TUTELA - Anmil
TUTELA - Anmil
TUTELA - Anmil
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
obiettivo<br />
<strong>TUTELA</strong><br />
Accordo su pensioni e<br />
ammortizzatori sociali<br />
Se l'accordo governo-sindacati sullo Stato Sociale<br />
diventa legge, fra qualche anno la pensione di<br />
anzianità si prenderà non prima dei 60 anni.<br />
Anzi, all'età di 61 anni a partire dal 2013. E andrà a<br />
coincidere con l'età di vecchiaia in vigore fino alla riforma<br />
Amato (1992). Giro di vite per tutti, tranne che per 1,4<br />
milioni di addetti a lavori usuranti, che dopo almeno 35<br />
anni di versamenti, potranno ritirarsi con tre anni di sconto<br />
sull'età minima prevista per l'accesso alla pensione. Si<br />
mantiene l'obiettivo dei 61 anni fissato dal precedente<br />
governo di Centro Destra, lo si fa con molta gradualità.<br />
Infatti dal 1° gennaio<br />
2008 l'età di accesso<br />
alla pensione anