>di</strong> massa (MALDI-TOF-MS, LC-ESI-MS/MS) accoppiata all’uso <strong>di</strong> banche dati.<br />

In alternativa alla 2-DE, le miscele <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> ottenuti dopo <strong>di</strong>gestione con proteasi specifiche<br />

vengono separati me<strong>di</strong>ante cromatografia liquida bi<strong>di</strong>mensionale.<br />

Epidemiologia Molecolare<br />

L'attività del laboratorio è focalizzata sulla misura degli in<strong>di</strong>catori biologici usati per<br />

determinare l’esposizione umana a composti tossici ambientali. In particolare viene stu<strong>di</strong>ata la<br />

formazione <strong>di</strong> addotti al DNA o alle proteine del sangue <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi cancerogeni ambientali. I<br />

livelli <strong>di</strong> addotti sono messi in relazione alla presenza <strong>di</strong> polimorfismi <strong>di</strong> geni che co<strong>di</strong>ficano per<br />

enzimi coinvolti nel metabolismo dei composti in esame. Lo stu<strong>di</strong>o dei genotipi è basato<br />

sull'analisi dei polimorfismi dei frammenti <strong>di</strong> restrizione, dopo amplificazione –me<strong>di</strong>ante la<br />

reazione a catena della polimerasi– <strong>di</strong> specifiche sequenze nucleoti<strong>di</strong>che dei geni in esame.<br />

L'importanza dei fattori genetici nel determinare la suscettibilità umana agli agenti cancerogeni<br />

ambientali, ha promosso una cooperazione a livello internazionale avente lo scopo <strong>di</strong> reperire<br />

dati <strong>di</strong> riferimento sulla frequenza dei polimorfismi genetici più comuni per gli enzimi<br />

metabolici in popolazioni <strong>di</strong> controllo.<br />

Farmacogenetica<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del genoma umano ha stabilito che buona parte della variabilità in<strong>di</strong>viduale nella<br />

risposta alle terapie farmacologiche è determinata geneticamente. L’attività del laboratorio in<br />

questo campo è focalizzata sull’analisi dei polimorfismi <strong>di</strong> geni coinvolti nel metabolismo <strong>di</strong><br />

alcuni farmaci, allo scopo <strong>di</strong> ottenere informazioni utili per determinare la corretta dose<br />

terapeutica o per prevenire reazioni avverse gravi.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica Analitica<br />

Identificazione e caratterizzazione <strong>di</strong> proteine me<strong>di</strong>ante spettrometria <strong>di</strong><br />

massa<br />

Il laboratorio è impegnato nella messa a punto <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse tecniche analitiche e strumentali per<br />

l’identificazione e la caratterizzazione strutturale <strong>di</strong> proteine e pepti<strong>di</strong> in campioni biologici.<br />

Questa attività è mirata principalmente a 1) caratterizzare le <strong>di</strong>verse isoforme <strong>di</strong> proteine che<br />

risultano significativamente mo<strong>di</strong>ficate in stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> proteomica <strong>di</strong>fferenziale dopo elettroforesi<br />

bi<strong>di</strong>mensionale, 2) ottenere profili proteici in flui<strong>di</strong> biologici per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuovi<br />

biomarker <strong>di</strong> interesse fisiopatologico o tossicologico, 3) identificare e caratterizzare prodotti<br />

endogeni <strong>di</strong> degradazione proteica, 4) identificare proteine prodotte da cellule in vitro in risposta<br />

65<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

a determinati stimoli, 5) isolare in modo altamente selettivo (me<strong>di</strong>ante microtecniche <strong>di</strong><br />

immunoaffinità) proteine <strong>di</strong> particolare interesse biome<strong>di</strong>co e identificare le loro eventuali<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni post-traduzionali me<strong>di</strong>ante spettrometria <strong>di</strong> massa (LC-MS/MS).<br />

Tra i progetti in corso vi è lo stu<strong>di</strong>o della degradazione <strong>di</strong> proteine esogene in cellule tubulari<br />

renali in relazione ai meccanismi <strong>di</strong> presentazione antigenica, l’identificazione della proteasi<br />

responsabile del taglio anomalo del von Willebrand factor in pazienti con porpora trombotica<br />

trombocitopenica, e lo stu<strong>di</strong>o del secretoma <strong>di</strong> cellule tumorali in vitro per identificare fattori<br />

che agiscono sulle cellule immunitarie.<br />

Sviluppo metodologico in proteomica<br />

Il laboratorio è attivo nell’ottimizzazione delle tecniche per la proteomica, sia quelle in<br />

spettrometria <strong>di</strong> massa (MALDI-TOF-MS e LC-ESI-MS/MS), che quelle che riguardano la<br />

preparazione del campione (es. purificazione e arricchimento <strong>di</strong> proteine poco abbondanti) e la<br />

caratterizzazione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni post-traduzionali.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Chimica e Tossicologia dell'Ambiente<br />

Sviluppo e utilizzo <strong>di</strong> metodologie analitiche per indagini <strong>di</strong><br />

contaminazione <strong>di</strong> acque, suolo, biota, campioni umani <strong>di</strong> popolazione<br />

esposta<br />

Le ricerche sono rivolte allo sviluppo e applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> analitici per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

inquinanti ambientali in ecosistemi acquatici, suoli, <strong>di</strong>scariche, siti contaminati. Le analisi <strong>di</strong><br />

inquinanti organici vengono svolte in spettrometria <strong>di</strong> massa, utilizzando la tecnica GC-MS,<br />

LC-MS, LC-MS/MS. Si effettuano sia ricerche identificative, che analisi quantitative. Gli analiti<br />

includono: <strong>di</strong>ossine, PCB, PAH, analoghi polibromobifenileteri, pestici<strong>di</strong>, composti ad attività<br />

endocrina, inquinanti industriali, etc.<br />

Stu<strong>di</strong>o delle proprietà ambientali, tossiche ed ecotossiche degli inquinanti<br />

Le ricerche sono rivolte allo stu<strong>di</strong>o delle proprietà degli inquinanti, reperendo le informazioni da<br />

letteratura, confrontando e valutando le <strong>di</strong>verse fonti, e, soprattutto, sviluppando modelli<br />

pre<strong>di</strong>ttivi per sopperire alla mancanza <strong>di</strong> dati sperimentali. I modelli che vengono sviluppati,<br />

quin<strong>di</strong>, partono dalla sola formula chimica. La ricerca calcola e valuta i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> descrittori<br />

e frammenti chimici relativi ai composti, ottenuti con <strong>di</strong>versi software specifici. Quin<strong>di</strong> si<br />

sviluppano modelli utilizzando algoritmi quali reti neurali, fuzzy logic, algoritmi genetici,<br />

classificatori, analisi multivariata, etc. I vari meto<strong>di</strong> sono comparati e integrati in una struttura<br />

organica. Sono stati sviluppati modelli standar<strong>di</strong>zzati e validati per pestici<strong>di</strong> secondo linee guida<br />

OECD.<br />

Analisi del rischio associato agli inquinanti<br />

Le ricerche sono rivolte allo stu<strong>di</strong>o dell'analisi del rischio per la popolazione e l'ambiente,<br />

associato all'esposizione a contaminanti ambientali. A tal fine si eseguono stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> modellazione<br />

del trasporto e <strong>di</strong>ffusione degli inquinanti, per giungere a una concentrazione prevista nel<br />

contesto spazio-temporale. Tale attività si combina con quelle sopra esposte –relative alle<br />

analisi chimiche <strong>di</strong> inquinanti e caratterizzazione della tossicità ed ecotossicità– per giungere a<br />

un costrutto organico e articolato.<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> inquinanti in atmosfera (Unità <strong>di</strong> Igiene Industriale e<br />

Ambientale)<br />

Le ricerche sono rivolte allo stu<strong>di</strong>o delle emissioni <strong>di</strong> inquinanti in atmosfera. Lo stu<strong>di</strong>o<br />

riguarda sia il campionamento in aree circostanti la fonte <strong>di</strong> emissione, sia le analisi chimiche,<br />

sia la modellazione del trasporto in considerazione delle con<strong>di</strong>zioni meteorologiche e<br />

66<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

dell'orografia, sia l'analisi del rischio sulla popolazione e l'ambiente. Le analisi qualitative e<br />

quantitative <strong>di</strong> inquinanti organici vengono svolte in gas cromatografia-spettrometria <strong>di</strong> massa,<br />

in modalità alta risoluzione (<strong>di</strong>ossine) o ionizzazione chimica negativa (PCB).<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Spettrometria <strong>di</strong> Massa<br />

Inquinamento da particolato<br />

Le evidenze epidemiologiche mostrano come un numero sempre crescente <strong>di</strong> patologie, sia<br />

acute che croniche, siano associate all'inquinamento da particolato urbano. Questo riguarda non<br />

solo malattie legate al sistema respiratorio, ma anche al sistema car<strong>di</strong>ovascolare. Vengono<br />

sviluppate metodologie per il campionamento e l'analisi <strong>di</strong> particolato, al fine <strong>di</strong> caratterizzare<br />

sia le sostanze adsorbite e veicolate, sia l'esposizione cui si è soggetti in <strong>di</strong>fferenti situazioni<br />

ambientali.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> metodologie e strumentazione in campo ambientale<br />

Vengono sviluppate metodologie analitiche e strumentazioni de<strong>di</strong>cate a specifiche<br />

problematiche ambientali. Generalmente la strumentazione sviluppata, sempre basata sulla<br />

spettrometria <strong>di</strong> massa, mira ad avere sensibilità elevate per la misura <strong>di</strong> inquinanti in tracce ed<br />

ultratracce, o ad essere trasportabile per effettuare analisi in campo, o ad essere automatizzata<br />

per effettuare monitoraggi.<br />

Caratterizzazione dell'inquinamento olfattivo<br />

Le problematiche legate all'inquinamento olfattivo, problema sempre più sentito dalla<br />

popolazione generale, sono legate alla complessità sia della percezione degli odori, che alla<br />

formazione degli odori ambientali. Questi sono spesso il risultato dell’interazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

sostanze odorigene che, tutte insieme, e a bassissime concentrazioni, partecipano alla<br />

formazione dell'odore. La base per lo stu<strong>di</strong>o dell'inquinamento olfattivo è la conoscenza delle<br />

<strong>di</strong>verse sostanze presenti in ambienti "inquinati". Sono quin<strong>di</strong> necessarie sia metodologie<br />

analitiche che permettano <strong>di</strong> identificare e misurare gli "odoranti" presenti, che metodologie<br />

chemiometriche necessarie per ricostruire informazioni utili per l'identificazione della causa<br />

principale della molestia olfattiva.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia della Nutrizione<br />

Contaminanti chimici negli alimenti<br />

Sono in corso stu<strong>di</strong> per valutare l’esposizione alimentare del consumatore a PCB e <strong>di</strong>ossine. In<br />

particolare, è stato misurato il contenuto <strong>di</strong> PCB in alcune classi <strong>di</strong> alimenti in <strong>di</strong>fferenti nazioni,<br />

per stimare le <strong>di</strong>fferenze nell’esposizione del consumatore europeo. Altri stu<strong>di</strong> hanno misurato<br />

la contaminazione <strong>di</strong> PCB e <strong>di</strong>ossine in alimenti provenienti da aree geografiche italiane a<br />

rischio particolare. Sono inoltre in corso stu<strong>di</strong> su altri contaminanti alimentari emergenti.<br />

Farmaci e droghe d'abuso nell’ambiente<br />

I farmaci rappresentano uno dei più recenti inquinanti ambientali identificati. Sono attualmente<br />

in corso campagne <strong>di</strong> misurazione <strong>di</strong> farmaci e <strong>di</strong> metaboliti nelle acque <strong>di</strong> alcuni fiumi e <strong>di</strong><br />

depuratori <strong>di</strong> acque <strong>di</strong> scarico urbane sul territorio nazionale, allo scopo <strong>di</strong> meglio definire il<br />

problema e stu<strong>di</strong>are i rischi correlati. I rischi per l'uomo e per l'ambiente vengono valutati<br />

stu<strong>di</strong>ando l'attività tossica dei farmaci, alle concentrazioni ambientali, su sistemi sperimentali <strong>di</strong><br />

colture <strong>di</strong> cellule umane e <strong>di</strong> zebra fish. Altri stu<strong>di</strong> in corso indagano la relazione tra presenza <strong>di</strong><br />

antibiotici nell'ambiente e sviluppo <strong>di</strong> antibiotico-resistenza nei batteri ambientali.<br />

Uno stu<strong>di</strong>o sulle droghe d'abuso condotto misurando cocaina e suoi metaboliti umani nelle<br />

acque <strong>di</strong> alcuni depuratori e fiumi italiani, ha consentito <strong>di</strong> stimare i consumi nella popolazione<br />

67<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

afferente, <strong>di</strong>mostrando che l'utilizzo <strong>di</strong> questa droga è probabilmente molto superiore a quello<br />

stimato me<strong>di</strong>ante meto<strong>di</strong> ufficialiMeto<strong>di</strong> agronomici e inquinanti emergenti<br />

Sono state poste le basi <strong>di</strong> un progetto sullo sviluppo <strong>di</strong> nuove tecnologie per la valutazione<br />

della sicurezza d’uso delle piante da OGM in alimentazione. Il progetto prevede l’impiego <strong>di</strong><br />

tecniche alternative per rilevare potenziali mo<strong>di</strong>ficazioni indotte in sistemi viventi dagli alimenti<br />

OGM.<br />

Attività regolatorie<br />

E' in corso la valutazione <strong>di</strong> monografie <strong>di</strong> prodotti fitosanitari per incarico del Ministero della<br />

Sanità, ai fini della registrazione nell’Unione Europea.<br />

Unità <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Rischio degli Inquinanti Ambientali<br />

Esposizione a inquinanti ambientali<br />

Le attività <strong>di</strong> ricerca riguardano la misura quantitativa dei livelli <strong>di</strong> contaminazione in matrici<br />

ambientali, la valutazione dell’esposizione umana agli inquinanti, e la stima del rischio<br />

tossicologico per l’uomo e l’ambiente. Progetti specifici riguardano:<br />

stima del rischio tossicologico causato dall’esposizione ad inquinanti atmosferici emessi da<br />

sorgenti locali quali <strong>di</strong>scariche o inceneritori.<br />

Analisi <strong>di</strong> inquinanti organici persistenti quali: <strong>di</strong>ossine e furani polibromurati, acido<br />

perfluorottanoico e perfluottano sulfonato nel pesce selavatico ed allevato proveniente da<br />

<strong>di</strong>verse aree del me<strong>di</strong>terraneo. I dati ottenuti verranno quin<strong>di</strong> utilizzati per la stima<br />

dell’esposizione e del rischio per la popolazione generale italiana derivante dal consumo <strong>di</strong><br />

pesce.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> metodologie per la valutazione dell’esposizione<br />

E’ in corso lo sviluppo <strong>di</strong> nuove metodologie per la valutazione dell’esposizione umana,<br />

applicando approcci probabilistici all’analisi <strong>di</strong> casi reali <strong>di</strong> contaminazione. Attualmente si sta<br />

stu<strong>di</strong>ando il caso dell’esposizione a <strong>di</strong>ossina della popolazione <strong>di</strong> Seveso attraverso la<br />

contaminazione del suolo.<br />

Valutazione <strong>di</strong> dati tossicologici<br />

Dati tossicologici ottenuti da stu<strong>di</strong> sub-cronici in vivo su ratti esposti a singoli congeneri <strong>di</strong><br />

PCB, vengono utilizzati per stu<strong>di</strong>are in dettaglio la relazione dose-risposta, e l’applicabilità del<br />

concetto <strong>di</strong> “benchmark dose” in relazione ai <strong>di</strong>versi “endpoints” tossicologici.<br />

Unità <strong>di</strong> Strumentazione Analitica<br />

Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> analitici per la misura <strong>di</strong> sostanze <strong>di</strong><br />

interesse biologico e ambientale.<br />

I meto<strong>di</strong> vengono sviluppati principalmente usando l’estrazione in fase solida (SPE) e la<br />

cromatografia liquida o la gas cromatografia accoppiate alla spettrometria <strong>di</strong> massa (LC-ESI-<br />

MS/MS, GC-MS). Le sostanze <strong>di</strong> interesse includono proteine, pepti<strong>di</strong>, ormoni, farmaci,<br />

droghe, pestici<strong>di</strong> e altri contaminanti ambientali (PCB, idrossi-PCB, composti perfluorurati).<br />

68<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE<br />

PERSONALE<br />

Capo Dipartimento<br />

Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle Malattie Neurodegenerative<br />

Capo Laboratorio<br />

Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol.<br />

Unità Meccanismi <strong>di</strong> Morte Cellulare e Neuroprotezione<br />

Capo Unità<br />

Tiziana BORSELLO, Dr.Sci.Biol<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso<br />

Capo Laboratorio<br />

Maria Grazia DE SIMONI, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Neurologiche<br />

Capo Laboratorio<br />

Ettore BEGHI, Dr.Med.Chir.<br />

Laboratorio del Metabolismo dei Farmaci<br />

Capo Laboratorio<br />

Silvio CACCIA, Dr.Farm.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia Molecolare<br />

Capo Laboratorio<br />

Caterina BENDOTTI, Dr.Farm.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neurochimica e Comportamento<br />

Capo Laboratorio<br />

Roberto W. INVERNIZZI, Dr. Sci Biol<br />

Unità <strong>di</strong> Farmacologia del Comportamento Cognitivo:<br />

Capo Unità<br />

Mirjana CARLI, PhD<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neurologia Sperimentale<br />

Capo Laboratorio<br />

Annamaria VEZZANI, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica<br />

Capo Laboratorio<br />

Ugo LUCCA, MSc<br />

Unità <strong>di</strong> Epidemiologia e Psichiatria Sociale<br />

Capo Unità<br />

Barbara D’AVANZO, Dr.Filo.<br />

69<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Unità <strong>di</strong> Epidemiologia Geriatrica<br />

Capo Unità<br />

Unità <strong>di</strong> Farmacologia Geriatrica<br />

Capo Unità<br />

Mauro TETTAMANTI, Dr.Sci.Biol.<br />

Emma RIVA, Dr.Med.Chir.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Psicofarmacologia Sperimentale<br />

Capo Laboratorio<br />

Luigi CERVO, PhD<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione della Qualità dei Servizi per l’Anziano<br />

Capo Laboratorio<br />

Alessandro NOBILI, Dr.Med.Chir.<br />

70<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Gianluigi Forloni si è laureato in Scienze Biologiche all'Università <strong>di</strong> Milano.nel 1985. Dal 1986 al 1988<br />

è stato ricercatore presso il Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze dell'Università Johns Hopkins <strong>di</strong> Baltimora<br />

(USA). All’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri dal 1992 al 1995 è stato capo dell’Unità <strong>di</strong> Neurobiologia<br />

dell’Alzheimer, dal 1996 è responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle Malattie Neurodegenerative e<br />

dal 2002 è Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze. Gli interessi <strong>di</strong> ricerca riguardano le basi genetiche e<br />

biologiche delle malattie neurodegenerative associate all’invecchiamento, e in particolare alla malattia <strong>di</strong><br />

Alzheimer, alle encefalopatie spongiformi e al morbo <strong>di</strong> Parkinson. E’ stato membro <strong>di</strong>verse commissioni<br />

europee per la valutazioni <strong>di</strong> progetti nell’ambito delle malattie neurodegenerative e attualmente fa parte<br />

del gruppo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento del Network d’Eccellenza Europeo “Neuroprion”. E’ Presidente<br />

dell'Associazione Italiana per la Ricerca sull'Invecchiamento Cerebrale (AIRIC) e membro dell’European<br />

Accademy of Science. E' autore <strong>di</strong> oltre 150 pubblicazioni su riviste internazionali, e <strong>di</strong> circa 30 tra<br />

review e capitoli <strong>di</strong> libri.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Forloni G., Angeretti N., Chiesa R., Monzani E., Salmona M., Bugiani O.,Tagliavini F. Neurotoxicity of a prion protein<br />

fragment. Nature 362: 543-546 (1993)<br />

• Forloni, G., Tagliavini, F.,Bugiani, O. and Salmona, M. Amyloid in Alzheimer’s <strong>di</strong>sease and prion-related<br />

encephalopathies: Stu<strong>di</strong>es with synthetic peptides. Progr. Neurobiol. 49: 287- 315 (1996)<br />

• Forloni, G., Bertani, I. Calella, AM., Thaler, F.Invernizzi. R. Alpha-synuclein and Parkinson's <strong>di</strong>sease selective<br />

neurodegeneration effect of alpha synuclein fragment on dopaminergic neurons in vitro. Ann. Neurol. 47: 632-640<br />

(2000)<br />

• Forloni G. Iussich, S. Awan T. Colombo L. Angeretti, N. Girola, L. Bertani, I. Poli, G. Caramelli, M. Bruzzone,<br />

MG.Farina, L. Limido, L. Rossi, G. Giaccone G. Ironside, JW. Bugiani, O.Salmona M. and Tagliavini, F. Tetracyclines<br />

affect prion infectivity Proc. Natl. Acad. Sci . New York 99: 10849-10854 (2002)<br />

• Pesaresi M, Lovati C, Bertora P, Mailland E, Galimberti D, Scarpini E, Quadri P, Forloni G, Mariani C. Plasma levels of<br />

beta-amyloid (1-42) in Alzheimer's <strong>di</strong>sease and mild cognitive impairment.Neurobiol Aging. 2006, 27:904-5.<br />

• Fioriti, L. Angeretti, N.. Colombo, L., De Luigi A., Manzoni, C., Colombo A., Morbin, M., Tagliavini, F., Salmona, M.<br />

Chiesa, R. Forloni, G. Neurotoxic and gliotrophic activity of a synthetic peptide homologous to Gerstmann-Sträussler-<br />

Scheinker <strong>di</strong>sease amyloid protein. J. Neurosci. 27: 576-83 (<strong>2007</strong>)<br />

Ettore Beghi si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1972 e si è specializzato in Neurologia nel 1976<br />

presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Ha svolto un periodo formativo nel Dipartimento <strong>di</strong><br />

Epidemiologia e Statistica della Mayo Clinic <strong>di</strong> Rochester, MN (USA). E’ capo del Laboratorio <strong>di</strong><br />

Malattie Neurologiche dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, Direttore dell’Unità <strong>di</strong> Neurofisiopatologia/Centro per<br />

l’Epilessia e Professore a Contratto <strong>di</strong> Neuroepidemiologia dell’Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca a Monza.<br />

E’ membro del comitato e<strong>di</strong>toriale delle riviste Epilepsia, Neuroepidemiology, Inpharma, Drugs in R &<br />

D, Clinical Drug Investigation, Neurological Sciences ed è revisore <strong>di</strong> numerose riviste nazionali e<br />

internazionali. Le sue principali aree <strong>di</strong> interesse e <strong>di</strong> ricerca riguardano stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> epidemiologia<br />

descrittiva, analitica e sperimentale nel settore dell’epilessia, delle neuropatie periferiche, delle cefalee e<br />

della sclerosi laterale amiotrofica.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• Leone, MA. Solari, A.,Beghi, E. for the FIRST Group. Treatment of the first tonic-clonic seizure does not affect longterm<br />

remission of epilepsy. Neurology 2006; 67: 2227-2229<br />

• Millul, A., E. Beghi, G. Logroscino, A. Micheli, E. Vitelli, A. Zar<strong>di</strong>, for the “Registro Lombardo SLA”(SLALOM).<br />

Survival of patients with amyotrophic lateral sclerosis in a population-based registry. Neuroepidemiology 2005; 25: 114-<br />

119.<br />

• Tonini, C., E. Beghi, A.T. Berg, G. Bogliun, L. Giordano, R.W. Newton, A. Tetto, E. Vitelli, D. Vitezic, S. Wiebe.<br />

Pre<strong>di</strong>ctors of epilepsy surgery outcome: a meta-anaysis. Epilepsy Res 2004; 62: 75-87.<br />

• Van den Broek, M., and Beghi E., for the RESt-1 Group. Morbi<strong>di</strong>ty in patients with epilepsy: type and complications. A<br />

European Cohort Study. Epilepsia 2004; 45: 71-76.<br />

• Van den Broek, M. and Beghi E. for the RESt-1 Group. Accidents in patients with epilepsy: type and complications. A<br />

European Cohort Study. Epilepsia 2004; 45: 667-672.<br />

• Musico, M., E. Beghi, A. Solari, F. Viani for the First Seizure Trial Group. Treatment of the first tonic-clonic seizure<br />

does not improve the prognosis of epilepsy. Neurology 1997; 49: 991-998<br />

71<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Caterina Bendotti, laureata in Farmacia all’Università <strong>di</strong> Milano nel 1984; negli anni 1986-1988 è stata<br />

ricercatrice presso il Dipartimento <strong>di</strong> Fisiologia della Johns Hopkins University <strong>di</strong> Baltimora, USA. Tra il<br />

1984 e il 1992 è stata ricercatrice nel laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia e nel 1992 è <strong>di</strong>ventata responsabile<br />

dell’Unità <strong>di</strong> Neurobiologia Molecolare Dal 1998 è capo laboratorio e l’area <strong>di</strong> ricerca principale è lo stu<strong>di</strong>o<br />

dei meccanismi patogenetici della Sclerosi Laterale Amiotrofica familiare. Dal 2002 è membro<br />

dell’E<strong>di</strong>torial Board del Journal of Neurochemistry. Nel 2003-<strong>2007</strong> è stata membro delle commissioni<br />

ministeriali per lo stu<strong>di</strong>o delle problematiche concernenti la <strong>di</strong>agnosi, la cura e l’assistenza dei pazienti<br />

affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Dal 2005 è membro del consiglio <strong>di</strong>rettivo della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Neuroscienze. Dal 2006 è membro del Research Advisory Panel del “Motor neuron Disease Association”<br />

inglese. Nel <strong>2007</strong> ha co-organizzato il primo meeting internazionale su ”Mutant SOD1 and familial<br />

ALS:from the molecule to man” a Milano (13-16 Settembre). E’ revisore scientifico <strong>di</strong> 11 riviste scientifiche<br />

internazionali. Autrice e coautrice <strong>di</strong> oltre 110 pubblicazioni <strong>di</strong> cui 100 con peer-review e relatrice <strong>di</strong><br />

numerose comunicazioni a congressi nazionali e internazionali.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Sau D, De Biasi S, Vitellaro-Zuccarello L, Riso P, Guarnieri S, Porrini M, Simeoni S, Crippa V, Onesto E, Palazzolo I,<br />

Rusmini P, Bolzoni E, Bendotti C, Poletti A. Mutation of SOD1 in ALS: a gain of a loss of function. Hum Mol Genet.<br />

16(13):1604-18, <strong>2007</strong>.<br />

• Massignan T, Casoni F, Basso M, Stefanazzi P, Biasini E, Tortarolo M, Salmona M, Gianazza E, Bendotti C, Bonetto V.<br />

Proteomic analysis of spinal cord of presymptomatic amyotrophic lateral sclerosis G93A SOD1 mouse. Biochem<br />

Biophys Res Commun. 353(3):719-25, <strong>2007</strong><br />

• Peviani M, Cheroni C, Troglio F, Quarto M, Pelicci G, Bendotti C. Lack of changes in the PI3K/AKT survival pathway<br />

in the spinal cord motor neurons of a mouse model of familial amyotrophic lateral sclerosis.Mol Cell Neurosci. 34:592-<br />

602, <strong>2007</strong><br />

• Carri MT, Grignaschi G, Bendotti C. Targets in ALS: designing multidrug therapies. Trends Pharmacol Sci. 27(5):267-<br />

73, 2006<br />

• Cheroni C., Peviani M., Cascio P., Debiasi S., Monti C. and Bendotti C. Accumulation of human SOD1 and<br />

ubiquitinated deposits in the spinal cord of SOD1G93A mice during motor neuron <strong>di</strong>sease progression correlates with a<br />

decrease of proteasome. Neurobiol. Disease. 18: 509-522, 2005<br />

• Bendotti C and MT Carri. Lessons from models of SOD1-linked familial ALS. Trends Mol Med. 10(8):393-400, 2004<br />

• Bendotti C., Tortarolo M., Suchak S.K., Calvaresi N., Carvelli L., Bastone A., Rizzi M., Rattray M. and Mennini T.<br />

Transgenic SOD1 G93A mice develop reduced GLT-1 in spinal cord without alterations in cerebrospinal fluid glutamate<br />

levels. J. Neurochem.,79, 737-746, 2001<br />

• Migheli A., Atzori C., Piva R., Tortarolo M., Girelli M., Schiffer D. and Bendotti C. Lack of apoptosis in mice with<br />

ALS. Nature Me<strong>di</strong>cine: 5, 966-967, 1999.<br />

Silvio Caccia. Laurea in Farmacia, Università <strong>di</strong> Milano. Diploma <strong>di</strong> Perito Chimico Industriale, <strong>Istituto</strong><br />

Tecnico Lorenzo Cobianchi (NO).<br />

Dal 1971 al 1973 borsista presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Generale dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e<br />

nello stesso periodo ha frequentato il "Corso per Tecnici <strong>di</strong> Ricerca Biochimica". Nel 1975 è entrato a far<br />

parte dello staff permanente dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Milano, <strong>di</strong>ventando poi responsabile dell’Unità <strong>di</strong><br />

Farmacocinetica. Dal 1988 è responsabile del Laboratorio del Metabolismo dei Farmaci, svolgendo<br />

attività <strong>di</strong> ricerca in campo farmacologico con particolare riferimento alla farmacocinetica e al<br />

metabolismo dei farmaci psicotropi, sia a livello sperimentale che clinico.<br />

Ha fatto parte, in qualità <strong>di</strong> esperto, dei team scientifici per la valutazione dei dossier registrativi per<br />

l’autorizzazione al commercio dei farmaci sottoposti all’autorità regolatoria europea e nazionale.<br />

E' autore <strong>di</strong> oltre 200 pubblicazioni scientifiche, includendo rassegne e capitoli <strong>di</strong> libri.<br />

Principali Pubblicazioni<br />

• Caccia S. N-dealkylation of arylpiperazine derivatives: <strong>di</strong>sposition and metabolism of the 1-aryl-piperazines formed.<br />

Curr Drug Metab <strong>2007</strong> ; 8 : 612-622.<br />

• Caccia S. Main active components of St. John's Wort (Hypericum Perforatum) extracts: current analytical procedures for<br />

pharmacokinetics and concentration-response stu<strong>di</strong>es. Curr Pharm Anal 2006; 2: 59-68.<br />

• Caccia S. Antidepressant-like components of Hypericum perforatum extracts: An overview of their pharmacokinetics<br />

and metabolism. Curr Drug Metab 2005; 6: 531-543<br />

• Caccia S. Metabolism of the newest antidepressants: Comparisons with related predecessors IDrugs 2004; 7: 143-150.<br />

• Caccia S. Biotransformation of post-clozapine antipsychotics. Pharmacological implications. Clin Pharmacokinet<br />

2000; 38: 39.<br />

• Caccia S. Metabolism of the newer antidepressants. An overview of the pharmacological and pharmacokinetic<br />

implications. Clin Pharmacokinet 1998; 34: 281-302.<br />

72<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Luigi Cervo ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Doctor of Phylosophy (Ph.D.) nel 2005 presso la Open University,<br />

Milton Keynes, U.K.. Dal 2006 è responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Psicofarmacologia Sperimentale. Tra il<br />

1978 ed 2001 è stato prima ricercatore poi Capo dell’Unità <strong>di</strong> Farmacologia Comportamentale presso il<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia dell’<strong>Istituto</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” dove ha conseguito il Diploma in Ricerca<br />

Biochimica nel 1981. Tra il 1981 ed 1983 ha trascorso due anni come ricercatore presso il Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Psichiatria dell'Università <strong>di</strong> Chicago. Le sue aree <strong>di</strong> interesse scientifico riguardano la<br />

Neuropsicofarmacologia ed il meccanismo d’azione delle sostanze psicotrope. In particolare, è impegnato<br />

nello stu<strong>di</strong>o del ruolo dei <strong>di</strong>versi recettori della serotonina, dopamina, noradrenalina e glutammato nei<br />

fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza e <strong>di</strong> “craving”. E’ inoltre interessato allo stu<strong>di</strong>o sperimentale <strong>di</strong> patologie quali<br />

l’ansia e la depressione e il dolore (sia acuto che cronico). Autore e coautore <strong>di</strong> molte pubblicazioni<br />

scientifiche peer-reviewed, relatore <strong>di</strong> numerose comunicazioni a congressi internazionali, è revisore<br />

scientifico <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse riviste scientifiche internazionali.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Cervo L, Carnovali, F, Stark JA, Mennini T. Cocaine-seeking behavior in response to drug-associated stimuli in rats:<br />

involvement of D 3 and D 2 dopamine receptors. Neuropsychopharmacology 2003; 28: 1150-1159<br />

• Cervo L, Cocco A, Carnovali F. Effects on cocaine and food self-administration of (+)-HA-966, a partial agonist at the<br />

glycine/NMDA modulatory. Psychopharmacology (Berl) 2004; 173: 124-131<br />

• Grignaschi G, Burbassi S, Zennaro E, Bendotti C, Cervo L.A single high dose of cocaine induces behavioural<br />

sensitization and mo<strong>di</strong>fies mRNA enco<strong>di</strong>ng GluR1 and GAP-43 in rats. Eur J Neurosci. 2004, 20:2833-7.<br />

• Cervo L, Mennini T, Rozio M, Ekalle-Soppo CB, Canetta A, Burbassi S, Guiso G, Pirona L, Riva A, Morazzoni P,<br />

Caccia S, Gobbi M. Potential antidepressant properties of IDN 5491 (hyperforin-trimethoxybenzoate), a semisynthetic<br />

ester of hyperforin. Eur Neuropsychopharmacol. 2005, 15:211-8.<br />

• Cervo L, Canetta A, Calcagno E, Burbassi S, Sacchetti G, Caccia S, Fracasso C, Albani D, Forloni G, Invernizzi RW.<br />

Genotype-dependent activity of tryptophan hydroxylase-2 determines the response to citalopram in a mouse model of<br />

depression. J Neurosci. 2005 Sep 7;25(36):8165-72.<br />

• Cervo L, Burbassi S, Colovic M, Caccia S. Selective antagonist at D3 receptors, but not non-selective partial agonists,<br />

influences the expression of cocaine-induced con<strong>di</strong>tioned place preference in free-fee<strong>di</strong>ng rats. Pharmacol Biochem<br />

Behav. 2005, 82:727-34.<br />

• Cervo L, Cocco A, Petrella C, Heidbreder CA. Selective antagonism at dopamine D3 receptors attenuates cocaineseeking<br />

behaviour in the rat. Int J Neuropsychopharmacol. <strong>2007</strong>, 10:167-81..<br />

• Calcagno E, Canetta A, Guzzetti S, Cervo L, Invernizzi RW. Strain <strong>di</strong>fferences in basal and post-citalopram extracellular<br />

5-HT in the mouse me<strong>di</strong>al prefrontal cortex and dorsal hippocampus: relation with tryptophan hydroxylase-2 activity. J<br />

Neurochem. <strong>2007</strong>, 103:1111-20..<br />

Maria Grazia De Simoni got the Doctoral Degree in Biological Sciences in 1977 at the University of<br />

Milano, Italy, 110/110 summa cum laude. 1981: Research Specialist in Pharmacology (PhD), <strong>Mario</strong><br />

Negri Institute, Milan, Italy. 1981-1982: European Community fellowship for "Advanced Professional<br />

Training", INSERM U 171, Universitè Claude Bernard, Lyon, France. Working experience:1987-1997:<br />

Chief of the Neurochemistry Unit, <strong>Mario</strong> Negri Institute, Milano; 1998-present: Chief of the Laboratory<br />

of Inflammation and Nervous System Diseases, <strong>Mario</strong> Negri Institute. Scientific interests: pathogenesis<br />

of cerebral ischemia/reperfusion and traumatic brain injury; the inflammatory response as target of<br />

therapeutic strategies; the protective mechanisms of stem cells. She is Associate E<strong>di</strong>tor of Stroke and<br />

member of the board of “Associazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento Cerebrale” (AIRIC).<br />

Principali pubblicazioni<br />

• De Simoni MG, Storini C, Barba M, Catapano L, Arabia AM, Rossi E, Bergamaschini L. Neuroprotection by<br />

complement (C1)-inhibitor in mouse transient brain ischemia. J Cereb Blood Flow Metab, 23: 232-239, 2003.<br />

• De Simoni M G, Rossi E, Storini C, Pizzimenti S, Echart C, Bergamaschini L. The powerful neuroprotective action of<br />

C1-inhibitor on brain ischemia-reperfusion injury does not require C1q. Am J Pathol., 164: 1857-1863, 2004.<br />

• Bergamaschini L, Rossi E, Storini C, Pizzimenti S, Distaso M, Perego C, De Luigi A, Vergani C and De Simoni MG.<br />

Peripheral treatment with enoxaparin, a low-molecular weight heparin, reduces plaques and β-amyloid accumulation in a<br />

mouse model of Alzheimer’s <strong>di</strong>sease. J. Neurosci. 24: 4181-4186, 2004<br />

• Troglio F, Echart C, Gobbi A, Pawson T, Pelicci PG, De Simoni MG & Pelicci G. The neuron-specific Rai (Shc C)<br />

adaptor regulates the PI3K-Akt pathway in vivo and protects against cerebral ischemia. Proc Natl Acad Sci U S A<br />

101(43): 15476-15481, 2004.<br />

• Storini C, Bergamaschini L, Gesuete R, Rossi E, Maiocchi D, De Simoni MG. Selective inhibition of plasma kallikrein<br />

protects brain from reperfusion injury. JPET 318: 849-854, 2006<br />

• Capone C, Fabrizi C, Piovesan P, Principato MC, Marzorati C, Ghirar<strong>di</strong> O, Fumagalli L, Carminati P and De Simoni<br />

MG. 2-Aminotetraline derivative protects from ischemia/reperfusion brain injury with a broad therapeutic window,<br />

Neuropsychopharmacology, 32: 1302-1311, <strong>2007</strong><br />

• Capone C, Frigerio S, Fumagalli S, Gelati M, Principato M C, Storini C, Montinaro M, Kraftsik R, De Curtis M, Parati<br />

E, De Simoni MG. Neurosphere - derived cells exert a neuroprotective action by changing the ischemic<br />

microenvironment. PLoS ONE 2 e373, <strong>2007</strong>.<br />

73<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Roberto W. Invernizzi ha iniziato la sua carriera scientifica nel 1976 nel laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia<br />

dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano dove è attualmente responsabile del<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neurochimica e Comportamento. Nel 1986 si è laureato in Scienze Biologiche, presso<br />

l’Università Statale <strong>di</strong> Milano e nel 1996 è stato nominato capo dell’Unità <strong>di</strong> Micro<strong>di</strong>alisi Intracerebrale. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o dei meccanismi neurochimici e dei circuiti nervosi coinvolti nella patogenesi delle principali malattie<br />

psichiatriche quali schizofrenia e depressione e del meccanismo d’azione dei farmaci psicotropi costituiscono i<br />

principali interessi del laboratorio. Dal 1987, si è de<strong>di</strong>cato allo sviluppo della tecnica della micro<strong>di</strong>alisi<br />

intracerebrale per lo stu<strong>di</strong>o in vivo del rilascio <strong>di</strong> monoammine. Utilizzando questa tecnica, il gruppo <strong>di</strong><br />

Invernizzi ha contribuito tra i primi a chiarire il ruolo degli autorecettori presinaptici della serotonina e della<br />

noradrenalina negli effetti dei farmaci antidepressivi, suggerendo una nuova ipotesi sul loro meccanismo<br />

d’azione. Attualmente, gli interessi del laboratorio sono rivolti allo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi neurochimici coinvolti<br />

nella “resistenza” ai farmaci antidepressivi e al ruolo della trasmissione glutammatergica e serotoninergica<br />

corticale nei processi attenzionali. Revisore per varie riviste internazionali, nel campo della farmacologia e della<br />

neurochimica. Autore e co-autore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 60 articoli con peer-review. Membro della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Neuroscienze e della Società Italiana <strong>di</strong> Farmacologia.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Baviera M, Invernizzi RW, Carli M. Haloperidol and clozapine have <strong>di</strong>ssociable effects in a model of attentional<br />

performance deficits induced by blockade of NMDA receptors in the mPFC. Psychopharmacology (Berl) published<br />

online.<br />

• Calcagno E, Canetta A, Guzzetti S, Cervo L, Invernizzi RW. Strain <strong>di</strong>fferences in basal and post-citalopram extracellular<br />

5-HT in the mouse me<strong>di</strong>al prefrontal cortex and dorsal hippocampus: relation with tryptophan with tryptophan<br />

hydroxylase-2 activity. J Neurochem <strong>2007</strong>; 103 : 1111-1120<br />

• Invernizzi RW, Pierucci M, Calcagno E, Di Giovanni G, Di Matteo V, Benigno A, Esposito E. Selective activation of<br />

5HT2C receptors stimulates GABA-ergic function in the rat substantia nigra pars reticulata: a combined in vivo<br />

electrophysiological and neurochemical study. Neuroscience <strong>2007</strong> 144 : 1523-1535<br />

• Carli M, Baviera M, Invernizzi RW, Balducci C Dissociable contribution of 5-HT1A and 5-HT2A receptors in the<br />

me<strong>di</strong>al prefrontal cortex to <strong>di</strong>fferent aspects of executive control such as impulsivity and compulsive perseveration in<br />

rats Neuropsychopharmacology 2006; 31: 757-767<br />

• Calcagno E, Carli M, Invernizzi RW The 5-HT1A receptor agonist 8-OH-DPAT prevents prefrontocortical glutamate<br />

and serotonin release in response to blockade of cortical NMDA receptors J Neurochem 2006; 96: 853-860<br />

• Greco B, Invernizzi RW, Carli M Phencycli<strong>di</strong>ne-induced impairment in attention and response control depends on the<br />

background genotype of mice: reversal by the mGLU2/3 receptor agonist, LY379268 Psychopharmacology (Berl) 2005;<br />

179: 68-76<br />

• Cervo L, Canetta A, Calcagno E, Burbassi S, Sacchetti G, Caccia S, Fracasso C, Albani D, Forloni G, Invernizzi RW<br />

Genotype-dependent activity of tryptophan hydroxylase-2 determines the response to citalopram in a mouse model of<br />

depression J Neurosci 2005; 25: 8165-81<br />

Ugo Lucca ha conseguito il Master of Science presso l'Università <strong>di</strong> Aberdeen (UK) nel 1999. Presso<br />

l'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” è stato ricercatore (1986-1994), poi responsabile<br />

dell'"Unità <strong>di</strong> valutazione Clinica dei Farmaci Antidemenza" (1995-1996) e, dal 1996, è responsabile<br />

del "Laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica". Le sue maggiori aree <strong>di</strong> interesse riguardano<br />

l’epidemiologia e gli aspetti clinici della demenza, la storia naturale delle demenze, le malattie<br />

neuropsichiatriche dell’anziano, l’elaborazione <strong>di</strong> strumenti metodologici per lo screening <strong>di</strong>agnostico<br />

e la valutazione dello sviluppo clinico della demenza, la valutazione clinica dei trattamenti antidemenza<br />

e <strong>di</strong> farmaci attivi a livello del sistema nervoso centrale (fase I, II, III e IV e stu<strong>di</strong><br />

osservazionali).<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Spagnoli A, Lucca U, Menasce G, Bandera L, Cizza G, Forloni G, Tettamanti M, et al. Long-term acetyl-L-carnitine<br />

treatment in Alzheimer's <strong>di</strong>sease. Neurology 1991; 41:1726-1732<br />

• Lucca U, Comelli M, Tettamanti M, Tiraboschi P, Spagnoli A. Rate of progression and prognostic factors in Alzheimer’s<br />

<strong>di</strong>sease: a prospective study. J Am Geriats Society 1993; 41: 45-49.<br />

• Lucca U, Tettamanti M, Forloni G, Spagnoli A. Nonsteroidal antiinflammatory drug use in Alzheimer’s <strong>di</strong>sease.<br />

Biological Psychiatry 1994; 36: 854-856.<br />

• Imbimbo BP, Martelli P, Troetel WM, Lucchelli F, Lucca U, Thal LJ, and the Eptastigmine Study Group. Efficacy and<br />

safety of eptastigmine for the treatment of patients with Alzheimer’s <strong>di</strong>sease. Neurology 1999; 52: 700-708.<br />

• Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B-<br />

12 in mild cognitive impairment, Alzheimer’s <strong>di</strong>sease and Vascular Dementia. Am J Clinical Nutr 2004; 80: 114-122.<br />

• Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. New England Journal of<br />

Me<strong>di</strong>cine 2006; 355: 1390.<br />

74<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Alessandro Nobili si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1990 presso l’Università Statale <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative: Corso <strong>di</strong> specializzazione nella Ricerca Biotecnologica Regione Lombar<strong>di</strong>a, Milano<br />

1988; Scuola Internazionale <strong>di</strong> Farmacologia; 31° Corso su: Drug Epidemiology and Post-marketing<br />

Surveillance, Erice, settembre 1990; Corso: Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o nella Ricerca Epidemiologica, Milano,<br />

ottobre 1990. Corso: Long Term Clinical Trials, Cogne gennaio1991. Aree <strong>di</strong> interesse: Metodologia<br />

della sperimentazione clinica controllata, farmacoepidemiologia e post-marketing surveillance.<br />

Metodologia della valutazione e verifica della qualità degli interventi sanitario-assistenziali e dei servizi<br />

per gli anziani. Strategie <strong>di</strong> valutazione dell'impatto della demenza sulla famiglia e sugli operatori delle<br />

istituzioni geriatriche. Epidemiologia e programmazione dei servizi sul territorio. Metodologia<br />

dell'informazione sul farmaco. Dal 1996 Responsabile “Servizio Informazione sui Farmaci per<br />

l’anziano”, Esperto Nazionale, accre<strong>di</strong>tato dall’AIFA, per l’EMEA, E<strong>di</strong>tor per la Micromedex®<br />

Thompson Health Care, Colorado, USA. Consulente Scientifico "Federazione Alzheimer Italia". Dal<br />

<strong>2007</strong> Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per l’Anziano.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Nobili A, Tettamanti M, Frattura L, et al. Drug use in the elderly in Italy. Ann Pharmacother 1997; 31:416-422.<br />

• Nobili A, Gebru F, Rossetti A, et al. Doctorline a private toll-free telephone me<strong>di</strong>cal information service. Ann<br />

Pharmacother 1998; 32:120-5.<br />

• Nobili A, Riva E, Tettamanti M, et al. The effect of a structured intervention on cergivers of patients with dementia and<br />

problem behaviour: a randomized controlled pilot study. Alzheimer Dis Assoc Disord 2004; 18: 75-82.<br />

• Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M. Low level of B vitamins and the risk of cognitive and functional decline in the<br />

very-old: results from the Monzino 80-Plus Study. Neurobiol Aging 2004; 25: 31.<br />

• Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M Cholinesterase inhibitor use and age in the general population Arch Neurol<br />

2006; 63: 154-155.<br />

• Tettamanti M, Garri' M T, Nobili A, Riva E, Lucca U Low folate and the risk of cognitive and functional deficits in the<br />

very old: The Monzino 80-plus study J Am Coll Nutr 2006; 25: 502-508<br />

Annamaria Vezzani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1978 all’Università <strong>di</strong> Milano e specializzata in<br />

Neurofarmacologia all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri nel 1982, ha quin<strong>di</strong> trascorso un periodo <strong>di</strong> post-dottorato<br />

all’Università del Maryland a Baltimora nel 1983-1984 stu<strong>di</strong>ando i meccanismi <strong>di</strong> epilettogenesi in modelli<br />

sperimentali <strong>di</strong> epilessia. Ha trascorso ulteriori perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> post-dottorato all’Università <strong>di</strong> Stoccolma e<br />

all’<strong>Istituto</strong> Karolinska tra il 1985 e il 1999. Si occupa dello stu<strong>di</strong>o dei meccanismi biochimico-molecolari<br />

coinvolti nella eziopatogenesi delle convulsioni e del danno neuronale ad esse associato utilizzando modelli<br />

sperimentali <strong>di</strong> epilessia. La ricerca corrente è focalizzata sul ruolo dei neuropepti<strong>di</strong> e delle molecole<br />

infiammatorie nella modulazione dell’eccitabilità neuronale e della neurodegenerazione. Focus della ricerca è<br />

inoltre lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> farmacoresistenza.<br />

Dal 1997 è a capo del Laboratorio <strong>di</strong> Neurologia Sperimentale nel Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri a Milano. E’ membro del Board E<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> Epilepsy Currents e<br />

Neuroscience e E<strong>di</strong>tore Associato per i modelli sperimentali <strong>di</strong> Epilepsia. E’ a capo della Commission on<br />

Neurobiology della International League Against Epilepsy che si occupa dello sviluppo della ricerca<br />

translazionale nell’epilessia.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Balosso S, Ravizza T, Perego C, Peschon J, Campbell I, De Simoni MG, Vezzani A. TNF-alpha inhibits kainic acid-induced<br />

seizures in mice via p75 receptors (2005) Ann Neurol, 57, 804<br />

• Dube’ C., Vezzani A., Behrens M., Bartfai T., Baram TZ. (2005) Interleukin-1beta contributes to the generation of<br />

experimental febrile seizures. Ann Neurol, 57,152.<br />

• Richichi C, E-J. D. Lin, D. Stefanin, D. Colella, T. Ravizza,G. Grignaschi, G. Sperk, M. J. During and A. Vezzani “<br />

Anticonvulsant and antiepileptogenic effects me<strong>di</strong>ated by adeno-associated virus vector neuropeptide Y expression in the<br />

rat hippocampus” (2004) J Neurosci, 24,3051<br />

• Rizzi M, Caccia S, Guiso G, Richichi C, Gorter JA, Aronica E, Alipran<strong>di</strong> M, Bagnati R, Fanelli R, D'Incalci M, Samanin<br />

R, Vezzani A.“Limbic seizures induce P-glycoprotein in rodent brain: functional implications for pharmacoresistance”<br />

(2002) J Neurosci, 22, 5833<br />

• Vezzani A., Moneta D., Conti M., Richichi C., Ravizza T., De Luigi A., De Simoni M.G., Sperk, Andell-Jonsson S.,<br />

Lundkvist J., Iverfeldt K. and Bartfai T. (2000) "Powerful anticonvulsant action of IL-1 receptor antagonist upon<br />

intracerebral injection and astrocytic overexpression in mice" Proc. Natl. Acad. Sci. USA, 97, 11534.<br />

75<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Tiziana Borsello si è laureata in Scienze Biologiche nel 1990 a Torino e ha conseguito un PhD in Neuroscienze<br />

presso la Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina nel 1994. Ha poi passato un periodo <strong>di</strong> un anno in Olanda all’<strong>Istituto</strong> “The Netherlands<br />

Research Institute of Amsterdam” con un European Science Foundation scholarship . Dal 1997 al 1999 è stata una<br />

ricercatrice del progetto MURST presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Neurobiologia del CNR <strong>di</strong> Roma. Dal 1999 al 2003 è Premier<br />

Assistant al DBCM, Università <strong>di</strong> Losanna, Svizzera, e nel 2004 <strong>di</strong>venta capo laboratorio presso lo stesso <strong>Istituto</strong>.<br />

Dal 2004 lavora presso il laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle Malattie Neurodegenerative all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri. Nel<br />

2005 vince il premio Pfizer (Prize of the Pfizer Foundation, Neuroscience and Diseases Nervous System). Nel <strong>2007</strong><br />

<strong>di</strong>venta capo Unità nel laboratorio <strong>di</strong> Biologia Delle Malattie Neurodegenerative. I suoi interessi <strong>di</strong> ricerca sono<br />

focalizzati sui meccanismi <strong>di</strong> morte neuronale e sulla neuroprotezione. In particolare lo stu<strong>di</strong>o ha la finalità <strong>di</strong> capire<br />

quali molecole chiave regolano i <strong>di</strong>versi pathways <strong>di</strong> morte neuronale attivati in con<strong>di</strong>zioni patologiche <strong>di</strong>verse del<br />

sistema nervoso centrale (stress eccitotossici, danno ischemico, Traumatic Brain Injury e malattie neurodegenerative<br />

croniche come l’Alzheimer) per poter interferire con questi nella maniera più specifica possibile ed ottenere<br />

neuroprotezione.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Repici M, Centeno C, Tomasi S, Forloni G, Bonny C, Vercelli A, Borsello T. Time-Course Of C-Jun N-Terminal Kinase<br />

Activation After Cerebral Ischemia And Effect Of D-Jnki1 On C-Jun And Caspase-3 Activation. Neuroscience. <strong>2007</strong><br />

• Borsello T., Centeno C., Riederer IM, Haeflinger JA and Riedere BM. Phosphorylation-dependent <strong>di</strong>merization and<br />

subcellular localization of islet-brain 1/c-Jun N-terminal kinase-interacting protein 1. J Neurosci Res. <strong>2007</strong>, 85:3632-41.<br />

• Borsello T “Neuroprotection: Methods In Molecular Biology” Published By Humana Press, Usa Humana Press, USA,<br />

Methods in Molecular Biology, June <strong>2007</strong><br />

• Colombo A, Repici M, Pesaresi M, Santambrogio S, Forloni G, Borsello T. The Tat-Jnk Inhibitor Peptide Interferes With<br />

Beta Amyloid Protein Stability Cell Death Differ. <strong>2007</strong>, 14:1845-8.<br />

• Borsello T and Forloni G. JNK signalling: a possible target to prevent neurodegeneration. Current Pharmaceutical Design<br />

<strong>2007</strong>, 13, 1875-1886<br />

• Centeno C., Repici M., Chatton J. Y., Riederer B. M., Bonny C., Nicod P., Price M., Clarke P. G., Papa S., Franzoso G.<br />

and Borsello T. Role of the JNK pathway in NMDA-me<strong>di</strong>ated excitotoxicity of cortical neurons. Cell Death Differ ,<br />

<strong>2007</strong>, 14: 240-253.<br />

• Borsello T. and Bonny C.Use of cell-permeable peptides to prevent neuronal degeneration. Trend in Mol. Med. 2004, 10:<br />

239-44<br />

• Borsello T, Clarke PG, Hirt L, Vercelli A, Repici M, Schorderet DF, Bogousslavsky J, Bonny C. A peptide inhibitor of c-<br />

Jun N-terminal kinase protects against excitotoxicity and cerebral ischemia. Nature Med. 2003, 9: 1180-6<br />

Mirjana Carli ha iniziato la sua carriera scientifica nel 1977 nel laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia dell’<strong>Istituto</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano. Ha passato il periodo dal 1981 al 1986 nel laboratorio<br />

<strong>di</strong> Neuroscienze Cognitive del Dipartimento <strong>di</strong> Psicologia Sperimentale dell’Università <strong>di</strong> Cambridge (UK)<br />

<strong>di</strong>retto dal Prof. Trevor W Robbins. Qui si è occupata dello stu<strong>di</strong>o del ruolo delle monoamine cerebrali nei<br />

processi cognitivi, mettendo a punto <strong>di</strong>versi test comportamentali nel ratto. Dal 1986 è nell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”, prima nel laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia e dal 2006 nel laboratorio <strong>di</strong><br />

Neurochimica e Comportamento come responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Farmacologia del Comportamento Cognitivo.<br />

La sua attività scientifica è orientata allo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi neuronali che controllano i processi cognitivi<br />

quali memoria, attenzione e le funzioni esecutive, contribuendo a delineare il ruolo <strong>di</strong> alcuni recettori della<br />

serotonina in questi processi. L’interesse recente della sua unità si è anche focalizzato sui meccanismi genetici<br />

coinvolti nei processi cognitivi.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Carli M, Baviera M, Invernizzi R, Balducci C Dissociable contribution of 5-HT1A and 5-HT2A receptors in the me<strong>di</strong>al<br />

prefrontal cortex to <strong>di</strong>fferent aspects of executive control such as impulsivity and compulsive perseveration in rats<br />

• Neuropsychopharmacology 2006; 31: 757-767<br />

• Greco B, Carli M Reduced attention and increased impulsivity in mice lacking NPY Y2 receptors: Relation to anxiolyticlike<br />

phenotype Behav Brain Res 2006; 169: 325-334<br />

• Carli M, Baviera M, Invernizzi R, Balducci C The serotonin 5-HT2A receptors antagonist MI00907 prevents impairment<br />

in attentional performance by NMDA receptor blockade in the rat prefrontal cortex Neuropsychopharmacology 2004;<br />

29: 1637-1647<br />

• Balducci C, Nurra M, Pietropoli A, Samanin R, Carli M Reversal of visual attention dysfunction after AMPA lesions of<br />

the nucleus basalis magnocellularis (NBM) by the cholinesterase inhibitor donepezil and by a 5-HT(1A) receptor<br />

antagonist WAY 100635 Psychopharmacology (Berl) 2003; 167: 28-36<br />

• Carli M, Balducci C, Samanin R. Stimulation of 5-HT1A receptors in the dorsal raphe ameliorates the impairment of<br />

spatial learning caused by intrahippocampal 7-chloro-kynurenic acid in naive and pretrained rats Psychopharmacology<br />

(Berl) 2000; 158: 39-47<br />

• Carli M, Samanin R The 5-HT1A receptor agonist 8-OH-DPAT reduces rats' accuracy of attentional performance and<br />

enhances impulsive respon<strong>di</strong>ng in a five-choice serial reaction time task: Role of presynaptic 5-HT1A receptors<br />

Psychopharmacology (Berl) 2000; 149: 259-268<br />

76<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Barbara D’Avanzo si è laureata in filosofia nel 1989 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Ha seguito il corso<br />

della Regione Lombar<strong>di</strong>a “Tecniche <strong>di</strong> ricerca in campo biome<strong>di</strong>co” presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Generale<br />

nel 1988. Dal 1991 al 1996 ha lavorato come ricercatrice nel Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Generale e dal 2002 è<br />

capo dell’Unità <strong>di</strong> Epidemiologia e Psichiatria Sociale.<br />

Le aree <strong>di</strong> interesse principali sono rappresentate dall’applicazione dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricerca epidemiologica alla salute<br />

mentale. Ha lavorato all’analisi e quantificazione delle modalità <strong>di</strong> attuazione e degli effetti della riforma psichiatrica<br />

in Italia, alla valutazione della qualità dei servizi e della loro trasformazione con particolare attenzione all’utilizzo dei<br />

servizi residenziali per pazienti gravi, alla valutazione del profilo rischio-beneficio degli antipsicotici, dell’efficacia<br />

degli interventi psicosociali, al monitoraggio dei suici<strong>di</strong> e allo stu<strong>di</strong>o dei programmi <strong>di</strong> prevenzione del suici<strong>di</strong>o. E’<br />

ora attiva sul tema della partecipazione e della produzione <strong>di</strong> conoscenze utili al miglioramento della gestione dei<br />

servizi <strong>di</strong> salute mentale da parte degli utenti e alla valorizzazione del loro punto <strong>di</strong> vista.<br />

Membro del <strong>di</strong>rettivo nazionale della World Association for Psychosocial Rehabilitation Italia e dell’Ufficio <strong>di</strong><br />

Presidenza della World Association for Psychosocial Rehabilitation Mon<strong>di</strong>ale. Svolge attività <strong>di</strong> referee per<br />

Epidemiologia e Psichiatria Sociale e per l’European Journal of Public Health.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Barbato A, D'Avanzo B. Marital therapy for depression. Cochrane Database Systematic Reviews 2006; Issue 2.<br />

• Parabiaghi A, Barbato A, D'Avanzo B, Erlicher A, Lora A. Assessing reliable and clinically significant change on Health<br />

of the Nation Outcome Scales: method for <strong>di</strong>splaying longitu<strong>di</strong>nal data. Aust N Z J Psychiatry 2005; 39: 719-725.<br />

• Barbato A, D'Avanzo B. Involuntary placement in Italy. Br J Psychiatry 2005; 186: 542-543.<br />

• Guaiana G, Andretta M, Corbari L, Mirandola M, Sorio A, D'Avanzo B, Barbui C. Antidepressant drug consumption and<br />

public health in<strong>di</strong>cators in Italy, 1955-2000. J Clinical Psychiatry 2005; 66: 750-755.<br />

• D'Avanzo B, Battino R N, Gallus S, Barbato A. Factors pre<strong>di</strong>cting <strong>di</strong>scharge of patients from community residential<br />

facilities: A longitu<strong>di</strong>nal study from Italy. Aust N Z J Psychiatry 2004; 38: 619-628.<br />

• D'Avanzo B, Barbato A, Barbui C, Battino N, Civenti G, Frattura L. Discharges of patients from public psychiatric<br />

hospitals in Italy between 1994 and 2000. Int J Social Psychiatry 2003; 49: 27-3<br />

Emma Riva si è laureata in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1984 presso l’Università <strong>di</strong> Milano e ha ottenuto il<br />

dottorato <strong>di</strong> ricerca in Fisiopatologia Car<strong>di</strong>ovascolare (PhD) nel 1990 presso l’Università <strong>di</strong> Londra (UK).<br />

Attività formative: Research Assistant presso il Dipartimento <strong>di</strong> Farmacologia, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina,<br />

Università <strong>di</strong> Ottawa, Canada; Internato in Me<strong>di</strong>cina Interna presso l’Ospedale Luigi Sacco Milano;<br />

Car<strong>di</strong>ac Fellow, St Thomas' Hospital, London, UK Aree <strong>di</strong> interesse: Prevalenza e effetti cognitivi,<br />

funzionali e clinici dell’anemia negli anziani; <strong>di</strong>sturbi comportamentali nei pazienti con demenza;<br />

Valutazione dello stress nel care-giver <strong>di</strong> soggetti con demenza; cure palliative, il malato oncologico<br />

terminale. Ruoli attuali e passati in <strong>Istituto</strong>: Capo dell’Unità <strong>di</strong> Farmacologia Geriatrica <strong>Istituto</strong> "<strong>Mario</strong><br />

Negri", Milano; Direttore Scientifico dell’hospice “via <strong>di</strong> Natale Franco Gallini”, Aviano (PN);<br />

Consulente presso l’<strong>Istituto</strong> Geriatrico “Pio Albergo Trivulzio”, Milano: Membro del progetto PREDICT<br />

(Policy Review and Evaluation of Dementia and Institutional Care Trends): a Transnational Comparison.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Tettamanti M, Garrì MT, Nobili A, Riva E, Lucca U. Low folate and risk of cognitive and functional deficits in the very<br />

old: The Monzino 80-plus study. J Am Coll Nutr 2006;25:502-508<br />

• Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M. Cholinesterase inhibitor use and age in the general population. Arch Neurol<br />

2006;63:154-155<br />

• Nobili A, Riva E, Tettamanti M, Lucca U, Liscio MR, Petrucci B, Salvini Porro G. The effect of a structured intervention<br />

on caregivers of patients with dementia. Results of a Randomized Controlled Study. Alzheimer Dis and Associated<br />

Disorders 2004;18:75-82<br />

• Il malato terminale oncologico. Esperienze dall’hospice. Ed. Emma Riva. Il pensiero Scientifico, 2001<br />

• Riva E, Tettamanti M, Gallini C. Il ruolo del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale nella gestione dei malati terminali oncologici.<br />

Indagine svolta tra i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale in Friuli Venezia Giulia. Ricerca & Pratica 2001<br />

• Riva E, Nobili A, Trecate F. Per un impiego "ragionato" dei neurolettici, per la gestione dei <strong>di</strong>sturbi del comportamento<br />

in corso <strong>di</strong> Malattia <strong>di</strong> Alzheimer. Rec Prog Med 1998;89:598-603<br />

•<br />

Mauro Tettamanti si è laureato in Biologia nel 1986 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e si è<br />

specializzato nel 1993 in Epidemiologia e Statistica Me<strong>di</strong>ca presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia. Dal<br />

1989 borsista presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri; dal 1999 Ricercatore e dal 2001 Capo dell’Unità <strong>di</strong><br />

Epidemiologia Geriatrica. Attività formative: Corso <strong>di</strong> valutazione critica della letteratura <strong>di</strong> settore<br />

77<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Scuola Superiore <strong>di</strong> Fisioterapia <strong>di</strong> Mendrisio; Corso <strong>di</strong> Introduzione alla Statistica per il Master in<br />

Ergonomia del Politecnico <strong>di</strong> Milano (2001-2004); Corso <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca e Metodologia Clinica per<br />

la Drug Evaluation School presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri. Aree <strong>di</strong> interesse: Ideazione, stesura del<br />

protocollo, messa in atto e analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici e <strong>di</strong> clinical trial in campo geriatrico, in<br />

particolare nel campo delle demenze, compresa la gestione dei dati; stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fase I, II, III e osservazionali<br />

a lungo termine <strong>di</strong> farmaci per la demenza e la sindrome ansioso depressiva; epidemiologia, fattori <strong>di</strong><br />

rischio e correlati della demenza; morbilità, <strong>di</strong>sabilità e stato cognitivo degli anziani e dei gran<strong>di</strong> anziani;<br />

trattamento <strong>di</strong> pazienti terminali.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Spagnoli A, Lucca U, Menasce G, Bandera L, Cizza G, Forloni G, Tettamanti M, et al. Long-term acetyl-L-carnitine<br />

treatment in Alzheimer's <strong>di</strong>sease. Neurology 1991; 41:1726-1732.<br />

• Lucca U, Comelli M, Tettamanti M, Tiraboschi P, Spagnoli A. Rate of progression and prognostic factors in Alzheimer's<br />

<strong>di</strong>sease: A prospective study. J Am Geriatr Soc 1993; 41:45-49<br />

• Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B-<br />

12 in mild cognitive impairment, Alzheimer <strong>di</strong>sease, and vascular dementia. Am J Clin Nutr 2004; 80: 114-122<br />

• Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M. Cholinesterase inhibitor use and age in the general population. Arch Neurol<br />

2006; 63:154-155<br />

• Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. N Engl J Med 2006; 355:1390<br />

• Tettamanti M, Garri' M T, Nobili A, Riva E, Lucca U. Low folate and the risk of cognitive and functional deficits in<br />

the very old: The Monzino 80-plus study. J Am Coll Nutr 2006; 25: 502-508<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />

Il Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze è strutturato in <strong>di</strong>eci Laboratori, le attività <strong>di</strong> ricerca riguardano<br />

lo stu<strong>di</strong>o delle malattie neurologiche e psichiatriche affrontato dal punto <strong>di</strong> vista delle basi<br />

biologiche, <strong>di</strong> alcuni aspetti clinici e della valutazione dei servizi sanitari. Accanto a queste<br />

attività, nel Dipartimento sono presenti competenze più generali, non riconducibili<br />

esclusivamente all'ambito neurologico, che riguardano la farmacocinetica, l'informazione<br />

sull'uso dei farmaci e l'elaborazione <strong>di</strong> trial clinici e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici. Tra<strong>di</strong>zionalmente<br />

una parte del Dipartimento si è de<strong>di</strong>cata alla creazione <strong>di</strong> modelli sperimentali per lo stu<strong>di</strong>o dei<br />

meccanismi patogenetici e dei possibili interventi terapeutici che riguar<strong>di</strong>no le malattie<br />

neurodegenerative, come Alzheimer e malattie da prioni, neurologiche come l'epilessia o<br />

psichiatriche come la depressione. Più recentemente si sono sviluppati e consolidati progetti <strong>di</strong><br />

ricerca per lo stu<strong>di</strong>o della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l'ictus cerebrale e le sostanze<br />

d'abuso. Per quanto riguarda gli aspetti clinici <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> queste patologie sono oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

epidemiologici come epilessia, SLA e Alzheimer e <strong>di</strong> clinical trial per la valutazione<br />

dell'efficacia <strong>di</strong> trattamenti farmacologici. Le attività del Dipartimento mirano a un'integrazione<br />

delle <strong>di</strong>verse competenze per lo sviluppo <strong>di</strong> progetti multi<strong>di</strong>sciplinari. L'obiettivo è <strong>di</strong> dare<br />

risposte integrate sul piano della conoscenza, della terapia e della pratica clinica alle complesse<br />

tematiche, in gran parte irrisolte, proposte dalle malattie del sistema nervoso.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

In modelli cellulari in vitro è stato <strong>di</strong>mostrato che il peptide D-JNK-TAT, capace <strong>di</strong> inibire<br />

l’attività <strong>di</strong> fosforilazione me<strong>di</strong>ata dall’enzima JNK, esercita un controllo della produzione <strong>di</strong> β<br />

amiloide in<strong>di</strong>cando possibili prospettive terapeutiche nella cura dell’Alzheimer.<br />

78<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

In modelli animali geneticamente mo<strong>di</strong>ficati che sovraesprimono la proteina precursore<br />

dell’amiloide (APP) in forma mutata c’è un deficit cognitivo associato a un’alterazione della<br />

funzione glutamatergica in<strong>di</strong>pendente dalla presenza <strong>di</strong> depositi cerebrali <strong>di</strong> β amiloide.<br />

In modelli cellulari in vitro la presenza <strong>di</strong> mutazioni associate al Morbo <strong>di</strong> Parkinson non<br />

influenza la capacità neuroprotettiva della proteina α sinucleina, <strong>di</strong>mostrando che queste<br />

mutazioni influiscono più sullo stato <strong>di</strong> aggregazione della proteina che sul suo effetto<br />

fisiologico<br />

I modelli animali geneticamente mo<strong>di</strong>ficati che esprimono una forma mutata della proteina<br />

prion associata al CJD sono state evidenziate alcune alterazioni comportamentali riconducibili<br />

al fenotipo clinico nell’uomo portatore della stessa mutazione.<br />

In uno stu<strong>di</strong>o epidemiologico è stato messo in luce come alcuni parametri plasmatici (IGF, IL-6)<br />

abbiano un andamento età <strong>di</strong>pendente fino ai 90 anni poi oltre quella età assumano valori non<br />

più proporzionali all’età<br />

In uno stu<strong>di</strong>o prospettico <strong>di</strong> popolazione nel grande anziano (Monzino 80-plus Study), i sintomi<br />

depressivi erano comuni prima dell’esor<strong>di</strong>o della demenza. Il rischio <strong>di</strong> sviluppare una demenza<br />

associato alla depressione però, se presente, sembrerebbe <strong>di</strong> modesta entità.<br />

Nello stesso stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> popolazione nel grande anziano (Monzino 80-plus Study), camminare<br />

un’ora o più al giorno è risultato essere associato a una riduzione <strong>di</strong> quasi il 40% del rischio <strong>di</strong><br />

sviluppare demenza.<br />

In una popolazione rurale <strong>di</strong> ultra75enni, il numero <strong>di</strong> soggetti senza alcuna <strong>di</strong>sabilità è<br />

all’incirca equivalente a quello <strong>di</strong> chi ha sola <strong>di</strong>sabilità strumentale e a quello <strong>di</strong> soffre anche <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sabilità (anche minima) nelle attività <strong>di</strong> base. Questi ultimi sono più anziani e hanno un<br />

numero più alto <strong>di</strong> patologie, <strong>di</strong> visite dallo specialista (ma non ospedalizzazioni o visite dal<br />

me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base) e <strong>di</strong> assistenza a pagamento (il doppio rispetto a chi ha solo <strong>di</strong>sabilità lieve e 10<br />

volte <strong>di</strong> più rispetto a chi è senza <strong>di</strong>sabilità).<br />

In una popolazione ambulatoriale <strong>di</strong> anziani (60+) cognitivamente normali o affetti da un “Mild<br />

Cognitive Impairment” seguita prospetticamente, gli in<strong>di</strong>vidui che alla visita basale avevano<br />

delle concentrazioni plasmatiche elevate <strong>di</strong> omocisteina mostravano un aumento <strong>di</strong> circa tre<br />

volte del rischio <strong>di</strong> sviluppare una demenza nei successivi 3-4 anni.<br />

Circa un anziano (65-84 anni) su 10 è risultato essere anemico e, nella gran parte dei casi, si<br />

trattava <strong>di</strong> un’anemia <strong>di</strong> grado lieve. In questa fascia <strong>di</strong> età le concentrazioni <strong>di</strong> emoglobina<br />

<strong>di</strong>minuiscono e la prevalenza dell’anemia lieve aumenta con l’avanzare dell’età. L’anemia lieve,<br />

anche dopo aver tenuto conto <strong>di</strong> eventuali variabili confondenti, era associata a eventi clinici<br />

rilevanti quali un rischio maggiore <strong>di</strong> ospedalizzazione e morte.<br />

Nei Nuclei Alzheimer il 60% dei pazienti con demenza è in trattamento con antispicotici (49%<br />

tra<strong>di</strong>zionale e 51% atipici). Il 45% assume un solo antipsicotico, il 14% ne assume due<br />

contemporaneamente e l’1% tre.<br />

Ne corso del 2003 nella ASL <strong>di</strong> Lecco, il 15.5% degli anziani (età ≥ 65 anni) era esposto ad associazioni<br />

<strong>di</strong> farmaci potenzialmente a rischio <strong>di</strong> interazioni farmacologiche (60.8% erano donne).<br />

79<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

I pazienti con ricovero molto breve (me<strong>di</strong>amente <strong>di</strong> 4 giorni) in SPDC rappresentano una<br />

popolazione eterogenea e non sempre clinicamente grave; un ricovero molto breve produce un<br />

miglioramento incerto o modesto nella maggior parte dei casi, e alla <strong>di</strong>missione molti pazienti<br />

presentano sintomi rilevanti.<br />

Rispetto al sussi<strong>di</strong>o economico erogato dai Centri Psicosociali <strong>di</strong> Milano sulla base del Fondo Sociale del<br />

Comune, il 53% degli utenti lo ritiene molto utile, il 28% abbastanza utile, il 19% insufficiente e l’1%<br />

inutile. L’utilizzo del Fondo Sociale da parte dei CPS appare rivolto ad una popolazione bisognosa e alta<br />

utilizzatrice del servizio, ma non bene integrato in un progetto <strong>di</strong> cura complessivo, e spesso rispondente<br />

a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> povertà non risolvibili, più che al superamento <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> emergenza o alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> un progetto riabilitativo o <strong>di</strong> cambiamento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita.<br />

I tassi <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o nei bambini <strong>di</strong> 10-14 anni <strong>di</strong> entrambi i sessi sono rimasti stabili tra il 1972 e il 2001;<br />

negli adolescenti maschi tra i 15 e i 19 anni i suici<strong>di</strong> sono aumentati, e nelle femmine sono <strong>di</strong>minuiti, in<br />

entrambi i casi in modo statisticamente significativo. I tassi nei maschi adolescenti erano 35 su un milione<br />

nel 1972 e 38 su un milione nel 2001, con un picco fino a 55 suici<strong>di</strong> su un milione nel 1996, e nelle<br />

femmine erano 25 su un milione nel 1972 e 38 nel 2001. Il rapporto tra maschi e femmine 15-19 anni è<br />

stato 1 nel 1974 ma è poi salito fino a 4.6 nel 1994.<br />

La per<strong>di</strong>ta della capacità <strong>di</strong> deambulare e ricorso alla gastrostomia percutanea e alla ventilazione<br />

assistita non invasiva sono in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> out come della SLA da utilizzare in indagine epidemiologiche<br />

e trial terapeutici.<br />

In epilessia la prognosi a lungo termine delle crisi è sovrapponibile nei casi trattati<br />

imme<strong>di</strong>atamente e nei casi trattati in occasione della ricorrenza. Ciò conferma la necessità <strong>di</strong><br />

iniziare il trattamento antiepilettico dopo la prima crisi solo in casi particolari. Anche i bambini<br />

trattati con un terzo farmaco non hanno presentato una <strong>di</strong>versa probabilità <strong>di</strong> remissione rispetto<br />

ai bambini che hanno continuato il trattamento con i farmaci già assegnati. Ciò suggerisce che<br />

una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> farmacoresistenza nell’epilessia può essere già definita dopo il fallimento <strong>di</strong><br />

due farmaci.<br />

La <strong>di</strong>stonia focale dell’adulto è una malattia rara correlata all’età nella popolazione generale<br />

adulta. Il blefarospasmo rappresenta la forma più frequente.<br />

Nei motoneuroni dei topi con SOD1 mutata si evidenzia una <strong>di</strong>sfunzione del proteasoma che<br />

potrebbe contribuire alla formazione <strong>di</strong> aggregati proteici intracellulari. Inoltre la<br />

caratterizzazione proteomica degli aggregati proteici ha evidenziato la presenza <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong><br />

proteine ossidate che in<strong>di</strong>cano un possibile legame tra lo stress ossidativo e i meccanismi <strong>di</strong><br />

aggregazione nella patogenesi della SLA.<br />

L’analisi proteomica delle cellule del sangue <strong>di</strong> pazienti SLA ha messo in evidenza delle<br />

variazioni <strong>di</strong> alcune proteine che risultano alterate anche nel midollo spinale dei topi transgenici,<br />

modello <strong>di</strong> SLA, prima dell’esor<strong>di</strong>o dei sintomi . Queste proteine risultano quin<strong>di</strong> dei potenziali<br />

can<strong>di</strong>dati come biomarcatori per una <strong>di</strong>agnosi precoce della malattia e utili per identificarne i<br />

meccanismi patogenetici.<br />

La nostra ricerca ha contribuito a <strong>di</strong>mostrare che specifici recettori <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> neuroattivi come il<br />

neuropeptide Y e la somatostatina me<strong>di</strong>ano una significativa attivita' anticonvulsivante. Questa<br />

evidenza suggerisce nuovi targets per lo sviluppo <strong>di</strong> farmaci anticonvulsivanti completamente<br />

<strong>di</strong>versi da quelli attualmente <strong>di</strong>sponibili<br />

80<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Abbiamo <strong>di</strong>mostrato il ruolo <strong>di</strong> alcune citochine proinfiammatorie nella modulazione<br />

dell'attività epilettica evidenziando e descrivendo quin<strong>di</strong> un meccanismo coinvolto<br />

nell'eziopatogenesi delle convulsioni fino ad ora sconosciuto<br />

Nell'ambito della ricerca sui meccanismi <strong>di</strong> farmacoresistenza, abbiamo <strong>di</strong>mostrato che alcune<br />

proteine <strong>di</strong> trasporto dei farmaci anticonvulsivanti sono funzionalmente attivate nel tessuto<br />

epilettico ed hanno un ruolo significativo nel <strong>di</strong>minuire le concentrazioni cerebrali dei farmaci<br />

antiepilettici nei modelli sperimentali. Un intervento farmacologico sull'attività <strong>di</strong> queste<br />

proteine potrebbe rappresentare una strategia per revertire la resistenza ai farmaci antiepilettici<br />

Il C1‐INH, inibitore del complemento e del sistema delle chinine, ha un potente effetto<br />

neuroprotettivo nel danno cerebrale da ischemia/riperfusione<br />

Le cellule staminali neurali originate da neurosfere riducono il danno ischemico<br />

promuovendo un ambiente neuroprotettivo<br />

La microglia attivata contribuisce all’effetto protettivo delle cellule staminali<br />

nell’ambiente ischemico<br />

Differenze genetiche nella sintesi <strong>di</strong> serotonina contribuiscono all’efficacia degli SSRI nel topo<br />

Il co-trattamento con triptofano ripristina la risposta <strong>di</strong> tipo antidepressivo nei topi che non<br />

rispondono al solo SSRI<br />

Il rilascio <strong>di</strong> serotonina e l’effetto biochimico degli SSRI è fortemente limitato nei topi portatori<br />

del <strong>di</strong>fetto genetico <strong>di</strong> TPH-2, il principale enzima <strong>di</strong> sintesi della serotonina cerebrale<br />

L’ipofunzione dei recettori NMDA è deleteria per le funzioni cognitive <strong>di</strong>pendenti dalla<br />

corteccia prefrontale ed è associato ad un aumento del rilascio <strong>di</strong> glutammato corticale.<br />

Il rilascio <strong>di</strong> glutammato corticale è controllato dalla serotonina attraverso i recettori 5-HT 1A e<br />

5-HT 2A<br />

Gli antagonisti dei recettori 5-HT 2A e la stimolazione dei recettori 5-HT 1A revertono i deficit <strong>di</strong><br />

attenzione causati dagli antagonisti del recettore NMDA<br />

Gli antipsicotici tipici possono essere <strong>di</strong>fferenziati da quelli atipici sulla base del pattern <strong>di</strong><br />

effetti nel modello <strong>di</strong> deficit cognitivo indotto da blocco dei recettori NMDA nella corteccia<br />

prefrontale.<br />

Molecole con attività agonista parziale o antagonista sui recettori dopaminergici D 3 modulano<br />

selettivamente, negli animali da esperimento, il comportamento <strong>di</strong> ricerca della sostanza d'abuso<br />

scatenato da stimoli ambientali associati all'assunzione <strong>di</strong> cocaina<br />

I ceppi <strong>di</strong> topo DBA/2J e BALB/c rappresentano un modello <strong>di</strong> farmaco-resistenza ai bloccanti<br />

della ricaptazione della serotonina in un modello animale pre<strong>di</strong>ttivo dell'attività antidepressiva<br />

81<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Associazione Familiari Insonnia Familiare Fatale malattie da prioni, Treviso<br />

Associzione Italiana GIST A.I.G.<br />

Associazione per la Ricerca Neurogenetica, Lamezia Terme (CS) e ASL 6, Regione Calabria<br />

Agenzia <strong>di</strong> Sanità Pubblica del Lazio, Regione Lazio<br />

Assessorato alla Salute, Comune <strong>di</strong> Milano<br />

Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo<br />

Azienda Sanitaria Locale <strong>di</strong> Bergamo<br />

CEND, Centro Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Centro Fatebenefratelli San Giovanni <strong>di</strong> Dio, Cernusco sul Naviglio<br />

Centro <strong>di</strong> Neurofarmacologia, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze <strong>Farmacologiche</strong>, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Centro Stu<strong>di</strong> in Psichiatra, ASL 2, Torino<br />

Centro Parkinson-Istituti Clinici <strong>di</strong> Perfezionamento<br />

Clinica IRCSS S. Maria Nascente, Milano<br />

Clinica Neurologica III Università <strong>di</strong> Milano, Azienda Ospedaliera S. Paolo, Milano<br />

Clinica Psichiatrica, Università Milano Bicocca<br />

Consorzio <strong>Ricerche</strong> Luigi Amaducci, CRIC, Arcugnano (Vc)<br />

Consorzio MIA, Milano<br />

DIBIT, San Raffaele Scientific Insitute, Milano.<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Chimica Biologica, Università <strong>di</strong> Padova<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Chimica, Università egli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze<br />

Dipartimento En<strong>di</strong>cronologia, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Dipartimento Farmaco Chimico Tecnologico, Università <strong>di</strong> Siena<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Farmacologia Me<strong>di</strong>ca, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Fisiologia Umana, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Sanità Pubblica, Sezione <strong>di</strong> Psichiatria e Psicologia Clinica,<br />

Università <strong>di</strong> Verona<br />

Dip. <strong>di</strong> Morfofisiologia, Scuola <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina Veterinaria, Università <strong>di</strong> Torino, Grugliasco (TO).<br />

Dip. Neurologia, IRCCS Fondazione Maugeri, Pavia<br />

Dipartimento Neurologia, Ospedale Molinette, Torino<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neurologia Università <strong>di</strong> Milano, Ospedale Luigi Sacco.<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Parma, Parma<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>di</strong> Niguarda, Milano<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale ASL 3 ”Genovese”, Genova<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale ASL 4, Torino<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale, Azienda Ospedaliera Carlo Poma <strong>di</strong> Mantova, Mantova<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale San Carlo, Milano<br />

Dip. <strong>di</strong> Scienze Biomolecolari e Biotecnologie, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Dipartimento Scienze Neurologiche, Università <strong>di</strong> Genova, Genova<br />

Dipartimento Scienze Neurologiche, Ospedale Maggiore Policlinico <strong>di</strong> Milano<br />

Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale, Regione Lombar<strong>di</strong>a, Milano<br />

Direzione Generale Sanità, Regione Lombar<strong>di</strong>a, Milano<br />

Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali, Regione Umbria<br />

Divisione Neurologica, Università <strong>di</strong> Bologna<br />

Evidentia Me<strong>di</strong>ca, Grottaferrata, Roma<br />

Federazione Alzheimer Italia, Milano<br />

Franco Calori Cell Factory, Centro Trasfusionale e <strong>di</strong> Immunologia dei Trapianti, IRCCS Ospedale<br />

Maggiore, Milano<br />

Fondazione Clelio Angelino<br />

Fondo Edo Tempia<br />

82<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Hospice “Via <strong>di</strong> Natale Franco Gallini”, Aviano (PN)<br />

IRCSS "Casa Sollievo della Sofferenza", San Giovanni Rotondo<br />

IRCCS <strong>Istituto</strong> Auxologico Italiano, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Ricovero e Cura a Carattere Scientifico IRCCS (I.N.R.C.A.), Ancona<br />

IRCSS "San Raffaele", Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia, IRCCS, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Farmacologia e Farmacognosia, Università <strong>di</strong> Urbino<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Farmacologia, Università <strong>di</strong> Milano<br />

<strong>Istituto</strong> “G. Ronzoni”, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Scientifico Humanitas<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, Roma<br />

<strong>Istituto</strong> "Stella Maris", IRCCS, Calambrone (PI)<br />

<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, Roma<br />

<strong>Istituto</strong> Zooprofilattico Piemonte Liguria Val D'Aosta,Torino<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Immunopatologia Renale, Ospedale San Carlo, Milano<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neuroscienze, Centro Dino Ferrari, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori<br />

Ospedale del Bambin Gesu’, Roma<br />

Ospedale Regionale Ca Fondello, Treviso<br />

Ospedale "Molinette", Torino<br />

Polo Oncologico, ASL 12, Biella<br />

Provincia Lombardo-Veneta Or<strong>di</strong>ne Ospedaliero San Giovanni <strong>di</strong> Dio, Fatebenefratelli <strong>di</strong><br />

Cernusco sul Naviglio<br />

Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Psicoterapia IRIS-Insegnamento e Ricerca In<strong>di</strong>viduo e Sistemi, Milano<br />

Scuola <strong>di</strong> Terapia Cognitiva “Stu<strong>di</strong> Cognitivi”, Milano<br />

Società Italiana Me<strong>di</strong>cina Interna, Roma<br />

Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (UNASAM), Milano<br />

Unità <strong>di</strong> Geriatria, Ospedale Maggiore IRCCS, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Unità Operativa <strong>di</strong> Psichiatria, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco <strong>di</strong> Milano, Milano<br />

Unità Operativa <strong>di</strong> Psichiatria, Azienda Ospedaliera San Gerardo <strong>di</strong> Monza, Monza<br />

Unità Operativa <strong>di</strong> Psichiatria <strong>di</strong> Garbagnate, Azienda Ospedaliere Salvini <strong>di</strong> Garbagnate,<br />

Garbagnate Milanese<br />

Unità Operativa <strong>di</strong> Psichiatria, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli<br />

e Regina Elena <strong>di</strong> Milano, Milano<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Foggia<br />

Università Cattolica del Sacro Cuore <strong>di</strong> Roma<br />

Università del Piemonte Orientale, Novara<br />

Università <strong>di</strong> Milano, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano<br />

Università Milano-Bicocca, Monza<br />

Università La Sapienza, Roma<br />

U.O. Neurologia, Clinica S. Maria, IRCCS, Castellanza (VA).<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Albert Eistein College of Me<strong>di</strong>cine, Bronx, NY, USA<br />

Atomic Energy Commission, Service de Neurovirologie, Fontenay-aux-Roses, France<br />

Beaumont Hospital, Dublin, Ireland<br />

Cambridge Centre for Brain Repair, University of Cambridge, UK<br />

Centre for Neuroscience Research and Division of Biomolecular Sciences, GKT School, King’s<br />

College, London, UK<br />

83<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Chorley & South Ribble General Hospital, Chorley,<br />

Columbia Univ, Haverstraw, NY, USA<br />

Department of Anatomy and Physiology, Laval University, Quebec<br />

Department of Cell Biology, Washington University, St Louis, USA<br />

Department of Chemistry,The Australian National University, Canberra City, Australia<br />

Department of Experimental Psychology, University of Cambridge, UK<br />

Department of Pathology and Infectious Diseases Royal Veterinary College, Herts, UK<br />

Department of Psychiatry, Me<strong>di</strong>cal Center University of Mississippi, Jackson, USA<br />

Directorate General for the Health and Consumer Protection, European Commission,<br />

Luxembourg<br />

Division of Me<strong>di</strong>cal Genetics, CHUV Lausanne, Switzerland<br />

European Union of Family Associations of People with Mental Illness (EUFAMI)<br />

Geriatric Division and Department of Metabolic Diseases, Ospedali Regionali of Lugano and<br />

Mendrisio, Switzerland<br />

HSPH Harvard University, Boston, USA<br />

IBCM, University of Lausanne, Lausanne, Switzerland<br />

Institut de Génétique Humaine du CNRS, Montpellier, France<br />

Jefferson Med Coll, Philadelphia, USA<br />

Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden<br />

King’s College Hospital, London, UK<br />

Max-Delbrück-Center for Molecular Me<strong>di</strong>cine, Berlin, Germany<br />

National Insitute on Aging, NIH, Baltimore, USA<br />

Neuroprion, Network of Excellence, WP VI, EC<br />

Neurological Department of the University of Tirana, Albania<br />

Ninewells Hospital and Me<strong>di</strong>cal School, Dundee, Scotland UK<br />

Northern Illinois University, DeKalb, IL, USA<br />

Novartis Pharma, Basel, Switzerland<br />

Robarts Research Institute, London, Ontario, Canada<br />

Royal Manchester Children's Hospital, Manchester, UK<br />

Royal Preston Hospital, Preston, UK<br />

Sergievsky Center, Columbia University, New York, NY, USA<br />

Servizio <strong>di</strong> Geriatria, Ospedale della Beata Vergine, Mendrisio, Switzerland<br />

The Scripps Research Institute, Jupiter, Florida, USA<br />

University of Alberta, Canada<br />

Univ of California at Irvine, Irvine, CA, USA<br />

University of Car<strong>di</strong>ff, United Kingdom<br />

Univ of Colorado, Denver, USA<br />

University Hospital, London, ON, Canada<br />

Univ of Innsbruck, Innsbruck, Austria<br />

Univ of Maryland, Baltimore, USA<br />

University of Maastricht, the Netherlands<br />

University of Rijeka Me<strong>di</strong>cal School, Rijeka, Croatia<br />

University of Szeged, Ungary<br />

Université Victor Segalen, Bordeaux, France<br />

Virtanen Institute for Molecular Sciences, University of Kuopio, Finland<br />

Vrije Universiteit Me<strong>di</strong>cal Center, Amsterdam, The Netherlands<br />

Walton Hospital, Liverpool, UK<br />

WAPR (World Association for Psychosocial Rehabilitation)<br />

Weill Cornell Me<strong>di</strong>cal College, New York, USA<br />

World Mental Health, Department of Mental Health and Substance Abuse, Geneva,<br />

Switzerland<br />

84<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Biochemical Journal (Chiesa, Forloni)<br />

Brain Aging (Forloni)<br />

Clinical Drug Investigation (Beghi)<br />

Clinical Neurology and Neurosurgery (Beghi)<br />

Cochrane Collaboration, Epilessia (Beghi)<br />

Dialogo sui Farmaci (Nobili)<br />

Drugs in the R&D (Beghi)<br />

Epidemiologia e Prevenzione (Lucca)<br />

Epilepsia (Beghi, Vezzani Assistant e<strong>di</strong>tor)<br />

Epilepsy Current (Vezzani)<br />

Epilepsy Research (Vezzani)<br />

Inpharma (Beghi)<br />

International Journal of Mental Health (Barbato)<br />

Journal of Neurochemistry (Bendotti)<br />

Neurological Sciences (Beghi)<br />

Neuroepidemiology (Beghi)<br />

Neuroscience (Vezzani)<br />

Open Aging Journal (Forloni)<br />

Open Geriatric Me<strong>di</strong>cine Journal (Forloni)<br />

Psichiatria <strong>di</strong> Comunità (Barbato)<br />

Quality of Life Research (Barbato)<br />

Ricerca & Pratica (Nobili)<br />

Stroke (De Simoni, Associate e<strong>di</strong>tor)<br />

Acta Neurologica Scan<strong>di</strong>navica<br />

Acta Psychiatrica Scan<strong>di</strong>nava<br />

Alzheimer Disease and Associated Disorders<br />

American Journal of Clinical Nutrition<br />

American Journal of Human Genetics<br />

American Journal of Pathology<br />

American Journal of Physiology<br />

Annals of Neurology<br />

Annals of Pharmacotherapy<br />

Behavioural Brain Research<br />

Biochimica et Biophysica Acta<br />

Biochemical Journal<br />

Biochemistry<br />

BioMed Central Neurology<br />

Biological Psychiatry<br />

Brain Research<br />

Brain Research Bulletin<br />

Brain Research Review<br />

Clinical Drug Investigation<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

85<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Clinical Neurology and Neurosurgery<br />

Clinical Pharmacokinetics<br />

Clin Pharm Therapy<br />

CNS Drugs<br />

Dialogo sui farmaci<br />

Drugs<br />

Epidemiologia e Psichiatria Sociale<br />

Epilepsia<br />

Epilepsy & Behavior<br />

European Journal of Immunology<br />

European Journal of Neuroscience<br />

European Journal of Pharmacology<br />

European Journal of Public Health<br />

Experimental Neurology<br />

European Neuropsychopharmacology<br />

Expert Opinion on Pharmacotherapy<br />

FASEB Journal<br />

FEBS letters<br />

Fundamental Clinical Psychopharmacology<br />

Future Drugs<br />

Giornale <strong>di</strong> Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva<br />

Glia<br />

International Journal of Neuropsychopharmacology<br />

Journal of the American Board of Family Practice<br />

Journal of Biological Chemistry<br />

Journal of Cell. Biology<br />

Journal of Cerebral Blood Flow and Metabolism<br />

Journal of Chemical Neuroanatomy<br />

Journal of Chromatography B: Analytical Technologies in the Biome<strong>di</strong>cal and Life Science<br />

Journal of Headache and Pain<br />

Journal of Histochemistry and Cytochemistry<br />

Journal of Immunology<br />

Journal of Neurochemistry<br />

Journal of Neuroimmunology<br />

Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry<br />

Journal of Neuroscience<br />

Journal of Pharmacy and Pharmacology<br />

Journal of Psychopharmacology<br />

Journal of Psychosomatic Research<br />

Journal of Structural Biology<br />

Life Sciences<br />

Lancet<br />

Lancet Neurology<br />

Molecular Brain Research<br />

Molecular and Cellular Neuroscience<br />

Molecular Therapy<br />

Neuroepidemiology<br />

Neurology<br />

Neurological Sciences<br />

Nerobiology of Aging<br />

Neurobiology of Diseases<br />

Neuropharmacology<br />

86<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Neuropsychopharmacology<br />

Neuroscience<br />

Neuroscience Letters<br />

N.S. Archives Pharmacology<br />

Parkinsonism & Related Disorders<br />

Pharmacological Research<br />

Pharmacoepidemiology and Drug Safety<br />

Pharmacology Biochemistry & Behavior<br />

PlosOne<br />

Proc Natl Acad Sci, USA<br />

Psychopharmacology<br />

Synapse<br />

Trends Molecular Me<strong>di</strong>cine<br />

PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

Agenzia Europea <strong>di</strong> Valutazione dei Me<strong>di</strong>cinali (EMEA)<br />

Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA)<br />

Associazione Italiana <strong>di</strong> Neuroepidemiologia (Presidente Uscente)<br />

Associazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento Cerebrale (AIRIC, Presidenza)<br />

Board of "Master in Advanced Technologies for the Study of Neurodegenerative Diseases",<br />

Milan University<br />

Comitato <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento internazionale del progetto europeo”Quelles professionnalités en<br />

santé mentale. Perspectives croisées, usagers, élus professionnels”.<br />

Commissione sulla Health Care Policy della Lega Internazionale contro l’Epilessia (ILAE)<br />

Comitato Or<strong>di</strong>natore del Master in "Tecnologie Avanzate Appicate alle Patologie<br />

Neurodegenerative", Università <strong>di</strong> Milano<br />

Committee for Proprietary Me<strong>di</strong>cinal Products (CPMP) presso L’EMEA<br />

Consiglio Direttivo AIRIC<br />

Consiglio Direttivo della Società Italiana <strong>di</strong> Neuroscienze (SINS)<br />

Direttivo della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE)<br />

Esperto Nazionale, accre<strong>di</strong>tato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), per l’EMEA (The<br />

Esperto per il Me<strong>di</strong>cal Research Council (MRC), UK<br />

Gruppo <strong>di</strong> lavoro sull'epilessia dell'Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità<br />

Gruppo <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o sull’Epilessia della Società Italiana <strong>di</strong> Neurologia (SIN)<br />

Gruppo <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o sulla Qualità della Vita della Società Italiana <strong>di</strong> Neurologia (SIN)<br />

Gruppo <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica della Società Italiana <strong>di</strong> Neurologia (SIN)<br />

Me<strong>di</strong>cal Research Council Strategic Grant Application, UK<br />

Mental Health Working Party, gruppo <strong>di</strong> lavoro nominato dal Direttorato Generale per la<br />

Protezione del Consumatore della Commissione Europea (DG-SANCO), Bruxelles.<br />

Gruppo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento Neuroprion NoE, EU<br />

International Committee su “Epilepsy and the Law”<br />

International Organizing Committee e coor<strong>di</strong>nator della segreteria al Global Forum for<br />

Community Mental Health, istituito dal Department of Mental Health della World Health<br />

Organization.<br />

International Steering Committee dell’European Network on mental health promotion and<br />

mental <strong>di</strong>sorder prevention (EMHPA).<br />

International Subcommittee della American Academy of Neurology<br />

87<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

National Institutes of Health of the USA and World Health Organization supported project on<br />

The Future of Psychiatric Diagnosis: Refining the Research Agenda.<br />

Neurobiology Commission of the International League Against Epilepsy<br />

Neuroepidemiology Section of the American Academy of Neurology (Chair uscente)<br />

Research Advisory Panel, MND Association, UK<br />

Scientific Advisory Board of Sheffield Institute Foundation for MND<br />

ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />

Corso sull’epidemiolgia e metodologia della ricerca.“Me<strong>di</strong>cina basata sull’evidenza in<br />

neuropsichiatria dello sviluppo: la <strong>di</strong>agnosi come strumento <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica per una banca-dati.”<br />

<strong>Istituto</strong> Scientifico Stella Maris, Calabrone (Pisa) 7-8-9 GIUGNO <strong>2007</strong>.<br />

59th Annual Meeting of American Academy of Neurology – Breakfast Seminar – How to<br />

manage a patient with a first epileptic seizure: An evidence-based approach – 28 Aprile – 5<br />

Maggio <strong>2007</strong>, Boston, MA, USA.<br />

International meeting on “Mutant SOD1 and familial ALS: from the molecule to man”.<br />

Milan, Settembre 13-16, <strong>2007</strong><br />

Corso per me<strong>di</strong>ci:<br />

Le trappole della letteratura: trovare, selezionare e leggere un articolo.<br />

23 maggio <strong>2007</strong> - Villa Camozzi, Ranica (BG)<br />

Corso per me<strong>di</strong>ci:<br />

Cosa si sa quando viene approvato un nuovo farmaco.<br />

27 settembre <strong>2007</strong> - ASL Bergamo.<br />

Settimana <strong>di</strong> informazione: Chi ha paura del farmaco generico (equivalente).<br />

17-23 novembre <strong>2007</strong>- ASL Bergamo.<br />

5 a Giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla malattia <strong>di</strong> Alzheimer<br />

I <strong>di</strong>sturbi del comportamento nelle demenze. La gestione dei <strong>di</strong>sturbi del comportamento nelle<br />

demenze<br />

24 marzo <strong>2007</strong>, Ateneo Veneto, Venezia<br />

3 ° Corso <strong>di</strong> formazione e aggiornamento per operatori socio-sanitari:<br />

La malattia <strong>di</strong> Alzheimer e le altre demenze (10 giornate)<br />

1 ottobre - 5 novembre <strong>2007</strong>, IRE Venezia, Venezia<br />

Rehabilitation, empowerment, recovery<br />

30 novembre-1 <strong>di</strong>cembre <strong>2007</strong>, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri, Milano<br />

4th Conference on Epileptogenesis, Pisa Maggio 23-26 <strong>2007</strong><br />

27th International Epilepsy Congress, Singapore, Luglio 8-12 <strong>2007</strong><br />

88<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

Abbott GmbH & Co. KG<br />

Amgen, Milano<br />

ASL 2 Piemonte.<br />

Assessorato alla Salute, Comune <strong>di</strong> Milano<br />

Association pour la recherché sur la SLA, France<br />

Bristol-Myers Squibb<br />

Boehringer Ingelheim<br />

CURE Epilepsy<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale, Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano<br />

Dana Foundation<br />

Evidentia Me<strong>di</strong>ca, Grottaferrata (Roma)<br />

Fondazione Cariplo, Milano<br />

Fondazione Mariani, Milano<br />

Fondazione Italo Monzino, Milano<br />

FP6, European Union<br />

Glaxo-SmithKline, Italy<br />

Hospice "via <strong>di</strong> Natale Franco Gallini", Aviano (PN)<br />

Human Frontiers Scientific Programme<br />

IMPHA II, DG-SANCO, Public Health and Consumers' Protection (Directorate General<br />

<strong>Istituto</strong> Comprensivo Statale "G.D. Romagnosi", Carate Brianza (MI)<br />

I.R.I.S<br />

<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />

Janssen-Cilag<br />

H. Lundbeck A/S, Danimark<br />

Ministero della Ricerca Scientifica<br />

Ministero della Salute<br />

MND Association, UK<br />

Newron<br />

Ospedale “Casa Sollievo” <strong>di</strong> San Giovanni Rotondo<br />

Pharming<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a, Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale e Assessorato alla Sanità,<br />

Milano<br />

Rimol<strong>di</strong> e Bergamini<br />

Sanofi-Aventis<br />

SELECTA MEDICA, Pavia<br />

Servier Laboratories, Parigi<br />

Sigma-Tau<br />

Telethon<br />

Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale – UNASAM<br />

Vertex<br />

89<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Albani D., Batelli, S., Pesaresi, M. Prato, F., Polito L. Forloni G. Pantieri R. A novel PSENEN mutation in a MCI<br />

patient with positive family history for Alzheimer’s Disease. Alzheimer & Dementia 3: 235-238 (<strong>2007</strong>)<br />

Albani, D., Artuso V. Roiter, I. Batelli, S., Prato, F. Pesaresi, M. Galimberti, D. Scarpini, E., Bruni, A., Franceschi,<br />

M. Piras MR., Confaloni, A. and Forloni G. Presenilin-1 mutation E318G represents a risk factor for familial<br />

Alzheimer’s <strong>di</strong>sease in the Italian population and affects Aβ(1-40) production. Neurobiol Aging, 28:1682-8 (<strong>2007</strong>)<br />

Barbato A, Agnetti G, D'Avanzo B, Frova M, Guerrini A, Tettamanti M. Outcome of a community-based<br />

rehabilitation program for people with mental illness who are considered <strong>di</strong>fficult to treat. J Rehabil Res Devel 44:<br />

775-784 (<strong>2007</strong>)<br />

Bartfai T, Sanchez-Alavez M, Andell-Jonsson S, Schultzberg M, Vezzani A, Danielsson E, Conti B. Interleukin-1<br />

system in CNS stress: seizures, fever, and neurotrauma. Ann N Y Acad Sci. 1113:173-7 (<strong>2007</strong>)<br />

Baviera M, Invernizzi RW, Carli M. Haloperidol and clozapine have <strong>di</strong>ssociable effects in a model of attentional<br />

performance deficits induced by blockade of NMDA receptors in the mPFC. Psychopharmacology (Berl) published<br />

online. (<strong>2007</strong>)<br />

Beghi. E. Epilepsy. Current Opinion in Neurology 20: 169-174 (<strong>2007</strong>)<br />

Beghi, E., A. Millul, A. Micheli, E Vitelli, G. Logroscino, and SLALOM Group. Incidence of ALS in Lombardy,<br />

Italy. Neurology 68: 141-145 (<strong>2007</strong>)<br />

Beghi, E., T. Mennini, C.Bendotti, P. Bigini, G. Logroscino, A.Chiò, O. Har<strong>di</strong>man, D. Mitchell, Swingler, B.J.<br />

Traynor, A. Al Chalaby. The heterogeneity of amyotrophic lateral sclerosis: a possible explanation of treatment<br />

failure. Curr Med Chem 14: 3185-3200 (<strong>2007</strong>)<br />

Begley, CE., G.A. Baker, E. Beghi, J. Butler, D. Chisholm, J.T. Langfitt, P. Levy, C. Pachlatko, S. Wiebe, K.L.<br />

Donaldson on behalf of the ILAE Commission on Healthcare Policy. Cross-country measures for monitoring<br />

epilepsy care. Epilepsia 48: 990-1001 (<strong>2007</strong>)<br />

Biasini E, Medrano AZ, Thellung S, Chiesa R, Harris DA.<br />

Multiple biochemical similarities between infectious and non-infectious aggregates of a prion protein carrying an<br />

octapeptide insertion. J Neurochem. <strong>2007</strong> [Epub ahead of print]<br />

Bigini P, Repici M, Cantarella G, Fumagalli E, Barbera S, Cagnotto A, De Luigi A, Tonelli R, Bernar<strong>di</strong>ni R,<br />

Borsello T, Mennini T. Recombinant human TNF-bin<strong>di</strong>ng protein-1 (rhTBP-1) treatment delays both symptoms<br />

progression and motor neuron loss in the wobbler mouse. Neurobiol Dis. <strong>2007</strong> Nov 12; [Epub ahead of print]<br />

Borsello, T. Forloni, G. JNK signaling: a target to prevent neurodegeneration. Current Pharmaceutical Design. 13:<br />

875-886 (<strong>2007</strong>)<br />

Borsello T, Centeno C, Riederer IM, Haefliger JA, Riederer BM.<br />

Phosphorylation-dependent <strong>di</strong>merization and subcellular localization of islet-brain 1/c-Jun N-terminal kinaseinteracting<br />

protein 1. J Neurosci Res. 85: 3632-41 (<strong>2007</strong>)<br />

Burattini C, Burbassi S, Aicar<strong>di</strong> G, Cervo L.Effects of naltrexone on cocaine- and sucrose-seeking behaviour in<br />

response to associated stimuli in rats.<br />

Int J Neuropsychopharmacol. Epub <strong>2007</strong> Mar 5<br />

Burbassi S, Cervo L. Stimulation of serotonin(2C) receptors influences cocaine-seeking behavior in response to<br />

drug-associated stimuli in rats.<br />

Psychopharmacology (Berl). Epub <strong>2007</strong> Sep 27<br />

Caccia, S. N-dealkylation of 1-arylpiperazine derivatives: <strong>di</strong>sposition and metabolism of the formed 1-arylpiperazines.<br />

Curr. Drug Met., 8: 612-622 (<strong>2007</strong>)<br />

Calcagno E, Canetta A, Guzzetti S, Cervo L, Invernizzi RW. Strain <strong>di</strong>fferences in basal and post-citalopram<br />

90<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

extracellular 5-HT in the mouse me<strong>di</strong>al prefrontal cortex and dorsal hippocampus: relation with tryptophan<br />

hydroxylase-2 activity.<br />

J Neurochem. 103:1111-20 (<strong>2007</strong>)<br />

Capone C, Fabrizi C, Piovesan P, Principato M C, Marzorati P, Ghirar<strong>di</strong> O, Fumagalli L, Carminati P, De Simoni M<br />

G. 2-Aminotetraline derivative protects from ischemia/reperfusion brain injury with a broad therapeutic window.<br />

Neuropsychopharmacology <strong>2007</strong> ; 32 : 1302-1311<br />

Capone C, Frigerio S, Fumagalli S, Gelati Maurizio, Principato M C, Storini C, Montinaro M, Kraftsik R, De Curtis<br />

M, Parati E, De Simoni M G. Neurosphere-derived cells exert a neuroprotective action by changing the ischemic<br />

microenvironment. PLoS One <strong>2007</strong>; 2(4):e373<br />

Cavestro, C., A. Rosatello, G.M. Micca, M. Ravotto, M.P. Marino, G. Asteggiano. E. Beghi. Insulin metabolism s<br />

altered in migraineurs: a new pathogenic mechanism for migraine? Headache 47: 1436-1442 (<strong>2007</strong>)<br />

Colombo, A., Repici M., Pesaresi M. Santambrogio S. Forloni G. and Borsello T. The Amyloid Precursor Protein<br />

processing is regulated by JNK phosporylation in the cytoplasmic domain: D-JNKI1 inhibits its proteolytic cleavage,<br />

Cell Death & Diff. 14: 1845-48 (<strong>2007</strong>)<br />

Cornaggia, CM., Beghi, M. Beghi E. for the REST-1 Group. Psychiatric events in epilepsy. Seizure 16: 586-592<br />

(<strong>2007</strong>)<br />

De Girolamo G, Barbato A, Bracco R, Gad<strong>di</strong>ni A, Miglio R, Morosini P, Norcio B, Picar<strong>di</strong> A, Rossi E, Rucci P,<br />

Santone G, Dell’Acqua G. The Characteristics and Activities of Acute Psychiatric Inpatient Facilities: National<br />

Survey in Italy. British J. Psych 191:170-177 (<strong>2007</strong>)<br />

Del Bo, R., Ghezzi, S., Scarlato, M., Albani, D. Galimberti, D., Lucca, U., Tettamanti, M., Scarpini, E., Forloni, G.,<br />

Bresolin, N, Comi, GP. Role of VEGF gene variability in longevity: A lesson from the Italian population Neurobiol<br />

Aging, <strong>2007</strong> June 15 [Epub ahead of print]<br />

Fenoglio C, Galimberti D, Piccio L, Scalabrini D, Panina P, Buonsanti C, Venturelli E, Lovati C, Forloni G, Mariani<br />

C, Bresolin N, Scarpini E. Absence of TREM2 polymorphisms in patients with Alzheimer's <strong>di</strong>sease and<br />

Frontotemporal Lobar Degeneration. Neurosci Lett. 411:133-7 (<strong>2007</strong>)<br />

Fioriti, L. Angeretti, N.. Colombo, L., De Luigi A., Manzoni, C., Colombo A., Morbin, M., Tagliavini, F., Salmona,<br />

M. Chiesa, R. Forloni, G. Neurotoxic and gliotrophic activity of a synthetic peptide homologous to Gerstmann-<br />

Sträussler-Scheinker <strong>di</strong>sease amyloid protein. J. Neurosci. 27: 576-83 (<strong>2007</strong>)<br />

Fossati, R., G. Apolone, E. Negri, A. Compagnoni, C. La Vecchia, S. Mangano, L. Clivio, S. Garattini, for the<br />

General Practice Tabacco Cessation Investigators Group. A double-blind, placebo-controlled, randomized triail of<br />

Bupropion for smoking cessation in primary care. Arch Intern Me<strong>di</strong>cine 167: 1791-1797 (<strong>2007</strong>).<br />

Furlan R, Bergami A, Brambilla E, Butti E, De Simoni M G, Campagnoli M, Marconi P, Comi G, Martino G. HSV-<br />

1-me<strong>di</strong>ated IL-1 receptor antagonist gene therapy ameliorates MOG35-55 induced experimental autoimmune<br />

encephalomyelitis in C57BL/6 mice. Gene Ther 14 : 93-98 (<strong>2007</strong>)<br />

Gallucci M., Amici, GP. Ongaro F. Gajo G.B., De Angeli, S. Forloni G., Albani, D. Prato F. Polito , L. Zanardo A<br />

and Regini C. Associations of the plasma interleukin 6 (IL-6) levels with <strong>di</strong>sability and mortality in the elderly in the<br />

treviso longeva (trelong) study. Arch Geriatr. Geront. 44 Suppl: 193-8. (<strong>2007</strong>)<br />

Gallucci M.,. Ongaro F. Bresolin F. Bernar<strong>di</strong>, U. Salvato, C. Minello A., Amici, GP., Barasciutti, E., Mazzucco, S.,<br />

Gajo G.B, De Angeli, S. Forloni G., Albani, L. Zanardo A and Regini C. The treviso longeva (trelong) study: a<br />

biome<strong>di</strong>cal, demographic, economic and social investigation on people 70 years and over in a typical town of northeast<br />

of italy. Arch Geriat Geront 44 Suppl: 173-92. (<strong>2007</strong>)<br />

Grignaschi G, Zennaro E, Tortarolo M, Calvaresi N, Bendotti C. Erythropoietin does not preserve motor neurons in a<br />

mouse model of familial ALS. Amyotroph Lateral Scler. 8:31-5, (<strong>2007</strong>).<br />

Invernizzi R Role of TPH-2 in brain function: news from behavioral and pharmacologic stu<strong>di</strong>es J Neurosci Res <strong>2007</strong><br />

85: 3030-3035<br />

91<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Invernizzi R, Pierucci M, Calcagno E, Di Giovanni G, Di Matteo V, Benigno A, Esposito E Selective activation of<br />

5HT2C receptors stimulates GABA-ergic function in the rat substantia nigra pars reticulata: a combined in vivo<br />

electrophysiological and neurochemical study Neuroscience 144: 1523-1535 (<strong>2007</strong>)<br />

Li A, Christensen HM, Stewart LR, Roth KA, Chiesa R, Harris DA. Neonatal lethality in transgenic mice expressing<br />

prion protein with a deletion of residues 105-125. EMBO J. 26:548-58. (<strong>2007</strong>)<br />

Lo Coco D, Veglianese P, Allievi E, Bendotti C. Distribution and cellular localization of high mobility group box<br />

protein 1 (HMGB1) in the spinal cord of a transgenic mouse model of ALS. Neurosci Lett. 412(1):73-7 (<strong>2007</strong>)<br />

Logroscino, G.,E. Beghi, O. Har<strong>di</strong>man, A. Chiò, J.D. Mitchell, R.J. Swingler, B. Traynor, for EURALS. Effects of<br />

referral bias on assessing survival in ALS. Neurology 69: 939 (<strong>2007</strong>)<br />

Ludolph AC, Bendotti C, Blaugrund E, Hengerer B, Loffler JP, Martin J, Meininger V, Meyer T, Moussaoui S,<br />

Robberecht W, Scott S, Silani V, Van Den Berg LH; ENMC Group for the Establishment of Guidelines for the<br />

Conduct of Preclinical and Proof of Concept Stu<strong>di</strong>es in ALS/MND Models. Guidelines for the preclinical in vivo<br />

evaluation of pharmacological active drugs for ALS/MND: report on the 142nd ENMC international workshop.<br />

Amyotroph Lateral Scler. 8:217-23 (<strong>2007</strong>)<br />

Massignan T, Casoni F, Basso M, Stefanazzi P, Biasini E, Tortarolo M, Salmona M, Gianazza E, Bendotti C,<br />

Bonetto V. Proteomic analysis of spinal cord of presymptomatic amyotrophic lateral sclerosis G93A SOD1 mouse.<br />

Biochem Biophys Res Commun. 353:719-25 (<strong>2007</strong>)<br />

Noe' F, Nissinen J, Pitkänen A, Gobbi M, Sperk G, During M, Vezzani A. Gene therapy in epilepsy: the focus on<br />

NPY. Peptides. 28:377-83 (<strong>2007</strong>)<br />

Parabiaghi A, Lasalvia A, Bonetto C, Cristofalo D, Salvi G, Ruggeri M. Pre<strong>di</strong>ctors of caregiving burden in relatives<br />

of people with schizophrenia. A 3-year follow-up in a community mental health service. Acta Psych Scand Suppl<br />

437: 66-76 (<strong>2007</strong>)<br />

Pesaresi M, Batelli S, Prato F, Polito L, Lovati C, Scarpini E, Quadri P, Mariani C, Albani D, Forloni G. The<br />

urokinase-type plasminogen activator polymorphism PLAU_1 is a risk factor for APOE-epsilon4 non-carriers in the<br />

Italian Alzheimer's <strong>di</strong>sease population and does not affect the plasma Abeta(1-42) level. Neurobiol Dis. 25: 609-613<br />

(<strong>2007</strong>)<br />

Peviani M, Cheroni C, Troglio F, Quarto M, Pelicci G, Bendotti C. Lack of changes in the PI3K/AKT survival<br />

pathway in the spinal cord motor neurons of a mouse model of familial amyotrophic lateral sclerosis.Mol Cell<br />

Neurosci. 34:592-602 (<strong>2007</strong>)<br />

Renol<strong>di</strong> G, Calcagno E, Borsini F, Invernizzi R Stimulation of group I mGlu receptors in the ventrotegmental area<br />

enhances extracellular dopamine in the rat me<strong>di</strong>al prefrontal cortex J Neurochem 100 : 1658-1666 (<strong>2007</strong>)<br />

Repici M, Centeno C, Tomasi S, Forloni G, Bonny C, Vercelli A, Borsello T.<br />

Time-course of c-Jun N-terminal kinase activation after cerebral ischemia and effect of D-JNKI1 on c-Jun and<br />

caspase-3 activation. Neuroscience.150: 40-9 (<strong>2007</strong>)<br />

Ruggeri M, Salvi G, Bonetto C, Lasalvia A, Allevi L, Parabiaghi A, Bertani M, Tansella M. Outcome of patients<br />

dropping out from community-based mental health care: a 6-year multiwave follow-up study. Acta Psych Scand<br />

Suppl 437:42-52 (<strong>2007</strong>).<br />

Savica, R., E. Beghi, G. Mmazzaglia, F. Innocenti, O. Brignoli, C. Cricelli, A.P. Caputi, R. Musolino, E. Spina, G.<br />

Trifirò. Prescribing patterns of antiepileptic drugs in Italy: a natiowide population-based study in the years 2000-<br />

2005. Eur J Neurology 14: 1317-1321 (<strong>2007</strong>)<br />

Sau D, De Biasi S, Vitellaro-Zuccarello L, Riso P, Guarnieri S, Porrini M, Simeoni S, Crippa V, Onesto E, Palazzolo<br />

I, Rusmini P, Bolzoni E, Bendotti C, Poletti A. Mutation of SOD1 in ALS: a gain of a loss of function. Hum Mol<br />

Genet. 16: 1604-18 (<strong>2007</strong>)<br />

Vezzani A.<br />

On Demand Up-regulation of Therapeutic Genes in the Brain: Fiction or Reality?<br />

Epilepsy Curr. ;7:88-90. (<strong>2007</strong>)<br />

Vezzani A, Baram TZ.<br />

New roles for interleukin-1 Beta in the mechanisms of epilepsy.<br />

92<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Epilepsy Curr.7:45-50 (<strong>2007</strong>)<br />

Zoccolella, S., E. Beghi, G. Palagano, A. Fraddosio, V. Guerra, V. Samarelli, V. Lepore, I.L. Simone, P. Lamberti,<br />

L.Serlenga and G. Logroscino for the SLAP registry. Riluzole and amyotrophic lateral sclerosis survival: a<br />

population-based study in southern Italy. Eur J Neurol. 14: 262-268 (<strong>2007</strong>)<br />

Zoccolella, S., E. Beghi, G. Palagano, A. Fraddosio, V. Guerra, V. Lepore, I.L. Simone, P. Lamberti, L. Serlenga, G.<br />

Logroscino. ALS multi<strong>di</strong>sciplinary clinic and survival: results from a population-based study in Southern Italy. J<br />

Neurol 254: 1107-1112 (<strong>2007</strong>).<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Albani D, Polito L, Vittori A, Forloni G<br />

Fattori <strong>di</strong> rischio genetici per le demenze e screening per la loro indentificazione pre-clinica<br />

Ricerca & Pratica <strong>2007</strong> ; n.137 : 204-211<br />

Barbato A, D’Avanzo B, Ferrannini L, Parabiaghi A, Vaggi M. Un’occasione per la ricerca clinica in Italia. Lo stu<strong>di</strong>o<br />

GISAS su aripipr, olanz e aloper nel trattamento dei <strong>di</strong>sturbi schizofrenici, Psichiatria <strong>di</strong> Comunità, in press.<br />

Cerzani M, Pasina L, Clavenna A, Nobili A, Garattini L<br />

Revisione critica degli stu<strong>di</strong> italiani <strong>di</strong> farmacoeconomia sull'uso dei farmaci antinfiammatori non steroidei in<br />

me<strong>di</strong>cina generale<br />

Quaderni Farmacoeconomia <strong>2007</strong> ; 3 : 17-28<br />

D’Avanzo B. L’empowerment come orizzonte <strong>di</strong> lavoro con il <strong>di</strong>sagio psichico. Animazione Sociale <strong>2007</strong>; 10:55-61.<br />

Dell’Acqua G, Norcio B, de Girolamo G, Barbato A, Bracco R, Gad<strong>di</strong>ni A, Miglio R, Morosini P, Picar<strong>di</strong> A, Rossi E,<br />

Rucci P, Santone G. Caratteristiche e attività delle strutture <strong>di</strong> ricovero per pazienti psichiatrici acuti: i risultati<br />

dell’indagine nazionale ‘Progres-Acuti’, Giornale Italiano <strong>di</strong> Psicopatologia <strong>2007</strong>; 13:26-39.<br />

Clavenna A, Bonati M, Campi R, Labate L, Nobili A, Pasina L, Tettamanti M, Monesi L, Marzona I, Roncaglioni M<br />

C, Bortolotti A, Fortino I, Locateli G W, Giuliani G<br />

La prescrizione <strong>di</strong> farmaci per i bambini e gli anziani nella ASL <strong>di</strong> Lecco<br />

Ricerca & Pratica <strong>2007</strong> ; n.135 : 100-112<br />

La Vecchia C, Beghi E Epidemiologia delle demenze<br />

La demenza in Italia. Aggiornamento e casi clinici interattivi UTET, Torino, <strong>2007</strong>; 20-24<br />

Nobili A, Garattini S La Caffeina<br />

Aggiornamento Me<strong>di</strong>co <strong>2007</strong> ; 31 : 30-33<br />

Nobili A, Pasina L, Garattini S Il paziente allergico<br />

Aggiornamento Me<strong>di</strong>co <strong>2007</strong> ; 31 : 98-102<br />

Nobili A, Pasina L, Garattini S. Il paziente con emicrania.<br />

Aggiornamento Me<strong>di</strong>co <strong>2007</strong>; 31: 168-172.<br />

Nobili A, Pasina L, Garattini S Il paziente con dolore cronico: gli analgesici oppioi<strong>di</strong><br />

Aggiornamento Me<strong>di</strong>co <strong>2007</strong> ; 31 : 238-244<br />

Nobili A, Pasina L, Garattini S. I fluorochinoloni.<br />

Aggiornamento Me<strong>di</strong>co <strong>2007</strong>; 31: 312-315.<br />

Nobili A, Piana I, Balossi L, Tettamanti M, Trevisan S, Lucca U, Tarantola M<br />

Il malato <strong>di</strong> demenza in RSA: risultati <strong>di</strong> una valutazione comparativa tra i pazienti degenti nei Nuclei Alzheimer e<br />

in RSA senza Nuclei Alzheimer<br />

In-formazione Alzheimer. Alla ricerca <strong>di</strong> nuove connessioni nella rete lombarda dei servizi alle demenze<br />

Franco Angeli, Milano, <strong>2007</strong>; 109-126<br />

93<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Sterzi R, Toso V, Guidetti D, Provinciali L, Consoli D, Leone M A, Beghi E<br />

Indagine epidemiologica italiana su "La neurologia nell'emergenza-urgenza": il Progetto NEU<br />

Neurol Sci <strong>2007</strong> ; 28 : S1-S36<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle Malattie Neurodegenerative<br />

Malattia <strong>di</strong> Alzheimer: stu<strong>di</strong> genetici e clinici<br />

In collaborazione con <strong>di</strong>versi centri neurologici ed il laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica è<br />

stata creata una banca <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> sangue, da cui si estrae il DNA, <strong>di</strong> pazienti Alzheimer<br />

(AD) in forma spora<strong>di</strong>ca (SAD) o familiare (FAD) o con demenza <strong>di</strong> tipo vascolare,<br />

<strong>di</strong>agnosticati secondo criteri riconosciuti a livello internazionale. Dal 2005 è iniziata anche la<br />

raccolta <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> sangue <strong>di</strong> soggetti con demenza fronto-temporale Gli stu<strong>di</strong> genetici sono<br />

finalizzati all'identificazione <strong>di</strong> fattori causali nelle forma familiari o fattori <strong>di</strong> rischio nelle<br />

forma spora<strong>di</strong>che. In entrambe le popolazioni sono stati effettuati stu<strong>di</strong> su geni che co<strong>di</strong>ficano<br />

per proteine, coinvolte nella fisiopatologia <strong>di</strong> AD. Nei fibroblasti provenienti dai pazienti e<br />

coltivati in vitro vengono analizzati fattori potenzialmente coinvolti nella patogenesi della<br />

malattia. E’ inoltre proseguito lo screening dei campioni FAD per i geni che co<strong>di</strong>ficano per<br />

presenilina 1 e 2 (PS-1 e PS-2) e APP, i tre geni identificati fino ad ora con mutazioni missenso<br />

associate ad AD.<br />

In collaborazione con il laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica e quello della Infiammazione<br />

e Malattie del Sistema Nervoso è stato messo a punto un protocollo per lo stu<strong>di</strong>o in soggetti<br />

Alzheimer della capacità delle eparine a basso peso molecolare <strong>di</strong> influenzare i livelli plasmatici<br />

e liquorali. Lo stu<strong>di</strong>o è propedeutico ad un trial clinico che valuti l’efficacia <strong>di</strong> questi farmaci<br />

nella Malattia <strong>di</strong> Alzheimer<br />

Malattia <strong>di</strong> Alzheimer: stu<strong>di</strong> preclinici<br />

L'accumulo <strong>di</strong> beta proteina (Aβ ) nel parenchima cerebrale e sulle pareti vascolari è il<br />

fenomeno patologico più precoce in AD, ad esso numerosi stu<strong>di</strong> hanno attribuito un ruolo<br />

causale nello sviluppo della malattia. L'eliminazione <strong>di</strong> Aβ è <strong>di</strong>ventata quin<strong>di</strong> un obiettivo<br />

terapeutico fortemente perseguito attraverso molteplici approcci: gli interventi a livello degli<br />

enzimi <strong>di</strong> sintesi e <strong>di</strong> degradazione del peptide, quelli in grado <strong>di</strong> regolare l'espressione del<br />

precursore o il suo metabolismo ecc. Nel laboratorio da <strong>di</strong>versi anni si persegue l'idea <strong>di</strong> poter<br />

aggre<strong>di</strong>re i depositi <strong>di</strong> Aβ attraverso un intervento <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> tipo anti-amiloidogenic sugli<br />

aggregati, capace <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rne la formazione o <strong>di</strong> eliminarli una volta formati. Gli stu<strong>di</strong><br />

sperimentali hanno messo in luce il potenziale ruolo curativo <strong>di</strong> queste molecole che dovrà ora<br />

essere testato in ambito clinico. In collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica e<br />

Farmacologia Molecolare, nel 2006 sono state testate nuove molecole capaci <strong>di</strong> legare gli<br />

aggregati <strong>di</strong> amiloide, con la doppia finalità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare molecole anti-demenza e possibili<br />

markers <strong>di</strong>agnostici. Utilizzando modelli in vitro e in vivo si stanno inoltre stu<strong>di</strong>ando approcci<br />

<strong>di</strong> vario tipo, capaci <strong>di</strong> ridurre la produzione <strong>di</strong> beta amiloide sia agendo <strong>di</strong>rettamente<br />

sull’enzima <strong>di</strong> sintesi, beta secretasi, sia attraverso la modulazione delle chinasi <strong>di</strong> tipo JNK.<br />

Quest’ultimo meccanismo è anche stu<strong>di</strong>ato per il suo possibile ruolo nella neuroprotezione utile<br />

a comprendere e a intervenire nella patogenesi <strong>di</strong> AD e <strong>di</strong> altre malattie neurodegenerative<br />

Genetica dell’invecchiamento<br />

In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica per lo stu<strong>di</strong>o Monzino e con<br />

il dr. Maurizo Gallucci dell’associazione ARGel <strong>di</strong> Treviso per lo stu<strong>di</strong>o Trelong, abbiamo<br />

94<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

raccolto un numero importante <strong>di</strong> campioni ematici <strong>di</strong> soggetti anziani ultrasettantenni. In questi<br />

campioni si sta effettuando un’analisi genetica molto accurata per identificare possibili<br />

alterazioni geniche associabili alla longevità e/o a patologie legate all’invecchiamento con<br />

particolare riferimento alle demenze. L’obiettivo è <strong>di</strong> incrociare il genotipo/fenotipo con aspetti<br />

ambientali, lo stile <strong>di</strong> vita, la <strong>di</strong>eta, le con<strong>di</strong>zioni socio economiche e le patologie più <strong>di</strong>ffuse<br />

nell’età avanzata, alla ricerca <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio e protettivi. Ad oggi i soggetti sono stati<br />

genotipizzati per ApoE, il cui allele E4 è un fattore <strong>di</strong> rischio per le demenze ma anche per altre<br />

patologie e per sirt-1, un gene che co<strong>di</strong>fica per un componente della famiglia delle sirtuine<br />

associato alla longevità in <strong>di</strong>versi modelli sperimentali. Sono emerse in<strong>di</strong>cazioni interessanti ma<br />

è necessario incrociare i dati ottenuti con i <strong>di</strong>versi parametri a <strong>di</strong>sposizione per elaborare delle<br />

ipotesi utili per futuri approfon<strong>di</strong>menti.<br />

Malattie da prioni: stu<strong>di</strong> in vitro<br />

Le encefalopatie spongiformi (ES) sono malattie neurodegenerative <strong>di</strong> origine spora<strong>di</strong>ca o<br />

genetica ma anche trasmissibili, hanno manifestazioni cliniche e neuropatologiche <strong>di</strong>fferenti ma<br />

invariabilmente caratterizzate dall’accumulo cerebrale <strong>di</strong> una forma alterata della proteina prion<br />

(PrPsc). ES sono malattie rare ma la possibile trasmissione <strong>di</strong> una forma bovina della malattia<br />

(BSE) all'uomo ha creato grande allarme sanitario prima in Inghilterra e poi in tutta Europa.<br />

Come è noto PrPsc oltre ad essere coinvolta nella patogenesi della malattia è anche componente<br />

essenziale dell’agente infettivo. Nel laboratorio si sono sviluppati <strong>di</strong>versi progetti per<br />

comprendere il meccanismo molecolare che associa la presenza della PrPsc allo sviluppo del<br />

processo neurodegenerativo. Sono stati stu<strong>di</strong>ati gli effetti biologici <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> omologhi a larghe<br />

porzioni della proteina prion e in particolare del peptide PrP 82-146 sintetizzato originariamente<br />

nel Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine. Questo peptide, omologo ad un<br />

frammento <strong>di</strong> PrP ritrovato nei depositi cerebrali in pazienti con ES, si struttura in foglietti beta<br />

e ha attività neurotossica. Oltre agli effetti indotti dall’applicazione <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> alle cellule si sono<br />

indagati i meccanismi intracellulari potenzialmente coinvolti nei fenomeni neurodegenerativi<br />

associati alle ES <strong>di</strong> produrre PrP nelle forme native o con mutazioni associate alle forme<br />

familiari <strong>di</strong> ES<br />

Malattie da prioni: stu<strong>di</strong> in vivo<br />

Da qualche anno il laboratorio è dotato delle strutture necessarie per lo scrapie sperimentale, gli<br />

animali da esperimento, topi e criceti, sono inoculati con omogenato <strong>di</strong> tessuto cerebrale infetto.<br />

I criceti, dopo l’inoculo cerebrale, sviluppano la malattia entro 60-70 giorni e muoiono entro 90-<br />

100 giorni. L’analisi istopatologica dell’encefalo <strong>di</strong> questi animali mette in evidenza i depositi<br />

<strong>di</strong> PrPsc, il danno neuronale, la gliosi e la caratteristica spongiosi a livello corticale e talamico.<br />

L’attività anti-amiloidogenica delle tetracicline è stata testata anche in questo contesto<br />

sperimentale. Dopo gli esperimenti ex.vivo in cui l’inoculo veniva trattato con tetracicline prima<br />

<strong>di</strong> essere inoculato, in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine<br />

sono stati trattati criceti inoculati con doxiciclina intramuscolo ottenendo degli effetti sulla<br />

sopravvivenza degli animali. Nello stesso modello sperimentale altre molecole sono attualmente<br />

allo stu<strong>di</strong>o per verificarne la capacità curativa.<br />

Oltre allo scrapie sperimentale nel laboratorio sono presenti <strong>di</strong>verse linee transgeniche<br />

sviluppate dal dr. Chiesa che esprimono sequenze mutate <strong>di</strong> proteina prion associate a forme<br />

familiari <strong>di</strong> TSE. Questi animali, nella forma omozigote, sviluppano con <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> gravità<br />

aspetti clinici riconducibili alle patologie a cui le mutazioni sono associate. Da un punto <strong>di</strong> vista<br />

neuropatologico alcune linee presentano un danno cerebellare molto evidente a carico delle<br />

cellule granulari, mentre nelle altre aree cerebrali non ci sono evidenti alterazioni. Nel tessuto<br />

cerebrale è presente una forma <strong>di</strong> proteina scrapie parzialmente resistente alla <strong>di</strong>gestione con<br />

proteasi K e insolubile, con caratteristiche simili a PrPsc. Le caratteristiche <strong>di</strong> queste forme<br />

proteiche sono interme<strong>di</strong>e tra la forma patologica e quella fisiologica noralmente presente nel<br />

tessuto cerebrale.<br />

95<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Morbo <strong>di</strong> Parkinson: stu<strong>di</strong> genetici<br />

Il Morbo <strong>di</strong> Parkinson è la seconda più <strong>di</strong>ffusa malattia neurodegenerativa, anche in questo caso<br />

la patogenesi è ancora ignota, tuttavia le terapie a <strong>di</strong>sposizione, pur rimanendo in un contesto<br />

sintomatologico, sono <strong>di</strong>versamente articolate e con un buon livello <strong>di</strong> efficacia. La valutazione<br />

dell'influenza genetica è sempre stata tenuta ai margini degli stu<strong>di</strong> sull'eziologia <strong>di</strong> PD che<br />

hanno tra<strong>di</strong>zionalmente privilegiato la componente ambientale per la presenza <strong>di</strong> tossine la cui<br />

esposizione era in grado <strong>di</strong> indurre un quadro clinico simile a PD. Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> genetica<br />

molecolare, svolti negli ultimi anni, hanno invece aperto una nuova prospettiva identificando<br />

mutazioni <strong>di</strong> due geni che co<strong>di</strong>ficano per alfa-sinucleina e parkina associate in entrambi i casi a<br />

forme giovanili <strong>di</strong> PD. Sempre in collaborazione con <strong>di</strong>versi centri neurologici, è stata attivata la<br />

raccolta <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> sangue provenienti da soggetti PD <strong>di</strong> origine spora<strong>di</strong>ca o famigliare.<br />

Mentre le mutazioni associate a PD del gene che co<strong>di</strong>fica per alfa-sinucleina sono un evento<br />

raro, solo tre (A30P e A53T E46K) fino ad ora identificate, le mutazioni <strong>di</strong> parkina sono molto<br />

numerose sia in forma puntiforme che <strong>di</strong> delezione. Anche nella nostra popolazione abbiamo<br />

identificato mutazioni <strong>di</strong> parkina associata a PD in omozigosi, confermando l’associazione con<br />

PD in forma recessiva. Il nostro screening genetico coinvolge alfa-sinucleina, parkina, DJ-1 e<br />

altri fattori potenzialmente coinvolti in PD.<br />

Morbo <strong>di</strong> Parkinson: stu<strong>di</strong> in vitro<br />

L’identificazione <strong>di</strong> mutazioni specifiche associate al morbo <strong>di</strong> Parkinson (PD) hanno fornito<br />

informazioni fondamentali per la comprensione della malattia e hanno permesso lo sviluppo <strong>di</strong><br />

modelli cellulari per lo stu<strong>di</strong>o della sua patogenesi. In passato, nel laboratorio, è stato <strong>di</strong>mostrato<br />

il potenziale effetto tossico <strong>di</strong> α-sinucleina utilizzando un peptide sintetico omologo al<br />

frammento fibrillogenico 61-95 <strong>di</strong> α-sinucleina (NAC). Successivamente, grazie alla<br />

collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica dell’Università <strong>di</strong> Padova (dr. Negro) sono<br />

stati realizzati dei vettori contenenti cDNA co<strong>di</strong>ficanti le sequenze mutate e native <strong>di</strong> α-<br />

sinucleina. La transfezione <strong>di</strong> queste sequenze in cellule PC12 si è <strong>di</strong>mostrata, in particolari<br />

con<strong>di</strong>zioni, dannosa per le cellule ospiti. Più recentemente è stata messa a punto una nuova<br />

tecnica che prevede il legame α-sinucleina con un sequenza aminoaci<strong>di</strong>ca TAT capace <strong>di</strong><br />

veicolare all’interno della cellula la proteina. In questo modo è possibile controllare meglio la<br />

concentrazione intracellulare della proteina. A dosi alte, in un range micromolare α-sinucleina<br />

si conferma tossica, ma a basse dosi, in un range nanomolare, risulta neuroprotettiva nei<br />

confronti <strong>di</strong> stress ossidativo provocato alle cellule con acqua ossigenata. Il doppio effetto,<br />

protettivo – tossico, a secondo della concentrazione, è stato confermato anche in un modello<br />

cellulare “inducibile”. Questo fenomeno appare in<strong>di</strong>pendente dalla presenza <strong>di</strong> mutazioni nella<br />

sequenza <strong>di</strong> α-sinucleina. Più recentemente sempre grazie alla collaborazione con il dr. Negro è<br />

stato possibile ottenere la proteina DJ-1 in forma ricombinante legata a TAT (DJ-TAT). Questa<br />

proteina ha caratteristiche simili alla alfa-sinucleina, anche le sue mutazioni sono associate a<br />

PD. DJ-1-TAT e la tecnica <strong>di</strong> silenziamento siRNAi (small interferenec RNA) sono state<br />

utilizzate per lo stu<strong>di</strong>o dell’interazione fra DJ-1 e α-sinucleina<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Neurologiche<br />

Stu<strong>di</strong> epidemiologici sulla sclerosi laterale amiotrofica (SLA)<br />

Vi sono inclusi stu<strong>di</strong> su incidenza, fattori <strong>di</strong> rischio e mortalità della SLA. Le informazioni sono<br />

derivate da un registro regionale <strong>di</strong> malattia istituito nel 1998 e comprendente tutti i pazienti con<br />

nuova <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> SLA identificati in 8 province lombarde. Utilizzando simili protocolli <strong>di</strong><br />

indagine, informazioni analoghe sono raccolte in due altri registri regionali (piemontese e<br />

pugliese) ai quali il registro lombardo è associato. I dati provenienti dal registro lombardo e da<br />

pazienti esaminati nel contesto <strong>di</strong> collaborazioni con il Gruppo Italiano della SLA sono stati<br />

96<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

anche utilizzati per una verifica della vali<strong>di</strong>tà e della riproducibilità dei criteri <strong>di</strong>agnostici della<br />

SLA e <strong>di</strong> alcune scale funzionali. Sulla base dei dati acquisiti, l’incidenza annua della SLA è<br />

risultata sovrapponibile a quanto documentato in altri paesi occidentali in cui sono stati attivati<br />

registri <strong>di</strong> malattia, attestandosi intorno ai valori più elevati della letteratura (2 casi per<br />

100.000). Anche la mortalità è risultata comparabile ai risultati degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> popolazioni<br />

analoghe condotti con meto<strong>di</strong> più rigorosi. La validazione dei criteri <strong>di</strong>agnostici per la SLA<br />

attualmente in uso (classificazione <strong>di</strong> El Escorial) ha permesso <strong>di</strong> affermare che tali criteri sono<br />

vali<strong>di</strong> e riproducibili solo dopo opportuno addestramento degli esaminatori.<br />

Il Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Neurologiche ha istituito nell’ottobre 2004 un gruppo collaborativo<br />

europeo sui registri della SLA (EURALS) al quale partecipano i titolari <strong>di</strong> registri regionali e<br />

nazionali della malattia ed altri ricercatori impegnati nello stu<strong>di</strong>o della SLA, per la creazione <strong>di</strong><br />

un database comune, completato nel corso dell’anno 2005. Con la collaborazione <strong>di</strong> gruppi<br />

Inglesi ed Irlandesi (titolari <strong>di</strong> registri <strong>di</strong> popolazione), nel corso del <strong>2007</strong> sono stati elaborati<br />

protocolli comuni per l’esecuzione <strong>di</strong>: 1. Uno stu<strong>di</strong>o comparativo delle caratteristiche cliniche<br />

dei pazienti con SLA afferenti ai registri <strong>di</strong> popolazione e pazienti esaminati in strutture<br />

sanitarie <strong>di</strong> 2° e 3° livello; 2. Una meta-analisi dell’incidenza della SLA nel biennio 1998-99<br />

utilizzando i dati <strong>di</strong> pazienti inseriti nei registri <strong>di</strong> popolazione; 3. Uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo su<br />

eventi traumatici e rischio <strong>di</strong> SLA; 4. Uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo su attività sportive ed esercizio<br />

fisico e rischio <strong>di</strong> SLA. Lo stu<strong>di</strong>o # 3 è in corso <strong>di</strong> esecuzione solo in Italia. Nel <strong>2007</strong> è stato<br />

prodotto un manoscritto scientifico (in corso <strong>di</strong> pubblicazione) riguardante uno stu<strong>di</strong>o sulla<br />

progressione dei sintomi nella SLA (marcata dalla per<strong>di</strong>ta della capacità <strong>di</strong> deambulare e dal<br />

ricorso alla gastrostomia per cutanea e alla ventilazione assistita non invasiva) e dei pre<strong>di</strong>ttori <strong>di</strong><br />

progressione.<br />

Strategie terapeutiche innovative in pazienti con epilessia<br />

Nel contesto <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o multicentrico nazionale, una coorte <strong>di</strong> pazienti con una prima crisi<br />

epilettica non provocata, randomizzati a decorrere dal 1988 a trattamento imme<strong>di</strong>ato o ad attesa<br />

della ricorrenza <strong>di</strong> crisi per l’inizio del trattamento, è stata riesaminata dopo prolungamento del<br />

follow-up per verificare l’impatto delle due strategie terapeutiche sulla prognosi a lungo termine<br />

dell’epilessia (definita dalla probabilità <strong>di</strong> remissione delle crisi per almeno 5 anni).<br />

Per stabilire se la mancata risposta a due farmaci antiepilettici sia sufficiente per in<strong>di</strong>care una<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> farmacoresistenza nel bambino, soggetti in età pe<strong>di</strong>atrica giu<strong>di</strong>cati refrattari a due<br />

farmaci antiepilettici sono stati randomizzati ad introdurre un terzo farmaco oppure ad<br />

ottimizzare il trattamento assegnato e seguiti per un massimo <strong>di</strong> 3 anni. Il beneficio terapeutico è<br />

definito dal raggiungimento <strong>di</strong> almeno sei mesi consecutivi <strong>di</strong> completo controllo delle crisi. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o è stato condotto in collaborazione con l’IRCCS “Stella Maris” <strong>di</strong> Calabrone (PI).<br />

Epidemiologia delle malattie neurologiche in Albania<br />

Con la collaborazione della Fondazione Mariani e della Clinica Neurologica dell’Università <strong>di</strong><br />

Tirana, è in corso uno stu<strong>di</strong>o sulla prevalenza e sull’incidenza <strong>di</strong> alcune malattie neurologiche<br />

(ictus cerebrale, epilessia, cefalea, demenza, neuropatie periferiche, sclerosi multipla) in una<br />

comunità urbana (Tirana) ed una comunità rurale (Saranda) dove sarà effettuata un’indagine<br />

porta a porta. Nel 2005 è stato iniziato uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> validazione dei criteri <strong>di</strong>agnostici delle<br />

malattie in oggetto, tuttora in corso.<br />

Qualità <strong>di</strong> vita in bambini con malattie neuromuscolari<br />

Con un contributo <strong>di</strong> Telethon è stato completato uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> validazione <strong>di</strong> un questionario<br />

per la valutazione della qualità <strong>di</strong> vita in soggetti in età evolutiva affetti da <strong>di</strong>verse malattie<br />

neuromuscolari. Lo stu<strong>di</strong>o è un’indagine multicentrica nazionale coor<strong>di</strong>nata dalla Clinica <strong>di</strong><br />

Neuropsichiatria Infantile dell’Università <strong>di</strong> Pavia.<br />

97<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Malattie cerebrovascolari e rischio <strong>di</strong> epilessia<br />

L’epilessia rappresenta una complicanza non infrequente dell’ictus cerebrale. Si stima che crisi<br />

sintomatiche acute (cioè occorrenti nella settimana successiva all’evento vascolare) possano<br />

manifestarsi fin nei due terzi dei pazienti con ictus cerebrale ischemico o emorragico e che una<br />

epilessia (crisi non provocate ricorrenti) sia presente nel 2-4% dei casi. Mancano dati consistenti<br />

sui fattori <strong>di</strong> rischio e non esistono informazioni sulla efficacia dei farmaci antiepilettici nella<br />

prevenzione delle crisi non provocate e dell’epilessia. Per tali motivi, è stata iniziata nel <strong>2007</strong><br />

una indagine osservazione prospettica nazionale volta a definire il rischio <strong>di</strong> crisi sintomatiche<br />

acute, crisi non provocate ed epilessia (ed i principali fattori <strong>di</strong> rischio) in una coorte <strong>di</strong> pazienti<br />

con primo ictus cerebrale ischemico o emorragico osservati per un periodo massimo <strong>di</strong> 24 mesi.<br />

L’indagine è stata programmata anche allo scopo <strong>di</strong> verificare la fattibilità <strong>di</strong> un trial terapeutico<br />

pragmatico sulla profilassi delle crisi epilettiche e dell’epilessia nell’ictus cerebrale.<br />

Prevalenza della <strong>di</strong>stonia focale nella popolazione adulta<br />

Nel contesto <strong>di</strong> una collaborazione con l’istituto “San Raffaele” <strong>di</strong> Milano è stato completato<br />

uno stu<strong>di</strong>o sulla prevalenza della <strong>di</strong>stonia focale nell’adulto nella provincia <strong>di</strong> Foggia. I casi<br />

sono reperiti da fonti molteplici (ricoveri ospedalieri, visite presso gli ambulatori <strong>di</strong> neurologia,<br />

ORL, oculistica, ortope<strong>di</strong>a) presso i due principali ospedali della provincia. Sono stati<br />

in<strong>di</strong>viduati 41 donne (59%) e 28 uomini (41%) con una età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 58 anni (range 23-87 anni)<br />

affetti da <strong>di</strong>stonia primaria focale e segmentale. Il tasso grezzo <strong>di</strong> prevalenza è stato <strong>di</strong> 12,6 per<br />

100000 abitanti (95% CI, 9,8-16) per tutti i tipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stonia. Il tasso <strong>di</strong> prevalenza aggiustato per<br />

età è stato <strong>di</strong> 13,5 per 100000 abitanti (95% CI, 10,3-16,7). Il blefarospasmo è risultato essere la<br />

forma più frequente <strong>di</strong> <strong>di</strong>stonia focale. Il tasso <strong>di</strong> prevalenza aumenta con l’età fino ad un<br />

massimo <strong>di</strong> 27,8 nel gruppo <strong>di</strong> età tra 55-74 anni con un declino a 17 per gruppo <strong>di</strong> età superiore<br />

a 75 anni<br />

Trial terapeutici nelle malattie neurologiche<br />

Nel corso nel <strong>2007</strong> sono stati iniziati o continuati tre trial terapeutici finanziati dall’Agenzia<br />

Italiana per il Farmaco (AIFA). Si tratta <strong>di</strong>: 1. Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio<br />

cieco contro placebo per la verifica dell’efficacia e della tollerabilità della L-acetilcarnitina nella<br />

SLA; 2. Un trial randomizzato <strong>di</strong> confronto in aperto per la verifica dell’efficacia comparata<br />

dell’Eritropoietina e del Metilprednisolone nel trattamento acuto della mielopatia traumatica; 3.<br />

Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio cieco contro placebo per la verifica<br />

dell’efficacia e della tollerabilità del valproato nella cefalea da abuso <strong>di</strong> farmaci. La prima<br />

sperimentazione mira a reperire un trattamento potenzialmente efficace in una patologia che per<br />

il momento <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un solo farmaco (il Riluzolo) in grado <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarne, seppure<br />

lievemente, la mortalità. L’L-acetilcarnitina ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> migliorare la sopravvivenza in<br />

modelli animali <strong>di</strong> malattia del motoneurone. La seconda sperimentazione intende verificare<br />

l’efficacia dell’eritropoietina, un farmaco in grado <strong>di</strong> attenuare gli effetti dello shock spinale <strong>di</strong><br />

origine traumatica ed accelerare il recupero neurologico nell’animale da esperimento. Il farmaco<br />

<strong>di</strong> confronto (metil-prednisolone ad alte dosi) è stato selezionato perché correntemente usato<br />

nella pratica clinica. La terza sperimentazione ha lo scopo <strong>di</strong> verificare se una profilassi con<br />

valproato (un farmaco correntemente utilizzato per la profilassi dell’emicrania) è in grado <strong>di</strong><br />

abbattere la sintomatologia propria della cefalea da abuso <strong>di</strong> farmaci, una forma comune <strong>di</strong><br />

cefalea cronica i<strong>di</strong>opatica talora gravemente invalidante.<br />

Tutte e tre le sperimentazioni sono condotte su scala nazionale. Nella prima il laboratorio <strong>di</strong><br />

malattie neurologiche è coor<strong>di</strong>natore dello stu<strong>di</strong>o; nelle altre due il laboratorio è una delle unità<br />

operative con compiti <strong>di</strong> partecipazione alla stesura del protocollo, <strong>di</strong> allestimento del modulo <strong>di</strong><br />

raccolta dati, <strong>di</strong> stesura e realizzazione del piano <strong>di</strong> analisi statistica, e <strong>di</strong> partecipazione alla<br />

stesura del rapporto scientifico finale.<br />

98<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Metabolismo dei Farmaci<br />

1-Aril-piperazine come metaboliti attivi <strong>di</strong> farmaci psicotropi<br />

L’interesse per questa problematica nasce dal fatto che il metabolismo dei farmaci a struttura<br />

fenilpiperazinica può includere la formazione <strong>di</strong> derivati 1-fenil-piperazinici. Questi metaboliti<br />

tendono a concentrarsi nel sistema nervoso centrale e possono pertanto contribuire o anche<br />

essere responsabili <strong>di</strong> particolari effetti farmacologici dei farmaci somministrati. La loro<br />

formazione assume particolare rilevanza anche in considerazione del fatto che alcune 1-fenilpiperazine<br />

sono considerate composti “psicoattivi” e come tali sono oggetto <strong>di</strong> abuso.<br />

Gli stu<strong>di</strong> più recenti hanno preso in considerazione alcuni farmaci e composti dotati <strong>di</strong> attività<br />

farmacologica a livello del sistema nervoso centrale, contenenti nella struttura una<br />

<strong>di</strong>cloro(sostituita)fenilpiperazina. Gli stu<strong>di</strong> hanno voluto verificare se questi derivati, ed in<br />

particolare quelli utilizzati in campo terapeutico, formano <strong>di</strong>clorofenilpiperazina (o meglio, uno<br />

dei suoi isomeri) nei modelli animali e nell’uomo. Infatti il potenziale metabolita è<br />

strutturalmente simile alla 1-(3-clorofenil)-piperazina (mClPP, mCPP), ben nota per le sue<br />

attività farmacologiche attribuibili a meccanismi serotoninergici, includendo un’azione agonista<br />

nei confronti dei recettori post-sinaptici 5-HT2.<br />

Dopo aver sviluppato una meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> cromatografia liquida abbinata alla spettrometria <strong>di</strong><br />

massa, abbiamo stu<strong>di</strong>ato la farmacocinetica dei vari derivati evidenziando che gli isomeri della<br />

<strong>di</strong>clorofenilpiperazina sostituiti in posizione 2,3, 2,4 e 2,5 si concentrano più dei composti<br />

precursori nel tessuto cerebrale del ratto. Nel caso dell’aripiprazolo, un nuovo antipsicotico<br />

contenente nella struttura la 1-(2,3-<strong>di</strong>chlorophenyl)-piperazine, il rapporto tra le concentrazioni<br />

cerebrali e quelle ematiche era <strong>di</strong> circa 5 per il farmaco precursore ma 26 per il metabolita.<br />

Conseguentemente il rapporto metabolita/farmaco allo steady state era più elevato nel cervello<br />

(circa 0.4, su base molare) che nel plasma (circa 0.08).<br />

In ogni caso, alle dosi terapeutiche la 1-(2,3-<strong>di</strong>clorofenil)-piperazina era presente come<br />

metabolita minore nel sangue dei pazienti. Anche considerando il <strong>di</strong>fferente grado <strong>di</strong> uptake<br />

cerebrale dei due composti questo portava alla conclusione che le concentrazioni del metabolita<br />

nel sito d’azione erano una frazione <strong>di</strong> quelle del farmaco precursore. Conseguentemente è<br />

ragionevole supporre che il metabolita 1-(2,3-<strong>di</strong>clorofenil)-piperazina contribuisce agli effetti<br />

farmacologici dell’ariprazolo nel ratto ma è probabilmente <strong>di</strong> minor importanza per gli effetti<br />

clinici nel paziente, pur considerando che questo richiederà altri stu<strong>di</strong> farmacocinetici e<br />

farmaco<strong>di</strong>namici anche in considerazione del fatto che numerosi fattori fisiologici e patologici<br />

potrebbero alterare il rapporto metabolita/farmaco nel sito d’azione.<br />

Componenenti attivi degli estratti <strong>di</strong> Hypericum perforatum: ruolo negli<br />

effetti <strong>di</strong> tipo antidepressivo<br />

La composizione chimica degli estratti <strong>di</strong> Hypericum perforatum (erba <strong>di</strong> S. Giovanni) è ben<br />

conosciuta ma rimangono incertezze sui componenti “attivi” e sui meccanismi attraverso i quali<br />

questi esplicano la loro azione farmacologica, con particolare riferimento agli effetti<br />

antidepressivo-simili. Anche se l’iperforina, il principale derivato acilfloroglucinolico, è<br />

particolarmente attivo nei test pre<strong>di</strong>ttivi <strong>di</strong> attività antidepressiva e nell’interagire con sistemi<br />

neurochimici implicati nella fisiopatologia della depressione, molti altri componenti sono dotati<br />

<strong>di</strong> attività farmacologica in vitro e in vivo nei modelli animali. Tra questi sono inclusi i<br />

biflavoni biapigenina ed in particolare amentoflavone che, sebbene presente in minore quantità<br />

negli estratti, è caratterizzato da una spiccata attività nei confronti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi sistemi<br />

neurochimici. Tuttavia, poco è conosciuto sul profilo farmacocinetico <strong>di</strong> questi flavonoi<strong>di</strong><br />

nell’uomo e nei modelli animali e questo complica l’interpretazione degli stu<strong>di</strong> sul loro ruolo<br />

nell’attività antidepressivo-simile degli estratti. Si è pertanto voluto verificare se i due biflavoni<br />

99<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

si rendono bio<strong>di</strong>sponibili e penetrano la barriera emotoencefalica dopo somministrazione degli<br />

estratti <strong>di</strong> Hypericum perforatum nei modelli animali utilizzati negli stu<strong>di</strong> farmacologici.<br />

Lo sviluppo <strong>di</strong> una specifica e sensibile meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> cromatografia liquida abbinata alla<br />

spettrometria <strong>di</strong> massa ha permesso <strong>di</strong> evidenziare che alle dosi farmacologiche degli estratti le<br />

concentrazioni raggiunte dalla biapigenina e dall’amentoflavone nel supposto sito d’azione<br />

sono particolarmente basse, rendendosi misurabili solo dopo somministrazione intraperitoneale<br />

dei composti come tali. Anche in questo caso comunque le concentrazioni raggiunte nel tessuto<br />

cerebrale erano nettamente inferiori alle concentrazioni dei biflavoni necessarie per interagire in<br />

vitro con i meccanismi monoaminergici e gli specifici sistemi recettoriali potenzialmente<br />

importanti nel me<strong>di</strong>are le azioni farmacologiche degli estratti a livello del sistema nervoso<br />

centrale. Questo è probabilmente correlabile alla scarsa capacità <strong>di</strong> questi ed altri flavonoi<strong>di</strong><br />

(composti decisamente polari) <strong>di</strong> oltrepassare la barriera emantocefalica e <strong>di</strong>stribuirsi nel<br />

sistema nervoso centrale. Questo suggerisce che biapigenina e amentoflavone rivestono un<br />

ruolo marginale negli effetti antidepressivo-simili degli estratti <strong>di</strong> Hypericum perforatum, pur<br />

considerando la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze tra le specie sia in termini farmacocinetici che<br />

farmaco<strong>di</strong>namici.<br />

Resistenza ai farmaci antidepressivi: stu<strong>di</strong> in modelli animali<br />

Il problema della resistenza ai farmaci antidepressivi coinvolge il 10-30% dei pazienti depressi,<br />

nonostante la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> farmaci oggi <strong>di</strong>sponibili. Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacogenetica hanno<br />

evidenziato la possibile relazione tra la risposta al trattamento con i farmaci antidepressivi più<br />

comunemente utilizzati, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, e il<br />

polimorfismo dei <strong>di</strong>versi geni che regolano la ricaptazione, la sintesi e il metabolismo della<br />

serotonina. In questo quadro, gli stu<strong>di</strong> sperimentali condotti fino ad oggi nei nostri laboratori<br />

hanno avuto fondamentalmente lo scopo <strong>di</strong> sviluppare un modello animale <strong>di</strong> “depressione<br />

resistente”, potenzialmente in grado <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are i fattori neurobiologici che determinano la<br />

risposta ai farmaci antidepressivi. Questo al fine <strong>di</strong> sviluppare strategie farmacologiche utili al<br />

potenziamento della risposta agli attuali farmaci antidepressivi. Gli stu<strong>di</strong> sperimentali sono<br />

condotti in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Neurochimica e Comportamento (R.W.<br />

Invernizzi), e il laboratorio <strong>di</strong> Psicofarmacologia Sperimentale (L. Cervo), ai quali si rimanda<br />

per la descrizione dei risultati preliminari.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neurochimica e Comportamento<br />

La “resistenza” ai farmaci antidepressivi<br />

Nonostante l’ampia gamma <strong>di</strong> farmaci <strong>di</strong>sponibili per la terapia della depressione, restano<br />

ancora insoluti il problema del ritardo con cui si instaura l’effetto antidepressivo e la scarsa o<br />

nulla risposta che si riscontra in un numero non trascurabile <strong>di</strong> pazienti. Poiché <strong>di</strong>versi ceppi <strong>di</strong><br />

topo mostrano sensibilità <strong>di</strong>fferente ai farmaci antidepressivi nel “forced swimming test”, un<br />

test largamente utilizzato per lo selezione <strong>di</strong> composti ad attività antidepressiva, è probabile che<br />

<strong>di</strong>fferenze genetiche influenzino la risposta antidepressiva.<br />

I meccanismi biologici della “resistenza” ai farmaci antidepressivi nel topo sono in stu<strong>di</strong>o in<br />

collaborazione con i Laboratori <strong>di</strong> “Psicofarmacologia Sperimentale” e “Metabolismo dei<br />

Farmaci”. I topi del ceppo C57BL/6 sono “responder” mentre i DBA/2 e BALB/c sono “nonresponder”<br />

ai farmaci antidepressivi che inibiscono selettivamente la ricaptazione <strong>di</strong> serotonina<br />

(SSRI) nel “forced swimming test”. La mancata risposta dei topi DBA/2 e BALB/c è<br />

probabilmente ascrivibile alla mutazione dell’enzima <strong>di</strong> sintesi della serotonina, la triptofano<br />

idrossilasi-2 (TPH-2), che comporta una ridotta capacità <strong>di</strong> sintetizzare il neurotrasmettitore.<br />

Indagini biochimiche hanno messo in luce che gli SSRI aumentano fortemente la <strong>di</strong>sponibilità<br />

100<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

sinaptica <strong>di</strong> serotonina nei topi “responder”, ma hanno un effetto modesto sulla nei topi portatori<br />

della mutazione <strong>di</strong> TPH-2. Questi risultati suggeriscono che <strong>di</strong>fetti nella sintesi <strong>di</strong> serotonina su<br />

base genetica contribuiscono all’efficacia degli SSRI. Sono in corso stu<strong>di</strong> per identificare i<br />

meccanismi molecolari legati alla risposta antidepressiva ed in<strong>di</strong>viduare strategie<br />

farmacologiche per ripristinare la risposta nei topi che non rispondono al solo SSRI.<br />

Modello animale <strong>di</strong> deficit cognitivo della schizofrenia: antipsicotici tipici<br />

e atipici<br />

Il deficit cognitivo è uno dei sintomi principali della schizofrenia. Questo deficit sembra essere<br />

in<strong>di</strong>pendente dai sintomi positivi, quali il delirio, le allucinazioni e la paranoia e con<strong>di</strong>ziona<br />

l’outcome funzionale dei pazienti. Gli antipsicotici tipici ed atipici sono in grado <strong>di</strong> controllare<br />

i sintomi positivi, ma gli antipsicotici atipici risultano più efficaci <strong>di</strong> quelli convenzionali sui<br />

deficit cognitivi dei pazienti schizofrenici. Noi abbiamo messo a punto un modello sperimentale<br />

<strong>di</strong> deficit cognitivo della schizofrenia nel ratto. A questo scopo abbiamo usato tecniche<br />

comportamentali con un alto grado <strong>di</strong> omologia a quelle utilizzate nei pazienti schizofrenici per<br />

determinare i deficit cognitivi. Inoltre, gli interventi farmacologici erano mirati a indurre<br />

<strong>di</strong>sfunzioni glutammatergiche localizzate ad aree cerebrali presumibilmente coinvolte nei deficit<br />

cognitivi dei pazienti schizofrenici. Precisamente abbiamo iniettato intracerebralmente (nella<br />

parte me<strong>di</strong>ale della corteccia prefrontale) un antagonista competitivo dei recettori NMDA del<br />

glutammato. Il deficit cognitivo indotto da questo trattamento era valutato usando un test <strong>di</strong><br />

attenzione e delle funzioni esecutive quale il 5-choice serial reaction time task (5-CSRTT) (test<br />

<strong>di</strong> scelte multiple continuative) ed era costituito da deficit <strong>di</strong> attenzione, impulsività e dalla<br />

compulsione alla ripetizione delle risposte. Questo profilo comportamentale nel 5-CSRTT è<br />

analogo a quello che si osserva nei pazienti schizofrenici. Questo modello è stato utilizzato per<br />

testare una serie <strong>di</strong> farmaci antipsicotici con <strong>di</strong>fferenti profili <strong>di</strong> affinità ai recettori<br />

dopaminergici D 2 e serotoninergici 5-HT 2A , 5-HT 2C e 5-HT 1A . I risultati <strong>di</strong>mostrano che questo<br />

modello <strong>di</strong> deficit cognitivo, è in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare gli antipsicotici tipici da quelli atipici<br />

sulla base dei loro effetti su aspetti <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> deficit comportamentale nel 5-CSRTT. Gli<br />

antipsicotici tipici <strong>di</strong>minuiscono in modo selettivo le risposte compulsive, mentre gli atipici<br />

<strong>di</strong>minuiscono l’impulsività senza alterare le risposte compulsive. Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> micro <strong>di</strong>alisi<br />

intracerebrale <strong>di</strong>mostrano che il deficit attenzionale indotto dagli antagonisti dei recettori<br />

NMDA è associato ad un eccesso <strong>di</strong> glutammato nella corteccia prefrontale me<strong>di</strong>ale e questo<br />

effetto è prevenuto dagli antipsicotici atipici.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neurologia Sperimentale<br />

Meccanismi biochimico-molecolari coinvolti nelle genesi e propagazione<br />

delle convulsioni e del danno neuronale ad esse associato: Ruolo delle<br />

molecole dell’infiammazione<br />

Stiamo stu<strong>di</strong>ando il ruolo <strong>di</strong> alcune citochine proinfiammatorie quali IL-1beta e TNF-alfa nella<br />

genesi e propagazione delle convulsioni e nei fenomeni neurodegenerativi ad esse associati. I<br />

nostri risultati sperimentali hanno fino ad ora <strong>di</strong>mostrato che l’attività epilettica induce la sintesi<br />

<strong>di</strong> varie molecole coinvolte nei processi infiammatori. IL-1beta ha proprietà proconvulsivanti<br />

mentre l’antagonista recettoriale <strong>di</strong> IL-1 e il TNF-alfa hanno proprietà anticonvulsivanti. Stiamo<br />

stu<strong>di</strong>ando quali <strong>di</strong> queste molecole oltre a modulare l’attività epilettica contribuiscono<br />

all’insorgenza del danno neuronale indotto dall’attività convulsiva. Stiamo inoltre stu<strong>di</strong>ando con<br />

approcci genetici e farmacologici quali siano i segnali intracellulari attivati da IL-1beta che<br />

me<strong>di</strong>ano i suoi effetti proconvulsivanti e proneurotossici.<br />

101<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Epilessia e sviluppo postnatale<br />

E’ noto che la suscettibilità alle convulsioni è maggiore nel bambino rispetto all’adulto e lo<br />

stesso fenomeno si manifesta nel ro<strong>di</strong>tore durante lo sviluppo postnatale. Ci prefiggiamo quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are quali siano i meccanismi coinvolti in maniera significativa nei cambiamenti <strong>di</strong><br />

suscettibilità alle convulsioni ed in particolare alla insorgenza del danno neuronale che si<br />

manifesta significativamente nel ratto solo dopo i primi 15 giorni <strong>di</strong> vita postnatale. I nostri<br />

stu<strong>di</strong> si stanno focalizzando principalmente sul coinvolgimento delle molecole <strong>di</strong><br />

infiammazione, sui processi <strong>di</strong> angiogenesi e sui cambiamenti <strong>di</strong> permeabilità della barriera<br />

emato-encefalica.<br />

Ruolo della barriera ematoencefalica nell’epilettogenesi<br />

Stiamo stu<strong>di</strong>ando come mo<strong>di</strong>ficazioni della permeabilità della barriera emato-encefalica e<br />

fenomeni <strong>di</strong> angiogenesi possano determinare un substrato <strong>di</strong> ipereccitabiltà neuronale che<br />

risulti in una aumentata suscettibilità alle convulsioni. Questo stu<strong>di</strong>o si rivolge particolarmente<br />

ai casi <strong>di</strong> epilessie sintomatiche che sono spesso associati ad un danno <strong>di</strong> barriera che precede<br />

l’evento convulsivo.<br />

Nuovi approcci terapeutici <strong>di</strong> gene transfer<br />

Questo stu<strong>di</strong>o riguarda l’utilizzo <strong>di</strong> vettori virali adeno-associati che introducano nel cervello<br />

geni con potenziale terapeutico e quin<strong>di</strong> risultino in una aumentata produzione <strong>di</strong> alcune<br />

proteine antiepilettiche in aree cerebrali specifiche. Stiamo utilizzando vettori adenovirali che<br />

veicolano il gene del neuropeptide Y nell’ippocampo del ratto. Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che la<br />

sovraespressione del transgene determina una ridotta attività epilettica nel ratto. Lo sviluppo <strong>di</strong><br />

questa linea <strong>di</strong> ricerca riguarda la possibilità <strong>di</strong> utilizzare vettori virali che possano inibire la<br />

comparsa e la ricorrenza delle convulsioni spontanee che insorgono dopo l’induzione <strong>di</strong> un<br />

danno acuto cerebrale (ad es. <strong>di</strong> tipo traumatico, eccitotossico, ischemico).<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica<br />

Valutazione dello stato <strong>di</strong> salute degli anziani residenti in Moltrasio<br />

I dati relativi ai soggetti esaminati (95% della popolazione inclu<strong>di</strong>bile) sono stati corretti ed<br />

elaborati in collaborazione con i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> base. La produzione dei risultati ha permesso <strong>di</strong><br />

stendere un rapporto relativo a tutto lo stu<strong>di</strong>o ed una sinossi de<strong>di</strong>cata soprattutto alla<br />

<strong>di</strong>vulgazione dei risultati dello stesso. La fornitura dei dati agli amministratori locali ha<br />

permesso <strong>di</strong> identificare quali fra i possibili interventi fossero più richiesti dalla popolazione<br />

anziana e <strong>di</strong> iniziare ad attivarli. Inoltre i risultati sono stati oggetto <strong>di</strong> una conferenza<br />

<strong>di</strong>vulgativa de<strong>di</strong>cata alla popolazione partecipante al progetto.<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> popolazione sulla prevalenza delle demenze nei gran<strong>di</strong> anziani<br />

In parallelo al progressivo aumento degli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> 80 e più anni all’interno della popolazione<br />

anziana (65+), il numero dei malati <strong>di</strong> demenza nella fascia <strong>di</strong> età 80+ rappresenta una frazione<br />

in continua crescita sul totale degli affetti. L’esclusione dagli stu<strong>di</strong>, come quasi sempre avviene,<br />

dei soggetti nelle classi <strong>di</strong> età più avanzate tende inevitabilmente a sottostimare il numero<br />

complessivo <strong>di</strong> affetti da demenza presenti nella popolazione. Per ovviare a questa lacuna è<br />

stato dunque avviato uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> popolazione (door-to-door) sulla prevalenza, l’incidenza, i<br />

fattori <strong>di</strong> rischio e la storia naturale delle demenze e dei deficit cognitivi associati<br />

all’invecchiamento in una popolazione <strong>di</strong> anziani con età maggiore <strong>di</strong> 80 anni residente in otto<br />

comuni in provincia <strong>di</strong> Varese. Lo stu<strong>di</strong>o beneficia <strong>di</strong> un grant della Fondazione Monzino.<br />

102<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Prevalenza dell’anemia in una popolazione anziana<br />

Negli anni precedenti abbiamo condotto uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> popolazione sulla prevalenza dell’anemia<br />

negli anziani <strong>di</strong> Biella <strong>di</strong> età compresa tra 65 e 84 anni in collaborazione con la ASL 12 <strong>di</strong><br />

Biella. Un analogo stu<strong>di</strong>o è stato esteso ai gran<strong>di</strong> anziani <strong>di</strong> Biella con 85 anni o più <strong>di</strong> età (n =<br />

1.775) per determinare la prevalenza dell’anemia (<strong>di</strong> grado lieve, moderato e grave) e gli effetti<br />

dell’anemia lieve, anche in questa fascia <strong>di</strong> popolazione anziana in rapida crescita.<br />

Valutazione <strong>di</strong> profili <strong>di</strong> rischio nei soggetti ospedalizzati in reparto<br />

geriatrico<br />

In collaborazione con il Servizio <strong>di</strong> Geriatria dell’Ospedale Beata Vergine <strong>di</strong> Mendrisio i<br />

soggetti ospedalizzati o ambulatoriali vengono valutati sotto il profilo neuropsicologico,<br />

funzionale e del movimento al fine <strong>di</strong> valutare l'impatto <strong>di</strong> questi fattori sulla salute e la<br />

progressione della malattia.<br />

Stu<strong>di</strong>o longitu<strong>di</strong>nale in pazienti affetti da MCI<br />

In collaborazione con il Servizio <strong>di</strong> Geriatria dell'Ospedale della Beata Vergine, Mendrisio,<br />

Svizzera, si è concluso il follow-up dei pazienti giunti consecutivamente all'osservazione in<br />

questi ultimi anni presso la Memory Clinic dell'Ospedale al fine <strong>di</strong> determinare il tasso <strong>di</strong><br />

conversione a demenza <strong>di</strong> tutti i soggetti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Mild Cognitive Impairment o<br />

Questionable Dementia (CDR 0.5) alla visita basale.<br />

Qualità dell’assistenza ai soggetti oncologici terminali<br />

Nel 1999 è stato avviato, in collaborazione con l’hospice “via <strong>di</strong> Natale Franco Gallini” <strong>di</strong> Aviano (PN),<br />

un progetto <strong>di</strong> ricerca che ha come obiettivo quello <strong>di</strong> valutare la qualità dell’assistenza durante l’ultimo<br />

periodo <strong>di</strong> vita dei malati accolti in hospice. Sono stati avviati uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo e uno prospettico.<br />

Il progetto prevede attualmente la valutazione dell’attività della struttura e l’addestramento del personale<br />

all’utilizzo della banca dati.<br />

Stu<strong>di</strong>o clinico controllato del Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o degli<br />

Antipsicotici <strong>di</strong> Seconda Generazione (GISAS)<br />

Lo stu<strong>di</strong>o prevede <strong>di</strong> valutare il profilo efficacia-tollerabilità <strong>di</strong> tre antipsicotici, aripiprazolo,<br />

olanzapina e aloperidolo, attraverso l’applicazione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno pragmatico sperimentale su<br />

circa 800 pazienti, che vengono identificati e randomizzati in 80 centri (10 per centro con<br />

me<strong>di</strong>amente 120.000 abitanti). Lo stu<strong>di</strong>o rappresenta il primo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni mai<br />

condotto in Italia su questo argomento. Sono stati messi a punto gli strumenti e le procedure per<br />

la conduzione delle <strong>di</strong>verse fasi dello stu<strong>di</strong>o e sono avviate le procedure <strong>di</strong> approvazione dei<br />

comitati etici, accanto all’attività <strong>di</strong> reclutamento dei centri e alla <strong>di</strong>vulgazione dello stu<strong>di</strong>o, del<br />

suo significato e della sua rilevanza nel contesto italiano e internazionale. I centri attualmente<br />

coinvolti sono 40, alcuni dei quali già attivi, altri in attesa <strong>di</strong> approvazione da parte dei comitati<br />

etici o in fase <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione del lavoro.<br />

Suici<strong>di</strong><br />

Due fronti sono aperti su questo tema: da una parte l’analisi degli andamenti temporali dei<br />

suici<strong>di</strong> nella popolazione italiana, attualmente con particolare attenzione ai suici<strong>di</strong> negli<br />

adolescenti e alle <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> genere. Dall’altra parte, è in corso <strong>di</strong> messa a punto uno stu<strong>di</strong>o<br />

multicentrico, “Elaborazione e sviluppo <strong>di</strong> iniziative preventive <strong>di</strong> riconosciuta efficacia per<br />

in<strong>di</strong>viduare e ridurre il rischio <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> tentato suici<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> depressione post-partum”,che<br />

mira a migliorare il riconoscimento, l’accoglienza, la quantificazione, e l’invio ai servizi<br />

appropriati dei casi <strong>di</strong> tentato suici<strong>di</strong>o arrivati ai servizi per l’emergenza. Si sta organizzando la<br />

rete dei servizi partecipanti. Al momento, lo stu<strong>di</strong>o prevede un’intervista strutturata ai<br />

responsabili dei Pronto Soccorso (PS) (già condotta in tre PS), la revisione delle cartelle cliniche<br />

delle persone presentatisi in PS per un tentato suici<strong>di</strong>o (già avviata in un PS), il confronto <strong>di</strong><br />

103<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

questi dati con quelli registrati nel sistema informativo dove questo esiste, l’introduzione <strong>di</strong><br />

co<strong>di</strong>ci specifici nel sistema informativo per le emergenze del Lazio, e il follow-up dei pazienti<br />

giunti in PS per un tentato suici<strong>di</strong>o.<br />

ProgresAcuti<br />

E’ proseguita l’analisi dei dati dei pazienti reclutati nella fase 2 dello stu<strong>di</strong>o sui Servizi<br />

Psichiatrici <strong>di</strong> Diagnosi e Cura (SPDC), in particolare relativamente agli esiti dei pazienti<br />

ricoverati per brevi perio<strong>di</strong>.<br />

Programma Innovativo Regionale. Progetto Empowerment<br />

Il Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>di</strong> Milano Niguarda procede nella realizzazione delle attività<br />

<strong>di</strong> sensibilizzazione alle tematiche dell’empowerment e della partecipazione degli utenti alla<br />

<strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> aspetti rilevanti per la gestione dei servizi <strong>di</strong> salute mentale e nell’istituzione <strong>di</strong><br />

momenti significativi <strong>di</strong> confronto tra operatori e utenti. Il progetto coinvolge tutti i servizi <strong>di</strong><br />

Milano. Sono stati pre<strong>di</strong>sposti strumenti per l’indagine delle aspettative e delle motivazioni<br />

degli operatori partecipanti al progetto (già applicati) e per l’autovalutazione che gli operatori<br />

fanno della loro stessa attività <strong>di</strong> sensibilizzazione e per la valutazione da parte degli operatori<br />

destinatari dell’attività <strong>di</strong> sensibilizzazione stessa. Prosegue inoltre la stu<strong>di</strong>o osservazionale<br />

prospettico sugli esiti dei pazienti nel progetto Reti Sociali Naturali, in cui utenti dei servizi<br />

psichiatrici vengono affidati secondo modalità concordate a persone quali vicini, conoscenti o<br />

amici per l’accompagnamento e il supporto in attività o momenti della giornata, ed è stata<br />

avviata la rilevazione prospettica dei dati sui pazienti che entrano in strutture della residenzialità<br />

leggera nei servizi <strong>di</strong> Milano.<br />

Il revolving door nelle strutture residenziali: monitoraggio e<br />

prefigurazione <strong>di</strong> strategie per il controllo<br />

Continuano la seconda e la terza fase del progetto, consistente nel follow-up dei percorsi<br />

assistenziali e degli esiti dei pazienti inseriti nelle strutture residenziali psichiatriche <strong>di</strong> quattro<br />

Unità Operative <strong>di</strong> Psichiatria a cui afferiscono circa 500.000 abitanti, e in due centri<br />

Fatebenefratelli. I pazienti finora inseriti sono stati 97 per la coorte dei <strong>di</strong>messi dalle strutture<br />

residenziali (vengono seguiti dal momento della <strong>di</strong>missione in poi, nei loro percorsi territoriali, i<br />

pazienti che via via vengono <strong>di</strong>messi) e 85 per la coorte degli ammessi nelle stesse strutture<br />

residenziali (i pazienti vengono seguiti a partire dal momento del ricovero lungo il loro percorso<br />

in struttura residenziale, e, se poi <strong>di</strong>messi nel corso dei due anni <strong>di</strong> osservazione, nel loro<br />

percorso territoriale) e si procede all’acquisizione e all’analisi delle valutazioni <strong>di</strong> monitoraggio<br />

semestrale per entrambe le coorti. Lo stu<strong>di</strong>o indaga gli esiti clinici e la sod<strong>di</strong>sfazione dei<br />

pazienti rispetto al ricovero in struttura residenziale, monitora il progetto terapeutico, i possibili<br />

ostacoli alla <strong>di</strong>missione e, per chi viene <strong>di</strong>messo, la qualità della tenuta sul territorio e i<br />

successivi nuovi ricoveri in struttura residenziale o in reparto per acuti.<br />

Creazione <strong>di</strong> un soggetto collettivo per l’autoaccre<strong>di</strong>tamento della qualità<br />

dei Gruppi Appartamento delle ASL 1 e 2 <strong>di</strong> Torino<br />

Nelle ASL 1 e 2 <strong>di</strong> Torino sono stati creati dei gruppi <strong>di</strong> lavoro composti <strong>di</strong> utenti dei gruppi<br />

appartamento, familiari, operatori degli stessi gruppi appartamento, e operatori dei servizi<br />

territoriali invianti ai gruppi appartamento con lo scopo <strong>di</strong> elaborare congiuntamente una griglia<br />

<strong>di</strong> valutazione con<strong>di</strong>visa da applicare annualmente da parte dei gruppi stessi per la<br />

classificazione e l’accre<strong>di</strong>tamento dei gruppi appartamento. Sono in corso <strong>di</strong> elaborazione i dati<br />

relativi alle consultazioni sulla qualità dei gruppi appartamento secondo utenti, familiari e<br />

operatori dei servizi territoriali invianti per poi procedere alla pre<strong>di</strong>sposizione della griglia <strong>di</strong><br />

valutazione, alla formazione al suo utilizzo e all’assegnazione dei punteggi ai gruppi<br />

appartamento da parte dei gruppi <strong>di</strong> lavoro.<br />

104<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

La sod<strong>di</strong>sfazione degli utenti dei servizi <strong>di</strong> salute mentale milanesi che<br />

ricevono interventi legati al Fondo Sociale<br />

Lo stu<strong>di</strong>o, commissionato dal Comune <strong>di</strong> Milano, che eroga ai Centri Psicosociali il fondo<br />

destinato a <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> supporto economico ai pazienti per cui lo si ritiene opportuno, si è<br />

strutturato in una parte relativa alla sod<strong>di</strong>sfazione degli utenti che ricevono supporto economico<br />

basato sul Fondo Sociale e una sulle caratteristiche degli utenti stessi, attraverso la<br />

somministrazione <strong>di</strong> un questionario <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione ai beneficiari del Fondo Sociale e la<br />

compilazione <strong>di</strong> una scheda sulle caratteristiche dei pazienti e della loro presa in carico. Sui 18<br />

Centri Psicosociali <strong>di</strong> Milano, 8 hanno fornito i dati per oltre il 70% dei soggetti destinatari del<br />

Fondo Sociale e 4 per meno del 50%. E’ stata valutata la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> 633 utenti e sono state<br />

le caratteristiche <strong>di</strong> 627 <strong>di</strong> essi.<br />

Progetto UNASAM-ISS. Progetto <strong>di</strong> miglioramento e valutazione in campo<br />

psichiatrico con la partecipazione attiva del volontariato<br />

Nel corso del primo semestre è stato messo a punto un questionario per la valutazione dei<br />

servizi psichiatrici territoriali da parte dei familiari, è stato <strong>di</strong>scusso nel corso <strong>di</strong> focus group con<br />

familiari provenienti da quattro regioni italiane e gruppi <strong>di</strong> familiari sono stati formati ai<br />

principi elementari della valutazione <strong>di</strong> qualità dei servizi sanitari e alle tecniche per la<br />

somministrazione degli strumenti. Da ottobre questi hanno avviato la rilevazione dei dati nei<br />

servizi. In totale, hanno condotto la rilevazione dei dati per tre mesi 100 familiari in 41 servizi<br />

<strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a, Emilia-Romagna, Lazio e Sardegna. A fine <strong>2007</strong>, avevano raccolto 1450<br />

questionari.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso<br />

Ruolo <strong>di</strong> aspetti specifici della risposta infiammatoria nel danno da<br />

ischemia/riperfusione<br />

Nostri stu<strong>di</strong> precedenti hanno mostrato che il complemento ed i sistemi infiammatori ad esso<br />

relati, quali il sistema <strong>di</strong> contatto/chinine e quello fibrinolitico possono costituire nuovi target<br />

terapeutici nel trattamento del danno ischemico. Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che il C1-INH, un<br />

inibitore serin-proteasico endogeno che agisce da inibitore primario del sistema del<br />

complemento e <strong>di</strong> quello delle chinine, migliora significativamente i deficit neurologici e il<br />

volume d'infarto in modelli <strong>di</strong> ischemia cerebrale transiente e permanente. Abbiamo<br />

approfon<strong>di</strong>to ulteriormente questo dato verificando la sua efficacia in <strong>di</strong>versi ceppi <strong>di</strong> topi (che<br />

hanno un <strong>di</strong>verso livello <strong>di</strong> espressione del complemento) e definendo la dose-risposta e la<br />

finestra temporale della sua efficacia. Dato che C1-INH può agire su <strong>di</strong>versi substrati, abbiamo<br />

valutato il coinvolgimento delle <strong>di</strong>verse vie <strong>di</strong> attivazione del complemento e quello <strong>di</strong> altri<br />

sistemi quali il sistema delle chinine e quello della coagulazione. Per esplorare i meccansimi <strong>di</strong><br />

neuroprotezione attivati dal C1-INH abbiamo inoltre stu<strong>di</strong>ato l'espressione (mRNA e proteine)<br />

<strong>di</strong> molecole infiammatorie tra cui citochine, molecole <strong>di</strong> adesione, isoforme <strong>di</strong> NO sintasi e<br />

markers <strong>di</strong> apoptosi. I risultati ottenuti mostrano che: i) il C1-INH esercita un effetto<br />

neuroprotettivo molto marcato, inducendo una <strong>di</strong>minuzione fino al 90% della lesione ischemica<br />

con un’ampia finestra terapeutica; ii) il C1-INH induce un’inibizione del reclutamento<br />

cellulare, dell’infiammazione e dell’apoptosi; iii) la neuroprotezione indotta dal C1-INH e’<br />

almeno in parte in<strong>di</strong>pendente dall’inibizione della via classica del complemento e altre vie <strong>di</strong><br />

attivazione del complemento, altri sistemi infiammatori come quello del contatto/chinine, o il<br />

controllo <strong>di</strong>eventi trombotici associati al danno da ischemia/riperfusione possono essere<br />

coinvolti nella sua potente azione protettiva (De Simoni et al. 2003; De Simoni et al. 2004;<br />

Storini et al. 2005; Storini et al. 2006). Il C1-INH, che e’ attualmente utilizzato in clinica come<br />

105<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

terapia sostitutiva in pazienti geneticamente carenti <strong>di</strong> C1-INH, costituisce dunque<br />

un’importante prospettiva terapeutica per l’ictus. Gli stu<strong>di</strong> in corso sono volti all’ulteriore<br />

definizione dei meccanismi con cui C1-INH esercita il suo potente effetto protettivo.<br />

Le cellule staminali nell’approccio terapeutico dell'ischemia cerebrale<br />

Scopo <strong>di</strong> questo progetto e' <strong>di</strong> valutare l’efficacia dell’infusione <strong>di</strong> cellule staminali neurali<br />

ottenute da neurosfere (MSC) nel ridurre il danno ischemico istologico e comportamentale e <strong>di</strong><br />

indagare i meccanismi alla base <strong>di</strong> questa protezione. MSC, ottenute da topi neonati, vengono<br />

infuse in topi singenici in cui l’ischemia cerebrale focale viene ottenuta me<strong>di</strong>ante occlusione<br />

dell’arteria cerebrale me<strong>di</strong>a. A <strong>di</strong>versi tempi e fino a 14 giorni dall’infusione abbiamo stu<strong>di</strong>ato<br />

la <strong>di</strong>stribuzione e il fenotipo delle cellule infuse, la neurodegenerazione, i deficit<br />

comportamentali, l’espressione <strong>di</strong> citochine e <strong>di</strong> fattori trofici, l’attivazione della microglia. I<br />

risultati ottenuti hanno mostrato che: i) le MSC riducono significativamente il danno da<br />

ischemia/riperfusione <strong>di</strong>minuendo la per<strong>di</strong>ta neuronale e prevenendo i deficit funzionali relativi<br />

al comportamento esploratorio e all’attivtà sensorimotoria; ii) inducono una risposta rapida: 24h<br />

dopo l’infusione sono in grado <strong>di</strong> attivare la trascrizione <strong>di</strong> citochine, fattori trofici e fattori<br />

angiogenetici; questi fattori non sono attivati a tempi più lunghi o se le cellule vengono infuse a<br />

7 giorni dall’ischemia; iii) l’effetto protettivo delle MSC in questo modello sembra essere<br />

dovuto principalmente all’induzione <strong>di</strong> questi fattori; iv) l’attivazione delle cellule microgliali<br />

contribuisce alla protezione osservata; v) la persistenza delle MSC nel tessuto cerebrale è<br />

favorita dall’ambiente ischemico (Capone et al, <strong>2007</strong>). Gli stu<strong>di</strong> attualmente in corso sono volti<br />

a : 1) definire i meccanismi <strong>di</strong> “homing” delle cellule staminali infuse nel cervello leso; 2)<br />

analizzare il fenotipo protettivo della microglia; 3) definire le mo<strong>di</strong>ficazioni precoci indotte<br />

dalle cellule staminali nel tessuto cerebrale leso.<br />

Identificazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori e meccanismi della tolleranza ischemica<br />

nell’ischemia cerebrale<br />

Stu<strong>di</strong> recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che la morte cellulare indotta da danno ischemico può essere<br />

ridotta se un episo<strong>di</strong>o ischemico <strong>di</strong> lieve entità precede <strong>di</strong> alcune ore o alcuni giorni l’insulto<br />

ischemico severo. Questo fenomeno è noto come precon<strong>di</strong>zionamento ischemico (IPC) e la<br />

protezione che si ottiene, tolleranza ischemica (IT). Sono stati descritti <strong>di</strong>versi modelli <strong>di</strong><br />

induzione <strong>di</strong> IPC ma le basi molecolari <strong>di</strong> questa neuroprotezione non sono ancora state<br />

identificate e manca tutt’ora un quadro chiaro dei meccanismi necessari all’instaurarsi del IPC.<br />

Il progetto si propone <strong>di</strong>: i) stu<strong>di</strong>are le caratteristiche <strong>di</strong> IT indotta da una breve ischemia<br />

transitoria (TIA) in modelli sperimentali <strong>di</strong> ischemia cerebrale; ii) <strong>di</strong> chiarire i pathways e i<br />

me<strong>di</strong>atori coinvolti e che possono quin<strong>di</strong> rappresentare possibili target terapeutici; iii) <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>are l’effetto <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> queste sostanze in modelli in vitro ed in vivo <strong>di</strong> ischemia.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> IPC rappresenta uno strumento importante per identificare possibili meccanismi<br />

protettivi endogeni con l’obiettivo <strong>di</strong> indurne il potenziamento nell’ambito <strong>di</strong> nuove strategie<br />

terapeutiche per l’ictus.<br />

Barriera emato-encefalica e precon<strong>di</strong>tioning<br />

Sebbene la maggior parte degli stu<strong>di</strong> siano focalizzati sugli effetti neuronali nel precon<strong>di</strong>tioning<br />

ischemico (IPC, ve<strong>di</strong> sopra), dati recenti suggeriscono che IPC riduce anche il danno al livello<br />

della componente vascolare. Le cellule endoteliali presenti nei vasi cerebrali costituiscono la<br />

barriera emato-encefalica (BBB) assieme ad astrociti, periciti e microglia. L’integrità <strong>di</strong> questa<br />

struttura complessa è essenziale per il mantenimento dell’ambiente cerebrale e la sua<br />

<strong>di</strong>sfunzione è coinvolta nella patogenesi dell’ictus.<br />

Il focus principale <strong>di</strong> questa linea <strong>di</strong> ricerca è l’identificazione <strong>di</strong> possibili pathway/me<strong>di</strong>atory<br />

protettivi endogeni attivati a livello della BBB nel corso <strong>di</strong> IPC. A questo scopo abbiamo messo<br />

a punto un modello bi<strong>di</strong>mensionale in vitro <strong>di</strong> BBB costituito da co-colture <strong>di</strong> cellule endoteliali<br />

106<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

e gliali murine. Questo modello presenta le caratteristiche delle BBB: presenza <strong>di</strong> giunzioni<br />

stette (tight junctions), alti valori <strong>di</strong> resistenza elettrica transendoteliale, valori tipici <strong>di</strong><br />

permeabilità paracellulare e transcellulare. Lo stu<strong>di</strong>o prevede <strong>di</strong>: i) stu<strong>di</strong>are le mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

delle caratteristiche della BBB e dell’espressione proteica in seguito ad IPC ex-vivo; ii)<br />

identificare me<strong>di</strong>atori e pathway dell’IPC a livello della BBB.<br />

Stu<strong>di</strong>o dei meccanismi patogenetici nel danno da contusione cerebrale<br />

Il danno da trauma cranico è il risultato <strong>di</strong> un insulto primario (irreversibile e dovuto alle<br />

conseguenze biomeccaniche dell’impatto) e <strong>di</strong> eventi cellulari e molecolari che sono attivati<br />

dopo pochi minuti dall’evento e che interagiscono in modo complesso determinando la morte o<br />

la sopravvivenza dei neuroni. A questi processi si possono sovrapporre insulti secondari che<br />

peggiorano il danno finale anatomico e funzionale. La lesione evolve nel corso <strong>di</strong> giorni<br />

rendendo possibile, almeno in teoria, un intervento terapeutico. Abbiamo recentemente messo a<br />

punto un modello murino <strong>di</strong> contusione corticale controllata (CCI) che induce un danno<br />

riproducibile e che riassume <strong>di</strong>versi aspetti della contusione cerebrale nell’uomo tra cui<br />

l’aumento della pressione endocranica, le mo<strong>di</strong>ficazioni della reattività cerebrovascolare<br />

(ipoperfusione regionale), l’edema cerebrale, il danno corticale e ippocampale responsabili dei<br />

deficit neurologici e del deterioramento cognitivo. Dato che il trauma cranico è una delle<br />

principali cause <strong>di</strong> morte e <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà permanente nei paesi industrializzati, ed a tutt'oggi non<br />

esistono terapie efficaci nella maggior parte dei pazienti affetti da questa patologia, la<br />

comprensione dei meccanismi che portano alla morte dei neuroni o alla loro sopravvivenza è un<br />

obiettivo primario della ricerca.<br />

Questa linea <strong>di</strong> ricerca si propone <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are: 1) la risposta infiammatoria indotta da TBI in topi<br />

geneticamente mo<strong>di</strong>ficati al fine <strong>di</strong> comprendere il ruolo <strong>di</strong> geni specifici; 2) i meccanismi<br />

cellulari e molecolari alla base della vulnerabilità post-traumatica all’insulto secondario; 3)<br />

l’attivazione <strong>di</strong> possibili risposte protettive e <strong>di</strong> precon<strong>di</strong>tioning; 4) nell’ambito <strong>di</strong> una ricerca<br />

translazionale, i meccanismi molecolari <strong>di</strong> danno e recupero nel modello animale e in campioni<br />

<strong>di</strong> tessuto cerebrale umano ottenuto da pazienti nel corso della rimozione della contusione<br />

cerebrale<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia Molecolare<br />

Stu<strong>di</strong>o dei meccanismi patogenici della Sclerosi Laterale Amiotrofica<br />

Ruolo dell’aggregazione proteica<br />

Una delle caratteristiche patologiche della SLA è l’accumulo <strong>di</strong> aggregati proteici nei corpi<br />

cellulari e negli assoni dei motoneuroni. La nostra ipotesi è che l’alterazione del sistema<br />

ubiquitina/proteasoma sia responsabile <strong>di</strong> tale fenomeno, stiamo quin<strong>di</strong> cercando <strong>di</strong> capire se a<br />

livello cellulare sono rilevabili alterazioni dell’attività del proteasoma. A tale scopo abbiamo<br />

utilizzato dei topi transgenici UbG76V-GFP che esprimono una proteina <strong>di</strong> fusione che<br />

funziona come reporter per l’attività del proteasoma (gentilmente avuti dal Dr. Nico Dantuma of<br />

the Karolinska Institute), incrociati con i topi SOD1G93A, un modello <strong>di</strong> SLA familiare. Il<br />

progetto si è recentemente concluso con i seguenti risultati: nei topi doppi transgenici allo sta<strong>di</strong>o<br />

sintomatico, alcuni motoneuroni con caratteristiche neuropatologiche quali la vacuolizzazione e<br />

l’accumulo <strong>di</strong> neurofilamenti fosforilati mostrano un aumento dell’immunoreatività <strong>di</strong> GFP<br />

in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sfunzione del proteasoma. L’accumulo <strong>di</strong> GFP nei motoneuroni, tuttavia, non si<br />

evidenzia nei topi prima dell’esor<strong>di</strong>o dei sintomi in<strong>di</strong>cando che questo fenomeno<br />

probabilmente non gioca un ruolo importante nella patogenesi delle malattia ma può contribuire<br />

alla sua rapida progressione. I risultati sono raccolti nella tesi <strong>di</strong> laurea in CTF della Dr.ssa<br />

Marino, nella tesi <strong>di</strong> PhD della Dr.ssa Cheroni e in un manoscritto in fase <strong>di</strong> sottomissione alla<br />

rivista J. Neuroscience.<br />

107<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Inoltre, in collaborazione con l’Unità <strong>di</strong> Proteomica del <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Molecular Biochemistry<br />

and Pharmacology stiamo continuando lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> identificazione delle proteine insolubili che<br />

compongono gli aggregati, isolate dal midollo spinale dei topi SOD1G93A a <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> della<br />

malattia, per caratterizzarne il loro ruolo nella patogenesi della malattia. I risultati sono raccolti<br />

nella tesi <strong>di</strong> laurea <strong>di</strong> PhD della Dr.ssa Manuela Basso (Unità <strong>di</strong> Proteomica)<br />

Ruolo dei recettori AMPA del glutammato.<br />

Nell’ambito dello stu<strong>di</strong>o sulla suscettibilità dei motoneuroni all’attivazione dei recettori AMPA<br />

del glutammato, abbiamo ottenuto nuovi dati a conferma <strong>di</strong> una possibile alterazione nella<br />

regolazione intracellulare della subunità GluR2 che riveste un ruolo importante nell’omeostasi<br />

del calcio in queste cellule. In particolare abbiamo osservato che la proteina GRIP-1 e l’alsina ,<br />

due proteine la cui interazione determina un effetto <strong>di</strong> stabilizzazione della subunità GluR2 alla<br />

membrana, sono aumentate nei motoneuroni dei topi SOD1G93A allo sta<strong>di</strong>o presintomatico.<br />

Questi dati avvalorano l’ipotesi <strong>di</strong> un tentativo da parte dei motoneuroni <strong>di</strong> proteggersi<br />

dall’eccitotossicità aumentando la funzione in membrana della subunità GluR2. L’alsina è una<br />

proteina la cui mutazione genica è responsabile <strong>di</strong> una forma giovanile <strong>di</strong> SLA. Questi risultati<br />

fanno ipotizzare un possibile coinvolgimento <strong>di</strong> questa proteina nella patogenesi anche <strong>di</strong> altre<br />

forme <strong>di</strong> SLA.<br />

Per entrare più nel merito <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong>namici che coinvolgono questi processi è in sviluppo<br />

uno stu<strong>di</strong>o su colture cellulari primarie ottenute da SOD1G93A che verranno analizzate con<br />

tecniche <strong>di</strong> live imaging.<br />

Stu<strong>di</strong> in vitro dell’ interazione neuroni-glia<br />

L’interazione neuroni glia riveste un ruolo importante nei meccanismi infiammatori e <strong>di</strong><br />

eccitotossicità che portano alla degenerazione dei motoneuroni. Per questo abbiamo messo a<br />

punto un para<strong>di</strong>gma in vitro costituito da co-colture <strong>di</strong> neuroni e astrociti prelevati da midollo<br />

spinale dei topi transgenici SOD1G93A o non transgenici. Abbiamo osservato che i<br />

motoneuroni degenerano in modo selettivo quando SOD1 mutata è espressa solo in astrociti,<br />

solo a livello neuronale o in entrambe le popolazioni cellulari, suggerendo un ruolo attivo da<br />

parte delle cellule gliali in questo processo. Inibitori selettivi <strong>di</strong> p38MAPK hanno mostrato un<br />

effetto protettivo sulla sopravvivenza moto neuronale avvalorando l’ipotesi derivante dagli stu<strong>di</strong><br />

in vivo <strong>di</strong> un ruolo importante <strong>di</strong> questa proteina nella patogenesi della SLA. Non abbiamo<br />

invece osservato alterazioni dell’attivazione e del rilascio <strong>di</strong> TNF alpha nel nostro sistema<br />

facendo ipotizzare un possibile ruolo della microglia/macrofagi nell’aumento <strong>di</strong> questa citochina<br />

in vivo. Ulteriori stu<strong>di</strong> sono in atto per valutare il coinvolgimento <strong>di</strong> altre citochine<br />

infiammatorie e la loro interazione con i meccanismi <strong>di</strong> eccito tossicità.<br />

Stu<strong>di</strong>o sulla comunicazione axo-nucleare nei motoneuroni <strong>di</strong> modelli fALS.<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è capire se e come le alterazioni della comunicazione tra l’assone e il<br />

nucleo contribuiscono alla degenerazione dei motoneuroni e/o se sia possibile utilizzare tale<br />

sistema per veicolare una terapia genica neuroprotettiva dai nervi <strong>di</strong>rettamente ai motoneuroni.<br />

Per questo abbiamo effettuato un’analisi dell’espressione <strong>di</strong> alcune proteine implicate nel<br />

trasporto retrogrado dall’assone al nucleo dei neuroni a livello del midollo spinale e dei nervi<br />

sciatico e frenico dei topi SOD1G93A. In particolare abbiamo focalizzato la nostra attenzione<br />

all’analisi della importina beta che svolge un ruolo importante a livello assonale nell’<br />

assemblamento della <strong>di</strong>neina e <strong>di</strong> altre proteine <strong>di</strong> segnale che devono essere rapidamente<br />

trasportate al nucleo in seguito a una lesione assonale. Nel midollo spinale ed in particolare<br />

quando i motoneuroni mostrano un chiaro segno <strong>di</strong> degenerazione, quali l’accumulo <strong>di</strong><br />

neurofilamenti fosforilati, l’immunoreattività per importina beta appare più elevata nel nucleo<br />

rispetto al citoplasma facendo ipotizzare ad un segnale <strong>di</strong> risposta della sofferenza assonale in<br />

questi animali. Anche nel nervo sciatico dei topi SOD1G93A allo sta<strong>di</strong>o presintomatico,<br />

108<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

analizzati me<strong>di</strong>ante immunoistochimica abbiamo osservato un aumento <strong>di</strong> questa proteina.<br />

Rimane da stabilire se si tratta <strong>di</strong> un accumulo per ridotto trasporto causato dalla presenza della<br />

SOD1 mutata o da una aumentata sintesi proteica locale indotta dalla sofferenza dell’assone.<br />

Stiamo ora verificando questo risultato sull’estratto <strong>di</strong> assoplasma del nervo sciatico e frenico<br />

proveniente da ratti portatori della mutazione SOD1G93A che ci permettono <strong>di</strong> ottenere<br />

maggiori quantità <strong>di</strong> materiale da analizzare. Questi ratti che sviluppano un fenotipo patologico<br />

simile a quello dei topi sono stati da poco introdotti nel nostro laboratorio.<br />

Interventi terapeutici nel modello murino <strong>di</strong> SLA<br />

Sviluppo <strong>di</strong> terapie geniche per la protezione dei motoneuroni<br />

Dagli stu<strong>di</strong> eseguiti sinora per capire i meccanismi responsabili della degenerazione dei<br />

motoneuroni nei topi transgenici per la SOD1 mutata è risultato che nei motoneuroni <strong>di</strong> questi<br />

topi vengono attivati precocemente dei segnali <strong>di</strong> morte cellulare associati alla cascata delle<br />

MAP chinasi mentre non vengono attivati i segnali <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, come ad esempio quello me<strong>di</strong>ato<br />

da PI3K/Akt. Sulla base <strong>di</strong> queste osservazioni abbiamo quin<strong>di</strong> pensato <strong>di</strong> sviluppare un<br />

intervento <strong>di</strong> protezione dei motoneuroni attraverso due strategie combinate. Una mirata allo<br />

sviluppo <strong>di</strong> trattamenti capaci <strong>di</strong> inibire la via intracellulare delle MAP kinasi e l’altra in grado<br />

<strong>di</strong> stimolare i meccanismi intracellulari <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa della cellula. Per la prima sono stati sviluppati<br />

vettori virali per veicolare degli shRNA contro p38. Tests preliminari condotti in vitro, su<br />

colture neuronali e/o astrocitarie, hanno permesso <strong>di</strong> selezionare delle sequenze shRNA in grado<br />

<strong>di</strong> silenziare selettivamente l’espressione <strong>di</strong> p38, e <strong>di</strong> inibirne la attivazione in seguito a<br />

stimolazione da citochine.<br />

Per la seconda strategia sono stati sviluppati dei vettori virali che esprimono la forma attivata <strong>di</strong><br />

Akt, importante per inibire i processi <strong>di</strong> morte della cellula. Attualmente sono in corso stu<strong>di</strong> per<br />

<strong>di</strong>rezionare selettivamente l’espressione <strong>di</strong> Akt nei motoneuroni del midollo spinale.<br />

Stu<strong>di</strong> mirati all’identificazione <strong>di</strong> biomarkers per la <strong>di</strong>agnosi e la<br />

progressione della malattia nell’uomo<br />

Il tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi della SLA dall’inizio dei sintomi è <strong>di</strong> circa un anno, un tempo molto lungo<br />

se si considera che la prognosi, invariabilmente infausta, è <strong>di</strong> circa 2-5 anni. Ciò si riflette<br />

negativamente sulla possibilità <strong>di</strong> un tempestivo intervento terapeutico. L’identificazione <strong>di</strong><br />

marcatori precoci della malattia rappresenta dunque un importante avanzamento nella <strong>di</strong>agnosi e<br />

nella cura <strong>di</strong> questa malattia.<br />

In collaborazione con il <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> neurologia della Fondazione Salvatore Maugeri,<br />

IRCCS, <strong>di</strong> Pavia abbiamo avviato una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> mirati ad indagare, me<strong>di</strong>ante analisi<br />

proteomica, il profilo proteico nei PBMC e nel CSF <strong>di</strong> soggetti affetti da SLA a <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong><br />

della patologia in confronto ad in<strong>di</strong>vidui sani. Sinora sono state evidenziate me<strong>di</strong>ante analisi su<br />

gel bi<strong>di</strong>mensionale una serie <strong>di</strong> proteine interessanti che potrebbero svolgere un ruolo nel<br />

decorso della malattia e servire quin<strong>di</strong> come biomarkers. Attualmente stiamo validando queste<br />

osservazioni su una popolazione più numerosa <strong>di</strong> pazienti me<strong>di</strong>ante western blot mono<br />

<strong>di</strong>mensionale. Inoltre stiamo verificando se queste proteine risultano alterate anche nei PBMC e<br />

CSF del modello dei ratti transgenici SOD1G93A. Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo modello in fase<br />

presintomatica potrà fornirci più precise informazioni riguardo ai meccanismi patogenetici della<br />

malattia.<br />

In parallelo, stiamo inoltre completando l’analisi delle proteine nitrate nelle cellule del sangue<br />

periferico e nel CSF <strong>di</strong> pazienti affetti da SLA rispetto a quelle <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui sani. La nitrazione<br />

delle proteine a carico della tirosina e’ considerata un meccanismo <strong>di</strong> danno ossidativo che<br />

altera la funzione delle proteine determinando la loro inattivazione o l’acquisizione <strong>di</strong> nuove<br />

funzioni tossiche (gain of function).<br />

109<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Inoltre, essendo la SLA una malattia che coinvolge anche il muscolo scheletrico, in<br />

collaborazione con il <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Neurologia dell’ <strong>Istituto</strong> Auxologico, IRCCS <strong>di</strong> Milano<br />

stiamo portando a termine uno stu<strong>di</strong>o mirato all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> potenziali in<strong>di</strong>catori specifici<br />

<strong>di</strong> malattia nei muscoli scheletrici (gastrocnemio e tricipite) dei topi SOD1G93A in fase<br />

presintomatica e sintomatica, me<strong>di</strong>ante analisi genomica e proteomica. I risultati hanno mostrato<br />

una serie <strong>di</strong> geni e proteine <strong>di</strong>fferenzialmente espressi in relazione allo sta<strong>di</strong>o della malattia che<br />

potrebbero essere utili biomarcatori per una precoce <strong>di</strong>agnosi e per la prognosi della malattia. Il<br />

manoscritto che riporta questi dati e’ in fase <strong>di</strong> preparazione.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Psicofarmacologia Sperimentale<br />

Basi neuronali del consumo, del “drug craving” e del “relapse”<br />

nell’assunzione <strong>di</strong> sostanze d’abuso<br />

Il “drug craving”, definito come il desiderio irresistibile <strong>di</strong> riprovare gli effetti <strong>di</strong> sostanze<br />

psicoattive precedentemente sperimentate, rimane un problema chiave nella ricerca <strong>di</strong> agenti<br />

terapeutici in grado <strong>di</strong> prevenire la ricaduta nel consumo <strong>di</strong> sostanze d’abuso. Nel tentativo <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare i meccanismi neurochimici che possono portare alla ricaduta dopo un periodo <strong>di</strong><br />

astinenza, si sono messi a punto alcuni modelli sperimentali <strong>di</strong> assunzione e <strong>di</strong> “relapse”<br />

(ricaduta) indotto dalla presentazione <strong>di</strong> stimoli ambientali associati all’autosomministrazione<br />

della sostanza d’abuso. Stu<strong>di</strong>ando la cocaina, si è <strong>di</strong>mostrato che agonisti al recettore<br />

serotoninergico del tipo 2C e antagonisti non selettivi ai recettori degli oppiacei sono in grado <strong>di</strong><br />

modulare, in ratti <strong>di</strong>sintossicati, i comportamenti <strong>di</strong> ricerca della sostanza d’abuso lasciando<br />

inalterato il comportamento <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> rinforzatori nutritivi piacevoli quali lo zucchero.<br />

Resistenza ai farmaci antidepressivi: stu<strong>di</strong> sperimentali e clinici<br />

Il progetto svolto in collaborazione con i Laboratori <strong>di</strong> Neurochimica e Comportamento (R.W.<br />

Invernizzi), Metabolismo dei Farmaci (Silvio Caccia) e Biologia delle Malattie<br />

Neurodegenerative (Gianluigi Forloni) ha come obiettivo lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi biologici alla<br />

base della risposta ai farmaci antidepressivi allo scopo <strong>di</strong> produrre nuove strategie terapeutiche<br />

per i soggetti che non rispondono alla terapia. Utilizzando il “forced swimming test”, un test<br />

pre<strong>di</strong>ttivo dell’attività antidepressiva, si è <strong>di</strong>mostrato che i topi DBA/2J e BALB/c non<br />

rispondono ai bloccanti della ricaptazione <strong>di</strong> serotonina (SSRI) quali citalopram e paroxetina.<br />

La mancata risposta è probabilmente dovuta ad una mutazione dell’enzima <strong>di</strong> sintesi della<br />

serotonina, la triptofano idrossilasi-2, che comporta una ridotta capacità <strong>di</strong> sintetizzare il<br />

neurotrasmettitore. Si è inoltre <strong>di</strong>mostrato che in questi ceppi <strong>di</strong> topo sono presenti <strong>di</strong>fferenze<br />

sia nel rilascio fisiologico <strong>di</strong> serotonina extracellulare nella corteccia prefrontale me<strong>di</strong>ale e<br />

nell’ippocampo che in quello indotto dagli SSRI. Stu<strong>di</strong> sperimentali sono in corso per<br />

determinare se la mancata risposta all’effetto <strong>di</strong> tipo-antidepressivo sia peculiare per gli SSRI o<br />

comune ad altre classi <strong>di</strong> farmaci antidepressivi. Inoltre si sta valutando se la mancanza <strong>di</strong><br />

attività degli SSRI sia rilevabile stu<strong>di</strong>ando effetti farmacologici <strong>di</strong>versi da quelli <strong>di</strong> tipo<br />

antidepressivo<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi<br />

per l'Anziano<br />

Intervento integrato per razionalizzare l’uso dei farmaci da parte del<br />

me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale (MMG) nella ASL <strong>di</strong> Bergamo<br />

Lo stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> valutare l’impatto <strong>di</strong> un intervento integrato ospedale-territotio sulla<br />

razionalizzazione dell’uso dei farmaci da parte del MMG nella ASL <strong>di</strong> Bergamo. L’intervento si<br />

110<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

articola in azioni <strong>di</strong> formazione e aggiornamento su 4 aree critiche: la terapia dell’ipertensione,<br />

l’uso dei FANS e dei COXIB, l’uso degli inibitori della pompa protonica e degli antimicrobici.<br />

Per valutare le prescrizioni nelle 4 aree critiche e elaborare linee guida <strong>di</strong> comportamento<br />

pratico si sono attivati gruppi <strong>di</strong> lavoro multi<strong>di</strong>sciplinari composti da MMG, me<strong>di</strong>ci ospedalieri,<br />

gli specialisti, i farmacisti e i farmacologi.<br />

Valutazione della prevalenza e rilevanza clinica delle interazioni tra<br />

farmaci negli anziani<br />

Da una analisi relativa ai dati <strong>di</strong> prescrizione della ASL <strong>di</strong> Lecco per l’anno 2003, è emerso che<br />

il 15.5% dei pazienti erano esposti ad associazione <strong>di</strong> farmaci potenzialmente a rischio <strong>di</strong><br />

interazioni (60.8% donne). Sono emerse un totale <strong>di</strong> 13.520 potenziali interazioni relative<br />

principalmente a farmaci car<strong>di</strong>ovascolari (56.8% del totale). I principi attivi più frequentemente<br />

coinvolti sono risultati: la <strong>di</strong>gossina, l’enalapril, l’associazione idroclorotiazide+amiloride, la<br />

furosemide e l’acido acetilsalicilico.<br />

Stu<strong>di</strong>o dell’esposizione ai farmaci degli anziani in Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

In uno stu<strong>di</strong>o in collaborazione con la Direzione Generale Sanità della Regione<br />

Lombar<strong>di</strong>a, da analisi relative all’anno 2003 e alla ASL <strong>di</strong> Lecco, 50324 anziani (età ≥<br />

65 anni) avevano avuto almeno una prescrizione, per un totale <strong>di</strong> 974.002 prescrizioni.<br />

In me<strong>di</strong>a ogni paziente aveva ricevuto 19.2 prescrizioni. I farmaci car<strong>di</strong>ovascolari erano<br />

quelli maggiormente prescritti (68.5%), seguiti dagli antimicrobici (44.6%),<br />

muscoloscheletrici (42.8%), gastrointestinali (42.3%) ed ematologici (37.6%). Per<br />

questi farmaci si è registrata una leggera prevalenza <strong>di</strong> prescrizioni nelle donne.<br />

Valutazione della qualità dei servizi per il malato <strong>di</strong> demenza<br />

E’ stato effettuato uno stu<strong>di</strong>o per valutare comparativamente in un campione <strong>di</strong> 70 Residenze<br />

Sanitario Assistenziali (RSA) e Istituti <strong>di</strong> Riabilitazione IDR con e senza Nucleo Alzheimer<br />

(NA) la qualità e l’impatto delle caratteristiche strutturali, organizzative ed assistenziali sullo<br />

stato cognitivo, funzionale e comportamentale del paziente con demenza. Sono stati reclutati<br />

600 pazienti con demenza degenti in dette strutture. I pazienti degenti nei NA erano più giovani,<br />

meno compromessi sul piano cognitivo e funzionale, ma con una maggior frequenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

del comportamento <strong>di</strong> quelli delle case <strong>di</strong> riposo senza NA. Al follow-up a 18 mesi i pazienti<br />

degenti nei NA avevano un minor rischio <strong>di</strong> essere ospedalizzati, <strong>di</strong> essere sottoposti a<br />

contenzione fisica e <strong>di</strong> andare incontro ad una sospensione della terapia con antipsicotici. Non è<br />

emersa nessuna <strong>di</strong>fferenza per quanto concerne la mortalità e le cadute.<br />

Uso degli antipsicotici nei Nuclei Alzheimer<br />

E’ stato condotto uno stu<strong>di</strong>o per valutare l’uso degli antipsicotici nei pazienti con demenza. Dei<br />

349 pazienti reclutati, il 60% erano in trattamento con un antipsicotico (49% con un<br />

antipsicotico tra<strong>di</strong>zionale e 51% con un antipsicotico atipico o <strong>di</strong> nuova generazione). Il 45%<br />

dei pazienti prendeva un solo antipsicotico, il 14% due e l’1% tre antipsicotici<br />

contemporaneamente. Il risperidone era il farmaco più prescritto, seguito da promazina,<br />

olanzapina e aloperidolo. Nel 40% dei casi il paziente assumeva un altro psicofarmaco<br />

(antidepressivo o benzo<strong>di</strong>azepina). L’uso <strong>di</strong> antipsicotici era correlato al sesso (maggiore nelle<br />

donne), all’età (maggiore nei soggetti più anziani) e alla presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi del<br />

comportamento. Non è emersa nessuna influenza dell’uso <strong>di</strong> questi farmaci su mortalità, rischio<br />

<strong>di</strong> ospedalizzazione, cadute e uso <strong>di</strong> contenzione fisica.<br />

Servizio <strong>di</strong> informazione sui farmaci nell’anziano<br />

Ogni giorno è <strong>di</strong>sponibile gratuitamente, per gli anziani e per i me<strong>di</strong>ci, un servizio telefonico o<br />

via e-mail <strong>di</strong> informazione sui farmaci. Questo servizio risponde ogni anno a oltre 600 quesiti.<br />

111<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

112<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

DIPARTIMENTO DI RICERCA<br />

CARDIOVASCOLARE<br />

PERSONALE<br />

Capo Dipartimento<br />

Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare<br />

Capo Laboratorio<br />

Unità <strong>di</strong> Bio-imaging<br />

Capo Unità<br />

Unità <strong>di</strong> Coltura <strong>di</strong> Tessuti<br />

Capo Unità<br />

Roberto LATINI, Dr.Med.Chir.<br />

Fabio FIORDALISO, Dr.Sci.Biol.<br />

Giovanna BALCONI, Dipl.Univ.<br />

Unità <strong>di</strong> Endocrinologia Car<strong>di</strong>ovascolare<br />

Capo Unità<br />

Serge MASSON, Ph.D.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci<br />

Capo Laboratorio<br />

Unità <strong>di</strong> Bioinformatica<br />

Capo Unità<br />

Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol.<br />

Enrico NICOLIS, Stud.Sci.Informaz.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca in Me<strong>di</strong>cina Generale<br />

Capo Laboratorio<br />

M.Carla RONCAGLIONI, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca<br />

Capo Laboratorio<br />

Simona BARLERA, Dr.Sci.Pol., MSc.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica<br />

Capo Laboratorio<br />

Unità <strong>di</strong> Ricerca Infermieristica<br />

Capo Unità<br />

Gianni TOGNONI, Dr.Med.Chir.<br />

Paola DI GIULIO, Dipl.Inf.Prof.<br />

113<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Maria Grazia Franzosi si è laureata Scienze Biologiche nel 1972 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative<br />

1972 Laurea in Scienze Biologiche, Università <strong>di</strong> Milano<br />

1978 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong><br />

Milano<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Metodologia della sperimentazione clinica dei farmaci, coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> sperimentazioni cliniche<br />

multicentriche. Epidemiologia dei fattori <strong>di</strong> rischio genetici ed ambientali delle coronaropatie.<br />

Farmacogenetica. Epidemiologia del farmaco<br />

Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />

dal 2002 Direttore del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />

"<strong>Mario</strong> Negri", Milano<br />

dal 2004 Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-AF, Milano<br />

dal 2001<br />

dal 1998<br />

Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-HF, Milano<br />

Membro dello Steering Committee of the PROCARDIS Research Programme - A genome-wide<br />

strategy to identify susceptibility loci in precocious coronary artery <strong>di</strong>sease - University of<br />

Oxford, UK<br />

dal 1997 Membro del “Antithrombotic Trialists’ Collaboration”, Oxford, UK<br />

dal 1996 Membro dello Steering Committee e National Coor<strong>di</strong>nator per l’Italia della Organization to<br />

Assess Strategies for Ischemic Syndromes (OASIS-2, OASIS-4 CURE, Michelangelo OASIS-5 e<br />

OASIS 6, , CURRENT OASIS-7), dello stu<strong>di</strong>o INTER-HEART e degli stu<strong>di</strong> ACTIVE e RELY,<br />

Population Health Research Institue, McMaster University, Hamilton, Canada<br />

1994-1996 Direttore European Coor<strong>di</strong>nating Centre e Membro dello Steering Committee, Collaborative<br />

dal 1993<br />

dal 1992<br />

Organization for RheothRx Evaluation (CORE), McMaster University, Hamilton, Canada<br />

Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzione, Milano<br />

Membro del “Fibrinolytic Therapy Trialists’s Collaboration”, Oxford, UK e del “Collaborative<br />

Group on Angiotensin Converting Enzyme Inhibitors Trials”, National Institutes of Health,<br />

Bethesda, Washington, USA<br />

1989-2001 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri" <strong>di</strong> Milano<br />

1985-1988 Capo dell'Unità <strong>di</strong> Valutazione dei Farmaci del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica dell'<strong>Istituto</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri" <strong>di</strong> Milano<br />

dal 1984<br />

Membro della Segreteria Scientifica ed Organizzativa, Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della<br />

Sopravvivenza nell'Infarto Miocar<strong>di</strong>co (Stu<strong>di</strong> GISSI-1, GISSI-2, GISSI-3) Milano<br />

1975-1984 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri", e presso il Centro Regionale <strong>di</strong> Informazione e Documentazione<br />

sul Farmaco della Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Anand SS, Xie CC, Mehta S, Franzosi MG, Joyner C, Chrolavicius S, Fox KA, Yusuf S, CURE Investigators.<br />

Differences in the management and prognosis of women and men who suffer from acute coronary syndromes. J Am Coll<br />

Car<strong>di</strong>ol 2005, 46: 1845-1851<br />

• Yusuf S, Howken S, Ounpuu S, Bautista L, Franzosi MG, Commerford P, Lang CC, Rumboldt Z, Onen CL, Lisheng L,<br />

Tanomsup S, Wangai Jr P, Razak F, Shama AM, Anand SS, on behalf of the INTERHEART Study Investigators.<br />

Obesity and the risk of myocar<strong>di</strong>al infarction in 27000 participants from 52 countries: a case-control study. Lancet 2005,<br />

336: 1640-1649<br />

• Levantesi G, Macchia A, Marfisi R M, Franzosi M G, Maggioni A P, Nicolosi G L, Schweiger C, Tavazzi L, Tognoni<br />

G, Valagussa F, Marchioli R, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators. Metabolic syndrome and risk of<br />

car<strong>di</strong>ovascular events after myocar<strong>di</strong>al infarction. J Am Coll Car<strong>di</strong>ol 2005; 46: 277-283<br />

• Franzosi MG. Should we continue to use BMI as a car<strong>di</strong>ovascular risk factor? Lancet 2006; 368: 624-625<br />

• Farrall M, Green FR, Peden JF, Olsson PG, Clarke R, Hellenius ML, Rust S, Lagercrantz J, Franzosi MG, Schulte H,<br />

Carey A, Olsson G, Assman G, Tognoni G, Collins R, Hamsten A, Watkins H, on behalf of the PROCARDIS<br />

Consortium. Genome-wide mapping of susceptibility to coronary artery <strong>di</strong>sease identifies a novel replicated locus on<br />

chromosome 17. PLoS Genet 2006 - http://www.plosgenetics.org/article/info:doi/10.1371/journal.pgen.00<strong>2007</strong>2<br />

• Chio<strong>di</strong>ni B, Franzosi M G, Barlera S, Signorini S, Lewis C M, D'Orazio A, Mocarelli P, Nicolis E, Marchioli R, Tognoni<br />

G, GISSI, SIBioC-GISSI Prevenzione Group. Apolipoprotein E polymorphisms influence effect of pravastatin on<br />

survival after myocar<strong>di</strong>al infarction in a Me<strong>di</strong>terranean population: the GISSI-Prevenzione study. Eur Heart J <strong>2007</strong> ; 28:<br />

1977-1983<br />

114<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Simona Barlera si è laureata in Scienze Politiche, in<strong>di</strong>rizzo Statistico presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Milano nel 1992 e ha conseguito un master post-lauream in Statistica Me<strong>di</strong>ca nel 1998.<br />

Attività formative<br />

1987-1992 Laurea in Scienze Politiche, in<strong>di</strong>rizzo Statistico conseguita presso la Facoltà <strong>di</strong> Scienze<br />

Politiche dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

1997-1998 Master post-lauream in Statistica Me<strong>di</strong>ca conseguito presso la London School of Hygiene<br />

and Tropical Me<strong>di</strong>cine, University of London, Londra<br />

Ott 98-Apr 99 Visiting Scientist nel Dipartimento <strong>di</strong> Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for<br />

Human Genetics, University of Oxford (UK)<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Metodologia delle sperimentazioni cliniche in campo car<strong>di</strong>ovascolare: preparazione del protocollo <strong>di</strong><br />

ricerca, pianificazione ed esecuzione <strong>di</strong> analisi statistiche e trasferimento dei risultati su riviste<br />

scientifiche. Stu<strong>di</strong> in epidemiologia genetica: applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> statistici, attraverso stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> linkage<br />

per l’identificazione <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> suscettibilità alla malattia coronaria; stu<strong>di</strong> caso-controllo identificazione<br />

geni can<strong>di</strong>dati coinvolti nella patologia car<strong>di</strong>ovascolare.<br />

Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />

dall’Ott 06<br />

Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca, presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca<br />

Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

Mag 99-Set 06 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca, presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare,<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

Ott 98-Apr 99 Visiting Scientist nel Dipartimento <strong>di</strong> Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for<br />

Human Genetics, University of Oxford (UK)<br />

1992-1997 Ricercatore dell’Unità <strong>di</strong> Informatica e Statistica Applicata, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Chio<strong>di</strong>ni B, Barlera S, Franzosi M G, Labarta V, Introna M, Tognoni G.APO B gene polymorphisms with coronary<br />

artery <strong>di</strong>sease: A meta-analysis. Atherosclerosis 2003; 167: 355-366.<br />

• Latini R, Masson S, Anand I, Salio M, Hester A, Judd D, Barlera S, Maggioni AP, Tognoni G, Cohn J N, Val-HeFT<br />

Investigatore. The comparative prognostic value of plasma neurohormones at baseline in patients with heart failure<br />

enrolled in Val-HeFT. Eur Heart J 2004; 25: 292-299.<br />

• Roncaglioni M C, Avanzini F, Roccatagliata D, Monesi L, Tamayo-Benitez D, Tombesi M, Caimi V, Longoni P, Lauri<br />

D, Barlera S, Tognoni G, Collaborative Group Risk Prevention Study. How general practitioners perceive and grade the<br />

car<strong>di</strong>ovascular risk of their patients. Eur J Car<strong>di</strong>ovasc Prev Rehabil 2004; 11: 233-238.<br />

• Maggioni AP, Latini R, Carson PE, Singh SN, Barlera S, Glazer R, Masson S, Cere` E, Rognoni G, Cohn JN. Valsartan<br />

reduces the incidence of atrial fibrillation in patients with heart failure: Results from the Valsartan Heart Failure Trial<br />

(Val-HeFT). Am Heart J 2005; 149: 1-10.<br />

• Masson S, Latini R, Anand IS, Vago T, Angelici L, Barlera S, Missov ED, Clerico A, Tognoni G, Cohn JN, Val-HeFT<br />

Investigators. Direct comparison of B-type natriuretic peptide (BNP) and amino-terminal proBNP in a large population<br />

of patients with chronic and symptomatic heart failure. The Valsartan Heart Failure (Val-HeFT) data. Clin Chem 2006;<br />

52: 1528-1538.<br />

• Barlera S, Specchia C, Farrall M, Chio<strong>di</strong>ni BD, Franzosi MG, Rust S, Green F, Nicolis E, Peden J, Assmann G, Collins<br />

R, Hamsten A, Tognoni G, PROCARDIS Consortium. Multiple QTL influence the serum Lp(a) concentration: a<br />

genome-wide linkage screen in the PROCARDIS study. Eur J Hum Genet <strong>2007</strong>; 15: 221-227<br />

.<br />

Roberto Latini si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative<br />

1970-1978 Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università <strong>di</strong> Milano<br />

1981-1983 Merck Sharp & Dohme International Fellow in Clinical Pharmacology<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Meccanismi <strong>di</strong> danno car<strong>di</strong>aco conseguenti all’infarto miocar<strong>di</strong>o acuto, in particolare quelli legati<br />

all’attivazione neurormonale. Utilizzo <strong>di</strong> cellule staminali per riparare il danno strutturale e funzionale<br />

derivante da infarto miocar<strong>di</strong>o nel piccolo ro<strong>di</strong>tore. Stu<strong>di</strong> bioumorali nell’ambito <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> trial<br />

nell’insufficienza car<strong>di</strong>aca e nella fibrillazione atriale<br />

Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />

dal 1990 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

dal 2004 Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-AF<br />

dal 2001 Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-HF<br />

115<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

dal 1999 Visiting Professor, Department of Me<strong>di</strong>cine, New York Me<strong>di</strong>cal College, Valhalla, NY,<br />

USA<br />

1981-1983 Car<strong>di</strong>ology Fellow (Robert E. Kates Laboratory), Stanford University Me<strong>di</strong>cal Center, CA,<br />

USA<br />

1973-1990 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Latini R, Maggioni AP, Peri G, Gonzini L, Lucci D, Mocarelli P, Vago L, Pasqualini F, Signorini S, Soldateschi D, Tarli<br />

L, Schweiger C, Fresco C, Cecere R, Tognoni G, Mantovani A, LATIN Investigators. Prognostic significance of the long<br />

pentraxin PTX3 in acute myocar<strong>di</strong>al infarction. Circulation 2004; 110: 2349-2354<br />

• Corada M, Chimenti S, Cera M R, Vinci M, Salio M, Fiordaliso F, De Angelis N, Villa A, Bossi M, Staszewsky L,<br />

Vecchi A, Parazzoli D, Motoike T, Latini R, Dejana E. Junctional adhesion molecule-A-deficient polymorphonuclear<br />

cells show reduced <strong>di</strong>apedesis in peritonitis and heart ischemia-reperfusion injury. Proc Natl Acad Sci USA 2005; 102:<br />

10634-10639<br />

• Galli D, Innocenzi A, Staszewsky L, Zanetta L, Sampaolesi M, Bai A, Martinoli E, Carlo E, Balconi G, Fiordaliso F,<br />

Chimenti S, Cusella G, Dejana E, Cossu G, Latini R. Mesoangioblasts, vessel-associated multipotent stem cells, repair<br />

the infarcted heart by multiple cellular mechanisms. A comparison with bone marrow progenitors, fibroblasts, and<br />

endothelial cells. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25: 692-697<br />

• Latini R, Masson S, Anand I S, Missov E, Carlson M, Vago T, Angelici L, Barlera S, Parrinello G, Maggioni A P,<br />

Tognoni G, Cohn J N, Val-HeFT Investigators. Prognostic value of very low plasma concentrations of troponin T in<br />

patients with stable chronic heart failure. Circulation <strong>2007</strong>; 116: 1242-1249<br />

• Sarto P, Balducci E, Balconi G, Fiordaliso F, Merlo L, Tuzzato G, Pappagallo G L, Frigato N, Zanocco A, Forestieri C,<br />

Azzarello G, Mazzucco A, Valenti M T, Alborino F, Noventa D, Vinante O, Pascotto P, Sartore S, Dejana E, Latini R.<br />

Effects of exercise training on endothelial progenitor cells in patients with chronic heart failure. J Card Fail <strong>2007</strong>; 13:<br />

701-708.<br />

Maria Carla Roncaglioni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Milano.<br />

Attività formative<br />

1987 Laurea in Scienze Biologiche, Università <strong>di</strong> Milano<br />

1982-1983 Research Fellow presso il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica della Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina,<br />

Rijksuniversiteit of Limburg, Maastricht , Olanda (Prof. C. Hemker)<br />

1998-1999 Visiting Scientist presso la Car<strong>di</strong>ovascular Research Unit, dell’Hammersmith Hospital,<br />

London, UK (Prof. A. Maseri)<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> trial clinici multicentrici e stu<strong>di</strong> osservazionali in <strong>di</strong>verse aree (neurologica,<br />

angiologica, car<strong>di</strong>ologica). Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> oltre 1000 Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale<br />

attivamente coinvolti in progetti <strong>di</strong> ricerca epidemiologica e/o sperimentale nell’ambito della prevenzione<br />

delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari.<br />

Ruoli attuali e passati in istituto<br />

dal 2001 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca in Me<strong>di</strong>cina Generale, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />

“<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

dal 1989 Ricercatore Senior presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

dal 1974 Ricercatore presso il Laboratorio per lo Stu<strong>di</strong>o dell’Emostatsi e della Trombosi, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Avanzini F, Palumbo G, Alli C, Roncaglioni MC, Ronchi E, Cristofari M, Capra A, Rossi S, Nosotti L, Costantini C,<br />

Pietrofeso R, PPP - Primary Prevention Project. Effects of low-dose aspirin on clinic and ambulatory blood pressure in<br />

treated hypertensive patients. Am J Hypertens 2000; 13: 611-616<br />

• Tognoni G, Avanzini F, Pangrazzi J, Roncaglioni M C, Bertele V, de Gaetano G, Caimi V, Tombesi M, Colombo Fabio,<br />

Barlera S, PPP - Primary Prevention Project. Low-dose aspirin and vitamin E in people at car<strong>di</strong>ovascular risk: A<br />

randomized trial in general practice. Lancet 2001; 357: 89-95<br />

• Sacco M, Pellegrini F, Roncaglioni MC, Avanzini F, Tognoni G, Nicolucci A, PPP - Primary Prevention Project.<br />

Primary prevention of car<strong>di</strong>ovascular events with low-dose aspirin and vitamin E in type 2 <strong>di</strong>abetic patients. Results of<br />

the Primary Prevention Project (PPP) trial. Diabetes Care 2003; 26: 3264-3272<br />

• Roncaglioni MC, Avanzini F, Roccatagliata D, Monesi L, Tamayo-Benitez D, Tombesi M, Caimi V, Longoni P, Lauri<br />

D, Barlera S, Tognoni G, Collaborative Group Risk Prevention Study. How general practitioners perceive and grade the<br />

car<strong>di</strong>ovascular risk of their patients Eur J Car<strong>di</strong>ovasc Prev Rehabil 2004; 11: 233-238<br />

• Monesi L, Avanzini F, Barlera S, Caimi V, Lauri D, Longoni P, Roccatagliata D, Tombesi M, Tognoni G, Roncaglioni<br />

MC. Appropriate use of antiplatelets: is prescription in daily practice influenced by the global car<strong>di</strong>ovascular risk? Eur J<br />

Clin Pharmacol 2005; 61: 595-601<br />

116<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Berger JS, Roncaglioni MC, Avanzini F, Pangrazzi J, Tognoni G, Brown DL. Aspirin for the primary prevention of<br />

car<strong>di</strong>ovascular events in women and men: A sex-specific meta-analysis of randomized controlled trials. JAMA 2006;<br />

295: 306-313<br />

Gianni Tognoni si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1970 presso l’Università <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative<br />

1964 Dottore in Filosofia e Teologia, presso la Facoltà Teologica <strong>di</strong> Roma<br />

1970 Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, presso l’Università <strong>di</strong> Milano<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Valutazione dell'efficacia clinica e della epidemiologia della prescrizione dei farmaci (RCT <strong>di</strong><br />

popolazione ed in me<strong>di</strong>cina generale). Epidemiologia clinica e comunitaria. <strong>Rapporto</strong> tra appropriatezza<br />

tecnologica ed uso <strong>di</strong> risorse nei <strong>di</strong>versi sistemi socio-sanitari. Comunicazione <strong>di</strong> dati scientifici a livello<br />

<strong>di</strong> opinione pubblica. Trasferimento <strong>di</strong> tecnologie appropriate e valutazione dell'impatto dei programmi <strong>di</strong><br />

aggiustamento strutturale sugli in<strong>di</strong>catori socio-sanitari nei Paesi in Via <strong>di</strong> Sviluppo (PVS).<br />

Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />

dal 2004 Membro della Commissione Sperimentazione Umana della Agenzia Italiana del<br />

Farmaco (AIFA)<br />

2001-2003 Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) del Ministero della Sanità<br />

dal 2002 Direttore, del Consorzio <strong>Mario</strong> Negri Sud, S. Maria Imbaro, Chieti<br />

1992-2002 Coor<strong>di</strong>natore del Dipartimento <strong>di</strong> Farmacologia ed Epidemiologia Clinica del<br />

Consorzio <strong>Mario</strong> Negri Sud, S. Maria Imbaro, Chieti<br />

1996-2002 Coor<strong>di</strong>natore, del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri" Milano<br />

dal 1990<br />

dal 1988<br />

dal 1986<br />

dal 1983<br />

dal 1977<br />

dal 1976<br />

dal 1975<br />

Co-Direttore della Scuola Superiore <strong>di</strong> Ricerca in Me<strong>di</strong>cina Generale (CSeRMEG)<br />

Coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> educazione e ricerca in me<strong>di</strong>cina comunitaria,<br />

epidemiologia clinica, farmaco-epidemiologia in Bolivia, Argentina, Cile, Brazile,<br />

Ecuador, Perù<br />

Co-fondatore e membro del Comitato Direttivo della International Society of Drug<br />

Bullettins (ISDB). Coor<strong>di</strong>natore della Commissione per la Sperimentazione Umana<br />

della Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

Membro del Consiglio E<strong>di</strong>toriale della Rivista dell'Infermiere/Assistenza<br />

Infermieristica e Ricerca<br />

Consulente W.H.O. per la selezione dei farmaci essenziali, con missioni in <strong>di</strong>versi<br />

Paesi d'America Latina (Costa Rica, Nicaragua, Bolivia, Perù), e Africa (Angola,<br />

Etiopia, Burkina Faso).<br />

Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri”, Milano<br />

Responsabile del Centro Regionale <strong>di</strong> Informazione e Documentazione sul Farmaco<br />

(CRIF) Regione Lombar<strong>di</strong>a, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri",<br />

Milano<br />

1969-1974 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri", Milano<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Anand I S, Fisher L D, Chiang Y T, Latini R, Masson S, Maggioni A P, Glazer R D, Tognoni G, Cohn J N, Val-HeFT<br />

Investigators. Changes in brain natriuretic peptide and norepinephrine over time and mortality and morbi<strong>di</strong>ty in the<br />

Valsartan Heart Failure (Val-HeFT). Circulation 2003; 107: 1278-1283<br />

• Franciosi M, Pellegrini F, De Berar<strong>di</strong>s G, Belfiglio M, Di Nardo B, Greenfield S, Kaplan S H, Rossi M C E, Sacco<br />

M, Tognoni G, Valentini M, Nicolucci A, QuED Study Group. Impact of physicians' beliefs and practices on cholesterol<br />

levels in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes: A longitu<strong>di</strong>nal assessment. Am Heart J 2005; 149: 104-111<br />

• Maggioni A P, Latini R, Carson P, Singh S N, Barlera S, Glazer R, Masson S, Cere' E, Tognoni G, Cohn J N.Valsartan<br />

reduces the incidence of atrial fibrillation in patients with heart failure: Results form the Valsartan Heart Failure Trial<br />

(Val-HeFT). Am Heart J 2005; 149: 548-557<br />

• Monesi L, Avanzini F, Barlera S, Caimi V, Lauri D, Longoni P, Roccatagliata D, Tombesi M, Tognoni G, Roncaglioni<br />

M C. Appropriate use of antiplatelets: is prescription in daily practice influenced by the global car<strong>di</strong>ovascular risk? Eur J<br />

Clin Pharmacol 2005; 61: 595-601<br />

• Evangelista V, De Berar<strong>di</strong>s G, Totani L, Avanzini F, Giorda CB, Brero L, Levantesi G, Marelli G, Pupillo M, Iacuitti G,<br />

Pozzoli G, Di Summa P, Nada E, De Simone G, Dell'Elba G, Amore C, Manarini S, Pecce R, Maione A, Tognoni G,<br />

Nicolucci A. Persistent platelet activation in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes treated with low doses of aspirin. J Thromb<br />

Haemost <strong>2007</strong>; 5: 2197-2203<br />

117<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Silletta MG, Marfisi RM, Levantesi G, Boccanelli A, Chieffo C, Franzosi MG, Geraci E, Maggioni AP, Nicolosi GL,<br />

Schweiger C, Tavazzi L, Tognoni G, Marchioli R, GISSI-Prevenzione. Coffee consumption and risk of car<strong>di</strong>ovascular<br />

events after acute myocar<strong>di</strong>al infarction. Results from the GISSI (Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza<br />

nell'Infarto miocar<strong>di</strong>co)-Prevenzione trial. Circulation <strong>2007</strong>; 116: 2944-2951<br />

Giovanna Balconi ha conseguito il <strong>di</strong>ploma universitario <strong>di</strong> Tecnico <strong>di</strong> Istituti Me<strong>di</strong>co-Biologici nel<br />

1968 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> Milano e si è specializzata presso il laboratorio <strong>di</strong> Anatomia e<br />

Istologia Patologica della stessa Università.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Isolamento, coltura e caratterizzazione <strong>di</strong> precursori endoteliali circolanti nel sangue periferico <strong>di</strong><br />

pazienti affetti da insufficienza car<strong>di</strong>aca. Coltura <strong>di</strong> cellule staminali per riparare il danno strutturale e<br />

funzionale derivante da infarto miocar<strong>di</strong>co nell’animale da esperimento.<br />

Ruoli attuali e passati in istituto<br />

dal luglio 2005 Responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Coltura <strong>di</strong> Tessuto del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica<br />

Car<strong>di</strong>ovascolare<br />

Ott 95-Giu 2005 Responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Coltura <strong>di</strong> Tessuto del Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Vascolare<br />

Dic 83-Ott 95 Responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Coltura <strong>di</strong> Tessuto del Laboratorio <strong>di</strong> Chemioterapia<br />

Antitumorale<br />

Ott 68-Nov 83 Ricercatrice presso il Laboratorio <strong>di</strong> Chemioterapia Antitumorale<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Galli D, Innocenzi A, Staszewsky L, Zanetta L, Sampaolesi M, Bai A, Martinoli E, Carlo E, Balconi G, Fiordaliso F,<br />

Chimenti S, Cusella G, Dejana E, Cossu G, Latini R Mesoangioblasts, vessel-associated multipotent stem cells, repair<br />

the infarcted heart by multiple cellular mechanisms. A comparison with bone marrow progenitors, fibroblasts, and<br />

endothelial cells. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25: 692-697<br />

• Cattelino A, Liebner S, Gallini R, Zanetti A, Balconi G, Corsi A, Bianco P, Wolburg H, Moore R, Oreda B, Kemler R,<br />

Dejana E The con<strong>di</strong>tional inactivation of the beta-catenin gene in endothelial cells causes a defective vascular pattern and<br />

increased vascular fragility. J Cell Biol 2003; 162: 1111-1122<br />

• Cusella De Angelis M G, Balconi G, Bernasconi S, Zanetta L, Boratto R, Galli D, Dejana E, Cossu G Skeletal myogenic<br />

progenitors in the endothelium of lung and yolk sac. Exp Cell Res 2003; 290: 207-216<br />

• Condorelli G, Borello U, De Angelis L, Latronico M, Sirabella D, Coletta M, Galli R, Balconi G, Follenzi A, Frati G,<br />

Cusella De Angelis M G, Gioglio L, Amuchastegui C S, Adorini L, Nal<strong>di</strong>ni L, Vescovi A, Dejana E, Cossu G<br />

Car<strong>di</strong>omyocytes induce endothelial cells to trans-<strong>di</strong>fferentiate into car<strong>di</strong>ac muscle: Implications for myocar<strong>di</strong>um<br />

regeneration. Proc Natl Acad Sci USA 2001; 98: 10733-10738<br />

• Balconi G, Spagnuolo R, Dejana E Development of endothelial cell lines from embryonic stem cells. A tool for studying<br />

genetically manipulated endothelial cells in vitro. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2000; 20: 1443-1451<br />

• Sarto P, Balducci E, Balconi G, Fiordaliso F, Merlo L, Tuzzato G, Pappagallo GL, Frigato N, Zanocco A, Forestieri C,<br />

Azzarello G, Mazzucco A, Valenti M T, Alborino F, Noventa D, Vinante O, Pascotto P, Sartore S, Dejana E, Latini R<br />

Effects of exercise training on endothelial progenitor cells in patients with chronic heart failure. J Card Fail <strong>2007</strong>; 13:<br />

701-708<br />

Paola Di Giulio si è <strong>di</strong>plomata in Infermieristica nel 1976 presso la Scuola Infermieri dell’<strong>Istituto</strong><br />

Nazionale per lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori <strong>di</strong> Milano, ha conseguito un Master in Cancer Nursing<br />

presso l’Università <strong>di</strong> Guildford (UK).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> multicentrici ed osservazionali in area car<strong>di</strong>ologica e cure palliative.<br />

Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> reti infermieristiche.<br />

Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />

dal 2001 Professore associato presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino. Coor<strong>di</strong>natore del Comitato <strong>di</strong><br />

redazione <strong>di</strong>: Assistenza infermieristica e Ricerca<br />

dal 1997 Responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Ricerca Infermieristica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />

"<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

dal 1995 Ricercatore senior presso il Dipartimento Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

dal 1989 Consulente presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Laquintana D, Di Giulio P: Per un ruolo infermieristico nella farmacovigilanza. Assistenza Infermieristica e ricerca<br />

2002; 21: 198-210<br />

• Di Giulio P, Saiani L, Laquintana D, Palese A, Gruppo PARI-ETLD. Stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato controllato in doppio<br />

cieco sull’efficacia dei trattamenti delle lesioni da decubito. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2004; 23: 201-218<br />

118<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Toscani F, Brunelli C, Miccinesi G, Costantini M, Gallucci M, Tamburini M, Paci E, Di Giulio P, Peruselli C and the<br />

Italian Co-operative Research Group on Palliative Me<strong>di</strong>cine Pre<strong>di</strong>cting survival in terminal cancer patients: clinical<br />

observation or quality of life evaluations? Palliative Me<strong>di</strong>cine 2005; 19: 220-227<br />

• Toscani F, Di Giulio P, Brunelli C, Miccinesi G. Laquintana D. How How people <strong>di</strong>e in hospital general wards: a<br />

descriptive study. J Pain Symptom Manage 2005; 30: 33-40<br />

• Saiani L, Di Giulio P, Gruppo PARI-FV (Percorsi Assistenziali e Ricerca Infermieristica-Farmaco Vigilanza)<br />

Epidemiologia dei problemi assistenziali legati a farmaci e presi<strong>di</strong> in RSA e <strong>di</strong>stretto. Assistenza Infermieristica e<br />

Ricerca <strong>2007</strong>; 26: 123-164<br />

• Lepore V, Cecchetto G, Di Giulio P, Saiani L, Samarelli V, Saugo M, Romero M, Scurti V, Tognoni G, Valerio M. Età<br />

anziana-molto-anziana, e “aspettativa <strong>di</strong> vita”? Assistenza Infermieristica e Ricerca <strong>2007</strong>; 26: 234-242<br />

Fabio Fiordaliso si è laureato in Scienza Biologiche nel 1995 presso l’Università <strong>di</strong> Milano<br />

Attività formative<br />

1998 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”,<br />

sede <strong>di</strong> Milano<br />

1995 Laurea in Scienze Biologiche, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Patologia Generale, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Potenziale terapeutico <strong>di</strong> cellule staminali e composti anti-ossidanti in modelli animali <strong>di</strong> car<strong>di</strong>omiopatia<br />

<strong>di</strong>abetica ed in colture primarie <strong>di</strong> miociti esposti ad iperglicemia.<br />

Stu<strong>di</strong>o dell’organizzazione morfologica e strutturale <strong>di</strong> cellule e tessuti utilizzando tecniche <strong>di</strong><br />

microscopia ottica, confocale ed elettronica.<br />

Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />

dal <strong>2007</strong> Capo dell’Unità <strong>di</strong> Bio-imaging presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”, Milano<br />

dal 2006 Membro dell’ Heart Failure Association (HFA) dell’European Society of Car<strong>di</strong>ology<br />

dal 2005 Membro del Working group on myocar<strong>di</strong>al function (WG 4) dell’European Society of<br />

Car<strong>di</strong>ology<br />

dal 2005 Membro del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio of Microscopy and Image<br />

Analysis (MIA)<br />

dal 2001 Ricercatore Senior presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”, Milano<br />

1997-2001 Post-Doctoral Research Fellow presso il Car<strong>di</strong>ovascular Research Institute (Department of<br />

Me<strong>di</strong>cine), New York Me<strong>di</strong>cal College, Valhalla, New York<br />

1994-1997 Ricercatore presso Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”, Milano<br />

1992-1994 Tesista presso <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Patologia Generale dell’Università <strong>di</strong> Milano<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Fiordaliso F, Li B, Latini R, Sonnenblick EH, Anversa P, Leri A, Kajstura J. Myocyte death in streptozotocin-induced<br />

<strong>di</strong>abetes in rats is angiotensin II dependent. Laboratory Investigation 2000; 80: 513-527<br />

• Fiordaliso F, Leri A, Cesselli D, Limana F, Safai B, Nadal-Ginar B, Anversa P, Kajstura J. Hyperglycemia activates p53<br />

and p53-regulated genes lea<strong>di</strong>ng to myocyte cell death. Diabetes 2001; 50: 2355-2362<br />

• Fiordaliso F, Bianchi R, Staszewsky .,Cuccovillo I, Doni M, Laragione T, Salio M, Savino C, Melucci S, Santangelo F,<br />

Scanziani E, Masson S, Ghezzi P, Latini R. Antioxidant N-Acetyl-L-Cysteine attenuates hyperglycemia-induced<br />

car<strong>di</strong>omyocyte death in rats. Journal of Molecular and Cellular Car<strong>di</strong>ology 2004; 37: 959-968<br />

• Fiordaliso F, Chimenti S, Staszewsky L, Bai A, Carlo E, Cuccovillo I, Doni M, Mengozzi M, Tonelli R, Ghezzi P,<br />

Coleman T, Brines M, Cerami A, Latini R. A non-erythropoietic derivative of EPO effectively ameliorates experimental<br />

car<strong>di</strong>ac ischemia with reperfusion. Procee<strong>di</strong>ngs National Academy Sciences (PNAS) 2005; 102: 2046-2051<br />

• Fiordaliso F, Cuccovillo I, Bianchi R, Bai A, Doni M, Salio M, De Angelis N, Ghezzi P, Latini R, Masson S.<br />

Car<strong>di</strong>ovascular oxidative stress is reduced by an ACE inhibitor in a rat model of streptozotocin-induced <strong>di</strong>abetes . Life<br />

Sciences 2006; 79: 121-129<br />

• Fiordaliso F, De Angelis N, Cuccovillo I, Bai A, Salio M, Serra DM, Bianchi R, Razzetti R, Latini R, Masson S. Effect<br />

of β-adrenergic and renin-angiotensin system blockade on myocyte apoptosis and oxidative stress in <strong>di</strong>abetic<br />

hypertensive rats. Life Sciences <strong>2007</strong>; 81: 951-959<br />

119<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Serge Masson si è laureato in Biochimica e Biofisica nel 1986 presso l’Università <strong>di</strong> Marsiglia (Francia)<br />

e si è specializzato nel 1990 in Biochimica e Biologia Cellulare (Docteur es Sciences, PhD) presso<br />

l’Università <strong>di</strong> Marsiglia (Francia), seguito da una formazione post-dottorale presso il Panum Institute <strong>di</strong><br />

Copenaghen (Danimarca).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Ruolo fisiopatologico, <strong>di</strong>agnostico e prognostico dell’attivazione dei sistemi neuroendocrini nelle<br />

patologie car<strong>di</strong>ovascolari.<br />

Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />

dal 2002 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Endocrinologia Car<strong>di</strong>ovascolare dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />

"<strong>Mario</strong> Negri" <strong>di</strong> Milano<br />

dal 2002 Responsabile del Sistema Qualità del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare, dell’<strong>Istituto</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri" <strong>di</strong> Milano<br />

Membro della American Heart Association (Basic Council) e del Working Group on<br />

Myocar<strong>di</strong>al Function della Società Europea <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia<br />

dal 1994<br />

Ricercatore presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare dell’<strong>Istituto</strong> "<strong>Mario</strong> Negri",<br />

Milano<br />

1993 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Risonanza Magnetica, Ospedale “San Raffaele”,<br />

Milano<br />

1990-1993 Ricercatore post-dottorale presso l’<strong>Istituto</strong> Panum e Assitant Lecturer presso l’Università <strong>di</strong><br />

Copenaghen, Danimarca<br />

1988-1990 Ricercatore presso la Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina dell’Università <strong>di</strong> Marsiglia, Francia<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Latini R, Masson S, Anand IS, Salio M, Hester A, Judd D, Barlera S, Maggioni AP, Tognoni G, Cohn NJ, for the Val-<br />

HeFT Investigators. The comparative prognostic value of plasma neurohormones at baseline in patients with heart failure<br />

enrolled in Val-HeFT. Eur Heart J 2004; 25: 292-299.<br />

• Anand IS, Latini R, Florea VG, Kuskowski MA, Masson S, Signorini S, Mocarelli P, Hester A, Glazer R, Cohn JN, for<br />

the Val-HeFT Investigators. C-reactive protein in heart failure: prognostic value and the effect of valsartan. Circulation<br />

2005; 112: 1428-1434.<br />

• Masson S, Latini R, Anand I S, Barlera S, Judd D, Salio M, Perticone F, Perini G, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of the<br />

Val-HeFT Investigators. The prognostic value of Big endothelin-1 in more than 2,300 patients with heart failure enrolled<br />

the Valsartan in Heart Failure Trial (Val-HeFT). J Card Fail 2006; 12: 375-380.<br />

• Latini R, Masson S, Anand I S, Missov E, Carlson M, Vago T, Angelici L, Barlera S, Parrinello G, Maggioni AP,<br />

Tognoni G, Cohn J N, Val-HeFT Investigators. Prognostic value of very low plasma concentrations of troponin T in<br />

patients with stable chronic heart failure. Circulation <strong>2007</strong>; 116: 1242-1249.<br />

• Masson S, Latini R, Anand IS, Vago T, Angelici L, Barlera S, Missov ED, Clerico A, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of<br />

the Val-HeFT Investigators. Direct comparison of B-type natriuretic peptide (BNP) and amino-terminal proBNP in a<br />

large population of patients with chronic and symptomatic heart failure. The Valsartan Heart Failure (Val-HeFT) data.<br />

Clin Chem 2006; 52: 1528-1538.<br />

• Staszewsky L, Wong M, Masson S, Barlera S, Carretta E, Maggioni AP, Anand IS, Cohn JN, Tognoni G, Latini R,<br />

Valsartan Heart Failure Trial Investigators. Clinical, neurohormonal, and inflammatory markers and overall prognostic<br />

role of chronic obstructive pulmonary <strong>di</strong>sease in patients with heart failure: data from the Val-HeFT Heart Failure Trial.<br />

J Card Fail <strong>2007</strong>; 13: 797-804.<br />

Enrico Bjørn Nicolis ha frequentato il corso <strong>di</strong> laurea in Scienze dell’Informazione presso l’Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative<br />

1991-1999 Borsista presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

Aree <strong>di</strong> interesse<br />

Gestione e analisi dati degli stu<strong>di</strong> clinici controllati. Sviluppo <strong>di</strong> database e “tools” per gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

genetica <strong>di</strong> popolazione, in particolare per l’analisi <strong>di</strong> linkage.<br />

Ruoli attuali e passati in istituto<br />

dal 2001 Capo Unità <strong>di</strong> Bioinformatica del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

dal 1999 Ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

dal 1997 Sistemista del Centro <strong>di</strong> Calcolo dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong><br />

Milano<br />

dal 1991 Borsista nell’Unità <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca e Statistica Applicata, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano<br />

120<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Principali pubblicazioni<br />

• GISSI-Avoidable Delay Study Group. Epidemiology of avoidable delay in the care of patients with acute myocar<strong>di</strong>al<br />

infarction in Italy. A GISSI-generated study. Arch Intern Med 1995; 155: 1481-1488<br />

• Nobili A, Gebru F, Rossetti A, Schettino F, Zahn R W, Nicolis E, Macario G, Celani L, Acik V O, Farina M L, Nal<strong>di</strong> L.<br />

Doctorline: A private toll-free telephone me<strong>di</strong>cal information service. Five years of activity: Old problems and new<br />

perspectives. Ann Pharmacother 1998; 32: 120-125<br />

• Santoro E, Nicolis E, Franzosi MG.Telecommunication technology for the management of large scale clinical trials: The<br />

GISSI experience. Comput Methods Programs Biomed 1999; 60: 215-223<br />

• Santoro E, Nicolis E, Franzosi M G, Tognoni G. Internet for clinical trials: Past, present, and future. Control Clin<br />

Trials 1999; 20: 194-201<br />

• Tognoni G, Franzosi MG, Nicolis E, Barlera S, Specchia C, Chio<strong>di</strong>ni B, Crociati L, Ferrario L, PROCARDIS<br />

Consortium. A trio family study showing association of the lymphotoxin-alfa N26 (804A) allele with coronary artery<br />

<strong>di</strong>sease. Eur J Hum Genet 2004; 12: 770-774<br />

• Barlera S, Specchia C, Farrall M, Chio<strong>di</strong>ni BD, Franzosi MG, Rust S, Green F, Nicolis E, Peden J, Assmann G, Collins<br />

R, Hamsten A, Tognoni G, PROCARDIS Consortium. Multiple QTL influence the serum Lp(a) concentration: a<br />

genome-wide linkage screen in the PROCARDIS study. Eur J Hum Genet <strong>2007</strong>; 15: 221-227<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />

I laboratori afferenti al Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare (nato della lunga esperienza<br />

degli stu<strong>di</strong> GISSI) sviluppano attività <strong>di</strong> ricerca che coprono sia l'area sperimentale e <strong>di</strong> ricerca<br />

<strong>di</strong> base, sia quella della valutazione clinica ed epidemiologica <strong>di</strong> farmaci, <strong>di</strong> strategie<br />

<strong>di</strong>agnostico-terapeutiche, <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari. Il Dipartimento<br />

privilegia progetti <strong>di</strong> ricerca a forte impronta collaborativa e multicentrica, anche per quanto<br />

riguarda la componente della parte sperimentale che si interfaccia con la clinica. L’attività <strong>di</strong><br />

ricerca sperimentale è de<strong>di</strong>cata alla fisiopatologia, alla modulazione farmacologica e al ruolo<br />

prognostico dell’attivazione del sistema renina-angiotesina-aldosterone, dell’attivazione dei<br />

sistemi neuro-ormonali, e dell’attivazione dei processi infiammatori nell’infarto miocar<strong>di</strong>co e<br />

nell’insufficienza car<strong>di</strong>aca; un ampio e più recente capitolo riguarda l’utilizzo delle cellule<br />

staminali nella terapia dell’infarto miocar<strong>di</strong>co.<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca clinica riguarda la valutazione clinica <strong>di</strong> farmaci e <strong>di</strong> strategie terapeutiche<br />

in ambito ospedaliero con la conduzione <strong>di</strong> sperimentazioni cliniche <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni in<br />

patologie <strong>di</strong> forte impatto epidemiologico quali lo scompenso car<strong>di</strong>aco, le sindromi coronariche<br />

acute e la fibrillazione atriale; uno spazio è inoltre de<strong>di</strong>cato all’epidemiologia clinica e alla<br />

valutazione dei fattori <strong>di</strong> rischio dell'infarto miocar<strong>di</strong>co, a cui si sono affiancati più<br />

recentemente stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> epidemiologia genetica focalizzati all’identificazione <strong>di</strong> nuovi geni e alla<br />

definizione del ruolo <strong>di</strong> geni can<strong>di</strong>dati come responsabili della car<strong>di</strong>opatia ischemica attraverso<br />

analisi <strong>di</strong> linkage familiare e stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione su polimorfismi genetici.<br />

La collaborazione con una vasta rete <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale ha consentito da anni la<br />

realizzazione <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> ricerca clinica ed epidemiologica, specificamente originali nel<br />

panorama italiano, nell'ambito della prevenzione car<strong>di</strong>ovascolare attraverso sperimentazioni<br />

cliniche <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni. Una parte dell'attività è orientata alla valutazione della reale<br />

trasferibilità degli interventi preventivi <strong>di</strong> provata efficacia nella pratica clinica quoti<strong>di</strong>ana<br />

attraverso stu<strong>di</strong> epidemiologici e <strong>di</strong> outcome research, e alla farmacoepidemiologia a partire<br />

dalle analisi delle prescrizioni <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> data-base amministrativi.<br />

La rete <strong>di</strong> ricerca infermieristica è orientata alla valutazione della qualità <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> vita dei<br />

pazienti e all'epidemiologia degli interventi infermieristici e alle loro implicazioni per il<br />

benessere e l'outcome dei pazienti.<br />

121<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

La pentraxina corta proteina C reattiva (PCR) e quella lunga PTX3 sono marcatori <strong>di</strong> rischio e<br />

<strong>di</strong> gravità <strong>di</strong> patologie car<strong>di</strong>ovascolari. Tuttavia il ruolo delle pentraxine nella patogenesi <strong>di</strong><br />

queste patologie rimane ad oggi non chiarito. Utilizzando topi geneticamente mo<strong>di</strong>ficati (nulli<br />

per PTX3) abbiamo <strong>di</strong>mostrato che PTX3, una proteina molto conservata dal topo all’uomo,<br />

svolge una funzione regolatoria nell’infarto miocar<strong>di</strong>co, tale per cui riduce la risposta<br />

infiammatoria e quin<strong>di</strong> il danno da ischemia e riperfusione. Quin<strong>di</strong> PTX3 è più <strong>di</strong> un semplice<br />

marcatore <strong>di</strong> rischio. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con il gruppo <strong>di</strong> Alberto<br />

Mantovani, <strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas, Rozzano, Milano<br />

Nell’ambito dello stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzione Genetica si è <strong>di</strong>mostrato che la risposta <strong>di</strong> ciascun<br />

in<strong>di</strong>viduo ai farmaci è influenzata dalle sue caratteristiche genetiche: in uno stu<strong>di</strong>o condotto su<br />

più <strong>di</strong> 3300 pazienti colpiti da infarto del miocar<strong>di</strong>o, i portatori <strong>di</strong> una mutazione del gene che<br />

co<strong>di</strong>fica per l’ Apolipoproteina E (APOE), una proteina coinvolta nel trasporto del colesterolo<br />

nel sangue, hanno risposto meglio al trattamento con statine dopo un infarto car<strong>di</strong>aco,<br />

<strong>di</strong>mostrando una migliore sopravvivenza rispetto ai soggetti non portatori <strong>di</strong> questa mutazione.<br />

I dati del PROCARDIS sono stati ulteriormente analizzati allo scopo <strong>di</strong> identificare regioni<br />

cromosomiche associate alla variabilità <strong>di</strong> fenotipi quantitativi. La concentrazione della<br />

lipoproteina A nel siero, nota per essere ere<strong>di</strong>taria e associata al rischio car<strong>di</strong>ovascolare, è stata<br />

stu<strong>di</strong>ata utilizzando un’analisi <strong>di</strong> linkage genome-wide. E’ stato confermato un linkage<br />

significativo con il locus del gene LPA su cromosoma 6q27, così come è stata evidenziata una<br />

seconda regione <strong>di</strong> linkage sul cromosoma 13q22-31. Questi risultati costituiscono la premessa<br />

per stu<strong>di</strong> futuri <strong>di</strong> geni can<strong>di</strong>dati in tali regioni.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Angiogenesis and Tumor Targeting Research Unit & Telethon Institute for Gene Therapy,<br />

Ospedale San Raffaele, Milano<br />

ANMCO (Associazione Nazionale Me<strong>di</strong>ci Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri)<br />

CINECA (Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell'Italia Nord-Orientale)<br />

CSeRMEG (Centro Stu<strong>di</strong> e <strong>Ricerche</strong> in Me<strong>di</strong>cina Generale)<br />

Gruppi organizzati <strong>di</strong> MMG (FIMMG, CoS, Ass.Cu.M.I., AMISI)<br />

IEO (<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia), Milano<br />

IFOM-FIRC, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Ricerca in Cure palliative Lino Maestroni<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Endocrinologia, Ospedale Luigi Sacco, Milano<br />

Ematologia, Ospedale Sant’Anna, Torino<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

SIBioC (Società Italiana <strong>di</strong> Biochimica Clinica e Biologia Molecolare)<br />

SIFO (Società Italiana <strong>di</strong> Farmacia Ospedaliera)<br />

Stem Cell Research Institute, Ospedale San Raffaele, Milano<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, Dipartimento <strong>di</strong> Anatomia, Farmacologia e Me<strong>di</strong>cina Forense<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, Dipartimento <strong>di</strong> Sanità Pubblica e Microbiologia<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Verona, Dipartimento <strong>di</strong> Sanità Pubblica<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Verona, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Anatomia Umana<br />

122<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Me<strong>di</strong>cina tropical, Esmeraldas) Ecuador<br />

Cochrane Collaboration, Oxford, UK<br />

Clinical Trial Research Unit, Auckland University, Nuova Zelanda<br />

CTSU (Clinical Trial Service Unit) /ISIS (International Stu<strong>di</strong>es on Infarct Survival), Oxford,<br />

UK<br />

Division of Genetics and Development, Guy's, King's and St Thomas' School of Me<strong>di</strong>cine,<br />

King's College, London, UK<br />

ECLA (Estu<strong>di</strong>os Car<strong>di</strong>ologicos de Latino-America)<br />

EVGN (European Vascular Genomics Network) VI Framework Program, Unione Europea<br />

JW Goethe University, Department of Car<strong>di</strong>ology, Frankfurt, Germania<br />

Karolinska Institutet, Stockholm, Svezia<br />

PHRI (Population Health Research Institute), McMaster University, Hamilton, Ontario, Canada<br />

SIOP (International Society of Pae<strong>di</strong>atric Oncology)<br />

University of Minnesota, Minneapolis, USA<br />

University of Oslo, Norvegia<br />

Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford, UK<br />

WONCA (World Organization of Family Doctors)<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Circulation, International Journal of Health Services, Journal of Clinical Epidemiology (Gianni<br />

Tognoni)<br />

Journal of Car<strong>di</strong>ac Failure, Journal of Car<strong>di</strong>ovascular Me<strong>di</strong>cine (Roberto Latini)<br />

Assistenza Infermieristica e Ricerca, European Journal of Cancer Care, European Journal of<br />

Oncology Nursing, International Nursing Perspectives (Paola Di Giulio)<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

American Heart Journal, Atherosclerosis Thrombosis and Vascular Biology, Car<strong>di</strong>ovascular<br />

Research, Circulation, Circulation Research, Clinical Pharmacology and Therapeutics,<br />

European Heart Journal, European Journal of Car<strong>di</strong>ovascular Nursing, International Journal of<br />

Car<strong>di</strong>ology, International Journal of Obesity, Italian Journal of Car<strong>di</strong>ology, Journal of Car<strong>di</strong>ac<br />

Failure, Journal of Internal Me<strong>di</strong>cine, Journal of Car<strong>di</strong>ovascular Me<strong>di</strong>cine, Life Sciences, The<br />

Lancet, PharmacoEconomics.<br />

PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

Comitato Etico della Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

Comitato Etico della Provincia <strong>di</strong> Verona<br />

Agenzia Italiana del Farmaco, Direzione Generale Farmaci e Dispositivi Me<strong>di</strong>ci<br />

123<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />

Investigator's Meeting - Stato <strong>di</strong> avanzamento dello stu<strong>di</strong>o RE-LY<br />

02/03/07, Boheringer Ingelheim, Reggello (Firenze)<br />

Master <strong>di</strong> I° Livello in Ricerca Clinica dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Facoltà <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna.<br />

Lezioni <strong>di</strong> Metodologia e Statistica:<br />

16/04/07 La ricerca clinica oggi: profit e no-profit. Il protocollo dello stu<strong>di</strong>o<br />

17/04/07 Il <strong>di</strong>segno degli stu<strong>di</strong> clinici<br />

18/04/07 Legislazione sulla sperimentazione clinica e ruolo dei Comitati Etici<br />

26/04/07 Statistica descrittiva<br />

08/05/07 Statistica inferenziale (1)<br />

10/05/07 Statistica inferenziale (2)<br />

16/05/07 Monitoraggio degli stu<strong>di</strong> clinici<br />

22/05/07 Analisi della sopravvivenza<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”, Milano<br />

Investigator's Meeting - Stato <strong>di</strong> avanzamento dello stu<strong>di</strong>o Prono/Supino II<br />

01/06/07, Sala Gialla, Milano Convention Centre-MIC, SMART Fiera, Milano<br />

Investigator's Meeting – Valutazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti strategie anestesiologiche per interventi<br />

neurochirurgici sopratentoriali "NeuroMorfeo"<br />

14/11/07, Aula E, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”, Milano<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

DIPARTIMENTO<br />

American College of Car<strong>di</strong>ology. 56th Annual Scientific Session, 24-27/03/07, New Orleans,<br />

USA<br />

- Microalbuminuria in chronic heart failure: prevalence and determinants in more that 2000<br />

patients enrolled in the GISSI-HF trial<br />

- Brain natriuretic peptide and severity of <strong>di</strong>astolic dysfunction: interaction with LV geometry<br />

and function in mild-moderate heart failure. The AREA-IN-CHF Study<br />

IUSS Ferrara Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ferrara – Master <strong>di</strong> II° Livello, Scuola <strong>di</strong> Ricerca<br />

Clinica ed Epidemiologica, 28/03/07, Università <strong>di</strong> Ferrara, Italia<br />

- Introduzione alla farmacocinetica<br />

- Farmacocinetica <strong>di</strong> fattori endogeni e biomarcatori<br />

Annual Meeting of the Norwegian Society of Car<strong>di</strong>ology. Kar<strong>di</strong>ologisk Varmote <strong>2007</strong>,<br />

Ra<strong>di</strong>sson SAS Plaza Hotel, 3-5/05/07 Oslo, Norvegia<br />

- Changes over time vs single measurements of proBNP in risk stratification and monitoring of<br />

patients with chronic heart failure. Recent data with use of Roche TnT in relation to HF<br />

European Society of Car<strong>di</strong>ology. Annual Meeting of the Working Group: Myocar<strong>di</strong>al Function<br />

Adverse Car<strong>di</strong>ac Remodelling: mechanism and repair, 4-6/05/07, Kracow, Polonia<br />

124<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

- Car<strong>di</strong>ac mesoangioblasts are committed, self renewable progenitors, associated with smal<br />

vessels of adult mouse ventricle<br />

- Modulation of homing and survival of car<strong>di</strong>ac mesoangioblasts transplanted in the infarcted<br />

mouse heart<br />

Roche Diagnostics GmbH. proCar<strong>di</strong>o Symposium. 5th International Symposium on NTproBNP.<br />

NT-proBNP and other biomarkers for the management of car<strong>di</strong>ac patients, 11-<br />

12/05/07, Seville, Spagna<br />

- The prognosti value of high sensitive troponin T in patients with stable chronic heart failure.<br />

Data from the Val-HeFT trial<br />

Convegno Regionale ANCE Lombar<strong>di</strong>a. Il cuore nella donna. “Un appuntamento <strong>annuale</strong>”.<br />

26/05/07, Hotel Michelangelo, Milano, Italia<br />

- Scarsa presenza femminile nella popolazione dei trial rispetto al mondo reale. Rischio <strong>di</strong> un<br />

indagine deformata e possibili correzioni<br />

Associazione Nazionale Me<strong>di</strong>ci Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri. XXXVIII° Congresso Nazionale <strong>di</strong><br />

Car<strong>di</strong>ologia, 3-5/06/07, Firenze, Italia<br />

- Le evidenze sperimentali<br />

- Marcatori biologici circolanti in pazienti con bronco-pneumopatia cronica ostruttiva ed<br />

insufficienza car<strong>di</strong>aca sintomatica. Dati dello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF<br />

- La microalbuminuria nell’insufficienza car<strong>di</strong>aca: prevalenza e correlati clinici in più <strong>di</strong> 2000<br />

pazienti dello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF<br />

- Implementazione <strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> infusione <strong>di</strong> insulina a gestione infermieristica per il<br />

controllo intensivo della glicemia nel <strong>di</strong>abete con sindrome coronarica acuta<br />

- Validazione <strong>di</strong> un protocollo standar<strong>di</strong>zzato per la transizione della terapia insulinica infusiva<br />

a quella sottocutanea nel <strong>di</strong>abetico con sindrome coronarica acuta<br />

Heart Failure Association of the European Society of Car<strong>di</strong>ology. Heart Failure Congress <strong>2007</strong>,<br />

9-12/06/07, Hamburg, Germania<br />

- Prevalence and significance of microabuminuria in a large population of patients with chronic<br />

heart failure. Data from the Italian GISSI-HF trial<br />

- Metabolic syndrome in chronic heart failure: prevalence and relation to clinical features and<br />

aetiology<br />

- Car<strong>di</strong>oprotection by erythropoietin and its derivatives<br />

eMeeting. Car<strong>di</strong>ac Stem Cells: what we need for clinical translation, 27-28/06/07, Roma, Italy<br />

- Car<strong>di</strong>ac mesoangioblasts are committed, self renewable progenitors, associated with smal<br />

vessels of adult mouse ventricle<br />

- Modulation of homing and survival of car<strong>di</strong>ac mesoangioblasts transplanted in the infarcted<br />

mouse heart<br />

European Society of Car<strong>di</strong>ology. ESC Congress <strong>2007</strong>, 1-5/09/07, Vienna, Austria<br />

- Circulating biomarkers in patients with chronic obstructive pulmonary <strong>di</strong>sease and<br />

symptomatic heart failure. Data from the GISSI-HF trial<br />

European Vascular Biology Organization. 4th European Meeting on Vascular Biology and<br />

Me<strong>di</strong>cine, 17-20//09/07, Bristol, UK<br />

- Workshop V, Vascular Progenitors 2<br />

125<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

WONCA, CNGE. 13th WONCA <strong>2007</strong> Europe Conference – 1er Congrès de la Mé<strong>di</strong>cine<br />

Générale en France. Re-thinking primary care in the European context. A new challenge for<br />

General Pratice, 17-20/10/07, Paris, Francia.<br />

- Feasibility of a large scale randomised trial in General Practice: The Risk & Prevention Study<br />

Società’ Italiana Attività Regolatorie, Società Italiana <strong>di</strong> Farmacia Ospedaliera, Società <strong>di</strong><br />

Scienze <strong>Farmacologiche</strong> Applicate. La sperimentazione clinica dei farmaci e <strong>di</strong>spoistivi me<strong>di</strong>ci.<br />

I° corso <strong>di</strong> aggiornamento, 18-19/10/07, Roma, Italia<br />

- Gli stu<strong>di</strong> no-profit<br />

Azienda Ospedaliera S. Giovanni Addolorata. I primi 30 giorni dopo l’infarto, 19-20/10/07,<br />

Roma, Italia<br />

- Ruolo della inibizione neurormonale (betabloccanti – inibizione del sistema renina –<br />

angiotensina – aldosterone)<br />

Casa <strong>di</strong> Cura Polispecialistica Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero ASL 22, Regione Veneto. Strategie <strong>di</strong><br />

prevenzione car<strong>di</strong>ovascolare, 20/10/07, Peschiera del Garda (VR), Italia<br />

- Terapia cellulare car<strong>di</strong>aca. A che punto siamo?<br />

American Heart Association. AHA Scientific Session <strong>2007</strong>, 4-7/11/07, Orlando, Florida<br />

- Levels of circulating progenitor cells in patients with chronic heart failure pre<strong>di</strong>ct outcomes<br />

Clinical Forum Srl, Next Stop Knowledge, 9-10/11/07, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />

“<strong>Mario</strong> Negri”, Milano, Italia<br />

- Statine in stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> popolazione e nel car<strong>di</strong>opatico non ischemico con insufficienza car<strong>di</strong>aca:<br />

dati <strong>di</strong>sponibili<br />

- Sottoprogetti del GISSI-HF: obiettivi e dati basali<br />

Regione Toscana–Consiglio Regionale “Pianeta Galileo” - La sperimentazione dei farmaci<br />

sull’uomo, 17/11/07, Lucca, Italia<br />

- La sperimentazione dei farmaci sull’uomo<br />

European Section of the Aldosterone Council ESAC Meeing <strong>2007</strong> – 1st International Meeting<br />

of the French Society of Hypertension, 13-14/12/07, Paris, Francia<br />

- Effects of canrenone on BNP, PIIINP and LV remodelling in patients with mild chronic heart<br />

failure (AREA-IN-CHF study): final results<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), AstraZeneca, Azienda Ospedaliera San Gerardo Monza,<br />

Chiesi Farmaceutici, Boehringer Ingelheim Italia SpA, BRAHAMS AG, Collegio<br />

Interprovinciale Milano-Lo<strong>di</strong>, Fondazione Cariplo, Fondazione Don Gnocchi Milano,<br />

Fondazione San Raffaele Milano, Heart Care Foundation, <strong>Istituto</strong> Auxologico <strong>di</strong> Milano,<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico C. Besta, Kinetic Concepts Inc., Ministero della Salute, Novartis<br />

Pharma, Oslo University, Oxford University, Population Health Research Institute-Mc Master<br />

University, Pfizer Italia, Roche Diagnostics, Sigma Tau, SPA Società Prodotti Antibiotici<br />

S.p.A., Takeda Italia S.p.A.<br />

126<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Abdulla J, Barlera S, Latini R, Kjoller-Hansen L, Sogaard P, Christensen E, Kober L, Torp-Pedersen C<br />

A systematic review: Effect of angiotensin converting enzyme inhibition on left ventricular volumes and ejection<br />

fraction in patients with a myocar<strong>di</strong>al infarction and in patients with left ventricular dysfunction<br />

Eur J Heart Fail <strong>2007</strong>; 9: 129-135<br />

Barlera S, Specchia C, Farrall M, Chio<strong>di</strong>ni BD, Franzosi MG, Rust S, Green F, Nicolis E, Peden J, Assmann G,<br />

Collins R, Hamsten A, Tognoni G, PROCARDIS Consortium<br />

Multiple QTL influence the serum Lp(a) concentration: a genome-wide linkage screen in the PROCARDIS study<br />

Eur J Hum Genet <strong>2007</strong>; 15: 221-227<br />

Boccanelli A, Cacciatore G, Mureddu GF, De Simone G, Clemenza F, De Maria R, Di Lenarda A, Gavazzi A, Latini<br />

R, Masson S, Porcu M, Vanasia M, Gonzini L, Maggioni AP, AREA IN-CHF<br />

Baseline characteristics of patients recruited in the AREA IN-CHF study (Antiremodelling Effect of Aldosterone<br />

Receptors Blockade with Canrenone in Mild Chronic Heart Failure)<br />

J Car<strong>di</strong>ovasc Med <strong>2007</strong>; 8: 683-691<br />

Chio<strong>di</strong>ni B, Franzosi MG, Barlera S, Signorini S, Lewis CM, D'Orazio A, Mocarelli P, Nicolis E, Marchioli R,<br />

Tognoni G, GISSI, SIBioC-GISSI Prevenzione Group<br />

Apolipoprotein E polymorphisms influence effect of pravastatin on survival after myocar<strong>di</strong>al infarction in a<br />

Me<strong>di</strong>terranean population: the GISSI-Prevenzione study<br />

Eur Heart J <strong>2007</strong>; 28: 1977-1983<br />

Cicoira M, Maggioni AP, Latini R, Barlera S, Carretta E, Janosi A, Soler Soler J, Anand I, Cohn J, Val-HeFT<br />

Investigators<br />

Body mass index, prognosis and mode of death in chronic heart failure: Results from the Valsartan Heart Failure<br />

Trial<br />

Eur J Heart Fail <strong>2007</strong>; 9: 397-402<br />

Evangelista V, De Berar<strong>di</strong>s G, Totani L, Avanzini F, Giorda CB, Brero L, Levantesi G, Marelli G, Pupillo M, Iacuitti<br />

G, Pozzoli G, Di Summa P, Nada E, De Simone G, Dell'Elba G, Amore C, Manarini S, Pecce R, Maione A, Tognoni<br />

G, Nicolucci A<br />

Persistent platelet activation in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes treated with low doses of aspirin<br />

J Thromb Haemost <strong>2007</strong>; 5: 2197-2203<br />

Fiordaliso F, De Angelis N, Bai A, Cuccovillo I, Salio M, Serra DM, Bianchi R, Razzetti R, Latini R, Masson S<br />

Effect of Beta-adrenergic and renin-angiotensin system blockade on myocyte apoptosis and oxidative stress in<br />

<strong>di</strong>abetic hypertensive rats<br />

Life Sci <strong>2007</strong>; 81: 951-959<br />

Grasselli G, Gattinoni L, Kavanagh B, Latini R, Laupacis A, Lemaire F, Pesenti A, Suter P, Slutsky A, Tognoni G<br />

Feasibility, limits and problems of clinical stu<strong>di</strong>es in Intensive Care Unit<br />

Minerva Anestesiol <strong>2007</strong>; 73: 595-601<br />

Krum H, Latini R, Maggioni AP, Anand I, Masson S, Carretta E, Ingrilli' F, Pettinati G, Glazer R, Tognoni G, Cohn J<br />

Statins and symptomatic chronic systolic heart failure. A post-hoc analysis of 5010 patients enrolled in Val-HeFT<br />

Int J Car<strong>di</strong>ol <strong>2007</strong>; 119: 48-53<br />

Latini R, Masson S, Anand I S, Missov E, Carlson M, Vago T, Angelici L, Barlera S, Parrinello G, Maggioni AP,<br />

Tognoni G, Cohn J N, Val-HeFT Investigators<br />

Prognostic value of very low plasma concentrations of troponin T in patients with stable chronic heart failure<br />

Circulation <strong>2007</strong>; 116: 1242-1249<br />

Sarto P, Balducci E, Balconi G, Fiordaliso F, Merlo L, Tuzzato G, Pappagallo GL, Frigato N, Zanocco A, Forestieri<br />

C, Azzarello G, Mazzucco A, Valenti M T, Alborino F, Noventa D, Vinante O, Pascotto P, Sartore S, Dejana E,<br />

Latini R<br />

Effects of exercise training on endothelial progenitor cells in patients with chronic heart failure<br />

J Card Fail <strong>2007</strong>; 13: 701-708<br />

127<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Saunders CL, Chio<strong>di</strong>ni B, Sham P, Lewis CM, Abkevich V, Adeyemo AA, de Andrade M, Arya R, Berenson GS,<br />

Blangero J, Boehnke M, Borecki IB, Chagnon YC, Chen W, Comuzzie AG, Deng HW, Duggirala R, Feitosa MF,<br />

Froguel P, Hanson RL, Hebebrand J, Huezo-Dias P, Kissebah AH, Li W, Luke A, Martin LJ, Nash M, Ohman M,<br />

Palmer LJ, Peltonen L, Perola M, Price RA, Redline S, Srinivasan SR, Stern MP, Stone S, Stringham H, Turner S,<br />

Wijmenga C, Collier DA<br />

Meta-analysis of genome-wide linkage stu<strong>di</strong>es in BMI and obesity<br />

Obesity <strong>2007</strong>; 15: 2263-2275<br />

Silletta MG, Marfisi RM, Levantesi G, Boccanelli A, Chieffo C, Franzosi MG, Geraci E, Maggioni AP, Nicolosi GL,<br />

Schweiger C, Tavazzi L, Tognoni G, Marchioli R, GISSI-Prevenzione<br />

Coffee consumption and risk of car<strong>di</strong>ovascular events after acute myocar<strong>di</strong>al infarction. Results from the GISSI<br />

(Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell'Infarto miocar<strong>di</strong>co)-Prevenzione trial<br />

Circulation <strong>2007</strong>; 116: 2944-2951<br />

Staszewsky L, Wong M, Masson S, Barlera S, Carretta E, Maggioni AP, Anand IS, Cohn JN, Tognoni G, Latini R,<br />

Valsartan Heart Failure Trial Investigators<br />

Clinical, neurohormonal, and inflammatory markers and overall prognostic role of chronic obstructive pulmonary<br />

<strong>di</strong>sease in patients with heart failure: data from the Val-HeFT Heart Failure Trial<br />

J Card Fail <strong>2007</strong>; 13: 797-804<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Avanzini F, Marelli G, Donzelli W, Sorbara L, Palazzo E, Bellato L, Colombo E, De Martini M, per il Gruppo <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong>o DDD<br />

Protocollo <strong>di</strong> infusione <strong>di</strong> insulina a gestione infermieristica per il controllo intensivo della glicemia. G It Diabetol<br />

Metab <strong>2007</strong>; 27: 202-211.<br />

Clavenna A, Bonati M, Campi R, Labate L, Nobili A, Pasina L, Tettamanti M, Monesi L, Marzona I, Roncaglioni M<br />

C, Bortolotti A, Fortino I, Locateli G W, Giuliani G<br />

La prescrizione <strong>di</strong> farmaci per i bambini e gli anziani nella ASL <strong>di</strong> Lecco<br />

Ricerca & Pratica <strong>2007</strong>; n.135: 100-112<br />

Marchioli R, Marfisi R M, Borrelli G, Chieffo C, Franzosi M G, Levantesi G, Maggioni A P, Nicolosi G L, Scarano<br />

M, Silletta M G, Schweiger C, Tavazzi L, Tognoni G<br />

Efficacy of n-3 polyunsaturated fatty acids accor<strong>di</strong>ng to clinical characteristics of patients with recent myocar<strong>di</strong>al<br />

infarction: insights from the GISSI-Prevenzione trial<br />

J Car<strong>di</strong>ovasc Med <strong>2007</strong>; 8: s34-s37<br />

Masson S, Latini R<br />

An update on N-terminal pro-brain-type natriuretic peptide for risk stratification in chronic heart failure<br />

Eur Car<strong>di</strong>ov Dis <strong>2007</strong>; 1: 35-38<br />

Masson S, Latini R, Tacconi M T, Bernasconi R<br />

Incorporation and washout of n-3 polyunsaturated fatty acids after <strong>di</strong>et supplementation in clinical stu<strong>di</strong>es<br />

J Car<strong>di</strong>ovasc Med <strong>2007</strong>; 8 suppl 1: s4-s10<br />

128<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare<br />

Effetti <strong>di</strong> mesoangioblasti e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> cellule progenitrici sul<br />

danno da infarto miocar<strong>di</strong>co sperimentale<br />

Numerosi stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato che cellule autologhe e omologhe <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente origine<br />

possono riparare il miocar<strong>di</strong>o danneggiato in seguito a un insulto ischemico acuto. La resa in<br />

termini <strong>di</strong> colonizzazione dell'area danneggiata e <strong>di</strong> sostituzione delle cellule irreversibilmente<br />

danneggiate varia molto da stu<strong>di</strong>o a stu<strong>di</strong>o, oscillando dal 63% a meno dell'1%.<br />

A <strong>di</strong>fferenza dei precursori midollari i mesoangioblasti sono potenzialmente interessanti perché<br />

(a) più facilmente espan<strong>di</strong>bili e (b) ottenibili da biopsia del muscolo scheletrico nell’uomo.<br />

I mesoangioblasti isolati da cuori umani migrano in cuori <strong>di</strong> topi immunodeficienti dopo infarto<br />

e sopravvivono per tempi lunghi; sarà da stabilire il loro potenziale effetto<br />

protettivo/rigenerativo, come premessa necessaria as eventuali stu<strong>di</strong> nell’uomo. Il modello<br />

particolarmente delicato della legatura della coronaria nel topo immunodeficiente viene<br />

utilizzato per valutare il potenziale angiogenico <strong>di</strong> altri progenitori come cellule da sangue<br />

umano Tie-2+ (collaborazione con M De Palma, HSR, Milano), CD34+ (collaborazione con F<br />

Fagioli, Osp S. Anna, Torino), CD133 (collaborazione con G Pompilio, Centro Car<strong>di</strong>ologico<br />

Monzino, Milano). Queste ricerche sono condotte all’interno del 6° Programma Europeo<br />

(European Vascular Genomics Network, www.evgn.org)<br />

Caratterizzazione del fenotipo car<strong>di</strong>aco <strong>di</strong> PTX3 in topi ko<br />

PTX3 è stata <strong>di</strong>mostrata avere un ruolo non ridondante nella riproduzione e nella resistenza a<br />

infezioni fungine (Aspergillus fumigatus). Tuttavia il suo ruolo in ambito car<strong>di</strong>ovascolare non è<br />

stato ancora ben definito, anche se risulta essere un marcatore prognostico in<strong>di</strong>pendente dopo<br />

infarto miocar<strong>di</strong>co acuto nell’uomo. Il ruolo <strong>di</strong> PTX3, valutato me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> topi deficienti<br />

della proteina (knock-out), nel cuore sottoposto a ischemia car<strong>di</strong>aca e riperfusione, è risultato<br />

essere protettivo. Infatti i topi privi della proteina avevano infarti <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni; il<br />

fenomeno può essere spiegato dal ruolo <strong>di</strong> PTX3 nella modulazione della risposta infiammatoria<br />

conseguente alla ischemia e riperfusione car<strong>di</strong>aca.<br />

Valutazione del potenziale terapeutico del trapianto <strong>di</strong> cellule staminali in<br />

modelli animali <strong>di</strong> car<strong>di</strong>omiopatia <strong>di</strong>abetica<br />

Il <strong>di</strong>abete rappresenta un importante fattore <strong>di</strong> rischio per lo sviluppo <strong>di</strong> varie complicazioni<br />

car<strong>di</strong>ovascolari. La morbi<strong>di</strong>tà e mortalità associate al <strong>di</strong>abete sono essenzialmente dovute a<br />

lesioni vascolari tra cui riveste particolare importanza l’aumento della rigi<strong>di</strong>tà della parete<br />

aortica osservato nei pazienti <strong>di</strong>abetici. Le cellule staminali neuronali (NSC) sono cellule<br />

multipotenti con la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziarsi anche in precursori endoteliali circolanti (EPCs).<br />

Gli EPCs sono cellule coinvolte nella neoangiogenesi, presenti in numero minore e<br />

<strong>di</strong>sfunzionali nei pazienti con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo I e <strong>di</strong> tipo II. Un’alterata angiogenesi e una marcata<br />

<strong>di</strong>minuzione del rapporto tra elastina e collagene osservata nell’aorta <strong>di</strong> ratti con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo<br />

I, rappresentano un segno del progressivo deterioramento della struttura e funzione vascolare e<br />

probabilmente in relazione con le alterazioni emo<strong>di</strong>namiche rilevate in questi ratti <strong>di</strong>abetici. Per<br />

la prima volta, abbiamo osservato come il trattamento con cellule staminali neuronali murine<br />

(NSC) è in grado <strong>di</strong> rallentare il rimodellamento della matrice nella tonaca me<strong>di</strong>a in ratti con<br />

<strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo I in seguito ad una minore presenza <strong>di</strong> collagene ed a una maggior deposizione <strong>di</strong><br />

elastina. Questi cambiamenti possono essere messi in relazione alla significativa riduzione della<br />

pressione arteriosa sistolica misurata nei ratti <strong>di</strong>abetici trattati con NSC, suggerendo un<br />

potenziale ruolo <strong>di</strong> queste cellule nel ridurre la <strong>di</strong>sfunzione vascolare nel <strong>di</strong>abete.<br />

129<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Seguendo questa linea sperimentale, a breve si valuteranno la mobilizzazione e l’homing sia<br />

degli EPCs che <strong>di</strong> cellule staminali (mesoangioblasti) iniettate nella cavità del ventricolo<br />

sinistro in un modello genetico <strong>di</strong> topi obesi e <strong>di</strong>abetici <strong>di</strong> tipo II (topi ob/ob) ed il loro<br />

potenziale contributo alla rigenerazione del miocar<strong>di</strong>o e dei vasi dopo l’induzione <strong>di</strong> infarto al<br />

miocar<strong>di</strong>o.<br />

Danno polmonare da acido cloridrico nel topo: un modello <strong>di</strong> polmonite<br />

da aspirazione per stu<strong>di</strong>are interventi protettivi<br />

L’aspirazione <strong>di</strong> contenuto gastrico è una complicazione relativamente frequente nei pazienti<br />

sottoposti ad anestesia generale (0,47-1,41% delle procedure in anestesia generale). Questo<br />

fenomeno può interessare i pazienti con alterazione del livello <strong>di</strong> coscienza e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />

dei riflessi <strong>di</strong> protezione delle vie aeree (<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni neurologici, overdose <strong>di</strong> farmaci ecc.).<br />

Il quadro clinico conseguente all’inalazione <strong>di</strong> materiale gastrico prende il nome polmonite da<br />

aspirazione o Sindrome <strong>di</strong> Mendelson. Il principale meccanismo <strong>di</strong> danno è l’insulto chimico<br />

dovuto al pH molto basso delle secrezioni gastriche che danneggia l’epitelio delle vie aeree e le<br />

strutture alveolari. Ad una prima fase <strong>di</strong> importante alterazione della permeabilità capillare,<br />

dovuta all’effetto caustico del basso pH, segue una fase <strong>di</strong> intensa reazione infiammatoria nel<br />

parenchima polmonare.<br />

L’evoluzione della polmonite da aspirazione può essere estremamente variabile: da una<br />

transitoria desaturazione, “aspirazione silente”, ai drammatici quadri dell’Acute Lung Injury<br />

(ALI) e dell’Acute Respiratory Distress Sindrome (ARDS) che richiedono cure intensive<br />

(ventilazione meccanica) e che sono associate ad un’alta mortalità (30-60%).<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è lo sviluppo <strong>di</strong> un modello murino <strong>di</strong> polmonite da aspirazione<br />

monolaterale che consenta la definizione a breve e a lungo termine <strong>di</strong> questa patologia dal<br />

punto <strong>di</strong> vista funzionale, biochimico e morfologico (<strong>di</strong> imaging ed istologico) e<br />

successivamente la valutazione <strong>di</strong> interventi/agenti protettivi (es: surfattante polmonare).<br />

Espressione con<strong>di</strong>zionale car<strong>di</strong>oselettiva in un topo transgenico <strong>di</strong> fattore<br />

<strong>di</strong> crescita epatico (HGF) per stimolare la neoformazione <strong>di</strong> vasi e per<br />

reclutare cellule staminali in corso <strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>co acuto<br />

Fattori <strong>di</strong> crescita come il fattore <strong>di</strong> crescita epatico (hepatocyte growth factor, HGF) possono<br />

stimolare, attraverso azioni anti-apoptotiche e pro-angiogeniche, il riparo del danno acuto e<br />

cronico da infarto miocar<strong>di</strong>co. E’ stato usato un transattivatore car<strong>di</strong>o-specifico, la miosina a<br />

catena pesante (myosin heavy chain MHC-a), per ottenere una espressione <strong>di</strong> HGF <strong>di</strong>retta<br />

esclusivamente nei car<strong>di</strong>omiociti: in questo modo gli effetti <strong>di</strong> HGF durante<br />

ischemia/riperfusione potranno essere valutati senza il bisogno <strong>di</strong> somministrare HGF esogeno.<br />

Questo modello murino verrà usato per valutare la capacità <strong>di</strong> HGF nel promuovere neovascolarizzazione,<br />

proteggere i car<strong>di</strong>omiociti dalla apoptosi, reclutare e attivare cellule staminali<br />

endogene o esogene per sostenere il riparo del danno da infarto miocar<strong>di</strong>co.<br />

Ruolo dei macrofagi nella risposta al danno car<strong>di</strong>aco da ischemia e<br />

riperfusione<br />

I macrofagi, residenti o provenienti dal sangue come monociti che migrano nella sede della<br />

lesione, giocano <strong>di</strong>versi ruoli importanti nella risposta del cuore alla ischemia/riperfusione. I<br />

macrofagi sono utili durante la fase <strong>di</strong> riparazione del danno, quando si forma la cicatrice con<br />

deposizione <strong>di</strong> collagene e nuovi vasi vengono prodotti, sotto lo stimolo <strong>di</strong> vari fattori <strong>di</strong><br />

crescita, molti dei quali prodotti dai macrofagi. Scopo del progetto è valutare il ruolo dei<br />

macrofagi nella risposta al danno car<strong>di</strong>aco da ischemia e riperfusione, allo scopo <strong>di</strong> separare il<br />

ruolo <strong>di</strong> queste cellule infiammatorie nel danno acuto e nei processi <strong>di</strong> riparazione susseguenti.<br />

Verranno stu<strong>di</strong>ati gli effetti della legatura della coronaria (seguita o meno da riperfusione) in<br />

topi nei quali i monociti possono essere selettivamente ridotti somministrando piccole dosi <strong>di</strong><br />

130<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

tossina <strong>di</strong>fterica. Questi topi sono transgenici in quanto esprimono il recettore umano per la<br />

tossina <strong>di</strong>fterica (CD11b-DTR). La riduzione dei monociti avrà una durata <strong>di</strong> circa 7 giorni dopo<br />

infarto, visto che questo è il tempo in cui si osserva la presenza più elevata <strong>di</strong> macrofagi<br />

nell’area dell’infarto.<br />

Sono in programma altri esperimenti per valutare il ruolo dei macrofagi nel modulare la<br />

migrazione, proliferazione e <strong>di</strong>fferenziamento <strong>di</strong> cellule staminali somministrate per ridurre il<br />

danno da infarto sperimentale.<br />

GISSI-HF: sottoprogetto Bioumorale (G105-S2) e microalbuminuria<br />

Lo stu<strong>di</strong>o clinico GISSI-HF (v. paragrafo relativo) si propone <strong>di</strong> valutare se due trattamenti (una<br />

statina e gli n-3 PUFA) sono in grado <strong>di</strong> migliorare la prognosi dei pazienti con insufficienza<br />

car<strong>di</strong>aca <strong>di</strong> ogni eziologia, con o senza riduzione della frazione <strong>di</strong> eiezione del ventricolo<br />

sinistro. Il sottoprogetto bioumorale ha lo scopo <strong>di</strong> meglio comprendere la fisiopatologia dello<br />

scompenso car<strong>di</strong>aco e i meccanismi d'azione dei farmaci in stu<strong>di</strong>o. Circa 1200 sono i pazienti<br />

arruolati nel sottoprogetto. All’ingresso dello stu<strong>di</strong>o e dopo tre mesi sono stati raccolti i<br />

campioni ematici per misurare gli aci<strong>di</strong> grassi plasmatici, i marker <strong>di</strong> stress ventricolare (in<br />

particolare la concentrazione plasmatica dei pepti<strong>di</strong> natriuretici BNP e NT-proBNP), gli<br />

in<strong>di</strong>catori circolanti dell’infiammazione (proteina C reattiva e pentraxina-3, PTX3) e <strong>di</strong> danno<br />

miocar<strong>di</strong>co (Troponina T car<strong>di</strong>aca, misurata con un metodo classico e con un metodo in<br />

sviluppo ad alta sensibilità). La frazione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> n-3 PUFA plasmatici è risultata aumentata del<br />

30% dopo 3 mesi, rispetto al basale. La concentrazione <strong>di</strong> BNP all'ingresso dello stu<strong>di</strong>o in 1223<br />

pazienti è <strong>di</strong> 141 pg/mL (me<strong>di</strong>ana) e correla con la gravità dello scompenso car<strong>di</strong>aco. Il numero<br />

<strong>di</strong> cellule progenitrici endoteliali circolanti è stato misurato in 68 pazienti arruolati nel GISSI-<br />

HF, in collaborazione con il laboratorio <strong>di</strong> E. Dejana (IFOM). Il numero <strong>di</strong> cellule progenitrici<br />

endoteliali nei pazienti con scompenso car<strong>di</strong>aco oltre ad essere del 30-50% più basso rispetto ai<br />

volontari sani <strong>di</strong> età comparabile, è inversamente correlato alla mortalità/morbi<strong>di</strong>tà, come risulta<br />

da una analisi combinata <strong>di</strong> una casistica tedesca e italiana. La microalbuminuria (definita come<br />

rapporto tra la concentrazione urinaria della albumina e creatina) è stata misurata in più <strong>di</strong> 2000<br />

pazienti arruolati nello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF come un in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione renale endoteliale.<br />

La microalbuminuria (albumina/creatinina = 30-299 mg/g) è presente nel 19% dei pazienti.<br />

Sono stati misurati successivamente nuovi marcatori circolanti, più stabili, appartenenti alla<br />

famiglia dei pepti<strong>di</strong> natriuretici atriali (mid-regional pro-atrial natriuretic peptide, MR-proANP),<br />

dell’endotelina (C-terminal pro-endotelina-1, CT-proET-1), della vasopressina (C-terminal provasopressin,<br />

CT-proAVP) e dell’adrenomedullina (mid-regional pro-adrenomedullin, MRproADM).<br />

Sono in corso determiniazioni <strong>di</strong> marcatori legati all’infezione e all’immunologia<br />

innata.<br />

Gli effetti anti-rimodellamento del blocco dei recettori dell'aldosterone con<br />

canrenone nell'insufficienza car<strong>di</strong>aca lieve-moderata: lo stu<strong>di</strong>o AREA IN-<br />

CHF<br />

Lo stu<strong>di</strong>o RALES ha <strong>di</strong>mostrato che lo spironolattone, un antagonista recettoriale<br />

dell'aldosterone, riduce il rischio <strong>di</strong> morbosità e mortalità in pazienti con scompenso car<strong>di</strong>aco<br />

grave. Gli antagonisti dell'aldosterone potrebbero essere efficaci in quanto contrastano gli effetti<br />

dell'aldosterone sulla ritenzione <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o, sulla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> potassio e magnesio, sull'attivazione<br />

simpatica, sulla compliance vascolare e sulla fibrosi car<strong>di</strong>aca. Nell'AREA IN-CHF, uno stu<strong>di</strong>o<br />

multicentrico, randomizzato e controllato con placebo, è stato valutato l'effetto del canrenone,<br />

un metabolita dello spironolattone, in pazienti con scompenso car<strong>di</strong>aco moderato (n=500) in<br />

termini <strong>di</strong> rimodellamento del ventricolo sinistro e <strong>di</strong> un end-point combinato <strong>di</strong> mortalità e<br />

morbosità. Il <strong>di</strong>segno dello stu<strong>di</strong>o prevedeva un prelievo <strong>di</strong> sangue a tutti i pazienti alla<br />

randomizzazione e dopo 6 mesi per determinare la concentrazione plasmatica <strong>di</strong> aldosterone, del<br />

peptide natriuretico cerebrale (BNP) e <strong>di</strong> un marker circolante del turnover del collagene<br />

(peptide N-terminale del collagene III). Questi fattori bioumorali sono stati dosati centralmente<br />

131<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

per produrre informazioni sull'effetto del canrenone su questi in<strong>di</strong>catori e sulle loro relazioni<br />

con l'outcome dello stu<strong>di</strong>o. Lo stu<strong>di</strong>o non ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong>fferenze significative fra canrenone e<br />

placebo per quanto riguarda l’endpoint primario dello stu<strong>di</strong>o, le variazioni del volume<br />

tele<strong>di</strong>astolico del ventricolo sinistro. Invece, il canrenone ha migliorato la funzione sistolica e<br />

ridotto la massa ventricolare rispetto al placebo. La concentrazione plasmatica del BNP, ma non<br />

del PIIINP, è risultata sostanzialmente ridotta nei pazienti randomizzati a canrenone.<br />

PTX3, una nuova pentraxina lunga, è un in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> prognosi car<strong>di</strong>aco<br />

nelle patologie car<strong>di</strong>ovascolari, in<strong>di</strong>pendente dalla proteina C reattiva<br />

PTX3 è una nuova proteina la cui espressione è indotta da citochine nell'endotelio e cellule<br />

mononucleate, la maggior parte muscolari e car<strong>di</strong>ache, mentre la proteina C reattiva (PCR) è<br />

principalmente sintetizzata dal fegato. PTX3 ha mostrato un picco plasmatico intorno alle 7 ore<br />

dopo l'insorgenza dei sintomi dell'infarto e sembra essere un pre<strong>di</strong>ttore in<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong> mortalità<br />

a 3 mesi. PTX3 è stata dosata con un metodo ELISA più accurato in 1200 pazienti con<br />

insufficienza car<strong>di</strong>aca sintomatica (GISSI-HF), verrà dosato in circa 350 pazienti con<br />

fibrillazione atriale (GISSI-AF), e in circa 1400 pazienti con scompenso car<strong>di</strong>aco (CandHeart)<br />

per esplorare il suo possibile ruolo in altre patologie car<strong>di</strong>ovascolari. I primi risultati in<strong>di</strong>cano<br />

che PTX3 è associata con <strong>di</strong>verse variabili cliniche in pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca, in<br />

particolare età avanzata, <strong>di</strong>sfunzione ventricolare, classe funzionale più compromessa, e<br />

presenza <strong>di</strong> comorbi<strong>di</strong>tà quali la fibrillazione atriale e il <strong>di</strong>abete.<br />

Sottoprogetto ecocar<strong>di</strong>ografico e bioumorale dello stu<strong>di</strong>o GISSI-AF<br />

Il trial GISSI sulla fibrillazione atriale (GISSI-AF), valuta l'efficacia del valsartan, un<br />

antagonista recettoriale <strong>di</strong> tipo 1 dell'Angiotensina II, nel prevenire la ricorrenza <strong>di</strong> fibrillazione<br />

atriale in 1400 pazienti. Un sottoprogetto dello stu<strong>di</strong>o GISSI-AF è recentemente in corso per<br />

valutare il potenziale ruolo meccanismi neurormonali e <strong>di</strong> rimodellamento strutturale del cuore<br />

responsabili della ricorrenza e gravità della fibrillazione atriale (FA). In circa 400 pazienti<br />

arruolati nello stu<strong>di</strong>o verranno eseguiti 3 esami ecocar<strong>di</strong>ografici seriati (randomizzazione, 6<br />

mesi e 1 anno) e altrettanti prelievi ematici. Me<strong>di</strong>ante ecocar<strong>di</strong>ografia verranno misurate le<br />

<strong>di</strong>mensioni dell’atrio sinistro e del ventricolo, mentre nel plasma verranno misurati BNP,<br />

troponina T car<strong>di</strong>aca (metodo ad alta sensibilità), endotelina-1 e marcatori dell’infiammazione,<br />

PCR, PTX3. Oltre a fare luce sulla fisiopatologia della FA, l’aritmia più <strong>di</strong>ffusa nel paziente<br />

anziano, questo sottoprogetto si propone <strong>di</strong> spiegare eventuali effetti benefici del farmaco in<br />

stu<strong>di</strong>o. Lo stu<strong>di</strong>o si concluderà nel 2008.<br />

Stu<strong>di</strong>o CandHeart, effetti del candesartan su BNP e funzione ventricolare<br />

sinistra in pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca sintomatica<br />

Il candesartan, un bloccante dei recettori <strong>di</strong> tipo 1 della angiotensina II, riduce<br />

significativamente la morbi-mortalità nella insufficienza car<strong>di</strong>aca, come <strong>di</strong>mostrato dagli stu<strong>di</strong><br />

CHARM. Il principale obiettivo dello stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> verificare gli effetti del candesartan sui<br />

livelli circolanti <strong>di</strong> BNP in pazienti con scompenso car<strong>di</strong>aco con funzione sistolica ventricolare<br />

depressa o preservata. I pazienti (circa 1400) saranno seguiti per 1 anno. Verranno effettuate<br />

delle determinazioni bioumorali ed ecocar<strong>di</strong>ografiche seriali alla randomizzazione e dopo 3 e 12<br />

mesi (fine dello stu<strong>di</strong>o). Oltre al BNP verranno misurati altri marker <strong>di</strong> prognosi come<br />

l’aldosterone, PCR, PTX3 e la microalbuminuria. Il primo paziente è stato randomizzato nel<br />

<strong>di</strong>cembre 2005. Al 31 <strong>di</strong>cembre <strong>2007</strong>, circa 450 pazienti sono stati randomizzati<br />

Stu<strong>di</strong>o Prono/Supino II, effetti della pronazione prolungata sulla<br />

sopravvivenza nella insufficienza respiratoria acuta grave (ARDS)<br />

Questo stu<strong>di</strong>o è la continuazione del precedente stu<strong>di</strong>o Prono/Supino che aveva <strong>di</strong>mostrato in<br />

304 pazienti con ARDS che la pronazione per 6 ore nei primi 10 giorni migliorava i valori<br />

emogasanalitici, ma non riduceva la mortalità, che per questa patologia si aggira intorno al 50%<br />

132<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

nei primi 6 mesi. Era questo uno dei pochi stu<strong>di</strong> multicentrici in Terapia Intensiva condotti<br />

interamente in Italia. Lo stesso gruppo facente capo all’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Anestesia e Rianimazione del<br />

Policlinico <strong>di</strong> Milano (L. Gattinoni) ha avviato un nuovo stu<strong>di</strong>o che si prefigge <strong>di</strong> valutare<br />

l’effetto <strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> pronazione prolungata (20 ore giornaliere) in pazienti con ARDS<br />

più grave (sottogruppo in cui era stata <strong>di</strong>mostrata una tendenza della pronazione a migliorare la<br />

sopravvivenza nello stu<strong>di</strong>o precedente). Sono stati arruolati 320 dei 340 pazienti necessari in<br />

circa 20 centri e si prevede <strong>di</strong> concludere l’arruolamento nel maggio 2008.<br />

DyDa: Prevalenza e incidenza della <strong>di</strong>sfunzione ventricolare sinistra in<br />

pazienti <strong>di</strong>abetici con <strong>di</strong>abete mellito tipo 2 senza storia <strong>di</strong> car<strong>di</strong>opatia<br />

nota.<br />

Stu<strong>di</strong>o prospettico, multicentrico, nazionale, <strong>di</strong> tipo epidemiologico per valutare la prevalenza<br />

all’arruolamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione ventricolare sinistra <strong>di</strong>astolica e/o sistolica in 1000 pazienti con<br />

<strong>di</strong>abete mellito tipo 2 senza storia <strong>di</strong> car<strong>di</strong>opatia nota e documentata, ed identificarne i parametri<br />

pre<strong>di</strong>ttivi clinici, bioumorali e strumentali non invasivi. L’incidenza della <strong>di</strong>sfunzione<br />

ventricolare sinistra verrà seguita su un periodo <strong>di</strong> 2 anni usando tecniche <strong>di</strong> ECG e<br />

ecocar<strong>di</strong>ografia. Il profilo bioumorale <strong>di</strong> questi pazienti all’arruolamento (BNP, proteina C-<br />

reattiva, microalbuminuria, emoglobina glicata) verrà valutato centralmente. L’arruolamento è<br />

inziato a Luglio 2006 e si concluderà nel marzo 2008. In un sottogruppo <strong>di</strong> pazienti dello stu<strong>di</strong>o<br />

sono stati misurati i livelli dei progenitori endoteliali circolanti e la loro funzione angiogenetica<br />

in vitro, per verificare se essi sono associati al rischio <strong>di</strong> sviluppare una patologia<br />

car<strong>di</strong>ovascolare.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o ALBIOS: Albumin Italian Outcome Sepsis Study<br />

L’obiettivo primario dello stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> verificare l’ipotesi che il rimpiazzo volemico con<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> albumina e il mantenimento della sua concentrazione plasmatica entro un intervallo<br />

fisiologico (≥ 30 g/l) migliori la sopravvivenza <strong>di</strong> pazienti affetti da sepsi severa o shock settico,<br />

rispetto a rimpiazzo volemico con l’utilizzo <strong>di</strong> cristalloi<strong>di</strong>. Lo stu<strong>di</strong>o multicentricentro<br />

coinvolge più <strong>di</strong> 150 reparti <strong>di</strong> terapia intensiva sul territorio nazionale. E’ coor<strong>di</strong>nato<br />

dall’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Anestesiologia e Rianimazione, dell’Ospedale Maggiore Policlinico <strong>di</strong> Milano e<br />

dal Consorzio <strong>Mario</strong> Negri Sud e finanziato da AIFA. In un sottoprogetto coor<strong>di</strong>nato dal<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, verrà creata una<br />

banca bioumorale centralizzata con campioni ematici ottenuti sequenzialmente da pazienti<br />

arruolati nello stu<strong>di</strong>o per valutare gli eventuali effetti dell’albumina su marcatori <strong>di</strong><br />

infiammazione, infezione, funzione car<strong>di</strong>aca e coagulazione. Il primo paziente sarà arruolato<br />

all’inizio del 2008.<br />

Pre<strong>di</strong>ttori clinici, biochimici e strumentali dell’outcome riabilitativo dopo<br />

car<strong>di</strong>ochirurgia<br />

La brevità attuale dei ricoveri ospedalieri nei pazienti con car<strong>di</strong>opatia ha contribuito a rendere<br />

essenziale il ruolo della riabilitazione car<strong>di</strong>ologica. Un periodo <strong>di</strong> riabilitazione e' in<strong>di</strong>cato in<br />

pressochè tutte le car<strong>di</strong>opatie e in particolare dopo rivascolarizzazione miocar<strong>di</strong>ca, dopo<br />

intervento car<strong>di</strong>ochirurgico maggiore sulle valvole car<strong>di</strong>ache. L’obiettivo principale dello stu<strong>di</strong>o<br />

è <strong>di</strong> valutare il ruolo prognostico <strong>di</strong> marcatori bioumorali in 250 pazienti reclutati in 5 centri <strong>di</strong><br />

riabilitazione dopo car<strong>di</strong>ochirurgia. Sotto la responsabilità del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia<br />

Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, verrà costituita una banca plasmi centrale per<br />

misurare altri marcatori <strong>di</strong> interese. Il progetto è coor<strong>di</strong>nato dalla Fondazione Don Gnocchi <strong>di</strong><br />

Milano e finanziato dal Ministero della Salute (Ricerca Finalizzata 2006). Il primo paziente<br />

dovrebbe essere arruolato nella prima metà del 2008.<br />

133<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PUFAxStatina. Stu<strong>di</strong>o clinico sull’associazione n-3 PUFA e statina: effetti<br />

su infiammazione e quadro lipi<strong>di</strong>co<br />

Esistono le basi farmacologiche per un’interazione potenzialmente benefica tra statine e n-3<br />

PUFA almeno a 2 livelli, profilo lipi<strong>di</strong>co e infiammazione. Il presente stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong><br />

valutare gli effetti dei due farmaci dati da soli e in associazione su in<strong>di</strong>catori bioumorali <strong>di</strong><br />

infiammazione e sul quadro lipi<strong>di</strong>co in pazienti <strong>di</strong>abetici ad alto rischio car<strong>di</strong>ovascolare. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o è randomizzato, multicentrico, controllato, aperto e a gruppi paralleli. L’arruolamento dei<br />

120 pazienti previsti si è concluso a Febbraio <strong>2007</strong> con 123 pazienti arruolati. In collaborazione<br />

con il Laboratorio <strong>di</strong> Neuroimmunologia, si è misurato la produzione ex vivo <strong>di</strong> citochine proinfiammatorie<br />

da parte <strong>di</strong> sangue intero stimolato. I primi risultati in<strong>di</strong>cano che le<br />

concentrazioni sieriche <strong>di</strong> colesterolo-LDL e <strong>di</strong> trigliceri<strong>di</strong> sono state significativamente ridotte<br />

nei pazienti che hanno ricevuto la statina, da sola o in associazione con n-3 PUFA. Lo stu<strong>di</strong>o è<br />

condotto in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci.<br />

Valutazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti strategie anestesiologiche per interventi<br />

neurochirurgici sopratentoriali. Lo stu<strong>di</strong>o NeuroMorfeo<br />

Lo stu<strong>di</strong>o si pone l’obiettivo <strong>di</strong> valutare, analizzando molteplici aspetti, se l’anestesia con<br />

anestetici volatili sia equivalente a quella con anestetici endovenosi in interventi elettivi <strong>di</strong><br />

neurochirurgia sopratentoriale. Si tratta <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o multicentrico randomizzato controllato,<br />

aperto con valutazione in cieco dell’endpoint, basato su un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> equivalenza in cui<br />

vengono poste a confronto tre <strong>di</strong>fferenti strategie anestesiologiche. I 393 soggetti che verranno<br />

inclusi sono pazienti selezionati da 14 centri neurochirurgici italiani per interventi elettivi in<br />

anestesia generale <strong>di</strong> chirurgia intracranica per lesioni sopratentoriali senza segni <strong>di</strong> ipertensione<br />

endocranica, in buono stato fisico generale, <strong>di</strong> eta compresa tra 18-75 anni. La risposta<br />

bioumorale allo stress peri-e post-operatorio come in<strong>di</strong>catore dell’omeostasi e dello stato neurovegetativo<br />

dei pazienti e l’escrezione urinaria o la concentrazione circolante <strong>di</strong> catecolamine e<br />

<strong>di</strong> cortisolo saranno misurati centralmente dal Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica<br />

Car<strong>di</strong>ovascolare. Promotore dello stu<strong>di</strong>o NeuroMorfeo è la Neurorianimazione dell’Ospedale<br />

San Gerardo <strong>di</strong> Monza che si avvale della collaborazione del Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica<br />

dei Farmaci e del Laboratorio <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri per il<br />

coor<strong>di</strong>namento generale, la gestione e l’analisi statistica dei dati. Lo stu<strong>di</strong>o è finanziato da<br />

AIFA. Il primo paziente è stato arruolato a Dicembre <strong>2007</strong>.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci<br />

PROCARDIS: Stu<strong>di</strong>o del genoma per identificare geni <strong>di</strong> suscettibilità alla<br />

malattia coronarica<br />

Iniziato nel 2001, il PROCARDIS aveva come obiettivo l'identificazione e la localizzazione dei<br />

geni <strong>di</strong> suscettibilità alla patologia coronarica, capaci <strong>di</strong> determinare un rischio specifico ed<br />

aggiuntivo rispetto ai fattori <strong>di</strong> rischio classici già noti per la malattia. Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto<br />

con la tecnica del “genome-wide linkage analysis” su coppie <strong>di</strong> fratelli affetti da un evento<br />

coronarico (affected sibling-pairs, ASPs), che consente <strong>di</strong> valutare se qualcuno dell'ampio<br />

numero <strong>di</strong> marker misurati su tutti i cromosomi viene trasmesso tra congiunti affetti all'interno<br />

delle famiglie con una frequenza maggiore <strong>di</strong> quella attesa in base al calcolo delle probabilità.<br />

Questi marker potrebbero essere "linked" ai geni <strong>di</strong> suscettibilità alla malattia in determinate<br />

regioni cromosomiali, che possono quin<strong>di</strong> essere isolate.<br />

Il PROCARDIS è condotto da un Consorzio <strong>di</strong> ricerca, il cui programma è stato supportato dal<br />

5th Framework Programme della Comunità Europea e da un grant <strong>di</strong> AstraZeneca. Il Consorzio<br />

<strong>di</strong> ricerca è così costituito: Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell'Infarto<br />

(gruppo GISSI, sostenuto dalla collaborazione tra l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e ANMCO); Clinical<br />

134<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Trial Service Unit, Università <strong>di</strong> Oxford (gruppo ISIS); Institute of Clinical Chemistry and<br />

Laboratory Me<strong>di</strong>cine and Institute for Arteriosclerosis Research, Università <strong>di</strong> Münster;<br />

Institute for Atherosclerosis Research, Karolinska Hospital, Stoccolma; Wellcome Trust of<br />

Human Genetics, Car<strong>di</strong>ovascolar Me<strong>di</strong>cine Department, Università <strong>di</strong> Oxford.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o ha coinvolto 2036 famiglie dei 4 <strong>di</strong>versi paesi europei presenti nel Consorzio nelle<br />

quali erano presenti almeno due in<strong>di</strong>vidui affetti da patologia coronarica insorta in giovane età.<br />

L'analisi <strong>di</strong> tutto il genoma ha identificato tre regioni cromosomiche <strong>di</strong> grande interesse. In<br />

particolare una regione in<strong>di</strong>viduata sul cromosoma 17 costituisce un promettente punto <strong>di</strong><br />

partenza per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> nuovi geni associati alla patologia coronarica.<br />

Il database del PROCARDIS costituisce una importante risorsa per condurre analisi <strong>di</strong> linkage<br />

genome-wide per localizzare regioni cromosomiche associate alla variabilità <strong>di</strong> fenotipi<br />

quantitativi. Sono stati analizzati con questo metodo la lipoproteina A e l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa<br />

corporea (BMI) . Verranno analizzati inoltre ulteriori fenotipi quantitativi, come l’omocisteina<br />

e i vari tratti coinvolti nella sindrome metabolica.<br />

La seconda fase del progetto PROCARDIS, supportata dal 6th Framework Programme della<br />

Comunità Europea, prevede la conduzione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni condotto con la<br />

tecnica “genome wide association”: i casi <strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>co raccolti nella prima fase<br />

verranno analizzati rispetto ad altrettanti soggetti <strong>di</strong> controllo raccolti “ad hoc” per identificare<br />

nuovi geni can<strong>di</strong>dati. Le fasi successive prevedono stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione <strong>di</strong> conferma in<br />

popolazioni <strong>di</strong>fferenti. Il Consorzio iniziale è stato allargato con l’introduzione <strong>di</strong> competenze<br />

complementari (bioinformatica, analisi funzionale, etc) necessarie per un approccio<br />

multi<strong>di</strong>sciplinare.<br />

GISSI-HF. Stu<strong>di</strong>o clinico <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni che valuta gli effetti <strong>di</strong> n-3<br />

PUFA e <strong>di</strong> Rosuvastatina sulla mortalità e morbi<strong>di</strong>tà dei pazienti con<br />

scompenso car<strong>di</strong>aco sintomatico<br />

Il GISSI (Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell'Insufficienza car<strong>di</strong>aca) è una<br />

collaborazione tra l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e l'ANMCO (Associazione Nazionale Me<strong>di</strong>ci<br />

Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri) che opera da oltre 15 anni nel campo della ricerca car<strong>di</strong>ovascolare. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o GISSI-HF è la quinta sperimentazione clinica condotta dal GISSI e che si propone <strong>di</strong><br />

verificare gli effetti <strong>di</strong> due trattamenti, il primo con n-3 PUFA (aci<strong>di</strong> grassi polinsaturi) e il<br />

secondo con rosuvastatina, in pazienti affetti da scompenso car<strong>di</strong>aco che già ricevono i<br />

trattamenti raccomandati per questa malattia.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è prospettico, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo, in cui pazienti<br />

con evidenza clinica <strong>di</strong> scompenso car<strong>di</strong>aco <strong>di</strong> qualsiasi eziologia e senza limiti <strong>di</strong> età vengono<br />

randomizzati a<br />

- R1 n-3 PUFA o placebo (Randomizzazione 1);<br />

- R2 rosuvastatina o placebo (Randomizzazione 2).<br />

L'obiettivo principale è <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare che una terapia a lungo termine con (a) n-3 PUFA, (b)<br />

rosuvastatina riduce la mortalità totale, e la mortalità totale o il ricovero in ospedale per<br />

problemi car<strong>di</strong>ovascolari, rispetto ai corrispondenti gruppi placebo, in un follow-up <strong>di</strong> almeno<br />

tre anni.<br />

Secondo la caratteristica degli stu<strong>di</strong> GISSI, anche il GISSI-HF è uno stu<strong>di</strong>o pragmatico, su<br />

pazienti quanto più possibile rappresentativi della realtà clinica quoti<strong>di</strong>ana.<br />

La randomizzazione è stata completata e sono stati arruolati più <strong>di</strong> 7000 pazienti da 364 Centri<br />

<strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o comprende vari sottoprogetti:<br />

- rimodellamento ventricolare (ecocar<strong>di</strong>ografia);<br />

- bioumorale (neurormoni, marker dell’infiammazione, progenitori endoteliali circolanti, aci<strong>di</strong><br />

grassi liberi circolanti);<br />

- aritmie e attività simpatica (monitoraggio Holter);<br />

- funzione cognitiva;<br />

135<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

- tolleranza allo sforzo;<br />

- carico assistenziale;<br />

- marker genetici.<br />

Il follow-up è stato completato e la presentazione dei risultati è prevista per agosto 2008. Il<br />

progetto è condotto in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica<br />

Car<strong>di</strong>ovascolare.<br />

Stu<strong>di</strong>o GISSI-HF: Sottoprogetto genetico<br />

Si conosce ancora poco circa il ruolo dei fattori genetici nell'eziologia, evoluzione, prognosi e<br />

risposta al trattamento dello scompenso car<strong>di</strong>aco, con l'eccezione <strong>di</strong> alcune forme originate da<br />

specifiche car<strong>di</strong>omiopatie. Lo scompenso car<strong>di</strong>aco presenta <strong>di</strong>fferenti eziologie, tra le quali<br />

l'ischemica rappresenta più del 50%. Tra i geni can<strong>di</strong>dati nella car<strong>di</strong>opatia ischemica, i più<br />

coinvolti sembrano quelli implicati nel metabolismo dei lipi<strong>di</strong>. Recente interesse suscitano<br />

anche i geni coinvolti nei processi infiammatori.<br />

Il sottoprogetto genetico dello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF (ve<strong>di</strong> sezione ad esso relativa) offre<br />

l'opportunità <strong>di</strong> migliorare le nostre conoscenze circa il ruolo <strong>di</strong> varianti genetiche nello<br />

scompenso car<strong>di</strong>aco, grazie alla raccolta <strong>di</strong> campioni ematici <strong>di</strong> un ampio numero <strong>di</strong> soggetti<br />

affetti da scompenso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente eziologia (es. non-ischemica e ischemica).<br />

Gli obiettivi del sottoprogetto genetico sono 1) valutare le relazioni tra i polimorfismi <strong>di</strong> geni<br />

can<strong>di</strong>dati implicati nel metabolismo dei lipi<strong>di</strong> e nella risposta infiammatoria e la prognosi <strong>di</strong><br />

pazienti arruolati nello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF, 2) valutare se e come tali relazioni vengono mo<strong>di</strong>ficate<br />

dai trattamenti farmacologici in stu<strong>di</strong>o.<br />

Data la rapi<strong>di</strong>tà con la quale continuamente nascono e si accumulano nuove informazioni e<br />

ipotesi in campo genetico, potranno venire valutati anche altri polimorfismi correlati allo<br />

scompenso che risultassero interessanti nel corso dello stu<strong>di</strong>o. Circa 100 centri dello stu<strong>di</strong>o<br />

GISSI-HF partecipano a questo sottoprogetto. I pazienti inclusi sono 2200.<br />

Stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzione-Genetica<br />

Nel corso dello stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzione sono stati raccolti circa 8000 campioni <strong>di</strong> sangue <strong>di</strong><br />

pazienti arruolati nello stu<strong>di</strong>o, che sono oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> collaborativi con la SIBioC (Società<br />

Italiana <strong>di</strong> Biochimica Clinica e Biologia Molecolare). Tra questi lo stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzionegenetica<br />

ha l'obiettivo <strong>di</strong> valutare il ruolo <strong>di</strong> alcuni polimorfismi genetici implicati nel<br />

metabolismo lipi<strong>di</strong>co e nella risposta infiammatoria nella prognosi <strong>di</strong> pazienti con car<strong>di</strong>opatia<br />

ischemica e nella loro risposta alla terapia farmacologica con n-3 PUFA e/o statine.<br />

In questa logica è stato valutato il ruolo delle varianti genetiche dell´Apolipoproteina E nella<br />

sopravvivenza dopo infarto miocar<strong>di</strong>co e nella risposta alla terapia con pravastatina su una<br />

popolazione 3300 pazienti. Nel gruppo dei pazienti che avevano assunto pravastatina nei due<br />

anni successivi all’infarto si è osservata una riduzione significativa della mortalità <strong>di</strong> circa il<br />

30%, rispetto ai pazienti che non l’avevano assunta. La mortalità tra i soggetti portatori e i<br />

soggetti non portatori dell’allele ε4 è risultata simile; tuttavia, mentre nei soggetti non portatori<br />

<strong>di</strong> ε4 non sono risultate <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> mortalità tra i pazienti trattati con pravastatina e i nontrattati,<br />

nei soggetti portatori <strong>di</strong> ε4 è risultata una riduzione <strong>di</strong> mortalità statisticamente<br />

significativa nei pazienti che assumevano la pravastatina rispetto ai non-trattati. In altre parole i<br />

risultati in<strong>di</strong>cano che l’allele ε4 è un determinante nella risposta alla terapia con statine in<br />

termini <strong>di</strong> sopravvivenza. L’effetto positivo del trattamento con questo farmaco riscontrato<br />

complessivamente nella popolazione generale è in realtà derivato dall’effetto sui pazienti<br />

portatori dell’allele ε4, sui quali si è concentrato il beneficio.<br />

Sempre sui pazienti del GISSI-Prevenzione-Genetica sono stati condotti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione<br />

sul ruolo dell’a<strong>di</strong>ponectina e sul ruolo della proteina C reattiva. I risultati sono in fase <strong>di</strong> analisi.<br />

136<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

GISSI-AF. Stu<strong>di</strong>o clinico che valuta l’efficacia <strong>di</strong> un antagonista dei<br />

recettori dell’angiotensina II nella fibrillazione atriale<br />

Il GISSI-AF è uno stu<strong>di</strong>o multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo,<br />

sull’efficacia del Valsartan, un antagonista dei recettori dell’angiotensina II, nella prevenzione<br />

delle reci<strong>di</strong>ve <strong>di</strong> fibrillazione atriale (FA).<br />

La FA è l’aritmia più frequentemente riscontrata nella pratica clinica; la sua eziopatogenesi è<br />

complessa. Le alterazioni metaboliche, meccaniche ed elettrofisiologiche riscontrabili negli atri<br />

in presenza dell’aritmia producono progressivamente alterazioni strutturali che possono rendere<br />

la FA irreversibile. Nella genesi <strong>di</strong> questo fenomeno che viene detto “remodeling atriale” svolge<br />

un ruolo importante il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) ed esistono dati clinici<br />

ed evidenze sperimentali che confermano questo ruolo.<br />

Il gruppo GISSI ha considerato importante condurre uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>segnato per verificare se<br />

l’aggiunta <strong>di</strong> un antagonista del RAAS (valsartan) possa prevenire la ricorrenza <strong>di</strong> FA in<br />

pazienti con car<strong>di</strong>opatie o comorbi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso tipo, trattati al meglio delle terapie<br />

raccomandate. Lo stu<strong>di</strong>o ha completato la fase <strong>di</strong> reclutamento (1400 pazienti inclusi) e il<br />

periodo previsto <strong>di</strong> follow-up. In un sottogruppo <strong>di</strong> 400 pazienti viene condotto un sottoprogetto<br />

ecocar<strong>di</strong>ografico e bioumorale, con l’obiettivo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re il meccanismo d’azione del<br />

trattamento sperimentale.<br />

Secondo la caratteristica degli stu<strong>di</strong> GISSI, anche il GISSI-AF (il sesto trial condotto dal gruppo<br />

GISSI) è uno stu<strong>di</strong>o pragmatico, su pazienti poco selezionati in modo da riprodurre la pratica<br />

clinica. Il progetto è condotto in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica<br />

Car<strong>di</strong>ovascolare.<br />

Il Population Health Research Institute (PHRI), che fa capo alla Università McMaster <strong>di</strong><br />

Hamilton, Ontario, coor<strong>di</strong>na una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici randomizzati <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni,<br />

multinazionali e multicentrici (30-40 Paesi con 600-700 centri <strong>di</strong> car<strong>di</strong>ologia). Per l’Italia il<br />

coor<strong>di</strong>namento scientifico <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> (ACTIVE, RE-LY, CURRENT, OASIS-7,<br />

ve<strong>di</strong> sotto) è svolto dal Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci del Dipartimento <strong>di</strong><br />

Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare.<br />

Stu<strong>di</strong>o ACTIVE (Atrial fibrillation Clopidogrel Trial with Irbesartan for<br />

prevention of Vascular Events)<br />

Gli obiettivi dello stu<strong>di</strong>o sono: a) valutare se clopidogrel più aspirina (ASA) è superiore ad ASA<br />

e non inferiore alla terapia anticoagulante orale standard nel prevenire gli eventi vascolari nei<br />

pazienti con fibrillazione atriale (bracci A e W), b) valutare se la riduzione della pressione<br />

sanguigna con irbesartan è superiore al placebo nel prevenire gli eventi vascolari nei pazienti<br />

con fibrillazione atriale (braccio I). L’outcome principale <strong>di</strong> efficacia è costituito dall’incidenza<br />

<strong>di</strong> ictus, infarto miocar<strong>di</strong>o e morte vascolare nel corso del follow-up, della durata <strong>di</strong> 2-4 anni. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o, iniziato nel giugno 2003, prevedeva la randomizzazione <strong>di</strong> 14000 pazienti, 6500 nel<br />

braccio W (confronto tra warfarina e ASA + clopidogrel) e 7500 nel braccio A (confronto tra<br />

ASA e ASA + clopidogrel). Nel settembre del 2005 il follow-up dei pazienti inclusi nel braccio<br />

W è stato interrotto dallo Steering Committee in seguito alla raccomandazione del Data and<br />

Safety Monitoring Board (DSMB): l’analisi ad interim dei risultati aveva infatti evidenziato una<br />

netta maggiore efficacia <strong>di</strong> warfarina rispetto all’associazione <strong>di</strong> ASA + clopidogrel. I risultati<br />

sono stati pubblicati in dettaglio (Lancet 2006; 367:1903-1912). Il DSMB ha d’altra parte<br />

sottolineato l’importanza <strong>di</strong> proseguire il reclutamento e il follow-up negli altri bracci dello<br />

stesso stu<strong>di</strong>o (A e I) che, pertanto, proseguono. La conclusione dello stu<strong>di</strong>o è prevista per il<br />

2008.<br />

137<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Stu<strong>di</strong>o RE-LY (Randomized Evaluation of Long term anticoagulant<br />

therapy)<br />

Con prospettive simili a quello dello stu<strong>di</strong>o ACTIVE è stato avviato lo su<strong>di</strong>o RE-LY: la<br />

fibrillazione atriale continua ad essere un grave fattore <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> eventi vascolari invalidanti e<br />

non è stato a tutt’oggi identificato un trattamanto alternativo alla warfarina per questi pazienti. Il<br />

tentativo <strong>di</strong> sviluppare nuove molecole con un’efficacia paragonabile ma dotate <strong>di</strong> una maggiore<br />

maneggevolezza continua da tempo: finora tuttavia sono stati più gli insuccessi dei successi. Il<br />

dabigatran è un nuovo anticoagulante orale sintetico che agisce come inibitore <strong>di</strong>retto della<br />

trombina. Stu<strong>di</strong> clinici preliminari hanno prodotto risultati clinicamente molto interessanti.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o RE-LY ha l’obiettivo <strong>di</strong> valutare l’efficacia e la tollerabilità della terapia<br />

anticoagulante a lungo termine con due dosi <strong>di</strong> dabigatran etessilato, somministrate in doppio<br />

cieco, in confronto a warfarin somministrato in aperto, nella prevenzione dell’ictus e<br />

dell’embolia sistemica in 15000 pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare.<br />

Stu<strong>di</strong>o CURRENT - OASIS-7<br />

Lo stu<strong>di</strong>o CURRENT OASIS-7 confronta un regime ad alto dosaggio <strong>di</strong> clopidogrel rispetto al<br />

dosaggio standard in 14000 pazienti con angina instabile o infarto miocar<strong>di</strong>co senza<br />

sopraslivellamento del tratto ST, trattati con una strategia invasiva precoce. Oltre ai due dosaggi<br />

<strong>di</strong> clopidogrel, lo stu<strong>di</strong>o confronta un alto dosaggio <strong>di</strong> ASA rispetto ad un basso dosaggio negli<br />

stessi pazienti, con un <strong>di</strong>segno fattoriale 2x2.<br />

Outcome primario dello stu<strong>di</strong>o è la prevenzione <strong>di</strong> morte car<strong>di</strong>ovascolare, infarto miocar<strong>di</strong>co o<br />

ictus (primo endpoint co-primario) e/o morte car<strong>di</strong>ovascolare, MI, ictus o ischemia ricorrente<br />

(secondo endpoint co-primario). Outcome secondario è la valutazione della sicurezza <strong>di</strong> un<br />

dosaggio alto <strong>di</strong> clopidogrel rispetto al dosaggio standard e <strong>di</strong> un alto dosaggio <strong>di</strong> ASA rispetto<br />

ad un basso dosaggio in rapporto a episo<strong>di</strong> emorragici maggiori (emorragie gravi e altri eventi<br />

emorragici maggiori).<br />

Stu<strong>di</strong>o INTER-HEART<br />

Lo stu<strong>di</strong>o INTER-HEART, sponsorizzato dall’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità e dalla<br />

World Heart Federation, è uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tipo caso-controllo che ha raccolto dati epidemiologici<br />

sui fattori <strong>di</strong> rischio ambientali, clinici e genetici per l'infarto miocar<strong>di</strong>co in 52 <strong>di</strong>versi Paesi in<br />

Asia, Europa, Me<strong>di</strong>o Oriente, Africa, Australia, Nord e Sud America, con la logica <strong>di</strong> valutare<br />

se i <strong>di</strong>versi fattori <strong>di</strong> rischio avevano un impatto <strong>di</strong>fferente nelle <strong>di</strong>verse regioni del mondo. La<br />

rete internazionale è coor<strong>di</strong>nata dal Population Health Research Institute dell'Università<br />

McMaster <strong>di</strong> Hamilton, Canada. Il Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci ha svolto il<br />

ruolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>natore nazionale per l'Italia.<br />

Dall’aprile 2000 al <strong>di</strong>cembre 2002 lo stu<strong>di</strong>o ha raccolto dati su circa 28000 soggetti tra casi e<br />

controlli in relazione a fattori demografici (paese <strong>di</strong> origine, lingua madre), aspetti socioeconomici<br />

(istruzione, occupazione, red<strong>di</strong>to), abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita (fumo, attività fisica, <strong>di</strong>eta) e<br />

sulla storia personale e familiare <strong>di</strong> malattie e fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolari. I risultati<br />

principali sono stati pubblicati su Lancet 2004, 364: 937-52. Nel 2005 è stata pubblicata<br />

l’analisi relativa all’obesità e al modo migliore per misurarla (Lancet 2005, 366: 1640-49). Stu<strong>di</strong><br />

precedenti avevano <strong>di</strong>mostrato che l’obesità aumenta il rischio <strong>di</strong> malattie car<strong>di</strong>ovascolari.<br />

Tuttavia questi stu<strong>di</strong> erano stati condotti soprattutto in popolazioni <strong>di</strong> origine europea e nordamericana.<br />

I risultati dell’INTER-HEART hanno qualificato meglio il rischio <strong>di</strong> infarto<br />

associato al sovrappeso, suggerendo che è necessario rivalutare l’importanza dell’obesità come<br />

fattore <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare in quasi tutte delle regioni del mondo. Tra le <strong>di</strong>verse misure <strong>di</strong><br />

obesità la migliore pre<strong>di</strong>ttività è stata evidenziata dal WHR (rapporto tra le circonferenze della<br />

vita e dei fianchi) che si è <strong>di</strong>mostrato tre volte più potente del BMI, (Body Mass Index, che è il<br />

rapporto tra il peso e l’altezza al quadrato, fino ad oggi la misura più utilizzata), nel pre<strong>di</strong>re il<br />

138<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

rischio <strong>di</strong> infarto. Questo è stato osservato sia negli uomini che nelle donne, <strong>di</strong> qualsiasi età, e in<br />

tutti i <strong>di</strong>versi gruppi etnici. Successivamente sono stati pubblicati su Lancet i risultati relativi<br />

agli effetti del fumo. Un’analisi specifica sui dati <strong>di</strong>sponibili per sesso, ha evidenziato che nelle<br />

donne il primo infarto si verifica in me<strong>di</strong>a nove anni più tar<strong>di</strong> rispetto agli uomini. In entrambi i<br />

sessi i fattori <strong>di</strong> rischio mo<strong>di</strong>ficabili che sono significativamente associati all’infarto acuto sono<br />

nove e spiegano il 90% del rischio attribuibile <strong>di</strong> popolazione. La <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> età al primo<br />

infarto è spiegata dal più alto livello dei fattori <strong>di</strong> rischio negli uomini rispetto alle donne<br />

nell’età più giovane. Sono in corso ulteriori analisi sui singoli fattori <strong>di</strong> rischio e su gruppi <strong>di</strong><br />

pazienti specifici.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca in Me<strong>di</strong>cina Generale<br />

Stu<strong>di</strong>o Rischio e Prevenzione (R&P)<br />

Lo stu<strong>di</strong>o R&P è uno stu<strong>di</strong>o sull’ottimizzazione della prevenzione car<strong>di</strong>ovascolare nei pazienti<br />

ad alto rischio, condotto a livello nazionale dai me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale.<br />

Obiettivo e <strong>di</strong>segno dello stu<strong>di</strong>o<br />

- Valutazione clinica controllata, in doppio cieco, randomizzata, dell’efficacia <strong>di</strong> un trattamento<br />

con n-3 PUFA nel ridurre l’incidenza <strong>di</strong> eventi car<strong>di</strong>ovascolari, fatali e non, in una popolazione<br />

definita dai MMG partecipanti ad alto rischio.<br />

- La storia epidemiologica ed assistenziale <strong>di</strong> questa popolazione (stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> outcomes).<br />

Popolazione in stu<strong>di</strong>o<br />

Criteri <strong>di</strong> inclusione<br />

Tra i soggetti che vengono considerati dal MMG ad elevato rischio car<strong>di</strong>ovascolare vengono<br />

selezionati/e i/le pazienti con:<br />

- fattori <strong>di</strong> rischio multipli (e.g. ipertensione, ipercolesterolemia, <strong>di</strong>abete, fumo, storia familiare<br />

<strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>co, obesità, sesso e età)<br />

- pregressi eventi car<strong>di</strong>o-cerebrovascolari o manifestazioni cliniche <strong>di</strong> patologia aterosclerotica<br />

(ictus cerebrale, TIA, arteriopatie periferiche, precedenti interventi <strong>di</strong> rivascolarizzazione<br />

arteriosa, angina pectoris).<br />

Criteri <strong>di</strong> esclusione<br />

- con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> co-morbi<strong>di</strong>tà tali da far considerare infausta la prognosi in un tempo breve (es.<br />

neoplasie maligne);<br />

- attesa non-compliance in un follow-up <strong>di</strong> lungo periodo;<br />

- controin<strong>di</strong>cazioni (allergie note agli n-3 PUFA) o in<strong>di</strong>cazioni (IMA pregresso) al trattamento<br />

con n-3 PUFA.<br />

Misure <strong>di</strong> efficacia<br />

L’obiettivo primario è quello <strong>di</strong> valutare se una somministrazione a lungo termine con n-3<br />

PUFA è più efficace del corrispondente placebo nel ridurre l’insieme della mortalità totale e dei<br />

maggiori eventi car<strong>di</strong>ovascolari (infarti e ictus non fatali); gli eventi car<strong>di</strong>ovascolari maggiori<br />

(mortalità car<strong>di</strong>ovascolare, ictus e infarti non fatali) la mortalità per cause coronariche; la morte<br />

improvvisa.<br />

La randomizzazione è centrale, stratificata per me<strong>di</strong>co.<br />

Il trattamento sperimentale è rappresentato da una capsula contenente 1 g <strong>di</strong> n-3 PUFA, o il<br />

placebo corrispondente, da assumere giornalmente.<br />

La durata del follow-up è <strong>di</strong> 5 anni. Per documentare con sufficiente affidabilità statistica che il<br />

trattamento con n-3 PUFA è in grado <strong>di</strong> ridurre l’incidenza <strong>di</strong> eventi sarà necessario reclutare<br />

almeno 12000 pazienti.<br />

Stato <strong>di</strong> avanzamento<br />

La randomizzazione è iniziata nel Febbraio del 2004 e si è conclusa a Marzo del <strong>2007</strong>. In questo<br />

arco <strong>di</strong> tempo sono stati randomizzati 12.521 da una rete <strong>di</strong> 860 MMG. Le ASL che stanno<br />

partecipando attivamente allo stu<strong>di</strong>o sono 57 e in ogni ASL si sono tenuti i corsi <strong>di</strong> formazione<br />

139<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

per gli sperimentatori.<br />

I dati relativi alla popolazione reclutata sono i seguenti: età me<strong>di</strong>a 65 anni, maschi 62%,<br />

ipertensione 79%, ipercolesterolemia 62%, <strong>di</strong>abete 56%, fumo 16%, obesità 35%, storia<br />

familiare <strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>o precoce 20%. Il 25% dei pazienti presenta una patologia<br />

aterosclerotica, il 50% presenta <strong>di</strong>abete associato ad un altro fattore <strong>di</strong> rischio e il 23% dei non<br />

<strong>di</strong>abetici presenta fattori <strong>di</strong> rischio multipli.<br />

Maggiori informazioni sono <strong>di</strong>sponibili sul sito www.rischioeprevenzione.it.<br />

L’attribuibilità degli eventi CV nella percezione del MMG<br />

L’evento car<strong>di</strong>ovascolare è l’espressione improvvisa, più o meno attesa, <strong>di</strong> una storia fatta <strong>di</strong><br />

clinica, <strong>di</strong> stili <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> contesto, <strong>di</strong> atteggiamenti del paziente e dei me<strong>di</strong>ci, <strong>di</strong> percorsi<br />

assistenziali. Riflettere sui motivi che hanno portato all’evento è un processo normale per la<br />

me<strong>di</strong>cina generale. Esplicitare questo processo, per tutti i casi rappresentativi <strong>di</strong> un certo<br />

periodo <strong>di</strong> assistenza, può trasformare una normale componente della pratica clinica in una<br />

“epidemiologia dell’attribuibilità”<br />

L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> valutare l’epidemiologia della attribuibilità degli eventi<br />

car<strong>di</strong>ovascolari attraverso la percezione del me<strong>di</strong>co. Tale percezione verrà indagata per macroaree<br />

che prendono in considerazione variabili cliniche, socio-economiche, psicologiche, fattori<br />

<strong>di</strong> rischio e stili <strong>di</strong> vita.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è iniziato nell’Ottobre <strong>2007</strong> e 167 MMG hanno aderito.<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacoepidemiologia a partire da banche dati <strong>di</strong> prescrizioni<br />

amministrative-istituzionali: Progetto interazioni<br />

Il progetto della durata <strong>di</strong> 3 anni ha come obiettivo principale lo sviluppo e l'implementazione <strong>di</strong> un<br />

database sulle interazioni all'interno del SISS della Regione Lombar<strong>di</strong>a come strumento <strong>di</strong><br />

supporto per il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale (MMG) al momento della prescrizione farmacologia.<br />

E’ stato sviluppato un modello <strong>di</strong> analisi epidemiologica basato sui dati prescrittivi della sola<br />

ASL <strong>di</strong> Lecco (anno 2003) con relativa anagrafica <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci e pazienti. Le analisi sono state<br />

condotte su soggetti con età uguale o superiore a 65 anni.<br />

Il totale della popolazione degli assistibili è risultata essere <strong>di</strong> 58.800 e l’età me<strong>di</strong>a dei soggetti<br />

trattati è <strong>di</strong> 75.2 anni . Le prescrizioni analizzabili sono risultate essere 964.858 .<br />

L’86% dei soggetti ha ricevuto almeno una prescrizione durante l’anno; sul totale della<br />

popolazione gli uomini risultano leggermente più trattati delle donne e la classe <strong>di</strong> farmaci più<br />

frequentemente prescritta è quella dei farmaci car<strong>di</strong>ovascolari (68% dei soggetti). La prevalenza<br />

<strong>di</strong> interazioni potenzialmente gravi è del 16%, aumenta all’aumentare dell’età e del numero <strong>di</strong><br />

farmaci prescritti cronicamente.<br />

Valutazione del percorso epidemiologico, clinico-assistenziale del <strong>di</strong>abete<br />

mellito in Regione Lombar<strong>di</strong>a attraverso l’uso integrato dei database<br />

amministrativi<br />

Lo stu<strong>di</strong>o si inserisce nell’ambito della collaborazione con la Regione Lombar<strong>di</strong>a e ha come<br />

obiettivo generale la messa a punto <strong>di</strong> modelli per la valutazione e il controllo dell’uso <strong>di</strong> risorse<br />

sanitarie da parte <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong>abetici, attraverso l’uso integrato <strong>di</strong> database amministrativi.<br />

Obiettivi specifici dello stu<strong>di</strong>o sono:<br />

• Identificare la popolazione <strong>di</strong>abetica attraverso il consumo <strong>di</strong> farmaci <strong>di</strong> classe A10<br />

• Valutare la comorbi<strong>di</strong>tà sulla base dei trattamenti farmacologici associati car<strong>di</strong>ovascolari e<br />

non.<br />

• Descrivere il percorso <strong>di</strong>agnostico attraverso il ricorso ad esami <strong>di</strong> laboratorio, indagini<br />

strumentali e visite specialistiche<br />

• Stimare il tasso <strong>di</strong> ospedalizzazioni e le loro cause me<strong>di</strong>ante l’incrocio con il data base dei<br />

ricoveri ospedalieri<br />

140<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Stu<strong>di</strong>o sull’ipertensione arteriosa nel <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Borbon – Ecuador<br />

Fa parte delle attività del Laboratorio un progetto <strong>di</strong> collaborazione con il Cecomet (Centro de<br />

Epidemiologia comunitaria y Me<strong>di</strong>cina tropical) <strong>di</strong> Esmeralda, Ecuador sulla prevalenza e il<br />

trattamento dell’ipertensione arteriosa.<br />

In questa zona rurale dell’Ecuador, il <strong>di</strong>stretto sanitario <strong>di</strong> Borbon, localizzato al nord della<br />

provincia <strong>di</strong> Esmeralda, il 36% della popolazione adulta risulta ipertesa e più della metà degli<br />

ipertesi presenta valori pressori superiori a 160/110 mmHg.<br />

Nell’area è in atto dal 2001 il follow-up <strong>di</strong> tutta la popolazione degli ipertesi allo scopo <strong>di</strong><br />

valutare il rischio car<strong>di</strong>ovascolare complessivo, ridurre i livelli pressori me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong><br />

una terapia antiipertensiva, in particolare nei pazienti a rischio elevato, e <strong>di</strong> monitorare nel<br />

tempo le complicanze. Dati preliminari mostrano che:<br />

• i pazienti in trattamento sottoposti a terapia antiipertensiva sono aumentati dal 39% al 59%<br />

• le prescrizioni si sono concentrate nei pazienti con livelli pressori più elevati (l’80% dei<br />

pazienti con pressione sistolica >180mmHg è attualmente in trattamento) o con rischio<br />

car<strong>di</strong>ovascolare complessivo più alto (82% dei pazienti con rischio alto o molto alto è<br />

attualmente trattata)<br />

• il controllo pressorio è migliorato (il 24% dei pazienti presenta livelli <strong>di</strong> pressione sistolica<br />

>180 mmHg rispetto al 33% dell’inizio e il 34% presenta livelli


IRFMN<br />

in queste popolazioni.<br />

Il progetto è stato ultimato ed ha coinvolto circa 350 infermieri <strong>di</strong> 95 RSA e Distretti. Nelle 6<br />

giornate <strong>di</strong> osservazione sono stati osservati circa 1500 pazienti per giornata ed identificati 2224<br />

problemi, dei quali il 25% attribuito a farmaci e presi<strong>di</strong>.<br />

Le conoscenze che i pazienti hanno sui farmaci alla <strong>di</strong>missione<br />

dall’ospedale<br />

Il progetto è nella sua fase iniziale ed ha coinvolto alcuni ospedali nelle regioni del Nord Italia. I<br />

dati sul primo gruppo <strong>di</strong> 163 pazienti sono stati raccolti intervistando i pazienti alla <strong>di</strong>missione<br />

sulle nuove e vecchie terapie che assumevano. Dati preliminari in<strong>di</strong>cano che il 78% dei pazienti<br />

non sono informati su farmaci/comportamenti da evitare ed il 70% non conosce gli effetti<br />

collaterali dei farmaci che assume. Non sono state osservate <strong>di</strong>fferenze nelle conoscenze tra<br />

nuove e vecchie terapie. La raccolta dati è ancora in corso.<br />

142<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

143<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

144<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

DIPARTIMENTO DI BIOCHIMICA<br />

E FARMACOLOGIA MOLECOLARE<br />

PERSONALE<br />

Capo Dipartimento<br />

<strong>Mario</strong> SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine<br />

Capo Laboratorio<br />

<strong>Mario</strong> SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim.<br />

Unità <strong>di</strong> Biochimica Me<strong>di</strong>ca<br />

Capo Unità<br />

Valentina BONETTO, Dr.CTF<br />

Unità <strong>di</strong> Trasmissione Sinaptica<br />

Capo Unità<br />

Marco GOBBI, Dr.Farm.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Molecolare<br />

Capo Laboratorio<br />

Enrico GARATTINI, Dr.Med.Chir.<br />

Unità <strong>di</strong> Farmacogenomica<br />

Capo Unità<br />

Maddalena FRATELLI, Dr.Sci.Biol.<br />

Unità <strong>di</strong> Struttura e Regolazione del Gene<br />

Capo Unità<br />

Mineko TERAO, Ph.D.Bioch.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Recettoriale<br />

Capo Laboratorio<br />

Tiziana MENNINI, Dr.Farm.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neuroimmunologia<br />

Capo Laboratorio<br />

Pietro GHEZZI, Ph.D.<br />

Unità <strong>di</strong> Farmacologia dello Shock Settico<br />

Capo Unità<br />

Pia VILLA, Dr.Farm.<br />

Unità delle Neuropatie Metaboliche<br />

Capo Unità<br />

Roberto BIANCHI, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Patologia Molecolare<br />

Capo Laboratorio<br />

Lavinia CANTONI, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio per lo Stu<strong>di</strong>o dei Sistemi Biologici<br />

Capo Laboratorio<br />

Gianfranco BAZZONI, Dr.Med.Chir.<br />

145<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

<strong>Mario</strong> Salmona si è laureato in Scienze delle Preparazioni Alimentari nel 1971 presso l'Università <strong>di</strong><br />

Milano. Nel 1974 ha conseguito il <strong>di</strong>ploma in Specialista in Ricerca Farmacologica presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong><br />

Negri <strong>di</strong> Milano. Si occupa da oltre quin<strong>di</strong>ci anni dei meccanismi molecolari che sono alla base<br />

dell’insorgenza e progressione delle malattie da prioni. E’ autore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 200 articoli pubblicati su riviste<br />

internazionali.<br />

1971-1975 Post-doctoral fellow nel Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Biochimica, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1975 Visiting Fellow presso il Weizmann Institute of Science, Rehovot, Israele<br />

1976-1997 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Enzimologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1995 Direttore della Scuola <strong>di</strong> Farmacologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1997 Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica e Farmacologia Molecolare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Dal 2003 Membro the American Society of Biochemistry and Molecular Biology.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Gerstmann-Straussler-Scheinker <strong>di</strong>sease amyloid protein polymerizes accor<strong>di</strong>ng to the "dock-and-lock" model. Gobbi M,<br />

Colombo L, Morbin M, Mazzoleni G, Accardo E, Vanoni M, Del Favero E, Cantù L, Kirschner D A, Ceci P, Ubezio P,<br />

Manzoni C, Forloni G, Tagliavini F, Salmona M J Biol Chem. 2006; 281: 843-9<br />

• Tetracycline and its analogues as inhibitors of amyloid fibrils: searching for a geometrical pharmacophore by theoretical<br />

investigation of their conformational behaviour in aqueous solution U. Cosentino, M.R.Varì, A.A. G. Saracino, D. Pitea,<br />

G. Moro, M. Salmona Journal of Molecular Modelling, 2005, 11: 17-25<br />

• Role of Plasminogen in Propagation of Scrapie Salmona M., Capobianco R., Colombo L., De Luigi A., Rossi C.,<br />

Mangieri M., Giaccone G., Quaglio E., Chiesa R., Donati M.B., Tagliavini F. and Forloni G. Journal of Virology 2005,<br />

79: 11225-11230<br />

• The role of platelet activating factor in prion and amyloid-beta neurotoxicity Bate C, Salmona M, Williams A<br />

Neuroreport 2004; 15: 509-513<br />

• Ginkgolide B inhibits the neurotoxicity of prions or amyloid-beta1-42 Bate C, Salmona M, Williams A Journal<br />

Neuroinflammation 2004; 1: 1-8<br />

• Channels formed with a synthetic mutant prion protein PrP(82-146) homologous to a 7 kDa fragment in <strong>di</strong>seased brain<br />

of GSS patients Baha<strong>di</strong> R., Farrelly P.V., Kenna B.L., Kourie J.I., Tagliavini F., Forloni G., Salmona M. Am.J.Physiol.<br />

(Cell Physiology) 2003; 285: C862-C872<br />

Gianfranco Bazzoni si è laureato con lode in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1988 presso l’Università degli<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Nel 1992, ha conseguito il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Specializzazione in Ricerca Farmacologica presso<br />

l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Milano.<br />

Le aree <strong>di</strong> interesse comprendono la Biologia Cellulare e in particolare lo stu<strong>di</strong>o dell’adesione e della<br />

migrazione delle cellule.<br />

1988-2000 Borsista dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1993-1997 Post-doctoral Fellow presso il Dana Farber Cancer Institute e Harvard Me<strong>di</strong>cal School,<br />

Boston, MA<br />

2000-2002 Ricercatore, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

2002-2003 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Adesione Cellulare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Dal 2004 a oggi Capo del Laboratorio per lo stu<strong>di</strong>o dei Sistemi Biologici, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Dal 2004 Membro The American Physiological Society, Bethesda, MD.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Paris L, Tonutti L, Vannini C, Bazzoni G. Structural organization of the tight junction. Biochim Biophys Acta <strong>2007</strong>;<br />

(Epub ahead of print)<br />

• Huang H, Cruz F, Bazzoni G. Junctional adhesion molecule-A regulates cell migration and resistance to shear stress. J.<br />

Cell Physiol 2006; 209; 122-130.<br />

• Bazzoni G. Endothelial tight junctions: permeable barriers of the vessel wall. Thromb Haemost 2006; 95(1): 36-42.<br />

• Martinez-Estrada OM, Manzi L, Tonetti P, Dejana E, Bazzoni G. Opposite effects of Tumor Necrosis Factor and soluble<br />

fibronectin on Junctional Adhesion Molecule-A in endothelial cells. Am J Physiol (Lung Cell Mol Physiol) 2005; 288:<br />

L1081-L1088.<br />

• Bazzoni G, Tonetti P, Manzi L, Cera MR, Balconi G, Dejana E. Expression of Junction Adhesion Molecule-A prevents<br />

spontaneous and random motility. J Cell Sci 2005; 118: 623-632.<br />

• Bazzoni G, Dejana E. Endothelial cell-to-cell junctions: molecular organization and role in vascular homeostasis. Physiol<br />

Rev 2004; 84(3): 869-901.<br />

146<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Lavinia Cantoni si è laureata presso l'Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano in Scienze Biologiche e<br />

specializzata in Ricerca Farmacologica presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Milano (1974-1977).<br />

Principali aree <strong>di</strong> ricerca: 1) meccanismi biochimico-molecolari attivati dallo stress ossidativi, 2) ruolo <strong>di</strong><br />

porfirine ed emoproteine nel metabolismo dei farmaci e in patologia.<br />

1977-1978 Post-doctoral Fellow presso il Me<strong>di</strong>cal Research Council, Toxicology Unit, Carshalton, UK<br />

(Vincitore <strong>di</strong> una WellcomeTrust Research Fellowship)<br />

1979-1982 Ricercatore, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1980-1990 Visiting Scientist per brevi perio<strong>di</strong> presso la Toxicology Unit, Carshalton, UK, e presso il<br />

Cornell Me<strong>di</strong>cal Center <strong>di</strong> New York, USA<br />

1983-1998 Capo dell'Unità <strong>di</strong> Metabolismo dell'Eme e delle Emoproteine, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Dal 1998 a oggi Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Patologia Molecolare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Membro dell'Or<strong>di</strong>ne Nazionale dei Biologi e della Società Italiana <strong>di</strong> Tossicologia. Svolge attività <strong>di</strong><br />

correlatore per tesi <strong>di</strong> laurea, <strong>di</strong> formazione in ricerca farmacologica per laureati nel corso <strong>di</strong><br />

specializzazione che si svolge presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, <strong>di</strong> referee per riviste scientifiche<br />

internazionali.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Rizzar<strong>di</strong>ni M., Chiesa R., Angeretti N., Lucca E., Salmona M., Forloni G., Cantoni L. Prion protein fragment 106-126<br />

<strong>di</strong>fferentially induces heme oxygenase-1 mRNA in cultured neurons and astroglial cells. J.Neurochem. 68: 715-720,<br />

1997<br />

• Rizzar<strong>di</strong>ni M., Zappone M., Villa P, Gnocchi P., Sironi M., Diomede L., Meazza C., Monshouwer M., Cantoni L.<br />

Kupffer cell depletion partially prevents hepatic heme oxygenase 1 messenger RNA accumulation in systemic<br />

inflammation in mice: role of interleukin 1 beta. Hepatology 27: 703-710, 1998<br />

• Cantoni L.,Valaperta R.,.Ponsoda X., Castell, J.V., Barelli D., Rizzar<strong>di</strong>ni M., Mangolini A., Hauri L., Villa P. Induction<br />

of hepatic heme oxygenase-1 by <strong>di</strong>clofenac in rodents: role of oxidative stress and cytochrome P-450 activity. J.<br />

Hepatology, 38: 776-783, 2003<br />

• Babetto E., Mangolini A., Rizzar<strong>di</strong>ni M., Lupi M., Conforti L., Poletti A., Rusmini P., Cantoni L. Tetracycline-regulated<br />

gene expression in the NSC-34-tTA cell line for investigation of motor neuron <strong>di</strong>seases. Mol. Brain Res. 140: 63-72,<br />

2005<br />

• Rizzar<strong>di</strong>ni M., Lupi M., Mangolini A., Babetto E., Ubezio P., Cantoni L. Neurodegeneration induced by complex I<br />

inhibition in a cellular model of familial amyothrophic lateral sclerosis. Brain Res. Bull., 69: 465-474, 2006<br />

• Raimon<strong>di</strong> A., Mangolini A., Rizzar<strong>di</strong>ni M., Tartari S., Massari S., Bendotti C., Francolini M., Borghese N., Cantoni L.,<br />

Pietrini G. Cell culture models to investigate the selective vulnerability of motoneuronal mitochondria to familial ALSlinked<br />

G93ASOD1. Eur. J. Neurosci. 24: 387-399, 2006<br />

Enrico Garattini si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1982 presso l'Università <strong>di</strong> Milano.<br />

Le aree <strong>di</strong> interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare.<br />

1982-1990 Borsista dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1983-1987 Borsista presso il Roche Institute of Molecular Biology, Dept. of Neurosciences, Nutley, New<br />

Jersey, USA<br />

1991-1997 Dirigente Ricercatore della Regione Lombar<strong>di</strong>a e Capo dell’Unità <strong>di</strong> Biologia Molecolare,<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Dal 1997 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Molecolare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Dal 2005 Direttore del Corso Ph.D., <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Gianni M, Parrella E, Raska I Jr, Gaillard E, Nigro EA, Gaudon C, Garattini E, Rochette-Egly C. P38MAPK-dependent<br />

phosphorylation and degradation of SRC-3/AIB1 and RARalpha-me<strong>di</strong>ated transcription. EMBO J. 2006 Feb<br />

22;25(4):739-51<br />

• Parrella E, Gianni M, Fratelli M, Barzago MM, Raska I Jr, Diomede L, Kurosaki M, Pisano C, Carminati P, Merlini L,<br />

Dallavalle S, Tavecchio M, Rochette-Egly C, Terao M, Garattini E.<br />

• Antitumor activity of the retinoid-related molecules (E)-3-(4'-hydroxy-3'-adamantylbiphenyl-4-yl)acrylic acid (ST1926)<br />

and 6-[3-(1-adamantyl)-4-hydroxyphenyl]-2-naphthalene carboxylic acid (CD437) in F9 teratocarcinoma: Role of<br />

retinoic acid receptor gamma and retinoid-independent pathways.<br />

Mol Pharmacol. 2006 Sep;70(3):909-24<br />

• Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I,<br />

Carminati P, Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in<br />

myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207<br />

• Kurosaki M, Terao M, Barzago M M, Bastone A, Bernar<strong>di</strong>nello D, Salmona M, Garattini E. The aldehyde oxidase gene<br />

cluster in mice and rats: Aldehyde oxidase homologue 3, a novel member of the molybdo-flavoenzyme family with<br />

selective expression in the olfactory mucosa. J Biol Chem 2004; 279: 50482-50498<br />

147<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Pisano C, Kollar P, Gianni M, Kalac Y, Giordano V, Ferrara F F, Tancre<strong>di</strong> R, Devoto A, Rinal<strong>di</strong> A, Rambal<strong>di</strong> A, Penco<br />

S, Marzi M, Moretti G, Vesci L, Tinti O, Carminati P, Terao M, Garattini E. Bis-indols a novel class of molecules<br />

enhancing the cyto<strong>di</strong>fferentianting properties of retinoids in myeloid leukemia cells. Blood 2002; 100: 3719-3730<br />

Pietro Ghezzi<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Citochine e infiammazione; regolazione redox<br />

1979-1990 Ricercatore dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Dal 1991 a oggi Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Neuroimmunologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1998-2000 Research Associate presso la Stanford University School of Me<strong>di</strong>cine, Department of Genetics<br />

Dal 2000 ad oggi Membro del Kenneth Warren Laboratory, Ossining, NY (USA)<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Leist M, Ghezzi P, et al.. Derivatives of erythropoietin that are tissue protective but not erythropoietic. Science. 2004 Jul<br />

9;305(5681):239-42.<br />

• Fratelli M, Goodwin LO, Orom UA, Lombar<strong>di</strong> S, Tonelli R, Mengozzi M, Ghezzi Gene expression profiling reveals a<br />

signaling role of glutathione in redox regulation.Proc Natl Acad Sci U S A. 2005 Sep 27;102(39):13998-4003.<br />

• Villa P, Bigini P, Mennini T, Agnello D, Laragione T, Cagnotto A, Viviani B, Marinovich M, Cerami A, Coleman TR,<br />

Brines M, Ghezzi P. Erythropoietin selectively attenuates cytokine production and inflammation in cerebral ischemia<br />

by targeting neuronal apoptosis. J Exp Med. 2003 Sep 15;198(6):971-5.<br />

• Siren AL, Fratelli M, Brines M, Goemans C, Casagrande S, Lewczuk P, Keenan S, Gleiter C, Pasquali C, Capobianco A,<br />

Mennini T, Heumann R, Cerami A, Ehrenreich H, Ghezzi P. Erythropoietin prevents neuronal apoptosis after cerebral<br />

ischemia and metabolic stress. Proc Natl Acad Sci U S A. 2001 Mar 27;98(7):4044-9.<br />

• Laragione T, Bonetto V, Casoni F, Massignan T, Bianchi G, Gianazza E, Ghezzi P. Redox regulation of surface protein<br />

thiols: identification of integrin alpha-4 as a molecular target by using redox proteomics. Proc Natl Acad Sci U S A.<br />

2003 Dec 9;100(25):14737-41.<br />

Tiziana Mennini si è laureata nel 1975 in Farmacia presso l’Università <strong>di</strong> Milano e ha ottenuto una borsa<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dalla European Molecular Biology Organization, per apprendere le tecniche <strong>di</strong> frazionamento<br />

subcellulare e dell’utilizzo dei sinaptosomi in neurochimica, presso i laboratori del Prof. VP Whittaker (<br />

Stoccolma, Svezia). Nel 1882 ha trascorso un ulteriore periodo nei laboratori del Prof. Whittaker ( Max-<br />

Plank-Institut <strong>di</strong> Gottingen, Germania). Frequenta l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri da quando era studentessa, con i<br />

seguenti ruoli:<br />

1967- 1975 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Metabolismo dei Farmaci<br />

1975-1987 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Trasmissione Neurochimica<br />

Dal 1988 ad oggi Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Recettoriale<br />

E’ stata relatore, chairman e organizzatore <strong>di</strong> molti corsi e congressi, autore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 200 articoli<br />

pubblicati su riviste internazionali nel campo della farmacologia recettoriale e neurofarmacologia.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Beghi E, Bendotti C, Mennini T. 2005. Merits of a new drug trial for ALS? Science 308:632-633<br />

• Gobbi M, Mennini T. 2001. Is St John's wort a 'Prozac-like' herbal antidepressant? Trends Pharmacol Sci 22:557-559.<br />

• The Italian ALSSG. 1996. Ceftriaxone in amyotrophic lateral sclerosis. Eur J Neurol 3:295-298.<br />

• Mennini T, Mocaer E, Garattini S. 1987. Tianeptine, a selective enhancer of serotonin uptake in rat brain. Naunyn-<br />

Schmiedebergs Arch Pharmacol 336:478-482.<br />

• Mennini T, Garattini S. 1983. Benzo<strong>di</strong>azepines receptor bin<strong>di</strong>ng in vivo: pharmacokinetic and pharmacological<br />

significance. Advances Biochemical Psychopharmacol 38:189-199.<br />

• Mennini T, Bernasconi S, Manara L, Samanin R, Serra G. 1977. The effect of intracerebral 6-hydroxy dopamine on<br />

3H-reserpine bin<strong>di</strong>ng to <strong>di</strong>fferent brain regions of the rat. Pharmacol Res Commun 9:857-862.<br />

148<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Roberto Bianchi si è laureato in Scienze Biologiche nel 1992 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Dal 1975 ha svolto funzioni <strong>di</strong> insegnante e supervisore presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e dal 1989 al 1997<br />

presso l’Università <strong>di</strong> Houston. Le aree <strong>di</strong> maggior interesse riguardano le complicanze <strong>di</strong>abetiche<br />

(neuropatie periferiche e autonomiche) e le malattie neurodegenerative (Sclerosi multipla e neuropatie<br />

da farmaci).<br />

1971 Tecnico presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Biochimica, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1980-1981 Visiting Scientist presso il Center for Neurosciences Behavioural Research, Weizmann<br />

Institute of Science, Rehovot, Israel<br />

1981-1995 Ricercatore presso il Laboratorio Farmacologia Biochimica, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1988-1997 Research Fellow presso il Dip. Biochemical Biophysical Sciences, University of Houston,<br />

Houston, TX<br />

1993-1995 Research Fellow presso il Dip. Me<strong>di</strong>cine, Case Western Reserve University, Cleveland, OH<br />

Dal 1996 Capo del Unità Neuropatie Metaboliche, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Bianchi R., Berti-Mattera L.N., Fiori M.G., Eichberg J.:Correction of altered metabolic activities in sciatic nerves of<br />

streptozotocin-induced <strong>di</strong>abetic rats. Effects of ganglioside treatment. Diabetes 39: 782-788 (1990).<br />

• Scarpini E., Bianchi R., Moggio M., Sciacco M., Fiori M.G., Scarlato G.: Decrease of nerve Na+,K+-ATPase activity in<br />

the pathogenesis of <strong>di</strong>abetic neuropathy. J. Neurol. Sci. 120: 159-167 (1993).<br />

• Conti G., Scarpini E., Baron P.L., Livraghi S., Tiriticco M., Bianchi R, Vedeler C., Scarlato G.: Macrophage infiltration<br />

and death in the nerve during the early phases of experimental <strong>di</strong>abetic neuropathy: a process concomitant with<br />

endoneurial induction of IL-1 and p75NTR. J. Nuerol. Sci. 195: 35-40 (2002)<br />

• Bianchi R., Buyukakilli B., Brines M., Savino C., Cavaletti G., Oggioni N., Lauria G., Borgna M., Lombar<strong>di</strong> R., Cimen<br />

B., Comelekoglu U., Kanik A., Tataroglu C., Cerami A., Ghezzi P. Erythropoietin both protects from and reverses<br />

experimental <strong>di</strong>abetic neuropathy. Proc Natl Acad Sci USA 101: 823-828 (2004)<br />

• Leist M., Ghezzi P., Grasso G, Bianchi R., Villa P., Fratelli M., Savino C., Bianchi M., Nielsen J., Gerwien J., Kallunki<br />

P., Larsen A.K., Helboe L., Christensen S., Pedersen L.O., Nielsen M., Troup L., Sager T., Sfacteria A., Erbayktar S,<br />

Erbayktar Z., Gokmen N., Yilmaz O., Cerami-Hand C., Xie, Q-W., Coleman T., Cerami A., Brines M. Erythropoietinderived<br />

tissue-protective cytokines that do not bind to the classical erythropoietin receptor. Science, 305(5681) 239-242,<br />

2004.<br />

• Savino C., Pedotti R., Baggi F., Furlan R., Ubiali F., Gallo B, Nava S., Bigini P., Barbera S., Fumagalli E., Mennini T.,<br />

Vezzani A., Rizzi M., Coleman T., Cerami A.,Brines M., Ghezzi P., Bianchi R.Delayed administration of erythropoietin<br />

and its non-erythropoietic derivatives ameliorates chronic murine autoimmune encephalomyelitis. Journal of<br />

Neuroimmunology, 2005, E-pub December 6, 2005<br />

Valentina Bonetto si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all'Università <strong>di</strong> Padova nel<br />

1993. Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> PhD in Biochimica Me<strong>di</strong>ca nel 1999 presso il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica<br />

e Biofisica Me<strong>di</strong>ca dell'<strong>Istituto</strong> Karolinska, Stoccolma.<br />

Le sue principali linee <strong>di</strong> ricerca sono: 1) Stu<strong>di</strong>o dei meccanismi patogenetici alla base della sclerosi<br />

laterale amiotrofica (SLA); 2) Identificazione <strong>di</strong> biomarcatori della SLA; 3) Ruolo delle mo<strong>di</strong>fiche<br />

ossidative nelle malattie neurologiche. Questi aspetti sono indagati con <strong>di</strong>versi approcci sperimentali, tra<br />

cui la proteomica e la spettrometria <strong>di</strong> massa.<br />

Dal 2000 è all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Milano nel laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine. Dal<br />

2002 è anche Assistant Telethon Scientist all'<strong>Istituto</strong> Telethon Dulbecco sempre presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong><br />

Negri. Dall’ottobre <strong>2007</strong> è responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Biochimica Me<strong>di</strong>ca all’interno del laboratorio <strong>di</strong><br />

Biochimica e Chimica delle Proteine. E’ autore <strong>di</strong> 26 pubblicazioni dal 1994 al <strong>2007</strong>, soggette a peerreview.<br />

Tra queste pubblicazioni è primo autore in 11 e ultimo autore in 4. E’ inoltre autore <strong>di</strong> 2 review e<br />

<strong>di</strong> un capitolo in un testo monografico. E’ revisore per riviste scientifiche internazionali riguardanti<br />

Proteomica e Neuroscienze.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Massignan, T., Casoni, F., Basso, M., Stefanazzi, P., Biasini, E., Tortarolo, M., Salmona, M., Gianazza, E., Bendotti, C.,<br />

Bonetto V. (<strong>2007</strong>) Proteomic analysis of spinal cord of presymptomatic amyotrophic lateral sclerosis G93A SOD1<br />

mouse. Biochem. Biophys. Res. Commun., 353:719-25.<br />

• Basso, M., Massignan, T., Samengo, G., Cheroni, C., De Biasi, S., Salmona, M., Bendotti, C., Bonetto, V. (2006)<br />

Insoluble mutant SOD1 is partly oligoubiquitinated in amyotrophic lateral sclerosis mice. J. Biol. Chem., 281:33325-<br />

33335.<br />

• Ghezzi, P., Casagrande, S., Massignan, T., Basso, M., Bellacchio, E., Mollica, L., Biasini, E., Tonelli, R., Eberini, I.,<br />

Gianazza, E., Dai, W.W., Fratelli, M., Salmona, M., Sherry, B., Bonetto. V. (2006) Redox regulation of cyclophilin A by<br />

glutathionylation. Proteomics, 6: 817-825.<br />

149<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Casoni, F., Basso, M., Massignan, T., Gianazza, E., Cheroni, C., Salmona, M., Bendotti, C., Bonetto, V. (2005) Protein<br />

nitration in a mouse model of familial amyotrophic lateral sclerosis: Possible multifunctional role in the pathogenesis. J.<br />

Biol. Chem., 280: 16295-16304.<br />

• Laragione, T., Bonetto, V., Casoni, F., Massignan, T., Bianchi, G., Gianazza, E., Ghezzi, P. (2003) Redox regulation of<br />

surface protein thiols: identification of integrin alpha-4 as a molecular target by using redox proteomics. Proc. Natl.<br />

Acad. Sci. U S A 100: 14737-14741.<br />

• Casagrande, S.* , Bonetto, V.*, Fratelli, M., Gianazza, E., Eberini, I., Massignan, T., Salmona, M., Chang, G.,<br />

Holmgren, A., Ghezzi, P. (2002) Glutathionylation of human thioredoxin: a possible crosstalk between the glutathione<br />

and thioredoxin systems. Proc. Natl. Acad. Sci. U S A 99, 9745-9749. *These authors contributed equally to the study.<br />

Maddalena Fratelli si è laureata in Scienze Biologiche nel 1983 presso l’Università <strong>di</strong> Pisa e <strong>di</strong>plomata<br />

nello stesso anno in Biologia presso la Scuola Normale Superiore <strong>di</strong> Pisa. Si è specializzata in Ricerca<br />

Farmacologica presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri nel 1986.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: 1. Sistemi genomici “high-throughput” per lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi d’azione dei<br />

farmaci e delle farmacoresistenze. 2. Regolazione redox della funzione proteica e dell’espressione genica:<br />

profili <strong>di</strong> espressione genica delle risposte <strong>di</strong>pendenti dal glutatione allo stimolo ossidativo<br />

1988-1989 Postdoc presso il Me<strong>di</strong>cal Research Council, Neurobiology Unit, Cambridge, UK<br />

Dal 1995 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>atori biochimici dell’infiammazione, Lab. <strong>di</strong> Neuroimmunologia,<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Dal 2005 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Farmacogenomica, Lab. <strong>di</strong> Biologia Molecolare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Fratelli M, Goodwin LO, Orom UA, Lombar<strong>di</strong> S, Tonelli R, Mengozzi M, Ghezzi P. Gene expression profiling reveals<br />

a signaling role of glutathione in redox regulation. Proc Natl Acad Sci U S A. 2005;102:13998-4003.<br />

• Brines M, Grasso G, Fiordaliso F, Sfacteria A, Ghezzi P, Fratelli M, Latini R, Xie QW, Smart J, Su-Rick CJ, Pobre E,<br />

Diaz D, Gomez D, Hand C, Coleman T, Cerami A. Erythropoietin me<strong>di</strong>ates tissue protection through an erythropoietin<br />

and common beta-subunit heteroreceptor. Proc Natl Acad Sci U S A. 2004; 101:14907-12.<br />

• Leist M, Ghezzi P, Grasso G, Bianchi R, Villa P, Fratelli M, Savino C, Bianchi M, Nielsen J, Gerwien J, Kallunki P,<br />

Larsen AK, Helboe L, Christensen S, Pedersen LO, Nielsen M, Torup L, Sager T, Sfacteria A, Erbayraktar S,<br />

Erbayraktar Z, Gokmen N, Yilmaz O, Cerami-Hand C, Xie QW, Coleman T, Cerami A, Brines M. Derivatives of<br />

erythropoietin that are tissue protective but not erythropoietic. Science. 2004; 305:239-42<br />

• Fratelli M, Minto M, Crespi A, Erba E, Vandenabeele P, Del Soldato P, Ghezzi P. Inhibition of nuclear factor-kappaB<br />

by a nitro-derivative of flurbiprofen: a possible mechanism for antiinflammatory and antiproliferative effect. Antioxid<br />

Redox Signal. 2003; 5:229-35<br />

• Fratelli M, Demol H, Puype M, Casagrande S, Eberini I, Salmona M, Bonetto V, Mengozzi M, Duffieux F, Miclet E,<br />

Bachi A, Vandekerckhove J, Gianazza E, Ghezzi P. Identification by redox proteomics of glutathionylated proteins in<br />

oxidatively stressed human T lymphocytes. Proc Natl Acad Sci U S A. 2002; 99:3505-10<br />

• Siren AL, Fratelli M, Brines M, Goemans C, Casagrande S, Lewczuk P, Keenan S, Gleiter C, Pasquali C, Capobianco A,<br />

Mennini T, Heumann R, Cerami A, Ehrenreich H, Ghezzi P. Erythropoietin prevents neuronal apoptosis after cerebral<br />

ischemia and metabolic stress. Proc Natl Acad Sci U S A. 2001; 98:4044-9.<br />

Marco Gobbi si è laureato in Farmacia presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano nel 1989. Le sue<br />

principali linee <strong>di</strong> ricerca sono: 1) stu<strong>di</strong>o dei meccanismi presinaptici, come il rilascio e la ricaptazione <strong>di</strong><br />

neurotrasmettitore nelle terminazioni nervose, con particolare attenzione ai trasportatori localizzati sulla<br />

membrana plasmatica; 2) stu<strong>di</strong>o dell’aggregazione proteica associata ad alterazioni conformazionali con<br />

particolare attenzione alla formazione <strong>di</strong> amiloide da parte della proteina prionica. Questi aspetti sono<br />

indagati con <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong>che sperimentali, tra cui la risonanza plasmonica <strong>di</strong> superficie.<br />

Dal 1981 Ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia, e successivamente nel Laboratorio <strong>di</strong><br />

Farmacologia Recettoriale, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Dal 1989 è responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Trasmissione Sinaptica, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

A partire dal 2006 l’Unità si è trasferita nel laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine.<br />

Co-autore in più <strong>di</strong> 70 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali soggette a peer-review. Primo o<br />

ultimo autore in più <strong>di</strong> 40 <strong>di</strong> queste. Revisore per riviste scientifiche internazionali riguardanti<br />

Neuroscienze/Neurofarmacologia.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Gerstmann-Straussler-Scheinker <strong>di</strong>sease amyloid protein polymerizes accor<strong>di</strong>ng to the "dock-and-lock" model. Gobbi M,<br />

Colombo L, Morbin M, Mazzoleni G, Accardo E, Vanoni M, Del Favero E, Cantù L, Kirschner D A, Ceci P, Ubezio P,<br />

Manzoni C, Forloni G, Tagliavini F, Salmona M J Biol Chem. 2006; 281: 843-9<br />

150<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Funicello M, Conti P, De Amici M, De Micheli C, Mennini T, Gobbi M. 2004. Dissociation of [3H]L-glutamate uptake<br />

from L-glutamate-induced [3H]D-aspartate release by 3-hydroxy-4,5,6,6a-tetrahydro-3aH-pyrrolo[3,4-d]isoxazole-4-<br />

carboxylic acid and 3-hydroxy-4,5,6,6a-tetrahydro-3aH-pyrrolo[3,4-d]isoxazole-6-carboxylic acid, two<br />

conformationally constrained aspartate and glutamate analogs. Mol Pharmacol 66:522-529.<br />

• Gobbi M, Moia M, Pirona L, Ceglia I, Reyes-Parada M, Scorza C, Mennini T. 2002. p-Methylthioamphetamine and 1-<br />

(m-chlorophenyl)piperazine, two non-neurotoxic 5-HT releasers in vivo, <strong>di</strong>ffer from neurotoxic amphetamine<br />

derivatives in their mode of action at 5-HT nerve en<strong>di</strong>ngs in vitro. J Neurochem 82:1435-1443.<br />

• Gobbi M, DallaValle F, Ciapparelli C, Diomede L, Morazzoni P, Verotta L, Caccia S, Cervo L, Mennini T. 1999.<br />

Hypericum perforatum L. extract does not inhibit 5-HT transporter in rat brain cortex. Naunyn Schmiedebergs Arch<br />

Pharmacol 360:262-269.<br />

• Gobbi M, Garibol<strong>di</strong> M, Piwko C, Hoyer D, Sperk G, Vezzani A. 1998. Distinct changes in peptide YY bin<strong>di</strong>ng to, and<br />

mRNA levels of, Y1 and Y2 receptors in the rat hippocampus associated with kindling epileptogenesis. J Neurochem<br />

70:1615-1622.<br />

• Crespi D, Mennini T, Gobbi M. 1997. Carrier-dependent and Ca(2+)-dependent 5-HT and dopamine release induced by<br />

(+)-amphetamine, 3,4-methylen<strong>di</strong>oxymethamphetamine, p-chloroamphetamine and (+)-fenfluramine. Br J Pharmacol<br />

121:1735-1743.<br />

Mineko Terao si è laureata in Farmacia nel 1978 presso la Kobe Women’s College of Pharmacy del<br />

Giappone.<br />

Le aree <strong>di</strong> interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare.<br />

1983 Ph.D. presso la Kyoto University, Giappone.<br />

1982-1983 Research Fellow nel Department of Me<strong>di</strong>cal Chemistry, Kyoto University, Giappone<br />

1983-1987 Postdoctoral Associate presso Istitute for Cancer Research <strong>di</strong> Philadenphia, USA<br />

1987- Visiting Scientist presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Dal 1998 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Struttura e Regolazione del Gene, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Terao M, Kurosaki M, Barzago MM, Varasano E, Boldetti A, Bastone A, Fratelli M, Garattini E. Avian and canine<br />

aldehyde oxidases. Novel insights into the biology and evolution of molybdo-flavoenzymes. J Biol Chem. 2006 Jul<br />

14;281(28):19748-61<br />

• Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I,<br />

Carminati P,Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in<br />

myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207<br />

• Vila R, Kurosaki M, Barzago M M, Kolek M, Bastone A, Colombo L, Salmona M, Terao M, Garattini E. Regulation and<br />

biochemistry of mouse molybdo-flavoenzymes. The DBA/2 mouse is selectively deficient in the expression of aldehyde<br />

oxidase homologues 1 and 2 and represents a unique source for the purification and characterization of aldehyde oxidase.<br />

J Biol Chem 2004; 279: 8668-8683<br />

• Kurosaki M, Terao M, Barzago M M, Bastone A, Bernar<strong>di</strong>nello D, Salmona M, Garattini E. The aldehyde oxidase gene<br />

cluster in mice and rats: Aldehyde oxidase homologue 3, a novel member of the molybdo-flavoenzyme family with<br />

selective expression in the olfactory mucosa. J Biol Chem 2004; 279: 50482-50498<br />

• Parrella E, Gianni’ M, Cecconi V, Nigro E, Barzago MM, Rambal<strong>di</strong> A, Rochette-Egly C, Terao M and Garattini E.<br />

Phospho<strong>di</strong>esterase 4 inhibition by piclamilast potentiates the cyto-<strong>di</strong>fferentiating action of retinoids in myeloid leukemia<br />

cells. J Biol Chem 2004; 279: 42026-42040<br />

• Garattini E, Gianni’ M and Terao M. Retinoid related molecules an emerging class of apoptotic agents with promising<br />

clinical potential in oncology: pharmacological activity and mechanisms of action. Curr Pharm Design 2004, 10: 433-<br />

448<br />

Pia Emilia Villa si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche nel 1975 presso l’Università <strong>di</strong><br />

Pavia e si è specializzata nel 1978 in Ricerca Farmacologica presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri. I suoi interessi<br />

scientifici riguardano i fattori fisiopatologici della sepsi e la loro modulazione farmacologica, i<br />

meccanismi cellulari e molecolari della neurodegenerazione e neuroprotezione nell’ischemia cerebrale<br />

sperimentale.<br />

1976-1992 Borsista presso il Laboratorio <strong>di</strong> Perfusione <strong>di</strong> Organi Isolati e Tossicologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong><br />

Negri<br />

1979-1980 Borsista presso il Laboratorio <strong>di</strong> Coltura <strong>di</strong> Epatociti, Toxicology Unit, MRC, Carshalton,<br />

Surrey<br />

1983 Borsista presso i laboratori Unité de Recherche Hépatologique, Rennes, Francia<br />

1993-1995 Ricercatore presso il laboratorio <strong>di</strong> Neuroimmunologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1995 ad oggi Capo dell’ Unità Farmacologia dello Shock Settico, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

1982 Membro regolare della Società Italiana <strong>di</strong> Tossicologia<br />

1992 Membro regolare <strong>di</strong> Celltox<br />

1996 Membro regolare <strong>di</strong> International Cytokine Society.<br />

151<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Villa P, Shaklee CL, Meazza C, Agnello D, Ghezzi P, Senal<strong>di</strong> G. Granulocyte colony-stimulating factor<br />

and antibiotics in the prophylaxis of a murine model of polymicrobial peritonitis and sepsis. J Infect Dis.<br />

1998; 178: 471-7.<br />

• Villa P, Saccani A, Sica A, Ghezzi P. Glutathione protects mice from lethal sepsis by limiting inflammation<br />

and potentiating host defense. J Infect Dis. 2002; 185: 1115-20.<br />

• Erbayraktar S, Grasso G, Sfacteria A, Xie QW, Coleman T, Kreilgaard M, Torup L, Sager T, Erbayraktar Z,<br />

Gokmen N, Yilmaz O, Ghezzi P, Villa P, Fratelli M, Casagrande S, Leist M, Helboe L, Gerwein J,<br />

Christensen S, Geist MA, Pedersen LO, Cerami-Hand C, Wuerth JP, Cerami A, Brines M.<br />

Asialoerythropoietin is a nonerythropoietic cytokine with broad neuroprotective activity in vivo. Proc Natl<br />

Acad Sci U S A. 2003;100 (11):6741-6.<br />

• Villa P, Bigini P, Mennini T, Agnello D, Laragione T, Cagnotto A, Viviani B, Marinovich M, Cerami A,<br />

Coleman TR, Brines M, Ghezzi P. Erythropoietin selectively attenuates cytokine production and<br />

inflammation in cerebral ischemia by targeting neuronal apoptosis. J Exp Med. 2003;198 (6):971-5.<br />

• Leist M, Ghezzi P, Grasso G, Bianchi R, Villa P, Fratelli M, Savino C, Bianchi M, Nielsen J, Gerwien J, Kallunki P,<br />

Larsen AK, Helboe L, Christensen S, Pedersen LO, Nielsen M, Torup L, Sager T, Sfacteria A, Erbayraktar S,<br />

Erbayraktar Z, Gokmen N, Yilmaz O, Cerami-Hand C, Xie QW, Coleman T, Cerami A, Brines M. Derivatives of<br />

erythropoietin that are tissue protective but not erythropoietic. Science. 2004;305: 239-42.<br />

• Garau A, Bertini R, Colotta F, Casilli F, Bigini P, Cagnotto A, Mennini T, Ghezzi P, Villa P. Neuroprotection with the<br />

CXCL8 inhibitor repertaxin in transient brain ischemia. Cytokine. 2005;30:125-31.<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />

Il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica e Farmacologia Molecolare è composto da sei laboratori con<br />

interessi scientifici e scopi <strong>di</strong> ricerca apparentemente eterogenei fra loro, ma accomunati dallo<br />

stu<strong>di</strong>o strutturale e funzionale <strong>di</strong> prodotti genici specifici e farmacologicamente rilevanti. A<br />

questo proposito, per l'identificazione <strong>di</strong> nuove proteine che potrebbero rappresentare dei<br />

bersagli per la terapia farmacologia, vengono utilizzate le classiche tecniche <strong>di</strong> biochimica e<br />

biologia molecolare. Le potenziali interazioni tra farmaci e proteine sono stu<strong>di</strong>ate anche a livello<br />

molecolare, utilizzando un'ampia varietà <strong>di</strong> approcci che vanno dagli stu<strong>di</strong> condotti sugli<br />

animali a simulazioni computazionali.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Identificazione delle tetracicline come potenziali agenti terapeutici per il trattamento delle<br />

malattie da prioni.<br />

Sintesi e caratterizzazione chimico-fisica e biologica <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> dedotti dalla sequenza della<br />

proteina prionica.<br />

Identificazione <strong>di</strong> una correlazione tra sintesi del colesterolo e produzione <strong>di</strong> proteina prionica.<br />

Identificazione <strong>di</strong> proteine me<strong>di</strong>ante analisi <strong>di</strong> spettrometria <strong>di</strong> massa e ricerca in banca dati.<br />

Caratterizzazione del ruolo della pentraxina 3 nell’organizzazione dell’architettura della matrice<br />

extracellulare del cumulo ooforo e nella fertilità femminile.<br />

Caratterizzazione del ruolo <strong>di</strong> Junctional Adhesion Molecule-A (JAM-A) nel controllo della<br />

motilità cellulare.<br />

Caratterizzazione dell’effetto delle citochine infiammatorie sulla funzione <strong>di</strong> JAM-A.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> un modello cellulare motoneuronale costitutivo e con<strong>di</strong>zionale per lo stu<strong>di</strong>o della<br />

tossicità della forma mutata G93A <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1, presente in pazienti con sclerosi<br />

laterale amiotrofica familiare.<br />

La forma mutata G93A <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1 altera la morfologia dei mitocondri<br />

selettivamente nelle cellule motoneuronali.<br />

Farmaci e sostanze esogene che inibiscono la catena mitocondriale <strong>di</strong> trasporto degli elettroni<br />

sono fattori <strong>di</strong> rischio per i motoneuroni che esprimono forme mutate <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi<br />

1.<br />

152<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Il danno mitocondriale indotto dalla forma mutata G93A <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1 è modulato<br />

dal livello <strong>di</strong> espressione della proteina mutata.<br />

Identificazione e caratterizzazione <strong>di</strong> una nuova classe <strong>di</strong> retinoi<strong>di</strong> <strong>di</strong> sintesi a marcata attività<br />

apoptotica sulla cellula neoplastica. Sviluppo pre-clinico in ambito <strong>di</strong> terapia della leucemia<br />

acuta mieloide.<br />

Identificazione <strong>di</strong> nuove combinazioni farmacologiche a base <strong>di</strong> retinoi<strong>di</strong> per il trattamento della<br />

leucemia acuta mieloide.<br />

Clonaggio molecolare dei cDNA e dei geni <strong>di</strong> quattro nuovi membri della famiglia delle<br />

molibdo-flavoproteine <strong>di</strong> mammifero. Definizione <strong>di</strong> un nuovo cluster genico sul cromosoma 1<br />

umano e sul cromosoma 2 murino.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> animali knock-out per <strong>di</strong>verse molibdo-flavoproteine: AOX1, AOH1, AOH2,<br />

AOH3.<br />

Identificazione dell’eritropoietina come agente neuroprotettivo e in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> molecole<br />

con attività neuroprotettiva in modelli <strong>di</strong> ischemia cerebrale.<br />

Identificazione dell'effetto farmacologico dell'eritropoietina nella neuropatia <strong>di</strong>abetica.<br />

Identificazione <strong>di</strong> derivati dell'eritropoietina che ne hanno mantenuta le attività neuroprotettive<br />

ma perso non quelle emopoietiche.<br />

Scoperta <strong>di</strong> proteine che sono reversibilmente regolate dallo stato <strong>di</strong> ossidoriduzione me<strong>di</strong>ante<br />

un processo detto glutationilazione.<br />

L’uso <strong>di</strong> molecole antiossidanti in modelli <strong>di</strong> sepsi permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire la risposta<br />

infiammatoria potenziando quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa immunitaria.<br />

Identificazione delle proteine esofacciali redox regolate.<br />

Identificazione del profilo <strong>di</strong> espressione genica regolati dai tioli.<br />

L’eritropoietina aggiunta in vitro a colture primarie <strong>di</strong> motoneuroni riduce la morte <strong>di</strong> tipo<br />

apoptotico ma non ha effetto sulle vie non-apoptotiche.<br />

Il Riluzolo, un agente neuro protettivo, aumenta l’efficacia della ricaptazione del glutammato in<br />

colture cellulari che esprimono stabilmente i tre principali trasportatori del glutammato (GLT1,<br />

GLAST ed EAAC1).<br />

Il trattamento con un recettore solubile del TNF nel topo wobbler riduce la degenerazione dei<br />

motoneuroni e la fosforilazione delle due principali stress chinasi (p38 e JNK) associate alla<br />

stimolazione dei recettori del TNF.<br />

Stress ossidativo, attivazione gliale e infiammazione, sono responsabili della retinopatia e delle<br />

<strong>di</strong>sfunzioni motorie nel topo mnd, un modello <strong>di</strong> epilessia mioclonica progressiva legata a una<br />

mutazione del gene CLN8, suggerendo un ruolo dell’attivazione del “TNF death receptor” nella<br />

eziopatogenesi delle lipofuscinosi neuronali ceroidee.<br />

Stu<strong>di</strong> sul funzionamento dei trasportatori del glutammato (EAATs) hanno permesso <strong>di</strong><br />

documentare che l’attività rilasciante del glutammato me<strong>di</strong>ata dagli EAATs (trasporto inverso) è<br />

funzionalmente <strong>di</strong>ssociata dalla ricaptazione del glutammato stesso.<br />

Il <strong>di</strong>metil sulfossido, un solvente comunemente utilizzato per sciogliere i composti idrofobici<br />

utilizzati per gli esperimenti in vitro, interferisce con l'attività degli agonisti 5-HT6 determinata<br />

me<strong>di</strong>ante la meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> " scintillation proximity assay (SPA)" associata al 35S-GTP-g-S<br />

bin<strong>di</strong>ng, ma non interferisce con il bin<strong>di</strong>ng del GTP marcato con europio, determinato me<strong>di</strong>ante<br />

“fluorescenza in tempo risolto”.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Advanced Biology Center, Genova<br />

Dip. Anatomia, Farmacologia, Me<strong>di</strong>cina Legale, Università <strong>di</strong> Torino<br />

Dip. Biotecnologie, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Dip. Chimica Biochimica e Biotecnologie per la Me<strong>di</strong>cina, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

153<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Dip. Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Dip. Farmaco-Chimico, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina<br />

Dip. Farmaco-Chimico-Tecnologico, Università <strong>di</strong> Siena<br />

Dip. Farmacologia Me<strong>di</strong>ca, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Dip. Scienze Biochimiche, Università <strong>di</strong> Firenze<br />

Dip. Scienze Farmaceutiche, Università <strong>di</strong> Catania<br />

Dip. Scienze Farmaceutiche, Università <strong>di</strong> Genova<br />

Dip. Scienze <strong>Farmacologiche</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Dip. Scienze Fisiologiche e <strong>Farmacologiche</strong>,Università <strong>di</strong> Pavia<br />

Dip. Scienze Molecolari, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Dip. Stu<strong>di</strong> pre-clinici, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Facoltà <strong>di</strong> Biologia, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Facoltà <strong>di</strong> Chimica, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Facoltà <strong>di</strong> Chimica, Università <strong>di</strong> Ferrara<br />

GlaxoSmithkline, Verona<br />

Harlan, Milano<br />

IRCCS Fondazione "<strong>Istituto</strong> C. Mon<strong>di</strong>no", Laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia Sperimentale, Pavia<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Biologia Molecolare Buzzati Traverso, Napoli<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Biome<strong>di</strong>cina e Immunologia Molecolare CNR, Palermo<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Endocrinologia, Centro <strong>di</strong> Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative, Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Clinica Neurologica, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Neuroscienze C.N.R., Pisa<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale dei Tumori, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale dei Tumori, Napoli<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Oncologico Europeo, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Regina Elena, Roma<br />

Newron Pharmaceuticals, Milano<br />

Ospedale Maggiore Policlinico, Milano<br />

Ospedale Pe<strong>di</strong>atrico Bambino Gesù, Roma<br />

Ospedale Pe<strong>di</strong>atrico "Gaslini", Genova<br />

Ospedale S. Gerardo, Monza<br />

Primo Dipartimento <strong>di</strong> Ostetricia e Ginecologia, Clinica Mangiagalli, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Sigma-Tau, Pomezia, Roma<br />

Zambon, Milano<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Babraham Institute, Cambridge, UK<br />

Boston College, Boston, MA, USA<br />

Case Western Research University, Cleveland, OH, USA<br />

Dept. of Neurology, Keio University, Tokyo, Giappone<br />

Dept. de Quimica-Fisica de Macromoleculas Biologicas, CSIC, Madrid, Spagna<br />

Faculdad de Ciencias Me<strong>di</strong>cas, Universidad de Santiago de Chile, Cile<br />

Dept. of Biological Chemistry, The Alexander Silberman Institute of Life Sciences, The<br />

Hebrew University of Jerusalem, Jerusalem, Israele<br />

Flanders Interuniversity Institute for Biotechnology (VIB) University of Gent, Belgio<br />

FMP, Berlino, Germania<br />

154<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Giessen Polyclinic University, Giessen, Germania<br />

Houston University, TX, USA<br />

IBSN CNRS, Marseille, Francia<br />

In<strong>di</strong>ana University, In<strong>di</strong>anapolis, IN, USA<br />

Institut de Genetique et Biologie Moleculaire et Cellulaire, Strasbourg, Francia<br />

Institute Pasteur, Paris, Francia<br />

John Innes Centre, Norwich, Gran Bretagna<br />

Kenneth S. Warren Institute, Ossining, NY, USA<br />

Max-Planck-Institut für experimentelle Me<strong>di</strong>zin, Göttingen, Germania<br />

National Institute of Health, Bethesda, MD, USA<br />

Nippon University, Tokyo, Giappone<br />

North Shore University Hospital, Manhasset, NY, USA<br />

Pepscan System BV, Lelystad, Olanda<br />

Polichem S.A., Lugano, Svizzera<br />

Stanford University School of Me<strong>di</strong>cine, Stanford, CA, USA<br />

Technical University Braunschweig, Germania<br />

Trinity College, Dublin, Irlanda<br />

Universidad de La Laguna, Tenerife, Spagna<br />

Universidaed Nova, Lisbon, Portogallo<br />

Universitat des Saarlandes, Homburg, Germania<br />

Universitat Freiburg, Germania<br />

Universite Paris, Francia<br />

Université Victor Segalen Bordeaux 2, Bordeaux, Francia<br />

University of Birmingham, Gran Bretagna<br />

University of Car<strong>di</strong>ff, Gran Bretagna<br />

University of Colorado, School of Me<strong>di</strong>cine, Denver, CO, USA<br />

University of Glasgow, Gran Bretagna<br />

University of Gottingen, Germania<br />

University of Muenster, Germania<br />

University of Southampton, Gran Bretagna<br />

University of Sussex, Gran Bretagna<br />

University of Vienna, Austria<br />

Waring-Webb Institute, University of Colorado, Denver CO, USA<br />

Weizmann Institut, Rehovot, Israele<br />

Westfaelische Wilhelms-Universitaet Muenster, Germania<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Neurobiology of Lipids (L. Diomede)<br />

Neuroimmunomodulation (P. Ghezzi)<br />

Newsletters of the International Cytokine Society (P. Ghezzi)<br />

European Journal of Cancer (E. Garattini)<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

American Journal Physiology, Biochemical Journal, Biochemical Pharmacology, Biochimica<br />

Biophysica Acta, Brain Research, Cancer Research, Cell Death and Differentiation, Cell<br />

Research, Circulation, Drug Investigation, European Journal of Cancer, European Journal of<br />

155<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Immunology, European Journal of Neuroscience, International Journal of Cancer, Journal of<br />

Cell Biology, Journal of Hepatology, Journal of Immunology, Journal of Investigative<br />

Dermatology, Journal of Lipid Me<strong>di</strong>ators, Journal of Neurochemistry, Journal of Translational<br />

Me<strong>di</strong>cine, Neuroscience Letters, Pharmacological Research, Physiological Genomics,<br />

Procee<strong>di</strong>ngs of the National Academy of Sciences, Life Sciences.<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

DIPARTIMENTO<br />

Simposia: “Keystone Symposia on Molecular and Cellular Biology - Molecular Mechanisms of<br />

Neurodegeneration”, “Synaptic dysfunction in the cerebellum of transgenic mice expressing a<br />

prion protein with an insertional mutation”, 16-21 Gennaio, Taos, New Mexico, USA<br />

Meeting : “III Meeting on the Molecular Mechanisms of Neurodegeneration”, ”Use of<br />

steroidogenic acute regulatory protein (STAR) in study of mitochondrial ATP-dependent<br />

proteases potentially involved in familial amyotrophic lateral sclerosis”; “Increased formation of<br />

glutathione mixed <strong>di</strong>sulfides in a motor neuron-like cell model for familial amyotrophic lateral<br />

sclerosis”; “Adaptive response to stable expression of human mutant G93A superoxide<br />

<strong>di</strong>smutase 1 in motor neuron-like cells involves alterations of the glutathione pool”, “In vitro<br />

Mechanisms of Neuroinflammation in a Co-culture system of Astrocytes and Microglia from<br />

Neonatal Hamsters” , PrP82-146 amyloid: the role of oligomers in triggering neuronal<br />

degeneration”, “Early alterations of glutamate exocytosis in the cerebellum of transgenic mice<br />

expressing a PrP insertional mutation, 19-21 Maggio, Milano, Italia<br />

Meeting: “Joint Annual Meeting ISMRM – ESNR”, “Neural stem cells tracking by MRI in<br />

wobbler mouse, a model of motoneuron <strong>di</strong>sease”, 19-25 Maggio, Berlino, Germania<br />

Congresso: “5° Congresso della Società Italiana <strong>di</strong> Immunologia, Immunologia Clinica e<br />

Allergologia”, “The long pentraxin PTX3 recognizes Neisseria meningiti<strong>di</strong>s, binds selected<br />

outer membrane proteins and amplify the induced inflammatory response”, 6-9 Giugno, Trieste,<br />

Italia<br />

Meeting: “5th Joint Meeting Me<strong>di</strong>cal Chemistry”, “Arylpiperazinylalkylthio benzothiazole or<br />

benzoxazole derivatives as selective 5-HT1A serotonin receptor ligands”, “(-)-HIP-A and (+)-<br />

HIP-B: investigation of the pharmacological profile and potential therapeutic applications”, 17-<br />

21 Giugno, Portoroz, Slovenia<br />

Meeting: “Mutant SOD1 and familial ALS: from the molecole to man”, “Altered redox<br />

environment in a motor neuron-like cell model for SOD1-related forms of amyotrophic lateral<br />

sclerosis”, Glutathione and protein-glutathione mixed <strong>di</strong>sulfides compartmentalization in intact<br />

motor neuron-like cells”, 13-16 Settembre, Milano, Italia<br />

Convegno: “XVIII Convegno Nazionale della Divisione <strong>di</strong> Chimica Farmaceutica della Società<br />

Chimica Italiana”, “Nuovi Arilpiperazinilalchilpirrolopirimi<strong>di</strong>n<strong>di</strong>oni come ligan<strong>di</strong> potenti e<br />

selettivi per i recettori alfa1-adrenergici”, 16-20 Settembre, Chieti, Italia<br />

156<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Conferenza : “Prion <strong>2007</strong>”, “Evaluation of neuroinflammation mechanisms in Co-cultures of<br />

neurons, astrocytes and microglia from newborn hamsters”, “Use of heparin derivatives for<br />

therapeutic intervention of transmissible spongiform encephalopathies”, “Role of oligomers in<br />

the neurotoxicity of Gerstmann-Straussler-Scheinker <strong>di</strong>sease amyloid protein”, 26-28<br />

Settembre, E<strong>di</strong>mburgo, Scozia<br />

Congresso: “Congresso Nazionale della Società italiana <strong>di</strong> Neuroscienze”,”Mitochondrial<br />

toxicity in cell models for familial amyotrophic lateral sclerosis”, 27-30 Settembre, Verona,<br />

Italia<br />

Simposia: “18th International Symposium on ALS/MND”, “Proteonic analysis of nitrated<br />

proteins from peripheral blood mononuclear cells of patients with spora<strong>di</strong>c ALS”,<br />

“Characterization of protein aggregates in the G93A SOD 1 mouse reveals a possibile link<br />

between oxidative stress and aggregation pathogenetic pathways”, 1-3 Dicembre, Toronto,<br />

Canada<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC), Milano, Italia<br />

Biotecnologie BT - Perugia, Italia<br />

Comunità Europea, Bruxelles, Belgio<br />

Consiglio Nazionale delle <strong>Ricerche</strong> (CNR), Palermo, Italia<br />

Dompè, L' Aquila, Italia<br />

Fondazione Don Gnocchi, Milano, Italia<br />

Fondazione Cariplo, Milano, Italia<br />

Fondazione Mariani, Milano, Italia<br />

Fondazione Monzino, Milano, Italia<br />

Fondazione Weizmann-Pasteur-Negri, Parigi, Francia<br />

<strong>Istituto</strong> Auxologico Italiano, Milano, Italia<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano, Italia<br />

Kenneth S. Warren Institute, NY, USA<br />

Lundbeck A/S, Copenhagen, Danimarca<br />

Ministero della Salute, Roma, Italia<br />

Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca Scientifica (MIUR), Roma, Italia<br />

North Shore University Hospital, NY, USA<br />

Perfetti-Van Melle, Lainate (Mi), Italia<br />

Sigma Tau, Pomezia (Roma), Italia<br />

Telethon, Milano, Italia<br />

Università <strong>di</strong> Firenze, Italia<br />

Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca, Italia<br />

Università <strong>di</strong> Siena, Italia<br />

Zambon Group, Bresso (Mi), Italia<br />

157<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Beghi E, Mennini T, Bendotti C, Bigini P, Logroscino G, Chiò A, Har<strong>di</strong>man O, Mitchell D, Swingler R, Traynor BJ,<br />

Al-Chalabi A.<br />

The heterogeneity of amyotrophic lateral sclerosis: a possible explanation of treatment failure.<br />

Curr Med Chem. <strong>2007</strong> 14: 3185-200<br />

Bernhagen J, Krohn R, Lue H, Gregory JL, Zernecke A, Koenen RR, Dewor M, Georgiev I, Schober A, Leng L,<br />

Kooistra T, Fingerle-Rowson G, Ghezzi P, Kleemann R, McColl SR, Bucala R, Hickey MJ, Weber C.<br />

MIF is a noncognate ligand of CXC chemokine receptors in inflammatory and atherogenic cell recruitment.<br />

Nat Med. <strong>2007</strong> 13: 587-96<br />

Bianchi R, Gilar<strong>di</strong>ni A, Rodriguez-Menendez V, Oggioni N, Canta A, Colombo T, De Michele G, Martone S,<br />

Sfacteria A, Piedemonte G, Grasso G, Beccaglia P, Ghezzi P, D'Incalci M, Lauria G, Cavaletti G<br />

Cisplatin-induced peripheral neuropathy: neuroprotection by erythropoietin without affecting tumour growth<br />

Eur J Cancer <strong>2007</strong> 43 : 710-717<br />

Bigini P, Atzori C, Fumagalli E, Cagnotto A, Barbera S, Migheli A, Mennini T<br />

Lack of caspase-dependent apoptosis in spinal motor neurons of the wobbler mouse<br />

Neurosci Lett <strong>2007</strong> 426 : 106-110<br />

Bolchi C, Pallavicini M, Rusconi C, Diomede L, Ferri N, Corsini A, Fumagalli L, Pedretti A, Vistoli G, Valoti E<br />

Peptidomimetic inhibitors of farnesyltransferase with high in vitro activity and significant cellular potency<br />

Bioorg Med Chem Lett <strong>2007</strong> 17 : 6192-6196<br />

Fiordaliso F, De Angelis N, Bai A, Cuccovillo I, Salio M, Serra D M, Bianchi R, Razzetti R, Latini R, Masson S<br />

Effect of Beta-adrenergic and renin-angiotensin system blockade on myocyte apoptosis and oxidative stress in<br />

<strong>di</strong>abetic hypertensive rats<br />

Life Sci <strong>2007</strong> 81 : 951-959<br />

Fioriti L, Angeretti N, Colombo L, De Luigi A, Colombo Alessio, Manzoni Clau<strong>di</strong>a, Morbin M, Tagliavini F,<br />

Salmona M, Chiesa R, Forloni G<br />

Neurotoxic and gliotrophic activity of a synthetic peptide homologous to Gerstmann-Straussler-Scheinker <strong>di</strong>sease<br />

amyloid protein<br />

J Neurosci <strong>2007</strong> 27 : 1576-1583<br />

Garattini E, Gianni M, Terao M<br />

Retinoids as <strong>di</strong>fferentiating agents in oncology: A network of interactions with intracellular pathways as the basis for<br />

rational therapeutic combinations<br />

Current Pharmaceutical Design <strong>2007</strong> 13 : 1375-1400<br />

Garattini E., Giannì M., Terao M.<br />

Cyto<strong>di</strong>fferentiation by retinoids, a novel therapeutic option in oncology: rational combinations with other therapeutic<br />

agents.<br />

Vitam Horm. <strong>2007</strong> 75: 301-54<br />

Ghezzi P, Di Simplicio P.<br />

Glutathionylation pathways in drug response.<br />

Curr Opin Pharmacol. <strong>2007</strong> 7: 398-403. Review<br />

Ghezzi P, Mengozzi M<br />

Activities of erythropoietin on tumors: An immunological perspective<br />

Eur J Immunol <strong>2007</strong> 37 : 1427-1430<br />

Leonelli E, Bianchi R, Cavaletti G, Caruso D, Crippa D, Garcia-Segura L M, Lauria G, Magnaghi V, Roglio I,<br />

Melcangi R C<br />

Progesterone and its derivatives are neuroprotective agents in experimental <strong>di</strong>abetic neuropathy: a multimodal<br />

analysis<br />

Neuroscience <strong>2007</strong> 144 : 1293-1304<br />

158<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Luo X Y, Sharma D, Inouye H, Lee D, Avila R L, Salmona M, Kirschner D A<br />

Cytoplasmic domain of human myelin protein zero likely folded as Beta structure in compact myelin<br />

Biophys J <strong>2007</strong> 92 : 1585-1597<br />

Luo X, Inouye H, Gross AA, Hidalgo MM, Sharma D, Lee D, Avila RL, Salmona M, Kirschner DA.<br />

Cytoplasmic domain of zebrafish myelin protein zero: adhesive role depends on beta-conformation.<br />

Biophys J. <strong>2007</strong>, 93: 3515-28<br />

Massignan T, Casoni F, Basso M, Stefanazzi P, Biasini E, Tortarolo M, Salmona M, Gianazza E, Bendotti C, Bonetto<br />

V. Proteomic analysis of spinal cord of presymptomatic amyotrophic lateral sclerosis G93A SOD1 mouse<br />

Biochem Biophys Res Commun <strong>2007</strong> 353 : 719-725<br />

Mereghetti I, Cagnotto A, Mennini T<br />

Dimethyl sulfoxide: An antagonist in scintillation proximity assay [35S]-GTPgammaS bin<strong>di</strong>ng to rat 5-HT6 receptor<br />

cloned in HEK-293 cells?<br />

J Neurosci Methods <strong>2007</strong> 160 : 251-255<br />

Mo<strong>di</strong>ca M, Salerno L, Pittala' V, Romeo G, Siracusa M, Mereghetti I, Cagnotto A, Mennini T<br />

Synthesis and bin<strong>di</strong>ng properties of new endothelin receptor ligands<br />

Lett Drug Des Discov <strong>2007</strong> 4 : 232-238<br />

Noe F, Nissinen J, Pitkanen A, Gobbi M, Sperk G, During M, Vezzani A<br />

Gene therapy in epilepsy: the focus on NPY<br />

Peptides <strong>2007</strong> 28 : 377-383<br />

Prezzavento O, Campisi A, Ronsisvalle S, Li Volti G, Marrazzo A, Bramanti V, Cannavo' G, Vanella L, Cagnotto A,<br />

Mennini T, Ientile R, Ronsisvalle G<br />

Novel sigma receptor ligands: Synthesis and biological profile<br />

J Med Chem <strong>2007</strong> 50 : 951-961<br />

Roglio I, Bianchi R, Giatti S, Cavaletti G, Caruso D, Scurati S, Crippa D, Garcia-Segura L M, Camozzi F, Lauria G,<br />

Melcangi R C<br />

Testosterone derivatives are neuroprotective agents in experimental <strong>di</strong>abetic neuropathy<br />

Cell Mol Life Sci <strong>2007</strong> 64 : 1158-1168<br />

Salerno L, Guerrera F, Mo<strong>di</strong>ca M, Romeo G, Pittalà V, Siracusa MA, Mereghetti I, Cagnotto A, Mennini T.<br />

Synthesis of 1,2,4-triazole derivatives: bin<strong>di</strong>ng properties on endothelin receptors.<br />

Med Chem. <strong>2007</strong> 3: 551-60<br />

Scarchilli L, Camaioni A, Bottazzi B, Negri V, Doni A, Deban L, Bastone A, Salvatori G, Mantovani A, Siracusa G,<br />

Salustri A<br />

PTX3 Interacts with inter-alpha- trypsin inhibitor. Implications for hyaluronan organization and cumulus oophorus<br />

expansion<br />

J Biol Chem <strong>2007</strong> 282 : 30161-30170<br />

Setola V, Terao M, Locatelli D, Bassanini S, Garattini E, Battaglia G<br />

Axonal-SMN (a-SMN), a protein isoform of the survival motor neuron gene, is specifically involved in axonogenesis<br />

Proc Natl Acad Sci USA <strong>2007</strong> 104 : 1959-1964<br />

Villa P, Triulzi S, Cavalieri B, Di Bitondo R, Bertini R, Barbera S, Bigini P, Mennini T, Gelosa P, Tremoli E, Sironi<br />

L, Ghezzi P<br />

The interleukin-8 (IL-8/CXCL8) receptor inhibitor reaparixin improves neurological deficits and reduces long-term<br />

inflammation in permanent and transient cerebral ischemia in rats<br />

Mol Med <strong>2007</strong> 13 : 125-133<br />

159<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine<br />

Stu<strong>di</strong> chimico-fisici e biochimico-molecolari della proteina prionica e dei<br />

pepti<strong>di</strong> dedotti dalla sua sequenza primaria<br />

Nelle malattie da prioni esiste una relazione tra la formazione <strong>di</strong> fibrille della Proteina Prionica<br />

(PrP) e la citotossicità o le risposte reattive astrogliali. La formazione <strong>di</strong> fibrille è la<br />

conseguenza <strong>di</strong> un cambiamento conformazionale della proteina nativa che porta alla proteina<br />

patologica. Ciò è ritenuto essere <strong>di</strong> grande importanza nell’insorgenza e nella progressione delle<br />

malattie da prione. La comprensione dei determinanti strutturali alla base <strong>di</strong> questa<br />

trasformazione conformazionale è molto importante per la delucidazione del processo<br />

patogenetico. Sorge quin<strong>di</strong> la necessità <strong>di</strong> sviluppare dei modelli semplificati in grado <strong>di</strong><br />

approssimare al meglio la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> questa transizione. A questo proposito abbiamo <strong>di</strong>segnato<br />

e sviluppato dei pepti<strong>di</strong> sintetici privi dei domini fibrillogenici della PrP. Utilizzando <strong>di</strong>verse<br />

tecniche chimico-fisiche e biochimiche, conduciamo stu<strong>di</strong> in vitro in modelli “cell free” per<br />

determinare le proprietà conformazionali <strong>di</strong> questi pepti<strong>di</strong>, la loro struttura secondaria, lo<br />

scambio idrogeno-deuterio, la resistenza alla <strong>di</strong>gestione con proteasi, la capacità <strong>di</strong><br />

aggregazione e le proprietà amiloidogeniche. Per comprendere i meccanismi biochimici e<br />

molecolari che determinano l’azione citotossica o la risposta reattiva astrogliale della PrP, i<br />

peptici sintetici vengono utilizzati per stu<strong>di</strong> in vitro che prevedono l’uso <strong>di</strong> vari modelli<br />

cellulari. Questo permette <strong>di</strong> correlare le proprietà chimico-fisiche dei vari pepti<strong>di</strong> con i loro<br />

effetti biologici.<br />

L’attività, svolta in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle Malattie<br />

Neurodegenerative, è volta inoltre ad analizzare la <strong>di</strong>stribuzione sub-cellulare dei pepti<strong>di</strong> e a<br />

identificare i bersagli biologici molecolare intracellulari.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> strategie terapeutiche per la cura delle malattie da prione<br />

Attualmente non esistono trattamenti efficaci per la cura delle malattie da prione e<br />

l’identificazione <strong>di</strong> nuove molecole per la prevenzione ed il trattamento dell’infettività è <strong>di</strong><br />

grande interesse. Sebbene alcuni composti si siano <strong>di</strong>mostrati capaci <strong>di</strong> antagonizzare la<br />

propagazione dell’infezione da prioni in modelli cellulari e animali, la loro efficacia nell’uomo è<br />

limitata. Ciò è dovuto alla loro <strong>di</strong>fficoltà nel superare la barriera ematoencefalica, alla loro<br />

elevata tossicità e soprattutto alla loro inefficacia dopo che la malattia è insorta.<br />

Un primo approccio per lo sviluppo <strong>di</strong> utili can<strong>di</strong>dati terapeutici prevede lo sviluppo <strong>di</strong><br />

composti in grado <strong>di</strong> interferire con la formazione delle fibrille, interagento <strong>di</strong>rettamente con le<br />

molecole <strong>di</strong> PrP, destrutturando la sua conformazione in β-sheet oppure <strong>di</strong>saggregando gli<br />

aggregati prionici.<br />

Questa attività <strong>di</strong> ricerca, condotta in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle<br />

Malattie Neurodegenerative, ha lo scopo <strong>di</strong> identificare delle molecole potenzialmente attive e<br />

<strong>di</strong> valutare la loro efficacia in vari modelli sperimentali <strong>di</strong> malattia in vitro e in vivo.<br />

Gli stu<strong>di</strong> condotti fino ad ora in<strong>di</strong>cano che le tetracicline sono dei nuovi can<strong>di</strong>dati come farmaci<br />

anti-prione. In particolare, esse sono attive come composti anti-fibrillogenici e aumentano la<br />

sensibilità della PrP alla <strong>di</strong>gestione con proteinasi K. Le tetracicline sono inoltre in grado <strong>di</strong><br />

inibire la morte <strong>di</strong> cellule neuronali e la proliferazione astrogliale indotta dai pepti<strong>di</strong> prionici e,<br />

in modelli animali <strong>di</strong> malattia, sono in grado <strong>di</strong> prolungare la sopravvivenza degli animali<br />

infettati con il prione.<br />

Un’altra strategia terapeutica si basa sullo sviluppo <strong>di</strong> molecole che, interagendo con il<br />

metabolismo lipi<strong>di</strong>co e destabilizzando particolari domini delle membrane cellulari, possono<br />

inibire la formazione della PrP. In collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Patologie e Malattie<br />

160<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

infettive della Royal Veterinary School (Hawkshead, UK) abbiamo <strong>di</strong>mostrato che le statine che<br />

riducono i livelli cellulari <strong>di</strong> colesterolo inibendone la sintesi, riducono in vitro la produzione <strong>di</strong><br />

proteina prionica. D’altro canto altre molecole note per il loro effetto sulla riduzione dei livelli<br />

<strong>di</strong> colesterolo, come ad esempio gli aci<strong>di</strong> grassi polinsaturi, aumentano la produzione <strong>di</strong> PrP. I<br />

nostri stu<strong>di</strong> sono quin<strong>di</strong> rivolti alla comprensione della relazione che esiste tra <strong>di</strong>stribuzione del<br />

colesterolo nelle membrane cellulari, la stabilità dei domini lipi<strong>di</strong>ci e la conversione della<br />

proteina prionica dalla forma cellulare alla forma patologica.<br />

Stress ossidativo e aggregazione proteica nella sclerosi laterale<br />

amiotrofica: un approccio proteomico<br />

I meccanismi molecolari alla base <strong>di</strong> malattie neurodegenerative con origine genetica come la<br />

sclerosi laterale amiotrofica (SLA) familiare, sono ancora sconosciuti. Ci sono in<strong>di</strong>cazioni che<br />

lo stress ossidativo e l’aggregazione proteica abbiano un ruolo importante nella patogenesi <strong>di</strong><br />

queste malattie. L'Unità <strong>di</strong> Proteomica dell'<strong>Istituto</strong> Telethon Dulbecco si propone <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />

questi due aspetti me<strong>di</strong>ante l'analisi proteomica <strong>di</strong> un modello animale <strong>di</strong> SLA familiare. In<br />

particolare, il gruppo, in collaborazione con il laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia Molecolare, si è<br />

concentrato sull'analisi dei cambiamenti <strong>di</strong> espressione proteica e <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche posttraduzionali,<br />

come la nitrazione della tirosina e l’ubiquitinazione, in topi transgenici che<br />

sovraesprimono la superossido <strong>di</strong>smutasi (SOD1) mutata (G93A) umana. Abbiamo analizzato,<br />

me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong> proteomica, il midollo spinale del topo G93A SOD1 in uno sta<strong>di</strong>o<br />

presintomatico della malattia, abbiamo identificato le proteine nitrate e quantificato il livello <strong>di</strong><br />

nitrazione delle singole proteine rispetto a topi controllo sani. Abbiamo rilevato un sostanziale<br />

aumento <strong>di</strong> questa mo<strong>di</strong>fica ossidativa a carico <strong>di</strong> almeno cinque proteine: actina, alfa e gamma<br />

enolasi, ATP sintetasi e una proteina chaperone, HSC71. Il malfunzionamento <strong>di</strong> queste<br />

proteine potrebbe avere implicazioni importanti nel metabolismo e catabolismo cellulare e<br />

quin<strong>di</strong> essere alla base dei meccanismi <strong>di</strong> neurodegenerazione. Inoltre, me<strong>di</strong>ante spettrometria<br />

<strong>di</strong> massa, abbiamo identificato le specifiche tirosine nitrate. E’ stato osservato che, almeno nel<br />

caso <strong>di</strong> enolasi e <strong>di</strong> gliceraldeide 3-fosfato deidrogenasi, viene nitrata la stessa tirosina<br />

<strong>di</strong>mostrata essere fosforilabile. Questa è un’in<strong>di</strong>cazione importante che fa pensare a un<br />

eventuale coinvolgimento della nitrazione nei meccanismi <strong>di</strong> trasduzione del segnale cellulare<br />

me<strong>di</strong>ati da fosforilazione, argomento che merita approfon<strong>di</strong>mento. Per quanto riguarda gli stu<strong>di</strong><br />

sull’aggregazione proteica, abbiamo isolato frazioni proteiche insolubili ai detergenti da midollo<br />

spinale <strong>di</strong> topi G93A SOD1 in una fase avanzata della malattia e stiamo completando la<br />

caratterizzazione <strong>di</strong> tutte le proteine presenti. Questo stu<strong>di</strong>o permetterà <strong>di</strong> identificare i<br />

costituenti proteici degli aggregati, tuttora sconosciuti, e quin<strong>di</strong> contribuire alla comprensione<br />

del ruolo delle inclusioni proteiche nella patogenesi della SLA.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Molecolare<br />

Nuovi retinoi<strong>di</strong> ad attività antileucemica<br />

I derivati sia naturali che sintetici dell’acido retinoico (retinoi<strong>di</strong>) sono composti molto<br />

promettenti in ambito oncologico. Tali composti svolgono il loro effetto anti-leucemico e<br />

anti-tumorale attraverso tre <strong>di</strong>versi meccanismi: cito-<strong>di</strong>fferenziazione, arresto della<br />

crescita cellulare e apoptosi (morte cellulare programmata). Tali meccanismi sono<br />

parzialmente <strong>di</strong>ssociabili. Esistono, infatti, retinoi<strong>di</strong> <strong>di</strong> sintesi a forte effetto antiproliferativo<br />

e/o cito-<strong>di</strong>fferenziante. Recentemente, abbiamo identificato e caratterizzato<br />

una nuova serie <strong>di</strong> retinoi<strong>di</strong> dotati <strong>di</strong> forte e selettivo effetto apoptotico nei confronti della<br />

cellula neoplastica. Tali derivati (RRM, retinoid related molecules), originariamente<br />

sviluppati come agonisti specifici dei recettori nucleari per l’acido retinoico <strong>di</strong> tipo<br />

gamma (RAR-gamma) inducono apoptosi in <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> cellule leucemiche e<br />

carcinomatose attraverso un meccanismo ancora largamente sconosciuto, che peraltro non<br />

161<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

sembra prevedere la me<strong>di</strong>azione da parte <strong>di</strong> alcuno dei recettori nucleari per l’acido<br />

retinoico conosciuti. Gli RRM agiscono attraverso l’attivazione <strong>di</strong> determinanti<br />

molecolari totalmente <strong>di</strong>fferenti da quelli <strong>di</strong> altri agenti chemioterapici e sono attivi non<br />

solo in vitro ma anche in vivo su <strong>di</strong>versi modelli sperimentali <strong>di</strong> leucemia acuta mieloide.<br />

Alcune <strong>di</strong> queste molecole innovative sono in fase avanzata <strong>di</strong> sviluppo pre-clinico.<br />

Nuove combinazioni farmacologiche a base <strong>di</strong> retinoi<strong>di</strong> in ambito <strong>di</strong><br />

terapia antileucemica<br />

Uno degli effetti clinici più significativi dell’acido retinoico è rappresentato dalla capacità<br />

<strong>di</strong> questo composto <strong>di</strong> favorire la maturazione del blasto leucemico verso un fenotipo più<br />

simile a quello della cellula normale. L’utilizzo clinico dell’acido retinoico per il<br />

trattamento della leucemia acuta promielocitica rappresenta, al momento, il primo e unico<br />

esempio <strong>di</strong> terapia <strong>di</strong>fferenziante in ambito oncologico. Questo tipo <strong>di</strong> strategia<br />

terapeutica ha il vantaggio <strong>di</strong> essere più facilmente accettata dal paziente oncologico in<br />

quanto associata a minore tossicità rispetto ai classici trattamenti chemioterapici a base <strong>di</strong><br />

farmaci cito-tossici. Nonostante gli eccellenti risultati ottenuti nel caso della leucemia<br />

acuta promielocitica, l’utilizzo clinico dell’acido retinoico è ancora limitato a causa <strong>di</strong><br />

una serie <strong>di</strong> problemi, tra i quali, la resistenza naturale ed indotta e la tossicità sistemica e<br />

locale hanno particolare rilevanza. Una delle possibili strategie perseguibili al fine <strong>di</strong><br />

aumentare l’in<strong>di</strong>ce terapeutico dell’acido retinoico si basa sulla identificazione e l’utilizzo<br />

<strong>di</strong> farmaci in grado <strong>di</strong> potenziare significativamente l’attività cito-<strong>di</strong>fferenziante del<br />

retinoide. Abbiamo recentemente <strong>di</strong>mostrato che una serie <strong>di</strong> agenti quali il G-CSF, gli<br />

interferoni, i derivati del cAMP, gli inibitori della fosfo-<strong>di</strong>esterasi IV e una serie <strong>di</strong> altre<br />

molecole a meccanismo d’azione ignoto sono in grado <strong>di</strong> sensibilizzare la cellula<br />

neoplastica all’effetto farmacologico dell’acido retinoico. Ci poniamo come obiettivo a<br />

lungo termine <strong>di</strong> valutare la possibilità <strong>di</strong> utilizzare in ambito clinico le combinazioni <strong>di</strong><br />

cui sopra e nuove combinazioni in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Ci proponiamo, inoltre, <strong>di</strong> utilizzare tali<br />

combinazioni per meglio comprendere i meccanismi molecolari alla base del processo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenziazione del blasto leucemico indotto dall’acido retinoico e dai suoi derivati.<br />

La famiglia delle molibdo-flavoproteine<br />

I molibdo-flavoenzimi sono proteine <strong>di</strong> interesse sia me<strong>di</strong>co che industriale. Essi sono gli<br />

unici enzimi che richiedono molibdeno, sotto forma del cofattore molibdenico, per la loro<br />

attività catalitica. Da tempo il laboratorio <strong>di</strong> Biologia Molecolare si occupa della<br />

biochimica e della biologia dei molibdo-flavoenzimi nell’uomo e nel mammifero più in<br />

generale. In passato, abbiamo contribuito alla identificazione ed alla caratterizzazione<br />

strutturale <strong>di</strong> due molibdo-flavoproteine, l’aldeide ossidasi (AOX1) e la xantina<br />

ossidoreduttasi (XOR). Negli ultimi due anni, abbiamo identificato e clonato i cDNA e i<br />

geni <strong>di</strong> tre nuovi molibdo-flavoenzimi (AOH1, AOH2 ed AOH3) nel topo. A lungo<br />

termine, i nostri obiettivi principali sono la caratterizzazione strutturale, la definizione<br />

della specificità <strong>di</strong> substrato, la delucidazione del meccanismo <strong>di</strong> catalisi e della funzione<br />

fisio-patologica delle tre nuove proteine. Ci proponiamo inoltre <strong>di</strong> continuare gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

caratterizzazione biochimica e funzionale <strong>di</strong> AOX1 ed XOR sia <strong>di</strong> origine umana che<br />

murina. Allo scopo <strong>di</strong> perseguire questi obiettivi, abbiamo recentemente sviluppato linee<br />

cellulari in grado <strong>di</strong> esprimere XOR in maniera con<strong>di</strong>zionale. Abbiamo, infine generato<br />

un topo knock-out per i geni co<strong>di</strong>ficanti AOH2 e AOH3.<br />

162<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Recettoriale<br />

Stu<strong>di</strong> sul ruolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzioni del reticolo endoplasmatico o<br />

dell’apparato <strong>di</strong> Golgi nelle malattie neurodegenerative<br />

Le proteine sono sintetizzate e riarrangiate nel reticolo endoplasmatico (RE), cui segue il<br />

processo <strong>di</strong> secrezione e dove un sistema <strong>di</strong> controllo previene che proteine mal strutturate si<br />

<strong>di</strong>rigano verso altri compartimenti cellulari e ostacolino il normale metabolismo cellulare. Il<br />

trasporto <strong>di</strong> vescicole contenenti proteine continua attraverso l’apparato <strong>di</strong> Golgi (AG), molto<br />

abbondante nei neuroni, e termina a livello <strong>di</strong> membrana plasmatica, vescicole secretorie e<br />

lisosomi. Il processo endocitotico permette alle macromolecole internalizzate <strong>di</strong> essere<br />

degradate me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>gestione enzimatica prima negli endosomi e poi nei lisosomi. Nelle cellule<br />

<strong>di</strong> mammifero, il complesso <strong>di</strong> proteine associato al Golgi (GARP) è coinvolto nel trasporto<br />

retrogrado <strong>di</strong> endosomi all’AG. Disfunzioni del trasporto vescicolare sono comuni a <strong>di</strong>verse<br />

patologie neurodegenerative. Tra la popolazione neuronale i motoneuroni, a causa dell’alta<br />

richiesta energetica e delle lunghe ramificazioni assonali, sono, assieme ai neuroni della retina,<br />

le cellule più sensibili a perturbazione del trasporto intracellulare. Il Laboratorio <strong>di</strong><br />

Farmacologia Recettoriale utilizza due modelli murini in cui la neurodegenerazione è<br />

associabile a un deficit del trasporto cellulare. Tali modelli generano da mutazioni <strong>di</strong> geni<br />

co<strong>di</strong>ficanti proteine localizzate nel RE (il topo mnd) o nel complesso GARP (il topo wobbler).<br />

Le lipofuscinosi neuronali ceroidee (NCL) sono un gruppo <strong>di</strong> malattie neurodegenerative<br />

dell’infanzia, per le quali non esistono terapie. Le principali manifestazioni cliniche sono:<br />

graduale deficit visivo sino a cecità, deterioramento intellettivo e psicomotorio, epilessia e<br />

morte prematura. Tra le NCLs si classifica l’epilessia mioclonica progressiva con ritardo<br />

mentale (EPMR) , legata a una mutazione del gene CLN8, che co<strong>di</strong>fica una nuova proteina<br />

transmembrana del RE con funzione non ancora nota. Un ortologo del CNL8 è mutato nel topo<br />

mnd, caratterizzato da retinopatia precoce e <strong>di</strong>sfunzione motoneuronale tar<strong>di</strong>va. Il meccanismo<br />

con cui la mutazione del CLN8 porta a NCL è sconosciuto a tutt'oggi, ed è argomento<br />

d’interesse delle nostre ricerche. Il nostro laboratorio vanta una tra<strong>di</strong>zione ormai decennale <strong>di</strong><br />

caratterizzazione del topo mnd. Nei primi anni <strong>di</strong> ricerca abbiamo principalmente esaminato la<br />

<strong>di</strong>sfunzione motoria analizzando in particolare il midollo spinale. Abbiamo evidenziato un<br />

importante contributo eccitotossico associato a: 1) una riduzione del trasportatore gliale <strong>di</strong><br />

glutammato GLT-1; 2) un incremento della subunità GluR2 e <strong>di</strong>minuzione della subunità<br />

GluR3 dei recettori AMPA; 3) un aumento della concentrazione plasmatica <strong>di</strong> glutammato e; 4)<br />

un rallentamento del deficit motorio in seguito a trattamento con antagonisti del recettore<br />

AMPA , ZK 187638 (non competitivo), e NBQX (competitivo). Sempre a livello spinale,<br />

abbiamo riportato aumento <strong>di</strong> TNF e TNFR1 nei topi mnd sin dalla fase presintomatica, con<br />

una marcata proliferazione <strong>di</strong> astrociti e microglia. Essendo l’EPMR una patologia<br />

multisistemica associata anche a convulsioni e cecità, più recentemente abbiamo focalizzato la<br />

nostra attenzione sulla retina e su aree cerebrali correlate con una possibile attività<br />

epilettogenica. I nostri stu<strong>di</strong> condotti sulla retina hanno rivelato una precoce degenerazione<br />

retinica associata ad accumulo <strong>di</strong> lipofuscina e a fenomeni <strong>di</strong> neuro infiammazione. Il consumo<br />

<strong>di</strong> ossigeno e le funzioni mitocondriali sono <strong>di</strong>minuite, mentre il livello dei perossi<strong>di</strong> lipi<strong>di</strong>ci<br />

derivati dalla reazione con l'acido tiobarbiturico (TBARS) sono aumentati sia nel midollo<br />

spinale che nella retina. Sono in corso stu<strong>di</strong> per testare un’eventuale ipersuscettibilità a<br />

fenomeni epilettici in seguito alla somministrazione <strong>di</strong> composti pro-convulsivanti, come<br />

antagonisti GABAergici o agonisti glutammatergici, in topi mnd in fase presintomatica motoria.<br />

Sono inoltre in corso valutazioni con meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> indagine non invasiva quali Optical Imaging,<br />

MRI, MicroTac, Angiografia confocale. Tali stu<strong>di</strong>, oltre a permettere valutazioni longitu<strong>di</strong>nali<br />

sullo stesso animale ci daranno la possibilità <strong>di</strong> valutare nuovi approcci <strong>di</strong>agnostici e/o<br />

prognostici eventualmente trasferibili all’uomo.<br />

163<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una patologia neurodegenerativa progressiva che<br />

coinvolge i motoneuroni del midollo spinale, midollo allungato e corteccia motoria, producendo<br />

denervazione, atrofia muscolare e paralisi. La SLA è spora<strong>di</strong>ca in circa il 90% dei casi e i<br />

meccanismi eziopatogenetici sono sconosciuti. Una mutazione a livello del gene co<strong>di</strong>ficante per<br />

Vps54 è stata identificata come responsabile della patologia nel topo wobbler, che ha molte<br />

caratteristiche patologiche comuni ai pazienti SLA. Nelle cellule <strong>di</strong> mammifero Vps54 forma un<br />

eterotrimero con Vps52 e Vps53 per dar luogo al complesso GARP, coinvolto nel trasporto<br />

retrogrado dagli endosomi al Golgi. Perciò i topi wobbler sono un modello affidabile per capire<br />

la correlazione tra traffico delle vescicole endosomiali e per<strong>di</strong>ta selettiva dei motoneuroni.<br />

Abbiamo in corso una serie <strong>di</strong> esperimenti su colture cellulari neurali ottenute da topi wobbler<br />

per valutare eventuali alterazioni del traffico intracellulare e della localizzazione subcellulare<br />

del complesso GARP e <strong>di</strong> altre molecole associate al trasporto cellulare.<br />

Per quanto riguarda i trattamenti, abbiamo già descritto come i topi wobbler siano sensibili al<br />

riluzolo, in assenza <strong>di</strong> marcate mo<strong>di</strong>ficazioni dell’espressioni delle subuntità recettoriali AMPA<br />

e NMDA nei motoneuroni in fase sintomatica precoce. E’ stato inoltre osservato un aumento<br />

dei livelli <strong>di</strong> TNF e TRNFR1 nel midollo cervicale <strong>di</strong> topi wobbler, che li rende responsivi al<br />

trattamento con una proteina solubile che lega TNF umano, producendo una marcata riduzione<br />

della progressione clinica, una ridotta per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> motoneuroni e un’inibizione selettiva delle due<br />

principali stress chinasi (p38 e JNK ) associate alla attivazione dei recettori per TNF.<br />

Nonostante presenza <strong>di</strong> molte molecole coinvolte nei meccanismi <strong>di</strong> morte apoptotica, intrinseca<br />

e/o estrinseca, un’approfon<strong>di</strong>ta caratterizzazione istochimica ci ha permesso <strong>di</strong> escludere un<br />

coinvolgimento dell’apoptosi caspasi-me<strong>di</strong>ata a livello dei motoneuroni cervicali in<br />

degenerazione. Attualmente stiamo cercando <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re il reale meccanismo <strong>di</strong> morte del<br />

motoneurone. Sono stati infine stu<strong>di</strong>ati due <strong>di</strong>fferenti approcci <strong>di</strong> terapia cellulare. Le cellule<br />

staminali neurali adulte in<strong>di</strong>fferenziate (ottenute in collaborazione con il Dott. Parati, <strong>Istituto</strong><br />

Besta) hanno prodotto un debole e transiente effetto protettivo a livello <strong>di</strong> progressione clinica<br />

ma hanno ridotto significativamente la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> motoneuroni nel topo wobbler. Il trapianto con<br />

le cellule ematopoietiche mononucleate da cordone ombelicale umano (in collaborazione con la<br />

Dott. Lazzari, Policlinico <strong>di</strong> Milano), pur non sostituendo i motoneuroni in degenerazione,<br />

hanno generato un marcato effetto protettivo rallentando la progressione e la severità dei<br />

sintomi e riducendo significativamente la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> motoneuroni, l’atrofia muscolare e la<br />

risposta neuroinfiammatoria (gliosi reattiva).<br />

Neurofarmacologia dei sistemi glutammatergico e serotoninergico<br />

Il glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio nel sistema nervoso centrale, la cui<br />

concentrazione viene mantenuta a livello fisiologico me<strong>di</strong>ante un meccanismo attivo <strong>di</strong><br />

ricaptazione da parte <strong>di</strong> trasportatori (EAATs) localizzati sulle membrane cellulari <strong>di</strong> neuroni e<br />

glia. Alterazioni <strong>di</strong> questo processo possono portare a rilevanti aumenti della concentrazione<br />

extracellulare <strong>di</strong> glutammato, che in queste con<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>a processi tossici per il sistema<br />

nervoso centrale (eccitotossicità).<br />

Un progetto recentemente concluso era focalizzato sullo stu<strong>di</strong>o dell’interazione tra trasportatori<br />

del glutammato e riluzolo. Il riluzolo è un farmaco con un complesso meccanismo d’azione e<br />

rappresenta al momento l’unica terapia farmacologica per SLA. Utilizzando colture cellulari che<br />

esprimono stabilmente i tre principali trasportatori del glutammato (GLT1, GLAST ed EAAC1)<br />

abbiamo evidenziato per la prima volta che il riluzolo agisce a livello della ricaptazione <strong>di</strong><br />

glutammato me<strong>di</strong>ata dai tre trasportatori, aumentando significativamente l’efficienza del<br />

processo. Questo meccanismo d’azione può essere particolarmente rilevante in con<strong>di</strong>zioni<br />

patologiche in cui la concentrazione extracellulare <strong>di</strong> glutammato risulta superiore a quella<br />

fisiologica, come ad esempio nella SLA.<br />

E’ attualmente in corso un progetto volto a caratterizzare l’attività e il ruolo del comparto<br />

neuronale nel processo <strong>di</strong> ricaptazione del glutammato. Vengono valutati sia gli aspetti<br />

funzionali, me<strong>di</strong>ante saggi biochimici, sia gli aspetti quantitativi, me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong> western<br />

164<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

blot <strong>di</strong> proteine specifiche neuronali o gliali e analisi <strong>di</strong> citometria <strong>di</strong> flusso (in collaborazione<br />

con il Dr. Bernasconi, Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia, IRFMN). Queste valutazioni vengono<br />

effettuate su preparazioni purificate ottenute da midollo spinale <strong>di</strong> topo. Gli stessi parametri<br />

vengono valutati su due <strong>di</strong>versi modelli animali <strong>di</strong> degenerazione del motoneurone, il topo<br />

wobbler e il topo transgenico SOD1G93A (in collaborazione con la Dott.ssa Bendotti,<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, IRFMN), per valutare il possibile coinvolgimento in patologie<br />

neurodegenerative.<br />

I risultati ottenuti finora suggeriscono la presenza <strong>di</strong> una componente <strong>di</strong> natura neuronale che<br />

contribuisce al mantenimento dell’omeostasi del glutammato nel sistema nervoso centrale. Il<br />

confronto tra i due modelli animali <strong>di</strong> neuro degenerazione sembra in<strong>di</strong>care una <strong>di</strong>versa<br />

rilevanza <strong>di</strong> questa componente nella morte dei motoneuroni: mentre nel topo wobbler la<br />

componente eccitotossica legata a potenziali alterazioni della ricaptazione <strong>di</strong> glutammato non<br />

sembra essere coinvolta, nel topo transgenico SOD1G93A abbiamo rilevato la presenza <strong>di</strong> una<br />

significativa riduzione della capacità <strong>di</strong> ricaptazione del glutammato da parte del comparto<br />

neuronale. Questa alterazione probabilmente contribuisce ad amplificare i meccanismi che<br />

portano alla morte neuronale in questo modello. E’ attualmente in corso un progetto in<br />

collaborazione con il professor Bonanno (Università <strong>di</strong> Genova) per la caratterizzazione del<br />

rilascio <strong>di</strong> glutammato da sinaptosomi ottenuti da midollo spinale <strong>di</strong> topo wobbler, per valutare<br />

se la morte dei motoneuroni possa <strong>di</strong>pendere da alterati meccanismi <strong>di</strong> rilascio del<br />

neurotrasmettitore dai terminali nervosi.<br />

L’eccitotossicità me<strong>di</strong>ata dai recettori AMPA è uno degli eventi più importanti della<br />

degenerazione dei motoneuroni nella patogenesi della SLA. Abbiamo messo a punto un nuovo<br />

modello <strong>di</strong> colture primarie caratterizzato dalla cocoltura <strong>di</strong> motoneuroni purificati su layer <strong>di</strong><br />

astrociti. Questo modello permette <strong>di</strong> mantenere il motoneurone in vitro in con<strong>di</strong>zioni più<br />

fisiologiche ed è stato utilizzato per <strong>di</strong>mostrare come agonisti del recettore AMPA siano in<br />

grado <strong>di</strong> indurre processi degenerativi apoptotici o non-apoptotici, <strong>di</strong>pendendo dalle<br />

concentrazioni utilizzate. Abbiamo stu<strong>di</strong>ato l’interazione tra eccitotossicità e altri fattori<br />

potenzialmente neurotossici, come i me<strong>di</strong>atori del processo infiammatorio e abbiamo <strong>di</strong>mostrato<br />

che la chemochina pro-infiammatoria IL-8 induce morte del motoneurone attraverso il recettore<br />

CXCR2. Stu<strong>di</strong> preliminari sugli effetti <strong>di</strong> TNF-α, i cui livelli sono particolarmente alti nel<br />

midollo spinale dei modelli animali <strong>di</strong> neuro degenerazione, hanno evidenziato il ruolo<br />

determinante delle cellule gliali nel me<strong>di</strong>are la neurotossicità <strong>di</strong> tale citochina. Attualmente<br />

stiamo stu<strong>di</strong>ando le principali alterazioni biochimiche coinvolte nei meccanismi<br />

neurodegenerativi (come, ad esempio, l’influsso <strong>di</strong> calcio) e stiamo testando nuovi potenziali<br />

trattamenti in grado <strong>di</strong> interferire selettivamente con ciascuna delle vie <strong>di</strong> degenerazione.<br />

Abbiamo avviato, infine, un interessante stu<strong>di</strong>o sugli effetti tossici del siero <strong>di</strong> giocatori <strong>di</strong><br />

calcio professionisti sul motoneurone, volto a identificare potenziali fattori <strong>di</strong> rischio presenti a<br />

livello sistemico che possono giustificare l’elevata incidenza della SLA in tale categoria <strong>di</strong><br />

atleti.<br />

Sono inoltre in corso stu<strong>di</strong> su colture primarie <strong>di</strong> neuroni spinali e ippocampali da topi mnd o<br />

controlli con lo scopo <strong>di</strong> determinare la loro sensibilità ad agonisti e antagonisti dei recettori<br />

AMPA, e il ruolo degli astrociti ottenuti dai topi mnd o controlli nell’influenzare la<br />

sopravvivenza dei motoneuroni.<br />

Sono in corso stu<strong>di</strong> su astrociti derivati da cellule staminali neurali con lo scopo <strong>di</strong> verificare se<br />

le alterazioni biochimiche tipiche del nostro modello murino <strong>di</strong> SLA (il topo wobbler) sono già<br />

evidenti anche nelle cellule ottenute <strong>di</strong>rettamente da precursori. In questo stu<strong>di</strong>o vengono<br />

utilizzati astrociti ottenuti da precursori neurali <strong>di</strong> topi wobbler e controlli omozigoti per<br />

valutare l’attività dei trasportatori del glutammato, me<strong>di</strong>ante esperimenti <strong>di</strong> uptake, e l’effetto<br />

<strong>di</strong>retto e in<strong>di</strong>retto <strong>di</strong> questi astrociti sul motoneurone. Infine sono in corso stu<strong>di</strong> sul trafficking<br />

intracellulare, in particolar modo sul ruolo svolto dalla proteina Vps54, che risulta mutata nel<br />

165<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

topo wobbler. Vengono utilizzate per questo scopo, colture primarie <strong>di</strong> astrociti ottenute da<br />

midollo spinale <strong>di</strong> topo (wobbler e controllo omozigote) adulto.<br />

Il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Recettoriale collabora da <strong>di</strong>versi anni con laboratori <strong>di</strong> chimica<br />

farmaceutica per caratterizzare affinità e selettività <strong>di</strong> nuove molecole sui recettori per i<br />

neurotrasmettitori, utilizzando meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> “bin<strong>di</strong>ng” in vitro. I risultati ottenuti sono poi<br />

utilizzati per stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> "molecular modeling" (QSAR) e le molecole più interessanti sono oggetto<br />

<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento in stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacologia. Abbiamo in corso una collaborazione con il prof.<br />

De Micheli (Università <strong>di</strong> Milano) e la Prof. Grasso (Università <strong>di</strong> Messina) per lo stu<strong>di</strong>o e lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> nuovi antagonisti non-competitivi per il recettore AMPA. Un' utile applicazione<br />

della meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> “bin<strong>di</strong>ng” è anche la possibilità <strong>di</strong> valutare l' attività agonista/antagonista <strong>di</strong><br />

composti con affinità per i recettori accoppiati alle proteine G (GPCR), misurando il loro effetto<br />

sul bin<strong>di</strong>ng del 35S-GTP-γ-S. Attualmente sono in fase <strong>di</strong> caratterizzazione anche meto<strong>di</strong> non<br />

ra<strong>di</strong>oattivi, basati sulla misurazione della “ fluorescenza in tempo risolto”, per determinare l'<br />

attivazione dei GPCR in membrane cellulari.<br />

Recentemente abbiamo verificato l'effetto del <strong>di</strong>metil sulfossido, (DMSO) un solvente<br />

comunemente utilizzato per gli esperimenti in vitro per sciogliere i composti idrofobici, con<br />

<strong>di</strong>fferenti meto<strong>di</strong>che che prevedono l'utilizzo <strong>di</strong> cellule eucariotiche HEK293 transfettate con il<br />

recettore serotoninergico 5-HT6 <strong>di</strong> ratto. I risultati ottenuti in<strong>di</strong>cano che il DMSO interferisce<br />

con l'attività degli agonisti sul recettore 5-HT6 quando si usa la meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> " scintillation<br />

proximity assay (SPA)" associata al 35S-GTP-g-S bin<strong>di</strong>ng. Contrariamente il DMSO non<br />

interferisce con l'attività agonista su questo recettore se viene usata la meto<strong>di</strong>ca che prevede<br />

l'utilizzo della "fluorescenza in tempo risolto" associata al bin<strong>di</strong>ng del GTP marcato con<br />

europio. Il laboratorio può inoltre, me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong> “bin<strong>di</strong>ng” in autora<strong>di</strong>ografia, valutare ex<br />

vivo l'occupazione recettoriale dopo trattamento acuto o cronico con farmaci.<br />

Infine sono in corso stu<strong>di</strong> in collaborazione con il Dott. Gobbi (Lab. <strong>di</strong> biochimica e chimica<br />

delle proteine, IRFMN) per caratterizzare il ruolo del sito allosterico al trasportatore della<br />

serotonina nel meccanismo d’azione <strong>di</strong> antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della<br />

serotonina (SSRI), quali l’escitalopram.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neuroimmunologia<br />

Regolazione redox<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del cosiddetto stress ossidativo ha portato all’identificazione <strong>di</strong> fenomeni biochimici<br />

che vengono mo<strong>di</strong>ficati da molecole antiossidanti anche in assenza <strong>di</strong> stress ossidativo inteso<br />

come produzione eccessiva <strong>di</strong> metaboliti tossici dell’ossigeno (ra<strong>di</strong>cali liberi). Si parla perciò <strong>di</strong><br />

regolazione redox per definire l’insieme delle funzioni cellulari (espressione <strong>di</strong> geni, attività <strong>di</strong><br />

enzimi e fattori trascrizionali etc.) che sono in qualche modo mo<strong>di</strong>ficate dallo stato <strong>di</strong> redox<br />

della cellula, inteso come il rapporto tra specie ossidanti e riducenti (in genere: il rapporto tra<br />

glutatione ossidato e ridotto). Il nostro lavoro si focalizza sui meccanismi molecolari con cui<br />

piccole variazioni nello stato <strong>di</strong> redox possono influenzare proteine <strong>di</strong> vario genere, e in<br />

particolare su mo<strong>di</strong>ficazioni transitorie <strong>di</strong> cisteine all’interno <strong>di</strong> proteine a formare ponti<br />

<strong>di</strong>sulfuro con altre catene proteiche o con piccole molecole tioliche come il glutatione.<br />

Recentemente abbiamo inoltre rivolto la nostra attenzione all'identificazione dello stato <strong>di</strong> redox<br />

delle proteine poste sulla superficie della membrana cellulare in quanto queste hanno spesso<br />

funzioni importanti (es: trasportatori, recettori) e sono il primo bersaglio <strong>di</strong> ossidanti<br />

extracellulari. Inoltre, applichiamo tecniche <strong>di</strong> proteomica e <strong>di</strong> profiling dell'espressione genica<br />

me<strong>di</strong>ante microarrays all'identificazione dei pathways <strong>di</strong> regolazione redox.<br />

166<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Neuroprotezione ed eritropoietina<br />

Le patologie del sistema nervoso, centrale e periferico, stu<strong>di</strong>ate in laboratorio sono l’ischemia<br />

cerebrale, l’encefalomielite autoimmune e la neuropatia <strong>di</strong>abetica. Utilizzando modelli animali e<br />

culture in vitro cerchiamo <strong>di</strong> descrivere le interazioni tra morte neuronale ed infiammazione e <strong>di</strong><br />

intervenire con strategie protettive. Tra queste ultime, stiamo in particolare stu<strong>di</strong>ando molecole<br />

endogene che hanno mostrato inattese attività antiapoptotiche su cellule neuronali (in particolare<br />

l’eritropoietina) e farmaci antiinfiammatori.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Patologia Molecolare<br />

Nuovi modelli in vitro per lo stu<strong>di</strong>o delle patologie del motoneurone<br />

Forme mutate <strong>di</strong> proteine specifiche svolgono un ruolo preminente in molte patologie<br />

neurodegenerative. E’ quin<strong>di</strong> importante poter riprodurre nei modelli sperimentali l’espressione<br />

<strong>di</strong> queste proteine tossiche. Recentemente è stato ideato un nuovo sistema - noto come pTet-<br />

On/pTet-Off - che permette <strong>di</strong> modulare l’espressione <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> interesse tramite la presenza <strong>di</strong><br />

tetracicline.<br />

Nel laboratorio <strong>di</strong> Patologia Molecolare questo sistema è stato applicato a una linea cellulare<br />

murina motoneurone-simile (NSC-34) ottenendo nuove linee (che abbiamo chiamato NSC-34<br />

tTA) che esprimono stabilmente la proteina transattivatrice tTA in modo regolato dalla presenza<br />

<strong>di</strong> doxiciclina nel me<strong>di</strong>um <strong>di</strong> coltura. Queste linee possono essere utilizzate per lo stu<strong>di</strong>o dei<br />

meccanismi patogenetici <strong>di</strong> malattie del motoneurone dopo trasfezione transiente/stabile <strong>di</strong> geni<br />

<strong>di</strong> interesse per queste patologie.<br />

Successivamente abbiamo utilizzato una delle linee NSC34-tTA per sviluppare altre linee<br />

cellulari in grado <strong>di</strong> esprimere in modo con<strong>di</strong>zionale la forma mutata G93A della superossido<br />

<strong>di</strong>smutasi 1. Forme mutate <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1 sono responsabili <strong>di</strong> alcune delle forme<br />

familiari <strong>di</strong> sclerosi laterale amiotrofica. Le linee ottenute permettono <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are i meccanismi<br />

patogenetici <strong>di</strong> questa malattia.<br />

Nuovi bersagli intracellulari nella degenerazione selettiva del<br />

motoneurone nella sclerosi laterale amiotrofica<br />

La sclerosi laterale amiotrofica è una patologia del motoneurone ad esito infausto in tempi<br />

brevi. Per questa patologia non sono al momento <strong>di</strong>sponibili terapie adeguate. L'identificazione<br />

dei meccanismi biochimici e molecolari alterati dalla patologia è una via per favorire la messa a<br />

punto <strong>di</strong> strategie terapeutiche efficaci. Alterazioni della morfologia mitocondriale sono state<br />

osservate a sta<strong>di</strong> precoci della malattia nei terminali dei nervi motori <strong>di</strong> pazienti e in modelli<br />

sperimentali murini. Abbiamo perciò in<strong>di</strong>rizzato i nostri stu<strong>di</strong> a in<strong>di</strong>viduare i meccanismi<br />

biochimico-molecolari coinvolti in queste alterazioni utilizzando <strong>di</strong>versi modelli cellulari che<br />

esprimono forme mutate <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1, responsabili <strong>di</strong> parte delle forme familiari<br />

<strong>di</strong> sclerosi laterale amiotrofica. Abbiamo mostrato che il danno morfologico mitocondriale è<br />

modulato dalla quantità <strong>di</strong> proteina mutata presente nella cellula e che i motoneuroni sono il tipo<br />

cellulare selettivamente suscettibile a questo danno. Inoltre la presenza <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi<br />

1 mutata rende i motoneuroni più vulnerabili agli effetti tossici <strong>di</strong> inibitori della catena<br />

mitocondriale <strong>di</strong> trasporto degli elettroni. Farmaci e sostanze esogene (ad esempio contaminanti<br />

ambientali) con queste caratteristiche possono rappresentare perciò dei fattori <strong>di</strong> rischio.<br />

La superfamiglia del citocromo P-450<br />

La maggioranza dei farmaci esistenti <strong>di</strong>pende dall'attività del sistema del citocromo P-450 per<br />

porre termine agli effetti biologici o per gli effetti collaterali o per lo scatenamento <strong>di</strong> reazioni<br />

avverse. Il laboratorio <strong>di</strong> Patologia Molecolare si è a lungo occupato dei meccanismi <strong>di</strong><br />

induzione/degradazione <strong>di</strong> specifici citocromo P-450 che avvengono in seguito all'assunzione <strong>di</strong><br />

farmaci o in seguito a patologie. In questa linea <strong>di</strong> ricerca, recentemente è stato caratterizzato<br />

167<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

l'effetto induttivo degli estratti <strong>di</strong> Hypericum perforatum (erba <strong>di</strong> San Giovanni), utilizzati nella<br />

cura <strong>di</strong> forme lievi e moderate <strong>di</strong> depressione e responsabili <strong>di</strong> interazioni sfavorevoli con<br />

numerosi farmaci.<br />

L'attivazione degli enzimi della via metabolica <strong>di</strong> degradazione dell’eme<br />

(isozimi dell’emeossigenasi e della biliver<strong>di</strong>na reduttasi) come<br />

meccanismo protettivo <strong>di</strong> risposta allo stress<br />

Il sistema enzimatico dell’eme ossigenasi (HO) provvede alla degradazione delle molecole<br />

contenenti eme (ad esempio citocromi ed emoglobina) e al riciclo del ferro. Il monossido <strong>di</strong><br />

carbonio e i pigmenti biliari, prodotti da questa attività catalitica, hanno importanti funzioni<br />

regolatorie all’interno della cellula. Un aumento della attività enzimatica dell’HO (<strong>di</strong> solito<br />

dovuta all’attivazione dell’isoforma inducibile HO-1) è attualmente considerato un meccanismo<br />

protettivo <strong>di</strong> risposta cellulare allo stress. In passato il laboratorio ha identificato le citochine<br />

come induttori dell'attività dell'HO e come attivatori trascrizionali <strong>di</strong> HO-1. Attualmente ci<br />

proponiamo <strong>di</strong> caratterizzare il ruolo <strong>di</strong> HO-1 dal punto <strong>di</strong> vista biochimico e funzionale in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> neurodegenerazione.<br />

Laboratorio per lo Stu<strong>di</strong>o dei Sistemi Biologici<br />

Nuovi regolatori della motilità cellulare<br />

La motilità delle cellule svolge un ruolo centrale in molti processi biologici sia normali (come lo<br />

sviluppo embrionale) che patologici (come la <strong>di</strong>sseminazione delle cellule tumorali). Pertanto, è<br />

importante identificare i meccanismi molecolari che regolano la motilità delle cellule. Negli<br />

ultimi anni, abbiamo caratterizzato Junctional Adhesion Molecule-A (JAM-A), una molecola <strong>di</strong><br />

membrana che si localizza alle giunzioni intercellulari <strong>di</strong> tipo stretto e che lega proteine<br />

intracellulari <strong>di</strong> tipo PDZ. Nel corso <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong>, abbiamo osservato che l’espressione <strong>di</strong><br />

JAM-A riduce la motilità cellulare. Inoltre, abbiamo determinato che JAM-A aumenta la<br />

stabilità dei microtubuli e la formazione dei punti <strong>di</strong> contatto adesivo tra la cellula e la matrice<br />

extracellulare. Tutti questi cambiamenti funzionali richiedono la presenza <strong>di</strong> residui<br />

aminoaci<strong>di</strong>ci che legano proteine <strong>di</strong> tipo PDZ all’interno della cellula. Queste osservazioni<br />

hanno messo in luce un nuovo meccanismo d’inibizione della motilità, che richiede<br />

l’interazione <strong>di</strong> una proteina <strong>di</strong> membrana con proteine intracellulari <strong>di</strong> tipo PDZ.<br />

Effetto delle citochine infiammatorie su Junctional Adhesion Molecule-A<br />

(JAM-A)<br />

Nel corso delle risposte infiammatorie, JAM-A contribuisce a regolare il passaggio delle<br />

proteine plasmatiche e dei leucociti dal sangue ai tessuti. Sebbene sia noto che la citochina<br />

infiammatoria Tumor Necrosis Factor (TNF) induce il <strong>di</strong>sassemblaggio <strong>di</strong> JAM-A dalle<br />

giunzioni intercellulari, il meccanismo d’azione non è ancora stato caratterizzato in dettaglio. Di<br />

recente, abbiamo osservato che TNF aumenta la solubilità <strong>di</strong> JAM-A in detergenti non-ionici e<br />

aumenta la quantità <strong>di</strong> JAM-A alla superficie cellulare che è solubile in questi detergenti.<br />

Inoltre, abbiamo osservato (me<strong>di</strong>ante citometria a flusso) che i livelli <strong>di</strong> JAM-A alla superficie<br />

cellulare sono più alti in seguito a trattamento con TNF. Poiché questi livelli più alti <strong>di</strong> JAM-A<br />

derivano dalle giunzioni intercellulari (e non da compartimenti intracellulari), noi proponiamo<br />

che TNF induca non solo il <strong>di</strong>sassemblaggio <strong>di</strong> JAM-A dalle giunzioni (e la sua successiva<br />

ri<strong>di</strong>stribuzione sulla superficie cellulare), ma anche la sua <strong>di</strong>spersione alla superficie in modo<br />

tale che JAM-A <strong>di</strong>viene più facilmente accessibile agli anticorpi utilizzati per l’analisi in<br />

citometria. Queste osservazioni sono importanti per evidenziare potenziali meccanismi <strong>di</strong><br />

regolazione della permeabilità cellulare durante le risposte infiammatorie che potrebbero essere<br />

modulate da interventi farmacologici.<br />

168<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

DIPARTIMENTO DI EPIDEMIOLOGIA<br />

PERSONALE<br />

Capo Dipartimento<br />

Carlo LA VECCHIA, Dr.Med.Chir.<br />

LABORATORIO EPIDEMIOLOGIA GENERALE<br />

Capo Laboratorio<br />

Carlo LA VECCHIA, Dr.Med.Chir.<br />

Unità <strong>di</strong> Epidemiologia dei Tumori<br />

Capo Unità<br />

Cristina BOSETTI, Dr.Mat.<br />

Unità <strong>di</strong> Stili <strong>di</strong> Vita e Prevenzione<br />

Capo Unità<br />

Liliane CHATENOUD, Dr.Sci.Biol.<br />

Unità Epidemiologia per la Ricerca Clinica<br />

Capo Unità<br />

Silvano GALLUS, Dr.Sci. Informaz.<br />

LABORATORIO METODI EPIDEMIOLOGICI<br />

Capo Laboratorio<br />

Eva NEGRI, Dr.Mat.<br />

LABORATORIO EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE CRONICHE<br />

Capo Laboratorio<br />

Alessandra TAVANI, Dr.Sci.Biol.<br />

LABORATORIO INFORMATICA MEDICA<br />

Capo Laboratorio<br />

Eugenio SANTORO, Dr. Sci. Informaz.<br />

169<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Carlo La Vecchia è laureato in Me<strong>di</strong>cina presso l’Università <strong>di</strong> Milano, ha ricevuto un Master in<br />

Me<strong>di</strong>cina Clinica (Epidemiologia) dall’Università <strong>di</strong> Oxford e un <strong>di</strong>ploma in Ricerca Farmacologica<br />

dall’<strong>Istituto</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano.<br />

Esperienze lavorative: Il Prof. Carlo La Vecchia è Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano, Professore Associato <strong>di</strong> Epidemiologia all’Università<br />

<strong>di</strong> Milano. E’ inoltre Professore Straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Epidemiologia, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale e Preventiva,<br />

Università <strong>di</strong> Losanna, Svizzera (dal 2002) e Adjunct Professor of Me<strong>di</strong>cine, School of Me<strong>di</strong>cine,<br />

Vanderbilt University, Nashville, TN (2002-2005).<br />

Il Prof. La Vecchia è stato Professore Associato Aggiunto <strong>di</strong> Epidemiologia alla Harvard School of Public<br />

Health (1996-2001), Honorary and Senior Lecturer in Me<strong>di</strong>cina Stomatologica alla Eastman Dental<br />

Institute, University College London (1996-2003). E’ consulente temporaneo alla International Agency<br />

for Research on Cancer, IARC/OMS <strong>di</strong> Lione e all’OMS a Ginevra; è iscritto all’Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci e dei<br />

Giornalisti <strong>di</strong> Milano e E<strong>di</strong>tor Associato <strong>di</strong>: European J. of Cancer Prevention. E’ membro dell’E<strong>di</strong>torial<br />

Board <strong>di</strong>: American J. of Epidemiology, Asian Pacific J. of Cancer Prevention, Cancer Causes and<br />

Control, Current Cancer Therapy Reviews, Digestive and Liver Disease, Economia Politica del Farmaco,<br />

European J. of Cancer, European J. of Cancer Prevention, European J. of Clinical Nutrition, European J.<br />

of Nutrition, Scope Oncology & Haematology, Int. J. Cancer, J. of Nephrology, Nutrition and Cancer,<br />

Oncology, Oral Oncology, Revisiones en Ginecología y Obstetricia, Revista Española de Nutrición<br />

Comunitaria, Revue d’Epidémiologie et de Santé Publique, Sozial und Praeventivme<strong>di</strong>zin, The Lancet<br />

(e<strong>di</strong>zione italiana), Tumori, Alimentazione e Prevenzione. Nel 1993 ha ricevuto il premio Glaxo per le<br />

pubblicazioni me<strong>di</strong>che.<br />

E’ autore/coautore <strong>di</strong> oltre 1360 pubblicazioni, che hanno ricevuto oltre 35.000 citazioni.<br />

Eva Negri si è laureata in Matematica presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano nel 1985.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Disegno, conduzione e analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici su patologie croniche (es. cancro<br />

e infarto miocar<strong>di</strong>co) e incidenti, analisi della mortalità <strong>di</strong> coorti <strong>di</strong> lavoratori, analisi <strong>di</strong> andamenti<br />

temporali e della <strong>di</strong>stribuzione geografica della mortalità per tumori, malattie car<strong>di</strong>ovascolari, incidenti e<br />

altre patologie selezionate, analisi <strong>di</strong> indagini nazionali sulla salute, applicazione <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong><br />

modellizzazione lineare all’analisi <strong>di</strong> dati epidemiologici, ri-analisi collaborative e meta-analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

epidemiologici.<br />

Premi: Borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della Comunità Europea per lo stu<strong>di</strong>o dell’Epidemiologia (1988)<br />

Esperienze lavorative: Dal <strong>2007</strong>: Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Metodologia Epidemiologica del Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Epidemiologia; 1992-2006: Capo dell’Unità <strong>di</strong> metodologia Epidemiologica del Laboratorio <strong>di</strong><br />

Epidemiologia, nel 1990-92 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia; 1984-1990 Collaboratore<br />

presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia.<br />

Pubblicazioni selezionate<br />

• Negri E, La Vecchia C, Pelucchi C, Tavani A The risk of acute myocar<strong>di</strong>al infarction after stopping drinking Prev Med<br />

2005; 40: 725-728<br />

• Negri E, Pelucchi C, Talamini R, Montella M, Gallus S, Bosetti C, Franceschi S, La Vecchia C Family history of cancer<br />

and the risk of prostate cancer and benign prostatic hyperplasia Int J Cancer 2005; 114: 648-652<br />

• Negri E, Little D, Boiocchi M, La Vecchia C, Franceschi S. B-cell non-Hodgkin’s lymphoma and hepatitis C virus<br />

infection: A systematic review Int J Cancer 2004; 111: 1-8<br />

• Negri E, Ron E, Franceschi S, La Vecchia C, Preston-Martin S, Kolonel L, et al. Risk factors for medullary thyroid<br />

carcinoma: A pooled analysis Cancer Causes Control 2002; 13: 365-372<br />

• Levi F, La Vecchia C, Boyle P, Lucchini F, Negri E Western and eastern European trends in testicular cancer mortality<br />

Lancet 2001; 357: 1853-1854<br />

170<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Alessandra Tavani: laurea in Scienze Biologiche, Università <strong>di</strong> Milano (luglio 1977); Specialista in<br />

<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong>, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” (luglio 1979).<br />

Esperienze lavorative: 1979-81: Ricercatrice nel laboratorio <strong>di</strong> Metabolismo dei Farmaci, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”. 1981: Ricercatrice nella “Unit for Research on Ad<strong>di</strong>ctive<br />

Drugs” (<strong>di</strong>rettore prof. H.W. Kosterlitz), Università <strong>di</strong> Aberdeen, Scozia, U.K. 1982-1990: Capo<br />

dell’Unità <strong>di</strong> Neurofarmacologia degli Oppioi<strong>di</strong>, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”<br />

1990: Ricercatrice nell’Unità <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Perinatale, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />

“<strong>Mario</strong> Negri”. 1991-<strong>2007</strong>: Capo dell’Unità <strong>di</strong> Epidemiologia delle Malattie Croniche del Laboratorio <strong>di</strong><br />

Epidemiologia, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”. Dal <strong>2007</strong>: Capo del Laboratorio <strong>di</strong><br />

Epidemiologia delle Malattie Croniche del Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”.<br />

Premi: "Rafaelsen Scholar Award" dal Collegium Internationale Neuro-Psychopharmacologicum<br />

(CINP), 16th Meeting, Monaco (F.R.G.), 1988.<br />

Area <strong>di</strong> interesse: Epidemiologia dei tumori e delle malattie coronariche.<br />

Pubblicazioni selezionate<br />

• Tavani A, Zucchetto A, Dal Maso L, Montella M, Ramazzotti V, Talamini R, Franceschi S, La Vecchia C. Lifetime<br />

physical activity and the risk of renal cell cancer. Int J Cancer <strong>2007</strong> ; 120 : 1977-1980<br />

• Dal Maso L, Zucchetto A, Tavani A, Montella M, Ramazzotti V, Talamini R, Canzonieri V, Garbeglio A, Negri E,<br />

Tonini A, La Vecchia C, Franceschi S . Renal cell cancer and body size at <strong>di</strong>fferent ages: An Italian multicentre casecontrol<br />

study. Am J Epidemiol <strong>2007</strong> ; 166 : 582-591<br />

• Tavani A, Bravi F, Bosetti C, Franceschi S, Levi F, Talamini R, La Vecchia C. Diabetes mellitus and subsite-specific<br />

colorectal cancer risks in the Iowa Women’s Health Study. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2005; 14: 2277<br />

• Herrero R, Castellsague X, Pawlita M, Lissowska J, Kee F, Balaram P, Rajkumar T, Sridhar H, Rose B, Pintos<br />

J, Fernandez L, Idris A, Sanchez M J, Nieto A, Talamini R, Tavani A, et al. Human papillomavirus and oral cancer: The<br />

International Agency for Research on Cancer Multicenter Study. J Natl Cancer Inst 2003; 95: 1772-1783<br />

• Tavani A, Pelucchi C, Negri E, Bertuzzi M, La Vecchia C. n-3 polyunsaturated fatty acids, fish, and nonfatal acute<br />

myocar<strong>di</strong>al infarction. Circulation 2001; 104: 2269-2272<br />

Eugenio Santoro si è laureato in Scienze dell’Informazione nell’anno accademico 1988-1989 presso<br />

l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Nel 1985 inizia a lavorare con una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”. E’ stato responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Informatica Clinica e<br />

Statistica Applicata e del Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Clinica e Statistica Applicata afferenti al<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare. Dal 2001 guida il Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca che dal<br />

<strong>2007</strong> è entrato a fare parte del Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia. La sua attività si è concentrata<br />

prevalentemente nella produzione <strong>di</strong> software per la gestione e l’analisi statistica <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici tra i quali<br />

quelli denominati GISSI (Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell’Infarto miocar<strong>di</strong>co) e<br />

per la conduzione <strong>di</strong> meta-analisi. Dal 1995 si occupa <strong>di</strong> Internet, e più <strong>di</strong> recente <strong>di</strong> web 2.0, e delle loro<br />

applicazioni in ambito me<strong>di</strong>co sviluppando siti e portali a carattere me<strong>di</strong>co/scientifico e sfruttandone le<br />

potenzialità come strumento <strong>di</strong> formazione e informazione. Autore e coautore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 140 articoli e <strong>di</strong> 70<br />

relazioni presentate ai principali congressi internazionali <strong>di</strong> informatica e <strong>di</strong> car<strong>di</strong>ologia, ha pubblicato per<br />

il Pensiero Scientifico <strong>di</strong> Roma due volumi dai titoli “Guida alla me<strong>di</strong>cina in rete” e “Internet in<br />

me<strong>di</strong>cina. Guida all’uso e applicazioni pratiche”, e curato per conto della stessa casa e<strong>di</strong>trice la traduzione<br />

dall’inglese <strong>di</strong> altri volumi <strong>di</strong> informatica e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina. Ha inoltre contribuito alla stesura della voce<br />

“Internet e me<strong>di</strong>cina” per l’aggiornamento III della Enciclope<strong>di</strong>a Me<strong>di</strong>ca Italiana (UTET <strong>2007</strong>) e del<br />

dossier “Internet e Me<strong>di</strong>cina - Etica, Salute e Nuove Tecnologie dell’Informazione” curato dalla<br />

Commissione Nazionale per la Bioetica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Membro <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verse società scientifiche nazionali e internazionali, cura per conto <strong>di</strong> alcune riviste me<strong>di</strong>che italiane<br />

rubriche sull’uso <strong>di</strong> Internet.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Santoro E. Podcast, wiki e blog: il web 2.0 al servizio della formazione e dell’aggiornamento del me<strong>di</strong>co. Recenti Prog<br />

Med <strong>2007</strong>;98:484-494.<br />

• Santoro E, Rossi Valentina, Pandolfini C, Bonati M. DEC-NET: The development of the European register of clinical<br />

trials on me<strong>di</strong>cines for children. Clin Trials 2006; 3: 366-375<br />

• Clivio L, Tinazzi A, Mangano S, Santoro E. The contribution of information technology: Towards a better clinical data<br />

management. Drug Dev Res 2006; 67: 245-250<br />

• Santoro E. Internet and information on breast cancer: an overview. Breast 2003; 12: 424-431<br />

171<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Santoro E, Nicolis E, Franzosi M G, Tognoni G. Internet for clinical trials: Past, present, and future. Control Clin<br />

Trials 1999; 20: 194-201<br />

• Franzosi M G, Santoro E, Zuanetti G, Latini R, Maggioni A P, Tognoni G, GISSI. In<strong>di</strong>cations for ACE inhibitors in<br />

the early treatment of acute myocar<strong>di</strong>al infarction. Systematic overview of in<strong>di</strong>vidual data from 100.000 patients in<br />

randomized trial. Circulation 1998; 97: 2202-2212<br />

• Franzosi M G, Santoro E, De Vita C, Geraci E, Lotto A, Maggioni A P, Mauri F, Rovelli F, Santoro L, Tavazzi<br />

L, Tognoni G, GISSI.<br />

Ten-year follow-up of the first megatrial testing thrombolytic therapy in patients with acute myocar<strong>di</strong>al infarction.<br />

Results of Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell’Infarto-1 study. Circulation 1998; 98: 2659-2665<br />

• Franzosi M G, Latini R, Maggioni A P, Barlera S, Negri E, Nicolis E, Santoro E, Santoro L, Tognoni G, Garattini<br />

S, GISSI-3.<br />

GISSI-3: Effects of lisinopril and transdermal glyceryl trinitrate singly and together on six-week mortality and<br />

ventricular function after acute myocar<strong>di</strong>al infarction. Lancet 1994; 343: 1115-1122<br />

• Maggioni A P, Maseri A, Fresco C, Franzosi M G, Mauri F, Santoro E, Tognoni G, GISSI-2. Age-related increase in<br />

mortality among patients with first myocar<strong>di</strong>al infarctions treated with thrombolysis. N Engl J Med 1993; 11: 1442-<br />

1448<br />

Cristina Bosetti si è laureata in Matematica presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano (1994) e si è<br />

specializzata in Ricerca Farmacologica presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”,<br />

Milano (1999).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Epidemiologia dei tumori, malattie car<strong>di</strong>ovascolari e altre patologie croniche. Analisi<br />

dei rischi associati a <strong>di</strong>eta, consumo <strong>di</strong> alcol e <strong>di</strong> tabacco, fattori riproduttivi e ormonali ed esposizioni<br />

occupazionali e ambientali a sostanze tossiche, attraverso l’applicazione <strong>di</strong> modelli lineari generalizzati.<br />

E’ autore/ coautore <strong>di</strong> oltre 130 pubblicazioni su questi argomenti su riviste scientifiche in<strong>di</strong>cizzate.<br />

Esperienze lavorative: Capo Unità “Epidemiologia dei Tumori”, Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia (sett.<br />

2005-); Ricercatrice presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia (1998-2005); Ricercatrice presso il<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Salute Materno Infantile (1996-1997).<br />

Pubblicazioni selezionate<br />

• Bosetti C, Gallus S, Peto R, Negri E, Talamini R, Tavani A, Franceschi S, La Vecchia C.Tobacco Smoking, Smoking<br />

Cessation, and Cumulative Risk of Upper Aero<strong>di</strong>gestive Tract Cancers.Am J Epidemiol. <strong>2007</strong> Dec 4; [Epub ahead of<br />

print]<br />

• Bosetti C, Malvezzi M, Chatenoud L, Negri E, Levi F, La Vecchia C. Trends in cancer mortality in the Americas, 1970-<br />

2000. Ann Oncol 2005; 16: 489-511.<br />

• Bosetti C, Spertini L, Parpinel M T, Gnagnarella P, Lagiou P, Negri E, et al. Flavonoids and breast cancer risk in Italy.<br />

Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2005; 14: 805-808.<br />

• Bosetti C, Micelotta S, Dal Maso L, Talamini R, Montella M, Negri E, et al. Food groups and risk of prostate cancer in<br />

Italy. Int J Cancer 2004; 110: 424-428.<br />

• Bosetti C, Negri E, Kolonel L, Ron E, Franceschi S, Preston-Martin S, et al. A pooled analysis of case-control stu<strong>di</strong>es of<br />

thyroid cancer. VII. Cruciferous and other vegetables (International). Cancer Causes Control 2002; 13: 765-775.<br />

• Smith J S, Herrero R, Bosetti C, Munoz N, Bosch F X, Eluf-Neto J, et al. IARC Multicentric Cervical Cancer Study<br />

Group Herpes simplex virus-2 as a human papillomavirus cofactor in the etiology of invasive cervical cancer. J Natl<br />

Cancer Inst 2002; 94: 1604-1613.<br />

Liliane Chatenoud si è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano (1987);<br />

ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Specialista in Statistica Sanitaria presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

(1995).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Dermatoepidemiologia, epidemiologia dei tumori (Stu<strong>di</strong> caso-controllo). Analisi degli<br />

andamenti temporali e della <strong>di</strong>stribuzione geografica della mortalità perinatale, tumori ed altre con<strong>di</strong>zioni.<br />

Coautore/autore <strong>di</strong> oltre 100 pubblicazioni su riviste <strong>di</strong> interesse internazionale dal 1994 ad oggi.<br />

Esperienze lavorative: Capo dell’Unità <strong>di</strong> Stili <strong>di</strong> Vita e Prevenzione, Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia<br />

(sett. 2005-); ricercatrice presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia (1993-2005); Biometrista junior presso la<br />

Bracco S.p.A. (1988-1990).<br />

Pubblicazioni selezionate<br />

• Chatenoud L, Mosconi P, Malvezzi M, Colombo P, La Vecchia C, Apolone G. Impact of a major thermoelectric plant on<br />

self-perceived health status. Prev Med. 2005;41:328-33.<br />

• Nal<strong>di</strong> L, Chatenoud L, Linder D, Belloni Fortina A, Peserico A, Virgili AR, et al. Cigarette smoking, body mass index,<br />

and stressful life events as risk factors for psoriasis: results from an Italian case-control study. J Invest Dermatol.<br />

2005;125:61-7.<br />

• Bosetti C, Malvezzi M, Chatenoud L, Negri E, Levi F, La Vecchia C. Trends in cancer mortality in the Americas, 1970-<br />

2000. Ann Oncol 2005; 16: 489-511.<br />

172<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• Chatenoud L, Tavani A, La Vecchia C, Jacobs D R, Negri E, Levi F, Franceschi S. Whole grain food intake and<br />

cancerrisk. Int J Cancer 1998; 77: 24-28.<br />

• Chatenoud L, Parazzini F, Di Cintio E, Zanconato G, Benzi G, Bortolus R, La Vecchia C. Paternal and maternal smoking<br />

habits before conception and during the first trimester: Relation to spontaneous abortion. Ann Epidemiol 1998; 8: 520-<br />

526.<br />

Silvano Gallus è nato il 20/11/1970 a Milano. Si è laureato in Scienze dell’Informazione presso<br />

l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano (1999).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Stu<strong>di</strong> caso-controllo e stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte sui tumori e sulle malattie ischemiche del cuore.<br />

Analisi dei fattori <strong>di</strong> rischio legati ad abitu<strong>di</strong>ni e stili <strong>di</strong> vita tra cui in particolare fumo, alcol e <strong>di</strong>eta.<br />

Analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte occupazionali. Monitoraggio della prevalenza e delle tendenze del fumo <strong>di</strong><br />

tabacco e obesità in Italia e del relativo impatto sulla salute. Autore/coautore <strong>di</strong> oltre 130 pubblicazioni su<br />

riviste scientifiche internazionali dal 1998 ad oggi.<br />

Esperienze lavorative: Capo dell’Unità <strong>di</strong> Epidemiologia per la Ricerca Clinica, Dipartimento <strong>di</strong><br />

Epidemiologia (dal 2006); Consulente statistico per stu<strong>di</strong> epidemiologici presso gruppi <strong>di</strong> ricerca<br />

ospedalieri, Milano e Bergamo (dal 2002); ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia (dal 1997);<br />

Responsabile del sito internet dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale Niguarda Ca’ Granda”, Milano (1999-<br />

2002).<br />

Pubblicazioni selezionate<br />

• Gallus S, Foschi R, Negri E, Talamini R, Franceschi S, Montella M, Ramazzotti V, Tavani A, Dal Maso L, La Vecchia<br />

C. Dietary zinc and prostate cancer risk: a case-control study from Italy. Eur Urol. <strong>2007</strong> Oct;52(4):1052-6.<br />

• Gallus S, Nal<strong>di</strong> L, Carli P, La Vecchia C; Italian Group for Epidemiologic Research in Dermatology (GISED). Nevus<br />

count on specific anatomic sites as a pre<strong>di</strong>ctor of total body count: a survey of 3,406 children from Italy. Am J<br />

Epidemiol. <strong>2007</strong> Aug 15;166(4):472-8.<br />

• Gallus S, Scotti L, Negri E, Talamini R, Franceschi S, Montella M, Giacosa A, Dal Maso L, La Vecchia C. Artificial<br />

sweeteners and cancer risk in a network of case-control stu<strong>di</strong>es. Ann Oncol. <strong>2007</strong> Jan;18(1):40-4.<br />

• Gallus S, Schiaffino A, La Vecchia C, Townsend J, Fernandez E. Price and cigarette consumption in Europe. Tob<br />

Control. 2006 Apr;15(2):114-9.<br />

• Gallus S, Zuccaro P, Colombo P, Apolone G, Pacifici R, Garattini S, La Vecchia C. Effects of new smoking regulations<br />

in Italy. Ann Oncol. 2006 Feb;17(2):346-7.<br />

• Clifford GM, Gallus S, Herrero R, Muñoz N, Snijders PJ, Vaccarella S, Anh PT, Ferreccio C, Hieu NT, Matos E,<br />

Molano M, Rajkumar R, Ronco G, de Sanjosé S, Shin HR, Sukvirach S, Thomas JO, Tunsakul S, Meijer CJ, Franceschi<br />

S; IARC HPV Prevalence Surveys Study Group. Worldwide <strong>di</strong>stribution of human papillomavirus types in cytologically<br />

normal women in the International Agency for Research on Cancer HPV prevalence surveys: a pooled analysis.Lancet.<br />

2005 Sep 17-23;366(9490):991-8.<br />

173<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO<br />

Il Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia si occupa <strong>di</strong> epidemiologia <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse neoplasie comuni (tra<br />

cui tumori della mammella, del tratto genitale femminile, del tratto respiratorio e <strong>di</strong>gerente,<br />

della prostata e delle vie urinarie, neoplasie linfoi<strong>di</strong>, melanomi, etc.) e delle malattie<br />

car<strong>di</strong>ovascolari, attraverso un approccio sia descrittivo, che analitico. Tra le attività <strong>di</strong><br />

epidemiologia descrittiva vi sono l’analisi degli andamenti temporali e della <strong>di</strong>stribuzione<br />

geografica della mortalità per tumori, malattie car<strong>di</strong>ovascolari e altre con<strong>di</strong>zioni selezionate, in<br />

Italia, Europa e altri Paesi del mondo; l’analisi degli andamenti nel consumo <strong>di</strong> tabacco nella<br />

popolazione italiana e dei corrispondenti effetti sull’incidenza e la mortalità per tumore del<br />

polmone e altre neoplasie tabacco-relate. Per ciò che riguarda l’epidemiologia analitica, il<br />

Dipartimento si occupa della conduzione e analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo caso-controllo su vari tumori o<br />

patologie car<strong>di</strong>ovascolari, con la finalità <strong>di</strong> identificare e quantificare le relazioni tra aspetti<br />

genetici e vari fattori legati allo stile <strong>di</strong> vita (<strong>di</strong>eta, fumo, alcool, etc.), all’utilizzo <strong>di</strong> ormoni<br />

esogeni e all’esposizione a varie sostanze. In particolare, si occupa dell’analisi dei correlati<br />

<strong>di</strong>etetici <strong>di</strong> tumori e malattie car<strong>di</strong>ovascolari; della quantificazione degli effetti sulla salute del<br />

fumo <strong>di</strong> tabacco, consumo <strong>di</strong> alcool e delle relative implicazioni per la prevenzione; dell’analisi<br />

del rischio <strong>di</strong> vari tumori associato all’utilizzo <strong>di</strong> contraccettivi orali e terapie sostitutive in<br />

menopausa; della valutazione dell’impatto dello screening nella <strong>di</strong>agnosi precoce e nella<br />

prevenzione del cancro. Il Dipartimento si occupa inoltre <strong>di</strong>: conduzione <strong>di</strong> revisioni<br />

sistematiche e meta-analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> pubblicati; ri-analisi dei dati originali <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

epidemiologici pubblicati sui tumori della tiroide, dell’ovaio, della mammella e del collo<br />

dell’utero; stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> epidemiologia osservazionale e clinica in dermatologia in collaborazione con<br />

il “Gruppo Italiano per gli Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Dermatologia” (GISED); analisi <strong>di</strong> coorti<br />

storiche <strong>di</strong> esposizioni occupazionali ad amine aromatiche, asbesto, fibre <strong>di</strong> vetro, erbici<strong>di</strong> e altri<br />

cancerogeni; monitoraggio e prevenzione degli incidenti. Altre attività del Dipartimento<br />

riguardano lo sviluppo <strong>di</strong> siti web a carattere me<strong>di</strong>co, lo stu<strong>di</strong>o della qualità delle informazioni<br />

me<strong>di</strong>che in Internet, la ricerca e la formazione su argomenti legati all’informatica me<strong>di</strong>ca e<br />

all’uso in me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> Internet e delle applicazioni web 2.0.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Nella popolazione maschile italiana, smettere <strong>di</strong> fumare attorno a 40 anni <strong>di</strong> età permette <strong>di</strong><br />

evitare circa l’80% dell’eccesso <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> sviluppare un tumore delle alte vie aeree e<br />

<strong>di</strong>gerenti <strong>di</strong> coloro che continuano a fumare, e smettere <strong>di</strong> fumare a 30 anni permette <strong>di</strong> evitare<br />

oltre il 90% <strong>di</strong> rischio. Anche negli ex-fumatori che hanno smesso <strong>di</strong> fumare attorno ai 50 anni<br />

<strong>di</strong> età, l’eccesso <strong>di</strong> rischio a 75 anni è circa <strong>di</strong>mezzato.<br />

I flavonoi<strong>di</strong>, in particolare i flavanoni, sono inversamente associati al rischio <strong>di</strong> tumore delle alte<br />

vie <strong>di</strong>gerenti e respiratorie, ovvero cavo orale e faringe, esofago e laringe.<br />

Una storia familiare <strong>di</strong> tumore del cavo orale, faringe e laringe è un forte determinante del<br />

rischio <strong>di</strong> tumore del cavo orale e faringe, in<strong>di</strong>pendentemente dal consumo <strong>di</strong> tabacco e alcool.<br />

Negli astemi, il fumo <strong>di</strong> tabacco è associato ad un rischio aumentato <strong>di</strong> tumori <strong>di</strong> testa e collo,<br />

mentre nei non fumatori soltanto un’elevata frequenza <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> alcool appare aumentare il<br />

rischio.<br />

Rispetto ai non fumatori, i fumatori esclusivi <strong>di</strong> pipa hanno un rischio <strong>di</strong> circa 9 volte superiore<br />

<strong>di</strong> sviluppare un tumore del tratto <strong>di</strong>gerente superiore. Inoltre, il fumo <strong>di</strong> pipa e il consumo <strong>di</strong><br />

alcool sembrano interagire almeno a livello moltiplicativo.<br />

174<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Precedenti patologie della tiroide non sembrano essere causa rilevante <strong>di</strong> tumore dello stomaco<br />

in Italia.<br />

Non vi è un ruolo rilevante del consumo <strong>di</strong> alimenti fritti sul rischio <strong>di</strong> tumore del colonretto,<br />

mentre si osserva un possibile effetto favorevole dell’uso <strong>di</strong> olio <strong>di</strong> oliva, anche per la frittura,<br />

sul tumore del colon ma non del retto.<br />

Il consumo <strong>di</strong> caffè ha un effetto protettivo sul carcinoma epatocellulare.<br />

Esiste una relazione inversa tra una <strong>di</strong>eta ricca <strong>di</strong> acido linoleico e beta-carotene e carcinoma<br />

epatocellulare.<br />

Il numero <strong>di</strong> cicli ovulatori nel corso della vita è <strong>di</strong>rettamente associato al rischio <strong>di</strong> tumore<br />

dell’ovaio. Le gravidanze e l’uso <strong>di</strong> contraccettivi orali hanno un effetto protettivo più forte sul<br />

tumore dell’ovaio rispetto ad altri fattori anovulatori.<br />

Un modello <strong>di</strong>etetico con elevato consumo <strong>di</strong> ami<strong>di</strong> è un in<strong>di</strong>catore sfavorevole del rischio <strong>di</strong><br />

tumore sia della mammella che dell’ovaio, mentre i soggetti con elevato consumo <strong>di</strong> prodotti<br />

animali e <strong>di</strong> vitamine e fibre potrebbero essere associati ad un rischio ridotto <strong>di</strong> tumore della<br />

mammella e dell’ovaio, rispettivamente.<br />

Il consumo <strong>di</strong> vino e <strong>di</strong> altre bevande alcoliche non influenza il rischio <strong>di</strong> carcinoma dell’ovaio<br />

nella popolazione italiana.<br />

Un’elevata assunzione <strong>di</strong> energia e colesterolo può aumentare il rischio <strong>di</strong> tumore<br />

dell’endometrio.<br />

Il rischio <strong>di</strong> tumore della prostata è aumentato per i soggetti con il livello massimo <strong>di</strong><br />

assunzione <strong>di</strong> zinco nella <strong>di</strong>eta, rispetto al minimo. L’associazione <strong>di</strong>retta è più forte per i<br />

tumori <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o avanzato rispetto a quelli in fase iniziale.<br />

I principali fattori <strong>di</strong> rischio per il tumore della prostata negli uomini <strong>di</strong> mezza età (


IRFMN<br />

Vi è un’associazione inversa fra consumo <strong>di</strong> alcool e tumore del rene. I rischi <strong>di</strong>minuiscono<br />

anche per un consumo superiore a 100 g/<strong>di</strong>e <strong>di</strong> alcool.<br />

Si esclude una forte associazione tra <strong>di</strong>abete e linfoma non-Hodgkin. Il limitato numero <strong>di</strong> casi<br />

<strong>di</strong> linfoma non-Hodgkin con <strong>di</strong>abete analizzati lascia tuttavia aperta la possibilità <strong>di</strong> una<br />

moderata relazione <strong>di</strong>retta.<br />

Non vi sono relazioni significative tra assunzione <strong>di</strong> folati nella <strong>di</strong>eta, né <strong>di</strong> altri micronutrienti<br />

coinvolti nel metabolismo del carbonio, e il rischio <strong>di</strong> linfoma non-Hodgkin. Tuttavia,<br />

un’associazione inversa significativa è stata osservata per tutti i nutrienti esaminati negli astemi<br />

e negli ex-bevitori, supportando un possibile effetto antagonista dell’alcool sul metabolismo del<br />

carbonio nell’eziologia del linfoma non-Hodgkin.<br />

Il rischio <strong>di</strong> linfoma non-Hodgkin è aumentato nei soggetti con parenti <strong>di</strong> primo grado con<br />

linfomi e leucemie. I modelli <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tabilità <strong>di</strong> linfoma non-Hodgkin appaiono omogenei nei<br />

<strong>di</strong>versi sottotipi <strong>di</strong> linfoma non-Hodgkin, mentre i rischi <strong>di</strong>fferiscono a seconda dello specifico<br />

tipo <strong>di</strong> tumore ematopoietico e del sesso del parente, rivelando in<strong>di</strong>zi importanti sull’eziologia<br />

della malattia.<br />

Non esistono prove a supporto dell’ipotesi che l’obesità sia un determinante <strong>di</strong> tutti i sottotipi <strong>di</strong><br />

linfoma non-Hodgkin combinati, mentre l’associazione osservata tra obesità severa e linfoma<br />

non-Hodgkin <strong>di</strong> tipo B <strong>di</strong>ffuso a larghe cellule richiede ulteriori ricerche.<br />

Non è emersa alcuna associazione <strong>di</strong>retta fra uso <strong>di</strong> saccarina, aspartame ed altri dolcificanti<br />

artificiali e rischio <strong>di</strong> varie comuni neoplasie.<br />

Livelli elevati dell’in<strong>di</strong>ce e del carico glicemico aumentano il rischio <strong>di</strong> cancro della tiroide.<br />

I soggetti con almeno un parente <strong>di</strong> primo grado con tumore della vescica, del rene o della<br />

prostata hanno, rispettivamente, rischi 6 volte maggiori <strong>di</strong> tumore della vescica, 2 volte<br />

maggiori <strong>di</strong> tumore del rene e 2 volte maggiori <strong>di</strong> tumore della prostata.<br />

L’affidabilità delle informazioni sulla storia familiare <strong>di</strong> tumore nei parenti <strong>di</strong> primo grado nei<br />

nostri stu<strong>di</strong> caso-controllo ospedalieri sulle neoplasie dell’apparato <strong>di</strong>gerente è risultata<br />

sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

Nessuna riduzione sostanziale del rischio <strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>co acuto si osserva riducendo il<br />

contenuto <strong>di</strong> catrame delle sigarette.<br />

La parità e l’irregolarità mestruale aumentano leggermente il rischio <strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>co,<br />

soprattutto nelle fumatrici.<br />

La mortalità per tumore del polmone nelle donne europee sta livellandosi in Germania, Italia e<br />

Polonia, mentre sta ancora considerevolmente crescendo in Francia e Spagna.<br />

La mortalità per cirrosi mostra una tendenza favorevole nella maggior parte dei paesi del<br />

mondo, ma è ancora in costante aumento nel Regno Unito e nei paesi dell’Europa centrale e<br />

orientale a causa del persistente aumento nella prevalenza del consumo <strong>di</strong> alcol.<br />

La mortalità per tumore del testicolo nei giovani uomini rimane eccessivamente elevata nella<br />

maggior parte dei paesi latino-americani.<br />

176<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea influenza la risposta al trattamento sistemico per la psoriasi,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal farmaco somministrato.<br />

Il solo esame degli arti superiori, in particolare della zona laterale degli arti superiori, è un<br />

pratico e idoneo strumento per la previsione del numero totale <strong>di</strong> nevi nei bambini.<br />

E’ stato sviluppato il sito web BPCO.CARE (www.bpcocare.it, In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> risorse essenziali sul<br />

web de<strong>di</strong>cate alla broncopneumopatia cronica ostruttiva) con particolare riferimento alla<br />

segnalazione e catalogazione dei servizi e degli strumenti web 2.0 <strong>di</strong>sponibili in Internet in<br />

questa area me<strong>di</strong>ca.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Associazione Nazionale dei Me<strong>di</strong>ci Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri (ANMCO)<br />

Centro <strong>di</strong> Riferimento Oncologico, Servizio <strong>di</strong> Epidemiologia, Aviano (PN)<br />

Fondazione LuVI<br />

Fondazione SmithKline, Milano<br />

Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravivenza nell’Infarto miocar<strong>di</strong>co (GISSI)<br />

Gruppo Italiano Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Dermatologia GISED, Bergamo<br />

International Centre for Pesticides and Health Risk Prevention, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Auxologico Italiano, Divisione Malattie Metaboliche III, IRCCS, Piancavallo (VB)<br />

<strong>Istituto</strong> Auxologico Italiano, Laboratorio Sperimentale <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Endocrinologiche (LSRE),<br />

IRCCS, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Lavoro, CTO, Torino<br />

<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Divisione <strong>di</strong> Epidemiologia e Biostatistica, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Divisione <strong>di</strong> Chirurgia Cervico Facciale, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale <strong>di</strong> Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), Roma<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico "Carlo Besta", Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Nazionale per lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori, Oncologia Sperimentale, Unità <strong>di</strong> Ere<strong>di</strong>tà<br />

Poligenica, Milano<br />

<strong>Istituto</strong> Tumori “Fondazione Pascale”, Servizio <strong>di</strong> Epidemiologia, Napoli<br />

Novartis Vaccines SpA, Siena<br />

Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Dipartimento Trapianti <strong>di</strong> Fegato, Milano<br />

Ospedale Niguarda Ca’ Granda, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Fisiologia Clinica CNR, Sezione <strong>di</strong> Milano, Milano<br />

Policlinico <strong>di</strong> Monza, Unità Operativa <strong>di</strong> Endoscopia I, Monza (MI)<br />

Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Mangiagalli, Milano<br />

Società Italiana Attività Regolatorie<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano - Bicocca, Dipartimento <strong>di</strong> Statistica, Milano<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Milano<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano-Bicocca, I Clinica Otorinolaringoiatria, DNTB, Monza<br />

Università <strong>di</strong> Milano, Clinica Pe<strong>di</strong>atrica De Marchi, Milano<br />

Università <strong>di</strong> Milano, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca e Biometria “G.A. Maccacaro”, Milano<br />

Università <strong>di</strong> Milano, Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Milano<br />

Università <strong>di</strong> Verona, Clinica Ostetrico Ginecologica, Verona<br />

177<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Catalan Institute of Oncology, Institut d’Investigaciò Biomé<strong>di</strong>ca de Bellvitge (IDIBELL),<br />

Cancer Prevention and Control Unit, L’Hospitalet de Llobregat, Spagna<br />

Center of Oncology, Dept. of Epidemiology and Cancer Prevention, Varsavia, Polonia<br />

Centre for Research in Environmental Epidemiology (CREAL) and Municipal Institute of<br />

Me<strong>di</strong>cal Research (IMIM), Barcellona, Spagna<br />

Harvard School of Public Health, Department of Epidemiology, Boston, USA<br />

Hôpital Necker - Enfants Malades, Centre of the Association Claude Bernard on Auto-immunes<br />

<strong>di</strong>seases, Parigi, Francia<br />

International Agency for Research on Cancer, Lione, Francia<br />

International Epidemiology Institute (IEI), Rockville, USA<br />

International Life Science Institute (ILSI), Bruxelles, Belgio<br />

National Cancer Institute, Environmental Stu<strong>di</strong>es Section, Bethesda, USA<br />

National Cancer Institute, Ra<strong>di</strong>ation Epidemiology Branch, Bethesda, USA<br />

National School of Public Health, WHO, Atene, Grecia<br />

Registre Vaudois des Tumeurs, Institut Universitaire de Médecine Sociale et Préventive,<br />

Losanna, Svizzera<br />

Senologic International Society<br />

Society for Internet in Me<strong>di</strong>cine<br />

Universitat Pompeu Fabra, Department of Experimental and Health Sciences, Barcellona,<br />

Spagna<br />

University of Athens Me<strong>di</strong>cal School, Department of Hygiene and Epidemiology, Atene, Grecia<br />

University of Las Palmas de Gran Canaria, Department of Clinical Sciences, Las Palmas de<br />

Gran Canaria, Spagna<br />

Vanderbilt University, Department of Me<strong>di</strong>cine, School of Me<strong>di</strong>cine, Nashville, USA<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Advances in Therapy (Eva Negri)<br />

Alimentazione e Prevenzione (Carlo La Vecchia)<br />

Asian Pacific Journal of Cancer Prevention (Carlo La Vecchia)<br />

Digestive and Liver Disease (Carlo La Vecchia)<br />

European Journal of Cancer Prevention (Carlo La Vecchia, Associate E<strong>di</strong>tor)<br />

European Journal of Nutrition (Carlo La Vecchia)<br />

Evidence Based Dermatology (Carlo La Vecchia, Liliane Chatenoud)<br />

International Journal of Cancer (Carlo La Vecchia)<br />

Journal of Nephrology (Carlo La Vecchia)<br />

Nutrition and Cancer (Carlo La Vecchia)<br />

Portale Partecipasalute.it – http://www.partecipasalute.it (Eugenio Santoro)<br />

Revisiones en Ginecologìa y Obstetricia (Carlo La Vecchia)<br />

Revista Española de Nutriciò Comunitaria (Carlo La Vecchia)<br />

Revue d’Epidémiologie et de Santé Publique (Carlo La Vecchia)<br />

Società Italiana Attività Regolatorie News, SIARNews (Eugenio Santoro)<br />

The Lancet, e<strong>di</strong>zione italiana (Carlo La Vecchia)<br />

Tumori (Carlo La Vecchia)<br />

178<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ATTIVITA’ DI REVISIONE<br />

Acta Psychiatrica Scan<strong>di</strong>navica, American Journal of Clinical Nutrition, American Journal of<br />

Epidemiology, Annals of Epidemiology, Annals of Oncology, Archives of Internal Me<strong>di</strong>cine,<br />

BMC-Public Health, British Journal of Cancer, British Journal of Nutrition, British Me<strong>di</strong>cal<br />

Journal, Cana<strong>di</strong>an Journal of Physiology and Pharmacology, Cancer, Cancer Causes and<br />

Control, Cancer Epidemiology Biomarkers and Prevention, Computer Methods and Programs in<br />

Biome<strong>di</strong>cine, Diabetes/Metabolism Research and Reviews, Digestive Liver Disease,<br />

Epidemiologia & Prevenzione, Epidemiology, Epidemiology & Biostatistic, European Heart<br />

Journal, European Journal of Cancer, European Journal of Cancer Prevention, European Journal<br />

of Clinical Nutrition, European Journal of Epidemiology, European Journal of Public Health,<br />

Evidence-Based Healthcare & Public Health, Gynecological Endocrinology, Gut, Hepatology,<br />

Human Reproduction, International Journal of Cancer, International Journal of Epidemiology,<br />

International Journal of Obesity, JAMA, Journal of American College of Nutrition, Journal of<br />

Clinical Endocrinology and Metabolism, Journal of Clinical Epidemiology, Journal of<br />

Epidemiology and Community Health, Journal of the National Cancer Institute, Maturitas,<br />

Nicotine & Tobacco Research, Nutrition and Cancer, Obstetric and Gynecology, Oncology,<br />

Preventive Me<strong>di</strong>cine, Ra<strong>di</strong>ation Research, Revue d’Epidèmiologie et de Santé Publique, The<br />

Breast, The Cancer Journal, The Lancet, Tumori.<br />

PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

Advisory Committee of the Oxford Collaborative group on Aetiological Factors in Cancers of<br />

the Female Genital Tract<br />

Comitato Scientifico del Gruppo Italiano Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Dermatologia<br />

Comitato Scientifico della Società Italiana <strong>di</strong> Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale<br />

Consiglio Superiore <strong>di</strong> Sanità, Gruppo <strong>di</strong> lavoro sul Metodo Di Bella<br />

Data and Safety Monitoring Board of the “Phase II therapeutic trial with a humanized<br />

nonmitogenic CD3 (ChAgly CD3) monoclonal antibody in recently <strong>di</strong>agnosed type I <strong>di</strong>abetic<br />

patients”<br />

IARC/OMS <strong>di</strong> Lione e OMS <strong>di</strong> Ginevra<br />

Scientific Review Committee del UND/WHO/World Bank Human Reproduction Programme<br />

Società Italiana della Riproduzione<br />

Ministero della Salute, Sottocomitato fumo.<br />

Ministero della Salute, Commissione Oncologica Nazionale.<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

LABORATORIO<br />

Workshop on Environment & Health: Air quality research needs and opportunities in the EU<br />

seventh framework programme of research (FP7). CONCAWE. “European stu<strong>di</strong>es on ambient<br />

particulate matter and health, with a focus on long-term exposure”. Bruxelles, Belgio. 15<br />

Gennaio <strong>2007</strong><br />

4th Annual Inhance Meeting. IARC. “Family history of oral cancer”. Lione, Francia. 18-19<br />

Gennaio <strong>2007</strong><br />

179<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Press Lunch AIRC. “Le sostanze che fanno bene: ricerca sui flavonoi<strong>di</strong> e vitamina C per<br />

<strong>di</strong>fendersi dal cancro”. Milano. 25 Gennaio <strong>2007</strong><br />

IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans. Volume 96: Alcoholic<br />

beverage consumption, acetaldehyde and urethane. Lione, Francia. 6-13 Febbraio <strong>2007</strong><br />

Hi-wate Kick-Off Meeting. Barcellona, Spagna.13-15 Febbraio <strong>2007</strong><br />

HEM – Closing the Gap in central Europe. Meeting of country coor<strong>di</strong>nators. Varsavia. Polonia.<br />

5-6 Marzo <strong>2007</strong><br />

Incontro Conferenza stampa. Presentazione dell’analisi dei risultati a 5 anni <strong>di</strong> tre stu<strong>di</strong>, condotti<br />

da Mayo Clinic, Lee Moffit Center e INT/IEO, eseguita dagli epidemiologi dello Sloan<br />

Kettering, sull’utilità della <strong>di</strong>agnosi precoce con TAC spirale come strumento <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduazione<br />

precoce del tumore al polmone, pubblicata su The Journal of American Me<strong>di</strong>cal Association e<br />

commentata su Nature. Milano. 7 Marzo <strong>2007</strong><br />

IARC Fellowships Committee Meeting <strong>2007</strong>. Lione, Francia. 26-27 Marzo <strong>2007</strong><br />

IV Convegno Nazionale. La tutela della salute nelle attività sportive e la lotta contro il doping.<br />

“Un’indagine sulla conoscenza, attitu<strong>di</strong>ne e prevalenza del doping nell’opinione degli atleti<br />

italiani. Roma. 3 Aprile <strong>2007</strong><br />

ESMO International Symposium. ESMO. “The smoking epidemic and lung cancer”. Ginevra,<br />

Svizzera. 30 Marzo-1 Aprile <strong>2007</strong>.<br />

Porto Cancer Meeting. XVI E<strong>di</strong>tion. Cancer etiology: Brindging worlds. “Cancer mortality<br />

trends in the European Union: priorities for cancer control”. Porto, Portogallo. 20-21 Aprile<br />

<strong>2007</strong>.<br />

Giornata mon<strong>di</strong>ale senza tabacco. IX Convegno nazionale tabagismo e servizio sanitario<br />

nazionale. “Politiche <strong>di</strong> controllo del fumo: quali azioni da intraprendere”. Roma. 31 Maggio<br />

<strong>2007</strong><br />

The future of me<strong>di</strong>cal sciences. “Infectious <strong>di</strong>seases: new frontiers and migration pathologies”.<br />

Milano. 8 Giugno <strong>2007</strong>.<br />

6° National Congress SIB – Italian Biometric Society. “New perspective on parametric<br />

confidence intervals for the cost-effectiveness ratio”. Pisa. 20-22 Giugno <strong>2007</strong><br />

Forum dei centri per la <strong>di</strong>sassuefazione dal fumo. “Epidemiologia della <strong>di</strong>sassuefazione e<br />

stratificazione delle popolazioni che accedono all’ambulatorio specialistico”. Roma. 5 Luglio<br />

<strong>2007</strong>.<br />

Inse<strong>di</strong>amento della Commissione Oncologica Nazionale. Roma. 12 Luglio <strong>2007</strong>.<br />

1st Meeting of Collaborators. Collaborative Group on epidemiological stu<strong>di</strong>es of endometrial<br />

cancer. St Hilda’s College, Oxford, UK. 13-14 Luglio <strong>2007</strong><br />

56° International congress ISI - International Statistical Institute. “New perspective on<br />

confidence intervals for the ratio of means of Normal Variables, jointly <strong>di</strong>stributed as a<br />

Bivariate Normal”. Lisbona, Portogallo. 22-29 Agosto <strong>2007</strong>.<br />

ERA-net-<strong>2007</strong>-rtd evaluation. “Evaluation”. Bruxelles, Belgio. 3-4 Settembre <strong>2007</strong><br />

26 Journèes Internationales Huiles Essentielles & Extraits. “L’Huile d’olive: Santè, bien-être et<br />

prevention du cancer”. Digne Les Bains, Francia. 13-14 Settembre <strong>2007</strong>.<br />

IV National Congress SISMEC – Italian Society of Me<strong>di</strong>cal Statistics and Clinical<br />

Epidemiology. “Bioequivalence assessment from crossover data: a new approach for the<br />

180<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

construction of confidence intervals for the ratio of two formulation means”. “Epidemiologia”.<br />

Monreale (PA). 19-22 Settembre <strong>2007</strong>.<br />

I determinanti della salute: una valutazione quantitativa. Sassari. 5-6 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza. Osteonecrosi della man<strong>di</strong>bola (ONJ) in corso <strong>di</strong> terapia con bisfosfonati. Milano. 8<br />

Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

62° Congresso Nazionale FIMMG-METIS. “Caffè e cancro, con riferimento ad altre patologie<br />

dell’apparato <strong>di</strong>gerente “. Villasimius (CA) 8-14 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Conferenza Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. “L’alimentazione nella prevenzione dei<br />

tumori”. Castelfranco Veneto. 11 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Le giornate nazionali <strong>di</strong> nutrizione pratica <strong>2007</strong>. “Dieta me<strong>di</strong>terranea e cancro. Elementi <strong>di</strong><br />

prevenzione”. Milano.18 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Closing the Gap final conference. The evolution of health following enlargement HEM.<br />

“Car<strong>di</strong>ovascular <strong>di</strong>sease”. Bruxelles, Belgio. 23 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

PSONET European registry of psoriasis. “International safety review board”. Roma. 25 Ottobre<br />

<strong>2007</strong>.<br />

XXXI Congresso Annuale AIE. “Fattori <strong>di</strong> rischio per le cadute nell’anziano: scopo per una<br />

revisione sistematica”, “Interventi <strong>di</strong> prevenzione delle cadute negli anziani con particolare<br />

attenzione agli aspetti relativi alla partecipazione dei soggetti”. Ostuni (BR) 17-19 Ottobre<br />

<strong>2007</strong>.<br />

Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro organizzata Associazione Italiana Ricerca sul<br />

Cancro. “I danni al nostro DNA provocati dall’ambiente”. 10 Novembre <strong>2007</strong>.<br />

7 th Scientific Meeting of the International Epidemiology Association. EMR: epidemiology<br />

translating science to health care. “Diet and cancer risk in me<strong>di</strong>terranean countries” Riyadh,<br />

Arabia Sau<strong>di</strong>ta. 27-29 Novembre <strong>2007</strong>.<br />

Vino e salute. Convegno scientifico <strong>di</strong>vulgativo. “L’aumento della longevità associato al<br />

corretto consumo <strong>di</strong> vino” “Perché occorre evitare l’abuso <strong>di</strong> bevande alcoliche”. Grinzane<br />

Cavour (CN). 24 Novembre <strong>2007</strong><br />

XXXXIX Congresso nazionale AIPO. Malattie respiratorie: emergenza sociale. “Epidemiology<br />

of lung cancer”. Firenze. 4-7 Dicembre <strong>2007</strong>.<br />

Convegno regionale AIOM Lombar<strong>di</strong>a. “Riduzione della mortalità per cancro in Europa:<br />

illusione o realtà?”. Milano. 14 Dicembre <strong>2007</strong>.<br />

XII World Congress on Internet in Me<strong>di</strong>cine. “GCPBASE: a web-based tool for remote data<br />

capture in a clinical trial”. Lipsia, Germania.7-10 ottobre <strong>2007</strong>.<br />

XXII Workshop GIDIF, RBM (Gruppo Italiano Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e<br />

degli Istituti <strong>di</strong> Ricerca Biome<strong>di</strong>ca), Palazzo delle Stelline. “Tecnologia RSS e aggregatori <strong>di</strong><br />

notizie: un nuovo modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire l’informazione”. Milano. 4 <strong>di</strong>cembre <strong>2007</strong><br />

Master Universitario <strong>di</strong> II livello in “Informatica me<strong>di</strong>ca”, Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, anno<br />

accademico 2006-<strong>2007</strong>. Ruolo <strong>di</strong> docenza nel modulo “Internet e sanità; strumenti e<br />

applicazioni al servizio del me<strong>di</strong>co e del citta<strong>di</strong>no”. U<strong>di</strong>ne. 24 maggio <strong>2007</strong>.<br />

Corso, “Internet e l’aggiornamento professionale in ambito biome<strong>di</strong>co” promosso da ULSS n.6<br />

Vicenza. “Siti e applicazioni Internet in ambito me<strong>di</strong>co”. Vicenza. 6 giugno <strong>2007</strong><br />

181<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Corso, “Me<strong>di</strong>cina basata sulle prove <strong>di</strong> efficacia” promosso dall’Azienda Unità Sanitaria<br />

Locale n.1 <strong>di</strong> Sassari. “Siti e applicazioni Internet in ambito me<strong>di</strong>co: tipologia <strong>di</strong><br />

informazione e modalità <strong>di</strong> reperimento”. Sassari. 7 maggio <strong>2007</strong>.<br />

Corso, “Me<strong>di</strong>cina basata sulle prove <strong>di</strong> efficacia” promosso dall’Azienda Unità Sanitaria<br />

Locale n.1 <strong>di</strong> Sassari. “Siti e applicazioni Internet in ambito me<strong>di</strong>co: tipologia <strong>di</strong><br />

informazione e modalità <strong>di</strong> reperimento”. Sassari. 21 settembre <strong>2007</strong>.<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

AIFA<br />

Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro<br />

AstraZeneca Italia<br />

Comune <strong>di</strong> Milano<br />

Lega Italiana Lotta contro i Tumori<br />

European Commission (FP6)<br />

GISED<br />

Ministero della Salute<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL’ANNO <strong>2007</strong><br />

La Vecchia C.<br />

Hormone replacement therapy in menopause and breast, colorectal and lung cancer: an update.<br />

In: Treatment of the Postmenopausal Woman: Basic and Clinical Aspects, ed 3, Lobo R.A. ed.<br />

Academic Press, <strong>2007</strong>, pp. 599-608 (<strong>2007</strong>).<br />

Gallus S, La Vecchia C.<br />

Is there a link between <strong>di</strong>et and esophageal cancer?<br />

Nature Clin. Practice Gastroenterol. & Hepatol., 4: 2-3 (<strong>2007</strong>).<br />

Dal Maso L, La Vecchia C, Augustin LSA, Mantzoros CS, Kendall CWC, Franceschi S.<br />

Relationship between a wide range of alcohol consumptions, components of the insulin-like growth factor system and<br />

a<strong>di</strong>ponectin.<br />

Eur. J. Clin. Nutr., 61: 221-225 (<strong>2007</strong>).<br />

Galeone C, Talamini R, Levi F, Pelucchi C, Negri E, Giacosa A, Montella M, Franceschi S, La Vecchia C.<br />

Fried foods, olive oil and colorectal cancer.<br />

Ann. Oncol., 18: 38-39 (<strong>2007</strong>).<br />

Ran<strong>di</strong> R, Pelucchi C, Gallus S, Parpinel M, Dal Maso L, Talamini R, Augustin LSA, Giacosa A, Montella M,<br />

Franceschi S, La Vecchia C.<br />

Lipid, protein and carbohydrate intake in relation to body mass index: an Italian study.<br />

Publ. Health Nutr., 10: 306-310 (<strong>2007</strong>).<br />

La Vecchia C., Bosetti C.<br />

Diet and cancer risk in Me<strong>di</strong>terranean countries.<br />

Hungarian Med. J., 1: 13-23 (<strong>2007</strong>)<br />

Colosio C, Fustinoni S, Corsini E, Bosetti C, Birindelli S, Boers D, Campo L, La Vecchia C, Liesivuori J, Pennanen<br />

S, Pennanen S, Vergieva T, van Amelsvoort L.G.P.M., Steerenberg P, Swaen GMH, Zaikov C, van Loveren H.<br />

Changes in serum markers in<strong>di</strong>cative of health effects in vineyard workers following exposure to the fungicide<br />

mancozeb: an Italian study.<br />

182<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Biomarkers, 12: 574-588 (<strong>2007</strong>).<br />

Bravi F, Bosetti C, Negri E, Lagiou P, La Vecchia C.<br />

Family history of cancer provided by hospital controls is satisfactorily reliable.<br />

J. Clin. Epidemiol., 60: 171-175 (<strong>2007</strong>).<br />

Chiaffarino F, Parazzini F, Bosetti C, Franceschi S., Talamini R, Canzonieri V, Montella M, Ramazzotti C, La<br />

Vecchia C.<br />

Risk factors for ovarian cancer histotypes.<br />

Eur. J. Cancer., 43: 1208-1213 (<strong>2007</strong>).<br />

Scotti L, Tavani A, Bosetti C, Dal Maso L, Talamini R, Montella M, Franceschi S, La Vecchia C.<br />

Diabetes and risk of non-Hodgkin lymphoma: a case-control study.<br />

Tumori, 93: 1-3 (<strong>2007</strong>).<br />

Galeone C, Negri E, Pelucchi C, La Vecchia C, Bosetti C, Hu J.<br />

Dietary intake of fruit and vegetable and lung cancer risk: a case-control study in Harbin, northeast China.<br />

Ann. Oncol., 18: 388-392 (<strong>2007</strong>).<br />

Bosetti C, Boffetta P, La Vecchia C.<br />

Occupational exposures to polycyclic aromatic hydrocarbons, and respiratory and urinary tract cancers: a quantitative<br />

review to 2005.<br />

Ann. Oncol., 18: 431-446 (<strong>2007</strong>).<br />

Pelucchi C, Galeone C, Talamini R, Bosetti C, Montella M, Negri E, Franceschi S, La Vecchia C.<br />

Lifetime ovulatory cycles and ovarian cancer risk in 2 Italian case-control stu<strong>di</strong>es.<br />

Am. .J Obstet. Gynecol., 196: 83.e1-83.e7 (<strong>2007</strong>).<br />

La Vecchia C, Tavani A.<br />

Coffee and cancer risk: an update.<br />

Eur. J. Cancer Prev., 16: 385-389 (<strong>2007</strong>).<br />

La Vecchia C., Negri E., International Collaboration of Epidemiological Stu<strong>di</strong>es of Cervical Cancer.<br />

Cervical cancer and hormonal contraceptives: collaborative reanalysis of in<strong>di</strong>vidual data on 16573 women with<br />

cervical cancer and 35509 women without cervical cancer from 24 epidemiological stu<strong>di</strong>es.<br />

Lancet, 370: 1609-1621 (<strong>2007</strong>).<br />

Montella M, Polesel J, La Vecchia C, Dal Maso L, Crispo A, Crovatto M, Casarin P, Izzo G, Tommasi LG, Talamini<br />

R, Franceschi S.<br />

Coffee and tea consumption and risk of hepatocellular carcinoma in Italy.<br />

Int. J. Cancer, 120: 1555-1559 (<strong>2007</strong>).<br />

Gallus S, Scotti L, Negri E, Talamini R, Franceschi S, Montella M, Giacosa A, Dal Maso L, La Vecchia C.<br />

Artificial sweeteners and cancer risk in a network of case-control stu<strong>di</strong>es.<br />

Ann. Oncol., 18: 40-44 (<strong>2007</strong>).<br />

Bertuccio P, Tavani A, Gallus S, Negri E, La Vecchia C.<br />

Menstrual and reproductive factors and risk of non-fatal acute myocar<strong>di</strong>al infarction in Italy.<br />

Eur. J. Obst. Gynecol. Repr. Biol., 134: 67-72 (<strong>2007</strong>).<br />

Pira E, Pelucchi C, Piolatto PG, Negri E, Discalzi G, La Vecchia C.<br />

Role of first and subsequent asbestos exposures on mesothelioma and lung cancer.<br />

Br. J. Cancer, 97: 1300-1304 (<strong>2007</strong>).<br />

Polesel J, Dal Maso L, La Vecchia C, Montella M, Spina M, Crispo A, Talamini R, Franceschi S.<br />

Dietary folate, alcohol consumption, and risk of non-Hodgkin Lymphoma.<br />

Nutr. Cancer, 57: 146-150 (<strong>2007</strong>).<br />

Gallus S., Foschi R, Negri E, Talamini R, Franceschi S, Montella M, Ramazzotti V, Tavani A, Dal Maso L, La<br />

Vecchia C.<br />

Dietary zinc and prostate cancer risk: a case-control study from Italy.<br />

Eur. Urol., 52: 1052-1057 (<strong>2007</strong>).<br />

183<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Tavani A, Zucchetto A, Dal Maso L, Montella M, Ramazzotti V, Talamini R, Franceschi S, La Vecchia C<br />

Lifetime physical activity and the risk of renal cell cancer.<br />

Int. J. Cancer, 120: 1977-1980 (<strong>2007</strong>)<br />

Pelucchi C, Galeone C, Dal Maso L, Talamini R, Montella M, Ramazzotti V, Negri E, Franceschi S, La Vecchia C.<br />

Dietary acrylamide and renal cell cancer.<br />

Int. J. Cancer, 120: 1376-1377 (<strong>2007</strong>).<br />

Gallus S, Zuccaro P, Colombo P, Apolone G, Pacifici R, Garattini S, Bosetti C, La Vecchia C.<br />

Smoking in Italy 2005-2006: Effects of a comprehensive national tobacco regulation.<br />

Prev. Med., 45: 198-2001 (<strong>2007</strong>).<br />

Gallus S, Nal<strong>di</strong> L, Carli P, La Vecchia C, and the Italian Group for Epidemiologic Research in Dermatology<br />

(GISED).<br />

Nevus count on specific anatomic sites as a pre<strong>di</strong>ctor of total body count: a survey of 3,406 children from Italy.<br />

Am. J. Epidemiol., 166: 472-478 (<strong>2007</strong>).<br />

Levi F, Ran<strong>di</strong>mbison L, Maspoli M, Te VC, La Vecchia C.<br />

Second neoplasms after oesophageal cancer.<br />

Int. J. Cancer, 121, 694-697 (<strong>2007</strong>).<br />

Bosetti C. Levi F. Lucchini F, Zatonski WA, Negri E, La Vecchia C.<br />

Worldwide mortality from cirrhosis: An update to 2002.<br />

J. Hepatol., 46: 827-839 (<strong>2007</strong>).<br />

Fossati R, Apolone G, Negri E, Compagnoni A, La Vecchia C, Mangano S, Clivio L, Garattini S for the General<br />

Practice Tobacco Cessation Investigators Group.<br />

A double-blind, placebo controlled, randomized trial of bupropion for smoking cessation in primary care.<br />

Arch. Intern. Med., 167: 1791-1797 (<strong>2007</strong>).<br />

Rossi M, Garavello W, Talamini R, La Vecchia C, Franceschi S, Lagiou P, Zambon P, Dal Maso L, Bosetti C, Negri<br />

E.<br />

Flavonoids and risk of squamous cell esophageal cancer.<br />

Int. J. Cancer, 120: 1560-1564, (<strong>2007</strong>).<br />

Bertuccio P, Malvezzi M, Chatenoud L, Bosetti C, Negri E, Levi F, La Vecchia C.<br />

Testicular cancer mortality in the Americas (1980-2003).<br />

Cancer, 109: 776-779 (<strong>2007</strong>).<br />

Galeone C, Pelucchi C, Talamini R, Negri E, Dal Maso L, Montella M, Ramazzotti V,<br />

Franceschi S, La Vecchia C. Onion and garlic intake and the odds of benign prostatic hyperplasia.<br />

Urology, 70: 672-676 (<strong>2007</strong>).<br />

Zucchetto A, Dal Maso L, Tavani A, Montella M, Ramazzotti V, Talamini R, Canzonieri V, Garbeglio A, Negri E,<br />

Franceschi S, La Vecchia C.<br />

History of treated hypertension and <strong>di</strong>abetes mellitus and risk of renal cell cancer.<br />

Ann. Oncol., 18: 596-600 (<strong>2007</strong>).<br />

Wang SS, Slager SL, Brennan P, Holly EA, De Sanjose S, Bernstein L, Boffetta P, Cerhan JR, Mayna<strong>di</strong>e M, Spinelli<br />

JJ, Chiu BCH, Cocco PL, Mensah F, Zhang Y, Nieters A, Dal Maso L, Bracci PM, Seniori Costantini A, Vineis P,<br />

Severson RK, Roman E, Cozen W, Weisenburger D, Davis S, Franceschi S, La Vecchia C, Foretova L, Becker N,<br />

Staines A, Vornanen M, Zheng T, Hartge P.<br />

Family history of hematopoietic malignancies an risk of non-Hodgkin lymphoma (NHL): a pooled analysis of 10 211<br />

cases and 11 956 controls from the International Lymphoma Epidemiology Consortium. (InterLymph).<br />

Blood, 109: 3479-3488 (<strong>2007</strong>).<br />

Bosetti C, Rossi M, McLaughlin JK, Negri E, Talamini R, Lagiou P, Montella M, Ramazzotti V, Franceschi S, La<br />

Vecchia C.<br />

Flavonoids and the risk of renal cell carcinoma.<br />

Cancer Epidemiol. Biomarkers Prev., 16: 98-11 (<strong>2007</strong>).<br />

Garavello W, Rossi M, McLaughlin JK, Bosetti C, Negri E, Lagiou P, Talamini R, Franceschi S, Parpinel M, Dal<br />

Maso L, La Vecchia C.<br />

184<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Flavonoids and laryngeal cancer risk in Italy.<br />

Ann. Oncol., 18: 1104-1109 (<strong>2007</strong>).<br />

Bravi F., Bosetti C., Tavani A., Bagnar<strong>di</strong> V., Gallus S., Negri E., Franceschi S., La Vecchia C.<br />

Coffee drinking and hepatocellular carcinoma risk: a meta-analysis.<br />

Hepatology, 46: 430-435 (<strong>2007</strong>)<br />

La Vecchia C.<br />

Alcohol and liver cancer.<br />

Eur. J. Cancer Prev., 16: 495-497 (<strong>2007</strong>).<br />

Levi F, Lucchini F, Negri E, La Vecchia C.<br />

Continuing declines in cancer mortality in the European Union.<br />

Ann. Oncol., 18: 593-595 (<strong>2007</strong>).<br />

Dal Maso L, Zucchetto A, Tavani A, Montella M, Ramazzotti V, Talamini R, Canzonieri V, Garbeglio A, Negri E,<br />

Tonini A, La Vecchia C, Franceschi S.<br />

Renal cell cancer and body size at <strong>di</strong>fferent ages: an Italian multicenter case-control study.<br />

Am. J. Epidemiol., 166: 582-591 (<strong>2007</strong>).<br />

Hashibe M, Brennan P, Benhamou S, Castellsague X, Chen C, Curado MP, Dal Maso L, Daudt AW, Fabianova E,<br />

Wünsch-Filho V, Franceschi S, Hayes RB, Herrero R, Koifman S, La Vecchia C, Lazarus P, Levi F, Mates D, Matos<br />

E, Menezes A, Muscat J, Eluf-Neto J, Olshan AF, Rudnai P, Schwartz SM, Smith E, Sturgis EM, Szeszenia-<br />

Dabrowska N, Talamini R, Wei Q, Winn DM, Zaridze D, Witold Zatonski W, Zhang ZF, Berthiller J, Boffetta P.<br />

Alcohol drinking in never users of tobacco, cigarette smoking in never drinkers, and the risk of head and neck cancer:<br />

pooled analysis in the International Head and Neck Cancer Epidemiology Consortium (Inhance).<br />

JNCI, 99: 777-789 (<strong>2007</strong>)<br />

Gallus S., Foschi R., Talamini R., Altieri A., Negri E., Franceschi S., Montella M., Dal Maso L., Ramazzotti V., La<br />

Vecchia C.<br />

Risk factors for prostate cancer in men aged less than 60 years. A case-control study from Italy.<br />

Urology, 70: 1121-1126 (<strong>2007</strong>).<br />

Levi F, Bosetti C, Fernandez E, Hill C, Lucchini F, Negri E, La Vecchia .<br />

Trends in lung cancer in young European women: the rising epidemic in France and Spain.<br />

Int. J. Cancer, 121: 462-465 (<strong>2007</strong>).<br />

Nal<strong>di</strong> L, Chatenoud L, Bertuccio P, Zinetti C, Di Landro A, Scotti L, La Vecchia C, and the Oncology Cooperative<br />

Group of the Italian Group for Epidemiologic Research in Dermatology (GISED).<br />

Improving sun protection behavior among children: results of a cluster-randomized trial in Italian elementary schools.<br />

The "SoleSi SoleNo-GISED" project.<br />

J. Invest. Dermatol., 127: 1871-1877 (<strong>2007</strong>).<br />

Ran<strong>di</strong> G, Scotti L, Bosetti C, Talamini R, Negri E, Franceschi S, Levi F, La Vecchia C.<br />

Pipe smoking and cancers of the upper <strong>di</strong>gestive tract.<br />

Int. J., Cancer, 121: 2049-2051 (<strong>2007</strong>).<br />

Rossi M., Garavello W., Talamini R., Negri E., Bosetti C., Dal Maso L., Lagiou P., Tavani A., Polesel J., Barzan L.,<br />

Ramazzotti V., Franceschi S., La Vecchia C.<br />

Flavonoids and the risk of oral and pharyngeal cancer: a case-control study from Italy.<br />

Cancer Epidemiol. Biomarkers Prev., 16: 1621-1625 (<strong>2007</strong>).<br />

Polesel J., Talamini R., Montella M., Dal Maso L., Crovatto M., Parpinel M., Izzo F., Tommasi LG, Serraino D, La<br />

Vecchia C, Franceschi S.<br />

Nutrients intake and the risk of hepatocellular carcinoma in Italy.<br />

Int. J. Cancer, 43: 2381-2387 (<strong>2007</strong>).<br />

La Vecchia C., Fabbri L.M.<br />

RE: Prevention of death in COPD.<br />

N Engl J Med. <strong>2007</strong> May 24;356(21):2211-2.<br />

Galeone C, Pelucchi C, Talamini R, Negri E, Montella M, Ramazzotti V, Zucchetto A, Dal Maso L, Franceschi S, La<br />

Vecchia C.<br />

185<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Fibre intake and renal cell carcinoma: a case-control study from Italy.<br />

Int. J. Cancer, 121: 1869-1862 (<strong>2007</strong>).<br />

Boffetta P, McLaughlin JK, La Vecchia C, Autier P, Boyle P.<br />

“Environment” in cancer causation and aetiological fraction: limitations and ambiguities.<br />

Carcinogenesis, 28:913-5 (<strong>2007</strong>).<br />

Gallus S, Scottti L, Talamini R, Franceschi S, Dal Maso L, Negri E, La Vecchia C.<br />

Re: Alcohol consumption and ovarian cancer risk in a population-based case-control study by Peterson et al.<br />

Int. J. Cancer, 121: 2578-2579 (<strong>2007</strong>).<br />

Gallus S., La Vecchia C.<br />

Reply to L.C. Costello, R.B. Franklin’s Letter to the E<strong>di</strong>tor re: Gallus S., Foschi R., Negri E., et al. Dietary zinc and<br />

prostate cancer risk: a case-control study from Italy.<br />

Eur. Urol., 52: 1263-1264 (<strong>2007</strong>)<br />

Deandrea S, Bertuccio P, Chatenoud L, Franceschi S, Serraino D, La Vecchia C.<br />

Reply to “Alcohol consumption and risk of Hodgkin’s lymphoma and multiple myeloma: a multicentre case-control<br />

study” by Gorini et al,<br />

Ann. Oncol., 18: 1119-1121 (<strong>2007</strong>).<br />

Ferlay J, Ran<strong>di</strong> G, Bosetti C, Levi F, Negri E, Boyle P, La Vecchia C.<br />

Declining mortality from bladder cancer in Europe.<br />

BJU Int., 101: 11-19 (<strong>2007</strong>).<br />

Levi F, Te VC, Maspoli M, Ran<strong>di</strong>mbison L, Bulliard JL, La Vecchia C<br />

Trends in breast cancer incidence among women under the age of forty.<br />

Br. J. Cancer, 97: 1013-1014 (<strong>2007</strong>).<br />

Corrao G, Zambon A, Nicotra F, Fornari C, La Vecchia C, Mezzanzanica M, Nappi RE, Merlino L, Cesana G.<br />

Persistence with oral and transdermal hormone replacement therapy and hospitalisation for car<strong>di</strong>ovascular outcomes.<br />

Maturitas, 57:315-324 (<strong>2007</strong>).<br />

Lucenteforte E, Bosetti C, Talamini R, Montella M, Zucchetto A, Pelucchi C, Franceschi S, Negri E, Levi F, La<br />

Vecchia C.<br />

Diabetes and endometrial cancer: effect mo<strong>di</strong>fication by body weight, physical activity and hypertension.<br />

Br. J. Cancer, 97: 995-998 (<strong>2007</strong>).<br />

Bravi F, Bosetti C, La Vecchia C.<br />

Re: Coffee and hepatocellular carcinoma: cause or confoun<strong>di</strong>ng?<br />

Hepatology, 28: 46:2047 (<strong>2007</strong>).<br />

Ran<strong>di</strong> G, Pelucchi C, Negri E, Talamini R,Galeone C, Franceschi S, La Vecchia C.<br />

Family history of urogenital cancers in patients with bladder, renal cell and prostate cancers.<br />

Int. J. Cancer, 121: 2748-2752 (<strong>2007</strong>).<br />

Levi F, La Vecchia C.<br />

Epidemiologie et tendances du cancer en Suisse.<br />

Bull. Cancer, 94: 775-780 (<strong>2007</strong>).<br />

Boccar<strong>di</strong> D, Menni S, Ferraroni M, Stival G, Bernardo L, La Vecchia C, Decarli A.<br />

Birthmarks and transient skin lesions in newborns and their relationship to maternal factors: a preliminary report from<br />

Northern Italy.<br />

Dermatology, 215: 53-58 (<strong>2007</strong>).<br />

Santoro E, Clivio L, Mangano S.<br />

GCPBASE: a web-based tool for remote data capture in a clinical trial.<br />

Technology and Health Care, 15:355 (<strong>2007</strong>).<br />

186<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE<br />

NELL’ANNO <strong>2007</strong><br />

La Vecchia C. Tumori. L’Eco-<strong>di</strong>fesa. Salviamoci dall’autoinquinamento da fumo e alcol. Repubblica, no. 555: 9-10<br />

(<strong>2007</strong>).<br />

La Vecchia C, Beghi E. Epidemiologia delle demenze. In: La demenza in Italia. Aggiornamento e casi clinici<br />

interattivi. UTET, Torino, <strong>2007</strong>; 20-24.<br />

La Vecchia C. Me<strong>di</strong>terranean <strong>di</strong>et and cancer. Element of prevention. Rivista Nutrizione Pratica, no. 1: 26-31 (<strong>2007</strong>).<br />

La Vecchia C. European stu<strong>di</strong>es on ambient particulate matter and health, with a focus on long-term exposure.<br />

In: Workshop on environment & health: air quality research needs and opportunities in the EU seventh framework.<br />

Programme of research (FP7). Proc. Symp. Brussels, Jan. 15-17, <strong>2007</strong>. Concawe, Brussels; <strong>2007</strong>: 13-15.<br />

Bertuccio P, Foschi R<br />

La salute del bambino nel primo anno <strong>di</strong> vita in Italia: che cosa è cambiato?<br />

NEWS & OPINIONS in Ginecologia <strong>2007</strong> 2 : 4-9.<br />

Santoro E. Podcast, wiki e blog: il web 2.0 al servizio della formazione e dell’aggiornamento del me<strong>di</strong>co. Recenti<br />

Prog Med , 98:484-494 (<strong>2007</strong>).<br />

Santoro E. Il sito del British Me<strong>di</strong>cal Journal. Ricerca&Pratica, n. 136: 169-170 (<strong>2007</strong>).<br />

Santoro E. Strumenti <strong>di</strong> rating al servizio del pubblico: è vero empowerment? Ricerca&Pratica, n. 137: 189-91<br />

(<strong>2007</strong>).<br />

Santoro E. Il web 2.0: dalla partecipazione alla in-formazione. Ricerca&Pratica, n. 138:266-269 (<strong>2007</strong>).<br />

Santoro E. Web 2.0 e me<strong>di</strong>cina. CARE, 6: 33-37 (<strong>2007</strong>).<br />

Santoro E. Open access e ricerca biome<strong>di</strong>ca: un nuovo modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere i risultati della ricerca. SIAR News, 51:<br />

29-31 (<strong>2007</strong>).<br />

Santoro E. My NCBI: uno strumento per l’aggiornamento perio<strong>di</strong>co dei risultati <strong>di</strong> una ricerca eseguita sul database<br />

Medline. SIAR News, 50:47-49 (<strong>2007</strong>).<br />

Santoro E. Informazione sanitaria: ecco le linee guida. Me<strong>di</strong>ci Oggi, n. 6: 8-9 (<strong>2007</strong>).<br />

Santoro E. Revolution Health e il coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni: uno strumento <strong>di</strong> empowerment? PartecipaSalute,<br />

<strong>2007</strong>; http://www.partecipasalute.it/cms/node/621.<br />

Santoro E. I blog come strumento <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> esperienze tra pazienti. PartecipaSalute <strong>2007</strong>;<br />

http://www.partecipasalute.it/cms/node/652.<br />

Santoro E. Open source e web 2.0: una guida per gli utenti <strong>di</strong> Partecipasalute. PartecipaSalute <strong>2007</strong>;<br />

http://www.partecipasalute.it/cms/node/704.<br />

Santoro E. Meglio Google o PubMed? II puntata. Va’ Pensiero <strong>2007</strong>;<br />

http://www.pensiero.it/attualita/articolo.asp?ID_sezione=31&ID_articolo=553<br />

Santoro E. “Internet e me<strong>di</strong>cina”. In Enciclope<strong>di</strong>a Me<strong>di</strong>ca Italiana, aggiornamento III, Tomo 1, pp. 1691-1714. UTET<br />

<strong>2007</strong> (a cura <strong>di</strong> L. Vella).<br />

Pistotti V, Santoro E. “Navigare sulla rete alla ricerca <strong>di</strong> informazioni <strong>di</strong> salute”. In La <strong>di</strong>spensa <strong>di</strong> PartecipaSalute,<br />

pp. 85-89. <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”, Milano <strong>2007</strong>.<br />

187<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Raccolta e gestione dati<br />

La raccolta <strong>di</strong> dati epidemiologici è continuata come previsto, come anche l’input e la<br />

correzione dei dati raccolti. Il dataset complessivo ora include 1.250 casi <strong>di</strong> tumore del cavo<br />

orale e della faringe, 700 dell’esofago, 1.100 dello stomaco, 6.500 del colon-retto, 600 del<br />

fegato, 120 della colecisti e dei dotti biliari, 600 del pancreas, 850 della laringe, 500 <strong>di</strong><br />

melanoma maligno cutaneo, 7.000 della mammella, 1.000 della cervice e 1.000 dell’endometrio,<br />

200 della malattia trofoblastica gestazionale, 200 della vulva, 2.000 dell’ovaio, 1.300 della<br />

prostata, 700 della vescica, 800 del rene e del bacino renale, 600 della tiroide, 200 del morbo <strong>di</strong><br />

Hodgkin e 500 <strong>di</strong> altri linfomi, 150 sarcomi, 300 mielomi e circa 18.000 controlli. Si stanno<br />

inoltre raccogliendo campioni biologici per i tumori delle alte vie <strong>di</strong>gerenti e respiratorie, per il<br />

cancro della vescica e del colonretto per stu<strong>di</strong>arne i polimorfismi genetici.<br />

Rischio cumulativo <strong>di</strong> tumori delle alte vie <strong>di</strong>gerenti e respiratorie in<br />

relazione alla cessazione del fumo<br />

Abbiamo stimato l’effetto della cessazione del fumo <strong>di</strong> tabacco a varie età sul rischio<br />

cumulativo <strong>di</strong> tumore delle alte vie respiratorie e <strong>di</strong>gerenti all’età <strong>di</strong> 75 anni combinando i rischi<br />

relativi negli uomini derivati da una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> caso-controllo ospedalieri condotti in Italia tra<br />

il 1984 e il 2000 con i dati <strong>di</strong> incidenza per gli uomini italiani nel periodo 1993-97. Gli stu<strong>di</strong><br />

includevano 961 casi <strong>di</strong> tumore del cavo orale e della faringe, 618 con tumore dell’esofago, e<br />

613 con tumore della laringe, e un totale <strong>di</strong> 3781 controlli. Per tutti i tumori delle alte vie aeree e<br />

<strong>di</strong>gerenti il rischio cumulativo a 75 anni <strong>di</strong> età era <strong>di</strong> 6,3% per gli uomini che hanno continuato<br />

a fumare tabacco, 3,1% e 1,2% per coloro che hanno smesso circa a 50 e 30 anni <strong>di</strong> età e 0,8%<br />

nei non fumatori. I corrispondenti valori erano 3,3, 1,4, 0,5 e 0,2% per i tumori del cavo orale e<br />

della faringe; 1,0, 0,5, 0,4 e 0,2% per il tumore dell’esofago e 2,1, 1,1, 0,2 e 0,2% per il tumore<br />

della laringe. In questa popolazione <strong>di</strong> uomini italiani, smettere <strong>di</strong> fumare attorno a 40 <strong>di</strong> età<br />

permette <strong>di</strong> evitare circa l’80% dell’eccesso <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> sviluppare il cancro delle alte vie aeree<br />

e <strong>di</strong>gerenti <strong>di</strong> chi continua a fumare, e smettere <strong>di</strong> fumare a 30 anni permette <strong>di</strong> evitare oltre il<br />

90% <strong>di</strong> questo rischio. Anche negli ex-fumatori che hanno smesso <strong>di</strong> fumare attorno ai 50 anni<br />

<strong>di</strong> età, l’eccesso <strong>di</strong> rischio a 75 anni era circa <strong>di</strong>mezzato.<br />

Flavonoi<strong>di</strong> e tumori delle alte vie <strong>di</strong>gerenti e respiratorie<br />

Abbiamo stu<strong>di</strong>ato l’effetto <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> flavonoi<strong>di</strong> rispetto al rischio <strong>di</strong> neoplasie delle alte vie<br />

<strong>di</strong>gerenti e respiratorie, e abbiamo trovato associazioni inverse con ognuno dei tumori<br />

considerati. Lo stu<strong>di</strong>o sui tumori del cavo orale e della faringe includeva 805 casi e 2081<br />

controlli ospedalieri. Gli odds ratio (OR) per il quintile più alto <strong>di</strong> consumo confrontato con il<br />

livello più basso erano 0,51 per i flavanoni, 0,62 per i flavonoli e 0,56 per i flavonoi<strong>di</strong> totali. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o sul tumore dell’esofago includeva 304 casi e 743 controlli ospedalieri. E’ emersa<br />

un’associazione inversa fra il consumo <strong>di</strong> flavanoni ed il rischio <strong>di</strong> cancro dell’esofago<br />

(OR=0,38). Questo stu<strong>di</strong>o ha suggerito che il consumo <strong>di</strong> flavanoni può spiegare, insieme alla<br />

vitamina C, l’effetto protettivo della frutta sul cancro esofageo. Lo stu<strong>di</strong>o sul tumore della<br />

laringe includeva 460 casi e 1088 controlli ospedalieri. Abbiamo trovato relazioni inverse<br />

significative con il consumo <strong>di</strong> flavan-3-oli (OR=0,64 per il livello più alto rispetto al più<br />

basso), flavanoni (OR=0,60), flavonoli (OR=0,32) e flavonoi<strong>di</strong> totali (OR=0,60), a supporto <strong>di</strong><br />

un effetto benefico <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> flavonoi<strong>di</strong> anche sul cancro della laringe.<br />

188<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Storia familiare <strong>di</strong> tumori e tumore del cavo orale e faringe<br />

Per quanto riguarda la storia <strong>di</strong> neoplasie nei parenti <strong>di</strong> primo grado, l’OR <strong>di</strong> tumore del cavo<br />

orale e della faringe era <strong>di</strong> 3,1 per una storia familiare combinata <strong>di</strong> tumore <strong>di</strong> cavo orale,<br />

faringe e laringe. Aumenti significativi nel rischio <strong>di</strong> cancro <strong>di</strong> cavo orale e faringe sono stati<br />

osservati anche per una storia familiare <strong>di</strong> melanoma (OR=5,8) e <strong>di</strong> tumore polmonare<br />

(OR=1,4). Il nostro stu<strong>di</strong>o ha trovato che una storia familiare <strong>di</strong> tumore <strong>di</strong> cavo orale, faringe e<br />

laringe è un forte determinante del rischio <strong>di</strong> sviluppare un tumore del cavo orale e faringe,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal consumo <strong>di</strong> tabacco e alcool.<br />

Consumo <strong>di</strong> alcool nei non fumatori, fumo <strong>di</strong> sigaretta nei non bevitori, e<br />

tumori delle alte vie <strong>di</strong>gerenti e respiratorie<br />

I nostri dati sui tumori <strong>di</strong> testa e collo sono stati integrati nello stu<strong>di</strong>o dell’“International Head<br />

and Neck Cancer Epidemiology Consortium”, un’analisi combinata <strong>di</strong> 15 stu<strong>di</strong> caso-controllo<br />

che includevano un totale <strong>di</strong> 10.244 casi <strong>di</strong> tumore e 15.227 soggetti <strong>di</strong> controllo. Uno degli<br />

obiettivi dell’analisi combinata era <strong>di</strong> indagare se, e a che livello, i tumori <strong>di</strong> testa e collo<br />

fossero associati con il fumo <strong>di</strong> sigaretta negli astemi e con il consumo <strong>di</strong> alcool nei mai<br />

fumatori. Abbiamo trovato che, negli astemi, il fumo <strong>di</strong> tabacco è associato con un rischio<br />

aumentato <strong>di</strong> cancro <strong>di</strong> testa e collo (OR=2,13), e nei non fumatori il consumo <strong>di</strong> alcool è<br />

associato con un rischio aumentato <strong>di</strong> tumori <strong>di</strong> testa e collo soltanto quando la frequenza <strong>di</strong><br />

consumo è elevata (OR=2,04, per tre o più bicchieri <strong>di</strong> alcolici al giorno rispetto agli astemi).<br />

Fumo <strong>di</strong> pipa e tumori delle alte vie <strong>di</strong>gerenti e respiratorie<br />

Abbiamo analizzato l’associazione tra fumo esclusivo <strong>di</strong> pipa e rischio <strong>di</strong> tumori del tratto<br />

<strong>di</strong>gerente superiore, utilizzando i dati <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> caso-controllo condotti in Italia e in<br />

Svizzera tra il 1984 e il 1999. Il fumo <strong>di</strong> pipa è stato infatti correlato al rischio <strong>di</strong> tumore del<br />

tratto del tratto <strong>di</strong>gerente e respiratorio superiore, ma la quantificazione del rischio per i<br />

fumatori esclusivi <strong>di</strong> pipa è ancora limitata. Dopo aver escluso i fumatori <strong>di</strong> sigari e sigarette, 41<br />

maschi con tumore del cavo orale e della faringe, 52 con tumore dell’esofago e 1032 controlli<br />

maschi sono stati inclusi nella presente analisi. Rispetto ai non fumatori, i fumatori esclusivi <strong>di</strong><br />

pipa avevano un OR <strong>di</strong> 8,7 per tutti i tumori del tratto <strong>di</strong>gerente superiore. L’OR era 12,6 per il<br />

tumore del cavo orale e della faringe e 7,2 per il tumore dell’esofago. I fumatori <strong>di</strong> pipa che<br />

erano anche forti bevitori <strong>di</strong> alcol avevano un OR <strong>di</strong> 38,8 rispetto ai non fumatori e non bevitori<br />

<strong>di</strong> alcol. Così, il fumo <strong>di</strong> pipa e il consumo <strong>di</strong> alcool sembrano interagire a livello almeno<br />

moltiplicativo.<br />

Gozzo e malattie autoimmuni della tiroide e tumore dello stomaco<br />

Abbiamo analizzato i dati degli stu<strong>di</strong> caso-controllo ospedalieri condotti fra il 1985 e il 1997 a<br />

Milano, che comprendevano un totale <strong>di</strong> 769 casi <strong>di</strong> tumore gastrico e 2081 soggetti <strong>di</strong><br />

controllo. Gli OR <strong>di</strong> tumore dello stomaco erano 0,70 per una storia <strong>di</strong> gozzo, 0,61 per<br />

noduli/adenomi della tiroide, 1,10 per ipertiroi<strong>di</strong>smo e 0,71 per altre patologie benigne della<br />

tiroide. Nessuno dei risultati era statisticamente significativo. Di conseguenza, gozzo ed altre<br />

patologie della tiroide non sembrano essere causa rilevante <strong>di</strong> tumore dello stomaco in Italia.<br />

Alimenti fritti e tumore del colonretto<br />

Questo stu<strong>di</strong>o si basava su 1394 casi <strong>di</strong> tumore del colon, 886 casi <strong>di</strong> tumore del retto e 4765<br />

controlli, arruolati in Italia e Svizzera tra il 1992 e il 2000. I nostri risultati non hanno in<strong>di</strong>cato<br />

un ruolo rilevante del consumo <strong>di</strong> alimenti fritti sul rischio <strong>di</strong> tumore del colonretto, mentre<br />

abbiamo trovato un possibile effetto favorevole dell’uso <strong>di</strong> olio <strong>di</strong> oliva, anche per la frittura,<br />

verso il tumore del colon ma non del retto.<br />

189<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Fattori <strong>di</strong>etetici e carcinoma epatocellulare<br />

Abbiamo condotto uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo sul carcinoma epatocellulare in Italia nel periodo<br />

1999-2002, comprendente 185 casi confermati istologicamente e 412 soggetti <strong>di</strong> controllo. I<br />

risultati dello stu<strong>di</strong>o hanno supportato l’ipotesi <strong>di</strong> un effetto favorevole del consumo <strong>di</strong> caffè<br />

(OR=0,4 per un alto consumo), ma non <strong>di</strong> caffè decaffeinato e tè, sul rischio <strong>di</strong> carcinoma<br />

epatocellulare. Utilizzando lo stesso gruppo <strong>di</strong> dati, abbiamo considerato l’effetto <strong>di</strong> vari<br />

nutrienti sul rischio <strong>di</strong> carcinoma epatocellulare, ed abbiamo riportato una relazione inversa con<br />

una <strong>di</strong>eta ricca <strong>di</strong> acido linoleico (OR=0,35 per il terzile <strong>di</strong> consumo maggiore rispetto al<br />

minore) e beta-carotene (OR=0,48).<br />

Numero <strong>di</strong> cicli ovulatori e tumore dell’ovaio<br />

Abbiamo considerato i dati <strong>di</strong> 2 stu<strong>di</strong> multicentrici sul cancro dell’ovaio, comprendenti un totale<br />

<strong>di</strong> 2002 casi e 4914 controlli, rispetto al numero <strong>di</strong> cicli ovulatori nel corso della vita e a <strong>di</strong>versi<br />

fattori anovulatori. Rispetto al quartile più basso, gli OR <strong>di</strong> cancro dell’ovaio erano 1,60, 1,65 e<br />

1,81 per i successivi quartili <strong>di</strong> numero <strong>di</strong> cicli ovulatori. Per ogni anno ovulatorio evitato, gli<br />

OR calcolati in continuo erano 0,91 per i perio<strong>di</strong> anovulatori dovuti alle gravidanze, 0,90 per gli<br />

aborti, 0,92 per l’uso <strong>di</strong> contraccettivi orali, 0,99 per l’età al menarca e 0,97 per l’età alla<br />

menopausa. Questo stu<strong>di</strong>o ha suggerito che le gravidanze e l’uso <strong>di</strong> contraccettivi orali hanno un<br />

effetto protettivo più forte verso il tumore dell’ovaio rispetto agli altri fattori anovulatori.<br />

Fattori <strong>di</strong>etetici e tumori <strong>di</strong> mammella e ovaio<br />

Gruppi <strong>di</strong> soggetti con caratteristiche <strong>di</strong>etetiche simili sono stati identificati su un insieme<br />

selezionato <strong>di</strong> nutrienti tramite un’analisi fattoriale delle componenti principali. Il modello con<br />

elevato consumo <strong>di</strong> ami<strong>di</strong> è un in<strong>di</strong>catore sfavorevole del rischio <strong>di</strong> tumore sia della mammella<br />

che dell’ovaio, mentre i gruppi con elevato consumo <strong>di</strong> prodotti animali e <strong>di</strong> vitamine e fibre<br />

potrebbero essere associati ad un rischio ridotto <strong>di</strong> tumore della mammella e dell’ovaio,<br />

rispettivamente.<br />

Consumo <strong>di</strong> alcol e tumore dell’ovaio<br />

In un’analisi separata, abbiamo esaminato la relazione tra consumo <strong>di</strong> alcool e rischio <strong>di</strong><br />

carcinoma dell’ovaio. In una popolazione caratterizzata da un consumo frequente e regolare <strong>di</strong><br />

vino nelle donne, il vino non è <strong>di</strong> fatto risultato associato al rischio <strong>di</strong> tumore ovarico, con un<br />

OR <strong>di</strong> 1,02 per un incremento <strong>di</strong> consumo pari a un bicchiere <strong>di</strong> vino al giorno. La nostra ricerca<br />

ha inoltre confermato i risultati degli stu<strong>di</strong> precedenti per quanto riguarda l’assenza <strong>di</strong><br />

associazione tra altri tipi <strong>di</strong> bevande <strong>di</strong> alcoliche e tumore dell’ovaio.<br />

Macronutrienti e colesterolo e tumore dell’endometrio<br />

Stu<strong>di</strong> precedenti hanno riportato alcune evidenze che le abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>etetiche possano influenzare<br />

il rischio <strong>di</strong> cancro dell’endometrio in<strong>di</strong>pendentemente dall’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea (BMI) del<br />

soggetto. Nella nostra ricerca, sono state osservate associazioni <strong>di</strong>rette significative con<br />

assunzione totale <strong>di</strong> energia (OR=1,7 per il quintile più alto rispetto al più basso) e colesterolo<br />

(OR=2,1), mentre è risultata un’associazione <strong>di</strong>retta al limite della significatività con<br />

l’assunzione <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> grassi saturi (OR=1,3). Al contrario, non vi era alcuna associazione <strong>di</strong><br />

rilievo con proteine, zuccheri, amido, grassi totali e con altri aci<strong>di</strong> grassi. In conclusione,<br />

un’elevata assunzione <strong>di</strong> energia e colesterolo aumentavano il rischio <strong>di</strong> tumore<br />

dell’endometrio.<br />

Assunzione <strong>di</strong> zinco e tumore della prostata<br />

In uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo multicentrico sul cancro della prostata, basato su 1294 casi e 1451<br />

controlli maschi, abbiamo stu<strong>di</strong>ato il rapporto con l’assunzione <strong>di</strong>etetica <strong>di</strong> zinco. Questa è stata<br />

calcolata da un questionario <strong>di</strong> frequenza alimentare validato e riproducibile, utilizzando un<br />

190<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

database italiano <strong>di</strong> composizione degli alimenti. Rispetto al quintile più basso <strong>di</strong> assunzione <strong>di</strong><br />

zinco, l’OR <strong>di</strong> cancro della prostata per i soggetti con il livello maggiore <strong>di</strong> zinco nella <strong>di</strong>eta era<br />

1,56, con trend significativo dei rischi. L’associazione <strong>di</strong>retta era più forte per i tumori <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o<br />

avanzato che per quelli in fase iniziale.<br />

Fattori <strong>di</strong> rischio per il tumore della prostata negli uomini minori <strong>di</strong> 60 anni<br />

Abbiamo esaminato gli stessi dati sul tumore della prostate per indagare quali siano i principali<br />

fattori <strong>di</strong> rischio negli uomini minori <strong>di</strong> 60 anni. Limitando le analisi agli uomini <strong>di</strong> questa età,<br />

<strong>di</strong>sponevamo <strong>di</strong> 219 casi e 431 controlli. I maggiori fattori <strong>di</strong> rischio osservati negli uomini <strong>di</strong><br />

mezza età comprendevano una storia familiare <strong>di</strong> tumore della prostata (OR=5,5), un elevato<br />

livello <strong>di</strong> istruzione scolastica (OR=3,3), e un basso livello <strong>di</strong> attività fisica (OR=0,5 per i<br />

soggetti maggiormente attivi rispetto ai più sedentari).<br />

Fattori <strong>di</strong>etetici e tumore del rene<br />

Abbiamo analizzato il rapporto tra fattori <strong>di</strong> rischio selezionati e carcinoma a cellule renali<br />

(RCC) in uno stu<strong>di</strong>o italiano caso-controllo che includeva 767 pazienti con RCC e 1534<br />

controlli. I risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o hanno suggerito che una <strong>di</strong>eta ricca <strong>di</strong> cereali raffinati e<br />

povera <strong>di</strong> verdure può avere un ruolo sfavorevole sul rischio <strong>di</strong> RCC. Nessuna relazione è stata<br />

rilevata con il consumo <strong>di</strong> caffè e tè, uova, carni rosse, pesce, formaggio, frutta, dessert e<br />

zuccheri. Dopo avere tenuto conto dell’assunzione <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> altre covariate, abbiamo<br />

trovato un’associazione inversa significativa con l’assunzione <strong>di</strong> vitamina E (OR=0,56 per il<br />

quintile più alto rispetto al più basso) e <strong>di</strong> vitamina C (OR=0,72), anche se il trend nei rischi per<br />

la vitamina C era al limite della significatività statistica. Non abbiamo invece trovato alcuna<br />

tendenza significativa nei rischi per gli altri micronutrienti considerati. Inoltre, abbiamo<br />

analizzato in maniera approfon<strong>di</strong>ta la relazione tra assunzione <strong>di</strong> fibre nella <strong>di</strong>eta e rischio <strong>di</strong><br />

RCC, e abbiamo trovato un’associazione inversa con le fibre provenienti da verdure, che<br />

possono riflettere un effetto favorevole reale o essere semplicemente un in<strong>di</strong>catore del ruolo<br />

favorevole <strong>di</strong> una <strong>di</strong>eta ricca <strong>di</strong> verdure verso il rischio <strong>di</strong> RCC.<br />

Misure antropometriche a <strong>di</strong>verse età e tumore del rene<br />

Un rischio aumentato <strong>di</strong> RCC è stato associato a persone <strong>di</strong> peso elevato in vari stu<strong>di</strong> precedenti.<br />

Nella nostra ricerca, abbiamo trovato un OR <strong>di</strong> 1,3 per i soggetti obesi (ovvero, con BMI ≥30)<br />

rispetto a soggetti normo-peso (BMI


IRFMN<br />

tabacco, BMI, tipo, avanzamento e gra<strong>di</strong>ng del tumore. Di conseguenza, abbiamo stimato che il<br />

rischio attribuibile <strong>di</strong> RCC per ipertensione in questa popolazione è del 16%. Inoltre, abbiamo<br />

trovato un rischio <strong>di</strong> RCC modestamente, non significativamente aumentato per una storia <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>abete mellito (OR=1,3).<br />

Consumo <strong>di</strong> alcool e tumore del rene<br />

Esistono evidenze incerte che il consumo <strong>di</strong> alcool sia associato inversamente con il rischio <strong>di</strong><br />

RCC. Poiché il tema non è ancora chiarito, abbiamo stu<strong>di</strong>ato la relazione riunendo i dati <strong>di</strong> due<br />

stu<strong>di</strong> caso-controllo italiani, che includevano un totale <strong>di</strong> 1115 casi incidenti, istologicamente<br />

confermati e 2582 controlli. Rispetto ai non bevitori <strong>di</strong> alcolici, gli OR <strong>di</strong> RCC erano 0,87 per<br />

≤4 bicchieri al giorno, 0,76 per >4 fino a 8 bicchieri al giorno e 0,70 per >8 bicchieri al giorno<br />

<strong>di</strong> bevande alcoliche. Quin<strong>di</strong>, questa analisi combinata ha evidenziato un’associazione inversa<br />

fra consumo <strong>di</strong> alcool e RCC. I rischi <strong>di</strong>minuivano anche per un consumo superiore a 100 g/<strong>di</strong>e<br />

<strong>di</strong> alcool, senza alcun apparente livellamento nei rischi.<br />

Diabete e linfoma non-Hodgkin<br />

Nel corso dell’anno <strong>2007</strong>, abbiamo esaminato il ruolo <strong>di</strong> alcuni fattori <strong>di</strong> rischio selezionati per<br />

il linfoma non-Hodgkin (NHL), considerando i dati provenienti da due stu<strong>di</strong> caso-controllo<br />

condotti in Italia nei perio<strong>di</strong> 1985-1997 e 1999-2002, comprendenti 671 casi incidenti,<br />

istologicamente confermati <strong>di</strong> NHL e 1799 soggetti <strong>di</strong> controllo, ospedalizzati per malattie nonneoplastiche<br />

acute. Abbiamo analizzato i dati combinati dei due stu<strong>di</strong> rispetto alla storia <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>abete. I risultati epidemiologici su questo tema sono controversi, e il <strong>di</strong>abete è stato associato<br />

al rischio <strong>di</strong> varie neoplasie. Tuttavia, i risultati del nostro stu<strong>di</strong>o hanno permesso <strong>di</strong> escludere<br />

una forte associazione tra <strong>di</strong>abete e NHL. Il piccolo numero <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> NHL con <strong>di</strong>abete inclusi<br />

in questo stu<strong>di</strong>o lascia tuttavia aperta la possibilità <strong>di</strong> una moderata relazione <strong>di</strong>retta.<br />

Folati, alcool e linfoma non-Hodgkin<br />

Per quanto riguarda questo argomento, abbiamo esaminato il nostro stu<strong>di</strong>o caso-controllo più<br />

recente, che includeva informazioni dettagliate sulle abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>etetiche, e si basava su 190 casi<br />

<strong>di</strong> NHL e 484 controlli. Non abbiamo trovato associazioni significative tra rischio <strong>di</strong> NHL e<br />

assunzione <strong>di</strong> folati nella <strong>di</strong>eta (OR=0,9), né con altri micronutrienti coinvolti nel metabolismo<br />

del carbonio, ovvero la vitamina B2 (OR=0,9), la vitamina B6 (OR=0,8) e la metionina<br />

(OR=0,7). Tuttavia, un’associazione inversa significativa è stata osservata per tutti i nutrienti<br />

esaminati negli astemi e negli ex-bevitori. I nostri risultati supportano un possibile effetto<br />

antagonista dell’alcool sul metabolismo del carbonio nell’eziologia del NHL. Tuttavia, la<br />

mancanza <strong>di</strong> un effetto generale per i nutrienti coinvolti nel metabolismo del carbonio e le<br />

<strong>di</strong>mensioni limitate del campione esaminato suggeriscono <strong>di</strong> considerare con cautela i nostri<br />

risultati.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o combinato InterLymph sul linfoma non-Hodgkin<br />

I nostri dati sui tumori ematopoietici sono stati inclusi in una ri-analisi combinata <strong>di</strong> 10.211 casi<br />

<strong>di</strong> NHL e 11.905 controlli, condotta dall’International Lymphoma Epidemiology Consortium<br />

(InterLymph). Durante il <strong>2007</strong>, questo gruppo collaborativo ha esaminato la storia familiare <strong>di</strong><br />

tumori ematopoietici e l’obesità come potenziali fattori <strong>di</strong> rischio per il NHL. I modelli <strong>di</strong><br />

ere<strong>di</strong>tabilità del NHL sono poco noti, benché si stiano accumulando prove su alcune mutazioni<br />

genetiche comuni che mo<strong>di</strong>ficherebbero il rischio <strong>di</strong> NHL. Nella ri-analisi combinata<br />

InterLymph, il rischio <strong>di</strong> NHL era aumentato per i soggetti con parenti <strong>di</strong> primo grado con NHL<br />

(OR=1,5), linfoma <strong>di</strong> Hodgkin (OR=1,6) e leucemie (OR=1,4). I modelli <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tabilità <strong>di</strong> NHL<br />

apparivano omogenei nei <strong>di</strong>versi sottotipi <strong>di</strong> NHL, mentre i rischi <strong>di</strong>fferivano a seconda dello<br />

specifico tipo <strong>di</strong> tumore ematopoietico e del sesso del parente, rivelando in<strong>di</strong>zi importanti<br />

sull’eziologia della malattia. Un’altra ricerca condotta dal consorzio InterLymph ha considerato<br />

192<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

il ruolo dell’obesità sul rischio <strong>di</strong> NHL. Questo stu<strong>di</strong>o ha concluso che non esistono prove a<br />

supporto dell’ipotesi che l’obesità sia un determinante <strong>di</strong> tutti i sottotipi <strong>di</strong> NHL combinati,<br />

mentre l’associazione osservata tra obesità severa e NHL-B <strong>di</strong>ffuso a larghe cellule richiede<br />

ulteriori ricerche.<br />

Uso <strong>di</strong> dolcificanti artificiali e rischio <strong>di</strong> cancro<br />

Il ruolo dei dolcificanti sul rischio <strong>di</strong> cancro è stato ampiamente <strong>di</strong>battuto durante gli ultimi<br />

decenni. Per fornire ulteriori informazioni su saccarina e altri dolcificanti (principalmente<br />

aspartame), abbiamo considerato i dati provenienti dalla nostra rete <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> caso-controllo,<br />

inclusi i dati sui tumori delle alte vie <strong>di</strong>gerenti e respiratorie, colon, retto, mammella, ovaio,<br />

prostata e rene. Gli OR per il consumo <strong>di</strong> saccarina erano 0,83 per i tumori del cavo orale e<br />

faringe, 1,58 per l’esofago, 0,95 per il colon, 0,93 per il retto, 1,55 per la laringe, 1,01 per la<br />

mammella, 0,46 per l’ovaio, 0,91 per la prostata e 0,79 per il cancro del rene. Questo lavoro ha<br />

in<strong>di</strong>cato l’assenza <strong>di</strong> associazione fra uso <strong>di</strong> saccarina, aspartame ed altri dolcificanti artificiali e<br />

il rischio <strong>di</strong> varie neoplasie.<br />

In<strong>di</strong>ce e carico glicemico e tumore della tiroide<br />

Il rischio <strong>di</strong> cancro della tiroide è stato associato in stu<strong>di</strong> precedenti con il consumo <strong>di</strong> cereali<br />

raffinati e <strong>di</strong> alimenti ricchi <strong>di</strong> ami<strong>di</strong>, ma l’associazione non era mai stata stu<strong>di</strong>ata in termini <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>ce e carico glicemico. Abbiamo analizzato l’argomento utilizzando i dati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o<br />

italiano su 399 casi <strong>di</strong> cancro della tiroide e 616 soggetti <strong>di</strong> controllo. Il nostro stu<strong>di</strong>o ha<br />

in<strong>di</strong>cato che livelli <strong>di</strong>etetici elevati dell’in<strong>di</strong>ce glicemico (OR=1,73) e del carico glicemico<br />

(OR=2,17) sono associati al rischio <strong>di</strong> cancro della tiroide.<br />

Storia familiare <strong>di</strong> neoplasie e tumori dell’apparato uro-genitale<br />

La storia <strong>di</strong> neoplasie uro-genitali nei parenti <strong>di</strong> primo grado è stata indagata su un totale <strong>di</strong><br />

1356 soggetti con tumori della vescica, rene e prostata e 1067 controlli. Gli OR <strong>di</strong> tumore<br />

dell’apparato uro-genitale per i soggetti con almeno un parente <strong>di</strong> primo grado con tumore alla<br />

stessa sede erano 6,1 per la vescica, 2,0 per il rene e 2,0 per il tumore della prostata.<br />

Affidabilità delle informazioni sulla storia familiare <strong>di</strong> tumore<br />

L’affidabilità delle informazioni sulla storia familiare <strong>di</strong> tumore nei parenti <strong>di</strong> primo grado nei<br />

nostri stu<strong>di</strong> caso-controllo ospedalieri sulle neoplasie dell’apparato <strong>di</strong>gerente è stata esaminata<br />

re-intervistando in ambito domestico 294 controlli. Abbiamo riportato un livello <strong>di</strong> accordo<br />

sod<strong>di</strong>sfacente tra le due interviste per quanto riguarda le informazioni sulla storia familiare <strong>di</strong><br />

tutti i tumori e <strong>di</strong> tumori specifici dell’apparato <strong>di</strong>gerente. Abbiamo rilevato una tendenza<br />

sistematica a riportare più frequentemente una storia familiare <strong>di</strong> cancro nell’ambiente<br />

ospedaliero che nell’ambiente domestico. Quin<strong>di</strong>, i dati sulla storia familiare <strong>di</strong> tumore forniti<br />

dai controlli ospedalieri hanno <strong>di</strong>mostrato una buona affidabilità.<br />

Catrame nelle sigarette e infarto miocar<strong>di</strong>co acuto<br />

Stu<strong>di</strong> precedenti hanno fornito informazioni controverse in riferimento al ruolo del tipo <strong>di</strong><br />

sigarette o della quantità <strong>di</strong> catrame sul rischio <strong>di</strong> malattie car<strong>di</strong>ovascolari. Abbiamo analizzato<br />

il problema in tre stu<strong>di</strong> caso-controllo sull’infarto miocar<strong>di</strong>co acuto (AMI) condotti in Italia tra<br />

il 1983 e il 2003, includenti 1990 casi con un primo episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> AMI, e 2521 controlli. Rispetto<br />

ai non fumatori, l’OR multivariato era 2,70 per i fumatori <strong>di</strong> sigarette a basso contenuto <strong>di</strong><br />

catrame (


IRFMN<br />

contenuto. Il nostro stu<strong>di</strong>o conferma che nessuna riduzione sostanziale del rischio <strong>di</strong> AMI è<br />

dovuto alla riduzione del contenuto <strong>di</strong> catrame delle sigarette.<br />

Fattori mestruali e riproduttivi e infarto miocar<strong>di</strong>co acuto<br />

Abbiamo analizzato l’associazione tra fattori mestruali e riproduttivi e rischio <strong>di</strong> AMI<br />

utilizzando i dati provenienti da tre stu<strong>di</strong> caso-controllo italiani che includevano in totale 609<br />

casi e 1106 controlli. Il rischio <strong>di</strong> infarto era leggermente aumentato nelle donne che avevano un<br />

ciclo mestruale irregolare (OR=1,36) e nelle donne che avevano avuto almeno un figlio<br />

(OR=1,45), ma senza una relazione lineare con il numero <strong>di</strong> figli. L’associazione era molto più<br />

forte nelle fumatrici, con un OR <strong>di</strong> 5,98 per le fumatrici con un ciclo mestruale irregolare<br />

rispetto alle non fumatrici con ciclo regolare e un OR <strong>di</strong> 4,77 nelle fumatrici con figli rispetto<br />

alle non fumatrici senza figli. Non vi era invece associazione con lo stato menopausale, l’età al<br />

menarca e alla menopausa, l’età al primo e ultimo parto e il numero <strong>di</strong> aborti.<br />

Record linkage per analisi <strong>di</strong> coorte<br />

Nel corso del’anno <strong>2007</strong>, nell’ambito del progetto volto a creare uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte italiano<br />

basato sul record-linkage tra i dati della nostra rete <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> caso-controllo (condotti dal 1982 ad<br />

oggi) con i dati provenienti dagli archivi storici della ASL 1 <strong>di</strong> Milano contenenti varie<br />

informazioni tra cui lo stato vitale e la data <strong>di</strong> decesso dei soggetti, sono proseguite le attività <strong>di</strong><br />

preparazione dell’archivio informatizzato. Varie fasi del progetto sono state intraprese e<br />

completate durante l’anno, tra cui: è terminata l’in<strong>di</strong>viduazione dei soggetti reclutati negli stu<strong>di</strong><br />

caso-controllo presso gli archivi storici della ASL, ed è ora <strong>di</strong>sponibile un database che contiene<br />

informazioni univoche dei soggetti dalle due fonti, tali da consentire l’unione degli archivi; in<br />

parallelo, è terminata la riunificazione dei dati <strong>di</strong> tutti gli stu<strong>di</strong> caso-controllo in un unico<br />

database (partendo dai dati originali e attraverso la creazione <strong>di</strong> un codebook per rico<strong>di</strong>ficare<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse generazioni e su varie patologie) che contiene le interviste <strong>di</strong> circa 27.000<br />

soggetti su numerose informazioni. Nel corso dell’anno sono stati ricercati presso svariati<br />

archivi sanitari gli in<strong>di</strong>vidui che non erano stati identificati presso i database dell’ASL Città <strong>di</strong><br />

Milano. Attualmente, su 18.257 soggetti residenti in Lombar<strong>di</strong>a, sono stati in<strong>di</strong>viduati 15.860<br />

(86.9%) soggetti, <strong>di</strong> cui 7.680 casi (82.2%) e 8.911 controlli (91.8%).<br />

Mortalità per tumore del polmone nelle giovani donne europee<br />

L’andamento della mortalità per tumore del polmone nelle giovani donne in 6 principali paesi<br />

dell’Unione Europea è stato analizzato sulla base dei dati forniti dall’OMS. Nei primi anni<br />

1970, la mortalità per il tumore del polmone nelle giovani donne (età 20-44 anni) era più elevata<br />

nel Regno Unito (2,1/100.000). In questo paese, tuttavia, i tassi sono costantemente <strong>di</strong>minuiti e<br />

nel 2000-2004 erano i più bassi <strong>di</strong> tutti i 6 principali paesi dell’Unione europea (1,2/100.000). Il<br />

secondo paese con i tassi più bassi nel periodo 2000-2002 è stato l’Italia, con valori stabili <strong>di</strong><br />

circa 1,1/100.000 tra il 1970 e il 1994, e <strong>di</strong> 1,4 successivamente. In Germania e in Polonia, i<br />

tassi per tumore del polmone nelle giovani donne sono aumentati da 0,8-1,0/100.000 dei primi<br />

anni 1970 a 1,7-1,9 nella metà degli anni 1990 e si sono livellati durante l’ultimo decennio.<br />

Incrementi importanti nella mortalità sono stati osservati negli ultimi anni in Francia (da<br />

0,8/100.000 nel 1985-1989 a 2,2 nel 2000-2003) e in Spagna (da 0,8 a 1,7 nel 1985-1989 e nel<br />

2000-2004, rispettivamente). Così, in Francia si è osservato il tasso più alto degli ultimi 3<br />

decenni, e l’aumento maggiore nel corso degli ultimi 2 decenni. Dal momento che le recenti<br />

tendenze nei giovani danno informazioni importanti per le tendenze nella mezza età, l’epidemia<br />

<strong>di</strong> tumore del polmone nelle donne si espanderà probabilmente nel sud Europa dagli attuali tassi<br />

<strong>di</strong> 5,0/100.000 in Spagna e 7,7 in Francia a tassi <strong>di</strong> 20/100.000 nei prossimi 2-3 decenni.<br />

Interventi urgenti per ridurre il fumo nelle donne sono perciò necessari.<br />

194<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Mortalità per cirrosi in vari paesi del mondo<br />

La mortalità per cirrosi è stata analizzata in 41 paesi <strong>di</strong> tutto il mondo nel periodo 1980-2002<br />

utilizzando i dati dell’OMS. Nei primi anni 1980, i tassi più elevati sono stati registrati in<br />

Messico, Cile (circa 55/100.000 uomini e oltre 14/100.000 donne), Francia, Italia, Portogallo,<br />

Austria, Ungheria e Romania (circa 30-35/100.000 uomini e 10-15/100.000 donne). La<br />

mortalità per cirrosi è in costante declino nella maggior parte dei paesi del mondo sin dalla<br />

metà/fine degli anni 1970. Nel sud Europa, nei primi anni 2000 i tassi erano <strong>di</strong> circa la metà<br />

rispetto a quelli dei decenni precedenti. Al contrario, i tassi erano in aumento nei paesi<br />

dell’Europa dell’est, dove sono stati raggiunti valori molto elevati nella seconda metà degli anni<br />

1990, e dove i tassi hanno iniziato a scendere solo successivamente. Inoltre, nel Regno Unito i<br />

tassi erano ancora in costante aumento. La mortalità per cirrosi mostra una tendenza favorevole<br />

nella maggior parte dei paesi del mondo, in seguito alla riduzione del consumo <strong>di</strong> alcol e<br />

dell’infezione da virus dell’epatite B e C. Il costante aumento della mortalità negli anni più<br />

recenti nel Regno Unito e nei paesi dell’Europa centrale e orientale è attribuibile al persistente<br />

aumento nella prevalenza del consumo <strong>di</strong> alcol.<br />

La mortalità per cancro del testicolo nelle Americhe<br />

I tassi e gli andamenti della mortalità per tumore del testicolo nel periodo 1980-2003 sono stati<br />

confrontati in tutti i paesi americani che <strong>di</strong>sponevano <strong>di</strong> dati. Nei primi anni 1980, i tassi più<br />

elevati <strong>di</strong> mortalità per tumore del testicolo sono stati osservati in Cile (1,7/100.000 a tutte le<br />

età, 3,6/100.000 a 20-44 anni) e in Argentina (0,9/100.000 a tutte le età, 1,7/100.000 a 20-44<br />

anni). I tassi erano 0,4/100.000 a tutte le età e 0,6/100.000 a 20-44 anni in Canada, e<br />

0,3/100.000 a tutte le età e 0,7/100.000 a 20-44 anni negli Stati Uniti. Nel 2001-2003, la<br />

mortalità per cancro del testicolo è scesa allo 0,2/100.000 negli uomini <strong>di</strong> età compresa tra 20-<br />

44 anni in Canada, e a 0,4/100.000 negli Stati Uniti. Viceversa, i tassi erano 1,6/100.000 in<br />

Argentina, 2,2/100.000 in Cile, 1,2/100.000 in Messico, e attorno a 0,5-0,6/100.000 nella<br />

maggior parte degli altri paesi latino-americani. La mortalità per tumore del testicolo nei giovani<br />

uomini rimane eccessivamente elevata nella maggior parte dei paesi latino-americani. Un<br />

intervento urgente è necessario per garantire il trattamento nei giovani uomini (essenzialmente,<br />

moderne chemioterapie integrate a base <strong>di</strong> platino) per questa neoplasia ampiamente curabile.<br />

Prevalenza del fumo in Italia<br />

Il 10 Gennaio 2005, l’Italia è stato il primo grande Paese europeo ad adottare una completa e<br />

rigorosa regolamentazione per le aree libere dal fumo. Per valutare gli effetti della legge sulla<br />

prevalenza e il consumo del fumo, abbiamo comparato i risultati <strong>di</strong> un’indagine condotta nel<br />

2006 con le precedenti indagini annuali. L’indagine, condotta tra marzo e aprile 2006 in<br />

collaborazione con la DOXA e il Dipartimento del Farmaco dell’<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, era<br />

basata su un campione <strong>di</strong> 3.039 soggetti (1.461 uomini e 1.578 donne) <strong>di</strong> età ≥15 anni<br />

rappresentativo in termini <strong>di</strong> sesso, età, residenza e vari fattori socio-economici della<br />

popolazione adulta italiana. La percentuale della popolazione adulta italiana che riferiva <strong>di</strong><br />

essere fumatore è scesa dal 26,2% (30,0% degli uomini, 22,5% delle donne) nel 2004, al 25,6%<br />

(29,3% degli uomini, 22,2% delle donne) nel 2005, al 24,3% (28,6% degli uomini, 20,3% nelle<br />

donne) nel 2006. Mentre non erano state notate <strong>di</strong>fferenze significative comparando la<br />

prevalenza <strong>di</strong> fumo tra il 2003-2004 e il 2001-2002, abbiamo trovato una <strong>di</strong>fferenza<br />

statisticamente significativa tra il 2005-2006 e il 2003-2004 nel totale della popolazione, negli<br />

uomini, e nei soggetti più giovani (15-44 anni). I fumatori inoltre consumavano una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

15,4 sigarette al giorno nel 2004, <strong>di</strong> 14,6 nel 2005 e <strong>di</strong> 13,9 nel 2006. La riduzione della<br />

prevalenza e del consumo <strong>di</strong> sigarette può essere dovuta, particolarmente per le generazioni più<br />

giovani, alla rigorosa legge adottata in Italia.<br />

195<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Monitoraggio e prevenzione degli incidenti<br />

Dal Giugno 2006, il nostro Dipartimento è coinvolto nel Progetto Apollo, un progetto europeo<br />

che mira ad identificare strategie e best practices per la riduzione degli incidenti. All’interno <strong>di</strong><br />

questo progetto, il nostro <strong>di</strong>partimento coor<strong>di</strong>na il Workpackage 4 che riguarda lo sviluppo e<br />

l’implementazione <strong>di</strong> raccomandazioni per la prevenzione delle cadute negli anziani<br />

nell’Unione Europea. Sono stati in<strong>di</strong>viduati alcuni interventi considerati sufficientemente<br />

promettenti per prevenire le cadute negli anziani nella popolazione generale ed è stata effettuata<br />

una ricerca della letteratura scientifica pubblicata su questi interventi, e sono state in<strong>di</strong>viduate<br />

<strong>di</strong>verse pubblicazioni pertinenti. E’ stato creato un database contenente le informazioni estratte<br />

dalle pubblicazioni in<strong>di</strong>viduate, per classificare gli interventi rispetto all’efficacia, le<br />

caratteristiche della popolazione bersaglio, la partecipazione e l’adesione dei soggetti<br />

all’intervento, e le risorse necessarie per l’implementazione. Le informazioni ottenute sono state<br />

analizzate con particolare riferimento all’efficacia degli interventi e alla partecipazione dei<br />

soggetti. A completamento delle informazioni raccolte, i responsabili <strong>di</strong> ogni stu<strong>di</strong>o sono stati<br />

contattati e invitati a compilare un questionario relativo alle barriere e alle facilitazioni che<br />

hanno incontrato nell’implementazione dei loro interventi. E’ stato poi sviluppato un altro<br />

questionario, per condurre un’indagine sull’atteggiamento degli anziani nei confronti degli<br />

interventi <strong>di</strong> prevenzione delle cadute. Questa indagine sarà condotta in Italia, Polonia e Grecia.<br />

Parallelamente è stata condotta una ricerca bibliografica sui fattori che influenzano il rischio <strong>di</strong><br />

caduta negli anziani, e sono stati in<strong>di</strong>viduati e classificati circa 200 fattori <strong>di</strong> rischio.<br />

Relativamente ad essi, sono stati raccolti tutti gli stu<strong>di</strong> pubblicati. Su una trentina <strong>di</strong> questi<br />

fattori <strong>di</strong> rischio, saranno condotte revisioni sistematiche e meta-analisi degli stu<strong>di</strong> pubblicati.<br />

Progetto HI-WATE sul tumore del colon-retto e sottoprodotti del processo<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione delle acque potabili<br />

Nel <strong>2007</strong>, il Dipartimento è stato coinvolto in un progetto del 6-FP sull’impatto sulla salute<br />

dell’esposizione a lungo termine ai sottoprodotti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione delle acque potabili (DBP)<br />

(Stu<strong>di</strong>o HI-Wate). Nell’ambito <strong>di</strong> questo progetto, il Dipartimento condurrà uno stu<strong>di</strong>o casocontrollo<br />

sul tumore del colon-retto per stu<strong>di</strong>are la relazione con vari DBP, tra cui in particolare<br />

i trialometani (THM). Lo stu<strong>di</strong>o sarà condotto a Milano, Pordenone e province, e includerà circa<br />

500 casi incidenti, istologicamente confermati, arruolati nei principali ospedali generali e<br />

universitari nelle aree <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, e 500 controlli appaiati ai casi, ammessi agli stessi ospedali dei<br />

casi per patologie acute, non neoplastiche. Casi e controlli saranno intervistati utilizzando un<br />

ampio questionario. Verranno raccolte informazioni dettagliate sull’utilizzo e il consumo <strong>di</strong><br />

acqua per perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> tempo eziologicamente pertinenti, e anche sulle attività connesse<br />

all’utilizzo <strong>di</strong> acqua, come la doccia, il bagno e il nuotare in piscina, che possono influenzare<br />

l’esposizione a DBP. Inoltre, al fine <strong>di</strong> valutare l’esposizione a vari DBP e THM, i livelli attuali<br />

e storici <strong>di</strong> THM nelle acque, le sorgenti <strong>di</strong> acqua e l’anno <strong>di</strong> inizio del processo <strong>di</strong> clorinazione<br />

nelle aree <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o verranno raccolti da società <strong>di</strong> gestione delle acque, comuni e autorità locali.<br />

Il rischio relativo e attribuibile <strong>di</strong> tumore del colon-retto, per l’esposizione a THMs (ed<br />

eventualmente altri DBPs), verranno stimati. Dato l’elevato numero <strong>di</strong> persone esposte al cloro<br />

nell’acqua potabile e ai suoi sottoprodotti, lo stu<strong>di</strong>o ha potenziali importanti implicazioni in<br />

termini <strong>di</strong> salute pubblica. Anche un modesto eccesso <strong>di</strong> rischio in relazione all’esposizione a<br />

DBP può avere un impatto rilevante a livello <strong>di</strong> popolazione, e può essere responsabile <strong>di</strong> un<br />

numero considerevole <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> tumore del colonretto nella popolazione italiana.<br />

Storia me<strong>di</strong>ca, esposizione a farmaci e rischio <strong>di</strong> psoriasi<br />

Nel corso del <strong>2007</strong> sono stati analizzati i dati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo multicentrico allo<br />

scopo <strong>di</strong> valutare l’associazione tra la storia me<strong>di</strong>ca, il consumo <strong>di</strong> farmaci e il rischio <strong>di</strong><br />

psoriasi. Lo stu<strong>di</strong>o ha coinvolto i servizi ambulatoriali <strong>di</strong> 20 ospedali, ed è stato condotto in<br />

collaborazione con il “Gruppo Italiano per gli Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Dermatologia” (GISED).<br />

196<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

I criteri <strong>di</strong> inclusione dei casi sono stati una prima <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> psoriasi effettuata da un<br />

dermatologo corrispondente a una storia <strong>di</strong> manifestazioni cutanee <strong>di</strong> non più <strong>di</strong> 2 anni dopo<br />

l’esor<strong>di</strong>o riferito della malattia. I controlli sono stati selezionati casualmente nello stesso giorno,<br />

negli stessi centri, con patologie non associate né alla psoriasi né ai fattori <strong>di</strong> rischio analizzati.<br />

Sono stati reclutati in totale 560 casi e 690 controlli. L’OR <strong>di</strong> psoriasi è stato stimato 0,8 per i<br />

soggetti ipertesi, 1,1 per i <strong>di</strong>abetici e 1,1 per i soggetti con iperlipidemia. L’assunzione <strong>di</strong><br />

antagonisti dei recettori dell’istamina è stata associata negativamente alla psoriasi (OR=0,3).<br />

Questo stu<strong>di</strong>o esclude una forte associazione della psoriasi alla prima <strong>di</strong>agnosi con con<strong>di</strong>zioni<br />

croniche comuni. Le associazioni riscontrate in passato tra psoriasi e alcune con<strong>di</strong>zioni<br />

relativamente comuni come il <strong>di</strong>abete mellito, l’ipertensione e l’iperlipidemia possono<br />

rappresentare un ritardato effetto <strong>di</strong> ben noti fattori <strong>di</strong> rischio per la psoriasi, come il fumo e il<br />

sovrappeso, o riflettere fattori legati ai casi per i quali la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> psoriasi risalga a ben più <strong>di</strong><br />

due anni.<br />

Impatto dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea e dell’obesità sulla risposta clinica<br />

al trattamento sistemico per la psoriasi. Evidenze dal progetto PSOCARE<br />

Allo scopo <strong>di</strong> valutare il ruolo del BMI sulla risposta clinica al trattamento sistemico per la<br />

psoriasi, sono stati analizzati i dati <strong>di</strong> un registro nazionale seguito da uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o ha coinvolto pazienti che ricevevano per la prima volta nella loro vita un nuovo<br />

trattamento sistemico per la psoriasi, afferenti a centri <strong>di</strong> riferimento per la patologia in Italia.<br />

Le informazioni sono state raccolte <strong>di</strong>rettamente dai dermatologi che seguivano i casi con<br />

l’ausilio <strong>di</strong> una scheda-web. I pazienti inclusi erano soggetti con una <strong>di</strong>agnosi clinica <strong>di</strong> psoriasi<br />

a placche cronica, e 8 e 16 settimane <strong>di</strong> follow-up completato entro il mese <strong>di</strong> marzo <strong>2007</strong>. E’<br />

stata valutata, quale in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> miglioramento della patologia, una riduzione <strong>di</strong> almeno il 75%<br />

dell’area interessata dalla psoriasi valutata con l’in<strong>di</strong>ce PASI (Psoriasis Area Severity Index) al<br />

follow-up, rispetto al basale (PASI-75). Un totale <strong>di</strong> 2368 pazienti sono stati analizzati a 8<br />

settimane e 2042 a 16 settimane. Il PASI-75 è stato raggiunto da 819 (34,5%) pazienti a 8<br />

settimane e 1034 (50,6%) pazienti a 16 settimane. La proporzione <strong>di</strong> miglioramento <strong>di</strong>minuiva<br />

all’aumentare dei valori <strong>di</strong> BMI, dal 41,7% nei pazienti con BMI


IRFMN<br />

arti superiori, in particolare della zona laterale degli arti superiori, è un pratico e idoneo<br />

strumento per la previsione del numero totale <strong>di</strong> nevi nei bambini.<br />

Fattori <strong>di</strong> rischio per tipi istologici e se<strong>di</strong> anatomiche <strong>di</strong> carcinoma<br />

cutaneo baso-cellulare<br />

Poiché i <strong>di</strong>versi sottotipi clinico-patologici e se<strong>di</strong> anatomiche <strong>di</strong> carcinoma baso-cellulare<br />

(BCC) possono avere caratteristiche e meccanismi <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong>fferenti, abbiamo analizzato i<br />

dati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo italiano che includeva 528 soggetti con BCC, e 512 controlli. Il<br />

rischio <strong>di</strong> BCC nodulare (OR=1,53), ma non superficiale (OR=0,71), era aumentato per i<br />

soggetti con esposizione occupazionale al sole. Per quanto riguarda la sede anatomica del BCC,<br />

i rischi corrispondenti erano 1,46 per testa/collo e 0,74 per il tronco. Sono emerse associazioni<br />

<strong>di</strong>rette con esposizione solare nel tempo libero, colore degli occhi, capelli rossi, numero <strong>di</strong><br />

ustioni solari e giovane età al loro primo episo<strong>di</strong>o, con alcune <strong>di</strong>fferenze nei rischi tra <strong>di</strong>versi<br />

istotipi e se<strong>di</strong> anatomiche. Di conseguenza, questo stu<strong>di</strong>o ha confermato il ruolo delle<br />

esposizioni solari (intermittenti) e delle caratteristiche fenotipiche come fattori <strong>di</strong> rischio per il<br />

BCC, e ha suggerito alcune <strong>di</strong>fferenze eziologiche tra gli istotipi nodulare e superficiale e tra<br />

se<strong>di</strong> anatomiche testa/collo e tronco.<br />

Fattori antropometrici e melanoma maligno<br />

Parecchi stu<strong>di</strong> hanno analizzato l’effetto <strong>di</strong> vari fattori antropometrici sul rischio <strong>di</strong> melanoma<br />

maligno. Poiché i risultati sono controversi, abbiamo analizzato uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo<br />

condotto in Italia fra il 1992 e il 1994 su 542 pazienti con melanoma e 538 controlli. Gli OR per<br />

il quartile più alto verso il più basso erano 2,06 per il peso, 1,16 per l’altezza, 1,90 per il BMI e<br />

1,87 per la superficie corporea. Aggiustando mutuamente per BMI e superficie corporea nel<br />

modello, gli OR erano 1,55 per BMI e 1,41 per superficie corporea. I risultati confermano che<br />

l’obesità aumenta il rischio <strong>di</strong> melanoma. Inoltre, la superficie corporea è associata con il rischio<br />

<strong>di</strong> melanoma. In termini <strong>di</strong> rischio attribuibile della popolazione, il sovrappeso e l’obesità<br />

spiegherebbero il 31% dei casi <strong>di</strong> melanoma in questa popolazione italiana.<br />

Numero <strong>di</strong> nevi e melanoma maligno<br />

Nello stesso stu<strong>di</strong>o caso-controllo, abbiamo analizzato l’associazione fra il numero <strong>di</strong> nevi in<br />

una specifica sede anatomica e il rischio <strong>di</strong> melanoma nella stessa sede. I casi ed i controlli sono<br />

stati esaminati da dermatologi addestrati che hanno contato il numero <strong>di</strong> nevi melanocitici. Gli<br />

OR <strong>di</strong> melanoma per il terzile più alto rispetto al più basso del numero <strong>di</strong> nevi nella<br />

corrispondente sede era 1,4 per la faccia e il collo, 2,3 per il tronco anteriore, 4,9 per il tronco<br />

posteriore, 2,9 per gli arti superiori e 5,0 per gli arti inferiori. In un’analisi “caso-caso”,<br />

confrontando i casi <strong>di</strong> melanoma in una specifica sede e i casi <strong>di</strong> melanoma in tutte le altre se<strong>di</strong>,<br />

un eccesso <strong>di</strong> rischio è stato trovato solo per il tronco posteriore, con un RR <strong>di</strong> 2,1 per il terzile<br />

più alto <strong>di</strong> numero <strong>di</strong> nevi rispetto al più basso. I nostri dati non sostengono l’ipotesi <strong>di</strong> un<br />

effetto specifico dei nevi in ogni singola sede anatomica.<br />

Sviluppo del sito web BPCO.CARE,<br />

Questo in<strong>di</strong>ce è stato realizzato dal Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca per raccogliere,<br />

classificare e commentare i migliori siti web <strong>di</strong>sponibili sulla rete sulla broncopneumopatia<br />

cronica ostruttiva (BPCO). Oltre a in<strong>di</strong>care le specifiche peculiarità in termini <strong>di</strong> contenuti<br />

offerti, per ciascun sito web è segnalato l’eventuale uso <strong>di</strong> strumenti web 2.0 come i podcast, i<br />

feed RSS, i blog, i webcats, i webinar. Una sezione del sito è de<strong>di</strong>cata poi alla segnalazione (e<br />

alla possibile attivazione) <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> podcasting tra quelli <strong>di</strong>sponibili in rete nell’area della<br />

BPCO e della pneumologia. Lo sviluppo del sito web (<strong>di</strong>sponibile all’in<strong>di</strong>rizzo<br />

http://www.bpcocare.it) ha visto la collaborazione del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare<br />

dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

198<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Mantenimento dei siti web CARDIO.CARE, ONCO.CARE, GASTRO.CARE,<br />

NEURO.CARE, PNEUMO.CARE, PAIN.CARE e DERMA.CARE<br />

Questi in<strong>di</strong>ci sono stati realizzati dal Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca per raccogliere,<br />

classificare e commentare i migliori siti web <strong>di</strong>sponibili sulla rete, fornendo agli utenti <strong>di</strong><br />

Internet uno strumento efficace <strong>di</strong> ricerca sulla rete. Il progetto copre <strong>di</strong>verse aree me<strong>di</strong>che tra<br />

cui la car<strong>di</strong>ologia (http://www.car<strong>di</strong>ocare.it), la neurologia (http://www.neurocare.it),<br />

l’oncologia (http://www.oncocare.it), la gastroenterologia (http://www.gastrocare.it), la<br />

pneumologia (http://www.pneumocare.it), il trattamento del dolore (http://www.paincare.it) e la<br />

dermatologia (http://www.dermacare.it) e ha visto la collaborazione <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong>partimenti<br />

dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri (Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare, Dipartimento <strong>di</strong><br />

Neuroscienze e il Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia) e <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> ricerca esterni (Gruppo Italiano<br />

Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Dermatologia – GISED). Un’indagine in Internet condotta dal<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca sulle tipologie <strong>di</strong> applicazioni web 2.0 esistenti in rete in<br />

ambito me<strong>di</strong>co ha permesso <strong>di</strong> segnalare (e classificare) su alcuni <strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>ci (per esempio<br />

CARDIO.CARE) i principali servizi <strong>di</strong> podcasting a cui l’utente può registrarsi.<br />

Stu<strong>di</strong> sulla tipologia <strong>di</strong> applicazioni web 2.0 in ambito me<strong>di</strong>co<br />

Il Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca è impegnato in indagini sulla tipologia <strong>di</strong> servizi web 2.0 e<br />

<strong>di</strong> social netwoking offerti in rete agli operatori sanitari e su come tali servizi siano percepiti<br />

dalla comunità me<strong>di</strong>ca.<br />

Internet come strumento <strong>di</strong> ricerca e formazione sul dolore cronico nel<br />

paziente con cancro<br />

Nato nell’ambito del progetto «Dolore nel paziente con cancro» - ideato per mettere a<br />

<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci, pazienti e famiglie informazioni corrette sulle terapie del dolore per<br />

malati <strong>di</strong> cancro e produrre prove maggiori sull’efficacia <strong>di</strong> alcune terapie basate sull’uso <strong>di</strong><br />

farmaci analgesici - il progetto sviluppa l’area “informazione-educazione” e si articola in due<br />

attività principali:<br />

- creazione e messa on line <strong>di</strong> un meta sito che seleziona e cataloga siti che trattano <strong>di</strong> dolore e<br />

relativo perio<strong>di</strong>co aggiornamento http://www.paincare.it;<br />

- adattamento dei meto<strong>di</strong> e degli strumenti della EBM alle risorse <strong>di</strong>sponibili in internet sul tema<br />

del dolore cronico nel paziente con cancro, attraverso una griglia <strong>di</strong> valutazione definita ad hoc,<br />

e successiva revisione delle risorse su internet su alcuni temi chiave, per testare gli eventuali<br />

risultati ottenuti. E’ inoltre in corso la <strong>di</strong>scussione dell’opportunità <strong>di</strong> mettere a punto un nuovo<br />

sito in lingua italiana sul dolore. Il progetto è svolto in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong><br />

Ricerca sul Coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in Sanità e con il Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca<br />

Translazionale e <strong>di</strong> Outcome in Oncologia.<br />

Stu<strong>di</strong> sulla qualità delle informazioni me<strong>di</strong>che in Internet<br />

Partendo dai siti web catalogati nell’in<strong>di</strong>ce PAIN.CARE, è in corso un’analisi sulla qualità e<br />

sull’affidabilità delle informazioni presenti in Internet de<strong>di</strong>cate alla gestione del dolore in<br />

pazienti oncologici, in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sul Coinvolgimento dei<br />

Citta<strong>di</strong>ni in Sanità. Attraverso un apposito modulo <strong>di</strong> valutazione dei siti basato su criteri e<br />

principi applicati a livello internazionale, un gruppo <strong>di</strong> revisori è stato chiamato a valutare (in<br />

modo in<strong>di</strong>pendente) la qualità delle informazioni, l’affidabilità dei siti, e le eventuali <strong>di</strong>fferenze<br />

esistenti tra i siti <strong>di</strong>vulgativi e quelli professionali. Lo stu<strong>di</strong>o è tuttora in corso e i risultati<br />

saranno <strong>di</strong>sponibili nel corso del 2008.<br />

199<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Attività <strong>di</strong> formazione<br />

Nel corso del <strong>2007</strong> è proseguita l’attività <strong>di</strong> formazione su tematiche legate all’uso in ambito<br />

me<strong>di</strong>co e sanitario <strong>di</strong> Internet e dei recenti strumenti web 2.0. L’attività <strong>di</strong> formazione è<br />

avvenuta attraverso lo svolgimento <strong>di</strong> corsi, workshop e master universitari (sia interni<br />

all’istituto, sia esterni) a cui ha partecipato il personale del Dipartimento con ruoli <strong>di</strong> docenza.<br />

Prevenzione e informazione a livello <strong>di</strong> salute pubblica<br />

E’ continuata l’attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione scientifica e <strong>di</strong> prevenzione rivolta all’opinione pubblica<br />

generale, in particolare in merito a <strong>di</strong>eta, fumo e alcool, onde <strong>di</strong>ffondere informazione<br />

quantitativa e favorire concreti atteggiamenti <strong>di</strong> riduzione <strong>di</strong> rischio, attraverso articoli<br />

scientifici e altre pubblicazioni <strong>di</strong>vulgative.<br />

200<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

201<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

202<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

LABORATORIO POLITICHE<br />

REGOLATORIE DEL FARMACO<br />

PERSONALE<br />

Capo Laboratorio<br />

Vittorio BERTELE’, Dr. Med. Chir.<br />

203<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULUM<br />

Vittorio Bertele’ è un farmacologo clinico. Si è laureato in Me<strong>di</strong>cina nel 1977 presso l’Università degli<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, dove pure si è specializzato in Me<strong>di</strong>cina Interna. E’ stato borsista presso la Harvard<br />

Me<strong>di</strong>cal School; poi ha lavorato presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> Negri”.<br />

Le sue principali aree d’interesse sono state la farmacologia clinica dei farmaci attivi sull’emostasi e sul<br />

sistema car<strong>di</strong>ovascolare, l’epidemiologia degli interventi in campo car<strong>di</strong>ovascolare, e gli stu<strong>di</strong> clinici <strong>di</strong><br />

efficacia e <strong>di</strong> utilizzazione dei farmaci.<br />

E’ stato esperto del Committee for Proprietary Me<strong>di</strong>cinal Products (Cpmp) presso l’European Me<strong>di</strong>cine<br />

Evaluation Agency (Emea) e membro del Comitato per la negoziazione dei prezzi dei farmaci presso il<br />

Ministero della Salute.<br />

Attualmente è capo del Laboratorio <strong>di</strong> Politiche Regolatorie presso l’<strong>Istituto</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano, e<br />

membro della Commissione Tecnico-scientifica presso l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).<br />

Selected publications<br />

• Bertele' V., Falanga A., Tomasiak M., Dejana E., Cerletti C., De Gaetano G. Platelet thromboxane synthetase inhibitors<br />

with low doses of aspirin: Possible resolution of the "aspirin <strong>di</strong>lemma". Science 1983; 220: 517-519<br />

• Bertele' V., Falanga A., Tomasiak M., Chiabrando C., Cerletti C., De Gaetano G. Pharmacological inhibition of<br />

thromboxane synthetase and platelet aggregation: Modulatory role of cyclooxygenase products. Blood 1984; 63: 1460-<br />

1466 (1984).<br />

• Bertele' V, Mussoni L, Pintucci G, Del Rosso G, Romano G, de Gaetano G, Libretti A. The inhibitory effect of aspirin on<br />

fibrinolysis is reversed by iloprost, a prostacyclin analogue. Thromb Haemost 1989; 61: 286-288<br />

• The i.c.a.i. Group (Gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell'Ischemia cronica Critica degli Arti Inferiori). Prostanoids for chronic critical leg<br />

ischemia: A randomized, controlled, open-label trial with prostaglan<strong>di</strong>n E 1 . Ann Int Med 1999; 130: 412-421<br />

• Collaborative Group of the Primary Prevention Project (PPP). Low-dose aspirin and vitamin E in people at<br />

car<strong>di</strong>ovascular risk: a randomised trial in general practice. Lancet 2001; 357: 89-95<br />

• Garattini S, Bertele’ V. Adjusting regulatory rules to public health needs. Lancet 2001; 358: 64-67<br />

• Garattini S, Bertele' V. Efficacy, safety, and cost of new anticancer drugs. BMJ 2002; 325: 269-271<br />

• Garattini S, Bertele’ V, Li Bassi L. How can research ethics committees protect patients better? BMJ 2003; 326:1199–<br />

201<br />

• Joppi R, Bertele' V, Garattini S. Disappointing biotech. BMJ 2005; 331: 895-897<br />

• Garattini S, Bertele' V. Non-inferiority trials are unethical because they <strong>di</strong>sregard patients' interests. Lancet <strong>2007</strong>; 370 :<br />

1875-1877<br />

204<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO<br />

Valutazione critica della metodologia clinica<br />

Ottimizzazione dell’uso dei farmaci e delle risorse in campo sanitario<br />

Valutazione critica dei sistemi per stabilire prezzi e rimborsabilità dei farmaci in Europa<br />

Valutazione dell’adeguatezza della legislazione, delle istituzioni e delle procedure regolatorie ai<br />

fini della salute pubblica.<br />

Valutazione <strong>di</strong> dossier registrativi <strong>di</strong> farmaci sottoposti all’autorità regolatoria centrale europea<br />

(EMEA) o a quella italiana (AIFA) per l’autorizzazione al commercio e successive variazioni<br />

dei termini dell’autorizzazione originale.<br />

Cooperazione allo sviluppo e alla soluzione <strong>di</strong> problematiche regolatorie in Paesi in via <strong>di</strong><br />

sviluppo.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Valutazione critica <strong>di</strong> aspetti metodologici della ricerca clinica come l’adozione del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong><br />

equivalenza o <strong>di</strong> non-inferiorità, l’uso <strong>di</strong> endpoint surrogati, etc negli stu<strong>di</strong> clinici controllati.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> strategie europee per l’uso razionale dei farmaci<br />

Suggerimenti per politiche europee per l’attribuzione dei prezzi dei farmaci generici e dei<br />

farmaci <strong>di</strong> marca corrispondenti<br />

Pubblicizzazione delle deficienze della legislazione europea sul farmaco e delle proposte per<br />

adeguarle alle esigenze <strong>di</strong> salute pubblica.<br />

Valutazione critica della documentazione alla base delle autorizzazioni al commercio dei<br />

me<strong>di</strong>cinali.<br />

Revisione critica dei criteri per valutare l’innovatività dei nuovi farmaci e l’opportunità della<br />

loro ammissione alla rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale.<br />

Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)<br />

<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />

Assessorato alla Sanità Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

Italian Horizon Scanning Project<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

205<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

European Me<strong>di</strong>cine Agency (EMEA)<br />

Karolinska Institute, Farmacologia Clinica, Dipartimento <strong>di</strong> Laboratory Me<strong>di</strong>cine, SE<br />

Università <strong>di</strong> Liverpool, Management School, Prescribing Research Group, UK<br />

Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità (Dipartimento dei Farmaci Essenziali e della Politica<br />

Farmaceutica)<br />

Association of South East Asian Nations (ASEAN)<br />

Ricerca & Pratica<br />

Dialogo sui Farmaci<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

Commissione Tecnico Scientifica presso l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)<br />

Sottocommissione Procedure Comunitarie presso l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)<br />

Comitato Scientifico dell’Italian Horizon Scanning Project<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Garattini S, Bertele' V. Non-inferiority trials are unethical because they <strong>di</strong>sregard patients' interests. Lancet <strong>2007</strong>;<br />

370: 1875-1877<br />

Garattini S, Bertele' V. How can we regulate me<strong>di</strong>cines better? BMJ <strong>2007</strong>; 335: 803-805<br />

Barbui C, Cipriani A, Lintas C, Bertele' V, Garattini S. CNS drugs approved by the centralised European procedure:<br />

true innovation or dangerous stagnation? Psychopharmacology (Berl) <strong>2007</strong>; 190: 265-268<br />

Bertele' V, Buonocore C, Michelacci F, Vitocolonna M, Garattini S. Efficacy and safety of immunosuppressive drugs<br />

approved in EU through the centralised procedure. Eur J Clin Pharmacol <strong>2007</strong>; 63: 707-712<br />

Bertele' V, Banzi R, Capasso F, Tafuri G, Trotta F, Apolone G, Garattini S. Haematological anticancer drugs in<br />

Europe: any added value at the time of approval? Eur J Clin Pharmacol <strong>2007</strong>; 63: 713-719<br />

Bertele' V, Assisi A, Di Muzio V, Renzo D, Garattini S. New antirheumatic drugs: any real added value? A critical<br />

overview of regulatory criteria for their marketing approval. Eur J Clin Pharmacol <strong>2007</strong>; 63: 879-889<br />

Godman B, Haycox A, Bertele' V, Schwabe U. UK OFT pricing proposal - a necessity to fund new<br />

drugs or new in<strong>di</strong>cations. BMJ online 9 May <strong>2007</strong>. Available in URL from:<br />

http://www.bmj.com/cgi/eletters/334/7600/936#165136<br />

206<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Valutazione critica della metodologia clinica<br />

Sensibilizzazione nel’ambito della comunità scientifica e dell’opinione pubblica dei potenziali<br />

con<strong>di</strong>zionamenti e dei fattori <strong>di</strong> confon<strong>di</strong>mento nella ricerca clinica<br />

Valutazione critica della legislazione europea sui me<strong>di</strong>cinali<br />

Pubblicizzazione delle deficienze della legislazione europea sul farmaco e delle proposte per<br />

adeguarle alle esigenze <strong>di</strong> salute pubblica.<br />

Valutazione critica delle riforme in corso in ambito sanitario nei vari paesi<br />

europei, in particolare quelle rivolte al controllo della spesa farmaceutica<br />

Valutazione delle riforme atte ad aumentare la prescrizione dei farmaci generici, ad abbassare il<br />

costo <strong>di</strong> questi, dei corrispondenti prodotti <strong>di</strong> marchio e dei farmaci della classe corrispondente.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> strategie europee per l’uso razionale dei farmaci<br />

Accrescere l’uso razionale dei farmaci adottando l’approccio noto come le “5E” ovvero:<br />

evaluation, economics, enforcement, education, and engineering<br />

Valutazione della documentazione alla base della domanda <strong>di</strong> ammissione<br />

al commercio <strong>di</strong> nuovi farmaci<br />

Supporto alla valutazione delle domande per l’ammissione al commercio <strong>di</strong> nuovi farmaci e per<br />

le successive variazioni alle con<strong>di</strong>zioni dell’autorizzazione originale<br />

Attività per la Commissione Tecnico-scientifica dell'AIFA<br />

Attività <strong>di</strong> consulenza per le funzioni dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in campo<br />

regolatorio per quanto attiene alla qualità, alla sicurezza, all'efficacia e al costo dei farmaci.<br />

Attività per la Sottocommissione per le Procedure Europee presso l'AIFA<br />

Valutazione dei dossier in appoggio alle richieste <strong>di</strong> autorizzazione al commercio attraverso<br />

procedure <strong>di</strong> mutuo riconoscimento con l'Italia come Reference o Concerned Member State.<br />

207<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

208<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

LABORATORIO PER LA SALUTE<br />

MATERNO INFANTILE<br />

PERSONALE<br />

Capo Laboratorio<br />

Maurizio BONATI, Dr.Med.Chir.<br />

209<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULUM<br />

Maurizio Bonati si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: monitoraggio e valutazione epidemiologica dell’utilizzo e degli effetti dei farmaci e dei<br />

vaccini in età pe<strong>di</strong>atrica e in gravidanza; ricerca metodologica nell’ambito dell’assistenza ospedaliera e<br />

delle cure primarie pe<strong>di</strong>atriche; promozione e produzione <strong>di</strong> informazioni sanitarie nella comunità;<br />

epidemiologia delle cure pe<strong>di</strong>atriche e perinatali.<br />

Ruoli attuali e passati in <strong>Istituto</strong> e in organizzazioni esterne: 1973-77 Ricercatore presso l’IRFMN,<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Neurochimica; 1977-85 assistente ricercatore presso l’IRFMN, Laboratorio <strong>di</strong><br />

Farmacologia Clinica; 1986-93 capo dell’ Unità <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Perinatale; referente OMS per il<br />

Gruppo <strong>di</strong> Ricerca sull’Utilizzo dei Farmaci (gravidanza, pe<strong>di</strong>atria e allattamento); 1987-92 coor<strong>di</strong>natore<br />

dello Stu<strong>di</strong>o Cooperativo Internazionale sull’uso <strong>di</strong> farmaci in gravidanza, sotto l’auspicio della OMS ed<br />

il supporto della CEE; 2000-05 coor<strong>di</strong>natore dello Stu<strong>di</strong>o Cooperativo Europeo: Registro Europeo degli<br />

Stu<strong>di</strong> Clinici Pe<strong>di</strong>atrici (DEC-net); dal 1989 Responsabile del Centro <strong>di</strong> Informazione sul Farmaco e la<br />

Salute, CIFS; dal 1993 capo del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile all’IRFMN; dal 1997 docente<br />

ai Corsi <strong>di</strong> Formazione Professionale della Regione Lombar<strong>di</strong>a; dal 2000 <strong>di</strong>rettore dello Stage <strong>annuale</strong> in<br />

Cooperazione e Salute Pubblica - Master in Analisi e Gestione <strong>di</strong> Progetti <strong>di</strong> Sviluppo dell’Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; dal 2002 <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> redazione della rivista Ricerca & Pratica; dal 2003 docente<br />

titolare della Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Pe<strong>di</strong>atria dell’Università <strong>di</strong> Milano Bicocca; docente al corso<br />

<strong>annuale</strong> europeo Evaluation of me<strong>di</strong>cinal products in children promosso da ESDPPP e Eu<strong>di</strong>pharm.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Impicciatore P, Pandolfini C, Casella N, Bonati M. Reliability of public-oriented health care resources on the World<br />

Wide Web the home management of fever in children. BMJ 1997;314: 1875-1881.<br />

• Conroy S, Choonara I, Impicciatore P, Mohn A, Arnell H, Rane A, Knoeppel C, Seyberth H, Pandolfini C, Raffaelli MP,<br />

Rocchi F, Bonati M, Jong G, de Hoog M, van den Anker J. Survey of unlicensed and off label drug use in pae<strong>di</strong>atric<br />

wards in European countries. BMJ 2000;320: 79-82.<br />

• Cazzato T, Pandolfini C, Campi R, Bonati M, and the ACP Puglia-Basilicata Working Group. Drug prescribing in outpatient<br />

children in Southern Italy. Eur J Clin Pharmacol 2001;57:611-616.<br />

• Impicciatore P, Choonara I, Clarkson A, Provasi D, Pandolfini C, Bonati M. Incidence of adverse drug reactions in<br />

pe<strong>di</strong>atric in/out-patients: a systematic review and meta-analysis of prospective stu<strong>di</strong>es. Br J Clin Pharmacol 2001;52: 77-<br />

83.<br />

• Clavenna A, Pandolfini C, Bonati M. Public <strong>di</strong>sclosure of clinical trials in children. Curr Ther Res 2002;63:707-716.<br />

• Pandolfini C, Bonati M. A literature review on off-label drug use in children. Eur J Ped 2005;164: 552-558.<br />

• Bonati M, Clavenna A. The epidemiology of psychotropic drug use in children and adolescents. International Review of<br />

Psychiatry 2005;17: 181-188.<br />

• Santoro E, Rossi V, Pandolfini C, Bonati M. DEC-net: the development of the European Register of Clinical Trials on<br />

Me<strong>di</strong>cines for Children. Clinical Trials 2006;3:366-375.<br />

210<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO<br />

La ricerca, intesa come approccio multi<strong>di</strong>sciplinare per produrre conoscenza, caratterizza<br />

l'attività del Laboratorio che si esplica per la partecipazione <strong>di</strong> operatori sanitari e sociali, madri,<br />

bambini e genitori.<br />

Il principale obiettivo delle attività svolte dal Laboratorio per la Salute Materno Infantile è<br />

quello <strong>di</strong> contribuire al miglioramento del benessere della madre e del bambino me<strong>di</strong>ante un<br />

lavoro inter<strong>di</strong>sciplinare e collettivo nell'ambito della Salute Pubblica.<br />

Quattro sono le aree <strong>di</strong> ricerca:<br />

- il monitoraggio e la valutazione epidemiologica dell’uso razionale dei farmaci e dei vaccini;<br />

- la ricerca nella pratica ospedaliera e nelle cure primarie;<br />

- lo stu<strong>di</strong>o delle variabili socio-sanitarie associate alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute dei bambini;<br />

- il trasferimento dell’informazione alla comunità.<br />

Uno sguardo particolare nello svolgimento delle attività è anche rivolto ai Paesi del Sud del<br />

Mondo, attraverso la collaborazione nella stesura e valutazione <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> cooperazione in<br />

ambito <strong>di</strong> Salute Pubblica e della ricerca epidemiologica.<br />

Oltre all’attività <strong>di</strong> ricerca formale il Laboratorio è attivo nella partecipazione e organizzazione<br />

<strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong> informazione, formazione e <strong>di</strong>battito rivolte sia agli operatori sanitari e sociali<br />

che alla popolazione, attinenti alla cura e al prendersi cura della madre e del bambino.<br />

Il trasferimento critico e partecipato delle conoscenze scientifiche è stimolo continuo e<br />

quoti<strong>di</strong>ano al lavoro che il Laboratorio svolge.<br />

Il Centro <strong>di</strong> Informazione sul Farmaco e la Salute, la cui attività principale è finalizzata all’uso<br />

razionale dei farmaci durante l’allattamento e in età pe<strong>di</strong>atrica, è parte del Laboratorio. Nato<br />

negli anni ‘70 con lo scopo <strong>di</strong> promuovere l’attività dei prontuari terapeutici ospedalieri, si è<br />

sempre più caratterizzato per l'interesse verso i pazienti/utenti e tutti gli operatori sanitari.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Agenzia Italiana del Farmaco, (AIFA)<br />

Associazione Culturale Pe<strong>di</strong>atri, (ACP)<br />

Centro Antiveleni-Unità <strong>di</strong> Tossicologia Clinica-Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo<br />

Centro per la Salute del Bambino, (CSB)<br />

Consorzio Interuniversitario, (CINECA)<br />

Federfarma Lombar<strong>di</strong>a<br />

<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità (ISS)<br />

Osservatorio Italiano Salute Globale (OISG)<br />

Il Pensiero Scientifico E<strong>di</strong>tore<br />

Unità Operativa <strong>di</strong> Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Fondazione Policlinico <strong>di</strong><br />

Milano, (UONPIA)<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano- Facoltà <strong>di</strong> Scienze Politiche<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Bicocca-Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina-Clinica Pe<strong>di</strong>atrica<br />

211<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Agenzia Europea per i Me<strong>di</strong>cinali (EMEA)<br />

Centro de Epidemiologia Comunitaria y Me<strong>di</strong>cina Tropical (CECOMET), Ecuador<br />

Clinica Infantil Colsubsi<strong>di</strong>o, Bogotà, Colombia<br />

European Network Drug Investigation Children (ENDIC)<br />

European Society for Developmental Perinatal & Pae<strong>di</strong>atric Pharmacology (ESDPPP)<br />

Fundacio Institut Catala de Farmacologia, Barcellona, Spagna<br />

Hôpital Robert Debré, Parigi, Francia<br />

Hospital Pe<strong>di</strong>atrico Provincial Docente Dr. Eduardo Agramonte Pina, Camaguey, Cuba<br />

International Society of Drug Bulletins (ISDB)<br />

Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità (OMS)<br />

Unione Europea (UE)<br />

Università <strong>di</strong> Nottingham - Derbyshire Children's Hospital, Derby, UK<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Il Responsabile <strong>di</strong> Laboratorio, dott. Maurizio Bonati, è presente nei seguenti Comitati<br />

E<strong>di</strong>toriali: Dialogo sui Farmaci, Disturbi d’Attenzione e Iperattività, European Journal of<br />

Clinical Pharmacology, Pae<strong>di</strong>atric & Perinatal Drug Therapy, Pe<strong>di</strong>atria (Sao Paulo), Quaderni<br />

ACP, Quaderni <strong>di</strong> Farmacoeconomia, Ricerca & Pratica, Saludarte.<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

American Journal of Epidemiology, Acta Pae<strong>di</strong>atrica, BMC Pregnancy and Childbirth, British<br />

Me<strong>di</strong>cal Journal, Dialogo sui Farmaci, Epidemilogia & Prevenzione, European Journal of<br />

Clinical Pharmacology, Giornale Italiano <strong>di</strong> Farmacia Clinica, Journal of Antimicrobial<br />

Chemotherapy, Me<strong>di</strong>co e Bambino, Pae<strong>di</strong>atric and Perinatal Drug Therapy, Pe<strong>di</strong>atric Drugs,<br />

Pe<strong>di</strong>atric Health, Pe<strong>di</strong>atrics, Prescrire, Quaderni ACP, The Italian Journal of Pe<strong>di</strong>atrics,<br />

Vaccine.<br />

PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

Comitato scientifico ADHD – ISS<br />

Commissione Nazionale per le Vaccinazioni – Ministero della Salute<br />

Commissione tecnico-scientifica per la programmazione e verifica delle vaccinazioni - Regione<br />

Lombar<strong>di</strong>a<br />

Comitato Scientifico del Gruppo <strong>di</strong> Lavoro “Farmaci e Bambini” – AIFA<br />

Commissione tecnica per l'elaborazione, gestione e aggiornamento del Prontuario Terapeutico<br />

Regionale (P.T.R.) - Regione Autonoma Valle d'Aosta<br />

Gruppo <strong>di</strong> lavoro Network Italiano Promozione Acido Folico – ISS<br />

Gruppo <strong>di</strong> Lavoro Pe<strong>di</strong>atrico – AIFA<br />

Gruppo <strong>di</strong> Lavoro "Promozione allattamento al seno" - Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

Pae<strong>di</strong>atric Expert Group (P.E.G.)- EMEA<br />

212<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

LABORATORIO<br />

Gennaio<br />

- NECESSITA’ TERAPEUTICHE INSODDISFATE IN PEDIATRIA. 48° Seminario<br />

SIAR “Attualità Regolatorie: il progetto AIFA per la farmaceutica; l’informazione scientifica<br />

nel Co<strong>di</strong>ce comunitario; esperienze e suggerimenti per le procedure AIFA: il sistema<br />

trasparenza; il Regolamento pe<strong>di</strong>atrico. Società Italiana Attività Regolatorie (SIAR); Segrate<br />

(MI).<br />

- EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE PSICHIATRICHE DELL’ETA’<br />

EVOLUTIVA E DEI TRATTAMENTI FARMACOLOGICI. Congresso “Bambini e<br />

Farmaci”: tra incertezza scientifica e <strong>di</strong>ritto alla salute”. <strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità (ISS) e<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri (IRFMN); Roma.<br />

Febbraio<br />

- LA FARMACOEPIDEMIOLOGÍA Y EL USO DE LAS MEDICINAS EN EL NIÑO.<br />

2 do Taller International Salud Infanto Juvenil Camagüey <strong>2007</strong>. Hospital Pe<strong>di</strong>atrico Provincial<br />

Docente Dr. Eduardo Agramonte Pina; Camagüey, Cuba.<br />

- LETTURA CRITICA DELLA LETTERATURA SCIENTIFICA. BANCHE DATI<br />

BIBLIOGRAFICHE - PERCORSI DI RICERCA. I DATABASE DELLE AGENZIE<br />

INTERNAZIONALI: IL GIOCO DEGLI INDICATORI. Corso <strong>di</strong> perfezionamento in<br />

Me<strong>di</strong>cina Tropicale e Salute Internazionale. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Brescia; Brescia.<br />

Marzo<br />

- PERCORSO PER LA GESTIONE PSICOMOTORIA IN AREA CRITICA. Congresso<br />

“Linee guida tra EBM e pratica clinica. Il trattamento del <strong>di</strong>sturbo bipolare e dell’agitazione<br />

psicomotoria nell’adulto e in età evolutiva”. Azienda Ospedaliera Ospedale Riguarda Ca’<br />

Granda; Milano.<br />

- FARMACI GENERICI IN PEDIATRIA: RISPARMIARE CONVIENE? IV Congresso<br />

interregionale della società italiana <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria “OSTIA 24”. Società italiana <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria<br />

(SIP); Ostia (Roma).<br />

- LA SALUTE IN UN MONDO GLOBALE, TRA PROGRAMMI E DIRITTI NEGATI.<br />

Incontro “Pochi più ricchi, tanti sempre più poveri. E’ questo il mondo che vogliamo?”.<br />

Centro Socio Culturale COOP; Novate Milanese (MI).<br />

Aprile<br />

- PSICOFARMACI NEI BAMBINI. Corso “Orientarsi in salute & sanità per fare scelte<br />

consapevoli”. @Partecipasalute, IRFMN; Milano.<br />

- LO SCENARIO: EPIDEMIOLOGIA DELLA MALATTIA MENTALE. Seminario<br />

“Seminario <strong>di</strong> avvio della rete ADHD”. <strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità (ISS); Roma.<br />

- TRATTAMENTI PSICOFARMACOLOGICI IN GRAVIDANZA. Corso “Patologie e<br />

terapie psicofarmacologiche in gravidanza”. Azienda Ospedaliera <strong>di</strong> Melegnano; Vizzolo<br />

Pre<strong>di</strong>bassi (MI).<br />

- TRATTAMENTI PSICOFARMACOLOGICI IN GRAVIDANZA. Corso “Patologie e<br />

terapie psicofarmacologiche in gravidanza”. Azienda Ospedaliera <strong>di</strong> Melegnano; Zizzolo<br />

Pre<strong>di</strong>bassi (MI).<br />

- LA FARMACIA COME SEDE DI RICERCA E FONTE DI INFORMAZIONE.<br />

Congresso “Tra commercio e salute. Le farmacie pubbliche, un servizio a tutela del citta<strong>di</strong>no”.<br />

Comune <strong>di</strong> Alessandria, ASPAL spa (Azienda Pluriservizi Alessandria) e Federazione delle<br />

Farmacie Comunali; Alessandria (AL).<br />

Maggio<br />

- BAMBINI E FARMACI. Corso. “Gli Argonauti VIII. In viaggio per Itaca” Associazione<br />

Culturale Pe<strong>di</strong>atri (ACP); Messina.<br />

213<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

- EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE PSICHIATRICHE DELL’ETA’<br />

EVOLUTIVA E DEI TRATTAMENTI FARMACOLOGICI. . Corso “I percorsi<br />

<strong>di</strong>agnostici-terapeutici-assistenziali dei bambini e adolescenti con <strong>di</strong>sturbi psichici nella<br />

azienda ULSS 20 <strong>di</strong> Verona”. Azienda ULSS 20 <strong>di</strong> Verona; Marzana (VR).<br />

- USO DI FARMACI OFF-LABEL IN ETA’ PEDIATRICA. Conferenza. Ospedale dei<br />

Bambini “V. Buzzi” Istituti Clinici <strong>di</strong> Perfezionamento; Milano.<br />

- FARMACI E ALLATTAMENTO. Corso <strong>di</strong> aggiornamento PLS (Pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> Libera Scelta)<br />

U<strong>di</strong>ne.<br />

- REAZIONI AVVERSE IN GRAVIDANZA. REAZIONI AVVERSE IN PEDIATRIA.<br />

Master Farmacovigilanza. SEFAP, Milano.<br />

Giugno<br />

- CLINICAL TRIALS OF ANTIDEPRESSANTS IN CHILDREN, WHAT HAVE WE<br />

LEARNT? - WHAT IS THE EVIDENCE OF EFFICACY? - WHAT IS THE<br />

EVIDENCE OF TOXICITY? WHY TRANSPARENCY IS ESSENTIAL. Corso “5th<br />

International Workshop on Pae<strong>di</strong>atric Clinical Trial”. The Me<strong>di</strong>cal School, Derby City<br />

General Hospital; Derby, UK.<br />

- PRESCRIZIONE FARMACOLOGICA IN PEDIATRIA DI FAMIGLIA E PERCORSI<br />

DIAGNOSTICO-TERAPEUTICI. Corso <strong>di</strong> aggiornamento per Pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> Famiglia.<br />

Formazione pe<strong>di</strong>atrica ASL Pavia; Strabella (PV).<br />

Luglio<br />

- L’IMPORTANZA DEI DATI EPIDEMIOLOGICI NEI PROCESSI DECISIONALI E<br />

DI RICERCA IN SANITA’. (Tavola Rotonda). Convegno “Vent’anni <strong>di</strong> storia<br />

dell’epidemiologia del farmaco”. Osservatorio ARNO, Consorzio Interuniversitario CINECA;<br />

Bologna .<br />

Settembre<br />

- IL MONITORAGGIO CRITICO DELLE PRESCRIZIONI FARMACOLOHICHE<br />

PER MIGLIORARE LA QUALITA’ E L’APPROPRIATEZZA DELLA TERAPIA. 63°<br />

Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria “Difen<strong>di</strong>amo i <strong>di</strong>ritti dell’infanzia e<br />

dell’adolescenza”. Società Italiana <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria (SIP); Pisa.<br />

- DISUGUAGLIANZE NELLA SALUTE MATERNO-INFANTILE. Corso “Health and<br />

Health care services, as in<strong>di</strong>cators of Human Rights”. <strong>Istituto</strong> Italiano per gli Stu<strong>di</strong> Filosofici,<br />

Fondazione Lelio Basso-Sezione Internazionale; Napoli.<br />

- Tavola Rotonda: l’in-formazione presente e futura. “Vaccinare per obbligo o per scelta?”.<br />

Associazione Culturale Pe<strong>di</strong>atri (ACP); Senato della Repubblica, Roma.<br />

Ottobre<br />

- PSICOFARMACI & BAMBINI. Seminario “Psicofarmaci e bambini”. Gruppo<br />

Parlamentare Forza Italia; Milano.<br />

- ADHD E SALUTE DEL BAMBINO IN ITALIA. Corso: “Lo sviluppo delle Linee Guida<br />

Europee per le Terapie <strong>Farmacologiche</strong> dell’ADHD: Implementazione nel Mondo Reale ed<br />

effetti sulla qualità della vita”. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Cagliari Dipartimento <strong>di</strong><br />

Neuroscienze, Clinica <strong>di</strong> Neuropsichiatria Infantile; Cagliari.<br />

- EPIDEMIOLOGIA. RICONOSCIMENTO DI UNA REAZIONE AVVERSA.<br />

REAZIONI AVVERSE PIU’ FREQUENTI IN ETA’ PEDIATRICA. Corso “la reazione<br />

avversa da farmaco: come riconoscerla. L’importanza della segnalazione spontanea”. Istituti<br />

Clinici <strong>di</strong> Perfezionamento (ICO) Ospedale dei bambini V. Buzzi, Milano.<br />

- ACCESSO AI FARMACI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO. XXVIII Congresso<br />

Nazionale SIFO “Innovazione e Salute Pubblica. Efficacia a confronto con: Equità,<br />

Economia, Etica”. Società Italiana <strong>di</strong> Farmacia Ospedaliera (SIFO); Rimini, (RN).<br />

- LO SCENARIO: EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI PSICHICI DELL’ETA’<br />

EVOLUTIVA. 19° Congresso Nazionale ACP “Relazioni per crescere. Il bambino nel<br />

contesto relazionale: basi biologiche ed implicazioni cliniche e sociali”. Associazione<br />

Culturale Pe<strong>di</strong>atri (ACP); Trani (BA).<br />

214<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

- FARMACI E ALLATTAMENTO. Corso <strong>di</strong> aggiornamento PLS (Pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> Libera Scelta)<br />

U<strong>di</strong>ne.<br />

Novembre<br />

- LO SCENARIO: EPIDEMIOLOGIA DELLA SALUTE MENTALE IN ETA’<br />

EVOLUTIVA. Corso. UMANA_MENTE, Milano.<br />

- INFORMAZIONE E DISINFORMAZIONE NELL’ERA DELLA COMUNICAZIONE.<br />

Seminario “Dialoghi <strong>di</strong> Bioetica e bio<strong>di</strong>ritto <strong>2007</strong>. Sintonie e interferenze: le <strong>di</strong>mensioni della<br />

comunicazione in ambito sanitario”. Provincia autonoma <strong>di</strong> Trento, Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci<br />

Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia <strong>di</strong> Trento, Federazione Nazionale Colleghi<br />

Infermieri IPASVI, Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti della Provincia <strong>di</strong> Trento; Trento.<br />

Dicembre<br />

- METILFENIDATO E ATOMOXETINA. Congresso “Confronti in pe<strong>di</strong>atria <strong>2007</strong>. La<br />

Pe<strong>di</strong>atria attraverso i farmaci. Quelli facili e quelli <strong>di</strong>fficili”.IRCCS Burlo Garofano; Trieste.<br />

- IL REGISTRO NAZIONALE: UNO STRUMENTO DI SALUTE PUBBLICA.<br />

Convegno “Il Registro Nazionale dell’ADHD”. SINPIA, Milano.<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco<br />

Boehringer Ingelheim<br />

CINECA, Consorzio Interuniversitario<br />

Unione Europea<br />

Fondazione Monzino<br />

Il Pensiero Scientifico E<strong>di</strong>tore<br />

Provincia <strong>di</strong> Milano<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a - Assessorato alla Sanità<br />

Regione Valle d'Aosta - Assessorato alla Sanità, Salute e Politiche Sociali<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Arias G, Palau M, Perez M, Bonati M. Philanthropic prize to remember that Latin American Children’s health is a<br />

priority. Pan American Journal of Public Health (Revista Panamericana de Salud Publica) <strong>2007</strong>;22:294.<br />

Campi R, Bonati M. Italian child health statistic review: births and deaths. Ital J Ped <strong>2007</strong>;33:67-73.<br />

Campi R, Bonati M. Italian child health statistic review: morbi<strong>di</strong>ty and social habits. Ital J Ped <strong>2007</strong>;33:144-149.<br />

Choonara I, Bonati M. European legislation to improve me<strong>di</strong>cines for children. Paedat Perin Drug Ther <strong>2007</strong>;8:2-3.<br />

Clavenna A, Bonati M. Antidepressant prescriptions in pae<strong>di</strong>atric outpatients in Europe. Pae<strong>di</strong>atr Perin Drug Ther<br />

<strong>2007</strong>;8:103-8.<br />

Clavenna A, Rossi E, De Rosa M, Bonati M. Use of Psychotropic Me<strong>di</strong>cations in Italian Children and Adolescents.<br />

Eur J Pe<strong>di</strong>atr <strong>2007</strong>;166:339-47.<br />

Marchetti F, Bua J, Ventura A, Notarangelo LDE, Di Maio S, Migliore G, Bonati M. The awareness among<br />

pae<strong>di</strong>atricians of off-label prescribing in children: a survey in Italian Hospitals. Eur J Clin Pharmacol <strong>2007</strong>;63:81-85.<br />

Rossignoli A, Clavenna A, Bonati M. Antibiotic prescription and prevalence rate in the outpatient pae<strong>di</strong>atric<br />

population: analysis of surveys published during 2000-2005. Eur J Clin Pharmacol <strong>2007</strong>;63:1099-106.<br />

215<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Bianchi M, Clavenna A, Labate L, Bortolotti A, Fortino I, Locatelli GW, Giuliani G, Bonati M. Profilo prescrittivo<br />

dei farmaci antiasmatici nella popolazione pe<strong>di</strong>atrica della ASL <strong>di</strong> Lecco. Me<strong>di</strong>co e Bambino <strong>2007</strong>;26:653-659<br />

Bonaccorsi A. All’origine delle <strong>di</strong>suguaglianze nella salute (traduzione). R&P <strong>2007</strong>;23: 216-17.<br />

Bonati M. <strong>2007</strong>: l’anno dei farmaci per i bambini? Quaderni ACP <strong>2007</strong>;14:241.<br />

Bonati M. Dalla lettura ... Pillole <strong>di</strong> buona pratica prescrittiva. Lutilizzo dei famaci nell’infanzia: il programma del<br />

Ministero della Salute. Newsletter <strong>2007</strong>;n.7:3.<br />

Bonati M. Disturbi mentali e farmaci: il caso dell’ADHD e degli psicostimolanti. Me<strong>di</strong>co e Bambino <strong>2007</strong>;XXVI:75-<br />

76.<br />

Bonati M. I <strong>di</strong>sturbi mentali dell’età evolutiva: una <strong>di</strong>storsione tra richiesta e offerta <strong>di</strong> aiuto. Informazione sui<br />

farmaci <strong>2007</strong>;3:57-59.<br />

Bonati M. I farmaci: una delle aree <strong>di</strong> intervento. R&P <strong>2007</strong>;22:270.<br />

Bonati M. L’anestesia non fa la rete e neppure l’equità. Il Sole 24 Ore Sanità <strong>2007</strong>;17-23 aprile:3.<br />

Bonati M. L’utilizzo dei farmaci nell’infanzia. Bollettino SIFO 53: 109; <strong>2007</strong>.<br />

Bonati M. Quando è l’evidenza erariale a sopravanzare quella scientifica. R&P <strong>2007</strong>;23:97-99.<br />

Bonati M. Una <strong>di</strong>storsione tra richiesta e offerta <strong>di</strong> aiuto. SocialNews <strong>2007</strong>; http://www.socialnews.it/<br />

ARTICOLIAPRILE<strong>2007</strong>/ Aprile<strong>2007</strong>Bonati_1.htm.<br />

Bonati M, Campi R. Le <strong>di</strong>suguaglianze tra Nazioni nella salute infantile. Quaderni acp <strong>2007</strong>;14:15-18.<br />

Bonati M, Campi R. La promozione della salute nei Paesi del Sud del mondo. Quaderni acp <strong>2007</strong>;14: 95-96.<br />

Bonati M, Gruppo <strong>di</strong> Lavoro sui Farmaci Pe<strong>di</strong>atrici (Istituito presso AIFA) Decongestionanti nasali: nei bambini i<br />

rischi superano i benefici. Me<strong>di</strong>co e Bambino <strong>2007</strong>;5: 309-315 .<br />

Briantea Pae<strong>di</strong>atric Surveillance Unit. (Bonati M, Calati MG, Clavenna A). Il monitoraggio epidemiologico delle<br />

malattie: l’esperienza pilota <strong>di</strong> otto ospedali sentinella. Quaderni ACP <strong>2007</strong>;14:242-244 .<br />

Campi R, Bonati M. Bambini poveri e <strong>di</strong>suguali in Italia. R&P <strong>2007</strong>;119:232-233.<br />

Centro <strong>di</strong> Informazione sul Farmaco e la Salute. Otite me<strong>di</strong>a acuta: meglio attendere prima dell’antibiotico. Quaderni<br />

acp <strong>2007</strong>;14: 45.<br />

Centro <strong>di</strong> informazione sul Farmaco e la Salute. Decongestionanti nasali: attenzione, pericolo <strong>di</strong> morte. Quaderni acp<br />

<strong>2007</strong>;14: 86.<br />

Cerzani M, Pasina L, Clavenna A, Nobili A, Garattini L. Revisione critica degli stu<strong>di</strong> italiani <strong>di</strong> farmacoeconomia<br />

sull’uso dei farmaci antinfiammatori non steroidei in me<strong>di</strong>cina generale. Quaderni <strong>di</strong> Farmacoeconomia <strong>2007</strong>; 3:17-<br />

28.<br />

Clavenna A. In viaggio tra le evidenze. R&P <strong>2007</strong>;119:119.<br />

Clavenna A. Società Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina delle Migrazioni. R&P <strong>2007</strong>;23:74.<br />

Clavenna A, Bonati M. Dieta, Integratori, antibiotici e autismo. Me<strong>di</strong>co e Bambino <strong>2007</strong>;26:422-21.<br />

Clavenna A, Bonati M, Campi R, Labate L, Nobili A, Pasina L,Tettamanti M, Monesi L, Marzona I, Roncaglioni C,<br />

Bortolotti A, Fortino I, Locatelli GW, Giuliani G. La prescrizione <strong>di</strong> farmaci per i bambini e gli anziani nella ASL <strong>di</strong><br />

Lecco. R&P <strong>2007</strong>;23:100-112.<br />

Clavenna A, Fortinguerra F. Antibiotici: usare con cautela. Quaderni acp <strong>2007</strong>;14:125.<br />

Clavenna A, Fortinguerra F. Desmopressina nel trattamento dell’enuresi: evitare gli spray. Quaderni acp<br />

<strong>2007</strong>;14:226.<br />

Clavenna A, Fortinguerra F. Farmaci antiraffreddore ancora nella bufera. Quaderni ACP <strong>2007</strong>;14:272.<br />

Clavenna A, partecipanti al corso “La risoluzione <strong>di</strong> scenari clinici con il supporto della EBM come strumento <strong>di</strong><br />

formazione continua per il pe<strong>di</strong>atra”. Esiste una terapia farmacologica per la sindrome delle apnee notturne?<br />

Quaderni acp <strong>2007</strong>;14:73-74.<br />

Conti Nibali S, Bonati M, Font M, Toffol G. La prescrizione per DCI in Pe<strong>di</strong>atria ambulatoriale Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fattibilità.<br />

Quaderni acp <strong>2007</strong>;14:46-47.<br />

Conti Nibali S, Bonati M. DCI nella me<strong>di</strong>cina generale: stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fattibilità. Dialogo sui Farmaci <strong>2007</strong>;2:78-80.<br />

De Rosa M, Rossi E, Bonati M, Clavenna A. L’85% sono antibiotici, antiasmatici e corticosteroi<strong>di</strong>. Il sole 24 ore<br />

Sanità <strong>2007</strong>; 30gen-5feb:3.<br />

Grandori L, Bonati M, Gangemi M. 8 passi <strong>di</strong> prevenzione a tutela della salute dei bambini. Me<strong>di</strong>co e Bambino<br />

<strong>2007</strong>;25:643-644.<br />

Fortinguerra F, Maschi S, Clavenna A, Miselli M, Baviera M, Scurti V, Cattaneo A, Zanfi D, Conti Nibali S,<br />

Zermiani G, Labate L, Bonati M. Le inserzioni pubblicitarie pubblicate sulle riviste del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia. R&P<br />

<strong>2007</strong>;23:236-251.<br />

Labate L. Dimensione campionaria. R&P <strong>2007</strong>;22:256-261.<br />

Maschi S, Fortinguerra F, Clavenna A, Bonati M. Levotiroxina in età pe<strong>di</strong>atrica. Dialogo sui farmaci <strong>2007</strong>;5:133-<br />

135.<br />

216<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL <strong>2007</strong><br />

Cirillo B, Bonati M, Campi R, De Campora E, Siani P. Disuguguaglianze nella salute nell’infanzia e nell’adolescenza<br />

in Campagna. Phoebus E<strong>di</strong>zioni, Casalnuovo, Napoli <strong>2007</strong>. [libro]<br />

Schiavetti B, Clavenna A, Fortinguerra F, Miglio D, Bonati M. Psicofarmaci in allattamento. Il Pensiero Scientifico<br />

Ed., Roma <strong>2007</strong>. [libro]<br />

Bonati M, Campi R. Le <strong>di</strong>suguaglianze fra nazioni nella salute infantile. In: Oltre il DNA Scienza, società e<br />

citta<strong>di</strong>nanza. IBIS, Como; Pavia <strong>2007</strong>:69-76. [capitolo <strong>di</strong> libro]<br />

Clavenna A, Bonati M. Farmacologia e tossicologia in gravidanza e allattamento. In: Ostetrica e Ginecologia. Zanoio,<br />

Masson spa, Milano, <strong>2007</strong>;Cap.23:497-512. [capitolo <strong>di</strong> libro]<br />

Bonati M, Campi R e Gruppo <strong>di</strong> Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. I <strong>di</strong>ritti<br />

dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. 3° rapporto <strong>di</strong> aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui <strong>di</strong>ritti<br />

dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia 2006-<strong>2007</strong>. Gruppo <strong>di</strong> lavoro per la CRC c7o Save the Children, Roma,<br />

<strong>2007</strong>;7-118. [capitolo <strong>di</strong> libro]<br />

Bianchi M, Clavenna A, Labate L, Bonati M. Anti-asthmatic drug prescriptions in Italian children and adolescents..<br />

Pae<strong>di</strong>atr Perinat Drug Ther 8:72;<strong>2007</strong>. [abstract]<br />

Bonati M, Clavenna A. Il monitoraggio critico delle prescrizioni farmacologiche per migliorare la qualità e<br />

l’appropriatezza della terapia. In: Atti 63° Congresso Nazionale Società Italiana <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria. Pisa, 26-29 Settembre<br />

<strong>2007</strong>. 59:542;<strong>2007</strong>. [abstract]<br />

Pandolfini C, Bonati M, Rossi V, Santoro E, Naylor C, Sammons H, Choonara I, Zarrabian S, Jacqz-Aigrain E,<br />

Castel JM, Danés I, Fuentes I, Arnau J. The DEC-net European register of pae<strong>di</strong>atric drug therapy trials: its contents<br />

and their context. Pae<strong>di</strong>atr Perinat Drug Ther 8:72; <strong>2007</strong>. [abstract]<br />

Colombo C, Mosconi P, Bassi C, Bernar<strong>di</strong> F, Bosisio M, Copelli P, Crotti C, Erroi A, Magri M, Pandolfini C, Pistotti<br />

V, Santoro E, Zucchetti E. Evaluating cancer pain websites. MedNet <strong>2007</strong> - 12 th World Congress on the Internet in<br />

Me<strong>di</strong>cine, 7-10 October <strong>2007</strong>, Leipzig, Germany 306;<strong>2007</strong>. [abstract]<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Progetto ARNO-Pe<strong>di</strong>atria<br />

Da oltre cinque anni un milione <strong>di</strong> bambini e adolescenti, e le rispettive famiglie, costituiscono<br />

la popolazione del Progetto ARNO-Pe<strong>di</strong>atria (unico, per <strong>di</strong>mensioni e durata, a livello nazionale<br />

e internazionale), nato grazie alla collaborazione tra l’<strong>Istituto</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” <strong>di</strong> Milano e il<br />

CINECA <strong>di</strong> Bologna.<br />

L’iniziativa rientra nel più ampio Progetto ARNO <strong>di</strong> monitoraggio delle prescrizioni<br />

farmaceutiche extraospedaliere, attivo presso il CINECA dal 1986 a cui partecipano alcune<br />

decine <strong>di</strong> ASL del territorio nazionale.<br />

Nel corso dell’anno 2006 a 561.237 bambini < 14 anni <strong>di</strong> età (61% del totale) sono stati<br />

prescritti 620 <strong>di</strong>fferenti farmaci (principi attivi), utilizzando 1.805.521 ricette, per un totale <strong>di</strong><br />

2.697.979 confezioni. Me<strong>di</strong>amente ogni assistito ha ricevuto 3 prescrizioni e 5 confezioni <strong>di</strong><br />

farmaci.<br />

La prevalenza della prescrizione ha il suo picco nei bambini <strong>di</strong> età 1-4 anni (76%), <strong>di</strong>minuendo<br />

poi progressivamente al crescere dell’età, fino a 43% nei bambini <strong>di</strong> 13 anni. La prevalenza<br />

delle prescrizioni è risultata, inoltre, maggiore nei maschi rispetto alle femmine (62% versus<br />

59%).<br />

Gli antibiotici (52%), gli antiasmatici (26%) e i corticosteroi<strong>di</strong> sistemici (8%) sono state le<br />

classi <strong>di</strong> farmaci più frequentemente prescritte e corrispondono all’84% delle prescrizioni.<br />

L’associazione amoxicillina+acido clavulanico è risultata il principio attivo più prescritto in<br />

assoluto (461.755 confezioni a 217.720 bambini), seguita dall’amoxicillina (256.892 confezioni<br />

a 129.788 bambini) e dal beclometasone (195.443 confezioni a 137.031 bambini).<br />

217<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Il beclometasone è risultato il principio attivo più prescritto ai bambini con età < 1 anno (1/5 dei<br />

bambini <strong>di</strong> questa fascia <strong>di</strong> età ha ricevuto almeno una confezione <strong>di</strong> questo me<strong>di</strong>cinale). Nei<br />

bambini ≥ 1 anno l’associazione amoxicillina + clavulanico è il farmaco più prescritto. Un<br />

totale <strong>di</strong> 15 farmaci è in grado <strong>di</strong> coprire i bisogni più frequenti, in<strong>di</strong>pendentemente dall’età; 6<br />

<strong>di</strong> questi compaiono tra i 10 più prescritti in tutte le età.<br />

Il profilo qualitativo e quantitativo della prescrizione farmaceutica si <strong>di</strong>scosta ampliamente dalle<br />

attitu<strong>di</strong>ni descritte in altri Paesi Europei, suggerendo la necessità <strong>di</strong> iniziative formative (<strong>di</strong><br />

ricerca) e informative partecipate volte al miglioramento <strong>di</strong> un uso razionale dei farmaci per i<br />

bambini.<br />

Gruppo <strong>di</strong> Lavoro per la “Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e<br />

dell’Adolescenza”<br />

Il Laboratorio per la Salute Materno Infantile è parte del Gruppo <strong>di</strong> Lavoro per la Convenzione<br />

sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) in Italia.<br />

Costituitosi nel <strong>di</strong>cembre 2000 con l’obiettivo prioritario <strong>di</strong> preparare un rapporto sulla<br />

con<strong>di</strong>zione dell’infanzia in Italia, supplementare (non alternativo), a quello presentato dal<br />

governo italiano e da sottoporre al Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.<br />

Documento presentato a Roma nel 2001 e sottoscritto da 42 associazioni e organizzazioni non<br />

governative. Il 31 gennaio 2003 a seguito <strong>di</strong> un incontro pubblico tenutosi a Ginevra tra il<br />

Comitato ONU e una numerosa delegazione governativa che ha portato alla creazione <strong>di</strong> un<br />

documento nel quale sono evidenziati i progressi compiuti nel nostro Paese per dare attuazione<br />

alla Convenzione, ma si esprimono anche preoccupazioni per l’inottemperanza ad alcuni<br />

principi, e si avanzano precise raccomandazioni su cui il Governo sarà chiamato a render conto<br />

nel prossimo rapporto al Comitato ONU, previsto per il 2008 (CRC/C/15/Add.198).<br />

In preparazione del rapporto al Comitato ONU è stato deciso <strong>di</strong> creare un aggiornamento<br />

<strong>annuale</strong> sull’attuazione dei <strong>di</strong>ritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e delle relative<br />

Raccomandazioni del Comitato ONU, focalizzato su tematiche selezionate ritenute prioritarie. Il<br />

<strong>Rapporto</strong> <strong>di</strong> aggiornamento rappresenta la sintesi del monitoraggio compiuto dal Gruppo; non<br />

vuole essere una denuncia sulle carenze del nostro sistema, ma un confronto puntuale e<br />

costruttivo, uno stimolo all’implementazione dei <strong>di</strong>ritti garantiti dalla Convenzione da parte<br />

delle istituzioni che nel nostro Paese sono responsabili delle politiche per l’infanzia e<br />

l’adolescenza.<br />

Il 3°<strong>Rapporto</strong> oltre che aggiornare il monitoraggio rispetto alle tematiche già trattate nel<br />

precedente, sviluppando ulteriori approfon<strong>di</strong>menti, arricchisce l’analisi con due nuovi capitoli: il<br />

secondo de<strong>di</strong>cato ai principi generali della CRC, iniziando con il monitoraggio del “principio <strong>di</strong><br />

partecipazione” (art.12 CRC), e il terzo de<strong>di</strong>cato ad ambiente familiare e misure alternative.<br />

L’obiettivo del Gruppo <strong>di</strong> Lavoro infatti è quello <strong>di</strong> allargare il proprio ambito <strong>di</strong> osservazioni<br />

fino a coprire tutti gli otto raggruppamenti, in cui il Comitato ONU ha sud<strong>di</strong>viso gli articoli<br />

della CRC, nel prossimo rapporto supplementare alle Nazioni Unite.<br />

L’auspicio è quello <strong>di</strong> poter sollecitare e contribuire allo sviluppo <strong>di</strong> politiche, prassi e riforme<br />

legislative che portino a un reale miglioramento della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tutti i minori presenti in<br />

Italia.<br />

Registro Nazionale ADHD<br />

L’autorizzazione all’immissione in commercio in Italia del Metilfenidato e dell’Atomoxetina<br />

<strong>di</strong>spensabili da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ha reso necessario il monitoraggio<br />

dell’uso <strong>di</strong> questi farmaci nella popolazione pe<strong>di</strong>atrica affetta dalla Sindrome da iperattività con<br />

deficit d’attenzione in trattamento farmacologico in associazione con terapie psicologiche. Per<br />

sod<strong>di</strong>sfare questa necessità è stato istituito un Registro Nazionale coor<strong>di</strong>nato dal Dipartimento<br />

del Farmaco dell’<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità in collaborazione con l’Agenzia Italiana del<br />

Farmaco e la Conferenza permanente degli Assessori alla Sanità delle Regioni e delle Province<br />

autonome <strong>di</strong> Trento e Bolzano che è <strong>di</strong>venuto operativo il 18 giugno <strong>2007</strong>. Il Laboratorio per la<br />

218<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Salute Materno Infantile in quanto parte del Comitato Scientifico, ha partecipato alla stesura del<br />

protocollo che definisce la struttura e l'attività del Registro Nazionale ADHD e al suo<br />

monitoraggio.<br />

Obiettivi del registro:<br />

monitorare l’uso del metilfenidato e dell’atomoxetina;<br />

valutare la sicurezza e la compliance alla terapia farmacologia in associazione ad altri interventi<br />

terapeutici non farmacologici, a me<strong>di</strong>o e lungo termine, in soggetti affetti da ADHD;<br />

definire nella popolazione in età scolare qual è la probabilità <strong>di</strong> sviluppare ADHD che necessita<br />

<strong>di</strong> un trattamento farmacologico;<br />

definire le modalità <strong>di</strong> gestione ottimale dell’ADHD me<strong>di</strong>ante standar<strong>di</strong>zzazione delle<br />

procedure <strong>di</strong>agnostiche e terapeutiche più appropriate;<br />

valutare nei bambini in età scolare affetti da ADHD qual è l’efficacia dei farmaci psicotropi e\o<br />

della terapia comportamentale nell’evoluzione dell’ADHD nella pratica reale;<br />

stimare nei soggetti in età scolare affetti da ADHD qual è il rischio a lungo termine <strong>di</strong><br />

persistenza della sindrome, <strong>di</strong> ritardo scolare, <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> psicosi o altri <strong>di</strong>sturbi psichiatrici.<br />

La prima valutazione degli outcomes sarà fatta dopo 24 mesi dall’attivazione del registro.<br />

http://www.farmaco-iss.org/<br />

Ricerca & Pratica<br />

Nata nel gennaio del 1985, come espressione dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong><br />

Negri", Ricerca & Pratica fa parte dell'International Society of Drug Bulletins che raggruppa le<br />

riviste in<strong>di</strong>pendenti.<br />

Da oltre venti anni, R&P rappresenta uno spazio aperto a tutti coloro che nell’ambito delle cure<br />

primarie raccolgono dati producono stu<strong>di</strong>, alimentano confronti e suggeriscono riflessioni con il<br />

sincero intento <strong>di</strong> capire e <strong>di</strong> migliorarsi, lo sforzo <strong>di</strong> guardare al <strong>di</strong> là dei soli aspetti clinici<br />

della me<strong>di</strong>cina, senza però mai <strong>di</strong>menticare che è alla clinica che i lettori de<strong>di</strong>cano la maggior<br />

parte del proprio tempo e dei propri sforzi.<br />

Un osservatorio esclusivo e autonomo che è anche un laboratorio <strong>di</strong> riflessione, valutazione e<br />

informazione attraverso strumenti come l'affidabilità e la rilevanza dei dati, l'equilibrio tra<br />

benefici e rischi e tra benefici e costi, l'in<strong>di</strong>pendenza da conflitti <strong>di</strong> interesse con l'obiettivo reale<br />

<strong>di</strong> contribuire ad un miglioramento, progressivo ed equamente <strong>di</strong>stribuito, del livello <strong>di</strong> salute<br />

della popolazione.<br />

Centro <strong>di</strong> Informazione sul Farmaco e la Salute (CIFS)<br />

Il Centro <strong>di</strong> Informazione sul Farmaco e la Salute, nato con lo scopo <strong>di</strong> promuovere l’attività dei<br />

prontuari terapeutici ospedalieri, si è sempre più caratterizzato per l'interesse verso i<br />

pazienti/utenti e gli operatori sanitari in ambito extra-ospedaliero.<br />

Il cuore dell’attività del Centro è rappresentato dal servizio quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> consulenza telefonica,<br />

garantita anche ai non specialisti, per quanto concerne la terapia farmacologica e i bisogni <strong>di</strong><br />

salute durante l’allattamento e l’età pe<strong>di</strong>atrica; mentre l’attività <strong>di</strong> informazione sull’uso <strong>di</strong><br />

farmaci in gravidanza, dal gennaio 2004, viene svolta dal Centro Antiveleni - Unità <strong>di</strong><br />

Tossicologia Clinica - Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo che con il Laboratorio contribuisce alle<br />

attività del Dipartimento <strong>di</strong> Farmacia Clinica e Farmacologia.<br />

Nel corso del <strong>2007</strong>, hanno contattato il Centro <strong>di</strong> Informazione sul Farmaco 599 utenti che<br />

hanno posto 1001 quesiti: l’ 80% sono giunti dai <strong>di</strong>retti interessati (pazienti o familiari), il 13%<br />

da pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> base/ospedalieri, il 3% da me<strong>di</strong>ci generici o altri specialisti non pe<strong>di</strong>atri, il 4% da<br />

altri operatori sanitari. 817 richieste d’informazione hanno riguardato l’assunzione <strong>di</strong> farmaci,<br />

184 l’uso <strong>di</strong> parafarmaceutici, informazioni generali ed esami <strong>di</strong>agnostici. 931 (93%) quesiti<br />

erano inerenti alla sicurezza d’impiego <strong>di</strong> farmaci durante l’allattamento, mentre 70 (7%) hanno<br />

interessato la somministrazione <strong>di</strong> farmaci a bambini.<br />

219<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Sebbene le richieste siano pervenute da tutto il territorio nazionale, la maggioranza è giunta dal<br />

Nord (66%), in particolare dalle province <strong>di</strong> Milano (228) e Brescia (32). Il 21% delle richieste<br />

è pervenuto dal Centro e il 13% dal Sud.<br />

Master Universitario<br />

Un corso interuniversitario finalizzato alla creazione <strong>di</strong> specialisti in pianificazione e gestione <strong>di</strong><br />

progetti <strong>di</strong> cooperazione allo sviluppo (www.eco-<strong>di</strong>p.unimi.it). Si è svolta presso l’<strong>Istituto</strong><br />

<strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Milano, e organizzato dal Laboratorio, la sesta e<strong>di</strong>zione dello Stage in<br />

Cooperazione e Salute Pubblica della durata <strong>di</strong> 10 giorni. Lo Stage ha costituito un<br />

approfon<strong>di</strong>mento specifico sulle problematiche inerenti la Salute Pubblica nei Paesi del Sud del<br />

Mondo, in considerazione della primaria importanza che queste rappresentano per tutta la<br />

popolazione mon<strong>di</strong>ale agli inizi del Millennio. Le lezioni teoriche in<strong>di</strong>rizzate a varie tematiche,<br />

fra cui il trattamento delle emergenze, i primi soccorsi a bisogni estremi, il problema<br />

dell’accesso ai farmaci, le misure <strong>di</strong> salute e benessere, le analisi delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e i<br />

programmi <strong>di</strong> intervento, oltre a principi <strong>di</strong> epidemiologia, sono state affiancate da laboratori<br />

sperimentali <strong>di</strong> prove pratiche.<br />

Commissione Tecnica per l’elaborazione del Prontuario Terapeutico<br />

Regionale<br />

La Regione Autonoma Valle d’Aosta ha stipulato una convenzione con l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri, affidando al Laboratorio per la Salute Materno Infantile, un<br />

incarico perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> consulenza per l’espletamento delle seguenti attività:<br />

- revisione e aggiornamento del Prontuario Terapeutico Regionale (PTR);<br />

- pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> pareri sui protocolli <strong>di</strong> sperimentazione <strong>di</strong> prodotti farmaceutici e <strong>di</strong> altri<br />

rime<strong>di</strong> terapeutici;<br />

- realizzazione <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong> documentazione sui temi oggetto della collaborazione.<br />

Commissione Vaccini<br />

Il Laboratorio per la Salute Materno Infantile fa parte della Commissione Nazionale per le<br />

Vaccinazioni e della Commissione Vaccini Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />

La Commissione Nazionale delle Vaccinazioni, sottogruppo CNV è stata istituita con D.M. 20<br />

febbraio <strong>2007</strong>.<br />

Il principale mandato <strong>di</strong> tale Commissione è l’aggiornamento del Piano Nazionale Vaccini,<br />

documento redatto considerando i seguenti obiettivi generali:<br />

mantenere elevate le coperture vaccinali per le malattie per le quali sono stati raggiunti gli<br />

obiettivi previsti dai Piani Sanitari Nazionali 1998-2000 e 2003-2005, nonchè dall’Ufficio<br />

Regionale Europeo dell’OMS;<br />

Promuovere appropriati interventi vaccinali <strong>di</strong> recupero per le malattie per le quali è già stata<br />

definita una strategia operativa <strong>di</strong> base, ma per le quali non sono ancora stati raggiunti livelli <strong>di</strong><br />

copertura ottimali;<br />

Fornire in<strong>di</strong>cazioni sui nuovi obiettivi perseguibili e sull’avvio <strong>di</strong> iniziative mirate <strong>di</strong><br />

prevenzione vaccinale in seguito alla recente <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> nuovi vaccini, come in<strong>di</strong>cato dal<br />

PSN 2003-2005;<br />

Incrementare la sicurezza delle pratiche <strong>di</strong> immunizzazione;<br />

Incrementare gli interventi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne strutturale, organizzativo, formativo e comunicativo<br />

necessari per consentire l’evoluzione della politica vaccinale dall’ambito degli interventi<br />

impositivi a quello della partecipazione consapevole delle famiglie<br />

A livello Regionale la Commissione tecnico-scientifica per la programmazione e verifica delle<br />

vaccinazioni, chiamata così in virtù dei compiti assegnatale, ha i seguenti obiettivi:<br />

elaborazione <strong>di</strong> strategie vaccinali, sulla base dei profili epidemiologici;<br />

valutazione degli interventi in atto, in termini <strong>di</strong> efficacia protettiva e <strong>di</strong> effetti indesiderati;<br />

220<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

promozione <strong>di</strong> miglioramento qualitativo delle problematiche <strong>di</strong> gestione vaccinale, compresa<br />

l’anagrafe vaccinale.<br />

Tale Commissione ha elaborato il documento intitolato “Le vaccinazioni dell’età infantile e<br />

dell’adulto: revisione e rior<strong>di</strong>no della profilassi vaccinale in Regione Lombar<strong>di</strong>a”, approvato<br />

con DGR VIII/1587 del 22/12/05 con l’obiettivo <strong>di</strong> adeguare le politiche e strategie vaccinali,<br />

<strong>di</strong> carattere europeo e nazionale, alla realtà territoriale ed organizzativa della nostra Regione,<br />

fornendo le linee guida per migliorare la qualità dell’offerta vaccinale.<br />

Linee-guida dolore nel bambino<br />

La Direzione sanitaria del Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero degli Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia con l’ufficio<br />

Formazione e il contributo tecnico del Laboratorio per la Salute Materno Infantile, ha attuato 3<br />

gruppi <strong>di</strong> lavoro (composti da me<strong>di</strong>ci e infermieri) che hanno stilato linee guida inerenti:<br />

- la valutazione e il trattamento del dolore in un Pronto Soccorso Pe<strong>di</strong>atrico;<br />

- somministrazioni antalgiche durante le procedure <strong>di</strong> venipuntura, posizionamento <strong>di</strong><br />

agocannula venosa e prelievo capillare in neonatologia;<br />

- applicazioni antalgiche topiche durante le procedure <strong>di</strong> venipuntura e posizionamento <strong>di</strong><br />

agocannula venosa.<br />

Gruppo <strong>di</strong> Lavoro “FARMACI E BAMBINI”<br />

In data 4 aprile 2006 è stato costituito il Gruppo <strong>di</strong> Lavoro “Farmaci e Bambini” dell’Agenzia<br />

Italiana del Farmaco. Del Gruppo fanno parte oltre che il Laboratorio per la Salute Materno<br />

Infantile anche l’ACP (Associazione Culturale Pe<strong>di</strong>atri) oltre alla SIP (Società Italiana <strong>di</strong><br />

Pe<strong>di</strong>atria), FIMP (Federazione Italiana Farmaci Pe<strong>di</strong>atri), CSB (Centro per la Salute del<br />

Bambino) ed esperti del settore.<br />

La finalità del gruppo è <strong>di</strong> supportare le attività regolatorie, informative, <strong>di</strong> farmacovigilanza e<br />

<strong>di</strong> promozione alla ricerca clinica in<strong>di</strong>pendente dell’Agenzia per quanto concerne l’uso dei<br />

farmaci nella popolazione pe<strong>di</strong>atrica.<br />

Le attività <strong>di</strong> lavoro del Gruppo “Bambini e Farmaci ad oggi si sono sviluppate in tre gran<strong>di</strong><br />

aree:<br />

1. Ricerca in ambito pe<strong>di</strong>atrico: in questo contesto il ruolo del gruppo è quello <strong>di</strong> aiutare a<br />

definire le priorità e le esigenze della popolazione pe<strong>di</strong>atrica nel campo della ricerca.<br />

Suggerire le tematiche da trasmettere alla Commissione Ricerca e Sviluppo (CRS) nella<br />

scelta dei nuovi ban<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricerca in<strong>di</strong>pendente da finanziare a livelli italiano e da trasferire,<br />

successivamente a livello europeo.<br />

2. Farmacovigilanza: aiutare ad analizzare i segnali che provengono dalla Rete <strong>di</strong> raccolta<br />

delle segnalazioni spontanee contribuendo a sviluppare un sistema <strong>di</strong> farmacovigilanza<br />

attivo più efficiente.<br />

Informazione/formazione: suggerire lo sviluppo <strong>di</strong> strumenti adeguati per operatori sanitari.<br />

In particolare, la valutazione dell’utilizzo off-label dei farmaci e delle segnalazioni delle<br />

reazioni avverse giunte all’attenzione della Rete Nazionale <strong>di</strong> Farmacovigilanza costituiscono<br />

due delle attività prioritarie del Gruppo <strong>di</strong> lavoro. Nel corso del <strong>2007</strong> sono state stilate e <strong>di</strong>ffuse<br />

3 note informative importanti per la popolazione pe<strong>di</strong>atrica: è stata introdotta una nuova<br />

controin<strong>di</strong>cazione relativa all’uso <strong>di</strong> specialità me<strong>di</strong>cinali decongestionanti nasali a base <strong>di</strong><br />

simpaticomimetici per uso topico nei bambini al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> 12 anni; sono state emanate nuove<br />

informazioni <strong>di</strong> sicurezza relative all'utilizzo <strong>di</strong> cefaclor e all’aggiornamento del Riassunto delle<br />

Caratteristiche del Prodotto; sono state emesse nuove importanti informazioni relative all'uso<br />

della specialità me<strong>di</strong>cinale desmopressina nella formulazione spray nasale. Il lavoro <strong>di</strong><br />

valutazione dei decongestionanti nasali è stato oggetto <strong>di</strong> un articolo formale pubblicato su<br />

alcune riviste nazionali. Inoltre, è stata effettuata una valutazione sistematica delle segnalazioni<br />

riguardanti l’uso <strong>di</strong> antiemetici, in particolare la metoclopramide e il domperidone.<br />

Le note informative importanti sono consultabili sul sito<br />

http://www.agenziafarmaco.it<br />

221<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Offertasociale<br />

Offertasociale che gestisce numerosi servizi sociali a tutela delle fasce deboli della popolazione<br />

per conto <strong>di</strong> 29 comuni consorziati del Vimercatese e del Trezzese, ha affidato al Laboratorio<br />

per la Salute Materno Infantile la realizzazione <strong>di</strong> un corso un corso finalizzato alla costruzione<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> benessere per la popolazione minorile. E’ infatti necessario, per informare e<br />

valutare le politiche pubbliche, <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori locali con cui misurare il benessere<br />

comunitario. Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita della popolazione sono sempre più correlate non solo al<br />

red<strong>di</strong>to pro-capite, ma ad un insieme <strong>di</strong> fattori multi<strong>di</strong>mensionali tra i quali la speranza <strong>di</strong> vita<br />

alla nascita, il tasso <strong>di</strong> alfabetizzazione e <strong>di</strong> scolarizzazione, la <strong>di</strong>spersione scolastica, ecc. La<br />

necessità è <strong>di</strong> imparare a leggere il grado <strong>di</strong> coesione/<strong>di</strong>sagio sociale anche attraverso l’analisi<br />

dei dati relativi ai minori in <strong>di</strong>fficoltà, a quelli ospedalizzati, a quelli affidati alle comunità, ecc.<br />

Tutto ciò presuppone che i territori, e gli operatori che lì lavorano, acquisiscano strumenti e<br />

meto<strong>di</strong> specifici che facciano a loro volta riferimento ad una rinnovata <strong>di</strong>mensione culturale dei<br />

concetti <strong>di</strong> “benessere”, “qualità della vita”, “equità <strong>di</strong> accesso ai servizi” e via <strong>di</strong>cendo. Il corso<br />

ha fornito gli strumenti per poter costruire un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sviluppo in chiave territoriale, pensando<br />

a quali in<strong>di</strong>catori potrebbero essere utilizzati per rappresentare le tre <strong>di</strong>mensioni dello sviluppo<br />

umano (red<strong>di</strong>to, istruzione e salute) per i 29 comuni dell’area “l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sviluppo-benessere in<br />

chiave territoriale”; In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Sviluppo Umano dei 29 comuni a partire dai dati ricevuti e dagli<br />

in<strong>di</strong>catori proposti.<br />

Nel corso del <strong>2007</strong> è stato prodotto un rapporto su alcuni Determinanti dello Sviluppo Umano<br />

dei minori residenti nei 29 comuni consorziati.<br />

Nascere in Casa<br />

L’associazione Nazionale Culturale Ostetriche Parto a Domicilio ha come obiettivi il <strong>di</strong>ffondere<br />

la nascita a domicilio, garantendone la qualità e la sicurezza, verificando e confrontando le<br />

esperienze nazionali e internazionali dell'assistenza fuori dall'ospedale, definendo dei criteri<br />

professionali <strong>di</strong> selezione e assistenza, sulla base delle evidenze scientifiche, delle<br />

raccomandazioni dell'OMS e dei desideri delle donne. Il Laboratorio per la Salute Materno<br />

Infantile collabora con l’associazione fornendo un’analisi dei dati raccolti dalle ostetriche al fine<br />

<strong>di</strong> migliorare la qualità della cura che si desidera offrire alla donna e al bambino grazie<br />

all’esperienza ma anche al continuo stu<strong>di</strong>o, aggiornamento e confronto reciproco. Miglioramenti<br />

che aiutano a tutelare la nascita extraospedaliera e garantire la salvaguar<strong>di</strong>a della specificità<br />

professionale delle ostetriche stesse.<br />

La Cooperazione con i Paesi a risorse limitate<br />

Come espressione, verifica, sviluppo originale della scelta <strong>di</strong> rendere le proprie ricerche<br />

trasferibili e accessibili alle popolazioni, il Laboratorio ha promosso e seguito progetti nel e per<br />

il "Sud del Mondo" anche in collaborazione con l'Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità.<br />

Continua il supporto tecnico e organizzativo per lo svolgimento <strong>di</strong> progetti socio-sanitari in<br />

Paesi a risorse limitate da parte <strong>di</strong> gruppi locali e organizzazioni non governative internazionali,<br />

in particolare in Colombia, Ecuador, Brasile, Bolivia, Cuba, Vietnam e nei Balcani.<br />

Bolivia<br />

Diminuzione dell’alta mortalità materna nel Municipio <strong>di</strong> Tinguipaya,<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Potosì<br />

Il 20 aprile <strong>2007</strong> presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri il Laboratorio ha organizzato una giornata<br />

incontro intitolata: “Nascere oggi a Potosì: dalla Bolivia alla Lombar<strong>di</strong>a un percorso <strong>di</strong><br />

collaborazione bi<strong>di</strong>rezionale”.<br />

Nel corso dell’iniziativa sono stati presentati i risultati del progetto sostenuto da Coopi e<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a per il miglioramento dello stato <strong>di</strong> salute delle donne durante la gravidanza<br />

222<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

e delle giovani madri favorendo l'accesso ai centri <strong>di</strong> salute attraverso azioni che contribuiscano<br />

a creare un'integrazione tra il sistema me<strong>di</strong>co ufficiale e il sistema me<strong>di</strong>co tra<strong>di</strong>zionale e<br />

comunitario.<br />

Cuba<br />

2do taller international de salud infanto-juvenil - Camagüey <strong>2007</strong><br />

Il Laboratorio ha sostenuto attivamente la realizzazione del secondo workshop internazionale<br />

sulla salute del bambino a Cuba, svoltosi a Camagüey, finalizzato all’implementazione<br />

dell’assistenza pe<strong>di</strong>atrica ospedaliera, alla sua valutazione e informazione.<br />

Dai temi trattati è emerso che la figura del Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Famiglia a Cuba negli ultimi 20 anni ha<br />

acquistato sempre più importanza. Ogni me<strong>di</strong>co assiste circa 125 famiglie, inoltre il sistema<br />

sanitario è supportato da una serie <strong>di</strong> policlinici che si occupano prevalentemente delle urgenze.<br />

Una trasformazione è in atto anche per quanto riguarda gli Ospedali Pe<strong>di</strong>atrici caratterizzata da<br />

notevoli e continui miglioramenti.<br />

Gli studenti in me<strong>di</strong>cina de<strong>di</strong>cano 15 settimane <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o alla pe<strong>di</strong>atria e altre 6 settimane nel<br />

corso dell’ultimo anno accademico. A Camagüey ci sono circa 150 studenti che frequentano<br />

corsi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> cui 80 provenienti dall’America Latina, accuratamente selezionati tra le<br />

aree più povere dei paesi <strong>di</strong> provenienza. Lo scopo è formare personale competente a migliorare<br />

la salute della popolazione dei paesi con scarse risorse. Oggi ci sono 80.000 dottori cubani dei<br />

quali 20.000 lavorano all’estero, solo in Venezuela 10.000.<br />

Ecuador<br />

Il Laboratorio per la Salute Materno-Infantile in qualità <strong>di</strong> supervisore scientifico<br />

epidemiologico con il ruolo <strong>di</strong> Organizzazione partner, partecipa dal 2005 al progetto<br />

denominato “Progetto <strong>di</strong> riduzione della mortalità materna e perinatale nel Canton<br />

S. Lorenzo-Regione <strong>di</strong> Esmeraldas-Ecuador”, pluriennale presentato dalla Regione<br />

Veneto nell’ambito dell’attuazione degli interventi <strong>di</strong> cooperazione decentrata allo sviluppo e<br />

solidarietà internazionale, Ente capofila e coor<strong>di</strong>natore del progetto la ULSS 22 <strong>di</strong> Bussolengo<br />

(VR).<br />

Tale progetto è parte della collaborazione del Laboratorio con il Cecomet (Centro de<br />

Epidemiologia comunitaria y Me<strong>di</strong>cina tropical) con l’attività nel <strong>di</strong>stretto sanitario <strong>di</strong> Borbòn,<br />

localizzato al nord della provincia <strong>di</strong> Esmeraldas, zona rurale dell’Ecuador per:<br />

1. “Migliorare la copertura vaccinale lungo i fiumi Rio Santiago e Rio Cayapas” lo scopo del<br />

progetto è migliorare la copertura delle vaccinazioni nei minori <strong>di</strong> 5 anni, negli scolari, nelle<br />

donne in età fertile e nelle donne gravide per evitare la morbi-mortalità immunoprevenibile;<br />

ottimizzare la vigilanza comunitaria delle malattie immunoprevenibili per poter fare il<br />

monitoraggio dello stato <strong>di</strong> avanzamento del programma; migliorare le conoscenze delle<br />

famiglie sulle vaccinazioni e la loro importanza.<br />

2. “Ridurre la mortalità infantile me<strong>di</strong>ante supplementazione <strong>di</strong> vitamine ed elementi<br />

nutrizionali”. L’integrazione <strong>di</strong> vitamina A riduce il rischio <strong>di</strong> mortalità infantile. La<br />

carenza <strong>di</strong> tale vitamina rende i bambini particolarmente vulnerabili alle infezioni e ne<br />

peggiora il decorso ed è inoltre la causa principale <strong>di</strong> cecità tra i bambini. Secondo<br />

l’UNICEF solo il 25% dei bambini minori <strong>di</strong> 5 anni riceve un supporto <strong>di</strong> vitamina A che è<br />

essenziale per lo sviluppo e il controllo della malaria. Lo stu<strong>di</strong>o inoltre si è occupato e si<br />

occupa <strong>di</strong> fornire la supplementazione anche <strong>di</strong> zinco (la cui carenza nei bambini malnutriti<br />

concorre a determinare deficit nello sviluppo fisico e ad aumentare la pre<strong>di</strong>sposizione alle<br />

infezioni, mentre la carenza nelle donne in gravidanza concorre ad aumentare il rischio <strong>di</strong><br />

mortalità); <strong>di</strong> ferro (la cui carenza è causa <strong>di</strong> grave anemia sia per le donne in gravidanza<br />

che per i bambini); io<strong>di</strong>o e vitamina D.<br />

Colombia<br />

Il Premio Colsubsi<strong>di</strong>o de Investigatión en Pe<strong>di</strong>atria, è nato in Colombia nel 1992, con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> promuovere e sviluppare ricerche nell’area della salute infantile. Di esplicito<br />

orientamento sociale e comunitario, il Premio è rivolto agli operatori dei paesi del centro e sud<br />

223<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

America con la finalità <strong>di</strong> creare una rete <strong>di</strong> scambio <strong>di</strong> conoscenze, analisi, stu<strong>di</strong>o ed equità per<br />

la salute dei bambini. Una rete che congiunge il concetto etico <strong>di</strong> solidarietà e la responsabilità<br />

sociale e professionale. Il Premio è indetto dal Colsubsi<strong>di</strong>o (Caja Colombiana de Subsi<strong>di</strong>o<br />

Familiar) una cassa sociale privata che conta oltre 850.000 soci senza fini <strong>di</strong> lucro, che dal 1957<br />

svolge la propria attività sociale, sanitaria ed economica con professionalità ed alta qualità in<br />

<strong>di</strong>versi settori della società colombiana. Per l’e<strong>di</strong>zione del 2006 sono stati invitati 87 lavori<br />

provenienti da <strong>di</strong>verse nazioni, per oltre 200 autori che una giuria internazionale (Maurizio<br />

Bonati, Italia; Celia Beatriz Gianotti, Brasile; Raúl Mercer, Argentina; Sergio Riestra, Messico;<br />

Gloria Arias e Mauricio Palau, Colombia) ha valutato e premiato.<br />

Gli abstract e i testi integrali dei lavori premiati sono pubblicati sulla rivista Saludarte<br />

224<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CENTRO DI INGEGNERIA<br />

INFORMATICA<br />

PERSONALE<br />

Capo Centro<br />

CLIVIO Luca<br />

225<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULUM<br />

Luca Clivio si è laureato in Ingegneria Elettronica con in<strong>di</strong>rizzo Informatico presso il<br />

Politecnico <strong>di</strong> Milano. Collabora con l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri dal 1996.<br />

Le principali aree <strong>di</strong> interesse sono:<br />

1. Progettazione e realizzazione <strong>di</strong> software per la ricerca clinica.<br />

2. Ricerca e sviluppo <strong>di</strong> metodologie per l’accessibilità all’elaboratore per <strong>di</strong>sabili<br />

motori gravi ( con particolare enfasi al problema della comunicazione).<br />

3. Bioinformatica<br />

Principali pubblicazioni:<br />

e) Clivio L, Tinazzi A, Mangano S, Santoro E, “The contribution of information technology:<br />

Toward a better clinical data management.” Drug Dev Res 2006; 67: 245-250.<br />

f) Clivio L, Mangano S, “Progetto MAIA”, Ricerca & Pratica 2005; n.124: 151-156.<br />

g) Clivio L, “Progetto MAIA: Affective Computing. Esprimere emozioni per comunicare con<br />

un computer.”, Ricerca & Pratica 2005; n.126: 241-243.<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITÀ DEL CENTRO<br />

Il <strong>2007</strong> è stato per il Centro <strong>di</strong> Ingegneria Informatica il primo anno <strong>di</strong> vita e nel<br />

contempo l'anno più intenso dal punto <strong>di</strong> vista dei lavori sull'infrastruttura informatica<br />

dell'<strong>Istituto</strong>, che in vista del cambio <strong>di</strong> sede è stata in gran parte riprogettata.<br />

Relativamente al software de<strong>di</strong>cato agli stu<strong>di</strong> clinici è stato il primo anno in cui un<br />

importante numero <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> AIFA è stato implementato dal punto <strong>di</strong> vista delle schede <strong>di</strong><br />

raccolta dati con software sviluppato internamente, mentre per l'area relativa<br />

all'automazione aziendale sono stati completati alcuni tra i più importanti software per<br />

la gestione amministrativa interna. Anche per il settore della comunicazione<br />

multime<strong>di</strong>ale è stato un anno importante: il nuovo <strong>Istituto</strong> ha portato alla necessità <strong>di</strong><br />

pubblicazioni elettroniche (DVD multime<strong>di</strong>ali, nuovo sito internet istituzionale ed altro)<br />

per presentare la nuova realtà.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

SINPE (Società Italiana <strong>di</strong> Nutrizione Artificiale e Metabolismo)<br />

IEO (<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia)<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Rowett Research Institute, Aberdeen, Scotland, UK<br />

PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Clivio L, Mangano S., “Progetto MAIA: il computer al servizio della <strong>di</strong>sabilità”,<br />

Partecipa Salute <strong>2007</strong>.<br />

226<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Fossati R, Apolone G, Negri Emanuele, Compagnoni A, La Vecchia C, Mangano S,<br />

Clivio L, Garattini S, General Practice Tobacco Cessation Investigators Group, “A<br />

double-blind, placebo controlled, randomized trial of bupropion for smoking cessation<br />

in primary care”, Arch Intern Med <strong>2007</strong> ; 167 : 1791-1797<br />

Mosca M, Polentarutti N, Mangano G, Apicella C, Doni A, Mancini F, De Bortoli M, Coletta I,<br />

Polenzani L, Santoni G, Sironi M, Vecchi A, Mantovani A, “Regulation of the microsomal<br />

prostaglan<strong>di</strong>n E synthase-1 in polarized mononuclear phagocytes and its constitutive<br />

expression in neutrophils”, J Leukoc Biol <strong>2007</strong> ; 82 : 320-326<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Implementazione <strong>di</strong> schede <strong>di</strong> raccolta dati per Stu<strong>di</strong> Clinici (E-CRF)<br />

− Lab. Malattie Neurologiche (Dip. Neuroscienze):<br />

• Estensione Registro Europeo SLA<br />

• Trial L-ACETYLCARNITINE<br />

• Trial ANTIEPILETTICI<br />

• Trial EPILESSIA E STROKE<br />

• Trial EPO VS MP IN SPINAL SHOCK<br />

• Trial VALPROATO<br />

• Trial Immunoglobuline<br />

− Lab. Clinical Trials (Dip. Oncologia)<br />

• Trial FOLFOX<br />

• Trial MAPS<br />

• Trial STARPAN<br />

• Trial HEAD & NECK<br />

• Trial TOP<br />

• Trial TAILOR<br />

− Dip. Epidemiologia<br />

• Trial CADASIL<br />

− Lab. Valutazione della qualità delle cure e dei servizi per l'anziano (Dip.<br />

Neuroscienze)<br />

• Trial GISAS<br />

• Registro dei Pazienti per lo stu<strong>di</strong>o delle Polipatologie e Politerapie – rete SIMI<br />

− Centro Cochrane Italiano<br />

• Trial ICEKUBE<br />

− SINPE (Società Italiana <strong>di</strong> Nutrizione Artificiale e Metabolismo)<br />

• DOMUS: Registro Italiano dei Pazienti nutriti per via artificiale<br />

− IEO (<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia)<br />

• Trial Thaldodex<br />

• Implementazione presso IEO <strong>di</strong> una piattaforma software per gestire<br />

autonomamente stu<strong>di</strong> clinici no-profit<br />

227<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Applicativi web based legati a progetti<br />

− Realizzazione <strong>di</strong> un software per permettere l'amministrazione utenti per tutti i trial<br />

clinici<br />

− Realizzazione del software <strong>di</strong> analisi delle interazioni tra farmaci e <strong>di</strong> integrazione<br />

tra il database delle interazioni e il prontuario dei farmaci (in collaborazione con il<br />

Lab. Valutazione della qualità delle cure e dei servizi per l'anziano)<br />

− Implementazione Questionario PAINCARE-LUVI sulla valutazione delle fonti <strong>di</strong><br />

informazione scientifica su internet (in collaborazione con il Lab. <strong>di</strong> ricerca sul<br />

coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni in sanità e con la fondazione LUVI)<br />

− Implementazione Questionario “NO-GRAZIE” sulla pubblicità e promozione dei<br />

farmaci (in collaborazione con il Lab. <strong>di</strong> salute Materno-Infantile)<br />

− Modulo <strong>di</strong> registrazione al workshop SCARLET (in collaborazione con il Lab. <strong>di</strong><br />

Chimica e Tossicologia dell'ambiente)<br />

− Bacheca elettronica Negri Community<br />

Altri progetti<br />

Applicativi web based per l'automazione aziendale<br />

• Nuova gestione prenotazione aule <strong>Istituto</strong><br />

• Nuovo calendario eventi <strong>Istituto</strong><br />

• Nuovo database Personale <strong>Istituto</strong><br />

• Nuovo database Pubblicazioni <strong>Istituto</strong><br />

• Nuovo database Donatori <strong>Istituto</strong><br />

• Gestione centralizzata me<strong>di</strong>ci e progetti coinvolti nell'erogazione dei cre<strong>di</strong>ti ECM<br />

• Gestione centralizzata progetti <strong>di</strong> ricerca per l'Unità <strong>di</strong> Animal Care<br />

Comunicazione multime<strong>di</strong>ale<br />

− Realizzazione infrastruttura per la gestione delle videoconferenze tra le <strong>di</strong>verse se<strong>di</strong><br />

dell'<strong>Istituto</strong> e per la teleassistenza tra le se<strong>di</strong>.<br />

− Realizzazione <strong>di</strong> un DVD sul morbo <strong>di</strong> Parkinson (in collaborazione con il Lab. <strong>di</strong><br />

Neuropsichiatria geriatrica e ufficio fotografico).<br />

− Montaggio video e realizzazione DVD per presentare il nuovo <strong>Istituto</strong> (in<br />

collaborazione con l'ufficio fotografico).<br />

Siti internet realizzati<br />

− Nuovo sito <strong>Istituto</strong><br />

− Sito Progetto “GISAS”<br />

− Sito Fondazione Mattioli<br />

− Sito Gruppo MANGO<br />

− Nuovo sito Progetto “Rischio & Prevenzione”<br />

228<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Attività <strong>di</strong> formazione<br />

− Corso interno sul linguaggio SQL standard per l'interrogazione <strong>di</strong> database<br />

finalizzato all'analisi dei dati relativi a tutte le prescrizioni e ricoveri relativi alla<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />

− Corso interno su E-CRF finalizzato alla preparazione <strong>di</strong> schede <strong>di</strong> raccolta dati per<br />

stu<strong>di</strong> clinici.<br />

229<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

230<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CENTRO COCHRANE ITALIANO<br />

PERSONALE<br />

Direttore del Centro<br />

Alessandro LIBERATI, Dr. Med. Chir.<br />

231<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULUM<br />

Alessandro Liberati si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Milano e si è specializzato nel 1981 in Igiene e Me<strong>di</strong>cina Preventiva presso la Scuola <strong>di</strong> Specializzazione<br />

<strong>di</strong> Igiene dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative: responsabile <strong>di</strong> numerosi corsi <strong>di</strong> formazione, universitari e non, sulla metodologia<br />

della ricerca clinica e delle revisioni sistematiche/metanalisi. Direttore del Master <strong>di</strong> II livello “Evidence<br />

based me<strong>di</strong>cine e metodologia della ricerca sanitaria”, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse scientifico: metodologia della ricerca clinica con particolare riferimento alle<br />

sperimentazioni controllate; meto<strong>di</strong> epidemiologici per la sintesi delle informazioni scientifiche (revisioni<br />

sistematiche e metanalisi); meto<strong>di</strong> per la produzione e valutazione <strong>di</strong> impatto delle linee guida cliniche;<br />

valutazione delle implicazioni etiche della ricerca clinica.<br />

Ruoli attuali e passati in istituto: 1980-1986 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica;<br />

1987-1989 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica e valutazione degli interventi sanitari; 1990-1998<br />

Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica; dal 1994 Direttore del Centro Cochrane Italiano; dal<br />

1998 Professore Associato <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca ed Epidemiologia, Università <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia;<br />

dal 1997 Presidente AREAS-CCI; dal 2005 Presidente del Comitato Etico AUSL Bologna; dal 2004<br />

Membro della Commissione Nazionale Ricerca Sanitaria; dal 2005 Membro della Commissione Ricerca e<br />

Sviluppo dell’AIFA.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Liberati A, Moja LP, Moschetti I.The future of clinical research: why do we need an ecological approach? Recenti Prog<br />

Med. 2006; 97:604-10.<br />

• Vigna-Taglianti F, Vineis P, Liberati A, Faggiano F. Quality of systematic reviews used in guidelines for oncology<br />

practice. Ann Oncol. 2006 ;17:691-701.<br />

• Clinical Evidence e<strong>di</strong>zione italiana, IV e<strong>di</strong>zione. 2006 Za<strong>di</strong>g, Milano.<br />

• Moja L., Moschetti I., Liberati A., Gensini G.F., Gusinu R. Understan<strong>di</strong>ng systematic reviews: the meta-analysis graph<br />

(also called ‘forest plot’). Intern Emerg Med <strong>2007</strong>;2:140-142<br />

• Moja L., Virgili G., Liberati A., Gensini G.F., Gusinu R., Conti A.A. Scale to climb borderline personalities: when<br />

science goes nowhere. Intern Emerg Med <strong>2007</strong>;2:315-317<br />

• Moja L., Minozzi S., Liberati A., Gusinu R., Gensini G.F. The drama of cancer pain: when the research abandons<br />

patients and reason. Intern Emerg Med <strong>2007</strong>;2:226-228<br />

• Moja L., Moschetti I., Liberati A., Gensini G.F., Gusinu R. Systematic reviews highlight the complex balance between<br />

good and harm from screening stu<strong>di</strong>es. Intern Emerg Med <strong>2007</strong>;2(1):57-9<br />

• Moja L., Moschetti I., Liberati A., Manfrini R., Deligant C., Satolli R., Ad<strong>di</strong>s A., Martini N., Dri P. Using Clinical<br />

Evidence in a national continuing me<strong>di</strong>cal education program in Italy. PLoS Me<strong>di</strong>cine <strong>2007</strong> 4 (5)<br />

e113.doi:10.1371/Journal<br />

• Mosconi P., Colombo C., Satolli R., Liberati A. PartecipaSalute, an Italian project to involve lay people, patients'<br />

associations and scientific-me<strong>di</strong>cal representatives on the health debate. Health Expect <strong>2007</strong> Jun;10(2):194-204<br />

• Clinical Evidence e<strong>di</strong>zione italiana, V e<strong>di</strong>zione. <strong>2007</strong> Za<strong>di</strong>g, Milano.<br />

232<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL CENTRO<br />

Il Centro Cochrane Italiano (CCI) è attivo dal 1994 ed è affiliato alla Cochrane Collaboration<br />

(CC), un'organizzazione no-profit che ha lo scopo <strong>di</strong> produrre, mantenere aggiornati e<br />

<strong>di</strong>ffondere i risultati <strong>di</strong> sintesi (revisioni sistematiche) degli effetti degli interventi sanitari. Il<br />

principale prodotto della Cochrane Collaboration è la Cochrane Library, una pubblicazione<br />

trimestrale che contiene le revisioni sistematiche prodotte dai gruppi collaborativi della CC e<br />

altri database relativi a revisioni sistematiche pubblicate su riviste internazionali e prodotte da<br />

gruppi non Cochrane e la sintesi dei migliori rapporti <strong>di</strong> Technology Assessment.<br />

Gli obiettivi del CCI sono centrati sul supporto alle <strong>di</strong>verse attività della Cochrane<br />

Collaboration in Italia, con particolare riferimento a:<br />

a) far crescere la conoscenza delle attività della CC in Italia;<br />

b) fornire supporto metodologico e pratico a tutti gli in<strong>di</strong>vidui e gruppi che vogliono collaborare<br />

alle attività della CC;<br />

c) collaborazione con l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per la messa a punto dei<br />

programmi <strong>di</strong> formazione continua degli operatori sanitari;<br />

d) contribuire all'adozione e <strong>di</strong>sseminazione della pratica della Evidence-based Me<strong>di</strong>cine<br />

(EBM) ed Evidence based Health Care (EBHC) in Italia, sia a livello accademico sia nella<br />

pratica dei servizi sanitari;<br />

e) collaborare con le strutture del Servizio Sanitario Nazionale al miglioramento della qualità e<br />

rilevanza della ricerca clinica ed epidemiologica.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Mantenimento e sviluppo <strong>di</strong> una rete nazionale <strong>di</strong> ricercatori e operatori sanitari che producono<br />

revisioni sistematiche <strong>di</strong> letteratura per la Cochrane Collaboration.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Roma<br />

<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, Roma<br />

Ministero della Salute, Roma<br />

Centro Valutazione Efficacia Assistenza Sanitaria (CeVEAS), Modena<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia della ASL Roma E<br />

<strong>Istituto</strong> Neurologico "Carlo Besta", Milano<br />

Agenzia Sanitaria Regionale, Regione Emilia Romagna, Bologna<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Azienda Sanitaria Locale 20, Alessandria<br />

233<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

The Cochrane Collaboration, Oxford, UK<br />

Centre for Reviews and Dissemination, University of York, York, UK<br />

British Me<strong>di</strong>cal Journal Publishing Group, London, UK<br />

Centre for Statistics in Me<strong>di</strong>cine, Oxford, UK<br />

Thomas Chalmers Centre for Systematic Reviews, Ottawa, Canada<br />

The Campbell Collaboration , Philadelphia, USA<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Clinical Evidence (Alessandro Liberati)<br />

Evidence Based Health Policy and Research (Alessandro Liberati)<br />

Journal of Clinical Epidemiology (Alessandro Liberati)<br />

Journal of Health Services Research (Alessandro Liberati)<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

Annals of Internal Me<strong>di</strong>cine (Alessandro Liberati)<br />

British Me<strong>di</strong>cal Journal (Alessandro Liberati)<br />

JAMA (Alessandro Liberati)<br />

Evidence Based Health Policy and Research (Alessandro Liberati)<br />

Cana<strong>di</strong>an Me<strong>di</strong>cal Association Journal (Alessandro Liberati)<br />

ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />

V E<strong>di</strong>zione Master “Evidence Based Me<strong>di</strong>cine e metodologia della ricerca sanitaria”, Marzo<br />

<strong>2007</strong> - Aprile 2008, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia<br />

1-day Cochrane Workshop in Evidence Based Me<strong>di</strong>cine, Milano<br />

Focus in: Car<strong>di</strong>ologia 28 settembre <strong>2007</strong>, Oculistica 5 ottobre <strong>2007</strong><br />

Gastroenterologia 12 ottobre <strong>2007</strong>, Me<strong>di</strong>cina Generale 23 e 26 novembre <strong>2007</strong><br />

Workshop :29 Novembre <strong>2007</strong>, Milano:<br />

- Identifying and publishing uncertainties about the effects of treatments in DUETs - the<br />

Database of Uncertainties about the Effects of Treatments<br />

- Transparency in the publication and reporting of research. The Equator project and the<br />

importance of reporting guidelines<br />

- Whats' behind the scene of me<strong>di</strong>cal journals?<br />

- Transparency in the production of guidelines and recommendation: the WHO experience.<br />

XII Riunione <strong>annuale</strong> Network Cochrane Italiano " La trasparenza nella produzione e<br />

<strong>di</strong>sseminazione delle informazioni scientifiche" 29-30 Novembre <strong>2007</strong>, Milano<br />

234<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL CENTRO<br />

V E<strong>di</strong>zione Master “Evidence Based Me<strong>di</strong>cine e metodologia della ricerca sanitaria”, Marzo<br />

<strong>2007</strong> - Aprile 2008, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia<br />

“Prove <strong>di</strong> efficacia e pratica terapeutica: EBM e Cochrane Collaboration”, Master per<br />

Coor<strong>di</strong>natori <strong>di</strong> Unità Operativa e/o <strong>di</strong> Dipartimento per le professioni infermieristiche e<br />

ostetriche, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, anno 2006-<strong>2007</strong>. 15-22-23 Ottobre <strong>2007</strong>.<br />

Symposium for Centre and Branch Directors, Amsterdam 9-11 Aprile <strong>2007</strong><br />

Workshop “Evidence-based Me<strong>di</strong>cine e revisioni sistematiche”, Ischia 8-10 Aprile <strong>2007</strong><br />

Master Universitario <strong>di</strong> II livello MeS Management e Sanità-II e<strong>di</strong>zione “Elementi <strong>di</strong><br />

epidemiologia per l’analisi dei bisogni sanitari e valutazione sanitaria. Meto<strong>di</strong> quantitativi e<br />

elementi <strong>di</strong> statistica”, Pisa 22 Novembre <strong>2007</strong><br />

Meeting Centri Cochrane e Gruppi <strong>di</strong> Revisione Europei " Cochrane Continental European<br />

Entities" 13-14 Giugno <strong>2007</strong>, Oslo, Norvegia<br />

XV Cochrane Colloquium, 23-27 Ottobre <strong>2007</strong>, San Paolo, Brasile<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri, Milano<br />

AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco, Roma<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Moja L., Moschetti I., Liberati A., Gensini G.F., Gusinu R. Understan<strong>di</strong>ng systematic reviews: the meta-analysis<br />

graph (also called ‘forest plot’). Intern Emerg Med <strong>2007</strong>;2:140-142<br />

Moja L., Virgili G., Liberati A., Gensini G.F., Gusinu R., Conti A.A. Scale to climb borderline personalities: when<br />

science goes nowhere. Intern Emerg Med <strong>2007</strong>;2:315-317<br />

Moja L., Minozzi S., Liberati A., Gusinu R., Gensini G.F. The drama of cancer pain: when the research abandons<br />

patients and reason. Intern Emerg Med <strong>2007</strong>;2:226-228<br />

Moja L., Moschetti I., Liberati A., Gensini G.F., Gusinu R. Systematic reviews highlight the complex balance<br />

between good and harm from screening stu<strong>di</strong>es. Intern Emerg Med <strong>2007</strong>;2(1):57-9<br />

Moja L., Moschetti I., Liberati A., Manfrini R., Deligant C., Satolli R., Ad<strong>di</strong>s A., Martini N., Dri P. Using Clinical<br />

Evidence in a national continuing me<strong>di</strong>cal education program in Italy. PLoS Me<strong>di</strong>cine <strong>2007</strong> 4 (5)<br />

e113.doi:10.1371/Journal<br />

235<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Mosconi P., Colombo C., Satolli R., Liberati A. PartecipaSalute, an Italian project to involve lay people, patients'<br />

associations and scientific-me<strong>di</strong>cal representatives on the health debate. Health Expect <strong>2007</strong> Jun;10(2):194-204<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Liberati A, Mosconi P, Colombo C. Che cosa vuol <strong>di</strong>re Informati bene PartecipaSalute <strong>2007</strong><br />

Mosconi P, Colombo C, Satolli R, Liberati A. La ricerca clinica risponde ai bisogni dei pazienti? Ricerca & Pratica<br />

<strong>2007</strong>;137:192-203<br />

Mosconi P, Colombo C, Satolli R, Liberati A. Il corso <strong>di</strong> PartecipaSalute <strong>2007</strong> allo specchio: i commenti <strong>di</strong> chi ha<br />

organizzato. PartecipaSalute <strong>2007</strong><br />

Liberati A. Meno ricerca ma <strong>di</strong> migliore qualità. La <strong>di</strong>spensa <strong>di</strong> PartecipaSalute <strong>2007</strong>;59-68<br />

Liberati A, Marsico G. Comitati etici: partecipare alla pari. La <strong>di</strong>spensa <strong>di</strong> PartecipaSalute <strong>2007</strong>;91-100<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Attività <strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong>sseminazione<br />

Nell'anno <strong>2007</strong> il Centro Cochrane Italiano ha contribuito all'organizzazione della V E<strong>di</strong>zione<br />

del "Master in Evidence-based me<strong>di</strong>cine e Metodologia della Ricerca Sanitaria" presso<br />

l'Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia . Ha organizzato una serie <strong>di</strong> workshop<br />

introduttivi all’EBM, gli Evidence for health care decision making, <strong>di</strong>retti a me<strong>di</strong>ci e<br />

specializzan<strong>di</strong> in me<strong>di</strong>cina generale presso l’istituto <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> farmacologiche <strong>Mario</strong> Negri.<br />

In collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco e l’Agenzia <strong>di</strong> giornalismo scientifico<br />

Za<strong>di</strong>g, il Centro ha contribuito alla realizzazione del progetto "ECCE" (Educazione Continua<br />

Clinical Evidence), che è stato attivato nel 2005 nell'ambito del programma nazionale <strong>di</strong><br />

Educazione Continua in Me<strong>di</strong>cina (ECM) e che ha coinvolto nel primo anno <strong>di</strong> attività oltre<br />

17.000 me<strong>di</strong>ci italiani.<br />

Sempre in collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco e l’Agenzia <strong>di</strong> giornalismo<br />

scientifico Za<strong>di</strong>g nel 2006 il CCI ha completato la preparazione della quarta e<strong>di</strong>zione italiana <strong>di</strong><br />

"Clinical Evidence", il compen<strong>di</strong>o delle migliori prove <strong>di</strong> efficacia prodotto dal BMJ Publishing<br />

Group, largamente basato sulle revisioni sistematiche della Cochrane Collaboration.<br />

Dal <strong>2007</strong> il Centro Cochrane Italiano si occupa <strong>di</strong> tradurre e <strong>di</strong>ffondere presso giornalisti<br />

scientifici, citta<strong>di</strong>ni e pazienti le Press Release della Cochrane Collaboration in collaborazione<br />

con il Laboratorio Ricerca sul Coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in Sanità <strong>di</strong>retto da Paola Mosconi.<br />

Attività <strong>di</strong> ricerca<br />

Il CCI e i ricercatori ad esso afferenti hanno collaborato alla produzione <strong>di</strong> sette revisioni<br />

sistematiche e sette protocolli <strong>di</strong>sponibili nella Cochrane Library<br />

http://www3.interscience.wiley.com/cgibin/mrwhome/106568753/HOME?CRETRY=1&SRETRY=0<br />

Lo staff del CCI è anche attivamente coinvolto in progetti <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento metodologico<br />

mirati a identificare strumenti vali<strong>di</strong> e riproducibili per misurare la qualità delle revisioni<br />

sistematiche.<br />

236<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Nel <strong>2007</strong> il CCI ha collaborato con il Laboratorio Ricerca sul Coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in<br />

Sanità <strong>di</strong>retto da Paola Mosconi e con l'agenzia <strong>di</strong> giornalismo scientifico Za<strong>di</strong>g alla<br />

realizzazione del progetto “Partecipasalute”, un programma <strong>di</strong> ricerca che coinvolge i pazienti e<br />

le loro associazioni.<br />

Gli obiettivi del progetto sono:<br />

- orientare pazienti, citta<strong>di</strong>ni e loro associazioni a una partecipazione attiva nell'ambito<br />

dell'assistenza sanitaria e delle scelte in me<strong>di</strong>cina;<br />

- orientare le organizzazioni professionali e scientifiche a un rapporto <strong>di</strong> confronto costruttivo<br />

con pazienti e citta<strong>di</strong>ni;<br />

- avviare una partnership trasparente tra il paziente e il citta<strong>di</strong>no e i servizi sanitari.<br />

Il progetto ha portato alla ideazione e realizzazione del sito web “Partecipasalute”<br />

(http://www.partecipasalute.it) un portale rivolto a pazienti, citta<strong>di</strong>ni e loro associazioni per<br />

fornire gli strumenti critici che consentano una più attiva partecipazione e una più corretta<br />

informazione sui temi della salute e delle scelte in me<strong>di</strong>cina.<br />

237<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

238<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CENTRO CATULLO E DANIELA<br />

BORGOMAINERIO<br />

Il centro de<strong>di</strong>cato a “Catullo e Daniela Borgomainerio” è sorto nel 1987, grazie al contributo<br />

della Signora Angela Marchegiano Borgomainerio.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un centro per lo stu<strong>di</strong>o delle malattie rare del bambino e a tutt’oggi alcuni dei<br />

laboratori ospitati conducono ricerche in questo senso. Ad esempio, si occupano dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

nuove opzioni terapeutiche da applicare al trattamento <strong>di</strong> una forma molto rara <strong>di</strong> leucemia<br />

acuta mieloide, nota come leucemia acuta promielocitica e sono in corso numerosi stu<strong>di</strong> per<br />

identificare nuovi farmaci dotati <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong>versi capaci <strong>di</strong> sinergizzare con l’acido transretinoico.<br />

Nel Centro Borgomainerio si svolgono inoltre ricerche epidemiologiche sulle leucemie infantili<br />

e sui tumori del testicolo negli adolescenti e giovani adulti.<br />

Le attività svolte presso il Centro Borgomainerio afferenti all'area pe<strong>di</strong>atrica sono condotte in<br />

collaborazione anche con gruppi dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong>slocati in altre se<strong>di</strong>, quali: il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò (Ranica, BG), il Centro <strong>di</strong> informazione sul<br />

farmaco (Crif) e il Laboratorio per la Salute Materno Infantile, che hanno entrambi sede a<br />

Milano.<br />

239<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

240<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

G.A. PFEIFFER MEMORIAL LIBRARY<br />

PERSONALE<br />

Capo Bibliotecaria<br />

Vanna Pistotti<br />

241<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

La Biblioteca, specializzata nel campo della farmacologia ed epidemiologia clinica, è stata<br />

fondata nel 1963 grazie a una donazione della Gustavus and Louise Pfeiffer Research<br />

Foundation con sede a Denville, New Jersey, USA.<br />

Enti pubblici e privati contribuiscono al suo funzionamento me<strong>di</strong>ante donazioni, offerte <strong>di</strong><br />

materiale e <strong>di</strong> abbonamenti a perio<strong>di</strong>ci.<br />

PERSONALE<br />

Il personale della Biblioteca è composto da una responsabile, due assistenti e un incaricato al<br />

servizio fotocopie.<br />

LA COLLEZIONE<br />

La biblioteca possiede 5000 volumi tra libri <strong>di</strong> testo, monografie e atti <strong>di</strong> convegno e 200<br />

abbonamenti a perio<strong>di</strong>ci. I libri vengono classificati secondo la US National Library of<br />

Me<strong>di</strong>cine Classification, quinta e<strong>di</strong>zione e il Me<strong>di</strong>cal Subject Hea<strong>di</strong>ngs <strong>di</strong> Medline (MeSH).<br />

Oltre alla collezione interna la Biblioteca accede al Catalogo Nazionale dei Perio<strong>di</strong>ci , al<br />

Catalogo delle biblioteche appartenenti al Sistema Bibliotecario Biome<strong>di</strong>co Lombardo e a<br />

quello del GIDIF, RBM.<br />

BANCHE DATI E RIVISTE ELETTRONICHE<br />

Da ogni postazione interna all’<strong>Istituto</strong> è possibile accedere a più <strong>di</strong> 2000 riviste elettroniche e a<br />

cinque tra le banche dati più importanti al mondo: Medline, La Cochrane Library, Embase.<br />

PROGETTI<br />

La biblioteca partecipa alla realizzazione del Catalogo dei Perio<strong>di</strong>ci dell’Associazione Italiana<br />

dei Documentalisti GIDIF, RBM.<br />

Collabora attivamente al sito web dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> cui in particolare cura la parte delle<br />

Pubblicazioni, sia scientifiche sia <strong>di</strong>vulgative.<br />

Ogni anno vengono svolti corsi al personale scientifico dell’<strong>Istituto</strong> sull’uso delle banche dati e<br />

delle riviste elettroniche.<br />

242<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Pistotti V, Colombo C<br />

Navigare sulla rete alla ricerca della buona informazione<br />

Partecipa Salute <strong>2007</strong><br />

Pistotti V, Santoro E<br />

Navigare sulla rete alla ricerca <strong>di</strong> informazioni <strong>di</strong> salute<br />

In ; La <strong>di</strong>spensa <strong>di</strong> Partecipasalute , <strong>2007</strong>; 85-89<br />

Pistotti V<br />

PubMed: ma è davvero <strong>di</strong>fficile usarlo al meglio?<br />

Ricerca & Pratica <strong>2007</strong> n.138 : 270-271<br />

PUBBLICAZIONI <strong>2007</strong><br />

CONTRATTI PIU’ SIGNIFICATIVI<br />

Dal 1994 aderisce al progetto SBBL Sistema Bibliotecario Biome<strong>di</strong>co Lombardo della Regione<br />

Lombar<strong>di</strong>a, cui partecipano se<strong>di</strong>ci biblioteche lombarde come Poli primari e che offre banche<br />

dati, riviste elettroniche e articoli a più <strong>di</strong> 140 strutture in Regione.<br />

243<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

244<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Laboratori Negri Bergamo<br />

RAPPORTI<br />

ATTIVITA’ <strong>2007</strong><br />

<strong>di</strong>partimenti e laboratori<br />

245<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

246<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

DIPARTIMENTO<br />

DI MEDICINA MOLECOLARE<br />

PERSONALE<br />

Capo Dipartimento Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol. Ph. D.<br />

Unità <strong>di</strong> Terapia Genica<br />

Capo Unità Susanna TOMASONI, Dr. Sci. Biol. Ph. D.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Xenotrapianto<br />

Capo Laboratorio Marina MORIGI, Dr. Sci. Biol., Ph. D.<br />

Unità dell’Interazione Piastrine-Endotelio Vascolare<br />

Capo Unità<br />

Miriam GALBUSERA, Dr. Sci. Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare<br />

Capo Laboratorio Marina NORIS, Dr. Chim. Farm.. Ph. D.<br />

Unità <strong>di</strong> Biologia Cellulare dell'Autoimmunità e del Rigetto al Trapianto<br />

Capo Unità<br />

Sistiana AIELLO, Biol.Sci.D<br />

Unità <strong>di</strong> Genetica delle Malattie Renali<br />

Capo Unità<br />

Jessica CAPRIOLI, Biol.Sci.D<br />

Unità <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Molecolare della Tolleranza al Trapianto<br />

Capo Unità<br />

Federica CASIRAGHI, Chemist<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali<br />

Capo Laboratorio Carla ZOJA, Dr. Sci. Biol. Ph. D.<br />

Unità <strong>di</strong> Patologia e Immunopatologia<br />

Capo Unità<br />

Mauro ABBATE, Dr. Med.<br />

247<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Ariela Benigni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1979 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e<br />

ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D. presso l’Università <strong>di</strong> Maastricht, Olanda, nel 2001.<br />

Attività formative: nel 1979 Post Doctoral Fellow, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

(IRFMN), Laboratorio <strong>di</strong> Chemioterapia Antitumorale in vivo, Milano, Italia; nel 1980-1981 Post<br />

Doctoral Fellow, Associazione Bergamasca per lo Stu<strong>di</strong>o delle Malattie Renali, Laboratorio della<br />

Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi, Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo, Bergamo; nel 1980 Post Doctoral Fellow,<br />

Guy’s Hospital, London; nel 1982 Titolare <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della Comunità Europea, Centre<br />

Regional de Transfusion Sanguigne de Strasbourg, Strasbourg, Francia; nel 1989 stage al Brigham and<br />

Women’s Hospital, Laboratory of Prof. Barry Brenner, Boston.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: me<strong>di</strong>atori vasoattivi e proinflammatori nella progressione delle malattie renali con<br />

particolare riguardo all'endotelina; trattamento combinato <strong>di</strong> farmaci antiipertensivi e renoprotettivi per<br />

rallentare la progressione della malattia renale cronica; utilizzo <strong>di</strong> cellule staminali per riparare il tessuto<br />

renale in modelli <strong>di</strong> insufficienza renale acuta; tecniche <strong>di</strong> trasferimento genico in vitro e in vivo;<br />

prevenzione del rigetto acuto del trapianto attraverso trasferimento genico all’organo da trapiantare;<br />

induzione della tolleranza al trapianto attraverso tecniche <strong>di</strong> trasferimento genico; correzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti<br />

genetici nelle malattie rare.<br />

Ruoli: nel 1983 Ricercatore, IRFMN, Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Renali, Bergamo; tra 1990-1994 Capo<br />

Laboratorio del Metabolismo <strong>di</strong> Prostaglan<strong>di</strong>ne e Leucotrieni, IRFMN, Bergamo; da Gennaio 1991 è<br />

Segretario Scientifico, IRFMN, Bergamo, Italia; tra 1994 e 1999 è Capo Laboratorio dei Me<strong>di</strong>atori<br />

Vasoattivi e Infiammatori <strong>di</strong> Danno Tissutale, IRFMN, Bergamo, Italia; da Gennaio 2000 è Capo<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare, IRFMN, Bergamo. 1996-1998: Associate E<strong>di</strong>tor, Journal of<br />

Nephrology; 2003-2005: Associate E<strong>di</strong>tor, Kidney International. Da marzo <strong>2007</strong> collabora con<br />

l’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità per un progetto multicentrico internazionale sui fattori angiogenici<br />

come causa <strong>di</strong> pre-eclampsia. È stata recentemente nominata “Senior Fellow in Obstetric Me<strong>di</strong>cine”<br />

presso l’Università <strong>di</strong> Oxford, Nuffield Department of Obstetrics & Gynaecology.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• G. Remuzzi, A. Benigni, A. Remuzzi. Mechanisms of progression and regression of renal lesions of chronic<br />

nephropathies and <strong>di</strong>abetes. J Clin Invest 2006;116:288-296.<br />

• Azzollini, M. Noris, S. Conti, M. Abbate, M. Giacca, G. Remuzzi. Adeno-Associated Virus-me<strong>di</strong>ated CTLA4Ig gene<br />

transfer protects MHC-mismatched renal allografts from chronic rejection. J Am Soc Nephrol 2006;17:1665-1672.<br />

• B. Imberti, M. Morigi, S. Tomasoni, C. Rota, D. Corna, L. Longaretti, D. Rottoli, F. Valsecchi, A. Benigni, J. Wang, M.<br />

Abbate, C. Zoja, G. Remuzzi. Insulin-like growth factor-1 sustains stem cell-me<strong>di</strong>ated renal repair. J Am Soc Nephrol<br />

<strong>2007</strong>;18:2921-2928.<br />

• C. Zoja, F. Casiraghi, S. Conti, D. Corna, D. Rottoli, R.A. Cavinato, G. Remuzzi, A. Benigni. Cyclin-dependent kinase<br />

inhibition limits glomerulonephritis and extends lifespan of mice with systemic lupus. Arthritis & Rheum <strong>2007</strong>;56:1629-<br />

37.<br />

• Benigni, C. Caroli, L. Longaretti, E. Gagliar<strong>di</strong>ni, C. Zoja, M. Galbusera, D. Moioli, P. Romagnani, A. Tincani, L.<br />

Andreoli, G. Remuzzi. Involvement of renal tubular toll-like receptor 9 in the development of tubulointerstitial injury in<br />

systemic lupus. Arthritis & Rheum <strong>2007</strong>;56:1569-78.<br />

Marina Morigi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano,<br />

Milano, Italia. Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D. presso l’Università <strong>di</strong> Maastricht, Olanda, nel 2005.<br />

Attività formative: 1984–1987 tesista presso IRFMN, Bergamo; nel 1987-1995 Borsista, IRFMN,<br />

Bergamo; 1991 Stage al Brigham and Women’s Hospital, presso il laboratorio del Dr. P. Marsden,<br />

Boston.<br />

248<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: ruolo della Shigatoxin nella patogenesi del danno endoteliale tipico della forma<br />

epidemica <strong>di</strong> Sindrome Emolitico uremica; Stu<strong>di</strong>o dei me<strong>di</strong>atori/meccanismi coinvolti nel modello in<br />

vitro <strong>di</strong> rigetto iperacuto da xenotrapianto (endotelio porcino esposto a siero umano come fonte <strong>di</strong><br />

complemento e xenoanticorpi); tossicità renale delle proteine plasmatiche: stu<strong>di</strong> per identificare i segnali<br />

intracellulari, l’espressione e la produzione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori pro-infiammatori in cellule epiteliali del tubulo<br />

prossimale e del glomerulo in vitro; terapia cellulare e rigenerazione del tessuto renale: Stu<strong>di</strong>o della<br />

capacità delle cellule staminali adulte <strong>di</strong> rigenerare il tessuto renale in modelli sperimentali <strong>di</strong> danno<br />

renale acuto e cronico; terapia cellulare con cellule staminali embrionali murine per correggere il <strong>di</strong>fetto<br />

genetico caratteristico della malattia <strong>di</strong> Fabry in un modello murino.<br />

Ruoli: dal 1995 Ricercatrice, IRFMN, Bergamo, Italy; 1996-1999 Capo, Unità <strong>di</strong> Biologia della Cellula<br />

Renale ed Endoteliale; dal 2000 Capo, Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Xenotrapianto, IRFMN,<br />

Bergamo, Italy.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• M. Morigi, B. Imberti, C. Zoja, D. Corna, S. Tomasoni, M. Abbate, D. Rottoli, S. Angioletti, A. Benigni, N. Perico, M.<br />

Alison, G. Remuzzi. Mesenchymal Stem Cells Are Renotropic, Helping to Repair the Kidney and Improve Function in<br />

Acute Renal Failure. J Am Soc Nephrol 2004;15:1794-1804.<br />

• A. Remuzzi, S. Mantero, M. Colombo, M. Morigi, E. Binda, D. Camozzi, B. Imberti. Vascular smooth muscle cells on<br />

hyaluronic acid: culture and mechanical characterization of an engineered vascular construct. Tissue Eng 2004;10:699-<br />

710.<br />

• M. Morigi, S. Buelli, S. Angioletti, C. Zanchi, L. Longaretti, C. Zoja, M. Galbusera, S. Gastol<strong>di</strong>, P. Mundel, G. Remuzzi,<br />

A. Benigni. In response to protein load podocytes reorganize cytoskeleton and modulate endothelin-1 gene: implication<br />

for permselective dysfunction of chronic nephropathies. Am J Pathol 2005;166:1309-1320.<br />

• Morigi M, Buelli S, Zanchi C, Longaretti L, Macconi D, Benigni A, Moioli D, Remuzzi G, Zoja C. Shigatoxin-induced<br />

endothelin-1 expression in cultured podocytes autocrinally me<strong>di</strong>ates actin remodeling. Am J Pathol. 2006 Dec;<br />

169(6):1965-75.<br />

• Imberti B, Morigi M, Tomasoni S, Rota C, Corna D, Longaretti L, Rottoli D, Valsecchi F, Benigni A, Wang J, Abbate<br />

M, Zoja C, Remuzzi G. Insulin-like growth factor-1 sustains stem cell me<strong>di</strong>ated renal repair. J Am Soc Nephrol. <strong>2007</strong><br />

Nov;18(11):2921-8.<br />

Marina Noris si è laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche nel novembre 1986 presso<br />

l’Università degli Stu<strong>di</strong> La Sapienza <strong>di</strong> Roma. Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D. presso l’Università <strong>di</strong><br />

Maastricht, Olanda, nel 2005.<br />

Attività formative: nel 1984-1986 Borsista, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università<br />

<strong>di</strong> Roma; nel 1986-1987 Borsista, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università <strong>di</strong> Roma;<br />

nel 1987-1994 Borsista, IRFMN, Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>atori dell’infiammazione e del danno tessutale,<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Renali, Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Immunologia del trapianto e induzione della tolleranza, genetica della sindrome<br />

emolitico uremica, della porpora trombotica trombocitopenica, della glomerulosclerosi focale segmentale<br />

e della nefropatia <strong>di</strong>abetica, alterazioni dell’arginina e dell’ossido d’azoto nell’uremia e nella preeclampsia.<br />

Ruoli: nel 1992 ricercatrice, Laboratorio <strong>di</strong> Nefrologia IRFMN, Bergamo; nel 1994 Capo Unità <strong>di</strong><br />

Patofisiologia dell’endotelio, IRFMN, Bergamo; nel 1996-1999 Capo, Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e<br />

Molecolare della Risposta Immune e dell'Autoimmunità, IRFMN, Bergamo; da gennaio 2000 Capo,<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica <strong>di</strong> Malattie Rare e Trapianti, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

Molecolare, IRFMN, Bergamo.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• Caprioli J, Noris M, Brioschi S, Pianetti G, Castelletti F, Bettinaglio P, Mele C, Bresin E, Cassis L, Gamba S, Porrati F,<br />

Bucchioni S, Monteferrante G, Fang CJ, Liszewski MK, Kavanagh D, Atkinson JP, Remuzzi G. Genetics of HUS: the impact<br />

of MCP, CFH and IF mutations on clinical presentation, response to treatment, and outcome. Blood, 2006; 108(4):1267-79.<br />

• Noris M, Casiraghi F, Todeschini M, Crave<strong>di</strong> P, Cugini D, Monteferrante G, Aiello S, Cassis L, Gotti E, Gaspari F, Cattaneo<br />

D, Perico N, Remuzzi G. Regulatory T Cells and T Cell Depletion: Role of Immunosuppressive Drugs. J Am Soc Nephrol.<br />

<strong>2007</strong>; 18 (3):1007-1018.<br />

• Bresin E, Daina E, Noris M, Castelletti F, Stefanov R, Hill P, Goodship TH, Remuzzi G; International Registry of Recurrent<br />

and Familial HUS/TTP. Outcome of renal transplantation in patients with non-Shiga toxin-associated hemolytic uremic<br />

syndrome: prognostic significance of genetic background. Clin J Am Soc Nephrol. 2006 Jan;1(1):88-99<br />

• Noris M, Bucchioni s, Galbusera M, Donadelli R, Bresin E, Castelletti F, Caprioli J, Brioschi S, Scheiflinger F, Remuzzi G<br />

and the International Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. Complement factor H mutation in familial thrombotic<br />

thrombocytopenic purpura with ADAMTS13 deficency and renal involvement. J Am Soc Nephrol 2005; 16:1177-1183<br />

• Manuelian T, Hellwage J, Meri S, Caprioli J, Noris M, Heinen S, Jozsi M, Neumann HP, Remuzzi G, Zipfel PF. Mutations in<br />

factor H reduce bin<strong>di</strong>ng affinity to C3b and heparin and surface attachment to endothelial cells in haemolytic uremic<br />

249<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

syndrome. J Clin Invest 2003; 111: 1181-1190.<br />

• Noris M, Brioschi S, Caprioli J, Todeschini M, Bresin E, Porrati F, Gamba S, Remuzzi G, on behalf of the International<br />

Registry of Familial and Recurrent HUS/TTP. Familial haemolytic uraemic syndrome and an MCP mutation. Lancet 2003;<br />

362:1542-1547.<br />

Carlamaria Zoja si è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, nel 1979.<br />

Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D presso l’Università <strong>di</strong> Maastricht, Olanda nel 2001.<br />

Attività formative: nel 1979-1981 Borsista “Associazione per lo Stu<strong>di</strong>o delle Malattie Renali” presso il<br />

Laboratorio della Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; nel 1981-1983<br />

titolare <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della Comunità Europea presso il Center for Thrombosis and Vascular<br />

Research, Department of Me<strong>di</strong>cal Research, Katholieke Universiteit, Leuven, Belgio; nel 1983-1985<br />

Borsista, Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: modelli sperimentali <strong>di</strong> malattie renali; me<strong>di</strong>atori <strong>di</strong> danno nella progressione delle<br />

malattie renali; ruolo della proteinuria nella progressione delle nefropatie; nuove terapie per rallentare la<br />

progressione delle malattie renali; ruolo della Shigatoxin nella patogenesi del danno endoteliale nella<br />

Sindrome Emolitico Uremica.<br />

Ruoli: nel 1985-1989 Ricercatrice, Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; nel 1990-1994<br />

Capo Unità Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; dal 1995 Capo Laboratorio<br />

Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• C.Zoja, S. Angioletti, R. Donadelli, C. Zanchi, S. Tomasoni, E. Binda, B. Imberti, M. te Loo, L. Monnens, G.Remuzzi,<br />

M. Morigi. Shiga toxin-2 triggers endothelial leukocyte adhesion and transmigration via NF-kB dependent up-regulation<br />

of IL-8 and MCP-1. Kidney Int 2002;62:846-856.<br />

• C. Zoja, D. Corna, D. Camozzi, D. Cattaneo, D. Rottoli, C. Batani, C. Zanchi, M. Abbate, G. Remuzzi. How to fully<br />

protect the kidney in a severe model of progressive nephropathy: a multidrug approach. J Am Soc Nephrol<br />

2002;13:2898-2908.<br />

• A. Benigni, C. Zoja, D. Corna, C. Zatelli, S. Conti, M. Campana, E. Gagliar<strong>di</strong>ni, D. Rottoli, C. Zanchi, M. Abbate,<br />

S. Ledbetter, G. Remuzzi. Add-on anti-TGF-b antibody to ACE inhibitor arrests progressive <strong>di</strong>abetic nephropathy in the<br />

rat. J Am Soc Nephrol 2003;14:1816-1824.<br />

• R. Donadelli, C. Zanchi, M. Morigi, S. Buelli, C. Batani, S. Tomasoni, D. Corna, D. Rottoli, A. Benigni, M. Abbate, G.<br />

Remuzzi, C. Zoja. Protein overload induces fractalkine upregulation in proximal tubular cells through NF-kB and p38<br />

MAPK dependent pathways. J Am Soc Nephrol 2003; 14:2436-2446.<br />

• C.Zoja, D. Corna, D. Rottoli, C. Zanchi, M. Abbate and G. Remuzzi. Imatinib ameliorates renal <strong>di</strong>seases and survival<br />

in murine lupus autoimmune <strong>di</strong>seases. Kidney International 2006; 70; 97-103.<br />

• C.Zoja, F.Casiraghi, S.Conti, D.Corna, D.Rottoli, R.A.Cavinato, G.Remuzzi, A.Benigni. Cyclin-Dependent kinase<br />

inhibition limits glomerulonephritis and extends lifespan of mice with systemic lupus. Arthritis & Rheumatism <strong>2007</strong>;<br />

56; 1629-1637.<br />

Mauro Abbate si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1988 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Brescia.<br />

Attività formative: nel 1984-1988 Studente tesista, IRFMN, Bergamo; nel 1989 - 1992 Borsista, IRFMN,<br />

Bergamo. 1992 - 1994: Training <strong>di</strong> ricerca, The Renal Unit, Massachusetts General Hospital, Boston,<br />

USA. 1995-1966, Borsista, IRFMN, Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: progressione delle nefropatie, ruolo <strong>di</strong> proteinuria, complemento e me<strong>di</strong>atori <strong>di</strong> danno<br />

nella progressione delle nefropatie; meccanismi <strong>di</strong> danno glomerulare; nefrite anti-GBM; meccanismi <strong>di</strong><br />

danno tubulare; fibrosi interstiziale; biopsia renale, glomerulopatia membranosa.<br />

Ruoli: nel 1996 - 2000 Ricercatore, IRFMN, Bergamo. Dal 2000: Capo Unità <strong>di</strong> Patologia e<br />

Immunopatologia renale, IRFMN, Bergamo.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Abbate M, Zoja C, Rottoli D, Corna D, Tomasoni S, Remuzzi G: Proximal tubular cells promote fibrogenesis by TGFβ1-me<strong>di</strong>ated<br />

induction of peritubular myofibroblasts. Kidney International 2002;61,2066-2077.<br />

• Abbate M, Zoja C, Morigi M, Rottoli D, Angioletti S, Tomasoni S, Zanchi C, Longaretti L, Donadelli R, Remuzzi G:<br />

Transforming Growth Factor-β1 Is Up-Regulated by Podocytes in Response to Excess Intraglomerular Passage of<br />

Proteins: A Central Pathway in Progressive Glomerulosclerosis. Am J Pathol.2002;161,2179-93.<br />

• Ruggenenti P, Chiurchiu C, Brusegan V, Abbate M, Perna A, Filippi C, Remuzzi G: Rituximab for i<strong>di</strong>opathic<br />

membranous nephropathy: a one year prospective study. J Am Soc Nephrol. 2003; 14,1851-1857.<br />

• Morigi M, Imberti B, Zoja C, Corna D, Tomasoni S, Abbate M, Rottoli D, Angioletti S, Benigni A, Perico N, Alison M,<br />

Remuzzi G.: Mesenchymal stem cells are renotropic, helping to repair the kidney and improve function in acute renal<br />

failure. J Am Soc Nephrol. 2004;15:1794-804.<br />

• Macconi D, Abbate M, Morigi M, Angioletti S, Mister M, Buelli S, Bonomelli M, Mundel P, Endlich K, Remuzzi A,<br />

250<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Remuzzi G.: Permselective dysfunction of podocyte-podocyte contact upon angiotensin II unravels the molecular target<br />

for renoprotective intervention. Am J Pathol. 2006 Apr;168(4):1073-85.<br />

• Abbate M, Zoja C, Remuzzi G.: How does proteinuria cause progressive renal damage? J Am Soc Nephrol. 2006;<br />

11:2974-84.<br />

Sistiana Aiello si è laureata in Scienze Biologiche nel 1993 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e ha<br />

conseguito il titolo <strong>di</strong> Specialista in Ricerca Farmacologica presso IRFMN, Bergamo, Italia, nel 1996.<br />

Attività formative: 1990-1993 tesista presso IRFMN, Bergamo; 1993-2000 borsista presso IRFMN,<br />

Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: immunologia del trapianto con particolare attenzione alla biologia delle cellule<br />

dendritiche e ai meccanismi me<strong>di</strong>ante i quali si generano ed operano le cellule T regolatrici; stu<strong>di</strong> in vitro<br />

e in vivo su nuovi composti immunosoppressori o capaci <strong>di</strong> prevenire i danni causati da<br />

ischemia/riperfusione; me<strong>di</strong>atori vasoattivi e proinflammatori nella progressione delle malattie renali con<br />

particolare riguardo al platelet acrivating factor (PAF) e al monossido d’azoto (NO).<br />

Ruoli: dal 2000 Ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica delle Malattie Rare e del<br />

Trapianto, IRFMN, Bergamo; dal 2006 Capo dell’ Unità <strong>di</strong> Biologia Cellulare dell’Autoimmunità e del<br />

Rigetto al Trapianto, IRFMN, Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto<br />

Crespi”, Ranica.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• S. Aiello, P. Cassis, L. Cassis, S. Tomasoni, A. Benigni, A. Pezzotta, R.A. Cavinato, D. Cugini, N. Azzollini, M.<br />

Mister, L. Longaretti, A.W. Thomson, G. Remuzzi, M. Noris. DnIKK2-transfected dendritic cells induce a novel<br />

population of iNOS-expressing CD4 + CD25 - cells with tolerogenic properties. Transplantation <strong>2007</strong>; 83:474-484.<br />

• S. Tomasoni, S. Aiello, L. Cassis, M. Noris, L. Longaretti, R.A. Cavinato, N. Azzollini, A. Pezzotta, G. Remuzzi,<br />

A. Benigni. Dendritic cells genetically engineered with adenoviral vector enco<strong>di</strong>ng dnIKK2 induce the formation of<br />

potent CD4 + T regulatory cells. Transplantation 2005;79:1056-1061.<br />

• L. Cassis, S. Aiello, M. Noris. Natural versus adaptive regulatory T cells. Contrib Nephrol 2005; 146: 121-131.<br />

• M. Mister, M. Noris, J. Szymczuk, N. Azzollini, S. Aiello, A. Arduini, L. Trochimowicz, E. Gagliar<strong>di</strong>ni, M.<br />

Abbate, N. Perico, G. Remuzzi. Propionyl-L-carnitine prevents renal function deterioration due to<br />

ischemia/reperfusion in isolated perfused rat kidney and in kidney graft. Kidney Int 2002; 61:1064-1078.<br />

• S. Aiello, M. Noris, G. Piccinini, S. Tomasoni, F. Casiraghi, S. Bonazzola, M. Mister, M.H. Sayegh, G. Remuzzi.<br />

Thymic dendritic cells express inducible nitric oxide synthase and generate nitric oxide in response to self- and<br />

alloantigens. J Immunol 2000;164:4649-4658.<br />

Jessica Caprioli si è laureata in Scienze Biologiche nel 1994 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia e ha<br />

conseguito la Specializzazione in Genetica Me<strong>di</strong>ca nel 2001 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano,<br />

facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia.<br />

Attività formative: stage al St. John’s College <strong>di</strong> Cambridge per stu<strong>di</strong> presso il Dipartimento <strong>di</strong> Genetica<br />

dell’Università, 1994. Assistente alla ricerca me<strong>di</strong>ca, Lundbeck Italia S.p.A (1995). Tirocinio pratico<br />

teorico per l'abilitazione all'esercizio professionale, svolto presso il laboratorio <strong>di</strong> biologia cellulare e<br />

molecolare della risposta immune e autoimmunità, IRFMN, Laboratori Negri Bergamo, (abilitazione<br />

conseguita nel 1997). Specializzazione professionale post-laurea in Ricerca Farmacologica, Regione<br />

Lombar<strong>di</strong>a, 1998. Scuola <strong>di</strong> specializzazione in Genetica Me<strong>di</strong>ca (Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia,<br />

Università <strong>di</strong> Milano), 2001. Conseguita l'abilitazione all'insegnamento nella Scuola Me<strong>di</strong>a Inferiore e in<br />

quella Superiore (2001).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Ruolo del sistema del complemento nella patogenesi della Sindrome Emolitico<br />

Uremica-Porpora Trombotica Trombocitopenica. Ricerca <strong>di</strong> geni coinvolti nell’insorgenza della<br />

glomerulosclerosi focale segmentale. Stu<strong>di</strong>o genetico <strong>di</strong> un modello sperimentale <strong>di</strong> proteinuria nel ratto.<br />

Ricerca <strong>di</strong> geni coinvolti nell’insorgenza della nefrolitiasi da acido urico.<br />

Ruoli: Dal 1995 al 2001 borsista presso il laboratorio <strong>di</strong> biologia cellulare e molecolare della risposta<br />

immune e autoimmunità, IRFMN, Laboratori Negri Bergamo. Dal 2002 al 2006 ricercatore presso il<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e genetica <strong>di</strong> malattie rare e trapianti, IRFMN, Laboratori Negri Bergamo.<br />

Dal 2006 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Genetica della Malattie Renali.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• M. Galbusera, M. Noris, C. Rossi, S. Orisio, J. Caprioli, Z.M. Ruggeri, B. Amadei, P. Ruggenenti, B. Vasile, G. Casari<br />

and G. Remuzzi on behalf of the Italian Registry of Familial and Recurrent HUS/TTP. Increased fragmentation of von<br />

Willebrand factor, due to abnormal cleavage of the subunit, parallels <strong>di</strong>sease activity in recurrent hemolytic uremic<br />

syndrome and thrombotic thrombocytopenic purpura (HUS/TTP) and <strong>di</strong>scloses genetic pre<strong>di</strong>sposition in families. Blood,<br />

1999; 94: 1-12.<br />

• J. Caprioli, P. Bettinaglio, PF Zipfel, B. Amadei, E. Daina, S. Gamba, C. Skerka, N. Marziliano, G. Remuzzi and M.<br />

251<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Noris on behalf of the Italian Registry of Familial and Recurrent HUS/TTP. The molecular basis of familial hemolytic<br />

uremic syndrome: mutation analysis of factor H gene reveals a hot spot in short consensus repeat 20. Journal of the<br />

American Society of Nephrology, 2001; 12:297-307.<br />

• J. Caprioli, F. Castelletti, S. Bucchioni, P. Bettinaglio, E. Bresin, G. Pianetti, S. Gamba, S. Brioschi, E. Daina, G.<br />

Remuzzi and M. Noris. For the International Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. Complement Factor H<br />

mutations and gene polymorphisms in haemolytic uraemic syndrome: the C-257T, the A2089G and the G2881T<br />

polymorphisms are strongly associated with the <strong>di</strong>sease Human molecular genetics, 2003; 12:1-11.<br />

• M. Noris, S. Brioschi, J. Caprioli, M. Todeschini, E. Bresin, F. Porrati, S. Gamba and G. RemuzziFor the International<br />

Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. Mutation in membrane cofactor protein of the complement system in<br />

familial haemolytic uraemic syndrome. Identification of a second <strong>di</strong>sease-associated gene The Lancet, 2003;<br />

362:1542-1547.<br />

• Caprioli J, Noris M, Brioschi S, Pianetti G, Castelletti F, Bettinaglio P, Mele C, Bresin E, Cassis L, Gamba S, Porrati F,<br />

Bucchioni S, Monteferrante G, Fang CJ, Liszewski MK, Kavanagh D, Atkinson JP, Remuzzi G. Genetics of HUS: the<br />

impact of MCP, CFH and IF mutations on clinical presentation, response to treatment, and outcome. Blood, 2006;<br />

108(4):1267-79.<br />

Federica Casiraghi ha ottenuto il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Perito Chimico Industriale nel 1988 presso <strong>Istituto</strong> Tecnico<br />

per la Chimica “G.Natta” <strong>di</strong> Bergamo. Nel 1992 ha conseguito il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Tecnico <strong>di</strong> Ricerca Clinica<br />

presso il centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare, Villa Camozzi, Ranica (BG), e nel 1993 il<br />

<strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Tecnico <strong>di</strong> Ricerca Biochimica presso IRFMN <strong>di</strong> Bergamo, Italia.<br />

Attività formative: 1989-1994 Borsista presso IRFMN, Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse:immunologia del trapianto con particolare attenzione alle terapie cellulari e<br />

farmacologiche <strong>di</strong> induzione e mantenimento della tolleranza al trapianto. Caratterizzazione delle cellule<br />

regolatrici in pazienti con trapianto <strong>di</strong> rene e in modelli sperimentali <strong>di</strong> tolleranza al trapianto. Impatto<br />

delle <strong>di</strong>verse terapie immunosoppressive sui linfociti T in pazienti con trapianto <strong>di</strong> rene. Me<strong>di</strong>atori<br />

vasoattivi e proinfiammatori nella progressione delle malattie renali con particolare riguardo ai metaboliti<br />

dell’acido arachidonico.<br />

Ruoli: Nel 1994 Ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica delle Malattie rare e del<br />

Trapianto, IRFM, Bergamo; dal 2006 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Molecolare della Tolleranza<br />

al Trapianto, IRFMN, Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto Crespi”,<br />

Ranica.<br />

Principali Pubblicazioni:<br />

• Noris M, Casiraghi F, Todeschini M, Crave<strong>di</strong> P, Cugini D, Monteferrante G, Aiello S, Cassis L, Gotti E, Gaspari F,<br />

Cattaneo D, Perico N, Remuzzi G. Regulatory T Cells and T Cell Depletion: Role of Immunosuppressive Drugs. J Am<br />

Soc Nephrol. <strong>2007</strong>; 18 (3):1007-1018.<br />

• Cavinato RA, Casiraghi F, Azzollini N, Cassis P, Cugini D, Mister M, Pezzotta A, Aiello S, Remuzzi G, Noris M.<br />

Pretransplant donor peripheral blood mononuclear cells infusion induces transplantation tolerance by generating<br />

regulatory T cells. Transplantation, 2005;79(9):1034-9.<br />

• Zoja C, Benigni A, Noris M, Corna D, Casiraghi F, Pagnoncelli M, Rottoli D, Abbate M, Remuzzi G. Mycophenolate<br />

mofetil combined with a cyclooxygenase-2 inhibitor ameliorates murine lupus nephritis. Kidney Int. 2001; 60(2): 653-<br />

63.<br />

• Tomasoni S, Noris M, Zappella S, Gotti E, Casiraghi F, Bonazzola S, Benigni A, Remuzzi G. Upregulation of renal and<br />

systemic cyclooxygenase-2 in patients with active lupus nephritis.<br />

J Am Soc Nephrol.1998; 9(7): 1202-12.<br />

• Casiraghi F, Ruggenenti P, Noris M, Locatelli G, Perico N, Perna A, Remuzzi G. Sequential monitoring of urine-soluble<br />

interleukin 2 receptor and interleukin 6 pre<strong>di</strong>cts acute rejection of human renal allografts before clinical or laboratory<br />

signs of renal dysfunction. Transplantation 1997; 63(10): 1508-14.<br />

Miriam Galbusera si è laureata in Scienze Biologiche nel 1981 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Milano.<br />

Attività formative: nel 1981-1983 tirocinante, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Patologia Speciale Me<strong>di</strong>ca dell'Università degli<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; nel 1985-1989 Borsista, IRFMN, Bergamo; nel 1989-1991 Borsista, Scripps Clinic and<br />

Research Foundation, Laboratory of Thrombosis and Hemostasis, La Jolla, CA, USA; nel 1991-1995<br />

Borsista, IRFMN, Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: ADAMTS-13 e VWF nelle microangiopatie trombotiche, biochimica del VWF,<br />

xenotrapianto, interazione piastrine-endotelio in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> flusso, <strong>di</strong>fetti piastrinici nell’uremia,<br />

recettori renali e piastrinici.<br />

Ruoli: nel 1995-1999 Ricercatrice, IRFMN, Bergamo, dal 2000 Capo Unità dell’InterazionePiastrine-<br />

Endotelio Vascolare, IRFMN, Bergamo.<br />

252<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Tripo<strong>di</strong>, A., Chantarangkul, V., Bohm, M., Budde, U., Dong, J.-F., Friedman, K.D., Galbusera, M., Girma, J.-P., Moake,<br />

J., Rick, M.E., Studt, J.-D., Turecek, P.L., Mannucci, P.M.: Measurement of von Willebrand factor cleaving protease<br />

(ADAMTS-13): results of an international collaborative study involving 11 methods testing the same set of coded<br />

plasmas. J Thromb Haemost 2004; 2:1601-1609.<br />

• Galbusera, M., Morigi, M., Buelli, S., Gastol<strong>di</strong>, S., Macconi, D., Testa, C., Angioletti, S., Remuzzi, G.: Xenogeneic<br />

serum-induced thrombus formation on porcine endothelium is me<strong>di</strong>ated by vitronectin receptor and P-selectin: role of<br />

reactive oxygen species. Xenotransplantation 2005;12:110-120.<br />

• Ruiz-Torres, M.P., Casiraghi, F., Galbusera, M., Macconi, D., Gastol<strong>di</strong>, S., Todeschini, M., Porrati, F., Belotti, D.,<br />

Pogliani, E.M., Noris, M., Remuzzi, G.: Complement activation: the missing link between ADAMTS13 deficiency and<br />

microvascular thrombosis of thrombotic microangiopathies. Thromb Haemost 2005; 93:443-452.<br />

• Noris, M., Bucchioni, S., Galbusera, M., Donadelli, R., Bresin, E., Castelletti, F., Caprioli, J., Brioschi, S., Scheiflinger,<br />

F., Remuzzi, G.: Complement factor H mutation in familial thrombotic thrombocytopenic purpura with ADAMTS13<br />

deficiency and renal involvement. J Am Soc Nephrol 2005; 16:1177-1183.<br />

• Galbusera, M., Bresin, E., Noris, M., Gastol<strong>di</strong>, S., Belotti, D., Capoferri, C., Daina, E., Perseghin, P., Scheiflinger, F.,<br />

Fakhouri, F., Grunfeld, J-P., Pogliani, E., Remuzzi, G.: Rituximab prevents recurrence of thrombotic thrombocytopenic<br />

purpura: a case report. Blood 2005;106:925-928.<br />

• Rieger, M., Mannucci, P.M., Kremer Hovinga, J.A., Herzog, A., Gerstenbauer, G., Konetschny, C., Zimmermann, K.,<br />

Scharrer, I., Peyvan<strong>di</strong>, F., Galbusera, M., Remuzzi, G., Böhm, M., Plaimauer, B., Lämmle, B., Scheiflinger, F.:<br />

ADAMTS13 autoantibo<strong>di</strong>es in patients with thrombotic microangiopathies and other immunome<strong>di</strong>ated <strong>di</strong>seases. Blood<br />

2005;106:1262-1267.<br />

Susanna Tomasoni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1991 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Milano.<br />

Attività formative: nel 1989-1991 Studente tesista, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; nel 1991-1994<br />

Studente <strong>di</strong> dottorato, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; nel 1994 Borsista, Renal Division, Brigham &<br />

Women’s Hospital, Harvard Me<strong>di</strong>cal School, Boston, USA; nel 1995 Titolo <strong>di</strong> Dottore in Ricerca in<br />

Scienze Fisiologiche, Università <strong>di</strong> Bologna; nel 1995-1998 Borsista, IRFMN, Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: costruzione <strong>di</strong> vettori adenovirali per terapia genica; trasferimento genico al rene nel<br />

contesto del trapianto; trasfezione <strong>di</strong> cellule dendritiche per terapia cellulare applicata al trapianto;<br />

progressione delle malattie renali.<br />

Ruoli: 1998-2000: Ricercatrice, IRFMN, Bergamo. Dal 2000: Capo Unità <strong>di</strong> terapia genica, IRFMN,<br />

Bergamo.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• Tomasoni S, Azzollini N, Casiraghi F, Capogrossi M C, Remuzzi G, Benigni A. CTLA4Ig gene transfer prolongs<br />

survival and induces donor-specific tolerance in a rat renal allograft. J Am Soc Nephrol 2000; 11: 747-752.<br />

• Tomasoni S, Benigni A. Gene therapy: How to target the kidney. Promises and pitfalls. Curr Gene Ther 2004; 4: 115-<br />

122.<br />

• Tomasoni S, Longaretti L, Azzollini N, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Mister M, Buehler T, Remuzzi G, Benigni A. Favorable effect of<br />

cotransfection with TGF-beta and CTLA4Ig of the donor kidney on allograft survival. Am J Nephrol 2004; 24: 275-283<br />

• Morigi M, Imberti B, Zoja C, Corna D, Tomasoni S, Abbate M, Rottoli D, Angioletti S, Benigni A, Perico N, Alison<br />

M, Remuzzi G. Mesenchymal stem cells are renotropic, helping to repair the kidney and improve function in acute renal<br />

failure. J Am Soc Nephrol 2004; 15: 1794-1804<br />

• Tomasoni S, Aiello S, Cassis L, Noris M, Longaretti L, Cavinato R, Azzollini N, Pezzotta A, Remuzzi G, Benigni A.<br />

Dendritic cells genetically engineered with adenoviral vector enco<strong>di</strong>ng dnIKK2 induce the formation of potent CD4+ T-<br />

regulatory cells. Transplantation 2005; 79: 1056-1061.<br />

• Benigni A, Tomasoni S, Turka LA, Longaretti L, Zentilin L, Mister M, Pezzotta A, Azzollini N, Noris M, Conti S,<br />

Abbate M, Giacca M, Remuzzi G, Adeno-associated virus-me<strong>di</strong>ated CTLA4Ig gene transfer protects MHC-mismatched<br />

renal allografts from chronic rejection. J Am Soc Nephrol, 2006, 17: 1665-72.<br />

253<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />

Il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare è stato istituito nel 1999 presso i laboratori del <strong>Mario</strong><br />

Negri <strong>di</strong> Bergamo con lo scopo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare il lavoro <strong>di</strong> tre laboratori e tre unità.<br />

L’attività del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare è strettamente collegata a quella del<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale del Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e<br />

Cele Daccò”.<br />

Questi i principali obiettivi del Dipartimento:<br />

1) Identificazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori e <strong>di</strong> meccanismi d’azione responsabili della per<strong>di</strong>ta irreversibile<br />

<strong>di</strong> funzionalità renale nelle malattie renali; sviluppo <strong>di</strong> strategie terapeutiche volte a rallentare o<br />

bloccare la progressione della malattia renale verso l’insufficienza renale terminale.<br />

2) Analisi dei processi responsabili del danno della cellula endoteliale nelle microangiopatie<br />

trombotiche e nel rigetto iperacuto dei trapianti allogenici.<br />

3) Sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie, tra cui la terapia genica, per modulare la risposta immunitaria<br />

post-trapianto e per prevenire il rigetto acuto e cronico del trapianto d’organo; stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> possibili<br />

vie immunologiche che portino alla tolleranza dell’organo trapiantato.<br />

4) Stu<strong>di</strong>o delle basi molecolari e genetiche <strong>di</strong> malattie rare come la sindrome emolitico uremica/<br />

porpora trombotica trombocitopenica e la preeclampsia; valutazione <strong>di</strong> alterazioni genetiche<br />

responsabili dello sviluppo <strong>di</strong> malattie rare e caratterizzazione <strong>di</strong> polimorfismi genetici che<br />

pre<strong>di</strong>cono la risposta dei pazienti alla terapie farmacologiche per malattie mono e poligeniche.<br />

Questi obiettivi sono perseguiti grazie all’impiego <strong>di</strong> svariati approcci metodologici:<br />

1) modelli sperimentali <strong>di</strong> malattie renali, <strong>di</strong> tipo immunologico e non, rappresentativi <strong>di</strong><br />

malattie umane, per stu<strong>di</strong>are i me<strong>di</strong>atori vasoattivi e infiammatori e per testare nuovi farmaci<br />

che riducano la proteinuria e conferiscano renoprotezione.<br />

2) Valutazione “in vitro” dell’effetto tossico <strong>di</strong> un sovraccarico proteico su colture <strong>di</strong> cellule<br />

renali.<br />

3) Modelli “in vitro” per stu<strong>di</strong>are l’interazione delle cellule dell’endotelio vascolare con<br />

leucociti e piastrine in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> flusso controllato.<br />

4) Modelli sperimentali <strong>di</strong> allotrapianto <strong>di</strong> rene per stu<strong>di</strong>are i processi immunologici<br />

responsabili del rigetto acuto e cronico, la tossicità renale <strong>di</strong> farmaci immunosoppressori e per<br />

identificare strategie <strong>di</strong> induzione della tolleranza.<br />

5) Trasferimento genico <strong>di</strong> costrutti virali contenenti geni per molecole immunomodulatorie<br />

come strategia per impe<strong>di</strong>re il rigetto acuto del trapianto e ridurre o evitare la terapia<br />

immunosoppressiva.<br />

6) Analisi <strong>di</strong> linkage, ricerca <strong>di</strong> mutazioni e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> polimorfismi genetici per identificare i<br />

geni responsabili o pre<strong>di</strong>sponenti allo sviluppo <strong>di</strong> malattie genetiche rare.<br />

254<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

L’insulin growth factor 1 è il fattore prodotto dalle cellule mesenchimali che induce la<br />

rigenerazione <strong>di</strong> cellule del tubulo prossimale<br />

Le cellule staminali mesenchimali umane da midollo osseo curano l’insufficienza renale acuta<br />

nel topo e ne prolungano la sopravvivenza<br />

L’endotelina me<strong>di</strong>a il danno renale nella Sindrome Emolitico Uremica indotta dalla tossina<br />

batterica Shigatossina-2<br />

Il complemento è responsabile della formazione <strong>di</strong> trombi sulla superficie <strong>di</strong> cellule endoteliali<br />

della microcircolazione dopo esposizione a Shigatossina<br />

Il DNA contenuto negli immunocomplessi circolanti induce l’espressione renale del recettore<br />

Toll-like 9 che me<strong>di</strong>a il danno tubulo-interstiziale nella nefrite lupica<br />

L’associazione <strong>di</strong> più farmaci che inibiscono vari meccanismi <strong>di</strong> danno induce la regressione<br />

delle lesioni renali nel <strong>di</strong>abete sperimentale<br />

Definiti i meccanismi immunologici che si instaurano nell’organo trapiantato e nel timo<br />

responsabili della tolleranza al trapianto <strong>di</strong> rene nel ratto<br />

Il seliciclib, farmaco che inibisce il ciclo cellulare, ha capacità immunosoppressive in vitro e<br />

prolunga la sopravvivenza del rene trapiantato nel ratto<br />

La mutazione R1210C del gene del fattore H, che ha un’elevata prevalenza nei pazienti con<br />

SEU atipica, è presente come polimorfismo raro in <strong>di</strong>verse popolazioni umane e pre<strong>di</strong>spone allo<br />

sviluppo <strong>di</strong> SEU atipica<br />

La caratterizzazione <strong>di</strong> mutanti del gene fattore I ha permesso <strong>di</strong> comprendere la patogenesi<br />

della SEU atipica in pazienti portatori <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>fetto genetico<br />

Corretta la mancanza <strong>di</strong> una proteina con un approccio <strong>di</strong> terapia genica in animali<br />

geneticamente mo<strong>di</strong>ficati<br />

255<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze <strong>Farmacologiche</strong>, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Tecnologia, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Terapia genica e cellulare, G. Lanzani, Divisione <strong>di</strong> Ematologia, Ospedali Riuniti<br />

<strong>di</strong> Bergamo<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie riproduttive, <strong>Istituto</strong> Sperimentale Lazzaro Spallanzani, Cremona<br />

Centro Trasfusionale e <strong>di</strong> Immunologia dei Trapianti, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Istologia Microbiologia e Biotecnologie Me<strong>di</strong>che, Università <strong>di</strong> Padova<br />

International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology, Molecular Me<strong>di</strong>cine Group,<br />

Trieste<br />

U.O. <strong>di</strong> Ostetricia e Ginecologia, Ospedale San Gerardo <strong>di</strong> Monza<br />

U.O. <strong>di</strong> Ostetricia e Ginecologia, Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo<br />

U.O. <strong>di</strong> Ostetricia e Ginecologia, Azienda Ospedaliera Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia<br />

I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo, Pavia<br />

Azienda Sanitaria Ospedaliera O.I.R.M. - S. Anna, Torino<br />

<strong>Istituto</strong> Gaslini, Laboratorio <strong>di</strong> Nefrologia, Genova<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Academisch Ziekenhuis Maastricht, Interne Geneeskunde, Maastricht, Olanda<br />

Beth Israel Deaconess Me<strong>di</strong>cal Center and Harvard Me<strong>di</strong>cal School, Boston, USA<br />

Centro de Investigaciones Biologicas and Centro de Investigacion Biome<strong>di</strong>ca en Enfermedades<br />

Raras, Madrid, Spain<br />

Children's Hospital and Regional Me<strong>di</strong>cal Center, University of Washington, Seattle, USA<br />

Departements of Pe<strong>di</strong>atrics and Human Genetics, University of Michigan, Ann Arbor, USA<br />

Deparment of Me<strong>di</strong>cine, Division of Rheumatology, Washington University School of<br />

Me<strong>di</strong>cine, St. Louis, USA<br />

Erasmus University of Rotterdam, Olanda<br />

Flanders Interuniversity Institute for Biotechnology (VIB), University of Lund,<br />

Svezia<br />

Hans-Knoll Institute for Natural Products Research, Jena, Germania<br />

Inselspital, University of Bern, Svizzera<br />

INSERM, Paris, Francia<br />

Insitute of Human Genetics, University of Newcastle upon Tyne, UK<br />

Max Delbruck Center for Molecular Me<strong>di</strong>cine, Berlin, Germania<br />

Molecular Genetics and Rheumatology Section, Division of Me<strong>di</strong>cine, Imperial College,<br />

Londra, UK<br />

Monash Me<strong>di</strong>cal Center, Melbourne, Australia<br />

National Institute of Health, Bethesda, USA<br />

Osaka University School of Me<strong>di</strong>cine, Osaka, Giappone<br />

Pe<strong>di</strong>atric Nephrology and Hypertension, University of Utah, USA<br />

Renal Transplant Unit, Hospital de Bellvitge, Barcelona, Spagna<br />

Rosalind Franklin University of Me<strong>di</strong>cine and Science, Chicago, USA<br />

Service d’Immunologie Biologique, Hopital Europeen Georges Pompidou, Paris, Francia<br />

The Scripps Research Institute, La Jolla, USA<br />

Universitaet Hamburg, Institut fur Molekulare Neuropathobiologie, Hamburg, Germania<br />

University of Colorado Car<strong>di</strong>ovascular Institute, Denver, USA<br />

256<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

University of Groningen, Olanda<br />

University of Iowa, Department of Internal Me<strong>di</strong>cine and Pe<strong>di</strong>atrics, Iowa City, USA<br />

University of Liverpool, School of Biological Sciences, UK<br />

University of Oxford, UK<br />

University of Pittsburgh School of Me<strong>di</strong>cine, Pittsburgh, USA<br />

Vanderbilt University School of Me<strong>di</strong>cine, Nashville, USA<br />

Weizman Institute of Science, Rehovot, Israele<br />

World Health Organization, Geneva, Svizzera<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Journal of American Society of Nephrology (Carla Zoja, Marina Noris)<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

American Journal of Pathology<br />

American Journal of Physiology<br />

American Journal of Physiology-Renal Physiology<br />

Blood<br />

British Journal of Haematology<br />

Circulation<br />

Diabetes<br />

Febs Letters<br />

Hypertension<br />

Kidney International<br />

Journal of American Society of Nephrology<br />

Journal of Clinical Investigation<br />

Journal of Immunology<br />

Journal of Molecular Me<strong>di</strong>cine<br />

Journal of Nephrology<br />

Nature Genetics<br />

Nature Me<strong>di</strong>cine<br />

Nephrology<br />

Nephrology, Dialysis and Transplantation<br />

New England Journal of Me<strong>di</strong>cine<br />

Pe<strong>di</strong>atric Nephrology<br />

Plos<br />

257<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

DIPARTIMENTO<br />

ISN-Nature Genetics Forefronts Symposium on Nephrogenetics: from development to<br />

physiology, Danver, MA, (USA), March 8-11 <strong>2007</strong><br />

International Conference on Rare Diseases and Orphan Drugs, Roma, November 5-8 <strong>2007</strong><br />

World Congress of Nephrology, Rio de Janeiro (Brazil), April 22-25 <strong>2007</strong><br />

European Meeting on Complement in human <strong>di</strong>sease, Car<strong>di</strong>ff (UK), September 8-11 <strong>2007</strong><br />

Workshop on Thrombotic Microangiopathies, Jena (Germany), October 4-6 <strong>2007</strong><br />

VIP meeting, Lovanio (Belgium), December 3, <strong>2007</strong><br />

Congresso della Società Italiana <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria, Salerno, November 16-17 <strong>2007</strong><br />

GENECURE Meetings, Stoccolma (Sweden), September 18-19 <strong>2007</strong>; Naarden (Olanda),<br />

January 26-27, <strong>2007</strong><br />

Meeting Update Meeting on the Relation of Immunity, its evolution and its effect on Solid,<br />

Organ Transplantation, Barcelona (Spain), July 6 <strong>2007</strong>.<br />

Meeting Proteinuria in Renal Transplantation pathophysiology, Diagnosis, Treatment, Firenze,<br />

March 21-22 <strong>2007</strong>.<br />

Tenth International Conference on Endothelin (ET-10), Bergamo, September 16-19 <strong>2007</strong>.<br />

3rd International Workshop on Thrombotic Microangiopathies, Jena (Germany), October 4-6<br />

<strong>2007</strong>.<br />

XIV Telethon Scientific Convention. Salsomaggiore Terme, Italy. March 12-14, <strong>2007</strong>.<br />

Annual meeting of the American Society of Nephrology, San Francisco, October 31-November<br />

5, <strong>2007</strong><br />

10 th International Symposium of Nephrology at Montecatini, Pistoia, March 22-24, <strong>2007</strong><br />

33° Congresso SIF, Cagliari, June 6-9, <strong>2007</strong><br />

Corso Monografico “Cellule staminali in me<strong>di</strong>cina rigenerativa e oncologia”, Collegio Ghisleri,<br />

Pavia, February 15, <strong>2007</strong><br />

Annual EuReGene Meeting, Bruxelles, February 1-4, <strong>2007</strong><br />

WCN <strong>2007</strong>, Satellite Symposium, Stem Cells and renal <strong>di</strong>seases: potential use in kidney injury,<br />

“Potential of mesenchymal stem cells in the repair of tubular injury”, Foz do Iguaço, Paranà,<br />

Brazil, April 25-27, <strong>2007</strong><br />

258<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

Associazione Progetto Alice ONLUS<br />

Comitato Telethon Fondazione ONLUS<br />

Commissione Europea FP6<br />

Fondazione Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare (ARMR)<br />

Fondazione ART per la Ricerca sui Trapianti ONLUS<br />

Fondazione Cariplo<br />

Fondazione La Nuova Speranza – Lotta alla Sclerosi focale ONLUS<br />

Fondazione ROTRF/JDRF<br />

<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />

ACRAF (Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco Spa)<br />

Encysive<br />

Farmaceutici Damor Spa<br />

Genzyme Corporation<br />

Giuliani Spa<br />

Novartis Farma Spa<br />

Sanofi-Aventis Spa<br />

Speedel Pharma Ltd<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

G. Monteferrante, S. Brioschi, J. Caprioli, G. Pianetti, P. Bettinaglio, E. Bresin, G. Remuzzi, M. Noris. Genetic<br />

analysis of the complement factor H related 5 gene in haemolytic uraemic syndrome. Mol Immunol <strong>2007</strong>;44:1704-<br />

1708.<br />

S. Heinen, M. Jozsi, A. Hartmann, M. Noris, G. Remuzzi, C. Skerka, P.F. Zipfel. Hemolytic uremic syndrome: a<br />

factor H mutation (E1172Stop) causes defective complement control at the surface of endothelial cells. J Am Soc<br />

Nephrol <strong>2007</strong>;18:506-514.<br />

M. Noris, F. Casiraghi, M. Todeschini, P. Crave<strong>di</strong>, D. Cugini, G. Monteferrante, S. Aiello, L. Cassis, E. Gotti, F.<br />

Gaspari, D. Cattaneo, N. Perico, G. Remuzzi. Regulatory T cells and T cell depletion: role of immunosuppressive<br />

drugs. J Am Soc Nephrol <strong>2007</strong>;18:1007-1018.<br />

S. Aiello, P. Cassis, L. Cassis, S. Tomasoni, A. Benigni, A. Pezzotta, R.A. Cavinato, D. Cugini, N. Azzollini, M.<br />

Mister, L. Longaretti, A.W. Thomson, G. Remuzzi, M. Noris. DnIKK2-transfected dendritic cells induce a novel<br />

population of inducible nitric oxide synthase-expressing CD4 + CD25- cells with tolerogenic properties.<br />

Transplantation <strong>2007</strong>;83:474-484.<br />

A. Gianella, E. Nobili, M. Abbate, C. Zoja, P. Gelosa, L. Mussoni, S. Bellosta, M. Canavesi, D. Rottoli, U. Guerrini,<br />

M. Brioschi, C. Banfi, E. Tremoli, G. Remuzzi, L. Sironi. Rosuvastatin treatment prevents progressive kidney<br />

inflammation and fibrosis in stroke-prone rats. Am J Pathol <strong>2007</strong>;170:1165-1177.<br />

C. Zoja, F. Casiraghi, S. Conti, D. Corna, D. Rottoli, R.A. Cavinato, G. Remuzzi, A. Benigni. Cyclin-dependent<br />

kinase inhibition limits glomerulonephritis and extends lifespan of mice with systemic lupus. Arthritis & Rheum<br />

<strong>2007</strong>;56:1629-1637.<br />

A. Benigni, C. Caroli, L. Longaretti, E. Gagliar<strong>di</strong>ni, C. Zoja, M. Galbusera, D. Moioli, P. Romagnani, A. Tincani, L.<br />

Andreoli, G. Remuzzi. Involvement of renal tubular toll-like receptor 9 in the development of tubulointerstitial injury<br />

259<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

in systemic lupus. Arthritis & Rheum <strong>2007</strong>;56:1569-1578.<br />

N. Perico, M. Abbate, G. Remuzzi. More on renal <strong>di</strong>sease progression: is interstitial inflammation truly protective?<br />

(E<strong>di</strong>torial) J Am Soc Nephrol <strong>2007</strong>;18:1630-1632.<br />

P. Crave<strong>di</strong>, M. Noris, G. Remuzzi. Report of the first World Transplant Congress. (Special Feature) Clin J Am Soc<br />

Nephrol <strong>2007</strong>;2:393-400.<br />

D. Corna, F. Sangalli, D. Cattaneo, F. Carrara, F. Gaspari, A. Remuzzi, C. Zoja, A. Benigni, N. Perico, G. Remuzzi.<br />

Effects of rosuvastatin on glomerular capillary size-selectivity function in rats with renal mass ablation. Am J<br />

Nephrol <strong>2007</strong>;27:630-638.<br />

R.A. Cavinato, F. Casiraghi, N. Azzollini, M. Mister, A. Pezzotta, P. Cassis, D. Cugini, N. Perico, G. Remuzzi, M.<br />

Noris. Role of thymic- and graft-dependent mechanisms in tolerance induction to rat kidney transplant by donor<br />

PBMC infusion. Kidney Int <strong>2007</strong>;71:1132-1141.<br />

D. Kavanagh, A. Richards, V. Fremeaux-Bacchi, M. Noris, T. Goodship, G. Remuzzi, J.P. Atkinson. Screening for<br />

complement system abnormalities in patients with atypical hemolytic uremic syndrome. Clin J Am Soc Nephrol<br />

<strong>2007</strong>;2:591-596.<br />

J. Caprioli, G. Remuzzi. Complement hyperactivation may cause atypical haemolytic uraemic syndrome-gain-offunction<br />

mutations in factor B. (E<strong>di</strong>torial) Nephrol Dial Transplant <strong>2007</strong>;22:2452-2454.<br />

P. Ruggenenti, N. Perico, E. Gotti, P. Crave<strong>di</strong>, V. D’Agati, E. Gagliar<strong>di</strong>ni, M. Abbate, F. Gaspari, D. Cattaneo, M.<br />

Noris, F. Casiraghi, M. Todeschini, D. Cugini, S. Conti, G. Remuzzi. Sirolimus versus cyclosporine therapy<br />

increases circulating regulatory T cells, but does not protect renal tranplant patients given alemtuzumbab induction<br />

from chronic allograft injury. Transplantation <strong>2007</strong>;84:956-964.<br />

B. Imberti, M. Morigi, S. Tomasoni, C. Rota, D. Corna, L. Longaretti, D. Rottoli, F. Valsecchi, A. Benigni, J. Wang,<br />

M. Abbate, C. Zoja, G. Remuzzi. Insulin-like growth factor-1 sustains stem cell-me<strong>di</strong>ated renal repair. J Am Soc<br />

Nephrol <strong>2007</strong>;18:2921-2928.<br />

E. Gagliar<strong>di</strong>ni, A. Benigni. Therapeutic potential of TGF-β inhibition in chronic renal<br />

failure. Expert Opin Biol Ther <strong>2007</strong>;7:293-304.<br />

260<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Xenotrapianto<br />

Le cellule staminali mesenchimali inducono rigenerazione del tessuto<br />

renale dopo un danno acuto attraverso la produzione <strong>di</strong> IGF-1<br />

In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali e con l’Unità<br />

<strong>di</strong> Terapia Genica<br />

Recenti stu<strong>di</strong> hanno in<strong>di</strong>cato che le cellule staminali (dette anche stromali) mesenchimali<br />

(MSC) derivate dal midollo osseo possono contribuire al riparo del tessuto renale. In un modello<br />

sperimentale <strong>di</strong> insufficienza renale acuta indotta da cisplatino il nostro gruppo ha recentemente<br />

documentato che l’infusione <strong>di</strong> MSC era in grado <strong>di</strong> migliorare la funzione renale e <strong>di</strong> ridurre il<br />

danno tubulare. Per comprendere i meccanismi alla base dell’effetto renoprotettivo delle MSC,<br />

in questo stu<strong>di</strong>o abbiamo messo a punto un sistema in vitro <strong>di</strong> co-coltura <strong>di</strong> MSC con cellule<br />

prossimali tubulari (PTEC) danneggiate da cisplatino, un farmaco antitumorale potenzialmente<br />

nefrotossico. Il trattamento delle PTEC per 6 ore con cisplatino determinava una significativa<br />

riduzione della vitalità cellulare a 4 giorni. Le MSC proteggevano le PTEC dal danno indotto<br />

dal cisplatino promuovendo la proliferazione delle cellule tubulari, come <strong>di</strong>mostrato da<br />

esperimenti con 5-bromo-2-deoxyuri<strong>di</strong>na -un marcatore nucleare che si intercala al DNA<br />

durante la replicazione- e con PKH26 un marcatore <strong>di</strong> membrana. Questo effetto proliferativo<br />

era me<strong>di</strong>ato dall’IGF-1, un fattore altamente espresso dalle MSC: infatti il blocco funzionale <strong>di</strong><br />

IGF-1 con un anticorpo specifico inibiva la proliferazione cellulare. Al contrario, TGFβ o IL-10<br />

non erano coinvolti nella mitosi cellulare. L’inibizione dell’espressione <strong>di</strong> IGF-1 nelle MSC<br />

me<strong>di</strong>ante trasfezione con “small interfering (si) RNA “ che bloccavano la traduzione dell’RNA<br />

messaggero per l’IGF-1, portava ad una significativa <strong>di</strong>minuzione della proliferazione delle<br />

PTEC e ad un aumento dell’apoptosi <strong>di</strong> queste cellule. In animali con insufficienza renale acuta,<br />

l’infusione <strong>di</strong> MSC trasfettate con si RNA specifici per IGF-1 limitava il loro effetto protettivo<br />

sulla funzione renale e sulla struttura tubulare. Questi risultati in<strong>di</strong>cano che le MSC, esercitano<br />

un effetto rigenerativo sulle cellule tubulari prossimali, maggiore target cellulare<br />

dell’insufficienza renale acuta, grazie alla loro capacità <strong>di</strong> produrre IGF-1, un fattore <strong>di</strong> crescita<br />

con proprietà mitogeniche ed anti-apoptotiche .<br />

Il trattamento con cellule staminali mesenchimali da midollo osseo umano<br />

prolunga la sopravvivenza <strong>di</strong> topi con insufficienza renale acuta<br />

In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie renali e con l’Unità<br />

<strong>di</strong> terapia genica<br />

Il trapianto <strong>di</strong> cellule staminali/stromali mesenchimali ottenute dal midollo osseo (MSC) <strong>di</strong><br />

ro<strong>di</strong>tori è stato identificato come una nuova strategia per il riparo renale in modelli sperimentali<br />

<strong>di</strong> insufficienza renale acuta (IRA). Il potenziale terapeutico <strong>di</strong> MSC <strong>di</strong> origine umana non è<br />

stato ancora esplorato. Con il presente stu<strong>di</strong>o, si è voluto valutare se il trattamento con MSC<br />

umane potesse prevenire l’IRA indotta da cisplatino -un agente chemoterapico nefrotossico- e<br />

prolungare la sopravvivenza in un modello <strong>di</strong> topi immunodeficienti. Due gruppi <strong>di</strong> animali<br />

(NOD-SCID) sono stati iniettati sottocute con cisplatino alla dose <strong>di</strong> 12.7 mg/kg. Ventiquattro<br />

ore dopo, il primo gruppo <strong>di</strong> animali ha ricevuto me<strong>di</strong>ante iniezione endovenosa salina, il<br />

secondo 5x10 5 cellule staminali. I risultati hanno mostrato che l’infusione <strong>di</strong> MSC umane<br />

<strong>di</strong>minuiva il danno a 4 giorni, a livello delle cellule tubulari prossimali renali , migliorava la<br />

funzione renale e riduceva significativamente la mortalità degli animali. La presenza <strong>di</strong> MSC,<br />

pre-marcate con il colorante PKH-26, in prossimità delle aree perivascolari ed extratubulari e in<br />

bassa percentuale all’interno dei tubuli suggerisce che le MSC rigeneravano il tessuto renale<br />

probabilmente attraverso un meccanismo paracrino. Le MSC agivano anche riducendo<br />

261<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

l’apoptosi delle cellule renali e preservando la microcircolazione renale. Infatti all’analisi<br />

morfometrica si è osservato un aumento del <strong>di</strong>ametro dei capillari peritubulari oltre che della<br />

densità <strong>di</strong> volume delle cellule endoteliali e del lume dei capillari peritubulari. Questi dati<br />

in<strong>di</strong>cano che l’infusione <strong>di</strong> MSC umane preserva l’integrità del tessuto renale e della<br />

microcircolazione peritubulare prolungando la sopravvivenza degli animali con IRA. Le cellule<br />

mesenchimali stromali da midollo osseo rappresentano una popolazione cellulare ideale per<br />

future terapie cellulari e per una possibile applicazione clinica in pazienti con IRA.<br />

La Shigatoxin-2 riduce l’espressione <strong>di</strong> nefrina attraverso l’induzione <strong>di</strong><br />

Endotelina-1 in podociti in coltura<br />

In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie renali e con l’Unità<br />

<strong>di</strong> terapia genica<br />

La tossina batterica Shigatoxin (Stx), è il principale agente infettivo nella forma tipica della<br />

Sindrome Emolitica Uremica (SEU), la causa più comune d’insufficienza renale acuta nel<br />

bambino. Questa malattia è caratterizzata principalmente da microangiopatia trombotica e<br />

ischemia glomerulare. Per chiarire i meccanismi alla base <strong>di</strong> tali lesioni, abbiamo stu<strong>di</strong>ato gli<br />

effetti della tossina in cellule epiteliali glomerulari (podociti) che esprimono alti livelli del<br />

recettore per la Stx e rappresentano un componente cruciale nella barriera <strong>di</strong> filtrazione<br />

glomerulare. Il nostro gruppo ha recentemente <strong>di</strong>mostrato che in vitro l’esposizione dei podociti<br />

murini a Stx-2 induceva alti livelli del trascritto e del peptide vasoattivo endotelina-1 (ET-1)<br />

attraverso l’attivazione <strong>di</strong> fattori trascrizionali come AP-1 e NF-kB e delle p38 e p42/44 MAP<br />

chinasi. Inoltre la Stx-2 promuoveva alterazioni del citoscheletro e determinava un aumento<br />

della permeabilità alle proteine attraverso un meccanismo <strong>di</strong>pendente dall’azione <strong>di</strong> ET-1 sul<br />

recettore <strong>di</strong> tipo A per ET-1 (ETAR). Successivamente, abbiamo valutato se la Stx-2 fosse in<br />

grado <strong>di</strong> alterare l’espressione della nefrina, una proteina associata al citoscheletro, che unisce<br />

tra loro i pe<strong>di</strong>celli dei podociti e cruciale nella filtrazione glomerulare. Il trattamento delle<br />

cellule per 24 ore con Stx-2 50pM e 1nM riduceva significativamente l’espressione genica della<br />

nefrina in maniera dose-<strong>di</strong>pendente rispetto a cellule <strong>di</strong> controllo. Il blocco farmacologico<br />

dell’ETAR preveniva la riduzione dell’espressione della nefrina indotta da Stx-2, in<strong>di</strong>cando un<br />

coinvolgimento <strong>di</strong> ET-1 attraverso il recettore ETAR. Come osservato per Stx-2, anche<br />

l’aggiunta <strong>di</strong> ET-1 (100 nM) esogena ai podociti <strong>di</strong>minuiva del 58% i livelli <strong>di</strong> nefrina.<br />

L’inibizione della Rho chinasi –proteina che regola la formazione <strong>di</strong> stress fiber <strong>di</strong> F-actinaproteggeva<br />

parzialmente dalla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> nefrina provocata da Stx-2. L’iniezione <strong>di</strong> Stx-2 in topi<br />

Balb/c causava alterazioni strutturali dei podociti caratterizzate da fusione dei pe<strong>di</strong>celli. Questo<br />

fenomeno si associava ad un’aumentata espressione glomerulare <strong>di</strong> ET-1. Inoltre in questi<br />

animali si riscontrava una riduzione del 30% dell’espressione <strong>di</strong> nefrina rispetto ad animali <strong>di</strong><br />

controllo. In conclusione, i nostri dati suggeriscono che ET-1 prodotta dai podociti in risposta a<br />

Stx-2 è un importante me<strong>di</strong>atore della riduzione dell’espressione <strong>di</strong> nefrina, e potrebbe giocare<br />

un ruolo cruciale nella <strong>di</strong>sfunzione della barriera <strong>di</strong> filtrazione glomerulare tipica della SEU.<br />

La Shiga toxin induce la deposizione <strong>di</strong> complemento sulle cellule<br />

endoteliali umane della microcircolazione<br />

La Shiga toxin (Stx) prodotta da E.coli è la causa principale della Sindrome Emolitico Uremica<br />

associata a <strong>di</strong>arrea (D+ HUS), una malattia caratterizzata da anemia emolitica microangiopatica,<br />

piastrinopenia e insufficienza renale acuta che colpisce soprattutto i bambini. In uno stu<strong>di</strong>o<br />

precedente avevamo <strong>di</strong>mostrato che la Stx altera le proprietà antitrombogeniche dell’endotelio<br />

promuovendo la formazione <strong>di</strong> trombi sulle cellule attraverso l’aumento <strong>di</strong> espressione<br />

dell’integrina beta3 e della P-selettina in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> alto sforzo <strong>di</strong> taglio.<br />

Inoltre ci sono evidenze che la P-selettina espressa sulle cellule attivate interagisce con la frazione<br />

C3 del complemento.<br />

262<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

In questo stu<strong>di</strong>o abbiamo valutato se l’attivazione locale delle cellule endoteliali dovuta alla Stx<br />

promuove la deposizione del complemento attraverso la P-selettina.<br />

I nostri risultati mostrano un marcato aumento dei depositi <strong>di</strong> C3 sulle cellule endoteliali umane<br />

della microcircolazione (HMEC-1) in coltura incubate con Stx1 e poi perfuse ad alto sforzo <strong>di</strong><br />

taglio con siero umano come fonte <strong>di</strong> complemento. Sia la Stx1 che la Stx2 alla concentrazione <strong>di</strong><br />

50 pM inducono un marcato deposito granulare <strong>di</strong> C3 che è uniformemente <strong>di</strong>stribuito sulla<br />

superficie endoteliale. Per escludere ogni possibile effetto dovuto alla contaminazione <strong>di</strong><br />

lipopolisaccaride della preparazione <strong>di</strong> Stx abbiamo valutato l’effetto della Stx1 purificata (Stx1p)<br />

sulla deposizione <strong>di</strong> C3. I risultati mostrano che sia la Stx1p che la Stx1 non purificata inducono<br />

aumenti simili nel deposito <strong>di</strong> C3.<br />

Poiché la Stx aumenta l’espressione sulla superficie endoteliale <strong>di</strong> P-selettina, una molecola<br />

adesiva che può interagire <strong>di</strong>rettamente con il C3, abbiamo stu<strong>di</strong>ato il ruolo <strong>di</strong> questa proteina nel<br />

me<strong>di</strong>are la deposizione <strong>di</strong> C3 sull’endotelio in risposta alla Stx. Il blocco funzionale della P-<br />

selettina con un anticorpo specifico riduce in modo marcato il deposito <strong>di</strong> C3 indotto da Stx.<br />

Questi dati suggeriscono che la Stx induce depositi <strong>di</strong> C3 sull’endotelio via P-selettina. I depositi<br />

<strong>di</strong> C3 indotti da Stx sono completamente aboliti quando il siero umano viene trattato con il<br />

recettore 1 del complemento solubile (sCR-1) che inibisce sia la via classica che la via alternativa<br />

del complemento. Il trattamento con l’inibitore della via classica EGTA non mo<strong>di</strong>fica il deposito<br />

<strong>di</strong> C3 in<strong>di</strong>cando che la Stx induce l’attivazione della via alternativa del C. Stu<strong>di</strong> ulteriori<br />

serviranno per stabilire se esiste un rapporto <strong>di</strong> causa-effetto tra l’attivazione della via alternativa<br />

del complemento e la trombosi della microcircolazione nella D+ HUS.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali<br />

Ruolo del recettore Toll-like 9 nello sviluppo del danno tubulo-interstiziale<br />

nella nefrite lupica<br />

In collaborazione con l’Unità <strong>di</strong> Terapia Genica<br />

Il recettore Toll-like 9 (TLR-9), capace <strong>di</strong> legare brevi sequenze <strong>di</strong> DNA (CpG DNA), è<br />

coinvolto nell’attivazione delle cellule del sistema immune nel lupus eritematoso sistemico. Il<br />

nostro stu<strong>di</strong>o ha voluto investigare se, nella nefrite lupica, l’espressione del TLR-9 in cellule<br />

residenti renali fosse correlata allo sviluppo del danno tubulo-interstiziale. Attraverso<br />

micro<strong>di</strong>ssezione laser combinata a Real Time PCR effettuata sul tessuto renale <strong>di</strong> topi lupus<br />

NZBxNZW analizzati a <strong>di</strong>fferenti sta<strong>di</strong> della malattia, abbiamo osservato una marcata<br />

espressione <strong>di</strong> TLR9 localizzata soprattutto nelle cellule del tubulo prossimale. I livelli <strong>di</strong> TLR-<br />

9 correlavano con la proteinuria e il danno tubulo-interstiziale. Il trattamento dei topi lupus con<br />

seliciclib, un inibitore delle cicline che riduceva la proteinuria e il danno strutturale del rene<br />

determinava anche una marcata riduzione <strong>di</strong> TLR-9 nei tubuli. In accordo con questi risultati,<br />

esperimenti <strong>di</strong> immunoistochimica effettuati su biopsie renali <strong>di</strong> pazienti affetti da nefrite lupica<br />

hanno evidenziato un forte segnale <strong>di</strong> TLR-9 nei tubuli che correlava con il danno tubulointerstiziale.<br />

Per identificare il fattore responsabile dell’attivazione <strong>di</strong> TLR9, abbiamo esposto cellule del<br />

tubulo prossimale in coltura al siero <strong>di</strong> pazienti con lupus ed abbiamo osservato che il DNA<br />

contenuto negli immunocomplessi purificati dal siero era in grado <strong>di</strong> indurre l’espressione <strong>di</strong><br />

TLR-9. Questo effetto era inibito in maniera significativa dalla pre-esposizione delle cellule a<br />

brevi sequenze oligonucleoti<strong>di</strong>che ricche <strong>di</strong> CCGG capaci <strong>di</strong> antagonizzare in modo specifico il<br />

legame <strong>di</strong> CpG DNA al recettore, in<strong>di</strong>cando che il DNA contenuto negli immunocomplessi era<br />

in<strong>di</strong>spensabile per la stimolazione <strong>di</strong> TLR-9.<br />

Questi dati in<strong>di</strong>cano che l’attivazione tubulare <strong>di</strong> TLR-9 ha un ruolo importante nella<br />

patogenesi dell’infiammazione e del danno tubulo-interstiziale nella nefrite lupica e<br />

suggeriscono TLR-9 come nuovo target per future terapie.<br />

263<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

L’associazione <strong>di</strong> inibitori <strong>di</strong> angiotensina II e statina determina la<br />

regressione delle lesioni ai podociti in un modello sperimentale <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete<br />

Il grado <strong>di</strong> renoprotezione ottenuto con gli inibitori del sistema renina-angiotensina (RAS) nelle<br />

nefropatie progressive <strong>di</strong>pende strettamente dal periodo in cui la terapia ha inizio. Evidenze<br />

hanno <strong>di</strong>mostrato che nelle fasi più avanzate della malattia questa classe <strong>di</strong> farmaci può offrire<br />

una protezione incompleta. In un modello <strong>di</strong> nefropatia <strong>di</strong>abetica nel ratto abbiamo valutato<br />

l'effetto della massima inibizione <strong>di</strong> RAS, ottenuta associando l’ACE inibitore (ACEi) lisinopril<br />

e l’antagonista recettoriale dell'angiotensina II (ATIIra) candesartan, combinata con<br />

rosuvastatina, una molecola che possiede proprietà pleiotropiche oltre alla capacità <strong>di</strong> ridurre<br />

l’ipercolesterolemia. Il <strong>di</strong>abete è stato indotto nei ratti con una singola iniezione <strong>di</strong><br />

streptozotocina dopo nefrectomia unilaterale, così da accelerare il danno renale. Gli animali<br />

<strong>di</strong>abetici hanno ricevuto per via orale: veicolo, lisinopril + candesartan, lisinopril + candesartan<br />

+ rosuvastatina o rosuvastatina. Sei ratti normali senza trattamento sono stati utilizzati come<br />

controllo. I trattamenti, iniziati 4 mesi dopo l’induzione della malattia, quando gli animali<br />

presentavano un aumento della proteinuria, erano continuati fino all’8° mese. La pressione<br />

sistolica aumentava nel tempo negli animali <strong>di</strong>abetici ed era normalizzata dalla<br />

somministrazione dei due inibitori <strong>di</strong> RAS e dopo la triplice terapia. L’escrezione urinaria <strong>di</strong><br />

proteine aumentata negli animali <strong>di</strong>abetici che ricevevano veicolo si riduceva significativamente<br />

dopo il trattamento combinato lisinopril + candesartan (riduzione del 60% rispetto al gruppo<br />

veicolo). La rosuvastatina aveva un effetto parziale (riduzione del 18%). L’ulteriore aggiunta <strong>di</strong><br />

statina portava alla regressione della proteinuria con valori simili a quelli dei ratti <strong>di</strong> controllo.<br />

La glomerulosclerosi era migliorata dalla combinazione <strong>di</strong> lisinopril e candesartan, ma<br />

totalmente prevenuta dalla triplice terapia. Il numero <strong>di</strong> podociti per glomerulo negli animali<br />

<strong>di</strong>abetici riceventi veicolo era ridotto in maniera significativa rispetto ai ratti <strong>di</strong> controllo. Tale<br />

riduzione era limitata parzialmente dal trattamento con lisinopril + candesartan, mentre era<br />

normalizzata dalla combinazione dei tre farmaci. La nefrina, proteina espressa dai podociti,<br />

cruciale per una corretta filtrazione glomerulare, era significativamente ridotta nei ratti <strong>di</strong>abetici;<br />

il trattamento con lisinopril + candesartan o con la sola rosuvastatina ne aumentava<br />

significativamente l’espressione che veniva completamente normalizzata dalla triplice terapia.<br />

Questi dati suggeriscono che l'associazione <strong>di</strong> più farmaci potrebbe rappresentare una strategia<br />

per indurre la <strong>di</strong>minuzione della proteinuria e la regressione delle lesioni renali nei pazienti<br />

<strong>di</strong>abetici che non hanno tratto beneficio completo dal trattamento con inibitori <strong>di</strong> RAS.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie<br />

Rare<br />

Ruolo del timo e dell’organo trapiantato nell’induzione della tolleranza al<br />

trapianto <strong>di</strong> rene nel ratto.<br />

In uno stu<strong>di</strong>o precedente abbiamo documentato che la tolleranza al trapianto <strong>di</strong> rene, indotta<br />

attraverso l’infusione pre-trapianto <strong>di</strong> cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) del<br />

donatore, era associata alla presenza <strong>di</strong> cellule regolatrici (Treg) donatore-specifiche negli<br />

organi linfoi<strong>di</strong> secondari degli animali tolleranti (Cavinato R. et al, Transplantation 2005<br />

79:1034-9). In questo stu<strong>di</strong>o abbiamo indagato l’origine ed il meccanismo d’azione <strong>di</strong> queste<br />

cellule regolatrici sia durante la fase <strong>di</strong> induzione che <strong>di</strong> mantenimento della tolleranza. A<br />

<strong>di</strong>versi tempi dopo l’infusione <strong>di</strong> PBMC sono state isolate cellule dei linfono<strong>di</strong> e del timo e i<br />

leucociti infiltranti il rene trapiantato (GIL). Sono stati valutati il fenotipo e la alloreattività in<br />

vitro con esperimenti <strong>di</strong> MLR, co-colture e transwell. Dopo l’infusione <strong>di</strong> PBMC e prima del<br />

trapianto, i timociti CD4 + e le cellule dei linfono<strong>di</strong> hanno mostrato in MLR una ridotta risposta<br />

verso il donatore e una normale risposta verso antigeni <strong>di</strong> terza parte. La risposta verso il<br />

264<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

donatore viene ripristinata in presenza <strong>di</strong> IL-2. I timociti CD4 + non hanno mostrato nessuna<br />

attività <strong>di</strong> regolazione in una MLR con cellule naive (co-coltura). Esperimenti eseguiti su<br />

cellule T CD4 + isolate dai GIL a 5 e 60 giorni dal trapianto hanno in<strong>di</strong>cato che queste cellule<br />

non rispondono verso il donatore in MLR ed hanno una potente attività <strong>di</strong> regolazione in cocoltura.<br />

La soppressione è meno evidente quando le cellule sono separate da un filtro<br />

(transwell) e, in presenza <strong>di</strong> un anticorpo anti IL-10, la soppressione viene revertita. Queste<br />

cellule esprimono alti livelli <strong>di</strong> mRNA per IL-10. I test <strong>di</strong> co-coltura eseguiti sulle cellule dei<br />

linfono<strong>di</strong> isolate a veri tempi dal trapianto hanno <strong>di</strong>mostrato che le Treg appaiono negli organi<br />

linfoi<strong>di</strong> periferici a partire da 60 giorni dal trapianto. Questi dati suggeriscono che i meccanismi<br />

<strong>di</strong> regolazione che operano a livello locale nel rene trapiantato e negli organi linfoi<strong>di</strong> periferici<br />

sono <strong>di</strong>versi.<br />

Noi abbiamo ipotizzato che in questo modello <strong>di</strong> tolleranza, l’infusione <strong>di</strong> cellule del donatore<br />

provochi nel ricevente la generazione <strong>di</strong> cellule anergiche che non sono in grado <strong>di</strong> rigettare<br />

l’organo trapiantato. Dal canto suo l’organo trapiantato richiama precocemente o genera <strong>di</strong> per<br />

se Treg in grado <strong>di</strong> proteggerlo dal rigetto. Nel lungo termine le Treg compaiono anche nei<br />

linfono<strong>di</strong> dove mantengono lo stato <strong>di</strong> tolleranza al trapianto. Queste Treg periferiche<br />

potrebbero derivare dalla migrazione delle Treg dal rene od essere nuove cellule regolatrici<br />

generate <strong>di</strong>rettamente negli organi linfoi<strong>di</strong>.<br />

Effetto del seliciclib (CYC202, R-roscovitine) sulla alloreattività dei<br />

linfociti e sul rigetto acuto del trapianto <strong>di</strong> rene nel ratto<br />

Il rigetto acuto è caratterizzato dall’attivazione e massiccia proliferazione dei linfociti T che,<br />

rispondendo alla stimolazione, avviano il processo del ciclo cellulare (evento che <strong>di</strong>pende dal<br />

lavoro delle chinasi ciclin-<strong>di</strong>pendenti “CDKs”) e danno così origine alla loro espansione. In<br />

questo stu<strong>di</strong>o si è voluta verificare l’efficacia <strong>di</strong> un inibitore delle CDKs, il seliciclib,<br />

sull’attivazione e proliferazione dei linfociti T in vitro. L’aggiunta <strong>di</strong> seliciclib a linfociti T<br />

attivati sia dalla presenza <strong>di</strong> cellule allogeniche (durante una MLR primaria) che da mitogeni<br />

(Concanavalina A) inibisce completamente l’attivazione e la proliferazione dei linfociti T.<br />

Un’uguale inibizione è stata osservata nei confronti del linfociti T CD8 + . L’effetto antiproliferativo<br />

del farmaco non è dovuto ad un processo <strong>di</strong> tossicità perchè le cellule T esposte a<br />

seliciclib sono vitali. I linfociti T trattati con seliciclib durante una MLR primaria non sono<br />

capaci <strong>di</strong> proliferare ad un secondo stimolo allogenico (MLR secondaria). Né l’aggiunta <strong>di</strong> IL-<br />

2 né l’aggiunta <strong>di</strong> IL-15 sono in grado <strong>di</strong> far recuperare capacità proliferative ai linfociti T<br />

trattati con seliciclib, suggerendo che il meccanismo <strong>di</strong> azione del seliciclib sia l’induzione <strong>di</strong><br />

uno stato <strong>di</strong> profonda anergia. L’osservazione che i linfociti T trattati con seliciclib non siano in<br />

grado <strong>di</strong> sopprimere la proliferazione <strong>di</strong> altri linfociti T rivela che l’esposizione al seliciclib non<br />

trasforma i linfociti T in cellule T regolatrici. Dopo aver valutato l’attività immunosoppressiva<br />

del selicilib in vitro, abbiamo voluto verificare se tale capacità si traduca in un potenziale<br />

immunosoppressivo anche in vivo. A tale scopo abbiamo utilizzato un modello sperimentale <strong>di</strong><br />

trapianto allogenico <strong>di</strong> rene nel ratto. Il farmaco è stato somministrato per sette giorni, partendo<br />

dal giorno precedente il trapianto, me<strong>di</strong>ante due <strong>di</strong>verse somministrazioni (intraperitoneale o<br />

per os). Abbiamo osservato che il trattamento con seliciclib per os prolunga la sopravvivenza<br />

del rene trapiantato fino a 47 giorni, mentre in assenza <strong>di</strong> trattamenti immunosoppressivi il<br />

trapianto viene rigettato entro l’ottavo giorno. Questi dati suggeriscono che il seliciclib<br />

potrebbe essere considerato come nuovo farmaco immunosoppressore per controllare<br />

l’attivazione dei linfociti T durante la crisi <strong>di</strong> rigetto o in malattie.<br />

265<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Caratterizzazione funzionale delle mutazioni nel gene per il fattore I del<br />

complemento associate alla Sindrome Emolitico Uremica<br />

La sindrome emolitico uremica (SEU) è caratterizzata da trombocitopenia, anemia emolitica<br />

microangiopatica e insufficienza renale acuta. La forma tipica nel bambino è causata da alcuni<br />

ceppi <strong>di</strong> E.coli che producono shiga tossine che danneggiano l’endotelio renale. Le forme <strong>di</strong><br />

SEU non associate a batteri producenti shiga tossine sono più rare e sono anche descritte come<br />

SEU atipiche (SEUa). Stu<strong>di</strong> recenti del nostro e <strong>di</strong> altri gruppi internazionali hanno identificato<br />

numerose mutazioni in geni che co<strong>di</strong>ficano per proteine regolatrici del complemento, quali il<br />

fattore H (CFH), la proteina cofattore <strong>di</strong> membrana (MCP) e il fattore I (CFI), che<br />

pre<strong>di</strong>spongono allo sviluppo <strong>di</strong> aSEU.<br />

Il CFI è una serin proteasi a doppia catena nella quale la catena leggera contiene il dominio<br />

catalitico mentre la funzione della catena pesante (55 kDa) non è ancora del tutto nota. Il CFI<br />

regola sia la via classica che la via alternativa del complemento tagliando la catena alpha del<br />

C3b e C4b in presenza <strong>di</strong> cofattori (questa attività è nota come cofactor activity). Molte<br />

mutazioni <strong>di</strong> CFI associate a SEUa determinano bassi livelli <strong>di</strong> CFI nel sangue e un<br />

conseguente <strong>di</strong>fetto quantitativo nella regolazione del complemento. In altri pazienti, la<br />

proteina mutata è presente in quantità normali. In questo stu<strong>di</strong>o abbiamo voluto caratterizzare le<br />

alterazioni associate ad alcune mutazioni in CFI trovate in pazienti con SEUa: D501N, D506V,<br />

delTTCAC(1446-1450), R299W, M120I e G243D. Le proteine mutanti e wild type sono state<br />

espresse in cellule 293T. Le mutazioni D501N e D506V sono localizzate nel dominio serin<br />

proteasico <strong>di</strong> CFI, le corrispondenti proteine sono secrete normalmente ma mancano<br />

completamente <strong>di</strong> cofactor activty per C3b e C4b. La mutazione delTTCAC(1446-1450), nel<br />

dominio serin protesico determina una proteina che non è secreta dalle cellule. La mutazione<br />

R299W si trova nella catena pesante del CFI e la proteina corrispondente ha una ridotta<br />

cofactor activity, il che suggerisce che anche questa regione sia importante per tale attività. Per<br />

le altre due mutazioni nella catena pesante, M120I e G243D, non abbiamo osservato<br />

alterazioni.<br />

Questi risultati in<strong>di</strong>cano che, almeno per quanto riguarda le mutazioni D501N, D506V,<br />

delTTCAC(1446-1450), R299W, le corrispondenti proteine non sono in grado <strong>di</strong> controllare<br />

adeguatamente l’attivazione della cascata del complemento e <strong>di</strong> proteggere le cellule endoteliali<br />

dall’attacco del complemento, soprattutto in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> infiammazione. L’ attivazione del<br />

complemento danneggia l’endotelio e può portare a per<strong>di</strong>ta delle proprietà antitrombogeniche<br />

dell’endotelio stesso e alla SEU.<br />

R1210C, una frequente mutazione del fattore h del complemento<br />

associata alla sindrome emolitico uremica atipica<br />

Mutazioni nel gene che co<strong>di</strong>fica per il fattore H del complemento sono frequentemente<br />

associate alla sindrome emolitico uremica atipica (aSEU). Le mutazioni che alterano il sito <strong>di</strong><br />

legame al C3b e ai polianioni nella regione C-terminale della proteina alterano la capacità del<br />

fattore H <strong>di</strong> proteggere le cellule dell’ospite. La maggioranza <strong>di</strong> queste mutazioni sono<br />

“mutazioni uniche” e vengono, generalmente, in<strong>di</strong>viduate in un singolo paziente o in una<br />

singola famiglia. Un’eccezione è quella della mutazione R1210C che è stata in<strong>di</strong>viduata in<br />

<strong>di</strong>versi pazienti appartenenti a nuclei familiari <strong>di</strong>fferenti e <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa origine geografica. In<br />

questo stu<strong>di</strong>o 5 nuclei famigliari e 7 pazienti (complessivamente 13 pazienti affetti da aSEU e<br />

16 portatori sani della mutazione R1210C), sono stati analizzati per identificare potenziali<br />

correlazioni tra questa mutazione e particolari fenotipi clinici e per caratterizzare le origini <strong>di</strong><br />

questa mutazione. Il nostro stu<strong>di</strong>o ha evidenziato che i pazienti portatori <strong>di</strong> questa mutazione<br />

hanno un fenotipo clinico eterogeneo. E’ interessante notare che 12/13 pazienti oltre alla<br />

mutazione sono portatori <strong>di</strong> almeno un altro fattore genetico pre<strong>di</strong>sponente alla aSEU. Questi<br />

dati concordano con la bassa penetranza della malattia (30%) nei portatori della R1210C, ciò<br />

in<strong>di</strong>ca che la presenza <strong>di</strong> altri fattori <strong>di</strong> rischio genetici e ambientali contribuiscano alla<br />

266<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

manifestazione e alla gravità della aSEU nei pazienti portatori della mutazione R1210C.<br />

L’analisi genetica dei polimorfismi nei geni CFH e CFHR3 in 12 portatori della mutazione<br />

suggerisce che la R1210C ha un’origine comune. In conclusione, la R1210C è una mutazione<br />

che si presenta in popolazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente origine geografica e potrebbe essere considerata<br />

come un polimorfismo raro del gene CFH che pre<strong>di</strong>spone allo sviluppo <strong>di</strong> aSEU.<br />

Unità <strong>di</strong> Terapia Genica<br />

Terapia genica per correggere la malattia Porpora Trombotica<br />

Trombocitopenica<br />

La Porpora Trombotica Trombocitopenica (PTT) é una malattia rara con un’incidenza <strong>di</strong><br />

2:100000 all’anno. E’ una microangiopatia trombotica, caratterizzata da anemia e<br />

trombocitopenia causate rispettivamente dalla frammentazione degli eritrociti nella<br />

microcircolazione e dalla formazione <strong>di</strong> trombi intravascolari costituititi da piastrine aggregate.<br />

La malattia si manifesta con prevalenti, ma non esclusivi, sintomi neurologici e <strong>di</strong>sfunzione<br />

renale. I pazienti affetti da PTT presentano l’accumulo nel plasma <strong>di</strong> multimeri <strong>di</strong> von<br />

Willebrand (vWF) <strong>di</strong> peso molecolare più alto del normale. Questi multimeri <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni sono molto più adesivi per le piastrine rispetto ai corrispettivi normali, causandone<br />

la deposizione e la formazione <strong>di</strong> trombi. Tale con<strong>di</strong>zione è dovuta alla mancanza <strong>di</strong> attività,<br />

congenita o acquisita, <strong>di</strong> ADAMTS13, una proteina plasmatica che taglia il vWF secreto dalle<br />

cellule endoteliali.<br />

Il trattamento della PTT si basa principalmente sulla somministrazione <strong>di</strong> plasma. Nonostante<br />

questa terapia abbia portato ad un notevole aumento della sopravvivenza (da meno del 10% a un<br />

80-90%) presenta numerosi limiti, tra cui il rischio <strong>di</strong> esporre il paziente a malattie infettive<br />

trasmesse con il sangue o a complicanze maggiori come emorragie dovute all’inserimento <strong>di</strong><br />

cateteri, trombosi venose e ipotensione. Nei pazienti con PTT sono molto comuni le reci<strong>di</strong>ve.<br />

Da qui l’esigenza <strong>di</strong> trovare una terapia nuova. In questa ottica la terapia genica potrebbe essere<br />

d’aiuto considerando che livelli <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> ADAMTS13 del 5-6% proteggono dalla ricaduta<br />

della malattia.<br />

Per trasferire materiale genetico vengono sfruttati dei virus incapaci <strong>di</strong> replicarsi e indurre<br />

malattia ma che mantengono la capacità <strong>di</strong> infettare le cellule dell’ospite. Con tecniche <strong>di</strong><br />

ingegneria genetica abbiamo perciò costruito due <strong>di</strong>versi vettori virali, uno Adeno-associato<br />

(AAV) e uno adenovirale (Ad) che contengono il gene che co<strong>di</strong>fica per ADAMTS13. Analisi <strong>di</strong><br />

RT-PCR e Western Blot hanno <strong>di</strong>mostrato che sono entrambi in grado <strong>di</strong> infettare le cellule e<br />

indurre l’espressione <strong>di</strong> mRNA per ADAMTS13 e della corrispondente proteina. Il vettore<br />

adenovirale inoltre induce la secrezione della proteina funzionalmente attiva come rivelato da<br />

un saggio che sfrutta la <strong>di</strong>versa avi<strong>di</strong>tà del collagene nel legare frammenti <strong>di</strong> VWF <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso<br />

peso molecolare.<br />

Recentemente sono stati ottenuti animali deficienti in ADAMTS13 -/-. Questi topi sono sani ma,<br />

se incrociati con un ceppo <strong>di</strong> topi con alti livelli <strong>di</strong> vWF e e se esposti alla Shiga-toxin prodotta<br />

da ceppi <strong>di</strong> E.Coli, manifestano una sindrome simile alla PTT. Sono attualmente in corso stu<strong>di</strong><br />

per stabilire il vettore virale in grado <strong>di</strong> fare esprimere in vivo livelli apprezzabili <strong>di</strong><br />

ADAMTS13 (almeno 5-6%) funzionalmente attiva nel plasma e <strong>di</strong> correggere la malattia.<br />

267<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

268<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

DIPARTIMENTO DI BIOINGEGNERIA<br />

PERSONALE<br />

Capo Dipartimento<br />

Andrea REMUZZI, Dr.Ing.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biofisica Renale<br />

Capo Laboratorio<br />

Daniela MACCONI, Dr.Sci.Biol.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che<br />

Capo Laboratorio<br />

Bogdan ENE-IORDACHE, Dr.Bio.Ing.<br />

Unità <strong>di</strong> Ingegneria dei Tessuti<br />

Capo Unità<br />

Marina FIGLIUZZI, Dr.Sci.Biol.<br />

Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cal Imaging<br />

Capo Unità<br />

Luca ANTIGA, Ph.D.<br />

269<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Andrea Remuzzi si è laureato in Ingegneria Meccanica (in<strong>di</strong>rizzo Biome<strong>di</strong>co) nel 1979 presso il<br />

Politecnico <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative: 1980 Politecnico <strong>di</strong> Milano, Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Biome<strong>di</strong>ca; 1981 <strong>Istituto</strong><br />

<strong>Mario</strong> Negri (Milano), Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Car<strong>di</strong>ovascolare; 1982-83 Massachussets Institute of<br />

Technology, Mechanical Engineering Department, Cambridge, USA.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: fenomeni <strong>di</strong> trasporto nei sistemi biologici, modelli matematici, fisiopatologia renale,<br />

risposta cellulare allo stimolo meccanico, ingegneria dei tessuti, tecniche <strong>di</strong> trapianto <strong>di</strong> isole<br />

pancreatiche, basi <strong>di</strong> dati clinici, fluido<strong>di</strong>namica computazionale.<br />

Dal 1984 al 1986 Ricercatore <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri (Bergamo), Laboratorio <strong>di</strong> malattie renali, 1986-1989<br />

Capo dell’Unità <strong>di</strong> Bioingegneria, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, 1989-1993 Capo del Laboratorio <strong>di</strong><br />

Bioingegneria, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri, 1993-1999 Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Renale, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong><br />

Negri, dal 2000 ad oggi Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri. Dal 1998 al <strong>2007</strong><br />

professore a contratto, Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, Politecnico <strong>di</strong> Milano.<br />

Principali pubblicazioni<br />

1. Davies PF, Remuzzi A, Gordon EJ, Dewey CF Jr, Gimbrone MA Jr. Turbulent fluid shear stress induces vascular endothelial<br />

cell turnover in vitro. Proc Natl Acad Sci U S A. 1986 Apr;83(7): 2114-7. PMID: 3457378<br />

2. Remuzzi A, Puntorieri S, Battaglia C, Bertani T, Remuzzi G. Angiotensin converting enzyme inhibition ameliorates<br />

glomerular filtration of macromolecules and water and lessens glomerular injury in the rat. J Clin Invest. 1990 Feb;85(2):541-<br />

9. PMID: 1688888<br />

3. Noris M, Morigi M, Donadelli R, Aiello S, Foppolo M, Todeschini M, Orisio S, Remuzzi G, Remuzzi A. Nitric oxide<br />

synthesis by cultured endothelial cells is modulated by flow con<strong>di</strong>tions. Circ Res. 1995 Apr;76(4):536-43. PMID: 7534657<br />

4. Giavazzi R, Foppolo M, Dossi R, Remuzzi A. Rolling and adhesion of human tumor cells on vascular endothelium under<br />

physiological flow con<strong>di</strong>tions. J Clin Invest. 1993 Dec;92(6):3038-44. PMID: 7504697<br />

5. Antiga L, Ene-Iordache B, Remuzzi A. Computational geometry for patient-specific reconstruction and meshing of blood<br />

vessels from MR and CT angiography. IEEE Trans Med Imaging. 2003 May;22(5):674-84. PMID: 12846436<br />

6. Remuzzi A, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Sangalli F, Bonomelli M, Piccinelli M, Benigni A, Remuzzi G. ACE inhibition reduces<br />

glomerulosclerosis and regenerates glomerular tissue in a model of progressive renal <strong>di</strong>sease. Kidney Int. 2006<br />

Apr;69(7):1124-30.<br />

Daniela Macconi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1983 presso l’ Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative: 1977-81CNR, Sezione <strong>di</strong> Neuroscienze, Farmacologia Cellulare e Molecolare,<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Farmacologia Me<strong>di</strong>ca, Università <strong>di</strong> Milano; 1982-83 Laboratorio della Divisione <strong>di</strong><br />

Nefrologia e Dialisi Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; 1984-85 University of Michigan, Me<strong>di</strong>cal School,<br />

Department of Pathology, Me<strong>di</strong>cal Science I, Ann Arbor Michigan, USA; 1985-89 <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

<strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri, Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: permeabilità glomerulare, progressione della malattia renale, angiotensina II, specie<br />

reattive dell’ossigeno.<br />

Ruoli: 2000 ad oggi Capo Laboratorio <strong>di</strong> Biofisica Renale, Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Biome<strong>di</strong>ca; 1994-<br />

2000 Capo Unità dei Me<strong>di</strong>atori dell’Infiammazione <strong>di</strong> Origine Leucocitaria; 1989-94 ricercatrice; 1985-<br />

89 borsista; 1982-83 borsista presso il Laboratorio della Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi Ospedali<br />

Riuniti <strong>di</strong> Bergamo<br />

Principali pubblicazioni<br />

1. Macconi D, Abbate M, Morigi M, Angioletti S, Mister M, Buelli S, Bonomelli M, Mundel P, Endlich K, Remuzzi A, Remuzzi<br />

G: Permselective dysfunction of podocyte-podocyte contact upon angiotensin II unravels the molecular target for<br />

renoprotective intervention. Am J Pathol.168:1073-85, 2006.<br />

2. Macconi D, Bonomelli M, Benigni A, Plati T, Sangalli F, Longaretti L, Conti S, Kawachi H, Hill P, Remuzzi G, Remuzzi A.<br />

Pathophysiologic implications of reduced podocyte number in a rat model of progressive glomerular injury. Am J<br />

Pathol.168:42-54, 2006.<br />

3. Ruiz-Torres MP, Casiraghi F, Galbusera M, Macconi D, Gastol<strong>di</strong> S, Todeschini M, Porrati F, Belotti D, Pogliani EM, Noris<br />

M, Remuzzi G: Complement activation: the missing link between ADAMTS-13 deficiency and microvascular thrombosis of<br />

thrombotic microangiopathies. Thromb Haemost. 93:443-52, 2005.<br />

4. Galbusera M, Buelli S, Gastol<strong>di</strong> S, Macconi D, Angioletti S, Testa C, Remuzzi G, Morigi M: Activation of porcine<br />

endothelium in response to xenogeneic serum causes thrombosis independently of platelet activation. Xenotransplantation.<br />

12:110-20, 2005.<br />

5. Morigi M, Macconi D, Zoja C, Donadelli R, Buelli S, Zanchi C, Ghilar<strong>di</strong> M, Remuzzi G: Protein overload-induced NFkappaB<br />

activation in proximal tubular cells requires H(2)O(2) through a PKC-dependent pathway. J Am Soc Nephrol.<br />

13:1179-89, 2002<br />

270<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

6. Macconi D, Ghilar<strong>di</strong> M, Bonassi ME, Mohamed EI, Abbate M, Colombi F, Remuzzi G, Remuzzi A: Effect of angiotensinconverting<br />

enzyme inhibition on glomerular basement membrane permeability and <strong>di</strong>stribution of zonula occludens-1 in MWF<br />

rats. J Am Soc Nephrol 11:477-89, 2000.<br />

Bogdan Ene-Iordache si è laureato in Ingegneria Meccanica nel 1990 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Petrolio e Gas<br />

<strong>di</strong> Ploiesti (Romania). Dopo una breve esperienza in una raffineria <strong>di</strong> petrolio, in 1992 emigra in Italia.<br />

Inizia la sua esperienza ai Laboratori NegriBERGAMO nel marzo 1992 come Visiting Scientist nel<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Bioingegneria condotto da Andrea Remuzzi.<br />

Le sue principali attività sono nella ricerca renale (modelli teorici della filtrazione delle membrana<br />

glomerulare e analisi morfometrica del capillare glomerulare, analisi emo<strong>di</strong>namica e remodeling nelle<br />

fistole artero-venose per l’accesso vascolare dei pazienti in <strong>di</strong>alisi) e nell’ambito degli stu<strong>di</strong> clinici<br />

controllati (data management e analisi per gli stu<strong>di</strong> clinici controllati svolti nel Centro “Aldo e Cele<br />

Daccò”). Sta coor<strong>di</strong>nando le attività <strong>di</strong> supporto alla rete informatica e dei siti web del Centro “Aldo e<br />

Cele Daccò”. Inoltre, sta collaborando a progetti <strong>di</strong> informatica applicata all’attività clinica con lo staff<br />

me<strong>di</strong>co delle Unità <strong>di</strong> Nefrologia, Diabetologia ed Ematologia degli Ospedali Riuniti.<br />

Sotto la sua supervisione si sono formati negli anni alcuni giovani studenti del Politecnico <strong>di</strong> Milano, in<br />

tesi o in stage, e dal 2003 ha l’incarico <strong>di</strong> insegnamento per i corsi <strong>di</strong> Formazione Professionale della<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />

All’inizio del 2000 è <strong>di</strong>ventato capo del Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che creato all’interno del<br />

nuovo nato Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria.<br />

Principali pubblicazioni<br />

1. Ene-Iordache B, Imberti O, Foglieni O, Remuzzi G, Bertani T and Remuzzi A. Effects of angiotensin-converting enzyme<br />

inhibition on glomerular capillary wall ultrastructure in MWF/Ztm rats. J Am Soc Nephrol 5: 1378-1384, 1994.<br />

2. Ene-Iordache B and Remuzzi A. Numerical analysis of blood flow in reconstructed glomerular capillary segments. Microvasc<br />

Res 49: 1-11, 1995.<br />

3. Remuzzi A and Ene-Iordache B. Capillary network structure does not affect theoretical analysis of glomerular size selectivity.<br />

Am J Physiol 268: F972-F979, 1995.<br />

4. Ene-Iordache B, Mosconi L, Remuzzi G, Remuzzi A. Computational fluid dynamics of a vascular access case for<br />

hemo<strong>di</strong>alysis. J Biomech Eng 123(3): 284-292, 2001.<br />

5. Ene-Iordache B, Mosconi L, Antiga L, Bruno S, Anghileri A, Remuzzi G, Remuzzi A. Ra<strong>di</strong>al artery remodeling in response to<br />

shear stress increase within arteriovenous fistula for hemo<strong>di</strong>alysis access. Endothelium 10(2): 95-102, 2003.<br />

6. Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Bruno S, Iliev IP, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> F, Ganeva M, Ene-Iordache B,<br />

Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G for the Bergamo Nephrologic Diabetes Complications<br />

Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 <strong>di</strong>abetes. NEJM 351(19): 1941-1951, 2004.<br />

Marina Figliuzzi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1991 presso l’ Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative: 1991-94 <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri, Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: tecniche <strong>di</strong> isolamento <strong>di</strong> isole pancreatiche da pancreas umano, bovino, <strong>di</strong> maiale e <strong>di</strong><br />

ratto, colture cellulari, sistemi <strong>di</strong> immunoisolamento per isole pancreatiche, <strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong> cellule<br />

progenitrici del pancreas in cellule che contengono insulina, tecniche <strong>di</strong> immunoistochimica.<br />

Ruoli: 2000 ad oggi, Capo Unità <strong>di</strong> Ingegneria dei Tessuti, Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Biome<strong>di</strong>ca; 1991-<br />

2000 borsista.<br />

Principali pubblicazioni<br />

1. Figliuzzi M, Plati T, Cornolti R, Adobati F, Fagiani A, Rossi L, Remuzzi G, Remuzzi A. Biocompatibility and function of<br />

microencapsulated pancreatic islets. Acta Biomater. 2006 Mar;2(2):221-7.<br />

2. Figliuzzi M, Cornolti R, Plati T, Rajan N, Adobati F, Remuzzi G, Remuzzi A: Subcutaneous xenotransplantation of bovine<br />

pancreatic islets. Biomaterials. 26:5640-47, 2005.<br />

3. Figliuzzi M, Zappella S, Morigi M, Rossi P, Marchetti P, Remuzzi A: Influence of donor age on bovine pancreatic islet<br />

isolation. Transplantation. 70:1032-37, 2000<br />

4. Morigi M, Micheletti G, Figliuzzi M, Imberti B, Karmali MA, Remuzzi A, Remuzzi G, Zoja C. Verotoxin-1 promotes<br />

leukocyte adhesion to cultured endothelial cells under physiologic flow con<strong>di</strong>tions. Blood.: 86 4553-58, 1995.<br />

5. Zoja C, Morigi M, Figliuzzi M, Bruzzi I, Oldroyd S, Benigni A, Ronco P, Remuzzi G. Proximal tubular cell synthesis and<br />

secretion of endothelin-1 on challenge with albumin and other proteins. Am J Kidney Dis.26: 934-41, 1995.<br />

6. Morigi M, Zoja C, Figliuzzi M, Foppolo M, Micheletti G, Bontempelli M, Saronni M, Remuzzi G, Remuzzi A. Fluid shear<br />

stress modulates surface expression of adhesion molecules by endothelial cells. Blood. 85:1696-703, 1995.<br />

Luca Antiga si è laureato in Ingegneria Biome<strong>di</strong>ca nel 1999 presso il Politecnico <strong>di</strong> Milano e ha<br />

conseguito il Dottorato <strong>di</strong> Ricerca in Bioingegneria nel 2003 presso la stessa istituzione, avendo svolto<br />

271<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

l'attività <strong>di</strong> ricerca presso il laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che, Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, <strong>Istituto</strong><br />

<strong>Mario</strong> Negri. Attività formative: 2003 Post-doctoral fellow presso Imaging Research Laboratories,<br />

Robarts Research Institute, London, Ontario.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: acquisizione ed elaborazione <strong>di</strong> immagini me<strong>di</strong>cali e <strong>di</strong> microscopia, modellistica<br />

matematica e numerica <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> trasporto.<br />

Ruoli: dal 2000 al 2002 Studente <strong>di</strong> Dottorato presso il Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che,<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria; dal 2004 al 2006 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie<br />

Biome<strong>di</strong>che, Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria; dal <strong>2007</strong> Capo Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cal Imaging, Dipartimento <strong>di</strong><br />

Bioingegneria.<br />

Principali pubblicazioni<br />

4. Lee SW, Antiga L, Spence JD and Steinman DA. Geometry of the carotid bifurcation pre<strong>di</strong>cts its exposure to <strong>di</strong>sturbed<br />

flow. Stroke, in press, 2008.<br />

5. Antiga L, Piccinelli M, Fasolini G, Ene-Iordache B, Ondei P, Ruggenenti P, Remuzzi G and Remuzzi A. Computed<br />

tomography evaluation of ADPKD progression: a progress report. Clinical Journal of the American Society of<br />

Nephrology (CJASN), 1(4): 754-760, Jul 2006.<br />

6. Thomas JB, Antiga L, Che S, Milner JS, Hangan Steinman DA, Spence JD, Rutt BK and Steinman DA. Variation in the<br />

carotid bifurcation geometry of young vs. older adults: Implications for "geometric risk" of atherosclerosis. Stroke,<br />

36(11): 2450-2456, Nov 2005.<br />

7. Antiga L, Steinman DA. Robust and objective decomposition and mapping of bifurcating vessels. IEEE Transactions on<br />

Me<strong>di</strong>cal Imaging, 23(6): 704-713, June 2004.<br />

8. Antiga L, Ene-Iordache B and Remuzzi A. Computational geometry for patient-specific reconstruction and meshing of<br />

blood vessels from MR and CT angiography. IEEE Transactions on Me<strong>di</strong>cal Imaging, 22(5): 674-684, May 2003.<br />

9. Antiga L, Ene-Iordache B, Remuzzi G and Remuzzi A. Automatic generation of glomerular capillary topological<br />

organization. Microvascular Research, 62: 346-354, June 2001.<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />

L'attività <strong>di</strong> ricerca del Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria si basa sull'impiego <strong>di</strong> tecniche<br />

ingegneristiche per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> processi fisiopatologici e lo sviluppo <strong>di</strong> strategie terapeutiche<br />

innovative. Sono attualmente attive all'interno del Dipartimento linee <strong>di</strong> ricerca a livello <strong>di</strong> base<br />

e <strong>di</strong> ricerca applicata. I principali strumenti utilizzati per queste ricerche consistono in modelli<br />

teorici, elaborazione <strong>di</strong> immagini <strong>di</strong>agnostiche, analisi istologiche, misure <strong>di</strong> parametri fisicochimici<br />

sia a livello sperimentale che clinico, tecniche <strong>di</strong> coltura cellulare e tecnologie<br />

informatiche per l'archiviazione e l'elaborazione dei dati clinici. Gli stu<strong>di</strong> in corso afferiscono a<br />

quattro settori della ricerca biome<strong>di</strong>ca: lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi coinvolti nella progressione del<br />

danno renale nelle nefropatie croniche, stu<strong>di</strong> sull'emo<strong>di</strong>namica in campo vascolare, lo sviluppo<br />

<strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> laboratorio per l'ingegneria dei tessuti e lo sviluppo <strong>di</strong> sistemi informativi de<strong>di</strong>cati<br />

alla gestione <strong>di</strong> dati clinici generati nell'ambito dei trial clinici e nella pratica clinica.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Sono state prodotte evidenze che <strong>di</strong>mostrano che la geometria dei vasi arteriosi e le con<strong>di</strong>zioni<br />

emo<strong>di</strong>nache influenzano la localizzazione degli aneurismi cerebrale. Questi risultati stanno<br />

aprendo nuove prospettive nella comprensione dei meccanismi responsabili <strong>di</strong> questa patologia<br />

vascolare.<br />

Dimostrazione <strong>di</strong> una relazione significativa tra parametri morfometrici del parenchima renale e<br />

la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzione renale in pazienti affetti da malattia del rene policistico.<br />

Dimostrazione che l’utilizzo <strong>di</strong> cellule mesenchimali migliora la funzionalità <strong>di</strong> isole trapiantate<br />

sotto la capsula renale in modelli allo genici <strong>di</strong> trapianto.<br />

Dimostrazione che farmaci che inibiscono l’angiotensina II permettono <strong>di</strong> fare rigenerare il<br />

272<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

capillare glomerulare con un meccanismo che coinvolge la proliferazione dei podociti ed il<br />

rimodellamento delle cellule endotheliali glomerulari.<br />

Abbiamo implementato un sistema per la gestione informatizzata dei dati clinici generati nella<br />

conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici controllati.<br />

Abbiamo sviluppato una nuova case report form elettronico (cartella <strong>di</strong> dati clinici) per stu<strong>di</strong><br />

clinici controllati.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, Politecnico <strong>di</strong> Milano, Milano.<br />

Fi<strong>di</strong>a Advanced Biopolymers, Abano Terme, Padova.<br />

Instituto <strong>di</strong> Fisiologia Clinica CNR, Pisa.<br />

Unità <strong>di</strong> Diabetologia, Ospedali Riuniti, Bergamo.<br />

STMicroelectronics , Agrate Brianza, Milano<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Massachussetts Institute of Technology, Cambridge MA, USA.<br />

National Alliance for Me<strong>di</strong>cal Imaging Computing, USA.<br />

University of Toronto, Ontario, Canada.<br />

Ghent University, Ghent, Belgium.<br />

Technical University, Eindhoven, The Netherlands.<br />

University Hospital, Maastricht, The Netherlands.<br />

Centre Européen d’Etudes du Diabètes, Strasburg, France<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

International Journal of Artificial Organs (Andrea Remuzzi)<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

Journal of the American Society of Nephrology<br />

Kidney International<br />

American Journal of Kidney Diseases<br />

Me<strong>di</strong>cal & Biological Engineering & Computing<br />

IEEE Transactions on Me<strong>di</strong>cal Imaging<br />

IEEE Transactions on Biome<strong>di</strong>cal Ingeneering<br />

Me<strong>di</strong>cal Physics<br />

Journal of Biomechanics<br />

Me<strong>di</strong>cal Engineering and Physics<br />

Artificial Organs<br />

273<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

International Journal of Artificial Organs<br />

Biomaterials<br />

Contemporary Clinical Trials<br />

Journal of Biomaterial Application<br />

Journal of Endocrinological Investigation<br />

PhysiologicalReviews<br />

Contemporary Clinical Trials<br />

ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />

Seminario: “Imaging vascular access: a pre- and post- operative approach”, 2 Febbraio, Ranica,<br />

Bergamo<br />

Seminario: Bogdan Ene Iordache, “Openclinica: a web-based software platform for managing<br />

multi-site clinical research” 12 Luglio, Ranica, Bergamo<br />

Worshop:Fiordaliso, A.Remuzzi, “Worshop nuove tecnologie: La microscopica elettronica a<br />

trasmissione e a scansione", 26 Novembre, Milano<br />

Seminario: Bogdan Ene-Iordache - Master <strong>di</strong> Primo Livello in Ricerca Clinica - Gestione dei<br />

dati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o clinico: l'informatizzazione. 16 Maggio <strong>2007</strong>, Villa Camozzi, Ranica.<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

DIPARTIMENTO<br />

National Alliance for Me<strong>di</strong>cal Image Computing, Third All Hands Meeting, Salt Lake City,<br />

Gennaio <strong>2007</strong><br />

National Alliance for Me<strong>di</strong>cal Image Computing, Summer Project Week, MIT, Boston, Giugno<br />

<strong>2007</strong><br />

L'emo<strong>di</strong>namica nell'evoluzione e nell'instabilità della placca aterotrombotica, Congresso<br />

Regionale SIAPAV, Crema, Ottobre <strong>2007</strong><br />

ESAO, European Society for Artificial Organs, Krems, Austria, September <strong>2007</strong>. Experimental<br />

study of patient-specific kink in arterio-venous graft using particle image velocimetry.<br />

ASME Summer Bioengineering Conference, Keystone, CO, Giugno <strong>2007</strong>. Variation in the<br />

hemodynamics of young adult carotid bifurcations.<br />

Nefropatie croniche e complicanze car<strong>di</strong>ovascolari: nuove prospettive <strong>di</strong> prevenzione e<br />

trattamento alla luce dei più recenti trials clinici. 30 Novembre <strong>2007</strong>. Ranica<br />

274<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

26 th Workshop of the AIDIPIT Study Group, Montpellier, Francia, Febbraio <strong>2007</strong>.<br />

“Charactrization of the immunereaction in a bioartificial pancreas in a model of xeno-, allo- and<br />

syngenic transplantation”.<br />

26 th Workshop of the AIDIPIT Study Group, Montpellier, Francia, Febbraio <strong>2007</strong>. “The<br />

influence of encapsulation on oxygen consumptium rate by bovine pancreatic islets”.<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

Research grant PKD foundation - Effect of Long-acting Somatostatin on Disease Progression in<br />

ADPKD: A Long-term Three Year Follow-up Study.<br />

Stu<strong>di</strong>o clinico DEMAND - stu<strong>di</strong>o prospettico, randomizzato, multicentrico mirato a valutare gli<br />

effetti <strong>di</strong> Delapril e Mani<strong>di</strong>pina in pazienti normo- o microalbuminurici con <strong>di</strong>abete mellito <strong>di</strong><br />

tipo 2.<br />

Progetto <strong>di</strong> Ricerca – ROTRF/JDRF – “Mesenchymal stem cells to protect islet allograft in<br />

<strong>di</strong>abetic rats” Contract n. ID 678864716<br />

Progetto <strong>di</strong> Ricerca – FP6 UE - "BARP+ - Development of a bioartificial pancreas for type I<br />

<strong>di</strong>abetic patients". PNR 505614-1<br />

Progetto <strong>di</strong> Ricerca – FP6 UE-STEPS – "A system approach to tissue engineering products and<br />

processes". FP6-500465<br />

Progetto <strong>di</strong> ricerca: AIFA per stu<strong>di</strong> clinici controllati (VARIETY, VALID, ATHENA).<br />

Research grant ISN per il KDDC del gruppo COMGAN.<br />

Contributo Regione Lombar<strong>di</strong>a per organizzazione del “Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento per le<br />

Malattie Rare”<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Remuzzi A, Sangalli F, Fassi A, Remuzzi G. Albumin concentration in the Bowman's capsule: multiphoton<br />

microscopy vs micropuncture technique. Kidney Int. <strong>2007</strong> Dec;72(11):1410-1;<br />

Corna D, Sangalli F, Cattaneo D, Carrara F, Gaspari F, Remuzzi A, Zoja C, Benigni A, Perico N, Remuzzi G. Effects<br />

of rosuvastatin on glomerular capillary size-selectivity function in rats with renal mass ablation. Am J Nephrol.<br />

<strong>2007</strong>;27(6):630-8.<br />

Remuzzi A. Vitamin D, insulin resistance, and renal <strong>di</strong>sease. Kidney Int. <strong>2007</strong> Jan;71(2):96-8.<br />

Luciani D, Cavuto S, Antiga L, Miniati M, Monti S, Pistolesi M, Bertolini G. Bayes pulmonary embolism assisted<br />

<strong>di</strong>agnosis: a new expert system for clinical use. Emerg Med J. <strong>2007</strong> Mar;24(3):157-64.<br />

275<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Remuzzi G, Crave<strong>di</strong> P, Costantini M, Lesti M, Ganeva M, Gherar<strong>di</strong> G, Ene-Iordache B, Gotti E, Donati D, Salvadori<br />

M, Sandrini S, Segoloni G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Ruggenenti P. Mycophenolate mofetil versus<br />

azathioprine for prevention of chronic allograft dysfunction in renal transplantation: the MYSS follow-up<br />

randomized, controlled clinical trial. J Am Soc Nephrol. <strong>2007</strong> Jun;18(6):1973-85.<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biofisica Renale<br />

Ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale della rete capillare glomerulare<br />

Abbiamo recentemente <strong>di</strong>mostrato che l’inibizione dell’angiotensina II non solo rallenta la<br />

progressione della malattia renale, ma può indurre anche parziale regressione delle lesioni<br />

glomerulari. Per quantificare il grado <strong>di</strong> regressione delle lesioni sclerotiche e la possibile<br />

rigenerazione del capillare glomerulare indotta dalla terapia con inibitori dell’enzima <strong>di</strong><br />

conversione dell’angiotensina (ACE), stiamo sviluppando tecniche <strong>di</strong> ricostruzione<br />

tri<strong>di</strong>mensionale dei tessuti (3D). La struttura del capillare glomerulare permette <strong>di</strong> concentrare<br />

in un piccolo spazio una rete capillare in grado <strong>di</strong> filtrare efficacemente l'acqua plasmatica e<br />

trattenere le proteine circolanti. Stiamo mettendo a punto una nuova tecnica per lo stu<strong>di</strong>o della<br />

morfologia del capillare glomerualare e della sua parete. L’obiettivo è quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />

campioni <strong>di</strong> tessuto renale me<strong>di</strong>ante una nuova tecnica <strong>di</strong> microscopia elettronica, basata sulla<br />

combinazione <strong>di</strong> un fascio elettronico con uno ionico, per poter sezionare il campione e<br />

acquisire una serie <strong>di</strong> immagini dell’ultrastruttura e ricostruirene modelli numerici<br />

tri<strong>di</strong>mensionali al calcolatore.<br />

Ruolo dei podociti glomerulari nella regressione del danno glomerulare<br />

indotta dagli inibitori dell’enzima <strong>di</strong> conversione dell’angiotensina (ACE)<br />

La proteinuria pre<strong>di</strong>ce la progressione della malattia renale verso l’insufficienza renale. Stu<strong>di</strong><br />

clinici hanno evidenziato che il trattamento con farmaci che riducono la proteinuria ritarda la<br />

progressione della malattia renale. Rispetto ad altri farmaci anti-ipertensivi quelli che bloccano<br />

l’angiotensina II (AII), si sono <strong>di</strong>mostrati molto efficaci nel rallentare la per<strong>di</strong>ta della funzione<br />

renale e nel ridurre del 50% il rischio <strong>di</strong> morte, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi o <strong>di</strong> trapianto in pazienti <strong>di</strong>abetici e<br />

non <strong>di</strong>abetici con nefropatie proteinuriche progressive. Il trattamento prolungato (4-7 anni) con<br />

questi farmaci può indurre remissione della malattia renale ed in alcuni casi migliorare la<br />

funzione renale. Il nostro gruppo ha <strong>di</strong>mostrato, attraverso la ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale della<br />

matassa del capillare glomerulare in un modello sperimentale <strong>di</strong> danno glomerulare spontaneo<br />

(ratti MWF), che il trattamento con un ACE inibitore in una fase avanzata della malattia renale<br />

non solo induce regressione delle lesioni glomerulari, ma è anche in grado <strong>di</strong> rigenerare una<br />

parte cospicua del capillare glomerulare.<br />

L’effetto terapeutico del blocco dell’AII sulle lesioni sclerotiche è stato attribuito<br />

principalmente alla sua capacità <strong>di</strong> controllare il deposito <strong>di</strong> matrice extracellulare. Tuttavia la<br />

possibilità che il trattamento possa riparare il glomerulo mo<strong>di</strong>ficando la composizione delle<br />

cellule glomerulari non è ancora stata esplorata. Abbiamo recentemente <strong>di</strong>mostrato che l’ACE<br />

inibitore induce un selettivo aumento del numero <strong>di</strong> cellule epiteliali (podociti) glomerulari.<br />

cellule altamente <strong>di</strong>fferenziate con limitata capacità <strong>di</strong> proliferare. Abbiamo quin<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ato gli<br />

effetti <strong>di</strong> un trattamento con lisinopril sulla proliferazione dei podociti e <strong>di</strong>mostrato che il<br />

farmaco induce un aumento della stessa. Questi risultati in<strong>di</strong>cano che l’ACE inibitore permette<br />

al capillare glomerulare <strong>di</strong> riparere parzialmente il danno in modo coor<strong>di</strong>nato per mantenere il<br />

numero <strong>di</strong> podociti necessario al processo <strong>di</strong> ultrafiltrazione. Stiamo valutando se il<br />

276<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ripopolamento del numero dei podociti nel capillare <strong>di</strong>pende da cellule progenitrici o staminali<br />

<strong>di</strong> tipo renale o extrarenale. Abbiamo anche stu<strong>di</strong>ato il ruolo delle cellule parietali della capsula<br />

<strong>di</strong> Bowman in questo processo <strong>di</strong> riparazione tissutale e avanzato lipotesi che cellule della<br />

capsula <strong>di</strong> Bowman possano, proliferando sostituire o aumentare le cellule epiteliali viscerali.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questi effetti indotti dall’ACE inibitore sono strumentali per la comprensione dei<br />

meccanismi responsabili della regressione del danno glomerulare e possono aprire nuobe<br />

prospettive terapeutiche per queste patologie.<br />

Applicazione della microscopia confocale per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> cellule e tessuti<br />

Un sempre crescente numero <strong>di</strong> applicazioni sperimentali richiedono l’utilizzo <strong>di</strong> molecole<br />

fluorescenti per indagare la <strong>di</strong>stribuzione e soprattutto la co-localizzazione <strong>di</strong> proteine o <strong>di</strong> altri<br />

markerspecifici in monostrati cellulari e campioni <strong>di</strong> tessuto. Le immagini bi<strong>di</strong>mensionali non<br />

sono sufficienti a dare l’informazioni corrette ed è d’obbligo l’utilizzo della ricostruzione 3D<br />

del segnale in fluorescenza. Per queste applicazioni l’utilizzo della microscopia a fluorescenza<br />

classica non permette <strong>di</strong> risolvere questi problemi. Per ovviare a questi limiti nel nostro<br />

laboratorio abbiamo sviluppato e utilizzato la tecnica della microscopia confocale, effettuata<br />

me<strong>di</strong>ante un microscopio LSM510 META (Zeeis, Germania). Il microscopio è dotato <strong>di</strong> quattro<br />

linee laser per poter eccitare il campione in tutto lo spettro del visibile ed è equipaggiato con la<br />

caratteristica della “testa META” che permette <strong>di</strong> analizzare lo spettro <strong>di</strong> emissione dei vari<br />

fluorocromi per poter separare in maniera ottimale le caratteristiche dell’elemento emittente.<br />

Lo strumento è caratterizzato e impiegato per la sua alta specificità e l’eccllenza del segnale<br />

rilevato ed elaborato.<br />

Ruolo dei pepti<strong>di</strong> derivati dalla degradazione dell’albumina nello sviluppo<br />

del danno renale?<br />

Nelle nefropatie proteinuriche la per<strong>di</strong>ta delle proprietà selettive della membrana glomerulare<br />

causa un’eccessiva filtrazione <strong>di</strong> proteine, in particolare <strong>di</strong> albumina , che danneggiano la<br />

cellula del tubulo prossimale inducendo il rilascio <strong>di</strong> chemochine nell’interstizio che sono<br />

responsabili del reclutamento e dell’attivazione <strong>di</strong> cellule infiammatorie. Gli infiltrati<br />

interstiziali sono anche caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong> cellule immuno-competenti quali le<br />

cellule dendritiche e i linfociti T che si accumulano nel parenchima renale anche in assenza <strong>di</strong><br />

un insulto immune. Le cellule dendritiche grazie alla loro capacità <strong>di</strong> presentare l’antigene al<br />

complesso maggiore <strong>di</strong> istocompatibilità determinano una risposta immune o inducono<br />

tolleranza. Nel rene, le cellule dendritiche sono in stretto contatto con la parete del tubulo<br />

prossimale e come sentinelle sorvegliano l’interstizio in cerca <strong>di</strong> antigeni estranei. E’ possibile<br />

che in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> danno, gli stimoli infiammatori rilasciati dalla cellula tubulare rendano la<br />

cellula dendritica antigenica e quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> presentare antigeni del self che lei<br />

normalmente ignora, scatenando così una risposta immune. Per verificare la nostra ipotesi<br />

abbiamo compiuto degli stu<strong>di</strong> in vitro esponendo le cellule del tubulo prossimale a<br />

concentrazioni <strong>di</strong> albumina paragonabili a quelle presenti nell’ultrafiltrato in con<strong>di</strong>zioni<br />

proteinuriche. Abbiamo identificato i pepti<strong>di</strong> derivati dalla degradazione dell’albumina<br />

me<strong>di</strong>ante la spettrrometria <strong>di</strong> massa e abbiamo valutato la loro antigenicità, in con<strong>di</strong>zioni<br />

singeniche, in colture linfocitarie miste utilizzando cellule dendritiche del midollo.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che<br />

Sviluppo <strong>di</strong> sistemi computerizzati per la realizzazione <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Clinici<br />

controllati<br />

Nel Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” si svolgono numerosi<br />

stu<strong>di</strong> clinici controllati in collaborazione con gruppi <strong>di</strong> ricerca nazionali e internazionali. Gli<br />

277<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

stu<strong>di</strong> clinici devono essere condotti seguendo le linee guida Good Clinical Practice (GCP ) e<br />

richiedono un alto standard <strong>di</strong> qualità nella raccolta e la gestione dei dati clinici. Ogni stu<strong>di</strong>o<br />

clinico richiede dei case report form (CRF) cartacei per la registrazione dei dati che devono poi<br />

essere archiviati in maniera elettronica in database appositamente pre<strong>di</strong>sposti.<br />

Nel nostro laboratorio abbiamo realizzato sistemi <strong>di</strong> raccolta dati per gli stu<strong>di</strong> clinici, utilizzando<br />

database relazionali (RDBMS) e sviluppato programmi finalizzati all’elaborazione, validazione<br />

e all’estrazione dei dati per l’analisi statistica. REIN, BENEDICT, MYSS, REIN2, DKG sono<br />

solo alcuni dei trial conclusi e <strong>di</strong> cui risultati hanno dato un grosso contributo alla comunità<br />

scientifica, un successo al quale ha contribuito in parte anche il nostro Laboratorio. Nell’ambito<br />

dello stu<strong>di</strong>o DEMAND abbiamo messo a punto un sistema innovativo <strong>di</strong> raccolta dati usando un<br />

case report form elettronico anziché cartaceo.<br />

Gestione del Registro Regionale per le Malattie Rare in Lombar<strong>di</strong>a<br />

Insieme ai colleghi del Centro Informazioni Malattie Rare il nostro Laboratorio è impegnato<br />

attivamente nelle attività del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento della Rete Regionale Lombar<strong>di</strong>a per le<br />

Malattie Rare. Tra i compiti attribuiti al nostro Laboratorio vi è lo sviluppo e la manutenzione<br />

del sito del centro e la gestione dati del Registro Regionale per le Malattie Rare. Abbiamo<br />

sviluppato i database e le pagine relative che permettono agli utenti, pazienti, loro parenti o<br />

me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong> fare ricerche rapide e mirate sui Presi<strong>di</strong> che rilasciano esenzioni per le<br />

malattie rare in Lombar<strong>di</strong>a, sulle Associazione Italiane <strong>di</strong> Pazienti e sulle malattie rare<br />

respiratorie congenite. Questi si trovano facilmente sulla homepage del sito del centro<br />

(http://malattierare.marionegri.it/), nella sezione Consulta i Database.<br />

Il Registro Regionale per le Malattie Rare, nato nel <strong>2007</strong>, è frutto della collaborazione fra il<br />

nostro Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento, Lombar<strong>di</strong>a Informatica e la Regione Lombar<strong>di</strong>a. L'idea<br />

centrale è quella <strong>di</strong> offrire ai me<strong>di</strong>ci dei presi<strong>di</strong>, laddove i pazienti si rivolgono, la possibilità <strong>di</strong><br />

registrare le informazioni inerente alle malattie ed alle esenzioni in un registro unico della<br />

Lombar<strong>di</strong>a. L'applicativo, denominato Sistema Malattie Rare (SMR), è stato sviluppato dalla<br />

Lombar<strong>di</strong>a Informatica ed è attualmente in uso nei Presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> Rete tramite il sistema della Carta<br />

Regionale dei Servizi. La gestione del Registro Regionale da parte del nostro Laboratorio<br />

comprende la manutenzione dell'applicativo SMR, il download dei dati del registro dal server<br />

Lombar<strong>di</strong>a Informatica, l'analisi dei dati e l'estrazione e l’invio del data set minimo all’<strong>Istituto</strong><br />

Superiore della Sanità (ISS). Il download dei file avviene in maniera sicura perché i file<br />

contenenti dati sono crittografati con un algoritmo <strong>di</strong> criptazione assimetrica con chiave<br />

pubblica / privata a 2048 bit. Anche il trasferimento del data-set minimo sul server centrale<br />

dell’ISS avviene in modalità sicura, utilizzando il protocollo https (http secured) attraverso la<br />

rete Internet.<br />

KDDC - un centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento e raccolta dati per i programmi <strong>di</strong><br />

prevenzione delle patologie nefro-vascolari nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo<br />

La <strong>di</strong>ffusione e l’incidenza delle malattie renali croniche nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo non sono<br />

note. Questo fatto rappresenta un ostacolo all’adozione <strong>di</strong> misure preventive, l’unica speranza<br />

per il futuro <strong>di</strong> nei paesi emergenti, considerando che la <strong>di</strong>alisi non è accessibile alla maggior<br />

parte della popolazione per i suoi costi elevati. La Società Internazionale <strong>di</strong> Nefrologia (ISN) ha<br />

costituito un gruppo <strong>di</strong> ricerca (COMGAN) rivolto specificatamente ad affrontare le<br />

problematiche della prevenzione delle malattie renali nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo. Il<br />

coor<strong>di</strong>namento del gruppo e dei programmi <strong>di</strong> intervento è stato affidato all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche “Aldo e Cele Daccò” <strong>di</strong> Ranica. L’obiettivo generale del<br />

progetto è la definizione <strong>di</strong> programmi in paesi emergenti per identificare soggetti a rischio <strong>di</strong><br />

sviluppare malattie renali nel corso della loro vita, così da definire una strategia <strong>di</strong> prevenzione<br />

su scala nazionale attraverso l’intervento a livello governativo e finanziario dei Ministeri della<br />

Salute locali. Il centro <strong>di</strong> raccolta dati - Kidney Disease Data Center (KDDC) - costituito presso<br />

il nostro Laboratorio, ha messo a punto uno strumento informatico che permetta la raccolta<br />

278<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

facile dei dati clinici provenienti dai <strong>di</strong>versi paesi. I dati <strong>di</strong> tutti centri vengono raccolti su un<br />

server de<strong>di</strong>cato all'interno del nostro Laboratorio. Indagini epidemiologiche ed analisi statistiche<br />

mirate ci permettono <strong>di</strong> ottenere una overview generale sulla salute della popolazione stu<strong>di</strong>ata,<br />

che con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo con il personale me<strong>di</strong>co del posto. Il programma <strong>di</strong> prevenzione è stato<br />

avviato e abbiamo raccolto dati dai centri partecipanti in Moldova, Bolivia, Egitto, Nepal, Cina<br />

e Mongolia. I primi risultati, <strong>di</strong> screening su miglia <strong>di</strong> soggetti, sono incoraggianti per la<br />

fattibilità del progetto e all stesso tempo stanno confermando la necessità <strong>di</strong> continuare con i<br />

programmi <strong>di</strong> prevenzione. Altri centri si stanno attivando per iniziare il programma, come per<br />

esempio Marocco, Mozambico, In<strong>di</strong>a, Messico, Argentina. Tramite il KDDC sarà quin<strong>di</strong><br />

possibile monitorare l’andamento del programma nei paesi coinvolti, mettendo in luce le<br />

necessità e le peculiarità <strong>di</strong> ognuno.<br />

Ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale e simulazione emo<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> segmenti<br />

vascolari da indagini CT e MR<br />

L'evidenza che le placche aterosclerotiche si formano principalmente nelle ramificazioni del<br />

circolo arterioso ha portato a ipotizzare che con<strong>di</strong>zioni emo<strong>di</strong>namiche "<strong>di</strong>sturbate" favoriscano<br />

l'insorgenza dell'aterosclerosi. Inoltre, è stato evidenziato come anche l'iperplasia intimale,<br />

causa <strong>di</strong> fallimento <strong>di</strong> graft e fistole arterovenose, sia localizzata in corrispondenza <strong>di</strong> zone con<br />

emo<strong>di</strong>namica complessa. Analogamente, stu<strong>di</strong> sulla formazione, sulla localizzazione e sulla<br />

crescita degli aneurismi cerebrali inducono a considerare l'emo<strong>di</strong>namica come un importante<br />

fattore nello sviluppo della patologia. Data l'influenza della forma del vaso sull'emo<strong>di</strong>namica, è<br />

importante <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> accurati e veloci <strong>di</strong> ricostruzione geometrica. Le tecniche<br />

angiografiche moderne, come la tomografia assiale computerizzata (CT) e la risonanza<br />

magnetica (MR), permettono <strong>di</strong> ottenere informazioni dettagliate sulla struttura dei vasi. Nel<br />

nostro laboratorio abbiamo sviluppato tecniche per la ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale, l'analisi<br />

geometrica, la generazione <strong>di</strong> griglie computazionali e la simulazione fluido<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> tratti<br />

vascolari da angiografie CT e MR. Le immagini CT e MR, trasferite dalle apparecchiature <strong>di</strong><br />

acquisizione su calcolatore, vengono processate con algoritmi <strong>di</strong> modellazione per generare<br />

superfici tri<strong>di</strong>mensionali che riproducono l'interfaccia tra parete vascolare e lume del vaso.<br />

L'accuratezza della ricostruzione è stata validata sperimentalmente. Sui modelli generati<br />

vengono poi effettuate misure accurate utilizzando algoritmi <strong>di</strong> geometria computazionale. I<br />

segmenti vascolari stu<strong>di</strong>ati hanno riguardato principalmente gli aneurismi cerebrali, fistole<br />

arterovenose e i loop graft per emo<strong>di</strong>alisi. Le patologie indagate sono state l'aterosclerosi,<br />

l'iperplasia intimale, la formazione <strong>di</strong> aneurismi cerebrali e l'arterite <strong>di</strong> Takayasu, una malattia<br />

rara a carico del sistema vascolare.<br />

Quantificazione <strong>di</strong> strutture anatomiche da indagini CT e MR<br />

L'introduzione nella clinica <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> imaging non invasive e tri<strong>di</strong>mensionali, come la<br />

tomografia assiale computerizzata (CT) e la risonanza magnetica (MR), ha fornito la possibilità<br />

<strong>di</strong> analizzare la struttura anatomica <strong>di</strong> organi con elevato dettaglio. La non-invasività <strong>di</strong> tali<br />

tecniche permette <strong>di</strong> estendere l'osservazione a popolazioni <strong>di</strong> pazienti seguiti nel tempo. La<br />

valutazione dell'evolvere <strong>di</strong> patologie o dell'efficacia <strong>di</strong> trattamenti richiede spesso una<br />

quantificazione della morfologia delle strutture indagate che non può essere svolta unicamente a<br />

livello visivo. Abbiamo quin<strong>di</strong> sviluppato tecniche <strong>di</strong> quantificazione basate su immagini dotate<br />

<strong>di</strong> alta accuratezza e riproducibilità. Esse sono in corso <strong>di</strong> applicazione su pazienti affetti da rene<br />

policistico (autosomal dominant polycystic kidney <strong>di</strong>sease, ADPKD) volto a testare l'efficacia e<br />

la sicurezza <strong>di</strong> alcuni trattamenti. I volumi del rene e delle sue principali componenti tessutali<br />

(cisti e parenchima) sono stati quantificati a partire da immagini CT o RM.<br />

279<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Sviluppo <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo per il trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche<br />

immunoisolate<br />

Il presente progetto ha avuto come obiettivo principale lo sviluppo <strong>di</strong> una tecnologia innovativa<br />

per il trapianto delle isole pancreatiche per il controllo della glicemia in pazienti <strong>di</strong>abetici senza<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> farmaci immunosoppressori e senza precludere la possibilità al paziente <strong>di</strong> essere<br />

sottoposto a successivi trapianti d’organo. Abbiamo svolto uno stu<strong>di</strong>o finalizzato a definire il<br />

tipo <strong>di</strong> materiale e la geometria più adatti alla realizzazione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong><br />

immunoisolamento. Il <strong>di</strong>spositivo che stiamo sviluppando deve contenere molte isole in un<br />

volume limitato in modo da poter essere impiantato senza gravi traumi. Inoltre deve essere<br />

facilmente recuperabile. Il sistema <strong>di</strong> immunoisolamento si basa sull’utilizzo <strong>di</strong> fibre cave <strong>di</strong><br />

polisulfone. Gli obiettivi che ci proponiamo con questa attività sono quelli <strong>di</strong> migliorare<br />

l’attuale funzionalità dei <strong>di</strong>spositivi testati con la messa a punto <strong>di</strong> tecniche basate sulle<br />

nanotecnologie per la caratterizzazione del materiali e del suo funzionamento. Inotre abbiamo<br />

valutato la possibilità <strong>di</strong> testare e sviluppare sistemi innovativi.<br />

Differenziazione <strong>di</strong> cellule del pancreas precursori delle cellule beta<br />

Il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo I è caratterizzato da <strong>di</strong>struzione autoimmune delle cellule beta delle isole<br />

pancreatiche, con conseguente deficit nella produzione <strong>di</strong> insulina e completa <strong>di</strong>pendenza del<br />

paziente dalla somministrazione esogena. Una possibile cura potrebbe arrivare dal trapianto <strong>di</strong><br />

nuove cellule beta, ma questa procedura sarebbe penalizzata dalla scarsità <strong>di</strong> pancreas<br />

<strong>di</strong>sponibili rispetto ai potenziali riceventi. Nei nostri laboratori abbiamo stu<strong>di</strong>ato la possibilità <strong>di</strong><br />

ottenere beta-cellule sostitutive a partire da cellule progenitrici estratte dal tessuto pancreatico.<br />

Al momento si riescono ad ottenere cellule che contengono insulina in laboratorio ma sono<br />

quantitativamente poche rispetto quelle contenute nelle isole pancreatiche. Il nostro interesse si<br />

è rivolto quin<strong>di</strong> allo sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie per in<strong>di</strong>viduare e selezionare le cellule<br />

pancreatiche progenitrici delle cellule beta ed aumentare le loro capacità <strong>di</strong>fferenziative. Per<br />

questo scopo abbiamo messo a punto una meto<strong>di</strong>ca per l’incorporazione nelle cellule in coltura<br />

<strong>di</strong> due analoghi della timi<strong>di</strong>na (IdU e CldU) per valutare le capacità proliferative e identificare<br />

le cellule staminali nella preparazione.<br />

Uso <strong>di</strong> cellule staminali mesenchimali per indurre la tolleranza nel<br />

trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche<br />

Stu<strong>di</strong> recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che il trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche può essere un’alternativa<br />

efficace e più sicura al trapianto <strong>di</strong> pancreas. In quest’anno <strong>di</strong> attività abbiamo ottimizzato la<br />

meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> isolamento <strong>di</strong> isole pancreatiche <strong>di</strong> ratto utilizzando il sistema automatico per la<br />

<strong>di</strong>gestione del pancreas. Le isole così ottenute sono trapiantate sotto la capsula renale <strong>di</strong> ratti resi<br />

<strong>di</strong>abetici con singola iniezione <strong>di</strong> streptozotocina.Utilizziamo due modelli <strong>di</strong> trapianto:<br />

singenico e allogenico. Nel trapianto singenico ratti fratelli vengono utilizzati come donatore e<br />

ricevente. In questo modello le isole trapiantate inducono nel ricevente una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

normoglicemia che si mantiene per mesi. Nel trapianto allogenico il donatore e il ricevente<br />

sono <strong>di</strong> ceppo <strong>di</strong>fferente e il trapianto delle isole sotto la capsula renale induce con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

normoglicemia, se viene somministrato giornalmente un farmaco immunosoppressore. Con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> evitare una terapia immunosoppressiva a lungo termine abbiamo iniziato un<br />

programma <strong>di</strong> ricerca volto a valutare la capacità delle cellule staminali mesenchimali <strong>di</strong><br />

sopprimere localmente la risposta immunitaria nel trapianto <strong>di</strong> isole allogeniche. Esperimenti<br />

preliminari ci hanno permesso <strong>di</strong> mettere a punto la tecnica <strong>di</strong> trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche<br />

ottenute da ratti Wistar donatori sotto la capsula renale <strong>di</strong> ratti Lewis riceventi<br />

contemporaneamente a cellule mesenchimali del ricevente.<br />

280<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Ingegneria del tessuto vascolare<br />

Le protesi vascolari artificiali sono utilizzate in clinica al fine <strong>di</strong> ristabilire il flusso ematico in<br />

una zona a valle <strong>di</strong> un vaso occluso. Le protesi vascolari tuttavia possono essere impiegate solo<br />

se <strong>di</strong> calibro superiore a sei millimetri, a causa dell’elevato rischio trombotico. L’alternativa è<br />

rappresentata dall’utilizzo <strong>di</strong> tratti <strong>di</strong> vasi autologhi, che non sono sempre <strong>di</strong>sponibili nei<br />

pazienti affetti da patologia vascolare e il loro prelievo può comportare problemi per il paziente<br />

stesso. L’ingegneria del tessuto vascolare ha come obiettivo la generazione in laboratorio <strong>di</strong> un<br />

sostituto biologico del vaso nativo. Nei nostri laboratori sono in corso ricerche basate<br />

sull'utilizzo <strong>di</strong> una matrice <strong>di</strong> acido ialuronico esterificato come supporto biodegradabile per la<br />

realizzazione <strong>di</strong> costrutti vascolari. Abbiamo ottimizzato le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> coltura in vitro <strong>di</strong><br />

cellule muscolari lisce sulle matrici <strong>di</strong> acido ialuronico, me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi<br />

<strong>di</strong>namici per la coltura. Abbiamo confrontato due tipologie <strong>di</strong> bioreattori, a perfusione e a<br />

rotazione. La coltivazione del costrutto vascolare nel bioreattore a rotazione ha permesso <strong>di</strong><br />

ottenere una riduzione dell’apoptosi cellulare e un aumento della proliferazione rispetto alla<br />

coltura statica. Me<strong>di</strong>ante tale <strong>di</strong>spositivo è stato inoltre possibile ottenere un aumento della<br />

deposizione <strong>di</strong> matrice extracellulare, associato ad un miglioramento delle proprietà<br />

meccaniche. Sempre nell’ambito <strong>di</strong> questa linea <strong>di</strong> ricerca, in collaborazione con il Laboratorio<br />

<strong>di</strong> biomateriali dell’IFC-CNR <strong>di</strong> Massa, abbiamo stu<strong>di</strong>ato una strategia innovativa per la<br />

realizzazione <strong>di</strong> protesi vascolari bioibride, ossia costituite da un materiale elastomerico non<br />

biodegradabile rivestito da cellule progenitrici dell’endotelio.<br />

281<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

282<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

LABORATORIO DI BIOLOGIA E<br />

TERAPIA DELLE METASTASI<br />

TUMORALI*<br />

PERSONALE<br />

Capo Laboratorio<br />

Raffaella GIAVAZZI, Dr.Sci.Biol., Ph.D.<br />

Unità <strong>di</strong> Angiogenesi Tumorale<br />

Capo Unità<br />

Giulia TARABOLETTI, Dr.Sci.Biol.<br />

Unità <strong>di</strong> Terapia Antitumorale Molecolare<br />

Capo Unità<br />

Maria Rosa BANI, Dr.Sci.Biol., Ph.D.<br />

* Per le attività <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> questo Laboratorio si rimanda al Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia (pag. 7).<br />

283<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

284<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche<br />

per le Malattie Rare<br />

Aldo e Cele Daccò Ranica (Bg)<br />

RAPPORTI<br />

ATTIVITA’ <strong>2007</strong><br />

<strong>di</strong>partimenti<br />

285<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

286<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

DIPARTIMENTO DI<br />

MEDICINA RENALE<br />

PERSONALE<br />

Capo Dipartimento<br />

Piero RUGGENENTI, Dr.Med.Chir.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biostatistica<br />

Capo Laboratorio<br />

Annalisa PERNA, Dr.Sci.Stat.<br />

Unità <strong>di</strong> Monitoraggio dei Farmaci<br />

Capo Unità<br />

Giulia GHERARDI, Dipl.Liceo Scientifico<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Chimica Clinica<br />

Capo Laboratorio<br />

Flavio GASPARI, Dr.Chim.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci nell’Uomo<br />

Capo Laboratorio<br />

Norberto PERICO, Dr.Med.Chir.<br />

Unità <strong>di</strong> Farmacologia e Farmacogenetica<br />

Capo Unità<br />

Dario Cattaneo, Chem. Pharm., PH.D<br />

Unità <strong>di</strong> Fasi Precoci dell’Utilizzo dei Farmaci nell’Uomo<br />

Capo Unità<br />

Aneliya PARVANOVA, Dr.Med.Chir.<br />

287<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Piero Ruggenenti si è laureato con lode in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Milano nel 1983. Si è specializzato in Car<strong>di</strong>ologia (1985) e in Nefrologia Clinica (1989) presso<br />

l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, ha conseguito la specializzazione in Ricerca Farmacologica presso<br />

l’IRFMN (1988).<br />

Attività formative: nel 1980-1983 ricercatore presso "Centro <strong>di</strong> Fisiologia Clinica e Ipertensione, Clinica<br />

Me<strong>di</strong>ca IV", Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; nel 1984 Ricercatore presso IRFMN; nel 1987-1988<br />

Assistente presso "Renal Unit" Division of Me<strong>di</strong>cine (University of London) of Guy's and St. Thomas<br />

Hospitals", Londra; nel 1988-1989 Assistente Supplente Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi Ospedali<br />

Riuniti <strong>di</strong> Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Meccanismi <strong>di</strong> progressione delle nefropatie croniche; <strong>di</strong>abete e complicazioni del<br />

<strong>di</strong>abete; clinica del trapianto; microangiopatie trombotiche; complicazioni car<strong>di</strong>ovascolari delle malattie<br />

renali croniche; trial clinici; farmacologia clinica.<br />

Ruoli: dal 1990 Assistente <strong>di</strong> ruolo Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; nel<br />

1994-1999 Capo Unità <strong>di</strong> Fasi Avanzate dello sviluppo dei farmaci nell'Uomo " presso Centro <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò, Ranica, Bergamo; da gennaio 2000 Capo<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale, Centro Daccò.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• P. Ruggenenti, A. Perna, L. Mosconi, M. Matalone, G. Garini, M. Salvadori, C. Zoccali, F. Scolari, Q. Maggiore, G.<br />

Tognoni, G. Remuzzi (for The GISEN Group). Randomised placebo-controlled trial of effect of ramipril on decline in<br />

glomerular filtration rate and risk of terminal renal failure in proteinuric, non-<strong>di</strong>abetic nephropathy. Lancet<br />

1997;349:1857-1863<br />

• P. Ruggenenti, A. Perna, G. Gherar<strong>di</strong>, F. Gaspari, R. Benini, G. Remuzzi, on behalf of GISEN. Renal function and<br />

requirement for <strong>di</strong>alysis in chronic nephropathy patients on long-term ramipril: REIN follow-up trial. Lancet<br />

1998;352:1252-1256.<br />

• P. Ruggenenti, A. Perna, G. Gherar<strong>di</strong>, G. Garini, C. Zoccali, M. Salvadori, F. Scolari, F.P. Schena, G. Remuzzi.<br />

Renoprotective properties of ACE-inhibition in non-<strong>di</strong>abetic nephropathies with non-nephrotic proteinuria. Lancet<br />

1999;354:359-364.<br />

• G. Remuzzi, C. Chiurchiu, M. Abbate, V. Brusegan, M. Bontempelli, P. Ruggenenti. Rituximab for i<strong>di</strong>opathic<br />

membranous nephropathy. Research Letter. Lancet 2002;360:923-924.<br />

• P. Ruggenenti, A. Fassi, A. Parvanova, S. Bruno, I. Iliev, V. Brusegan, N. Rubis, G. Gherar<strong>di</strong>, F. Arnol<strong>di</strong>, M. Ganeva, B.<br />

Ene-Iordache, F. Gaspari, A. Perna, A. Bossi, R. Trevisan, A.R. Dodesini, G. Remuzzi for the Bergamo Nephrologic<br />

Diabetes Complications Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 <strong>di</strong>abetes. N Engl J<br />

Med 2004;351:1941-1951<br />

• G. Remuzzi, P. Crave<strong>di</strong>, A. Perna, B.D. Dimitrov, M. Turturro, G. Locatelli, P. Rigotti, N. Baldan, M. Beatini, U.<br />

Valente, M. Scalamogna, P. Ruggenenti Dual Kidney Transplant Group. Long-term outcome of renal transplantation<br />

from older donors. N Engl J Med 2006;354:343-352.<br />

Flavio Gaspari si è laureato in Chimica nel 1977 presso l’Università Statale degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e ha<br />

ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione nel 1979 presso la medesima Università.<br />

Attività formative: borsista e poi ricercatore dal 1981 al 1985 all’IRFMN <strong>di</strong> Milano, dal 1985 al 1991<br />

all’IRFMN <strong>di</strong> Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: stu<strong>di</strong>o della farmacocinetica e del metabolismo delle xantine in <strong>di</strong>verse specie animali;<br />

farmacocinetica <strong>di</strong> numerosi composti in pazienti <strong>di</strong>alizzati e con vari gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> insufficienza renale;<br />

meto<strong>di</strong>che analitiche per la determinazione dei principali farmaci immunosoppressori per valutarne il<br />

profilo farmacocinetico in pazienti con trapianto <strong>di</strong> rene, cuore, fegato; tecniche <strong>di</strong> valutazione della<br />

funzionalità renale, dello stu<strong>di</strong>o della progressione del danno renale e del confronto tra <strong>di</strong>verse meto<strong>di</strong>che<br />

analitiche per la determinazione <strong>di</strong> albuminuria.<br />

Ruoli: è stato nominato Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacocinetica e Chimica Clinica all’inizio del 2000<br />

dopo aver ricoperto il ruolo <strong>di</strong> Capo Unità dal 1991.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• Gotti E, Perico N, Gaspari F, Cattaneo D, Lesti MD, Ruggenenti P, Segoloni G, Salvadori M, Rigotti P, Valente U,<br />

Donati D, Sandrini S, Federico S, Sparacino V, Mourad G, Bosmans JL, Dimitrov BD, Iordache BE, Remuzzi G. Blood<br />

cyclosporine level soon after kidney transplantation is a major determinant of rejection: insights from the Mycophenolate<br />

Steroid-Sparing Trial. Transplant Proc. 2005 Jun;37(5):2037-40.<br />

• Perico N, Gaspari F, Remuzzi G. Assessing renal function by GFR pre<strong>di</strong>ction equations in kidney transplantation.<br />

• Am J Transplant. 2005 Jun;5(6):1175-6.<br />

288<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

• D. Cattaneo, F. Gaspari, S. Zanoni, S. Baldelli, E.Gotti, A. Perna, N. Perico, G. Remuzzi. Two-hour post-dose<br />

cyclosporine monitoring does not fit all in kidney transplantation. Therapy 2005;2:95-105.<br />

• Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Bruno S, Iliev IP, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> F, Ganeva M, Ene-<br />

Iordache B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G; Bergamo Nephrologic Diabetes<br />

Complications Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 <strong>di</strong>abetes. N Engl J Med. 2004<br />

Nov 4;351(19):1941-51. Epub 2004 Oct 31.<br />

• Gaspari F, Ferrari S, Stucchi N, Centemeri E, Carrara F, Pellegrino M, Gherar<strong>di</strong> G, Gotti E, Segoloni G, Salvadori M,<br />

Rigotti P, Valente U, Donati D, Sandrini S, Sparacino V, Remuzzi G, Perico N; MY.S.S. Study Investigators.<br />

Performance of <strong>di</strong>fferent pre<strong>di</strong>ction equations for estimating renal function in kidney transplantation. Am J Transplant.<br />

2004 Nov;4(11):1826-35.<br />

• Cattaneo D, Merlini S, Pellegrino M, Carrara F, Zenoni S, Murgia S, Baldelli S, Gaspari F, Remuzzi G, Perico N.<br />

Related Articles, Links Therapeutic drug monitoring of sirolimus: effect of concomitant immunosuppressive therapy and<br />

optimization of drug dosing. Am J Transplant. 2004 Aug;4(8):1345-51.<br />

Norberto Perico si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1983 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Si è specializzato in Ricerca Farmacologica nel 1986 presso l’IRFMN <strong>di</strong> Bergamo e in Nefrologia Clinica<br />

nel 1989 presso l’Università <strong>di</strong> Verona.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: terapie farmacologiche innovative nell’ambito del trapianto d’organo; stu<strong>di</strong> su<br />

meccanismi <strong>di</strong> tolleranza immunologica nel trapianto d’organo; meccanismi <strong>di</strong> progressione della<br />

nefropatia <strong>di</strong>abetica; prevenzione e terapie innovative nefropatia <strong>di</strong>abetica.<br />

Attività formative: nel 1982 titolare <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della Comunità Europea presso il Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Farmacologia, New York Me<strong>di</strong>cal College, Valhalla, New York, USA; nel 1984-1988 borsista presso<br />

l’IRFMN, Laboratorio <strong>di</strong> Nefrologia, Bergamo; nel 1988-1989 ricercatore presso lo stesso laboratorio.<br />

Ruoli: nel 1990-1994 Capo Unità <strong>di</strong> Fisiologia Renale, Laboratorio <strong>di</strong> Nefrologia, IRFMN, Bergamo; nel<br />

1990-2000 Assistente presso la Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; nel<br />

1994-1999 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia del Trapianto, IRFMN, Bergamo; da Gennaio 2000<br />

Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci nell'Uomo, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

Renale, IRFMN, Bergamo; da settembre 2000 Direttore Sanitario, Centro <strong>di</strong> ricerche Cliniche per le<br />

Malattie Rare, IRFMN, Ranica, Bergamo.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• E. Gotti, N. Perico, A. Perna, F. Gaspari, D. Cattaneo, R. Caruso, S. Ferrari, N. Stucchi, G. Marchetti, M. Abbate, G.<br />

Remuzzi. Renal transplantation: can we reduce calcineurin inhibitor/stop steroids? Evidence based on protocol biopsy<br />

fin<strong>di</strong>ngs. J Am Soc Nephrol 2003;14:755-766.<br />

• N. Perico, P. Ruggenenti, G. Remuzzi. Losartan in <strong>di</strong>abetic nephropathy. Expert Rev. Car<strong>di</strong>ovasc. Ther. 2004; 2(4): 473-<br />

483.<br />

• Remuzzi G, Lesti M, Gotti E, Ganeva M, Dimitrov BD, Ene-Iordache B, Gherar<strong>di</strong> G, Donati D, Salvadori M, Sandrini S,<br />

Valente U, Segoloni G, Mourad G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Bosmans JL, Perico N, Ruggenenti P. mofetil<br />

versus azathioprine for prevention of acute rejection in renal transplantation (MYSS): a randomised trial. Lancet. 2004<br />

Aug 7;364(9433):503-12.<br />

• Gaspari F, Ferrari S, Stucchi N, Centemeri E, Carrara F, Pellegrino M, Gherar<strong>di</strong> G, Gotti E, Segoloni G, Salvadori M,<br />

Rigotti P, Valente U, Donati D, Sandrini S, Sparacino V, Remuzzi G, Perico N; MY.S.S. Study Investigators. of <strong>di</strong>fferent<br />

pre<strong>di</strong>ction equations for estimating renal function in kidney transplantation. Am J Transplant. 2004 Nov;4(11):1826-35.<br />

• Perico N, Cattaneo D, Sayegh MH, Remuzzi G. Delayed graft function in kidney transplantation. Lancet. 2004 Nov<br />

13;364(9447):1814-27.<br />

• Cattaneo D, Merlini S, Zenoni S, Baldelli S, Gotti E, Remuzzi G, Perico N. Influence of co-me<strong>di</strong>cation with sirolimus or<br />

cyclosporine on mycophenolic acid pharmacokinetics in kidney transplantation. Am J Transplant. 2005 Dec;5(12):2937-<br />

44.<br />

Annalisa Perna si è laureata in Scienze Statistiche e Demografiche nel 1984 presso l’Università <strong>di</strong><br />

Bologna.<br />

Attività formative: ha completato la sua formazione presso l’IRFMN <strong>di</strong> Bergamo e presso il Centro <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> Cliniche ‘Aldo e Cele Daccò’.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: aspetti metodologici riferiti a stu<strong>di</strong> clinici randomizzati a lungo termine in ambito<br />

nefrologico; metodologia statistica per il calcolo della <strong>di</strong>mensione del campione; tecniche metaanalitiche.<br />

Esegue inoltre revisioni sistematiche nell’ambito del gruppo <strong>di</strong> revisione renale della<br />

Collaborazione Cochrane.<br />

Ruoli: attualmente è capo del Laboratorio <strong>di</strong> Biostatistica del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale del Centro<br />

<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche ‘Aldo e Cele Daccò’, IRFMN (sede <strong>di</strong> Ranica, Bergamo).<br />

289<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Pubblicazioni principali<br />

• G. Remuzzi, P. Crave<strong>di</strong>, A. Perna, B.D. Dimitrov, M. Turturro, G. Locatelli, P. Rigotti, N. Baldan, M.<br />

Beatini, U. Valente, M. Scalamogna, P. Ruggenenti. Dual Kidney Transplant Group. Long-term outcome of<br />

renal transplantation from older donors. N Engl J Med 2006;354:343-352.<br />

• Ruggenenti P, Perna A, Loriga G, Ganeva M, Ene-Iordache B, Turturro M, Lesti M, Perticucci E, Chakarski IN,<br />

Leonar<strong>di</strong>s D, Garini G, Sessa A, Basile C, Alpa M, Scanziani R, Sorba G, Zoccali C, Remuzzi G for the REIN-2 Study<br />

group. Blood-pressure control for renoprotection in patients with non-<strong>di</strong>abetic chronic renal <strong>di</strong>sease (REIN-2):<br />

multicentre, randomised controlled trial. Lancet 365:939-946, 2005.<br />

• Schieppati A, Perna A, Zamora J, Giuliano AG, Braun N, Remuzzi G. Immunosuppressive treatment for i<strong>di</strong>opathic<br />

membranous nephropathy in adults with nephrotic syndrome. Cochrane Database Syst Rev. Oct 18(4):CD004293, 2004<br />

• Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Bruno S, Iliev IP, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> F, Ganeva M, Ene-<br />

Iordache B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G. Preventing microalbuminuria in type 2<br />

<strong>di</strong>abetes. N Engl J Med 351(19)1941-51, 2004.<br />

• The BENEDICT Group. The Bergamo NEphrologic Diabetes Complications Trial (BENEDICT): design and baseline<br />

characteristics. Control Clin Trials 24(4): 442-461, 2003.<br />

• Plata R, Cornejo A, Arratia C, Anabaja A, Perna A, Dimitrov BD, Remuzzi G, Ruggenenti P for the Commission on<br />

Global Advancement of Nephrology (COMGAN), Research Subcommittee of the International Society of Nephrology.<br />

Angiotensin-converting-enzyme inhibition therapy in altitude polycythaemia: a prospective randomised trial. Lancet 359:<br />

663-66, 2002.<br />

Dario Cattaneo si è laureato in Farmacia nel 1996 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e si è<br />

specializzato in Farmacologia nel 2001 presso la stessa Università. Nel 2000 ha conseguito il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong><br />

“Specialista in Ricerca Farmacologica” presso l’ <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

(IRFMN). Nel 2005 ha ottenuto il titolo <strong>di</strong> Ph.D. presso la Open University <strong>di</strong> Londra, Inghilterra.<br />

Attività formative: nel 1997 Post Doctoral Fellow, IRFMN, Laboratorio <strong>di</strong> Farmacocinetica e Chimica<br />

Clinica; nel 2000 titolare della borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o “Girola”; dal 2001 al 2005 titolare della borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

“Monzino” presso l’IRFMN.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: farmacologia (farmacocinetica, farmaco<strong>di</strong>namica e farmacogenetica) <strong>di</strong> farmaci<br />

immunosoppressori, antivirali e ipolipidemizzanti; stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>slipidemie secondarie; valutazione <strong>di</strong><br />

approcci polifarmacologici per il trattamento delle nefropatie croniche progressive; valutazione della<br />

risposta umorale come pre<strong>di</strong>ttore <strong>di</strong> rigetto acuto e cronico dell’organo trapiantato.<br />

Ruoli: nel 1997 Ricercatore IRFMN, Laboratorio <strong>di</strong> Farmacocinetica e Chimica Clinica; dal 2006 Capo<br />

Unità <strong>di</strong> Farmacologia e Farmacogenetica, IRFMN Ranica, Bergamo; dal <strong>2007</strong> Coor<strong>di</strong>natore dei Progetti<br />

<strong>di</strong> Formazione Negri Bergamo e Villa Camozzi. Membro del Comitato Etico In<strong>di</strong>pendente dell’Ospedale<br />

“Bolognini” <strong>di</strong> Seriate (dal 2003) e del Comitato <strong>di</strong> Bioetica dell’Ospedale “E. Medea” <strong>di</strong> Lecco (dal<br />

2006). Dal 2005 è membro dell’e<strong>di</strong>torial board della rivista Current Clinical Pharmacology e<br />

dell’International Association of Therapeutic Drug Monitoring and Clinical Toxicology (IATDMCT). Dal<br />

2006 è membro della Società Italiana <strong>di</strong> Farmacologia (SIF).<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Baldelli S, Merlini S, Cattaneo D, Nicastri A, Bartolini B, Perico N, Remuzzi G. “C-440T/T-331C polymorphisms in the<br />

UGT-1A9 gene affect the pharmacokinetics of mycophenolic acid in renal transplant recipients”. Pharmacogenomics, <strong>2007</strong>,<br />

8:1127-1141<br />

• Ripamonti D, Cattaneo D, Airol<strong>di</strong> M, Frigerio L, Bertuletti P, Ruggeri M, Suter F, Maggiolo F. Atazanavir plus low-dose<br />

ritonavir in pregnancy: pharmacokinetics and placental transfer. AIDS <strong>2007</strong>; 21:2409-2415<br />

• Cattaneo D, Merlini S, Zenoni S, Baldelli S, Gotti E, Remuzzi G, Perico N. Influence of co-me<strong>di</strong>cation with sirolimus or<br />

cyclosporine on mycophenolic acid pharmacokinetics in kidney transplantation. Am J Transplant. 2005 Dec;5(12):2937-44.<br />

• Cattaneo D, Gotti E, Perico N, Bertolini G, Kainer G, Remuzzi G. Cyclosporine formulation and Kaposi's sarcoma after renal<br />

transplantation. Transplantation. 2005 Sep 27;80(6):743-8.<br />

• Perico N, Cattaneo D, Sayegh MH, Remuzzi G. Delayed graft function in kidney transplantation. Lancet. 2004 Nov 13-<br />

19;364(9447):1814-27.<br />

Giulia Gherar<strong>di</strong> ha conseguito la Maturità Scientifica nel 1989 presso il Liceo Scientifico Marie Curie <strong>di</strong><br />

Zogno (Bergamo) e il Diploma <strong>di</strong> Infermiere Professionale nel 1995 presso la Scuola per Infermieri<br />

Professionali dell'Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo.<br />

Attività formative: ha ottenuto l’attestato <strong>di</strong> Infermiere Professionale <strong>di</strong> Ricerca Clinica (1997) presso<br />

l’IRFMN svolgendo la sua attività presso il Centro Daccò.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: aspetti metodologici riferiti a stu<strong>di</strong> clinici randomizzati a lungo termine in ambito<br />

nefrologico e <strong>di</strong>abetologico; organizzazione e monitoraggio dei trial.<br />

Ruoli: dal l997 al 2003 co-organizzatrice, relatrice, correlatrice e tutor del Corso per Infermieri<br />

Professionali <strong>di</strong> Ricerca Clinica presso l’IRFMN; dal 1997 al 1999 ha svolto le mansioni <strong>di</strong> Monitor <strong>di</strong><br />

290<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Ricerca Clinica presso l’IRFMN - Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò);<br />

dal 2000 è responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Monitoraggio dei Farmaci presso la sede <strong>di</strong> Ranica.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• Ruggenenti P, Perna A, Gherar<strong>di</strong> G, Garini G, Zoccali C, Salvadori M, Scolari F, Schena FP, Remuzzi G.<br />

Renoprotective properties of ACE-inhiition in non-<strong>di</strong>abetic nephropathies with non-nephrotic proteinuria. Lancet.<br />

1999 Jul 31; 354 (9176): 359 – 64.<br />

• Ruggenenti P, Perna A, Zoccali C, Gherar<strong>di</strong> G, Benini R, Testa A, Remuzzi G. Chronic proteinuric nephropathies. II.<br />

Outcomes and response to treatment in a prospective cohort of 352 patients: <strong>di</strong>fferences between women and men in<br />

relation to the ACE polymorphism. Gruppo Italiano <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Nefrologia. J Am Soc Nephrol. 2000<br />

Jan; 11 (1): 88–96.<br />

• Ruggenenti P, Perna A, Gherar<strong>di</strong> G, Benini R, Remuzzi G. Chronic proteinuric nephropathies: outcomes and response<br />

to treatment in a prospective cohort of 352 patients with <strong>di</strong>fferent patterns of renal injury. Am J Kidney Dis. 2000 Jan;<br />

35 (6): 1155–65.<br />

• Remuzzi G, Lesti M, Gotti E, Ganeva M, Dimitrov BD, Ene-Iordache B, Gherar<strong>di</strong> G, Donati D, Salvadori M, Sandrini S,<br />

Valente U, Segoloni G, Mourad G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Bosmans JL, Perico N, Ruggenenti P, for the<br />

MY.S.S. Group. Mycophenolate mofetil versus azathioprine for prevention of acute rejection in renal transplantation<br />

(MYSS): a randomized trial. Lancet. 2004 Aug 7; 364: 503 – 12.<br />

• Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova Ilieva A, Bruno S, Petro Iliev I, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> A, Ganeva<br />

M, Ene-Iordache B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G, for the Bergamo Nephrologic<br />

Diabetes Complications Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 <strong>di</strong>abetes. N Engl J<br />

Med. 2004; 351: 1941-51.<br />

• Gaspari F, Ferrari S, Stucchi N, Centemeri E, Carrara F, Pellegrino M, Gherar<strong>di</strong> G, Gotti E, Segoloni G, Salvadori M,<br />

Rigotti P, Valente U, Donati D, Sandrini S, Sparacino V, Remuzzi G and Perico N on the behalf of the MY.S.S. study<br />

investigators. Performance of <strong>di</strong>fferent pre<strong>di</strong>ction equations for estimating renal function in kidney transplantation.<br />

American Journal of Transplantation. 2004; 4: 1826-1835.<br />

Aneliya Parvanova Ilieva si è laureata in Me<strong>di</strong>cina nel 1988 presso la Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Università <strong>di</strong><br />

Tracia (prima Università <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina), Stara Zagora, Bulgaria, e si è specializzata in Farmacologia presso<br />

il Dipartimento <strong>di</strong> Farmacologia, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Università <strong>di</strong> Tracia, Stara Zagora, Bulgaria.<br />

Attività formative: 1993: Corso <strong>di</strong> sperimentazione con isolati, Accademia Bulgara delle Scienze, Sofia.<br />

1998: Visitatore scientifico, IRFMN, Bergamo, Italia.1998: Professionalità nel metodo <strong>di</strong> misurazione<br />

dell’insulino sensitività (tecnica <strong>di</strong> clamp iperinsulinemico euglicemico) e nella misurazione della<br />

filtrazione glomerulare (clearance plasmatica dello iohexolo).<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: prevenzione primaria e secondaria e il ruolo del insulino-resistenza e<br />

iperomocisteinemia delle complicanze croniche del <strong>di</strong>abete mellito (nefropatia, retinopatia e neuropatia<br />

<strong>di</strong>abetiche).<br />

Ruoli: ha partecipato in qualità <strong>di</strong> Investigator in stu<strong>di</strong> clinici e ricerche cliniche. Dal 2000 è Capo Unità<br />

Fasi Precoci dell’Utilizzo dei Farmaci nell’Uomo presso il Centro Daccò. E’ membro dell’Associazione<br />

Me<strong>di</strong>ci Bulgari (1989), dell’Associazione Farmacologi Bulgari (1990)e dell’Associazione Ricercatori<br />

Bulgari (dal 1991).<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• Parvanova A, Chiurchiu C, Ruggenenti P, Remuzzi G. Inhibition of the renin-angiotensin system and car<strong>di</strong>o-renal<br />

protection: focus on losartan and angiotensin receptor blockade. Expert Opinion on Pharmacotherapy 2005 Sep; 6<br />

(11):1931-1942.<br />

• Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova A, Bruno S, Iliev I, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> F, Ganeva M, Ene-<br />

Iordache, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini A, Remuzzi G. Preventing Microalbuminuria in Type 2<br />

Diabetes. NEJM 2004;351(19):1941-51.<br />

• Parvanova A, Iliev I, Filipponi M, Dimitrov BD, Vedovato M, Tiengo A, Trevisan R, Remuzzi G, Ruggenenti P. Insulin<br />

resistance and proliferative retinopathy: a cross-sectional, case-control study in 115 patients with type 2 <strong>di</strong>abetes. J Clin<br />

Endocrinol Metab 2004 Sep; 89(9):4371-6.<br />

• The BENEDICT Group. The Bergamo Nephrologic DIabetes Complications Trial (BENEDICT): design and baseline<br />

characteristics. Controlled Clinical Trials 2003; 24:442-461.<br />

• Parvanova A, Iliev I, Dimitrov BD, Arnol<strong>di</strong> F, Zaletel J, Remuzzi G, Ruggenenti P. Hyperhomocysteinemia and<br />

increased risk of retinopathy: a cross-sectional, case-control study in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes. Diabetes Care 2002;<br />

25 (12): 2361.<br />

291<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />

Il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale è stato istituito nel 1999 presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />

Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” – Villa Camozzi, Ranica per coor<strong>di</strong>nare le<br />

attività <strong>di</strong> tre laboratori e due unità.<br />

Il Dipartimento si de<strong>di</strong>ca in principal modo allo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> progressione delle<br />

nefropatie croniche e alla definizione <strong>di</strong> nuove strategie <strong>di</strong> prevenzione/trattamento della<br />

nefropatia <strong>di</strong>abetica, delle nefropatie croniche non <strong>di</strong>abetiche, della nefropatia cronica del<br />

trapianto, delle complicanze car<strong>di</strong>ovascolari del paziente <strong>di</strong>abetico, nefropatico, <strong>di</strong>alizzato o<br />

trapiantato e delle microangiopatie trombotiche.<br />

Gli obiettivi principali <strong>di</strong> queste attività sono:<br />

1. Identificare strategie <strong>di</strong> screening e intervento atte a prevenire l’insorgenza della nefropatia e<br />

<strong>di</strong> altre complicanze croniche nel paziente <strong>di</strong>abetico e/o iperteso<br />

2. Definire strategie <strong>di</strong> intervento per prevenire o rallentare la progressione delle nefropatie<br />

croniche ed eventualmente ottenere una remissione/regressione del danno renale<br />

3. Ottimizzare i protocolli <strong>di</strong> terapia immunosoppressiva nel trapianto col fine ultimo <strong>di</strong> ottenere<br />

la tolleranza dell’organo trapiantato e identificare nuovi criteri <strong>di</strong> selezione dei donatori per<br />

aumentare il pool <strong>di</strong> organi <strong>di</strong>sponibili.<br />

Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso le seguenti modalità operative principali:<br />

1. stu<strong>di</strong> pilota <strong>di</strong> fisiopatologia e farmacologia clinica realizzati interamente presso il Centro <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerche</strong> Cliniche per testare nuove ipotesi patogenetiche e nuove modalità <strong>di</strong> intervento;<br />

2. realizzazione <strong>di</strong> network e coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> trial multicentrici nazionali e internazionali per<br />

verificare l’efficacia <strong>di</strong> nuovi trattamenti identificati nelle fasi <strong>di</strong> cui in 1.<br />

3. metanalisi e sviluppo <strong>di</strong> modelli probabilistici per testare fattori <strong>di</strong> rischio e trattamenti su<br />

gran<strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> pazienti e verificarne il valore pre<strong>di</strong>ttivo e l’efficacia a livello in<strong>di</strong>viduale.<br />

Molte <strong>di</strong> queste attività si avvalgono <strong>di</strong> una stretta collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina Molecolare, il Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria e il Dipartimento Pubblico-Privato <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina Specialistica e dei Trapianti col fine ultimo <strong>di</strong> programmare le attività <strong>di</strong> ricerca<br />

clinica del Dipartimento alla luce delle conoscenze che derivano dalla ricerca <strong>di</strong> base e delle<br />

problematiche che emergono dall’ attività clinica <strong>di</strong> routine.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Definizione e validazione <strong>di</strong> trattamenti specifici atti a prevenire l'insorgenza delle nefropatie in<br />

pazienti affetti da <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2;<br />

Definizione e validazione <strong>di</strong> nuovi protocolli integrati <strong>di</strong> trattamento atti a rallentare la<br />

progressione e/o ottenere la remissione/regressione delle nefropatie croniche <strong>di</strong>abetiche e non<br />

<strong>di</strong>abetiche;<br />

Definizione <strong>di</strong> un protocollo informatizzato (Remission Clinic) da utilizzarsi in rete nell’ambito<br />

<strong>di</strong> un Network multicentrico finalizzato alla regressione/remissione delle nefropatie<br />

proteinuriche progressive nella pratica clinica ospedaliera<br />

Caratterizzazione dell’effetto antiproteinurico, nefroprotettivo e car<strong>di</strong>oprotettivo dell’inibizione<br />

massimale e polifarmacologica del sistema renina angiotensina;<br />

Identificazione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio acquisiti o congeniti per lo sviluppo <strong>di</strong> complicanze croniche<br />

del <strong>di</strong>abete;<br />

292<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Definizione e validazione <strong>di</strong> trattamenti specifici per la nefropatia membranosa i<strong>di</strong>opatica e la<br />

sindrome emolitico uremica associata a deficit genetici <strong>di</strong> fattori del complemento;<br />

Definizione e validazione <strong>di</strong> nuove meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> laboratorio e <strong>di</strong> modelli pre<strong>di</strong>ttivi per il<br />

monitoraggio e ottimizzazione della terapia immunosoppressiva nel trapianto;<br />

Definizione e validazione <strong>di</strong> nuovi criteri <strong>di</strong> selezione ed allocazione <strong>di</strong> reni da donatori<br />

marginali per aumentare il pool <strong>di</strong> donatori e l’attività <strong>di</strong> trapianto<br />

Ottimizzazione <strong>di</strong> procedure <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnostica e monitoraggio ecodoppler delle complicanze<br />

vascolari del paziente trapiantato ed emo<strong>di</strong>alizzato;<br />

Finalizzazione e avvio <strong>di</strong> trials clinicici multicentrici finalizzati alla prevenzione della<br />

nefropatia <strong>di</strong>abetica, della progressione delle nefropatie croniche proteinuriche e del rigetto<br />

acuto e cronico del trapianto e alla identificazione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio e promotori <strong>di</strong> danno<br />

d’organo;<br />

Computerizzazione delle procedure <strong>di</strong> acquisizione e monitoraggio dei dati nella conduzione <strong>di</strong><br />

trials clinici controllati.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Lombar<strong>di</strong>a<br />

- Ospedale C. Cantù, Abbiategrasso (MI)<br />

- Ospedale Civile <strong>di</strong> Asola, Asola (MN)<br />

- Ospedale Fenaroli, Alzano Lombardo (BG)<br />

- Azienda Ospedaliera OO.RR., Bergamo<br />

- Ospedale Caduti Bollatesi, Bollate (MI)<br />

- Azienda Ospedaliera Spedali Civili, Brescia<br />

- Ospedale San Biagio, Clusone (BG)<br />

- Ospedale S. Anna, Como<br />

- Azienda Ospedaliera Istituti Ospedalieri, Cremona<br />

- Ospedale <strong>di</strong> Desio (MI)<br />

- Ospedale Briolini, Gazzaniga (BG)<br />

- Azienda Ospedaliera <strong>di</strong> Melegnano, Melegnano – Vizzolo Predabissi (MI)<br />

- Ospedale San Leopoldo Man<strong>di</strong>c, Merate (LC)<br />

- Ospedale Maggiore Policlinico, Milano<br />

- Ospedale Provinciale San Carlo Borromeo, Milano<br />

- Azienda Ospedaliera - Polo Universitario L. Sacco, Milano<br />

- Ospedale Fatebenefratelli, Milano<br />

- Ospedale Niguarda Ca' Granda, Milano<br />

- Clinica Pe<strong>di</strong>atrica “G. e D. De Marchi’, Milano<br />

- Ospedale San Raffaele, Milano<br />

- Ospedale Pe<strong>di</strong>atrico <strong>di</strong> Montichiari, Montichiari (BS)<br />

- Ospedale San Gerardo, Monza (MI)<br />

- Istituti Clinici Zucchi, Monza (MI)<br />

- Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna e Terapia Me<strong>di</strong>ca, Pavia<br />

- Centro Anti<strong>di</strong>abetico, Ponte San Pietro (BG)<br />

- Azienda Ospedaliera Ospedale Treviglio Caravaggio, Romano <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a (BG)<br />

293<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

- <strong>Istituto</strong> clinico Humanitas, Rozzano (MI)<br />

- Ospedale Bolognini, Seriate (BG)<br />

- Azienda Ospedaliera Ospedale Treviglio Caravaggio, Treviglio (BG)<br />

- Ospedale Regionale <strong>di</strong> Circolo Fondazione Macchi, Varese<br />

- USL 60, Unità Operativa <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi, Vimercate (LC)<br />

Piemonte<br />

- Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carli, Cuneo<br />

- Ospedale Civile, Ivrea<br />

- A.S.O. Maggiore della Carità, Novara<br />

- Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista, Torino<br />

- Ospedale Mauriziano Umberto I, Torino<br />

- Ospedale Regina Margherita, Torino<br />

- Ospedale Martini, Torino<br />

- Ospedale Luigi Einau<strong>di</strong>, Torino<br />

Veneto, Trentino Alto-A<strong>di</strong>ge e Friuli Venezia Giulia<br />

- Casa <strong>di</strong> Cura Abano Terme, Abano Terme (PD)<br />

- Ospedale Civile, Belluno<br />

- Ospedale S. Giacomo Apostolo, Castelfranco Veneto, Treviso<br />

- Ospedale Provinciale Umberto I, Mestre (VE)<br />

- Ospedale Giustinianeo, Padova<br />

- Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Padova<br />

- Ospedale Civile, Padova<br />

- Ospedale S. Camillo dé Lellis, Schio (VI)<br />

- Ospedale Regionale Santa Maria dei Battuti, Treviso<br />

- Ospedale Ca’ Fondello, Divisione Nefrologia e Dialisi, Treviso<br />

- Ospedale Civile Maggiore Borgo Trento, Verona<br />

- Ospedale Policlinico Borgo Roma, Verona<br />

- Ospedale Civile San Bortolo, Vicenza<br />

- Ospedale Santa Chiara, Trento<br />

- <strong>Istituto</strong> Scientifico per l'infanzia Burlo Garofalo, Trieste<br />

- Ospedale S. Antonio, S. Daniele del Friuli, U<strong>di</strong>ne<br />

- Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, Centro Trapianti Fegato-Rene-Pancreas, U<strong>di</strong>ne<br />

Liguria, Emilia Romagna e Toscana<br />

- Azienda Ospedaliera San Martino, Genova<br />

- <strong>Istituto</strong> “G. Gaslini”, Genova<br />

- Ospedale S. Orsola Malpighi, Bologna<br />

- Ospedale Policlinico, Modena<br />

- <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Clinica Me<strong>di</strong>ca e Nefrologia, Parma<br />

- Ospedale Santa Maria delle Croci, Ravenna<br />

- Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia<br />

- Ospedale Santa Maria Annunziata, Bagno a Ripoli, Firenze<br />

- Azienda Ospedaliera Careggi-Monna Tessa, Firenze<br />

- Ospedale Nuovo “S. Giovanni <strong>di</strong> Dio”, Firenze<br />

- Azienda Ospedaliera Meyer, Firenze<br />

- Ospedale <strong>di</strong> S. Miniato, S. Miniato (FI)<br />

- Azienda Ospedaliera Cisanello, Pisa<br />

- Ospedale <strong>di</strong> Pistoia, Pistoia<br />

294<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Marche<br />

- Ospedale Regionale Torrette, Torrette <strong>di</strong> Ancona, Ancona<br />

- Ospedale I.N.R.C.A., Ancona<br />

- Azienda Ospedaliera S. Salvatore, Pesaro<br />

Lazio, Basilicata e Campania<br />

- Ospedale Polispecializzato, Anzio, Roma<br />

- Ospedale Fatebenefratelli, Roma<br />

- Ospedale Pe<strong>di</strong>atrico Bambino Gesù, Roma<br />

- Policlinico Gemelli, Roma<br />

- Ospedale Policlinico Umberto I, Roma<br />

- Ospedale San Camillo Forlanini, Roma<br />

- Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma<br />

- Dipartimento <strong>di</strong> Biopatologia Umana, Università La Sapienza, Roma<br />

- Ospedale Grande degli Infermi, Viterbo<br />

- Ospedale Riuniti, Matera<br />

- Azienda Ospedaliera Ospedale Civile, Caserta (NA)<br />

- Università Federico II <strong>di</strong> Napoli, Cattedra <strong>di</strong> Nefrologia, Napoli<br />

- Università <strong>di</strong> Napoli, Policlinico Nuovo, Napoli<br />

- Azienda Ospedaliera “S. G. <strong>di</strong> Dio e Ruggi d’Aragona”, Salerno<br />

Abruzzo<br />

- Ospedale G. Bernabeo, Ortona, Chieti<br />

- Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero “San Massimo”, Penne (PE)<br />

- Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero "G.Mazzini", Teramo<br />

Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna<br />

- Ospedale Regionale “Miulli”, Acquaviva delle Fonti, Bari<br />

- Ospedale Pe<strong>di</strong>atrico “Giovanni XXIII”, Bari<br />

- Ospedale Policlinico, Bari<br />

- Azienda Ospedaliera V.Fazzi, Lecce<br />

- Ospedale Casa Sollievo dalla Sofferenza, S.Giovanni Rotondo (FG)<br />

- Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> Martina Franca, Martina Franca, Taranto<br />

- A.U.S.L. TA/1 - Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero, Taranto<br />

- Azienda Ospedaliera Ospedale Pugliese Ciaccio, Catanzaro<br />

- Ospedale dell'Annunziata, Cosenza<br />

- Centro <strong>di</strong> Fisiologia Clinica del CNR, Divisione <strong>di</strong> Nefrologia, Reggio Calabria<br />

- Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”, Reggio Calabria<br />

- Ospedale “N. Giannettasio”, Rossano Calabro, Cosenza<br />

- Nuovo Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero, Acireale, Catania<br />

- Azienda Ospedaliera "Ferrarotto", Catania<br />

- Ospedale Zonale Maggiore, Mo<strong>di</strong>ca (RG)<br />

- Ospedale Civico, Palermo<br />

- Ospedale “V. Cervello”, Palermo<br />

- Azienda Ospedaliera "Umberto I", Siracusa<br />

- Azienda Sanitaria G. Brotzu, Ospedale San Michele, Cagliari<br />

- <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Clinica e Biologia dell’Età Evolutiva, Cagliari<br />

- Ospedale A. Segni, Ozieri, Sassari<br />

- Ospedale SS. Annunziata, Sassari<br />

- <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Patologia Speciale Me<strong>di</strong>ca dell'Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sassari<br />

- Ospedale Policlinico, Sassari<br />

295<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Umbria<br />

- Azienda Ospedaliera <strong>di</strong> Perugia, Perugia<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

- University Me<strong>di</strong>cal Center, Ljubljana Slovenia<br />

- University Hospital Ziekenhuius, Edegem Antwerpen, Belgio<br />

- Clinique de Nephrologie-Dialyse Chu Brugmann, Bruxelles, Belgio<br />

- University Ziekenhuius Gent, Gent, Belgio<br />

- U.Z. Gasthuisberg, Leuven, Belgio<br />

- General Hospital Maria Middelares, Sint Niklaas, Belgio<br />

- University of Groningen, AV Groningen, Olanda<br />

- Academisch Ziekenhuis, Maastricht, Olanda<br />

- Thracian University, Stara Zagora, Bulgaria<br />

- The Birmingham Children's Hospital, Birmingham, Inghilterra<br />

- Guy’s Hospital, London, Inghilterra<br />

- Manchester Children's Hospital, Manchester, Inghilterra<br />

- Nottingham City Hospital, Nottingham, Inghilterra<br />

- Aalborg Hospital, Aalborg, Denmark<br />

- Nephrological Department, University of Copenaghen, Copenaghen, Danimarca<br />

- Steno Diabetes Center, Gentofte, Danimarca<br />

- Department of Nephrology, Odense University Hospital, Odense, Danimarca<br />

- Department of Nephrology, Sahlgrenska University Hospital, Goteborg, Svezia<br />

- Ospedale San Giovanni, Bellinzona, Svizzera<br />

- Department of Nephrology, University of Wien, Wien, Austria<br />

- Carl Thiem Klinikum, Cottbus, Germania<br />

- Klinikum der Johann Wolfgang, Frankfurt am Main, Germania<br />

- Arbeitsgruppe fyr Biomolekulare Me<strong>di</strong>zin, Hamburg, Germania<br />

- Univeristatklinik Heidelberg, Heidelberg, Germania<br />

- Me<strong>di</strong>zinische Klinik, Mannheim, Germania<br />

- Luitpold Krankenhaus Med. Universitatklinik/Dialyse, Wurzburg, Germania<br />

- Hospital Ntra Sra. de Sonsoles, Avila, Spagna<br />

- Hospitalet de Llobregat, Institut Català de la Salut, Barcellona, Spagna<br />

- Fundacion Jimenez Diaz, Madrid, Spagna<br />

- Hospital Clinico Martin Logas, Madrid, Spagna<br />

- Hospital 12 de Octubre, Madrid, Spagna<br />

- Hospital Gregorio Maranon, Madrid, Spagna<br />

- Hospital La Paz, Madrid, Spagna<br />

- Hospital Puerta de Hierro, Madrid, Spagna<br />

- Hospital Ramon y Cajal, Madrid, Spagna<br />

- Hospital Severo Ochoa, Leganes, Madrid, Spagna<br />

- Hospital Universitario de Tarragona Joan XXIII, Tarragona, Spagna<br />

- Hospital Garcia de Orta, Almada, Portogallo<br />

296<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

- Brigham & Women's Hospital, Boston, USA<br />

- Hennepin County Me<strong>di</strong>cal Center, Minneapolis, USA<br />

- SIU School of Me<strong>di</strong>cine, Springfield, USA<br />

- The Toronto Hospital, Toronto, Canada<br />

- INCUCAI, Buenos Aires, Argentina<br />

- Hospital Italiano de Buenos Aires, Buenos Aires, Argentina<br />

- Hospital Regional de Val<strong>di</strong>via, Val<strong>di</strong>via, Cile<br />

- Soroka Me<strong>di</strong>cal Center, Beer Sheva, Israele<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Journal of the American Society of Nephrology (Piero Ruggenenti)<br />

Journal of Nephrology (Piero Ruggenenti)<br />

Current Diabetes Reviews (Piero Ruggenenti)<br />

Clinical Journal of the American Society of Nephrology (Piero Ruggenenti)<br />

Current Pharmacology Reviews (Dario Cattaneo)<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

American Journal of Physiology-Renal Physiology<br />

American Journal of Kidney Diseases<br />

American Journal of Transplantation<br />

British Journal of Haematology<br />

Journal of the American Society of Nephrology (JASN)<br />

Clinica Chmica ACTA<br />

Clinical Biochemistry<br />

Clinical Chemistry<br />

Clinical Journal of the American Society of Nephrology (CJASN)<br />

Clinical Pharmacology & Therapeutics<br />

Current Clinical Pharmacology<br />

Current Diabetes Reviews<br />

Diabetes<br />

Diabetic Me<strong>di</strong>cine<br />

Drugs<br />

Expert Opinion on Pharmacotherapy<br />

Future Me<strong>di</strong>cine<br />

Hypertension<br />

Journal of Clinical Investigation<br />

Journal of Chromatographic Sciences<br />

Journal of Clinical Pharmacology<br />

Journal of Immunology<br />

Journal of Nephrology<br />

297<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Journal of PostGraduate Me<strong>di</strong>cine<br />

Kidney International<br />

Nature Me<strong>di</strong>cine<br />

Lancet<br />

Lupus<br />

New England Journal of Me<strong>di</strong>cine<br />

Nephrology Dialysis and Transplantation<br />

Pe<strong>di</strong>atric Nephrology<br />

Pe<strong>di</strong>atric Transplantation<br />

Plos<br />

Talanta<br />

Therapy<br />

Transplant Immunology<br />

Transplantation<br />

WHO Bullettin<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

DIPARTIMENTO<br />

C-440T/T-331C polymorphisms in the UGT-1A9 gene affect the pharmacokinetics of<br />

mycophenolic acid in renal transplant recipients”. All’interno dell’ American Transplant<br />

Congress, San Francisco, 5-9 Maggio, <strong>2007</strong>.<br />

“Pharmacokinetics of mycophenolic acid after the conversion from mycophenolate so<strong>di</strong>um to<br />

the mofetil formulation in kidney transplant recipients”. All’interno dell’ IATDMCT Meeting,<br />

Nizza, Settembre <strong>2007</strong>.<br />

“Blood cell count and lipid lowering therapy affect sirolimus exposure in kidney transplant<br />

recipients on calcineurin inhibitor-free regimen”. All’interno dell’IATDMCT Meeting, Nizza,<br />

Settembre <strong>2007</strong>.<br />

“Farmacocinetica degli immunosoppressori: update su acido micofenolico”. All’interno del<br />

corso <strong>di</strong> aggiornamento Roche, Isola <strong>di</strong> Capo Rizzuto, 19 Settembre <strong>2007</strong>.<br />

“Statine, <strong>di</strong>slipidemia e nuovi ipolipemizzanti”. All’interno del convegno: Nefropatie croniche e<br />

complicanze car<strong>di</strong>ovascolari. Ranica 1 Dicembre <strong>2007</strong>.<br />

Conference “Clinical management of hyperglicemia and metabolic syndrome”, Treviglio, Italia,<br />

17 Novembre <strong>2007</strong><br />

Tenth International Conference on Endothelin, Bergamo, Italia, 16-19 Settembre <strong>2007</strong><br />

International Workshop ”Endocannabinoids in Endocrinology, Metabolism and Car<strong>di</strong>ovascular<br />

Disease”, Padua, Italy, 5-7 Luglio, <strong>2007</strong><br />

Retraining course of BLS-D “BASIC LIFE SUPPORT - EARLY DEFIBRILATION”. 28 Marzo <strong>2007</strong><br />

Investigator meeting – Clinical trial PLANET, Barcelona, 9-12 Marzo, <strong>2007</strong><br />

Society for Clinical rials, Montreal Canada, 20-23 Maggio <strong>2007</strong><br />

“Progression of chronic renal <strong>di</strong>sease – The state of the art and an update”<br />

298<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

10 th International Symposium of Nephrology at Montecatini – Montecatini Terme, Italia, 22-24<br />

Marzo , <strong>2007</strong><br />

Roche Aleglitazar Investigator Meeting, Istanbul, Turkey, 17-20 Aprile , <strong>2007</strong><br />

“Il laboratorio in nefrologia” - 5° Incontro Nefrologico a Viterbo, 8 giugno <strong>2007</strong><br />

TRIE Advisory Council Meeting, Bruxelles, 13 giugno , <strong>2007</strong><br />

WHO Meeting on Priority Me<strong>di</strong>cal Devices, Ginevra, 15 Ottobre , <strong>2007</strong><br />

VAM Almirall <strong>2007</strong>. Vascular Disease: A multi<strong>di</strong>sciplinary approach, “Nephroprotection”,<br />

Barcellona, 26-27 gennaio, <strong>2007</strong>.<br />

Aspreva’s Renal Strategy Meeting, Amsterdam, 23 febbraio, <strong>2007</strong>.<br />

CME Course. Proteinuria in renal transplantation: Pathophysiology, Diagnosis, Treatment,<br />

“Post transplant HUS: new ways to prevention and treatment”, Firenze, marzo, <strong>2007</strong>.<br />

XLIV ERA-EDTA Congress, Literature Update “Diabetic and non-<strong>di</strong>abetic progressive<br />

nephropathies”, Barcellona, 21-24 giugno, <strong>2007</strong>.<br />

48° Congresso Nazionale SIN, “Il rene policistico dell’adulto: stiamo uscendo dal tunnel?”,<br />

Fiera del Levante – Bari, 7-10 ottobre , <strong>2007</strong>.<br />

Car<strong>di</strong>o Kidney Diabetes (CKD) Global Consensus Conference, Chicago, IL, 17-19 Ottobre ,<br />

<strong>2007</strong>.<br />

39° Corso <strong>di</strong> Aggiornamento in Nefrologia e Meto<strong>di</strong>che Dialitiche, “Role and Organization of<br />

Remission Clinics”, 6-9 Milano, <strong>2007</strong><br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco)<br />

PKD Foundation<br />

Abbott GmbH & Co.<br />

Astrazeneca SPA<br />

ACRAF Spa (Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco)<br />

Chiesi Farmaceutici<br />

Dompè Spa<br />

Farmaceutici Damor SpA<br />

King Pharmaceuticals Inc.<br />

Novartis Farma<br />

Roche SpA<br />

Sanofi-Aventis Spa<br />

Sigma Tau Spa<br />

Solvay Pharmaceuticals<br />

Speedel Pharma Ltd<br />

299<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Noris M, Casiraghi F, Todeschini M, Crave<strong>di</strong> P, Cugini D, Monteferrante G, Aiello S, Cassis L, Gotti E, Gaspari F,<br />

Cattaneo D, Perico N, Remuzzi G. “Lymphopenia and calcineurin signalling expand T regulatory cells in human<br />

recipients of organ transplantation”. JASN <strong>2007</strong>, 18:1007-1018.<br />

Cattaneo D. Does IgA nephropathy affect long-term graft outcome after kidney transplantation? J PostGrad Med,<br />

<strong>2007</strong>, 53:84.<br />

Corna D, Sangalli F, Cattaneo D, Carrara F, Gaspari F, Remuzzi A, Zoja C, Benigni A, Perico N, Remuzzi G.<br />

“Effects of rosuvastatin on glomerular capillary size-selectivity function in rats with renal mass ablation”. Am J<br />

Nephrol <strong>2007</strong>, 27:630-638.<br />

Baldelli S, Merlini S, Cattaneo D, Nicastri A, Bartolini B, Perico N, Remuzzi G. “C-440T/T-331C polymorphisms in<br />

the UGT-1A9 gene affect the pharmacokinetics of mycophenolic acid in renal transplant recipients”.<br />

Pharmacogenomics, <strong>2007</strong>, 8:1127-1141.<br />

Carlucci F, Anzini M, Rovini M, Cattaneo D, S. Merlini S, Tabucchi A .”Development of a capillary electrophoresis<br />

method for the determination of mycophenolic acid in human plasma: a comparison with HPLC”. Electrophoresis<br />

<strong>2007</strong>, 28:3908-3914.<br />

Cattaneo D, Cortinovis M, Baldelli S, Bitto A, Gotti E, Remuzzi G, Perico N. Pharmacokinetics of mycophenolate<br />

so<strong>di</strong>um and comparison with the mofetil formulation in stable kidney transplant recipients. CJASN <strong>2007</strong>, 2: 1147-<br />

1155.<br />

Ripamonti D, Cattaneo D, Airol<strong>di</strong> M, Frigerio L, Bertuletti P, Ruggeri M, Suter F, Maggiolo F. Atazanavir plus lowdose<br />

ritonavir in pregnancy: pharmacokinetics and placental transfer. AIDS <strong>2007</strong>; 21:2409-2415.<br />

Crave<strong>di</strong> P, Ruggenenti P, Remuzzi G. Intensified inhibition of renin-angiotensin system: a way to improve renal<br />

protection? Curr Hypertens Rep. <strong>2007</strong>;9(5):430-6.<br />

Ruggenenti P, Crave<strong>di</strong> P, Remuzzi G. Latest treatment strategies for membranous nephropathy. Expert Opin<br />

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300<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

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Laboratorio <strong>di</strong> Biostatistica<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Estensione del follow-up dello stu<strong>di</strong>o Mycophenolate Steroid Sparing<br />

Study (MYSS): analisi finali<br />

I risultati dello stu<strong>di</strong>o MYSS non avevano evidenziato <strong>di</strong>fferenze tra Mofetil Micofenolato<br />

(MMF) e Azatioprina (AZA), somministrati in aggiunta a ciclosporina Neoral e a steroi<strong>di</strong>,<br />

rispetto al numero <strong>di</strong> rigetti acuti in pazienti che avevano ricevuto un trapianto <strong>di</strong> rene da<br />

cadavere. I due farmaci avevano pari efficacia e sicurezza anche considerando i pazienti che, a<br />

sei mesi dal trapianto, erano riusciti a sospendere lo steroide. Alla luce del fatto che l’AZA costa<br />

circa 16 volte meno del MMF, questo dato forniva un forte razionale per preferire il secondo<br />

farmaco al primo. Tuttavia, a causa del periodo <strong>di</strong> follow-up relativamente breve, lo stu<strong>di</strong>o non<br />

era in grado <strong>di</strong> valutare l’effetto dei due trattamenti sull’incidenza e sulla velocità <strong>di</strong><br />

progressione della nefropatia cronica del trapianto, una con<strong>di</strong>zione caratterizzata dalla presenza<br />

<strong>di</strong> proteinuria e peggioramento della funzione del graft, associato a per<strong>di</strong>ta progressiva <strong>di</strong><br />

nefroni e fibrosi. Questo rappresenta un’informazione <strong>di</strong> importanza cruciale, in quanto la<br />

nefropatia cronica del trapianto costituisce, dopo la morte del paziente, la principale causa <strong>di</strong><br />

per<strong>di</strong>ta del graft nel lungo termine. Le analisi dei registri <strong>di</strong> trapianto americani hanno rilevato<br />

un effetto protettivo del MMF rispetto all’AZA sul declino della funzione renale a un anno dal<br />

trapianto ed una migliore sopravvivenza del graft a quattro anni. Nonostante i limiti relativi al<br />

<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> analisi retrospettive, questi dati limitano ulteriormente la possibilità <strong>di</strong> utilizzare i<br />

risultati dello stu<strong>di</strong>o MYSS come razionale per cambiare la pratica clinica attuale.<br />

Per comparare l’effetto <strong>di</strong> MMF e AZA sulla funzione e sopravvivenza del graft a lungo<br />

termine, abbiamo <strong>di</strong>segnato lo stu<strong>di</strong>o MYSS follow-up. Questo è un’estensione dello stu<strong>di</strong>o<br />

MYSS, in cui sono stati raccolti gli outcome a lungo termine delle due coorti <strong>di</strong> pazienti,<br />

mantenuti nel trattamento a cui erano stati randomizzati.<br />

I risultati hanno mostrato che anche gli outcome a lungo termine nei due gruppi <strong>di</strong> trattamento<br />

erano simili, sia considerando per i pazienti che erano riusciti a sospendere lo steroide, che per<br />

quelli ancora in terapia steroidea. Nel trapianto renale, quin<strong>di</strong>, non esiste alcun vantaggio a<br />

favore del MMF rispetto all’AZA in regimi immunosoppressivi che includono ciclosporina<br />

Neoral. Alla luce dei costi, i regimi immunosoppressivi nel trapianto renale dovrebbero<br />

includere l’AZA piuttosto che il MMF.<br />

301<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica: analisi finali<br />

Dal gennaio 1999 a Novembre 2004 pazienti afferenti all’Unità <strong>di</strong> Nefrologia dell’Azienda<br />

Ospedaliera ‘Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo’ con almeno 3 grammi <strong>di</strong> proteinuria nelle 24 ore per<br />

almeno sei mesi sono entrati nel Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica. I soggetti inclusi sono stati<br />

trattati e monitorati secondo un protocollo sequenziale, a gra<strong>di</strong>ni e multimodale il cui target si è<br />

riferito alla proteinuria. Dopo un periodo <strong>di</strong> ‘up-titration’ della durata <strong>di</strong> un mese I pazienti<br />

sono stati mantenuti in Ramipril (dosaggio: 2.5-20 mg al giorno) e Losartan (dosaggio: 50-200<br />

mg al giorno) secondo un dosaggio appropriato che teneva conto del controllo pressorio e della<br />

tollerabilità. Tre mesi dopo l’inclusione nel Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica a coloro che<br />

manifestavano un battito car<strong>di</strong>aco superiore a 60 battiti al minuto e che non ricevevano un betabloccante<br />

per un’in<strong>di</strong>cazione specifica, veniva prescritta una dose fissa (80 mg al giorno) <strong>di</strong> un<br />

calcio antagonista non <strong>di</strong>idropiri<strong>di</strong>nico (Verapamil), che, se ben tollerato, veniva innalzato ad<br />

una dose <strong>di</strong> 120 mg al giorno. Tre mesi più tar<strong>di</strong> veniva inoltre descritta una dose fissa (10 mg<br />

al giorno) <strong>di</strong> statina (Atorvastatin), che, se ben tollerata, veniva innalzata a 20 mg/<strong>di</strong>e. I soggetti<br />

sono stati visti ogni 3-6 mesi fino alla fine dello stu<strong>di</strong>o. Sono stati applicati dei criteri clinici <strong>di</strong><br />

interruzione per sicurezza/tollerabilità. Obiettivo dell’intervento è la riduzione della proteinuria<br />

delle 24 ore. Si sono definite a priori tre categorie <strong>di</strong> risposta, basate sulla proteinuria delle 24<br />

ore raggiunta dopo l’inclusione nel Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica: 1. proteinuria delle 24<br />

ore residua, persistentemente superiore a un grammo; 2. riduzione della proteinuria in un<br />

intervallo sub-clinico (uguale od inferiore a un grammo, ma superiore a 0.3 grammi in due visite<br />

consecutive); 3. riduzione della proteinuria a valori normali (uguale od inferiore a 0.3 grammi<br />

in due visite consecutive). La variabile principale <strong>di</strong> efficacia è la velocità <strong>di</strong> filtrazione<br />

glomerulare stimata. (eGFR). Altri endpoint ‘hard’ sono: mortalità per tutte le cause e per<br />

motivi car<strong>di</strong>ovascolari, così come il raggiungimento dell’uremia terminale. Tali endpoint sono<br />

stati considerati sia in<strong>di</strong>vidualmente, sia in un endpoint composito che li comprendeva tutti. I<br />

risultati <strong>di</strong> 56 pazienti consecutivi inclusi nel Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica sono stati<br />

confrontati con quelli <strong>di</strong> una coorte <strong>di</strong> pazienti proteinurici matchati per sesso, età e proteinuria<br />

in terapia solo con ACE inibitori. Risultati preliminari hanno mostrato che l’approccio della<br />

Remissione Clinica era più efficace nel ridurre la proteinuria rispetto a quello basato sul solo<br />

impiego <strong>di</strong> un ACE inibitore. La riduzione della proteinuria si traduceva poi in un<br />

miglioramento della funzione renale e in una riduzione degli eventi car<strong>di</strong>ovascolari.<br />

Preprocessamento <strong>di</strong> dati clinici ospedalieri per il confronto <strong>di</strong> terapie<br />

immunosoppressive in pazienti con trapianto renale.<br />

Dall’agosto 2005, l’Unità <strong>di</strong> Nefrologia degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo ha <strong>di</strong>segnato uno<br />

schema immunosoppressivo costituito da basse dosi <strong>di</strong> timoglobuline (RATG) associate a<br />

basiliximab. Tale terapia <strong>di</strong> induzione ha consentito l’adozione <strong>di</strong> protocolli immunosoppressivi<br />

senza steroi<strong>di</strong> e con basse dosi <strong>di</strong> micofenolato mofetil e ciclosporina. Allo scopo <strong>di</strong> rendere<br />

agevole l’analisi statistica dell’incidenza <strong>di</strong> rigetto acuto, degli effetti collaterali della terapia<br />

immunosoppressiva e della sopravvivenza dell’organo e del ricevente, sono state preprocessate,<br />

estratte ed elaborate le informazioni utili tramite software informatico. Per la raccolta dei dati ci<br />

si è riferiti al database relazionale Microsoft Access ® presente presso nell’Unità <strong>di</strong> Nefrologia,<br />

dove vengono raccolti e gestiti i dati relativi a tutti i pazienti assistiti. Dapprima è stato creato<br />

un programma automatico <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica per la classificazione delle patologie. Utilizzando i<br />

linguaggi SQL e Visual Basic sono state create maschere attraverso le quali l’utente è guidato a<br />

scegliere in modo univoco la descrizione della patologia, all’interno <strong>di</strong> una lista pre-definita. Per<br />

i dati precedentemente archiviati, è stati implementato un algoritmo che effettua una ricerca<br />

automatica delle parole chiave e aggiunge nel database il co<strong>di</strong>ce corrispondente alla patologia.<br />

Sono state poi estratte le informazioni relative all’anagrafica e alle visite <strong>di</strong> follow-up dei<br />

pazienti scelti per lo stu<strong>di</strong>o. Per queste ultime è stato implementato un algoritmo ad hoc che<br />

consente <strong>di</strong> ricercare la visita più vicina all’intervallo <strong>di</strong> tempo desiderato. I dati così estratti<br />

sono stati successivamente importati in SAS System ® e sottoposti ad analisi statistica.<br />

302<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Gli outcome dei pazienti che avevano ricevuto induzione con basse dosi <strong>di</strong> RATG associate a<br />

basiliximab (n=40) sono stati confrontati con quelli <strong>di</strong> una coorte <strong>di</strong> pazienti matchati per sesso<br />

ed età che non avevano ricevuto induzione. La prima coorte <strong>di</strong> pazienti aveva ricevuto una<br />

terapia immunosoppressiva <strong>di</strong> mantenimento con basse dosi <strong>di</strong> micofenolato mofetil (MMF) e<br />

ciclosporina (CsA). I pazienti ricevevano anche boli <strong>di</strong> metilprednisolone il giorno del trapianto<br />

e nel corso dei due giorni successivi. Da quel momento in poi i pazienti erano liberi da terapia<br />

steroidea. La coorte <strong>di</strong> pazienti controllo aveva ricevuto terapia <strong>di</strong> mantenimento con dosi<br />

standard <strong>di</strong> MMF e CsA. In questo gruppo <strong>di</strong> pazienti gli steroi<strong>di</strong> venivano somministrati fino al<br />

sesto mese, quin<strong>di</strong> si iniziava un progressivo tapering con l’obiettivo <strong>di</strong> sospenderli a partire dal<br />

nono mese post-trapianto.<br />

Risultati preliminari mostrano che la terapia <strong>di</strong> induzione combinata garantisce un’ottima<br />

prevenzione del rigetto acuto, senza steroi<strong>di</strong> e con basse dosi <strong>di</strong> MMF e CsA. La riduzione della<br />

terapia <strong>di</strong> mantenimento è associata a livelli pressori più bassi e ad un migliore profilo lipi<strong>di</strong>co.<br />

Inoltre, l’impiego <strong>di</strong> basse dosi <strong>di</strong> CsA garantisce una funzione renale migliore.<br />

BENEDICT Fase B: analisi finali<br />

La Fase B dello stu<strong>di</strong>o clinico multicentrico, randomizzato, in doppio-cieco denominato<br />

‘Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial’ (BENEDICT) ha permesso <strong>di</strong> valutare gli<br />

effetti della terapia con ACE-inibitore, da solo o in associazione con un calcio-antagonista non<strong>di</strong>idropiri<strong>di</strong>nico,<br />

sulla regressione verso la normoalbuminuria e sulla progressione verso la<br />

macroalbuminuria in pazienti con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2, ipertesi e microalbuminurici. Ha inoltre<br />

consentito <strong>di</strong> esplorare se tali effetti siano regolati dal polimorfismo Inserzione (I)/Delezione(D)<br />

del gene dell’ ACE. Complessivamente sono stati randomizzati 281 pazienti che hanno ricevuto<br />

un trattamento con trandolapril (2 mg al giorno) associato a verapamil (180 mg al giorno)<br />

oppure solo trandolapril (2 mg al giorno) e che sono stati seguiti me<strong>di</strong>amente per quattro anni e<br />

mezzo. Il controllo pressorio è stato fissato a 120/80 mmHg. Le variabili principali <strong>di</strong> efficacia<br />

sono la regressione verso la normoalbuminuria (albuminuria overnight 135 mg/dL,<br />

oppure da livelli inferiori se gia in trattamento con statine). Come obiettivi secondari sono stati<br />

valutati gli effetti delle terapie sopraccitate sui livelli <strong>di</strong> colesterolo totatale, apolipoproteine A1<br />

e B, trigliceri<strong>di</strong> e sui parametri <strong>di</strong> safety del trattamento. Abbiamo inoltre voluto verificare<br />

l’ipotesi secondo cui la correzione della <strong>di</strong>slipidemia potrebbe associarsi ad una riduzione<br />

dell’escrezione urinaria <strong>di</strong> albumina, espressa come valori me<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> 3 raccolte urinarie<br />

303<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

consecutive. Nel <strong>2007</strong> è stata completata la raccolta dei dati e sono state eseguite le analisi<br />

finali.<br />

Pre<strong>di</strong>zione del rischio in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> uremia terminale: il Registro <strong>di</strong><br />

Okinawa<br />

Il monitoraggio, la prevenzione ed il trattamento <strong>di</strong> soggetti a rischio <strong>di</strong> sviluppare uremia<br />

terminale basato su caratteristiche facilmente misurabili può aiutare a prevenire la malattia<br />

renale anche in popolazioni a basso rischio <strong>di</strong> svilupparla. Abbiamo esplorato la possibilità <strong>di</strong><br />

definire un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> uremia terminale detto ‘ Screening Renal Risk Index’ (SRRI)<br />

utilizzando sesso ed età del soggetto, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea, proteine urinarie misurate<br />

me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>pstick (UP) e pressione arteriosa me<strong>di</strong>a (MAP) in 106171 soggetti sottoposti a<br />

screening dal 1983 al 2000, inclusi nel database <strong>di</strong> Okinawa (Giappone). Complessivamente<br />

sono stati identificati 420 soggetti con uremia terminale. Come primo step, nel ‘training set’<br />

costituito da 74060 in<strong>di</strong>vidui (circa il 70% dei soggetti), seguiti per un follow-up <strong>di</strong> circa 18<br />

anni, è stato definito il rischio relativo e sono stati in<strong>di</strong>viduati dei livelli <strong>di</strong> cut-off con più<br />

elevata probabilità <strong>di</strong> sviluppare uremia terminale rispetto alle variabili pre<strong>di</strong>ttive considerate<br />

(per esempio., UP≥1+, MAP≥99.3 mmHg). Come secondo step, nel rimanente ‘test set’<br />

costituito da 32111 in<strong>di</strong>vidui (circa il 30% dei soggetti) l’in<strong>di</strong>ce SRRI è stato definito<br />

separatamente per maschi e femmine, utilizzando alcuni modelli <strong>di</strong> albero decisionale. Nel <strong>2007</strong><br />

è stata completata l’analisi dei dati.<br />

Indagine sulla qualità degli stu<strong>di</strong> clinici randomizzati pubblicati, eseguiti<br />

in soggetti con malattie rare<br />

Abbiamo condotto un’indagine descrittiva nell’ambito <strong>di</strong> 71 patologie rare con termine MESH,<br />

selezionate da una lista <strong>di</strong> 1608 in<strong>di</strong>cazioni per farmaci orfani, con l’obiettivo <strong>di</strong> valutare le<br />

principali caratteristiche e la qualità degli stu<strong>di</strong> clinici randomizzati eseguiti nell’ambito delle<br />

malattie rare. Me<strong>di</strong>ante PubMed (1994-2005) abbiamo trovato complessivamente 23459 titoli,<br />

identificando 351 abstract riferiti a stu<strong>di</strong> clinici randomizzati, dai quali sono stati selezionati 168<br />

articoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> con <strong>di</strong>segno a gruppi paralleli, pubblicati per esteso. Nel <strong>2007</strong> è stata<br />

completata la raccolta dei dati e sono state eseguite le analisi finali.<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Chimica Clinica<br />

Atten<strong>di</strong>bilità della determinazione dei livelli <strong>di</strong> NGAL (neutrophil<br />

gelatinase-associated lipocalin) come marker precoce <strong>di</strong> insufficienza<br />

renale acuta in pazienti con tumore solido in terapia antitumorale con<br />

cisplatino<br />

Nonostante il miglioramento degli approcci terapeutici nel trattamento dell’insufficienza renale<br />

acuta, la morbilità e la mortalità associate rimangono ancora molto elevate. Insulti <strong>di</strong> tipo<br />

ischemico e nefrotossico al rene sono la causa primaria <strong>di</strong> insufficienza reale acuta che spesso si<br />

manifesta come necrosi tubolare acuta. Molti fra i composti antineoplastici risultano essere<br />

nefrotossici, e fra <strong>di</strong> essi in particolare lo sono i derivati del platino. Tuttavia, sin dal momento<br />

della sua introduzione nella pratica clinica, il cisplatino è risultato avere un’importanza<br />

fondamentale nella terapia antitumorale per il trattamento <strong>di</strong> neoplasie a carico delle ovaie, dei<br />

testicoli, del capo e del collo. Purtroppo, circa il 25-35% dei pazienti sviluppa insufficienza<br />

renale acuta dopo somministrazione <strong>di</strong> cisplatino, ed è quin<strong>di</strong> molto importante in questi casi<br />

pre<strong>di</strong>sporre tempestivamente un approccio terapeutico che possa proteggere i reni durante la<br />

somministrazione <strong>di</strong> agenti neoplastici. La creatinina non rappresenta un valido in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong><br />

cambiamenti acuti <strong>di</strong> funzionalità renale, e fra i composti in<strong>di</strong>viduati come possibili marker <strong>di</strong><br />

304<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

insorgenza <strong>di</strong> insufficienza renale acuta, NGAL (neutrophil gelatinase-associated lipocalin), è<br />

stato in<strong>di</strong>cato come uno dei più affidabili ed efficaci.<br />

In modelli animali <strong>di</strong> ischemia renale nel ratto e nel topo sono stati evidenziati importanti<br />

aumenti delle concentrazioni urinarie <strong>di</strong> NGAL, e stu<strong>di</strong> recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che la misura<br />

dei livelli <strong>di</strong> NGAL è un efficace in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> insufficienza renale acuta anche nell’uomo.<br />

Infatti, in uno stu<strong>di</strong>o in bambini sottoposti a bypass car<strong>di</strong>opolmonare è stato riscontrato un<br />

marcato aumento <strong>di</strong> livelli sierici ed urinari <strong>di</strong> NGAL due ore dopo l’intervento in soggetti che<br />

avevano sviluppato insufficienza renale. Questi dati in<strong>di</strong>cano che la determinazione dei livelli<br />

urinari e/o sierici <strong>di</strong> NGAL può rappresentare un in<strong>di</strong>catore sensibile, specifico e soprattutto<br />

precoce <strong>di</strong> insorgenza <strong>di</strong> insufficienza reale acuta. Tuttavia, la conferma <strong>di</strong> questa osservazione<br />

non si è ancora avuta in pazienti con neoplasie sottoposti a trattamento con cisplatino.<br />

A tale scopo abbiamo intrapreso uno stu<strong>di</strong>o in 46 pazienti con tumore solido per verificare<br />

l’atten<strong>di</strong>bilità come in<strong>di</strong>catore precoce <strong>di</strong> insorgenza <strong>di</strong> danno renale della misurazione<br />

dell’aumento delle concentrazioni urinarie e/o sieriche <strong>di</strong> NGAL, valutate con metodo ELISA,<br />

imme<strong>di</strong>atamente dopo l’inizio della terapia antitumorale con cisplatino. Lo stu<strong>di</strong>o, che è tuttora<br />

in corso, si prefigge <strong>di</strong> valutare anche, grazie all’utilizzo <strong>di</strong> analisi statistica con curve ROC,<br />

l’accuratezza della misura <strong>di</strong> concentrazioni urinarie e/o sieriche <strong>di</strong> NGAL nel pre<strong>di</strong>re il danno<br />

renale; <strong>di</strong> definire un livello soglia sia nelle urine che nel siero, che possa pre<strong>di</strong>re l’insorgenza<br />

del danno renale; <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la possibile correlazione tra i livelli <strong>di</strong> NGAL ed il grado <strong>di</strong><br />

insufficienza renale determinati come picco ella concentrazione sierica <strong>di</strong> creatinina o come<br />

valore na<strong>di</strong>r <strong>di</strong> velocità <strong>di</strong> filtrazione glomerulare stimato con l’equazione <strong>di</strong> Calvert.<br />

Confronto fra meto<strong>di</strong>che analitiche <strong>di</strong>verse per la misurazione <strong>di</strong> albumina<br />

nelle urine<br />

La soglia <strong>di</strong> escrezione urinaria <strong>di</strong> albumina (UAE) <strong>di</strong> 20 g/min è stata definita come valore<br />

limite sopra cui si definisce la presenza <strong>di</strong> albuminuria perché il 95% dei soggetti ha velocità <strong>di</strong><br />

escrezione al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> questo limite. Tuttavia il rischio <strong>di</strong> eventi car<strong>di</strong>ovascolari e <strong>di</strong><br />

progressione verso una nefropatia conclamata è risultato essere elevato anche in soggetti la cui<br />

escrezione <strong>di</strong> albumina era al <strong>di</strong> sotto del valore soglia ma fra i 10 e i 20 g/min, ovvero in<br />

quello che si definisce come intervallo <strong>di</strong> valori “high normal”. Inoltre, l’evidenza dell’esistenza<br />

<strong>di</strong> una relazione continua tra UAE e fattori <strong>di</strong> rischio in<strong>di</strong>cata da dati epidemiologici, suggerisce<br />

l’inadeguatezza del concetto <strong>di</strong> valore soglia per definire l’albuminuria.<br />

L’atten<strong>di</strong>bilità e la sensibilità della meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> dosaggio utilizzata per determinare l’albumina<br />

urinaria rivestono quin<strong>di</strong> un ruolo <strong>di</strong> primaria importanza nel monitoraggio dei pazienti.<br />

I meto<strong>di</strong> immunochimici sono le tecniche <strong>di</strong> dosaggio più comunemente utilizzate per la<br />

valutazione dell’albumuria e recentemente è stato <strong>di</strong>mostrato che la molecola intatta <strong>di</strong> albumina<br />

non viene rilevata è presente nelle urine in due forme <strong>di</strong>stinte, una definita immunoreattiva e<br />

l’altra non-immunoreattiva, ma solo la prima può essere rilevata dai meto<strong>di</strong> immunochimici<br />

comunemente utilizzati. La valutazione dell’albumina in cromatografia liquida ad alte<br />

prestazioni è in grado <strong>di</strong> ovviare a questo problema determinando non solo la forma<br />

immunoreattiva, ma entrambe le forme contemporaneamente.<br />

D’altro canto, i meto<strong>di</strong> cromatografici per la determinazione <strong>di</strong> albumina non sono<br />

comunemente <strong>di</strong>sponibili in laboratorio per l’analisi <strong>di</strong> routine <strong>di</strong> questa proteina nelle urine.<br />

Recentemente sono stati ottimizzati altri meto<strong>di</strong> immunochimici che utilizzano strumenti<br />

portatili automatizzati molto più facili da usare e che sono in grado <strong>di</strong> produrre risultati molto<br />

rapidamente e che, sia a grazie alla semplicità <strong>di</strong> utilizzo che al costo ridotto per singolo test,<br />

sono <strong>di</strong>venuti degli ottimi can<strong>di</strong>dati per essere impiegati nei programmi <strong>di</strong> prevenzione nei paesi<br />

in via <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Abbiamo condotto uno stu<strong>di</strong>o per comparare le prestazioni <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> analitici <strong>di</strong>fferenti nel<br />

determinare la concentrazione urinaria <strong>di</strong> albumina in pazienti <strong>di</strong>abetici. Abbiamo confrontato le<br />

misurazioni <strong>di</strong> albumina ottenute con tecnica nefelometrica e cromatografica, ed inoltre<br />

abbiamo valutato la corrispondenza tra i valori <strong>di</strong> albuminuria determinati in nefelometria con<br />

305<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

quelli ottenuti con HemoCue 201, uno strumento portatile automatizzato, che determina<br />

l’albumina me<strong>di</strong>ante meto<strong>di</strong>ca turbi<strong>di</strong>metrica altamente specifica.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> comparazione ha in<strong>di</strong>cato che il metodo nefelometrico sottostima i risultati rispetto<br />

al metodo cromatografico, in particolare per livelli <strong>di</strong> escrezione <strong>di</strong> albumina inferiori a 50<br />

g/min. L’analisi dei dati ha <strong>di</strong>mostrato che vi è un’alta correlazione tra i valori misurati con la<br />

meto<strong>di</strong>ca nefelometrica convenzionale e con HemoCue 201. Analizzando i dati con il metodo <strong>di</strong><br />

Bland e Altman si è potuto stabilire che l’accordo tra i risultati ottenuti con le due meto<strong>di</strong>che<br />

sussisteva in tutto l’intervallo <strong>di</strong> linearità dello strumento HemoCue 201 g/mL), che la<br />

<strong>di</strong>fferenza me<strong>di</strong>a delle determinazioni effettuate con le due meto<strong>di</strong>che era <strong>di</strong> soli 3.2g/mL<br />

anche se si poteva evidenziare una tendenza alla sovrastima dei valori <strong>di</strong> albumina da parte <strong>di</strong><br />

Hemocue 201 all’aumentare delle concentrazioni.<br />

Analisi <strong>di</strong> Ficoll con meto<strong>di</strong>ca HPLC per la determinazione della clearance<br />

frazionata in modelli animali<br />

La valutazione della clearance frazionata <strong>di</strong> Ficoll derivatizzato con FITC è uno strumento<br />

atten<strong>di</strong>bile ed ottimale per determinare le proprietà <strong>di</strong> selettività della barriera capillare<br />

glomerulare in modelli animali. A tal scopo, abbiamo utilizzato per la misurazione <strong>di</strong> FITC-<br />

Ficoll una meto<strong>di</strong>ca in cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC) sviluppata in<br />

laboratorio.<br />

La tecnica cromatografica si è <strong>di</strong>mostrata semplice ed affidabile e prevede l’iniezione <strong>di</strong> soli 5<br />

l <strong>di</strong> matrice biologica (plasma o urina) in una colonna ad esclusione sterica TSK G4000<br />

PWXL seguita dalla quantificazione <strong>di</strong> FITC-Ficoll me<strong>di</strong>ante rivelatore a fluorescenza.<br />

L’affidabilità, la precisione e la rapi<strong>di</strong>tà della meto<strong>di</strong>ca cromatografica utilizzata per la<br />

determinazione della clearance frazionata <strong>di</strong> FITC-Ficoll permette <strong>di</strong> valutare in modo accurato<br />

la clearance frazionata <strong>di</strong> FITC-Ficoll per raggi fino a circa 80 Angstrom.<br />

La velocità <strong>di</strong> manipolazione del campione e la specificità del dosaggio hanno permesso il suo<br />

utilizzo in uno stu<strong>di</strong>o condotto in ratti sottoposti a riduzione chirurgica della massa renale per<br />

determinare l’effetto <strong>di</strong> statine a <strong>di</strong>verse dosi e in associazione con ACE inibitori<br />

sull’emo<strong>di</strong>namica renale, sulle proprietà <strong>di</strong> permselettività della parete capillare glomerulare e<br />

sulla funzione tubulare.<br />

I risultati ottenuti hanno <strong>di</strong>mostrato che il metodo cromatografico sviluppato può essere<br />

considerato come la tecnica <strong>di</strong> riferimento per le determinazioni <strong>di</strong> routine delle proprietà <strong>di</strong><br />

selettività della barriera capillare glomerulare in modelli animali.<br />

Applicabilità <strong>di</strong> 13 modelli <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>zione della funzione renale (GFR) in<br />

pazienti con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2<br />

Circa il 25% - 40% dei pazienti <strong>di</strong>abetici è affetta da nefropatia <strong>di</strong>abetica ed il <strong>di</strong>abete stesso<br />

rappresenta la maggiore causa <strong>di</strong> insufficienza renale cronica. La valutazione velocità <strong>di</strong><br />

filtrazione glomerulare riveste quin<strong>di</strong> un’importanza cruciale in questi pazienti, tuttavia la<br />

misurazione del GFR determinando la clearance renale dell’inulina o quella plasmatica <strong>di</strong> mezzi<br />

<strong>di</strong> contrasto risulta essere laboriosa e <strong>di</strong>fficile da attuare nella pratica clinica. Anche la clearance<br />

della creatinina non rappresenta uno strumento affidabile a causa sia del metabolismo variabile<br />

che della secrezione tubulare <strong>di</strong> tale sostanza endogena. Per evitare questi problemi, come<br />

alternativa sono state sviluppate numerose formule per stimare la funzione renale utilizzando<br />

semplici parametri biochimici o dati demografici e antropometrici. Nonostante l’utilizzo <strong>di</strong>ffuso<br />

<strong>di</strong> queste formule, non è stata ancora valutata la bontà <strong>di</strong> tali modelli nello stimare la funzione<br />

renale in pazienti con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2. In 279 pazienti normoalbuminurici e in 134 soggetti<br />

microalbuminurici arruolati nello stu<strong>di</strong>o BENEDICT e nello stu<strong>di</strong>o DEMAND abbiamo<br />

comparato con il nostro standard <strong>di</strong> riferimento - la misura della clearance plasmatica dello<br />

ioexolo - i valori ottenuti con 13 equazioni pre<strong>di</strong>ttive <strong>di</strong> GFR.<br />

306<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

I dati ottenuti hanno <strong>di</strong>mostrato che le equazioni prese in esame me<strong>di</strong>amente sottostimano il<br />

GFR in entrambi i gruppi <strong>di</strong> pazienti. La formula <strong>di</strong> Rule e quella <strong>di</strong> Ibrahim sono<br />

apparentemente superiori alle altre in quanto circa il 50% dei valori <strong>di</strong> GFR si stimano con un<br />

errore che varia tra -10% e 10% rispetto a quanto misurato con lo ioexolo. Un’analisi più<br />

approfon<strong>di</strong>ta dei dati effettuata stratificando i risultati in base ai valori <strong>di</strong> GFR misurato con lo<br />

ioexolo compresi tra 60 e 89 ml/min/1.73m 2 , tra 90 e 119 ml/min/1.73m 2 , ed oltre i 120<br />

ml/min/1.73m 2 , ha evidenziato che per tutte le formule la sottostima del valore <strong>di</strong> GFR<br />

aumentava all’aumentare del GFR in modo analogo sia nei pazienti normoalbuminurici che in<br />

quelli microalbuminurici. Le formule <strong>di</strong> Rule ed Ibrahim mostravano invece una sovrastima per<br />

valori <strong>di</strong> GFR compresi nell’intervallo più basso (60 e 90 ml/min/1.73m 2 ) ed una sottostima a<br />

valori più elevati (>120 ml/min/1.73m 2 ). L’analisi effettuata ha <strong>di</strong>mostrato che,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal valore <strong>di</strong> escrezione renale <strong>di</strong> albumina, nessuna delle 13 equazioni prese<br />

in esame può rappresentare una valida alternativa alla misura del GFR con meto<strong>di</strong> quali la<br />

determinazione della clearance plasmatica dello ioexolo. Per pazienti con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2<br />

risulta quin<strong>di</strong> necessario elaborare e sviluppare una nuova equazione per la stima del GFR.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> una meto<strong>di</strong>ca in cromatografia liquida ad alte prestazioni per<br />

la determinazione selettiva <strong>di</strong> arginina nel plasma <strong>di</strong> pazienti in gravidanza<br />

con pre-eclampsia<br />

Numerose evidenze sperimentali hanno suggerito che il monossido d’azoto (NO), un potente<br />

vaso<strong>di</strong>latatore <strong>di</strong> origine endoteliale, possa essere implicato nello stato <strong>di</strong> vaso<strong>di</strong>latazione<br />

caratteristico della gravidanza. L’NO viene sintetizzato da una famiglia <strong>di</strong> enzimi chiamati NO<br />

sintasi (NOS) a partire dall’aminoacido L-arginina. Nella placenta normale un’adeguata<br />

concentrazione <strong>di</strong> L-arginina orienta selettivamente l’isoforma endoteliale <strong>di</strong> questo enzima<br />

(ecNOS) a produrre solo NO, che é essenziale sia per il mantenimento <strong>di</strong> una bassa resistenza<br />

del tono vascolare placentare sia per una corretta invasione del citotrofoblasto. Nella placenta<br />

pre-eclamptica invece, la minore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> L-arginina spinge l’ecNOS a produrre<br />

perossinitrito a scapito dell’NO, favorendo il danno microvascolare e rallentando il processo<br />

invasivo dei citotrofoblasti.<br />

In collaborazione con le Unità <strong>di</strong> Ostetricia e Ginecologia degli ospedali <strong>di</strong> Brescia e <strong>di</strong><br />

Bergamo abbiamo intrapreso uno stu<strong>di</strong>o pilota con lo scopo <strong>di</strong> valutare se aumentando la<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> L-arginina attraverso somministrazione per via orale <strong>di</strong> questo composto la<br />

produzione <strong>di</strong> NO potesse essere ripristinata a livelli fisiologici nella pre-eclampsia. Al fine<br />

abbiamo sviluppato una meto<strong>di</strong>ca in cromatografia liquida ad alte prestazioni che permettesse <strong>di</strong><br />

determinare in modo semplice ed affidabile le concentrazioni <strong>di</strong> arginina nel plasma <strong>di</strong> pazienti<br />

in gravidanza sia con pre-eclampsia che nei controlli sani.<br />

La meto<strong>di</strong>ca si è <strong>di</strong>mostrata affidabile ed estremamente selettiva e prevede la preparazione del<br />

campione me<strong>di</strong>ante semplice precipitazione delle proteine plasmatiche con acido tricloroacetico<br />

e l’iniezione <strong>di</strong> 10 l <strong>di</strong> campione in una colonna a fase inversa <strong>di</strong> 3 cm e successiva<br />

derivatizzazione post-colonna. L’arginina eluita dalla colonna reagisce con ninidrina presente<br />

nell’eluente in un ambiente mantenuto ad una temperatura <strong>di</strong> 75 °C e reso fortemente alcalino<br />

da idrossido <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o che viene miscelato me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> un’ulteriore pompa<br />

cromatografica. La reazione, altamente specifica per composti che presentano un residuo<br />

gua<strong>di</strong>ninico, porta ad un addotto determinabile utilizzando un rivelatore a fluorescenza.<br />

La specificità del dosaggio e la semplicità <strong>di</strong> manipolazione del campione biologico hanno<br />

permesso <strong>di</strong> valutare in modo rapido ed affidabile il profilo farmacocinetico dell’arginina dopo<br />

somministrazione orale in pazienti in gravidanza con pre-eclampia ed in controlli sani.<br />

307<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci<br />

nell'Uomo<br />

In<strong>di</strong>cazione per il trattamento con rituximab nella glomerulonefrite<br />

membranosa i<strong>di</strong>opatica<br />

Il rituximab, un anticorpo monoclonale chimerico in grado <strong>di</strong> depletare i linfociti B CD20<br />

positivi si è <strong>di</strong>mostrato efficace nel ridurre la proteinuria in pazienti affetti da glomerulonefrite<br />

membranosa i<strong>di</strong>opatica (IMN), con una risposta che tuttavia è variabile da paziente a paziente.<br />

Analisi condotte su gruppi eterogenei <strong>di</strong> pazienti trattati con <strong>di</strong>versi schemi immunosoppressivi<br />

hanno in precedenza fallito nell’identificare i pre<strong>di</strong>ttori <strong>di</strong> risposta alla terapia. Obiettivo del<br />

presenta stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> identificare i possibili pre<strong>di</strong>ttori <strong>di</strong> risposta alla terapia con rituximab, al fine<br />

<strong>di</strong> conoscere i pazienti con IMN che più <strong>di</strong> altri potrebbero giovare <strong>di</strong> questo trattamento.<br />

A tal fine, abbiamo valutato retrospettivamente con analisi multivariate l’associazione tra le<br />

caratteristiche cliniche, istologiche e <strong>di</strong> laboratorio prima del trattamento, e la riduzione della<br />

proteinuria dopo trattamento con rituximab in pazienti affetti da IMN con proteinuria >=3.5<br />

g/24h nonostante la terapia con ACE inibitori da almeno 6 mesi. Lo score glomerulare e tubulointerstiziale<br />

(TI) rilevati alla biopsia basale erano in grado <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>re l’outcome. Tra i<br />

componenti dello score glomerulare e <strong>di</strong> quello TI, l’atrofia tubulare e la fibrosi interstiziale<br />

erano significativamente associate con la riduzione della proteinuria a tre mesi. In 8 pazienti con<br />

score TI


IRFMN<br />

dei linfociti B con quelli <strong>di</strong> una coorte <strong>di</strong> 24 pazienti matchati per sesso, età e proteinuria al<br />

basale trattati con lo schema standard <strong>di</strong> 4 somministrazioni. Solo uno dei pazienti sottoposti al<br />

regime basato sul numero dei linfociti B periferici ha avuto bisogno <strong>di</strong> due dosi per ottenere una<br />

deplezione totale, per i restanti e’ stata sufficiente una singola somministrazione.<br />

L’andamento dei vari parametri della sindrome nefrosica e la percentuale <strong>di</strong> pazienti che<br />

andavano in remissione era sovrapponibile nei due gruppi. Anche la velocità con cui la conta dei<br />

linfociti B perferici risaliva era simile. Si e’ verificata una reazione avversa seria in un paziente<br />

sottoposto allo schema <strong>di</strong> trattamento standard, al momento della seconda infusione.<br />

I costi relativi al trattamento e all’ospedalizzazione dei pazienti trattati con il nuovo schema era<br />

<strong>di</strong> 3.770,90 euro a paziente, mentre era circa quattro volte superiore utilizzando lo schema<br />

tra<strong>di</strong>zionale (13,977,60 euro).<br />

L’impiego <strong>di</strong> uno schema basato sulla conta dei linfociti B periferici garantisce quin<strong>di</strong> la stessa<br />

efficacia dello schema classico con quattro dosi e permette un risparmio <strong>di</strong> circa 10.000 euro a<br />

paziente. Inoltre, evitando <strong>di</strong> riesporre i pazienti a inutili trattamenti ripetuti, questo schema<br />

puo’ ridurre il rischio <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> anticorpi anti-rituximab e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> reazioni avverse<br />

associate<br />

Confronto del profilo farmacocinetico giornaliero tra due formulazioni <strong>di</strong><br />

acido micofenolico in pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene<br />

L’introduzione nella pratica clinica <strong>di</strong> micofenolato mofetil (MMF) – un profarmaco che rilascia<br />

a livello gastrico il metabolita attivo, l’acido micofenolico (MPA) – ha determinato un<br />

significativo miglioramento della sopravvivenza a lungo termine dell’organo trapiantato.<br />

Tuttavia, l’utilizzo <strong>di</strong> questa formulazione può essere limitato dalla comparsa <strong>di</strong> tossicità a<br />

livello gastrointestinale e midollare (anemia, leucopenia). Recentemente è stata sviluppata una<br />

nuova formulazione <strong>di</strong> MPA (Myfortic), caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> un rivestimento<br />

gastroprotettivo che determina il rilascio della molecola attiva a livello intestinale. Tale<br />

formulazione potrebbe ridurre la comparsa <strong>di</strong> effetti collaterali legati all’utilizzo <strong>di</strong> MPA. Non<br />

sono, tuttavia, <strong>di</strong>sponibili dati relativi alla variazione dei livelli plasmatici <strong>di</strong> MPA (rilasciato da<br />

myfortic) nell’arco della giornata. Abbiamo quin<strong>di</strong> eseguito stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacocinetica completi<br />

per confrontare il profilo cinetico <strong>di</strong> MPA in pazienti in trattamento con MMF con quelli<br />

ottenuti da pazienti in trattamento con myfortic. Le valutazioni, eseguite al 6° e 12° mese dopo<br />

il trapianto <strong>di</strong> rene, hanno evidenziato che, sebbene non ci siano <strong>di</strong>fferenze significative tra le<br />

due formulazioni per quanto riguarda l’esposizione giornaliera me<strong>di</strong>a (definita dalla misura<br />

dell’AUC), i profili cinetici dei singoli pazienti trattati con myfortic sono estremamente<br />

irregolari, variabili e associati alla presenza <strong>di</strong> picchi multipli <strong>di</strong> MPA. Inoltre i livelli basali <strong>di</strong><br />

MPA in questi pazienti erano molto più alti rispetto a quanto osservato nei pazienti trattati con<br />

MMF. Considerata la crescente letteratura a supporto dell’importanza della misura dei livelli<br />

plasmatici <strong>di</strong> MPA nel pre<strong>di</strong>re l’outcome clinico del paziente sottoposto a trapianto d’organo, i<br />

produttori della nuova formulazione <strong>di</strong> MPA dovrebbero stu<strong>di</strong>are in dettaglio i problemi legati<br />

al rivestimento gastroprotettivo che impe<strong>di</strong>scono l’applicazione del monitoraggio terapeutico <strong>di</strong><br />

questo farmaco come guida all’ottimizzazione della terapia.<br />

I risultati <strong>di</strong> questa ricerca sono stati presentati all’American Transplant Congress <strong>2007</strong> (S.<br />

Francisco, Maggio <strong>2007</strong>) e sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Journal of the American<br />

Society of Nephrology.<br />

Caratterizzazione dei fattori in grado <strong>di</strong> influenzare l’esposizione<br />

giornaliera <strong>di</strong> sirolimus in pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene<br />

Sirolimus è un potente farmaco immunosoppressore, il cui utilizzo ottimale richiede una buona<br />

conoscenza delle sue caratteristiche farmacocinetiche. Essendo caratterizzato da un in<strong>di</strong>ce<br />

terapeutico ristretto, piccole variazioni nel profilo cinetico possono infatti determinare<br />

l’eccessiva esposizione al farmaco e la conseguente comparsa <strong>di</strong> effetti collaterali, oppure <strong>di</strong> un<br />

309<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

livello <strong>di</strong> immunosoppressione inadeguato, con il rischio <strong>di</strong> rigetto dell’organo trapiantato. E’<br />

quin<strong>di</strong> necessario identificare i fattori (farmacologici o clinici) in grado <strong>di</strong> influenzare<br />

significativamente l’esposizione giornaliera <strong>di</strong> ogni paziente al farmaco.<br />

Per rispondere a questa esigenza abbiamo raccolto una serie <strong>di</strong> 55 profili farmacocinetici,<br />

sottoponendo pazienti che avevano ricevuto un trapianto <strong>di</strong> rene, che prendevano il sirolimus<br />

come parte delle loro terapia immunosoppressiva, a prelievi <strong>di</strong> sangue fino a 12 ore dopo la<br />

somministrazione mattutina del farmaco. Me<strong>di</strong>ante analisi statistiche abbiamo <strong>di</strong>mostrato che i<br />

pazienti che assumevano aci<strong>di</strong> grassi omega-3 (farmaci comunemente utilizzati per controllare<br />

la <strong>di</strong>slipidemia secondaria a trattamento con sirolimus) aumentavano del 30% l’esposizione<br />

giornaliera <strong>di</strong> sirolimus. Per contro, la contemporanea presenza <strong>di</strong> anemia si associava ad una<br />

riduzione dell’esposizione <strong>di</strong> sirolimus <strong>di</strong> circa il 40%. Queste nuove informazioni potranno<br />

permettere un’ottimizzazione dell’utilizzo <strong>di</strong> sirolimus nella pratica clinica della me<strong>di</strong>cina del<br />

trapianto. I risultati <strong>di</strong> questa ricerca sono stati presentati al meeting dell’International<br />

Association of Therapeutic Drug Monitoring and Clinical Toxicology (Nizza, Settembre <strong>2007</strong>).<br />

Influenza delle varianti alleliche nel gene ugt1a9 sull’esposizione ad acido<br />

micofenolico in pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene<br />

L’acido micofenolico é un farmaco attualmente molto utilizzato, in combinazione con altri<br />

farmaci immunosoppressori, nella prevenzione e trattamento del rigetto dopo trapianto<br />

d’organo. Stu<strong>di</strong> precedenti hanno <strong>di</strong>mostrato una grande variabilità nell’esposizione giornaliera<br />

a questo farmaco e per questo motivo si è manifestato grande interesse per la personalizzazione<br />

del trattamento farmacologico. Nella pratica clinica è stato quin<strong>di</strong> introdotto il monitoraggio dei<br />

livelli plasmatici <strong>di</strong> acido micofenolico nei pazienti per minimizzare la tossicità del farmaco pur<br />

mantenendo una adeguata efficacia terapeutica.<br />

Diversi fattori sono stati identificati fino ad oggi per spiegare la variabilità giornaliera<br />

all’esposizione al farmaco; tra questi il sesso e la razza del paziente, la sua funzionalità renale<br />

ed epatica e la concomitante terapia. Tuttavia questi fattori spiegano solo parzialmente la<br />

<strong>di</strong>versa risposta dei pazienti al farmaco.<br />

La farmacogenomica, che si occupa dello stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>fferenze genetiche che causano risposte<br />

variabili dei singoli pazienti alla somministrazione <strong>di</strong> farmaci, potrebbe fornire ulteriori<br />

informazioni.<br />

L’acido micofenolico, dopo assunzione, viene principalmente trasformato ad opera del fegato,<br />

me<strong>di</strong>ante l’enzima UGT1A9 in un metabolita dell’acido micofenolico, il glucuronide MPAG<br />

per essere eliminato. Varianti genetiche nel gene che co<strong>di</strong>fica per questo enzima potrebbero<br />

influenzare l’attività, la stabilità o l’espressione dell’UGT1A9, mo<strong>di</strong>ficando la quota <strong>di</strong> acido<br />

micofenolico trasformata in MPAG e quin<strong>di</strong> la comparsa <strong>di</strong> eventi avversi o la mancata risposta.<br />

Diverse varianti geniche sono state descritte in letteratura e dati in vitro hanno <strong>di</strong>mostrato che la<br />

loro presenza mo<strong>di</strong>fica significativamente la conversione <strong>di</strong> acido micofenolico a MPAG.<br />

Attualmente solo un gruppo <strong>di</strong> ricerca ha stu<strong>di</strong>ato l’impatto <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong> queste varianti sulla<br />

risposta al farmaco in vivo in pazienti trapiantati. Per questo motivo abbiamo deciso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />

se la presenza <strong>di</strong> una o più varianti geniche nel gene che co<strong>di</strong>fica per l’UGT1A9 potesse<br />

influenzare le concentrazioni <strong>di</strong> acido micofenolico.<br />

Pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene e in terapia con acido micofenolico a sei mesi dal<br />

trapianto, sono stati caratterizzati per le varianti in posizione -2152, -1887, -665, -440, -331, -<br />

275 e 98 del gene UGT1A9. I pazienti sono stati inoltre sottoposti ad una valutazione<br />

giornaliera del profilo farmacocinetico del farmaco e del suo metabolita. La presenza delle<br />

varianti è stata quin<strong>di</strong> correlata con l’esposizione a acido micofenolico e MPAG. I risultati<br />

ottenuti <strong>di</strong>mostrano come la presenza <strong>di</strong> varianti in posizioni -440, -331 e -665 influenzano i<br />

livelli plasmatici <strong>di</strong> acido micofenolico e quin<strong>di</strong> rappresentano una possibile spiegazione alla<br />

variabilità nella risposta al farmaco osservata in alcuni pazienti. I risultati <strong>di</strong> questa ricerca sono<br />

stati presentati all’American Transplant Congress <strong>2007</strong> (S. Francisco, Maggio <strong>2007</strong>) e sono<br />

stati pubblicati sulla rivista Pharmacogenomics.<br />

310<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

LABORATORIO DI<br />

EPIDEMIOLOGIA CLINICA<br />

PERSONALE<br />

Capo Laboratorio<br />

Guido BERTOLINI, Dr.Med.Chir.<br />

Unità <strong>di</strong> Ingegneria della Conoscenza Clinica<br />

Capo Unità<br />

Davide LUCIANI, Dr.Med.Chir.<br />

311<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Guido Bertolini si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1989 presso l’Università <strong>di</strong> Bologna e si è<br />

specializzato nel 1993 in Metodologia della ricerca farmacologica presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e nel<br />

1994 in Gastroenterologia ed endoscopia <strong>di</strong>gestiva, presso l’Università <strong>di</strong> Pavia.<br />

Ha fondato e <strong>di</strong>retto dal 1997 al 2000 la Scuola <strong>di</strong> Metodologia Clinica e Miglioramento Continuo della<br />

Qualità degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo e <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> Negri. Dal 1999<br />

al 2003 è stato professore a contratto presso le Scuole <strong>di</strong> Specializzazione in Anestesia e Rianimazione<br />

delle Università <strong>di</strong> Brescia e <strong>di</strong> Milano. Dal 2002 al 2005 è stato professore a contratto presso la Facoltà<br />

<strong>di</strong> Lettere e Filosofia, Corso <strong>di</strong> Laurea in Scienze dell’educazione, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bergamo.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse sono la valutazione e miglioramento della qualità dell’assistenza, l’Outcome research, la<br />

metodologia della ricerca clinica, l’analisi delle decisioni e la formazione del me<strong>di</strong>co. Queste aree sono<br />

sviluppate prevalentemente nell’ambito della Terapia Intensiva (TI) e delle Malattie Rare.<br />

Dal 1997 è responsabile del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento del gruppo collaborativo GiViTI per la ricerca in<br />

TI. E’ stato responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Epidemiologia e Formazione per la Pratica Clinica presso l’<strong>Istituto</strong><br />

“<strong>Mario</strong> Negri” e dal 2001 è responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica. Dal 2001 al 2005 è<br />

stato Vice-chairman del Research Group on Cost-effectiveness, Section on Health Services Research and<br />

Outcomes – European Society of Intensive Care Me<strong>di</strong>cine. Dal 2004 è presidente del Comitato<br />

Scientifico dell’azienda ospedaliera “Ospedale maggiore” <strong>di</strong> Crema.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Bertolini G, Rossi C, Anghileri A, Livigni S, Ad<strong>di</strong>s A, Poole D. Use of drotrecogin alfa (activated) in Italian intensive<br />

care units: the results of a nationwide survey. Intensive Care Med <strong>2007</strong>; 33: 426-434.<br />

• Rossi C, Simini B, Brazzi L, Rossi G, Radrizzani D, Iapichino G, Bertolini G. Variable costs of ICU patients: a<br />

multicenter prospective study. Intensive Care Med. 2006;32:545-52<br />

• Vanoli M, Daina E, Salvarani C, Sabba<strong>di</strong>ni MG, Rossi C, Bacchiani G, Schieppati A, Bal<strong>di</strong>ssera E, Bertolini G.<br />

Takayasu's arteritis: A study of 104 Italian patients. Arthritis Rheum 2005; 15;53: 100-107. IF: 7.421.<br />

• Malacarne P, Rossi C, Bertolini G; GiViTI Group. Antibiotic usage in intensive care units: a pharmaco-epidemiological<br />

multicentre study. J Antimicrob Chemother. 2004 Jul; 54:221-4<br />

• Galli M, Luciani D, Bertolini G, Barbui T. Anti-beta 2-glycoprotein I, antiprothrombin antibo<strong>di</strong>es, and the risk of<br />

thrombosis in the antiphospholipid syndrome. Blood 2003;102:2717-2723.<br />

• Simini B, Bertolini G. Should same anaethesist do preoperative anaesthetic visit and give subsequent anaeshetic?<br />

Questionnaire survey of anaesthetists. BMJ 2003; 327: 79-80.<br />

Davide Luciani si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1995 presso l'Università <strong>di</strong> Bologna, e<br />

<strong>di</strong>plomato in "Me<strong>di</strong>cina Tropicale e Igiene" nel 1997 presso l'Università <strong>di</strong> Liverpool. Nel 2001, ha<br />

trascorso un anno come "academic visitor" presso il Department of Statistical Science dell'University<br />

College <strong>di</strong> Londra. Le applicazioni probabilistiche <strong>di</strong> tipo bayesiano, la teoria delle decisioni e l'approccio<br />

grafico nella costruzione <strong>di</strong> modelli fisiopatologici costituiscono le aree <strong>di</strong> principale interesse.<br />

Nell'ambito della sua attività <strong>di</strong> ricerca, tali competenze sono intese come gli ingre<strong>di</strong>enti metodologici<br />

principali nella formalizzazione del ragionamento clinico, al fine <strong>di</strong> migliorarne l'efficienza pratica e<br />

valorizzarne il ruolo formativo. Dal 2005 è responsabile dell'Unità <strong>di</strong> Ingegneria della Conoscenza<br />

Clinica.<br />

Principali pubblicazioni<br />

• Luciani D, Cavuto S, Antiga L, Miniati M, Monti S, Pistolesi M, Bertolini G Bayes pulmonary embolism assisted<br />

<strong>di</strong>agnosis: a new expert system for clinical use Emerg Med J <strong>2007</strong> ; 24 : 157-164<br />

• M.Cesana, R.Cerutti, E.Grossi, E.Fagiuoli, M.Stabilini, F.Stella, D Luciani.Bayesian Data Mining Techniques: The<br />

Evidence Provided by Signals Detected in Single-Company Spontaneous Reports Databases. Drug Information Journal,<br />

vol. 41, pp. 11-21, <strong>2007</strong><br />

• Latronico N, Bertolini G, Guarneri B, Botteri M, Peli E, Andreoletti S, Bera P, Luciani D, Nardella A, Vittorielli E,<br />

Simini B, Can<strong>di</strong>ani A Simplified electrophysiological evaluation of peripheral nerves in critically ill patients: the Italian<br />

multi-centre CRIMYNE study Crit Care. <strong>2007</strong>;11(1):R11.<br />

• Bertolini G, Luciani D, Biolo G Immunonutrition in septic patients: A philosophical view of the current situation Clin<br />

Nutr <strong>2007</strong> ; 26 : 25-29<br />

• Luciani D, Marchesi M, Bertolini G. The role of Bayesian Network in the <strong>di</strong>agnosis of pulmunary embolism. J Thromb<br />

Haemost 2003; 1: 698-707<br />

• Galli M, Luciani D, Bertolini G, Barbui T. Anti-beta 2-glycoprotein I, antiprothrombin antibo<strong>di</strong>es, and the risk of<br />

thrombosis in the antiphospholipid syndrome. Blood, 2003 Oct 15; 102 (8): 2717-23<br />

312<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO<br />

L’obiettivo generale delle attività del Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica è quello <strong>di</strong><br />

contribuire al miglioramento dell’assistenza sanitaria in <strong>di</strong>versi ambiti <strong>di</strong>sciplinari. Due sono le<br />

principali <strong>di</strong>rettrici seguite: aiutare gli operatori a utilizzare al meglio le conoscenze e le risorse<br />

<strong>di</strong>sponibili; contribuire alla produzione <strong>di</strong> nuove conoscenze utili alla pratica clinica. Gli ambiti<br />

assistenziali in cui il Laboratorio è particolarmente attivo sono quello della terapia intensiva e<br />

quello delle malattie rare.<br />

Nell'ambito del Laboratorio, l'Unità <strong>di</strong> Ingegneria della Conoscenza Clinica ha come principale<br />

obiettivo quello <strong>di</strong> valorizzare il ragionamento clinico tramite modelli probabilistici che ne<br />

consentono la formalizzazione, favorendo così la valutazione e il miglioramento continuo delle<br />

attività cliniche rivolte a problemi <strong>di</strong> particolare complessità.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Il progetto Margherita sulla valutazione della qualità dell’assistenza in Terapia Intensiva, al suo<br />

quarto anno <strong>di</strong> attività, ha visto un ulteriore aumento delle TI partecipanti. I pazienti reclutati nel<br />

<strong>2007</strong> sono stati complessivamente più <strong>di</strong> 60.000. Questo ha permesso <strong>di</strong> sviluppare un modello<br />

<strong>di</strong> pre<strong>di</strong>zione della mortalità del paziente critico estremamente accurato. Ogni TI partecipante ha<br />

ricevuto un rapporto generale e uno personalizzato. In quest'ultimo, oltre a una dettagliata<br />

descrizione della casistica, abbiamo fornito alla singola TI il confronto della sua performance<br />

clinica con quella <strong>di</strong> tutte le altre, rese confrontabili proprio a partire dal modello <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>zione<br />

della mortalità, nonché il confronto con la sua stessa performance negli anni passati.<br />

Abbiamo monitorato, per conto del Ministero della Salute, l’utilizzo del farmaco drotrecogin<br />

alfa (attivato) in TI. Si tratta <strong>di</strong> un farmaco appena approvato per il trattamento della sepsi<br />

severa e dello shock settico nel paziente critico. Nel contesto <strong>di</strong> un utilizzo sostanzialmente<br />

corretto, abbiamo in<strong>di</strong>viduato alcuni problemi e i relativi ambiti <strong>di</strong> miglioramento e abbiamo<br />

prodotto un rapporto dettagliato alle TI.<br />

A partire dalle esperienze degli anni precedenti, abbiamo proseguito il progetto <strong>di</strong> sorveglianza<br />

continuo delle infezioni in TI, uno dei più gran<strong>di</strong> mai realizzati in questo ambito.<br />

Abbiamo terminato la progettazione e la realizzazione della prima versione <strong>di</strong> una cartella<br />

clinica elettronica per le TI; una cartella clinica con<strong>di</strong>visa da molti reparti che consentirà <strong>di</strong><br />

confrontare gli specifici processi <strong>di</strong> cura, per il miglioramento continuo della qualità<br />

dell’assistenza in questi reparti.<br />

Abbiamo ulteriormente sviluppato un sistema esperto per assistere il me<strong>di</strong>co nella <strong>di</strong>fficile<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> embolia polmonare, che ha <strong>di</strong>mostrato ottime caratteristiche <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà.<br />

Abbiamo infine contribuito alla realizzazione <strong>di</strong> una rete europea per lo stu<strong>di</strong>o dei pazienti con<br />

sindromi paraneoplastiche.<br />

313<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neurologia, Ospedale Regionale S. Maria dei Battuti Cà Foncello, Treviso<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Specialità Chirurgiche, Scienze Ra<strong>di</strong>ologiche e Me<strong>di</strong>co Forensi, Cattedra <strong>di</strong><br />

Anestesia dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Brescia<br />

Servizio Anestesia e Rianimazione, Osp. San Giovanni Bosco, Torino<br />

Divisione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna, Università <strong>di</strong> Trieste<br />

Divisione <strong>di</strong> Fisiopatologia Respiratoria, Università <strong>di</strong> Firenze<br />

<strong>Istituto</strong> Me<strong>di</strong>terraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione, Palermo<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Anestesia e Rianimazione, Università <strong>di</strong> Milano<br />

Servizio Anestesia e Rianimazione, Osp. Civile, Belluno<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Bloomsbury Institute of Intensive Care Me<strong>di</strong>cine, Institute of Biome<strong>di</strong>cal Research, University<br />

College London, UK<br />

Department of Statistical Science, University College London, UK<br />

Klink fur Anaesthesiologie und Intensivtherapie, Friedrich-Schiller-Universitat, Jena, Germany<br />

Machine Intelligence Group, University of Aalborg, Denmark<br />

American Board of Family Me<strong>di</strong>cine, Kentucky, US<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Ricerca & Pratica (Guido Bertolini)<br />

Dedalo. Gestire i sistemi complessi in sanità (Guido Bertolini)<br />

British Me<strong>di</strong>cal Journal<br />

Intensive Care Me<strong>di</strong>cine<br />

Critical Care Me<strong>di</strong>cine<br />

Cana<strong>di</strong>an Me<strong>di</strong>cal Association Journal<br />

Ricerca & Pratica<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

314<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

Comitato scientifico dell’azienda ospedaliera “Ospedale maggiore” <strong>di</strong> Crema<br />

Comitato Etico Azienda Ospedaliera “Bolognini” <strong>di</strong> Seriate (BG)<br />

ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />

Congresso, Meeting <strong>annuale</strong> GiViTI, 07-09 novembre, Pesaro.<br />

Workshop, Startup Meeting Compact, 10 settembre, Ranica (BG).<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

LABORATORIO<br />

Convegno, Presentazione Stu<strong>di</strong>o COMPACT, 19 gennaio, Brescia<br />

Convegno, Infezioni correlate all'assistenza, 21 gennaio, Napoli<br />

Convegno, II Forum italiano per la valutazione delle tecnologie sanitarie, Margherita Tre: una<br />

cartella clinica intelligente per la Terapia Intensiva, 26-27 gennaio, Trento<br />

Convegno, Meeting GiViTI Regione Veneto, Margherita Tre: <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> utilizzo, 16<br />

febbraio, Treviso<br />

Convegno, Workshop sull’ appropriatezza dei ricoveri in terapia Intensiva, Descrittiva<br />

regionale, 17 febbraio, Livorno<br />

Convegno, Errore in me<strong>di</strong>cina, 3 marzo, Crema<br />

Au<strong>di</strong>zione senato, 7 marzo, Roma<br />

Convegno, GiViTI Piemonte, 15 marzo, Torino<br />

Convegno, La polineuromiopatia nel paziente settico (CR.I.MY.NE.), Epidemiologia della<br />

qualità, 17 marzo, Firenze<br />

Convegno, Salute e malattia nell’era della tecnica, 30 marzo, Spiazzi <strong>di</strong> Gromo (BG)<br />

Seminario, L’informatica nella ricerca scientifica, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, L'esperienza<br />

del GiViTI, 22 marzo, Firenze<br />

Seminario, Incontri GiViTI Piemonte Valle d'Aosta, Margherita Due: come analizzare i dati, 20<br />

giugno, Torino<br />

Seminario <strong>di</strong> bioetica, Decisioni <strong>di</strong> fine vita stu<strong>di</strong>o GiViTI, 13 novembre, Bergamo<br />

Convegno, ALB Avant-Garde, Decisioni in Fine Vita i dati GiViTI, 13 <strong>di</strong>cembre, Pisa<br />

315<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

Regione Toscana<br />

Regione Veneto<br />

Regione Piemonte<br />

ARS Toscana<br />

AstraZeneca Italia<br />

Sanofi-Synthelabo Italia<br />

Draeger Italia<br />

Bellco SpA<br />

Ministero della Salute<br />

Azienda ULSS 16, Padova – Italia<br />

Azienda ASL4 Piemonte<br />

Donazione privata<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Luciani D, Cavuto S, Antiga L, Miniati M, Monti S, Pistolesi M, Bertolini G. Bayes pulmonary embolism assisted<br />

<strong>di</strong>agnosis: a new expert system for clinical use. Emerg Med J <strong>2007</strong>; 24: 157-164. IF:<br />

Bertolini G, Rossi C, Anghileri A, Livigni S, Ad<strong>di</strong>s A, Poole D. Use of drotrecogin alfa (activated) in Italian<br />

intensive care units: the results of a nationwide survey. Intensive Care Med <strong>2007</strong>; 33: 426-434. IF:<br />

Latronico N, Bertolini G, Guarneri B, Botteri M, Peli E, Andreoletti S, Bera P, Luciani D, Nardella A, Vittorielli E,<br />

Simini B, Can<strong>di</strong>ani A. Simplified electrophysiological evaluation of peripheral nerves in critically ill patients: the<br />

Italian multi-centre CRIMYNE study. Crit Care <strong>2007</strong>; 11(1): R11. IF:<br />

Bertolini G, Luciani D, Biolo G. Immunonutrition in septic patients: A philosophical view of the current situation.<br />

Clin Nutr <strong>2007</strong>; 26(1): 25-29. IF:<br />

Bertolini G, Rossi C, Anghileri A, Livigni S, Ad<strong>di</strong>s A, Poole D. Response to the letter by Williams et al. Intensive<br />

Care Med <strong>2007</strong>; 33: 1490-1491. IF:<br />

Iapichino G, Radrizzani D, Rossi C, Pezzi A, Anghileri A, Boffelli S, Giar<strong>di</strong>no M, Mistraletti G, Bertolini G.<br />

Proposal of a flexible structural-organizing model for the intensive care units. Minerva Anestesiol <strong>2007</strong>; 73: 501-506.<br />

Luca A, Angermayr B, Bertolini G, Koenig F, Vizzini G, Ploner M, Peck-Radosavljevic M, Gridelli B, Bosch J. An<br />

integrated MELD model inclu<strong>di</strong>ng serum so<strong>di</strong>um and age improves the pre<strong>di</strong>ction of early mortality in patients with<br />

cirrhosis. Liver Transpl <strong>2007</strong>;13:1174-1180. IF:<br />

316<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL CORSO DEL<br />

<strong>2007</strong><br />

Bertolini G (a cura <strong>di</strong>) Scelte sulla vita. L’esperienza <strong>di</strong> cura nei reparti <strong>di</strong> terapia intensiva. Milano: Guerini Stu<strong>di</strong>o,<br />

<strong>2007</strong>.<br />

Boffelli S, Rossi C, Bertolini G. Progetto Margherita. Promuovere la ricerca e la valutazione in Terapia Intensiva.<br />

<strong>Rapporto</strong> 2006. Bergamo: Ed. Sestante, <strong>2007</strong>.<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Appropriatezza in Terapia Intensiva<br />

Questa linea <strong>di</strong> ricerca è orientata a valutare l'appropriatezza dell’assistenza fornita dalle<br />

Terapie Intensive (TI) italiane.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un progetto pluriennale promosso all'interno del gruppo collaborativo GiViTI<br />

(Gruppo italiano per la Valutazione degli interventi in Terapia Intensiva), coor<strong>di</strong>nato dal<br />

Laboratorio. Fulcro <strong>di</strong> queste attività è il Progetto Margherita. Si tratta <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong><br />

valutazione continua della qualità dell’assistenza, basato su un software <strong>di</strong> raccolta dati prodotto<br />

e sviluppato all’interno del Laboratorio e <strong>di</strong>stribuito gratuitamente a tutte le TI iscritte. Il<br />

software è stato realizzato con una struttura modulare, che permette <strong>di</strong> integrare facilmente la<br />

raccolta dati <strong>di</strong> base (il "core" della Margherita) con raccolte dati relative a progetti <strong>di</strong> ricerca<br />

specifici (i "petali" della Margherita).<br />

Nel corso <strong>di</strong> questo anno è stato ulteriormente implementato un software basato su un modello<br />

probabilistico (bayesian network) esteso a un insieme piuttosto vasto <strong>di</strong> variabili cliniche.<br />

Questa attività, portata avanti nell'ambito dell'Unità <strong>di</strong> Ingegneria della Conoscenza Clinica, in<br />

collaborazione con il Department of Statistical Science (University College London) e il<br />

Machine Intelligence Group dell'Università <strong>di</strong> Aalborg (Danimarca), è mirata alla realizzazione<br />

<strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> valutazione retrospettiva dei trattamenti specifici in TI. Con questo modello,<br />

si vorrebbero superare gli attuali limiti <strong>di</strong> una valutazione complessiva della TI, così come<br />

avviene basandosi sui tra<strong>di</strong>zionali modelli <strong>di</strong> previsione della mortalità. Nell’ambito <strong>di</strong> questa<br />

attività è stato inoltre stu<strong>di</strong>ato un sistema <strong>di</strong> monitoraggio dell’andamento del <strong>Rapporto</strong> <strong>di</strong><br />

Mortalità Standar<strong>di</strong>zzato dei pazienti ammessi in una Terapia Intensiva. Questo tipo <strong>di</strong> analisi,<br />

che ha <strong>di</strong>verse analogie con i sistemi <strong>di</strong> farmacovigilanza bayesiani attualmente impiegati dal<br />

WHO e dalla FDA, dovrebbe identificare i perio<strong>di</strong> temporali in cui si sono verificati i problemi<br />

più evidenti, consentendo ai me<strong>di</strong>ci del Centro <strong>di</strong> reagire tempestivamente ed efficacemente.<br />

Stu<strong>di</strong>o dei processi patologici dell'insufficienza multipla d'organo<br />

Il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica ha condotto <strong>di</strong>verse indagini per chiarire quali<br />

meccanismi fisiopatologici inducano l'insufficienza multipla d'organo, una delle con<strong>di</strong>zioni che<br />

si <strong>di</strong>mostrano più resistenti al trattamento intensivo. Fra queste, l'indagine sulla compromissione<br />

neuromuscolare del paziente critico (lo stu<strong>di</strong>o osservazionale Crimyne), quello sull'impatto della<br />

nutrizione enterale, e dei nuovi trattamenti proposti in caso <strong>di</strong> sepsi severa (Xigris e rimozione<br />

dei me<strong>di</strong>atori dell’infiammazione attraverso filtri applicati sui circuiti <strong>di</strong> emofiltrazione).<br />

Il valore <strong>di</strong> un controllo serrato della glicemia nel paziente critico è stato <strong>di</strong> recente enfatizzato,<br />

proprio perché legato a un farmaco come l'insulina che pur essendo largamente <strong>di</strong>sponibile e <strong>di</strong><br />

basso costo, ha <strong>di</strong>mostrato una importante riduzione della mortalità in TI. L'Unità <strong>di</strong> Ingegneria<br />

della Conoscenza Clinica ha sviluppato un modello basato su un sistema <strong>di</strong> equazioni<br />

<strong>di</strong>fferenziali che vorrebbe suggerire al me<strong>di</strong>co le quantità <strong>di</strong> insulina e glucosio da infondere al<br />

317<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

fine <strong>di</strong> estendere il controllo serrato della glicemia anche a quei pazienti dove tale controllo si è<br />

<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong>fficile, a causa del rischio <strong>di</strong> ipoglicemia. Questo modello rappresenta inoltre una<br />

preziosa opportunità per chiarire i meccanismi fisiopatologici alla base dei benefici<br />

dell’insulina, già <strong>di</strong>mostrati a livello empirico, permettendo <strong>di</strong> spiegare l'andamento <strong>di</strong>namico<br />

delle fluttuazioni glicemiche sulla base del profilo metabolico del paziente.<br />

La ricostruzione del ragionamento clinico nella pratica e nella formazione<br />

me<strong>di</strong>ca<br />

Quest’area <strong>di</strong> ricerca rappresenta il principale interesse dell'Unità <strong>di</strong> Ingegneria della<br />

Conoscenza Clinica, il cui obiettivo è quello <strong>di</strong> valorizzare il ragionamento clinico per risolvere<br />

problemi me<strong>di</strong>ci complessi.<br />

La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> embolia polmonare rappresenta ancora un’importante sfida clinica, determinata<br />

soprattutto dalla complessità del quadro <strong>di</strong> presentazione del paziente e dalla variabilità <strong>di</strong><br />

risorse <strong>di</strong>agnostiche <strong>di</strong>sponibili fra i vari Centri. A questa proposito stiamo portando avanti uno<br />

stu<strong>di</strong>o italiano multicentrico che coinvolge soprattutto le Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina d'Urgenza, e che<br />

prevede la validazione prospettica del software <strong>di</strong> aiuto <strong>di</strong>agnostico BayPAD (Bayes Pulmonary<br />

embolism Assisted Diagnosis). Questo strumento, potendo contare su un modello probabilistico<br />

esteso a 72 variabili cliniche e non prevedendo la necessità <strong>di</strong> inserire le osservazioni relative a<br />

tutte le variabili contemplate, vorrebbe superare le principali ragioni che hanno finora impe<strong>di</strong>to<br />

alle comuni linee guida <strong>di</strong> raggiungere un consenso largamente con<strong>di</strong>viso. Sono stati inoltre<br />

prodotti i risultati della validazione retrospettiva del sistema <strong>di</strong>agnostico.<br />

Nell'ambito dell'Unità è stato avviato un progetto che prevede la costruzione <strong>di</strong> un software per<br />

permettere al me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> ricostruire le basi delle proprie decisioni <strong>di</strong> fronte alla descrizione <strong>di</strong><br />

quadri clinici esemplari in un particolare dominio specialistico. Tale software ha come duplice<br />

scopo sia quello <strong>di</strong> generare delle applicazioni specifiche basate su modelli probabilistici<br />

focalizzati su problemi decisionali clinici complessi, sia quello <strong>di</strong> coinvolgere il me<strong>di</strong>co nella<br />

loro costruzione. Quest’ultima funzionalità viene resa possibile grazie alla forte analogia tra la<br />

struttura causale dei modelli utilizzati (bayesian network) e alla struttura fisiopatologica delle<br />

conoscenze me<strong>di</strong>che. Con ciò verrà data la possibilità <strong>di</strong> adottare questo sistema nell'ambito <strong>di</strong><br />

progetti <strong>di</strong> formazione me<strong>di</strong>ca e <strong>di</strong> aggiornamento continuo, privilegiando in particolare i<br />

programmi <strong>di</strong> formazione a <strong>di</strong>stanza basati sull'accesso a Internet.<br />

Epidemiologia clinica delle malattie rare e della me<strong>di</strong>cina orfana<br />

Gli obiettivi <strong>di</strong> questo ambito <strong>di</strong> attività sono quelli <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare e descrivere i problemi aperti<br />

per la ricerca e la clinica, nonché i bisogni assistenziali dei pazienti, relativamente a patologie<br />

rare o ad aspetti trascurati <strong>di</strong> malattie più comuni.<br />

Di questa linea <strong>di</strong> ricerca fa parte il progetto "PNS - Euronetwork". Si tratta <strong>di</strong> un progetto<br />

europeo, finanziato nel contesto del quinto e del sesto programma quadro della Comunità<br />

Europea, che ha gli obiettivi <strong>di</strong>: realizzare una rete <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> riferimento per queste patologie<br />

con un database comune; organizzare una banca dati <strong>di</strong> siero e <strong>di</strong> liquido cerebrospinale per<br />

mettere a punto i migliori in<strong>di</strong>catori anticorpali per la <strong>di</strong>agnosi e la prognosi <strong>di</strong> questi pazienti;<br />

realizzare progetti <strong>di</strong> ricerca sul trattamento <strong>di</strong> questa sindrome.<br />

318<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COORDINAMENTO, INFORMAZIONE<br />

E DIAGNOSI DELLE MALATTIE RARE<br />

PERSONALE<br />

Capo Laboratorio<br />

Arrigo SCHIEPPATI, Dr.Med.<br />

Centro <strong>di</strong> Informazione per le Malattie Rare<br />

Capo Unita’<br />

Erica DAINA, Dr.Med.<br />

319<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULA<br />

Arrigo Schieppati si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1978 e si è specializzato in Nefrologia<br />

Me<strong>di</strong>ca nel 1984 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Ha svolto la propria formazione nei<br />

Laboratori Negri Bergamo con il Dr. Remuzzi, completandola con stage presso il Laboratorio del Prof.<br />

Patrono (Università Cattolica <strong>di</strong> Roma), il Laboratorio del Prof. John Gordon (Cambridge, GB), e la<br />

Divisione <strong>di</strong> Malattie Renali dell’University of Colorado Me<strong>di</strong>cal School, <strong>di</strong>retta dal Dr. Schrier (Denver,<br />

USA). Dal 1982 svolge la propria attività clinica presso la Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong><br />

Bergamo, dove è responsabile dell’Ambulatorio e Day Hospital. Dal 1992 è Capo unità del Centro <strong>di</strong><br />

Informazione per le Malattie Rare e dal 1996 Capo laboratorio presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per<br />

le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: <strong>di</strong>agnosi e terapia delle malattie renali croniche; <strong>di</strong>agnosi e terapia dell’ipertensione<br />

arteriosa; malattie renali rare.<br />

Affiliazioni: Comitato Etico dell’AO Ospedali Riuniti; referente dell’AO Ospedali Riuniti per le malattie<br />

rare e membro del Gruppo <strong>di</strong> lavoro sulle malattie rare della Regione Lombar<strong>di</strong>a; Comitato Scientifico<br />

dell’Azienda Ospedaliera Bolognini Seriate; membro della Task Force on Rare Diseases (DG Health and<br />

Consumer Protection); membro della International Society of Nephrology e dell’American Society of<br />

Nephrology; membro dell’E<strong>di</strong>torial Board del Journal of Nephrology, e dell’E<strong>di</strong>torial Board <strong>di</strong> JASN -<br />

Nephrology Self Assessment Program.<br />

Principali pubblicazioni<br />

1. Schieppati A, Remuzzi G. Chronic renal <strong>di</strong>seases as a public health problem: epidemiology, social, and economic<br />

implications. Kidney Int Suppl. 2005 Sep;(98):S7-S10.<br />

2. Remuzzi G, Schieppati A, Boissel JP, Garattini S, Horton R. Independent clinical research in Europe. Lancet. 2004 Nov 6-<br />

12;364(9446):1723-6.<br />

3. Schieppati A, Perna A, Zamora J, Giuliano GA, Braun N, Remuzzi G. Immunosuppressive treatment for i<strong>di</strong>opathic<br />

membranous nephropathy in adults with nephrotic syndrome. Cochrane Database Syst Rev. 2004 Oct 18;(4):CD004293.<br />

4. Remuzzi G, Schieppati A, Ruggenenti P. Clinical practice. Nephropathy in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes. N Engl J Med. 2002<br />

Apr 11;346(15):1145-51.<br />

5. Schieppati A, Remuzzi G, Garattini S. Modulating the profit motive to meet needs of the less-developed world. Lancet. 2001<br />

Nov 10;358(9293):1638-41.<br />

6. Ruggenenti P, Schieppati A, Remuzzi G. Progression, remission, regression of chronic renal <strong>di</strong>seases. Lancet. 2001 May<br />

19;357(9268):1601-8.<br />

Erica Daina si è laureata in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1987 e si è specializzata in Nefrologia Me<strong>di</strong>ca nel<br />

1990 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />

Ha condotto la sua formazione clinica e scientifica dapprima presso la Divisione Me<strong>di</strong>ca II° - Cattedra <strong>di</strong><br />

Patologia Speciale Me<strong>di</strong>ca – dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Ospedale San Raffaele, quin<strong>di</strong> presso<br />

la Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo.<br />

Dal Marzo 1988 collabora alle attività <strong>di</strong> ricerca dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e dal Giugno 1993 lavora come<br />

me<strong>di</strong>co ricercatore presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò.<br />

Dal 1996 è Capo unità del Centro <strong>di</strong> Informazione per le Malattie Rare. Il campo <strong>di</strong> ricerca clinica in cui<br />

svolge la propria attività riguarda le malattie rare in genere ed in particolare la malattia <strong>di</strong> Takayasu, le<br />

microangiopatie trombotiche, la malattia <strong>di</strong> Fabry, la sindrome <strong>di</strong> Alport.<br />

Dal Gennaio 2002 è referente per l’<strong>Istituto</strong> del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento della Rete regionale per le<br />

Malattie Rare. Dallo stesso anno svolge attività <strong>di</strong>dattica presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino -<br />

Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia – Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Patologia clinica.<br />

Principali pubblicazioni<br />

1. Vanoli M, Daina E, Salvarani C, Sabba<strong>di</strong>ni MG, Rossi C, Bacchiani G, Schieppati A, Bal<strong>di</strong>ssera E, Bertolini G; Itaka Study<br />

Group. Takayasu's arteritis: A study of 104 Italian patients. Arthritis Rheum. 2005 Feb 15;53(1):100-7.<br />

2. Remuzzi G, Galbusera M, Noris M, Canciani MT, Daina E, Bresin E, Contaretti S, Caprioli J, Gamba S, Ruggenenti P, Perico<br />

N, Mannucci PM; Italian Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. von Willebrand factor cleaving protease<br />

(ADAMTS13) is deficient in recurrent and familial thrombotic thrombocytopenic purpura and hemolytic uremic syndrome.<br />

Blood. 2002 Aug 1;100(3):778-85.<br />

3. Noris M, Daina E, Gamba S, Bonazzola S, Remuzzi G. Interleukin-6 and RANTES in Takayasu arteritis: a guide for<br />

therapeutic decisions? Circulation. 1999 Jul 6;100(1):55-60.<br />

4. Daina E, Schieppati A, Remuzzi G. Mycophenolate mofetil for the treatment of Takayasu arteritis: report of three cases. Ann<br />

Intern Med. 1999 Mar 2;130(5):422-6.<br />

320<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

5. Bresin E, Daina E, Noris M, Castelletti F, Stefanov R, Hill P, Goodship T H J, Remuzzi G, International Registry Recurrent<br />

Familial HUS/TTP. Outcome of renal transplantation in patients with non-Shiga toxin-associated Hemolytic Uremic<br />

Syndrome: Prognostic significance of genetic background. Clinical Journal American Society Nephrology 2006; 1: 88-99<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO<br />

Le malattie rare possono essere definite come con<strong>di</strong>zioni patologiche a bassa prevalenza e<br />

incidenza.<br />

Con l’obiettivo <strong>di</strong> introdurre un criterio rigoroso, il Working Group on Rare Diseases - istituito<br />

dalla Comunità Europea - ha stabilito si possa considerare rara una malattia con prevalenza<br />

inferiore a 5 casi per 10.000 abitanti. Per la maggior parte delle malattie rare mancano peraltro<br />

dati epidemiologici; per pochissime <strong>di</strong> esse esiste infatti un sistema <strong>di</strong> notifica dei casi a livello<br />

nazionale o internazionale. Pur interessando ciascuna un piccolo numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui, solo<br />

apparentemente le malattie rare sono un problema <strong>di</strong> pochi: l’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della<br />

Sanità stima ve ne siano oltre 5.000 e nel loro insieme rappresenterebbero il 10% della patologia<br />

umana.<br />

Uno dei primi problemi che una persona colpita da malattia rara si trova ad affrontare è che la<br />

sua con<strong>di</strong>zione venga riconosciuta; spesso la <strong>di</strong>agnosi giunge purtroppo con notevole ritardo.<br />

Anche quando la <strong>di</strong>agnosi è tempestiva i pazienti - o i loro familiari - incontrano molte <strong>di</strong>fficoltà<br />

nell’ottenere esaurienti informazioni.<br />

Per i ricercatori e i clinici interessati allo stu<strong>di</strong>o delle malattie rare vi sono <strong>di</strong>versi ostacoli da<br />

superare; fra essi la scarsa probabilità <strong>di</strong> ricevere finanziamenti. Non è tuttavia solo un problema<br />

<strong>di</strong> risorse. Spesso mancano adeguati modelli animali; per definizione infine le malattie rare<br />

colpiscono pochi in<strong>di</strong>vidui in una popolazione; è dunque verosimile che i pazienti siano <strong>di</strong>spersi<br />

su un'ampia area, a <strong>di</strong>mensione nazionale o ad<strong>di</strong>rittura sovranazionale. E’ complesso realizzare<br />

un progetto <strong>di</strong> ricerca anche perchè è <strong>di</strong>fficile localizzare i pazienti da stu<strong>di</strong>are.<br />

Le malattie rare comprendono patologie molto eterogenee e coinvolgono praticamente tutte le<br />

aree <strong>di</strong> interesse me<strong>di</strong>co. Un programma <strong>di</strong> ricerca clinica sulle malattie rare <strong>di</strong> livello adeguato<br />

presuppone pertanto un approccio molto articolato, multi<strong>di</strong>sciplinare.<br />

Dal 1992 è iniziato un progetto pilota che ha l'obiettivo <strong>di</strong> contribuire ad aumentare le<br />

conoscenze e le possibilità <strong>di</strong> cura delle malattie rare.<br />

Il Laboratorio ha costituito un Centro <strong>di</strong> Informazione per pazienti e operatori sanitari, svolge<br />

progetti <strong>di</strong> ricerca mirati per alcune malattie rare ed è attivo nel campo della <strong>di</strong>vulgazione e<br />

della formazione.<br />

L’attuale regolamentazione (Decreto Ministeriale 18/05/2001 N. 279) prevede l’identificazione<br />

sul territorio regionale <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong> de<strong>di</strong>cati alla <strong>di</strong>agnosi e alla cura delle malattie rare, per le quali<br />

è stato anche stabilito il <strong>di</strong>ritto all’esenzione dalla partecipazione al costo della spesa sanitaria<br />

(esenzione dal Ticket).<br />

La Regione Lombar<strong>di</strong>a ha costituito la propria rete, attualmente composta da 29 Presi<strong>di</strong>, ed ha<br />

attribuito al Laboratorio le funzioni <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento.<br />

E’ stato attivato un sito web interamente gestito dal Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento, dove sono<br />

<strong>di</strong>sponibili le informazioni e gli aggiornamenti relativi alla Rete Regionale per le Malattie Rare.<br />

http://malattierare.marionegri.it<br />

321<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Nel Database del Centro <strong>di</strong> Informazione sono contenuti i dati relativi a 10403 pazienti affetti da<br />

782 <strong>di</strong>verse malattie rare. Ciò rende possibile, per alcune delle malattie segnalate, la<br />

realizzazione <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ricerca clinica.<br />

Nella Banca <strong>di</strong> materiale biologico sono raccolti e conservati campioni relativi a 1241 pazienti<br />

con malattie rare e loro familiari.<br />

Il Centro ha stabilito contatti con 310 Associazioni Italiane <strong>di</strong> pazienti e loro familiari.<br />

I pazienti affetti da 81 malattie rare per le quali non esiste ancora un'Associazione italiana<br />

de<strong>di</strong>cata, hanno potuto incontrarsi tra loro.<br />

Dal Luglio 2000 la Commissione Europea ha riconosciuto al Laboratorio ruolo <strong>di</strong> "Postgraduate<br />

training on rare <strong>di</strong>seases" (contract No. QLK4-1999-50547).<br />

Dal Dicembre 2001, con Delibera della Giunta Lombarda N.7328, il Centro è stato in<strong>di</strong>viduato<br />

quale sede del "Coor<strong>di</strong>namento della Rete Regionale per le Malattie Rare".<br />

Il Laboratorio, grazie al coor<strong>di</strong>namento del Registro Internazionale per le forme ricorrenti e<br />

familiari <strong>di</strong> Sindrome Emolitico Uremica (SEU) e Porpora Trombotica Trombocitopenica<br />

(PTT), ha contribuito a chiarire la patogenesi <strong>di</strong> queste malattie e ad in<strong>di</strong>viduare, in<br />

collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e delle Malattie<br />

Rare, alcune forme geneticamente determinate <strong>di</strong> SEU, associate a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong><br />

regolazione del sistema del complemento, e <strong>di</strong> PTT associate a deficienza congenita dell’enzima<br />

ADAMTS13.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />

CMID, Ospedale G. Bosco, ASL 4, Torino - Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Regionale delle Malattie<br />

Rare per il Piemonte<br />

A.O. Ospedali Riuniti, Bergamo<br />

Italian Takayasu's Arteritis Study Group - ITAKA Group<br />

Laboratori <strong>di</strong> Biotecnologie, IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a, Assessorato alla Sanità<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Patologia Clinica, Facoltà <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia<br />

Network Italiano Promozione Acido Folico per la Prevenzione Primaria <strong>di</strong> Difetti Congeniti<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina ed Oncologia Sperimentale, Master<br />

<strong>di</strong> II° Livello in Malattie Rare<br />

Sezione Lombarda della Società Italiana <strong>di</strong> Neonatologia, Gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulle malattie<br />

respiratorie rare del neonato<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Master <strong>di</strong> I° Livello in Ricerca Clinica<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Molecolare, U.O. Genetica Me<strong>di</strong>ca, Policlinico “Le Scotte”, Siena<br />

U.O. Citogenetica e Genetica, Azienda Ospedaliera Careggi, Firenze<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Genetica, <strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano<br />

Associazione BergamoScienza<br />

322<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

Comunità Europea<br />

Registro Internazionale delle forme ricorrenti e familiari <strong>di</strong> Sindrome Emolitico Uremica e<br />

Porpora Trombotica Trombocitopenica<br />

Information Centre for Rare Diseases and Orphan Drugs - ICRDOD, Bulgaria<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Journal of American Society of Nephrology - Nephrology Self Assessment<br />

Program (Arrigo Schieppati)<br />

Journal of Nephrology (Arrigo Schieppati)<br />

Quaderni <strong>di</strong> Farmacoeconomia (Erica Daina)<br />

PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

Gruppo <strong>di</strong> Lavoro con funzioni <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento operativo e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> strategie<br />

comuni per la prevenzione, la sorveglianza, la <strong>di</strong>agnosi, la terapia delle malattie rare, ai sensi del<br />

D.M. 18/5/2001, N°279, istituito dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a (Delibera Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

N°7328, 11/12/2001).<br />

Task Force on Rare Diseases (established by DG Health and Consumer Protection on 21<br />

January 2004).<br />

Comitato Scientifico A.O. Bologni <strong>di</strong> Seriate.<br />

Comitato Etico, A.O. Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo<br />

ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />

“Consensus Conference: Kidney and Liver Transplantation in Hemolitic Uremic Syndrome”<br />

Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò – <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri<br />

Ranica (Bergamo), 15 <strong>di</strong>cembre <strong>2007</strong><br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />

LABORATORIO<br />

10° Convegno “Patologia Immune e Malattie Orfane”<br />

Torino, 25-27 gennaio <strong>2007</strong><br />

Workshop: Epidemiological methods to define incidence, prevalence anda mortality or rare<br />

<strong>di</strong>seases affecting “the young”<br />

Roma, 16 febbraio <strong>2007</strong><br />

Clinical and Experimental Rheumatology<br />

II Corso teorico-pratico. La Settimana delle malattie rare in Reumatologia<br />

Pisa/Buti, 14-20 marzo <strong>2007</strong><br />

Diagnosticare le malattie rare in Reumatologia<br />

Milano, 17 marzo <strong>2007</strong><br />

Workshop: Progetto RAPSODY<br />

323<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Roma, 24 marzo <strong>2007</strong><br />

Malattie metaboliche rare: la <strong>di</strong>agnosi e la gestione del paziente<br />

Monza, 12 maggio <strong>2007</strong><br />

Rare Diseases Task Force: Working Group on Co<strong>di</strong>ng and Classification<br />

Parigi, 2 maggio <strong>2007</strong><br />

Partecipasalute: Orientarsi in salute e sanità per fare scelte consapevoli<br />

Milano, 17 maggio <strong>2007</strong><br />

La malattia <strong>di</strong> Anderson Fabry<br />

Bergamo, 28 maggio <strong>2007</strong><br />

2° Convegno Nazionale: Me<strong>di</strong>cina del trapianto: responsabilità e nuove opportunità per gli<br />

infermieri<br />

Bergamo, 8-9 giugno <strong>2007</strong><br />

INSIEME Giornate <strong>di</strong> socializzazione per malatti affetti da patologie rare<br />

Milano, 29 giugno, 1 luglio <strong>2007</strong><br />

CAPOIRA Seminari <strong>di</strong> formazione: Comprendere i protocolli <strong>di</strong> ricerca<br />

Milano, 2 luglio <strong>2007</strong> e Roma, 20 settembre <strong>2007</strong><br />

I Test Genetici nella pratica clinica<br />

Tivoli Terme (Roma), 5-6 luglio <strong>2007</strong><br />

11th European Meeting Complement in Human Disease<br />

Car<strong>di</strong>ff UK, 8-11 settembre <strong>2007</strong><br />

Progetto <strong>di</strong> formazione sul campo: Registro Regionale Malattie Rare<br />

Presi<strong>di</strong> Rete Regionale, <strong>2007</strong><br />

Comunicazione e Malattie Rare – Focus Group<br />

Roma, 4 ottobre <strong>2007</strong><br />

3rd International Workshop on Thrombotic Microangiopathies<br />

Jena, 4-6 ottobre <strong>2007</strong><br />

Tavola Rotonda: Geni, proteine, malattie<br />

Genova, 26 ottobre <strong>2007</strong><br />

La gestione pratica della malattia <strong>di</strong> Pompe: aspetti <strong>di</strong>agnostici e terapia<br />

Pavia, 21 novembre <strong>2007</strong><br />

La Federazione Lombarda Malattie Rare si presenta alle Associazioni <strong>di</strong> Malattie Rare<br />

Milano, 24 novembre <strong>2007</strong><br />

European Conference on Rare Diseases<br />

Lisbona, 27-28 novembre <strong>2007</strong><br />

324<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Commissione Europea<br />

Fondazione Ricerca Malattie Rare, Bergamo<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Monteferrante G, Brioschi S, Caprioli J, Pianetti G, Bettinaglio P, Bresin E, Remuzzi G, Noris<br />

M<br />

Genetic analysis of the complement factor H related 5 gene in haemolytic uraemic syndrome<br />

Mol Immunol; <strong>2007</strong>; 44: 1704-1708<br />

ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL CORSO DEL<br />

<strong>2007</strong><br />

Noris M, Bresin E, Mele C, Remuzzi G, Caprioli J (November <strong>2007</strong>) Atypical Hemolytic-<br />

Uremic Syndrome in: GeneReviews at GeneTests: Me<strong>di</strong>cal Genetics Information Resource<br />

[database online]. Copyright, University of Washington, Seattle, 1997-<strong>2007</strong>. Available at<br />

http://www.genetests.org.<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Centro <strong>di</strong> Informazione per le Malattie Rare<br />

Nel 1992 presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò, è stato<br />

istituito il Centro <strong>di</strong> Informazione per le Malattie Rare.<br />

Il Centro è a <strong>di</strong>sposizione dei pazienti affetti da malattie rare, dei loro familiari e dei loro<br />

me<strong>di</strong>ci. Fornisce gratuitamente informazioni, aggiornamenti e in<strong>di</strong>rizzi utili per cercare <strong>di</strong><br />

risolvere almeno in parte alcuni dei problemi che chi è colpito da una malattia rara si trova ad<br />

affrontare.<br />

Nel corso degli anni la fisionomia dell'attività del Centro si è venuta gradualmente<br />

trasformando: da punto <strong>di</strong> smistamento <strong>di</strong> notizie aggiornate sulle malattie rare, a vero e proprio<br />

Centro <strong>di</strong> documentazione e <strong>di</strong> cultura su tutti i problemi relativi a queste malattie. La banca dati<br />

contenente notizie relative a numerose malattie rare è andata configurandosi come un vero e<br />

proprio patrimonio <strong>di</strong> dati che possono e potranno <strong>di</strong>ventare utilissimi nella programmazione<br />

degli stu<strong>di</strong> clinici.<br />

Sebbene la natura delle malattie rare non consenta - per definizione - l'accumularsi <strong>di</strong> numeri<br />

rilevanti <strong>di</strong> casi, si è verificata già per circa 200 patologie la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> piccole<br />

coorti <strong>di</strong> pazienti con la stessa <strong>di</strong>agnosi.<br />

Banca <strong>di</strong> materiale biologico e caratterizzazione delle nefropatie ere<strong>di</strong>tarie<br />

L’obiettivo del progetto è quello <strong>di</strong> raccogliere dati clinici e campioni <strong>di</strong> materiale biologico<br />

relativi a pazienti affetti da alcune malattie genetiche rare, e ai rispettivi familiari. Per<br />

realizzarlo sono stati creati un Archivio informatizzato dei casi segnalati e una Banca per la<br />

raccolta e la conservazione dei campioni biologici. La <strong>di</strong>sponibilità dei dati clinici e dei<br />

campioni biologici relativi ai casi raccolti, consente <strong>di</strong> eseguire test biochimici e genetici<br />

nell’ambito <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ricerca finalizzati a comprendere sempre meglio la patogenesi delle<br />

malattie e a definire i trattamenti che più efficacemente potrebbero prevenirle o curarle.<br />

325<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

L’attenzione è focalizzata in particolare sulle malattie genetiche rare del rene. Al paziente<br />

affetto da nefropatia ere<strong>di</strong>taria (es. sindrome <strong>di</strong> Alport, malattia <strong>di</strong> Fabry, glomerulosclerosi<br />

focale familiare, glomerulopatia con depositi <strong>di</strong> fibronectina, glomerulonefrite<br />

membranoproliferativa, malattia cistica della midollare, cistinuria) che si rivolga al Centro viene<br />

offerta una valutazione clinica comprendente raccolta dei dati anamnestici, visita me<strong>di</strong>ca,<br />

ecografia renale, esami <strong>di</strong> laboratorio (del sangue e delle urine). In tale occasione viene inoltre<br />

offerta una consulenza genetica, e ricostruita la storia familiare nonchè l’albero genealogico.<br />

Previo consenso informato scritto sono infine raccolti campioni <strong>di</strong> sangue, dai pazienti e<br />

familiari, che vengono etichettati con appositi co<strong>di</strong>ci e conservati nella Banca <strong>di</strong> materiale<br />

biologico. Per le nefropatie ere<strong>di</strong>tarie <strong>di</strong> cui sono noti i geni responsabili (es. sindrome <strong>di</strong><br />

Alport, malattia <strong>di</strong> Fabry, cistinuria), i campioni <strong>di</strong> sangue vengono inviati ai Laboratori <strong>di</strong><br />

riferimento. Per le altre nefropatie, <strong>di</strong> cui è recente o ancora in corso l’identificazione dei geni<br />

implicati, i campioni <strong>di</strong> sangue vengono conservati con l’obiettivo <strong>di</strong> utilizzarli nell’ambito <strong>di</strong><br />

progetti <strong>di</strong> ricerca.<br />

Valutazione dell'efficacia della terapia enzimatica sostitutiva nella malattia<br />

<strong>di</strong> Fabry<br />

La malattia <strong>di</strong> Fabry è una rara malattia metabolica legata al cromosoma X, causata dal deficit<br />

dell’enzima lisosomiale alfa-galattosidasi A, e caratterizzata dall’accumulo progressivo e<br />

<strong>di</strong>sseminato <strong>di</strong> glicosfingolipi<strong>di</strong> in vari organi e tessuti.<br />

Si manifesta prevalentemente ed in modo più grave nei maschi emizigoti e le manifestazioni<br />

cliniche principali sono a carico <strong>di</strong> cute, reni, cuore, occhi, sistema nervoso.<br />

Attualmente è <strong>di</strong>sponibile una terapia enzimatica sostitutiva per la malattia <strong>di</strong> Fabry. I risultati<br />

preliminari sono incoraggianti, sia in termini <strong>di</strong> tollerabilità che <strong>di</strong> efficacia. Lo scopo <strong>di</strong> questo<br />

stu<strong>di</strong>o è valutare l’efficacia a lungo termine della terapia enzimatica sostitutiva nei pazienti con<br />

malattia <strong>di</strong> Fabry e coinvolgimento renale.<br />

Si prevede <strong>di</strong> arruolare 20 pazienti (uomini e donne) afferenti al Registro dello Stu<strong>di</strong>o<br />

Multicentrico Italiano sulla Malattia <strong>di</strong> Anderson-Fabry (SMIMAF).<br />

Registro Internazionale delle forme ricorrenti e familiari <strong>di</strong> Sindrome<br />

Emolitico Uremica e Porpora Trombotica Trombocitopenica<br />

La Sindrome Emolitico Uremica (SEU) e la Porpora Trombotica Trombocitopenica (PTT) sono<br />

malattie rare caratterizzate da anemia emolitica, <strong>di</strong>minuzione del numero delle piastrine e<br />

occlusione trombotica dei piccoli vasi (microangiopatia trombotica), con prevalente<br />

coinvolgimento dei reni nella SEU e del sistema nervoso nella PTT. Nella loro forma tipica<br />

SEU e PTT si manifestano con un evento acuto, seguito da guarigione senza conseguenze<br />

nell’80-90% dei casi; ciò può avvenire spontaneamente (come in molti casi <strong>di</strong> SEU infantile,<br />

associata a infezione gastrointestinale) oppure dopo infusione <strong>di</strong> plasma o plasmaferesi. Alcuni<br />

pazienti vanno invece incontro a una remissione transitoria, seguita da ricadute che comportano<br />

lo sviluppo <strong>di</strong> danni renali o neurologici permanenti (forme ricorrenti). Esistono inoltre varianti<br />

estremamente rare <strong>di</strong> SEU/PTT, denominate familiari, in cui sono colpiti almeno due soggetti<br />

nella stessa famiglia.<br />

Il Laboratorio coor<strong>di</strong>na dal 1996 il Registro Internazionale delle forme ricorrenti e familiari <strong>di</strong><br />

SEU/PTT. Tale iniziativa ha permesso <strong>di</strong> raccogliere oltre 460 casi <strong>di</strong> SEU/PTT segnalati da 95<br />

Centri Italiani e da 73 Centri stranieri (Europei ed extra Europei) e <strong>di</strong> impostare specifici<br />

progetti <strong>di</strong> ricerca in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto<br />

e delle Malattie Rare e con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare - Negri Bergamo. In circa la<br />

metà dei casi <strong>di</strong> SEU e nei casi familiari <strong>di</strong> PTT è stato possibile identificare un fattore genetico<br />

pre<strong>di</strong>sponente lo sviluppo della malattia; la maggior parte dei casi <strong>di</strong> PTT ricorrente sono invece<br />

su base autoimmunitaria.<br />

326<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Valutazione degli effetti <strong>di</strong> un anticorpo monoclonale anti-CD20<br />

(Rituximab) in pazienti affetti da Porpora Trombotica Trombocitopenica<br />

cronica reci<strong>di</strong>vante secondaria ad anticorpi anti-ADAMTS13<br />

La porpora trombotica trombocitopenica (PTT) è una malattia rara caratterizzata da anemia<br />

emolitica, piastrinopenia, occlusione trombotica dei piccoli vasi (microangiopatia trombotica), e<br />

<strong>di</strong>sturbi neurologici. In molti pazienti affetti da PTT, l’attività dell’enzima ADAMTS13 (una<br />

proteasi che taglia in più frammenti il fattore <strong>di</strong> von Willebrand, un fattore della coagulazione) é<br />

inibita dalla presenza <strong>di</strong> autoanticorpi anti-ADAMTS13. Questi autoanticorpi sono presenti<br />

generalmente solo in fase acuta. La persistenza <strong>di</strong> autoanticorpi anti-ADAMTS13 in fase <strong>di</strong><br />

remissione favorisce la comparsa <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve della malattia.<br />

Al momento non sono <strong>di</strong>sponibili terapie specifiche volte a prevenire o bloccare la produzione<br />

incontrollata <strong>di</strong> questi autoanticorpi. Recentemente è stato messo in commercio un nuovo<br />

farmaco, il Rituximab, un anticorpo monoclonale che agisce selettivamente su un particolare<br />

tipo <strong>di</strong> globuli bianchi, i linfociti B CD-20 (responsabili della produzione <strong>di</strong> autoanticorpi),<br />

bloccandone l’attività.<br />

Lo scopo dello stu<strong>di</strong>o è valutare l’efficacia e la sicurezza del Rituximab in pazienti affetti da<br />

PTT cronica reci<strong>di</strong>vante, associata alla presenza <strong>di</strong> autoanticorpi anti-ADAMTS13.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o prevede un periodo <strong>di</strong> trattamento con Rituximab <strong>di</strong> un mese (una infusione alla<br />

settimana per quattro settimane consecutive) ed un periodo <strong>di</strong> osservazione <strong>di</strong> un anno. Durante<br />

questo periodo, i pazienti vengono controllati perio<strong>di</strong>camente monitorando l’attività dell’enzima<br />

ADAMTS13 e la quantità <strong>di</strong> autoanticorpi, in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia<br />

Cellulare - Negri Bergamo.<br />

Valutazione dell’escrezione urinaria <strong>di</strong> podociti in pazienti con nefropatie<br />

ere<strong>di</strong>tarie<br />

I podociti sono cellule specializzate localizzate all’esterno della parete capillare glomerulare e<br />

rivestono un ruolo fondamentale nel processo <strong>di</strong> filtrazione. In con<strong>di</strong>zioni patologiche tali<br />

cellule vanno incontro a marcate alterazioni morfologiche (vacuolizzazione, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> slit<br />

<strong>di</strong>aphragms, scomparsa dei pe<strong>di</strong>celli). Nei casi <strong>di</strong> danno severo è possibile osservarne il <strong>di</strong>stacco<br />

dalla membrana basale glomerulare con conseguente passaggio nelle urine.<br />

La per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> podociti, associata all’incapacità <strong>di</strong> rimpiazzarli, rappresenta verosimilmente un<br />

passaggio cruciale nella degenerazione dell’intero glomerulo, contribuendo allo sviluppo <strong>di</strong><br />

insufficienza renale. Ciò suggerisce quanto possa essere importante stu<strong>di</strong>are la fisiopatologia <strong>di</strong><br />

tali cellule, quantificandole nel se<strong>di</strong>mento urinario.<br />

La presenza <strong>di</strong> podociti nelle urine è stata documentata in soggetti affetti da patologie<br />

glomerulari in fase <strong>di</strong> progressione (nefropatia <strong>di</strong>abetica, nefrite lupica attiva, glomerulosclerosi<br />

focale segmentaria). Presso i laboratori del Dipartimento <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina molecolare è stato messo a<br />

punto un metodo <strong>di</strong> valutazione della presenza <strong>di</strong> podociti nel se<strong>di</strong>mento urinario ricorrendo alla<br />

tecnica dell’immunofluorescenza con anticorpi monoclonali. Lo stu<strong>di</strong>o in corso ha l’obiettivo <strong>di</strong><br />

valutare l’escrezione urinaria <strong>di</strong> podociti in alcune malattie renali <strong>di</strong> origine genetica,<br />

verificando un’eventuale correlazione con la loro evoluzione. Il monitoraggio dell’escrezione <strong>di</strong><br />

podociti nel tempo potrebbe rappresentare un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> severità del danno glomerulare, nonché<br />

un utile strumento per il monitoraggio della risposta alla terapia.<br />

Valutazione dell’efficacia <strong>di</strong> un trattamento intensivo combinato<br />

antiproteinurico nella sindrome <strong>di</strong> Alport<br />

La Sindrome <strong>di</strong> Alport è una rara forma <strong>di</strong> nefrite ere<strong>di</strong>taria progressiva causata da deficit <strong>di</strong><br />

sintesi <strong>di</strong> una delle subunità del collagene <strong>di</strong> tipo IV, costituente predominante delle membrane<br />

basali dei glomeruli renali. I segni principali <strong>di</strong> interessamento renale sono rappresentati dalla<br />

ematuria e dalla proteinuria con possibile evoluzione verso l’insufficienza renale terminale. Le<br />

altre manifestazioni comprendono alterazioni oculari e sor<strong>di</strong>tà neurosensoriale che colpisce la<br />

327<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

metà dei pazienti. Non esiste ancora un trattamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrata efficacia nel rallentare la<br />

progressione del danno renale in pazienti con Sindrome <strong>di</strong> Alport. I farmaci inibitori<br />

dell’enzima <strong>di</strong> conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori) sono in grado <strong>di</strong> ridurre il declino<br />

della funzionalità renale in molte nefropatie croniche caratterizzate da per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> proteine. E’<br />

stato inoltre <strong>di</strong>mostrato che anche altri tipi <strong>di</strong> trattamenti possono ridurre ancora più<br />

efficacemente la proteinuria se associati agli ACE-inibitori. Lo scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è quello<br />

<strong>di</strong> valutare l’efficacia <strong>di</strong> un trattamento multimodale comprendente l’uso integrato <strong>di</strong> ACE<br />

inibitori, antagonisti recettoriali dell’angiotensina II, calcioantagonisti non <strong>di</strong>idropiri<strong>di</strong>nici e<br />

statine nella Sindrome <strong>di</strong> Alport con coinvolgimento renale. Saranno arruolati nello stu<strong>di</strong>o 9<br />

pazienti (maschi e femmine) con Sindrome <strong>di</strong> Alport e coinvolgimento renale<br />

(macroalbuminurici) ed un numero <strong>di</strong> pazienti definiti dal termine dell’arruolamento dei<br />

pazienti macroalbuminurici con coinvolgimento renale <strong>di</strong> grado minore (microalbuminurici).<br />

Aggiornamento del database sulle Malformazioni Respiratorie Congenite<br />

Il Progetto è nato dalla collaborazione tra il gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulle malattie respiratorie rare del<br />

neonato e il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento della Rete Regionale per le Malattie Rare.<br />

Tale database è nato con l’intento <strong>di</strong> fornire un sussi<strong>di</strong>o al neonatologo nel percorso <strong>di</strong>agnostico<br />

ed assistenziale <strong>di</strong>nanzi alle patologie malformative respiratorie più frequenti.<br />

Il lavoro <strong>di</strong> aggiornamento <strong>di</strong> tale database ha previsto la revisione dell’elenco delle categorie<br />

malformative, oltre che <strong>di</strong> tutte le sindromi precedentemente incluse; altre sindromi sono state<br />

inserite. Inoltre, all’interno <strong>di</strong> una sintetica descrizione clinica maggiormente dettagliata rispetto<br />

alla versione precedente, è stato aggiunto il co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> esenzione per Malattia Rara che permette<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare il paziente alla Rete <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong> identificati dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

Il database prevede il link con la pagina del database OMIM corrispondente per un maggiore<br />

approfon<strong>di</strong>mento scientifico.<br />

Identificazione <strong>di</strong> nuovi geni associati alla forma familiare autosomica<br />

dominante <strong>di</strong> glomerulosclerosi focale segmentale<br />

La glomerulosclerosi focale segmentale (GSFS) è una patologia del rene caratterizzata<br />

clinicamente da per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> proteine con le urine, sindrome nefrosica (definita da proteinuria<br />

>3.5g/24 ore, ridotti livelli <strong>di</strong> albumina e aumentati livelli <strong>di</strong> colesterolo nel sangue), talvolta<br />

presenza <strong>di</strong> sangue nelle urine, aumento della pressione arteriosa e frequente progressione<br />

all’insufficienza renale terminale (IRT), con necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi o trapianto renale.<br />

La GSFS rappresenta il 35% <strong>di</strong> tutti i casi <strong>di</strong> sindrome nefrosica nell’adulto, ed è causa <strong>di</strong> IRT<br />

nel 5% degli adulti e nel 20% dei bambini. La <strong>di</strong>agnosi si basa sull’esame istologico della<br />

biopsia renale.<br />

Dato che la GSFS è una causa importante <strong>di</strong> IRT e dato che la risposta alle terapie <strong>di</strong>sponibili è<br />

ancora inferiore al 30-50%, è essenziale capire la base molecolare e la patogenesi <strong>di</strong> questa<br />

malattia.<br />

Vi sono <strong>di</strong>versi sottotipi <strong>di</strong> GSFS: primaria (i<strong>di</strong>opatica o spora<strong>di</strong>ca), secondaria ad altre<br />

patologie (quali ad esempio nefropatia da reflusso, infezione da HIV), familiare (quando almeno<br />

due soggetti nella stessa famiglia sono affetti), o associata a sindromi congenite.<br />

La GSFS familiare è una malattia ere<strong>di</strong>taria, molto rara; i soggetti colpiti dalla variante<br />

autosomica dominante hanno una probabilità del 50% <strong>di</strong> trasmettere la malattia ad ogni figlio/a.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o, in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica <strong>di</strong> Malattie Rare e<br />

Trapianti, si pone l’obbiettivo <strong>di</strong> identificare i fattori genetici che determinano lo sviluppo della<br />

forma familiare autosomica dominante <strong>di</strong> GSFS per migliorare le possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi<br />

precoce, trattamento e prevenzione. Si tratta <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o osservazionale rivolto a soggetti con<br />

anamnesi positiva per GSFS familiare.<br />

328<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

I soggetti inclusi nello stu<strong>di</strong>o vengono sottoposti, oltre che ad un colloquio per raccogliere la<br />

storia clinica e familiare, ad un prelievo del sangue per gli esami ematochimici <strong>di</strong> routine e per<br />

le analisi genetiche. Ad essi viene inoltre offerto un servizio <strong>di</strong> consulenza genetica.<br />

329<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

330<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CESAV<br />

Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria A. e A. Valenti<br />

PERSONALE<br />

Capo Laboratorio<br />

Livio GARATTINI, Dott. Economia<br />

331<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

CURRICULUM<br />

Livio Garattini : laureato in Scienze Economiche nel Marzo 1983 presso l’Università Bocconi <strong>di</strong> Milano.<br />

Attività formative: “King’s Fund College”, Londra: frequentazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> management sanitario;<br />

“Centre for Health Economics”, York: analisi bibliografica <strong>di</strong> pubblicazioni sul NHS inglese; “Ecole<br />

Nationale de la Santé Publique”, Rennes: frequentazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> management sanitario.<br />

Aree <strong>di</strong> interesse: Economia e Politica sanitaria.<br />

Attualmente: Direttore CESAV (Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria A. e A. Valenti dell’<strong>Istituto</strong> M. Negri);<br />

1981-1983: ricercatore c/o l’<strong>Istituto</strong> M. Negri;<br />

1983-1984: impiegato c/o la Banca Commerciale Italiana <strong>di</strong> Milano;<br />

Settembre 1984-Luglio 1985: consulente senior c/o la “Sogess srl” <strong>di</strong> Milano;<br />

1985-1990: ricercatore c/o l’Università Bocconi <strong>di</strong> Milano.<br />

Principali pubblicazioni:<br />

• Garattini L, De Compadri P, Clemente R, Cornago D (2003) “Economic Evaluations in Italy: a Review of the Literature”<br />

International Journal of Technology Assessment in Health Care 19(4): 685-697.<br />

• Garattini L, Ghislan<strong>di</strong> S (2006) “Off-patent drugs in Italy- A short-sighted view?” The European Journal of Health<br />

Economics 7(1): 79-83.<br />

• Garattini L, Ghislan<strong>di</strong> S (<strong>2007</strong>) “Should we really worry about “launch delays” of new drugs in OECD countries?”<br />

(E<strong>di</strong>toriale) The European Journal of Health Economics 8(1): 1-3.<br />

• Cornago D, Li Bassi L, De Compadri P, Garattini L (<strong>2007</strong>) “Pharmacoeconomic stu<strong>di</strong>es in Italy: a critical review of the<br />

literature” The European Journal of Health Economics 8(2):89-95.<br />

• Garattini L, Cornago D De Compadri P (<strong>2007</strong>) “Pricing and reimbursement of in-patent drugs in seven European<br />

countries: A comparative analysis” Health Policy 82:330-339.<br />

• Koleva D, Motterlini N, Banfi P, Garattini L (<strong>2007</strong>) “Healthcare costs of COPD in Italian referral centres: A prospective<br />

study” Respiratory Me<strong>di</strong>cine 101:2312-2320.<br />

332<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL CENTRO<br />

Il CESAV, Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti, esiste dal 1992 ed è<br />

localizzato a Ranica (BG) presso Villa Camozzi. Svolge attività <strong>di</strong> ricerca nel settore sanitario,<br />

al cui sviluppo offre il proprio contributo in materia <strong>di</strong> economia e management. In particolare,<br />

la ricerca verte: a) sulla valutazione economica, consistente nell'analisi dei costi e dei benefici <strong>di</strong><br />

possibili alternative in sanità; b) sull' analisi comparativa, basata principalmente sullo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

sistemi sanitari esteri, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare eventuali innovazioni da proporre al SSN e da<br />

estendere, più in generale, ai Paesi dell'Unione Europea.<br />

SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />

Nel <strong>2007</strong> gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione economica hanno riguardato stime sui costi sanitari del<br />

glaucoma, del mieloma multiplo e delle terapie esistenti per l’epatite C, mentre gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

analisi comparativa si sono concentrati sulla gestione dell’assistenza vaccinale nelle ASL<br />

lombarde e sul controllo della spesa farmaceutica in un campione nazionale <strong>di</strong> ASL.<br />

COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />

Enti pubblici nazionali (Ministero della Sanità, Assessorati Regionali, Aziende Sanitarie Locali,<br />

Aziende Ospedaliere).<br />

Collaborazioni con enti privati (aziende del settore e associazioni <strong>di</strong> categoria).<br />

COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />

CES (Collège des Economistes de la Santé) , Parigi<br />

Università Corvinus, Budapest<br />

Global Fund , Ginevra<br />

<strong>Istituto</strong> WidO, Bonn<br />

Università Carlos III, Madrid<br />

Università <strong>di</strong> Hannover<br />

Università <strong>di</strong> York<br />

Università Pompeu Fabra, Barcellona<br />

Università Erasmus, Rotterdam<br />

333<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />

Acta Bio Me<strong>di</strong>ca (Livio Garattini)<br />

Biome<strong>di</strong>cal Statistics and Clinical Epidemiology (Livio Garattini)<br />

Economia e Politica del Farmaco (Livio Garattini)<br />

FarmacoEconomia News (Livio Garattini)<br />

Farmeconomia e Percorsi Terapeutici (Livio Garattini)<br />

Health Policy (Livio Garattini)<br />

L'Internista (Livio Garattini)<br />

Journal of Me<strong>di</strong>cal Economics (Livio Garattini)<br />

PharmacoEconomics Italian Research Articles (Livio Garattini)<br />

Quaderni <strong>di</strong> FarmacoEconomia (Livio Garattini)<br />

The European Journal of Health Economics (Livio Garattini)<br />

ATTIVITA' DI REVISIONE<br />

BJCP (British Journal of Clinical Pharmacology)<br />

Health Policy<br />

PharmacoEconomics<br />

Social Science & Me<strong>di</strong>cine<br />

The European Journal of Health Economics<br />

ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />

Convegno Nazionale CESAV <strong>di</strong> Farmacoeconomia: “Economia del farmaco: fra soluzioni<br />

tecniche e decisioni politiche”.<br />

“Prezzi e rimborsabilità dei farmaci innovativi”.<br />

“Educazione Continua Me<strong>di</strong>ca”:<br />

“L’ECM in Europa: esperienze a confronto”.<br />

“Gli aspetti economici del glaucoma”.<br />

“Informazione Me<strong>di</strong>co-Scientifica sui farmaci”:<br />

“La normativa sull’informazione me<strong>di</strong>co scientifica in Italia: la situazione a livello<br />

nazionale”.<br />

“La normativa sull’informazione me<strong>di</strong>co scientifica in Italia: i risultati <strong>di</strong> un’inchiesta a<br />

livello regionale”.<br />

29-30 Maggio, Ranica (BG)<br />

Convegno: “La farmacoeconomia nelle terapie per il CCR”.<br />

“Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacoeconomia sui trattamenti chemioterapici nel CCR”:<br />

“Una revisione critica degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacoeconomia”.<br />

“Metodologie <strong>di</strong> analisi a confronto: i risultati <strong>di</strong> una simulazione”.<br />

Opinioni a confronto: “Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacoeconomia: l’utilità percepita in oncologia”.<br />

11 Dicembre, Ranica (BG).<br />

334<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL CENTRO<br />

Congresso: “Global Pricing and Reimbursement Congress <strong>2007</strong>”. “European Pricing and<br />

Reimbursement for Generic Me<strong>di</strong>cines”<br />

Country By Country Pricing And Reimbursement Policies<br />

“Current pricing policies in Italy”<br />

“Reimbursement processes and timelines”<br />

“Identifying critical cost containment measures”<br />

(Global Pricing and Reimbursement-Congress <strong>2007</strong>)<br />

Pricing Models and Systems-A Country by Country Breakdown<br />

“The current pricing policies in Italy and the impact on the European generic industry”<br />

“Reimbursement processes and timelines for generic me<strong>di</strong>cines”<br />

“Reference pricing and pharmacists incentive schemes”<br />

(European Pricing and Reimbursement for Generic Me<strong>di</strong>cines)<br />

30-31 Gennaio, Praga.<br />

Congresso: “Congreso Europeo de Oficina de Farmacia”.<br />

“Los genéricos en Europa: vision farmacoeconomica”<br />

28 Febbraio-2 Marzo, Barcellona.<br />

Corso: “Le maculopatie e la degenerazione maculare legata all’età: gestione clinico-terapeutica<br />

ed economica”<br />

“L’impatto socioeconomico delle maculopatie: farmacoeconomia e Qualità <strong>di</strong> Vita.<br />

Discussione”.<br />

15 Maggio, Milano.<br />

Seminario: “European Advisory Panel meeting to <strong>di</strong>scuss the positioning of temsirolimus for<br />

use in the treatment of renal cell carcinoma”.<br />

13 Luglio, Londra.<br />

Seminario: “ADHD (Attention Deficit and Hyperactivity Disorder) Advisory Board Meeting”.<br />

23-24 Luglio, Francoforte sul Meno.<br />

Convegno: “Acomplia Focus Meeting”.<br />

Tavola rotonda su “Knowing our customers”.<br />

4 Ottobre, Parigi.<br />

Convegno: “Le maculopatie e la degenerazione maculare legata all’età: gestione clinicoterapeutica<br />

ed economica”.<br />

“L’impatto socioeconomico delle maculopatie: farmacoeconomia e Qualità <strong>di</strong> Vita”.<br />

10 Ottobre, Genova.<br />

Convegno: “Il corretto management terapeutico ed assistenziale nella terapia del dolore”.<br />

Relazione: “Impatto economico della terapia del dolore”.<br />

7 Novembre, Milano.<br />

Convegno: “Le maculopatie e la degenerazione maculare legata all’età: gestione clinicoterapeutica<br />

ed economica”.<br />

Relazione: “Analisi farmaco-economiche applicate alla CNV”.<br />

7 Dicembre, Napoli<br />

335<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Abbott<br />

EG<br />

Grunenthal-Prodotti Formenti<br />

Janssen Cilag<br />

Novartis Farma SpA<br />

Ratiopharm<br />

Sanofi Aventis<br />

Sanofi Pasteur MSD<br />

Schering Plough<br />

Vivisol<br />

CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Garattini L, Ghislan<strong>di</strong> S “Should we really worry about “launch delays” of new drugs in OECD countries?” (E<strong>di</strong>toriale) The<br />

European Journal of Health Economics 8(1): 1-3.<br />

Cornago D, Li Bassi L, De Compadri P, Garattini L “Pharmacoeconomic stu<strong>di</strong>es in Italy: a critical review of the literature”<br />

The European Journal of Health Economics 8(2): 89-95.<br />

Garattini L, Koleva D, Motterlini N, Cornago D “Me<strong>di</strong>cal Costs of Chronic Musculoskeletal Pain in Italy” Clinical Drug<br />

Investigation 27(2): 139-148.<br />

Garattini L, Cornago D, De Compadri P “Pricing and reimbursement of in-patent drugs in seven European countries: A<br />

comparative analysis” Health Policy 82: 330-339.<br />

Koleva D, Motterlini N, Schiavone M, Garattini L “Me<strong>di</strong>cal Costs of Glaucoma and Ocular Hypertension in Italian Referral<br />

Centres: A Prospective Study” Ophthalmologica 221(5): 340-347.<br />

Koleva D, Motterlini N, Banfi P, Garattini L “Healthcare costs of COPD in Italian referral centres: A prospective study”<br />

Respiratory Me<strong>di</strong>cine 101: 2312-2320.<br />

Garattini L “Pricing and Reimbursement Policies in Italy: Current and Future Trends” in Garau M, Mestre-Ferran<strong>di</strong>z J (a<br />

cura <strong>di</strong>) European Me<strong>di</strong>cines Pricing and Reimbursement. OHE. Oxon, Radcliffe Publishing.<br />

SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE<br />

NELL'ANNO <strong>2007</strong><br />

Motterlini N, Garattini L “I costi <strong>di</strong> struttura dei reparti <strong>di</strong> pneumologia in Italia” FarmacoEconomia News 1: 3-7.<br />

Cerzani M, Barbui C, Garattini L “Le valutazioni economiche del trattamento farmacologico con antipsicotici nella<br />

schizofrenia: una rassegna degli stu<strong>di</strong> italiani” Quaderni <strong>di</strong> Farmaco Economia 2: 17-28.<br />

Mc Nee, England S (Trad. a cura <strong>di</strong>: De Compadri P, Garattini L, Li Bassi L) “Pharmac: un esempio <strong>di</strong> sfide e<br />

successi” Quaderni <strong>di</strong> Farmaco Economia 3:6-15.<br />

Cerzani M, Pasina L; Clavenna A, Nobili A, Garattini L “Revisione critica degli stu<strong>di</strong> italiani <strong>di</strong> farmacoeconomia<br />

sull’uso dei farmaci antinfiammatori non steroidei in me<strong>di</strong>cina generale” Quaderni <strong>di</strong> Farmaco Economia 3:17-28.<br />

Gritti S, De Compadri P, Garattini L “L’informazione me<strong>di</strong>co scientifica fra Stato e Regioni” Quaderni <strong>di</strong> Farmaco<br />

Economia 4: 7-15.<br />

336<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

De Compadri P, Koleva D, Zaniboni A, Garattini L “Modalità <strong>di</strong> somministrazione per terapie del CCR a confronto:<br />

un esercizio <strong>di</strong> valutazione economica” Quaderni <strong>di</strong> Farmaco Economia 4: 16-27.<br />

Garattini L “Finanziaria <strong>2007</strong>: vere e false novità” Dialogo sui farmaci 1:33-34.<br />

ATTIVITA' DI RICERCA<br />

Attività <strong>di</strong> formazione<br />

Il CESAV svolge attività <strong>di</strong> formazione prevalentemente collegata ai progetti <strong>di</strong> ricerca, al fine<br />

<strong>di</strong> offrire contributi formativi originali che si alimentino dei contenuti dell'attività primaria del<br />

centro.<br />

Valutazione Economica<br />

L'obiettivo principale <strong>di</strong> questa linea <strong>di</strong> ricerca è quello <strong>di</strong> valutare l’impatto economico <strong>di</strong><br />

patologie e alternative <strong>di</strong>agnostico-terapeutiche <strong>di</strong>sponibili. I tipi <strong>di</strong> analisi si <strong>di</strong>fferenziano a<br />

seconda che si tratti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> osservazionali <strong>di</strong> costi della patologia, oppure <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

valutazione economica in senso completo (tipicamente analisi costo-efficacia). Nel primo caso il<br />

metodo utilizzato è quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are coorti <strong>di</strong> pazienti affetti dalla stessa patologia per un<br />

periodo significativo <strong>di</strong> tempo, al fine <strong>di</strong> verificare i relativi consumi <strong>di</strong> risorse sanitarie, da<br />

monetizzare poi attraverso l'in<strong>di</strong>viduazione dei costi unitari delle singole prestazioni. In<br />

particolare a livello ospedaliero, l'obiettivo è quello <strong>di</strong> stimarne i costi unitari attraverso i dati <strong>di</strong><br />

contabilità per centri <strong>di</strong> costo laddove <strong>di</strong>sponibili.<br />

Nel secondo caso, all'analisi dei costi si aggiunge la valutazione dell'efficacia delle alternative<br />

prese in esame (si raccolgono, quin<strong>di</strong>, informazioni anche <strong>di</strong> carattere clinico sulle terapie<br />

analizzate), al fine <strong>di</strong> calcolare dei rapporti costo-efficacia.<br />

Analisi Comparativa<br />

L'obiettivo principale <strong>di</strong> questa linea <strong>di</strong> ricerca è quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l'organizzazione dei sistemi<br />

sanitari per trarre delle in<strong>di</strong>cazioni dai confronti sistematici fra gli stessi. Le scelte dei legislatori<br />

nazionali, a fronte <strong>di</strong> problemi comuni in ogni Paese, possono variare molto da una nazione<br />

all'altra. L'intervento pubblico è solitamente presente in ogni nazione, seppur in modo<br />

eterogeneo, poiché il servizio sanitario non possiede per definizione meccanismi regolatori <strong>di</strong><br />

mercato collegati alle leggi economiche della domanda e dell'offerta; pertanto, l'analisi<br />

comparativa <strong>di</strong> tali scelte a livello internazionale è utile per verificare il livello <strong>di</strong> razionalità<br />

conseguito da ogni politica sanitaria nazionale.<br />

Lo schema d'indagine del CESAV prevede un approfon<strong>di</strong>mento dell'assetto istituzionale, dei<br />

principali servizi erogati e della gestione finanziaria del sistema indagato per ricostruirne una<br />

fotografia il più possibile esaustiva, traendo successivamente in<strong>di</strong>cazioni sia positive che<br />

negative sul funzionamento reale dei sistemi.<br />

337<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

338<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti<br />

Chiara Cucchi De Alessandri e<br />

Gilberto Crespi<br />

Il Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti (CRT) è nato nel 2002 per sostenere e promuovere il lavoro dei<br />

migliori ricercatori <strong>di</strong> tutto il mondo e per portare a termine importanti programmi <strong>di</strong> ricerca<br />

nell'ambito della trapiantologia.<br />

Il Centro ha sede a Villa Camozzi (Ranica), presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Bergamo ed è<br />

gestito in collaborazione con l'<strong>Istituto</strong> stesso.<br />

Lo staff del CRT è composto prevalentemente da ricercatori senior e junior che si sono formati<br />

nei Laboratori dell'lstituto <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Bergamo nell'ambito dell'immunologia del trapianto,<br />

della ricerca <strong>di</strong> farmaci immunosoppressori meno tossici e <strong>di</strong> nuove tecniche <strong>di</strong> terapia genica<br />

per prevenire il rigetto acuto del trapianto d'organo.<br />

Informazioni sulle attività <strong>di</strong> ricerca del Centro sono presenti nelle attività dei Dipartimenti <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina Molecolare (Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare) e<br />

<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale (Laboratorio <strong>di</strong> Farmacocinetica e Chimica Clinica).<br />

339<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

340<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

L’ATTIVITA’ DIDATTICA<br />

Responsabile della Formazione – Dott. <strong>Mario</strong> Salmona<br />

L’attività <strong>di</strong>dattica dell’<strong>Istituto</strong> si svolge nel campo delle scienze biome<strong>di</strong>che, è inserita<br />

nell’ambito dei programmi <strong>di</strong> formazione professionale della Regione Lombar<strong>di</strong>a ed è costituita<br />

da un percorso formativo per la specializzazione <strong>di</strong> tecnici <strong>di</strong> laboratorio, per la specializzazione<br />

post-dottorale <strong>di</strong> laureati che intendono de<strong>di</strong>carsi alla ricerca e per il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Infermiere<br />

professionale in ricerca clinica (presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare “Aldo<br />

e Cele Daccò” <strong>di</strong> Ranica, Bg). Dal 1999 l’<strong>Istituto</strong> ha anche attivato un corso <strong>di</strong> Ph.D (Dottorato<br />

<strong>di</strong> Ricerca) in collaborazione con la Open University inglese. Il <strong>di</strong>ploma rilasciato ha valore<br />

legale in tutta Europa e Stati Uniti ed è equivalente al titolo <strong>di</strong> Dottorato <strong>di</strong> Ricerca.. Dal 2006<br />

l’<strong>Istituto</strong> ha anche avviato un Corso <strong>di</strong> Master <strong>di</strong> 1° livello in Ricerca Clinica, in collaborazione<br />

con l’Università <strong>di</strong> Milano e un Master <strong>di</strong> 2° livello in Malattie Rare in collaborazione con<br />

l?università <strong>di</strong> Torino.<br />

Tutti gli allievi dei corsi dopo tre mesi <strong>di</strong> preparazione fruiscono <strong>di</strong> borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell’<strong>Istituto</strong>,<br />

che dal 1963 al 2005 ne ha erogate 6123 <strong>di</strong> cui 668 a ricercatori stranieri. L’<strong>Istituto</strong> favorisce<br />

l’inserimento nel mondo del lavoro degli allievi dopo il conseguimento del <strong>di</strong>ploma.<br />

La caratteristica metodologica essenziale dei corsi consiste nel fatto che tecnici e ricercatori si<br />

formano "sul campo". Essi partecipano infatti, a tempo pieno, a programmi <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> alto<br />

livello scientifico, impiegando strumenti e tecnologie avanzati e collaborando con ricercatori <strong>di</strong><br />

vari Paesi: praticano cioè una ricerca altamente formativa anche a livello <strong>di</strong> rapporti personali.<br />

Gli allievi svolgono la loro attività <strong>di</strong> specializzazione prevalentemente in un determinato<br />

laboratorio dell’<strong>Istituto</strong> e sono progressivamente inseriti nei programmi <strong>di</strong> ricerca in corso. Essi<br />

sono tenuti a frequentare lezioni, seminari, corsi e convegni e a utilizzare la biblioteca interna.<br />

L’<strong>Istituto</strong> fornisce a tutti gli allievi la possibilità <strong>di</strong> utilizzare Internet per l’accesso alle basi <strong>di</strong><br />

dati <strong>di</strong> biome<strong>di</strong>cina e stampare in linea gli articoli delle principali riviste scientifiche. Gli allievi<br />

devono essere <strong>di</strong>sponibili a recarsi all’estero per partecipare a corsi e congressi.<br />

Il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> “Specialista in Ricerca Farmacologica” è rilasciato dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a e<br />

quello <strong>di</strong> “Tecnico in Ricerca Biochimica” dall’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong><br />

Negri”. Essi possono essere riconosciuti nei concorsi pubblici e contribuire alla formazione dei<br />

relativi punteggi. Infine, i <strong>di</strong>plomi rilasciati dall’<strong>Istituto</strong> “<strong>Mario</strong> Negri” vengono unanimamente<br />

considerati una garanzia <strong>di</strong> ottima formazione teorica e pratica.<br />

341<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Una volta ottenuto il Diploma oppure il titolo <strong>di</strong> Ph.D gli allievi che vogliono proseguire la loro<br />

attività nella ricerca possono ottenere delle borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per trascorrere all’estero uno o due<br />

anni <strong>di</strong> ulteriore specializzazione presso rinomati istituti stranieri.<br />

I corsi attualmente tenuti sono:<br />

• Corso triennale per laureati, a Milano o a Bergamo, che porta al conseguimento del <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong><br />

“SPECIALISTA IN RICERCA FARMACOLOGICA”.<br />

• Corso triennale per <strong>di</strong>plomati, a Milano o a Bergamo, che porta al conseguimento del <strong>di</strong>ploma<br />

<strong>di</strong> “TECNICO IN RICERCA BIOCHIMICA”.<br />

• Corso <strong>di</strong> Ph.D. (Dottorato <strong>di</strong> Ricerca) nell’ambito <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> siglati con la Open University<br />

(UK) e le Università <strong>di</strong> Maastrich e <strong>di</strong> Groningen (NL).<br />

• Master <strong>di</strong> 1° livello in Ricerca Clinica in collaborazione con l’Università <strong>di</strong> Milano.<br />

• Master <strong>di</strong> 2° livello in Malattie Rare in collaborazione con l?università <strong>di</strong> Torino.<br />

• Corso biennale per infermieri professionali che porta al conseguimento del <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong><br />

“INFERMIERE PROFESSIONALE IN RICERCA CLINICA” (presso il Centro Daccò <strong>di</strong><br />

Ranica, Bg).<br />

Altre attività formative<br />

• TESI DI LAUREA<br />

E’ possibile preparare la tesi <strong>di</strong> laurea in materie scientifiche presso l’<strong>Istituto</strong> previa<br />

approvazione delle rispettive Facoltà. E’ necessario frequentare l’<strong>Istituto</strong> per almeno 2 anni.<br />

• SUMMER STUDENTS<br />

L’<strong>Istituto</strong> accoglie, nei mesi <strong>di</strong> giugno e luglio, un certo numero <strong>di</strong> studenti degli ultimi due anni<br />

delle scuole superiori nell’ambito degli stage formativi “scuola-lavoro”.<br />

342<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

ORGANIGRAMMA<br />

Unità organizzative<br />

Uffici e Servizi<br />

343<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

344<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Prof. Silvio Garattini<br />

Silvio Garattini è nato a Bergamo il 12/11/1928. Perito Chimico. Dottore in Me<strong>di</strong>cina. Libero Docente in<br />

Chemioterapia e Farmacologia. Assistente ed Aiuto presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Farmacologia dell’Università <strong>di</strong> Milano<br />

fino all'anno 1962.<br />

Fondatore nel 1963 e <strong>di</strong>rettore dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri". Attualmente l'<strong>Istituto</strong><br />

"<strong>Mario</strong> Negri" ha quattro localizzazioni (Milano, Bergamo, Ranica (Bg), S. Maria Imbaro (Ch)) con un personale<br />

<strong>di</strong> oltre 850 unità.<br />

Autore <strong>di</strong> molte centinaia <strong>di</strong> lavori scientifici pubblicati in riviste nazionali ed internazionali e <strong>di</strong> numerosi<br />

volumi nel campo della farmacologia. Fa parte del Gruppo 2003 {gruppo dei ricercatori italiani altamente citati<br />

nella letteratura scientifica internazionale}. Fondatore dell'European Organization for Research on Treatment of<br />

Cancer.<br />

Negli ultimi decenni é stato membro <strong>di</strong> vari organismi fra cui: Comitato <strong>di</strong> Biologia e Me<strong>di</strong>cina del Consiglio<br />

Nazionale delle <strong>Ricerche</strong> (C.N.R.), Consiglio Sanitario Nazionale e Commissione della Presidenza del Consiglio<br />

dei Ministri per la politica della ricerca in Italia, Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) del<br />

Ministero della Sanità.<br />

Ha ricoperto le seguenti cariche: Presidente del Comitato <strong>di</strong> Chemioterapia Antitumorale dell'Unione<br />

Internazionale contro il Cancro, Presidente della Organizzazione Europea <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> sul Cancro (EORTC),<br />

Consulente dell'Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità. Membro del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione dell'<strong>Istituto</strong><br />

Superiore <strong>di</strong> Sanità. Presidente della European Society of Biochemical Pharmacology. Membro del Committee<br />

for Proprietary Me<strong>di</strong>cinal Products (CPMP) dell'European Agency for the Evaluation of Me<strong>di</strong>cinal Products<br />

(EMEA) .Membro del Comitato esecutivo per la Politica della Ricerca (CEPR) del Ministero dell'Università e<br />

della Ricerca Scientifica e Tecnologica, Presidente Steering Advisory Group Current Controlled Trials,<br />

Componente del Comitato Scientifico della Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori .<br />

Vice-Presidente del Consiglio Superiore <strong>di</strong> Sanità. Presidente Commissione Ricerca e Sviluppo dell'Agenzia<br />

Italiana del Farmaco (AIFA). Attualmente è Presidente dell'Associazione "Via <strong>di</strong> Natale" e della Fondazione<br />

Angelo e Angela Valenti. Presidente della Commissione Tecnica per l'Assistenza Farmaceutica, Regione<br />

Autonoma della Sardegna. Componente Comitato Strategico per il Welfare, Regione Lombar<strong>di</strong>a, Attualmente è<br />

Componente del Consiglio Superiore <strong>di</strong> Sanità e Membro del Comitato Nazionale <strong>di</strong> Bioetica.. Membro<br />

‘Comitato dei Garanti’, Piano Guadagnare Salute, rendere facili le scelte salutari, Ministero della Salute, Membro<br />

Comitato Scientifico AISLA, Membro Comitato Scientifico Internazionale, Centro <strong>di</strong> Riferimento Oncologico,<br />

Aviano.<br />

Fellow della New York Academy of Sciences, dell' American Association for the Advancement of Sciente e <strong>di</strong><br />

numerose società scientifiche nazionali ed internazionali. Honorary Fellow Royal College of Physicians<br />

(Pharmaceutical Me<strong>di</strong>cine).<br />

Tra le numerose onorificenze ricevute si segnalano la Legion d'Onore della Repubblica Francese per meriti<br />

scientifici; Premio della Società Italiana <strong>di</strong> Chimica “Giulio Natta”, Grand Ufficiale della Repubblica Italiana e<br />

Lauree Honoris Causae alle Università <strong>di</strong> Bialystok, Polonia e <strong>di</strong> Barcelona, Spagna. Fra i premi dell’ultimo<br />

triennio : Premio Ippocrate per la comunicazione scientifica. Premio Mens Sana in Corpore Sano. Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Premio Nuova Spoleto, Premio Angelo dell’Anno, Alkmeon International Prize, Premio<br />

Internazionale Sant’Agostino Città <strong>di</strong> Bergamo, Premio Il Campione per la Scienza. Premio Luigi Coppola,<br />

Lecce, Premio Scienza e Società nell’ambito del Premio Città <strong>di</strong> Firenze.<br />

In oltre 40 anni <strong>di</strong> attività, l'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> Negri", sotto la <strong>di</strong>rezione del Prof.<br />

Garattini, ha prodotto oltre 10.000 pubblicazioni scientifiche e circa 200 volumi, in cancerologia, chemioterapia e<br />

immunologia dei tumori, in neuropsicofarmacologia, in farmacologia car<strong>di</strong>ovascolare e renale. Oltre 4000 sono i<br />

giovani laureati e tecnici che si sono specializzati in questo periodo presso l'<strong>Istituto</strong>.<br />

345<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

346<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Prof. Giuseppe Remuzzi<br />

Giuseppe Remuzzi è ato a Bergamo nel 1949, si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia a Pavia nel 1974.<br />

Nel 1977 si è specializzato presso l'Università <strong>di</strong> Milano in Ematologia Clinica e <strong>di</strong> Laboratorio e nel<br />

1980 si é specializzato in Nefrologia Me<strong>di</strong>ca presso la stessa Università. Nel 1976 ha conseguito<br />

l'idoneità a primario <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi.<br />

Dal 1975 lavora presso l'U.O. <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo, nel 1986 é<br />

<strong>di</strong>ventato Aiuto Primario e nel 1999 Primario presso la stessa Unità Operativa dove tuttora presta la sua<br />

opera. Dal 1996 gli è stato conferito l'incarico <strong>di</strong> Direttore del Dipartimento Pubblico-Privato <strong>di</strong><br />

Immunologia e Clinica dei Trapianti <strong>di</strong> Organo (collaborazione tra Ospedali Riuniti e <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong><br />

Negri) che nel 2002 ha cambiato denominazione in Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Specialistica e dei<br />

Trapianti.<br />

Tra il 1979 e 1980 ha trascorso perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> formazione presso il Laboratorio Biologia Cellulare<br />

dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Fisiologia Animale dell'Università <strong>di</strong> Cambridge e il Laboratorio <strong>di</strong> Scienze Cliniche della<br />

Scuola <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Guy's Hospital a Londra.<br />

Nel 1980 è stato nominato Consulente per i problemi renali dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri <strong>di</strong> Milano.<br />

Da quando l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri ha aperto la sua sede a Bergamo, nel 1984, coor<strong>di</strong>na tutte le attività <strong>di</strong><br />

ricerca della sede <strong>di</strong> Bergamo dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> Negri e dal 1992 anche del Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche<br />

per le Malattie Rare "Aldo e Cele Daccò" <strong>di</strong> Ranica (BG).<br />

Ha tenuto corsi presso varie Università estere quali: Boston, Stanford, Ontario (Canada) e Londra.<br />

Dal 1985 al 1989 ha insegnato Immunologia presso il New York Me<strong>di</strong>cal College <strong>di</strong> Valhalla, New York;<br />

nel 1990 é stato nominato Visiting Professor presso una delle Università <strong>di</strong> Londra, University College<br />

and Middlesex School of Me<strong>di</strong>cine, dove da allora tiene ogni anno un corso <strong>di</strong> lezioni post-laurea sulle<br />

malattie del rene. Nel 2003 è stato nominato Professore Onorario presso l'Università <strong>di</strong> Maastricht. Ha<br />

insegnato Nefrologia in <strong>di</strong>verse Università italiane tra cui Padova, Milano e Brescia.<br />

La sua attività scientifica riguarda soprattutto le cause delle glomerulonefriti e i meccanismi <strong>di</strong><br />

progressione delle malattie renali. In questo campo ha contribuito a definire, attraverso stu<strong>di</strong> in modelli<br />

sperimentali e nell'uomo, il ruolo dell'alterata permeabilità glomerulare alle proteine nella<br />

progressione del danno renale e il contributo critico della risposta infiammatoria interstiziale secondaria<br />

all'eccessivo riassorbimento tubulare <strong>di</strong> proteine.<br />

Altrettanto significativo è stato il suo contributo alla terapia delle nefropatie croniche.<br />

In particolare vanno considerati i risultati dello stu<strong>di</strong>o " REIN" nelle nefropatie croniche con proteinuria,<br />

che hanno <strong>di</strong>mostrato l'efficacia del trattamento con ACE inibitore nel rallentare e in alcuni casi arrestare<br />

la progressione del danno renale, evitando la necessità del trattamento <strong>di</strong>alitico. Nel settore del rigetto del<br />

trapianto gli stu<strong>di</strong> recenti del dottor Remuzzi e dei suoi collaboratori hanno <strong>di</strong>mostrato per la prima volta<br />

che è possibile ottenere nell'animale la sopravvivenza indefinita <strong>di</strong> un organo incompatibile senza farmaci<br />

antirigetto "educando" il timo a riconoscere l'organo trapiantato come proprio.<br />

È membro dell'International Advisory Board delle riviste The Lancet e New England Journal of<br />

Me<strong>di</strong>cine; è uno dei vice-<strong>di</strong>rettori della rivista american Journal of Kidney Diseases; ha <strong>di</strong>retto dal 1992<br />

al 1998 la rivista internazionale Journal of Nephrology.<br />

Fa parte del Comitato E<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> numerose riviste internazionali <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e <strong>di</strong> Nefrologia, fra cui<br />

Kidney International, Nephrology Dialysis and Transplantation, Experimental Nephrology, Current<br />

Opinion in Nephrology and Hypertension. Dal 1997 è Associate E<strong>di</strong>tor della rivista Journal of the<br />

American Society of Nephrology, <strong>di</strong> cui è stato anche Consulting E<strong>di</strong>tor dal 1999 al 2001. Dal 2005 è<br />

Associate E<strong>di</strong>tor e International E<strong>di</strong>tor anche del Clinical Journal of the American Society of Nephrology.<br />

Nel 2000 è stato nominato Chairman del COMGAN (Commission on Global Advancement of<br />

Nephrology) - Research Subcommittee della Società Internazionale <strong>di</strong> Nefrologia. Fa parte della New<br />

York Academy of Sciences. Dal maggio 1998 è stato nominato membro dell'American Association of<br />

Physicians <strong>di</strong> Washington e del Royal College of Physicians <strong>di</strong> Londra. Dal 2006 è membro del<br />

Consiglio Superiore della Sanità. Nel 2005 il dott. Remuzzi ha ricevuto il Premio Hamburger, il più<br />

importante riconoscimento della nefrologia mon<strong>di</strong>ale. Nel <strong>2007</strong> la Società Americana <strong>di</strong> Nefrologia<br />

(ASN) gli ha assegnato il John P. Peters Award, un premio de<strong>di</strong>cato a coloro che hanno portato contributi<br />

fondamentali nella ricerca nefrologica.<br />

Il dottor Remuzzi è autore <strong>di</strong> 926 pubblicazioni su riviste internazionali e <strong>di</strong> 8 libri <strong>di</strong> argomento<br />

nefrologico. Ha presentato 540 lavori a congressi internazionali su temi <strong>di</strong> Nefrologia e Trapianto.<br />

347<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

348<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

<strong>Mario</strong> Negri Milano<br />

Direzione<br />

Direttore<br />

Prof. Silvio GARATTINI, Dr. Med.<br />

Amministrazione<br />

Maria Grazia PEZZONI, Capo Servizio Amministrativo<br />

Ufficio Tecnico<br />

Fabio BRIGHENTI, Dr. Arch.<br />

Manutenzione Generale<br />

Emanuele SINELLI<br />

Ufficio Stu<strong>di</strong><br />

Armanda JORI, Dr. Farm.<br />

Ufficio Stampa<br />

Isabella BORDOGNA, Dr. Filosofia<br />

Ufficio Relazioni Esterne<br />

Clau<strong>di</strong>o PANTAROTTO, Per. Chim.<br />

Servizio Prevenzione e Protezione<br />

Annamaria SEGALINI, Dr. Fisica<br />

English Style E<strong>di</strong>tor<br />

Judy BAGGOTT<br />

Servizio Fotografico<br />

Felice DE CEGLIE<br />

Ufficio Acquisti<br />

Eufrasia COVIELLO<br />

Segreteria <strong>di</strong> Direzione<br />

Rosanna MAPELLI, Capo Segreteria<br />

Segreteria Generale<br />

Elena Pozzoli<br />

349<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

350<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Laboratori Negri Bergamo<br />

Direzione<br />

Direttore<br />

Prof. Silvio GARATTINI, Dr. Med.<br />

Coord. <strong>Ricerche</strong> Giuseppe REMUZZI, Dr. Med.<br />

Segretario Scientifico Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol., Ph. D.<br />

Progetti <strong>di</strong> Ricerca/Assistenza Amministrazione<br />

Daniela MELACINI, Dr. Sci. Biol.<br />

Ufficio Stampa e Comunicazione<br />

Francesca DI FRONZO, Dr. Letteratura<br />

Servizio Grafico Scientifico<br />

Antonella PICCINELLI, Dr. Sci. Biol.<br />

Servizio Prevenzione e Protezione<br />

Responsabile Annamaria SEGALINI, Dr. Fisica,<br />

Biblioteca<br />

Responsabile<br />

Anna BOZZALE<br />

Valeria MIGLIOLI<br />

Manutenzione Generale<br />

Giancarlo GASPARI<br />

Segreteria <strong>di</strong> Direzione<br />

Antoinette van ENGELEN, Capo Segreteria<br />

351<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

352<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>


IRFMN<br />

Centro Aldo e Cele Daccò Ranica (Bg)<br />

Direzione<br />

Direttore<br />

Prof. Silvio GARATTINI, Dr. Med.<br />

Coord. <strong>Ricerche</strong> Giuseppe REMUZZI, Dr. Med.<br />

Segretario Scientifico Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol., Ph. D.<br />

Direttore Sanitario Norberto PERICO, Dr. Med.<br />

Ufficio Stampa e Comunicazione<br />

Francesca DI FRONZO, Dr. Letteratura<br />

Servizio Prevenzione e Protezione<br />

Responsabile Annamaria SEGALINI, Dr. Fisica,<br />

Paola BOCCARDO, Dr. Sci. Biol.<br />

Biblioteca ‘Mansueto Astori’<br />

Responsabile Anna BOZZALE<br />

Monica MINALI<br />

Segreteria <strong>di</strong> Direzione<br />

Daniela RICEPUTI, Capo Segreteria<br />

Segreteria Stu<strong>di</strong> Clinici<br />

Paola BOCCARDO, Dr. Sci. Biol.<br />

Manutenzione Generale/Custode<br />

Giampiero CUGUSI<br />

353<br />

RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>

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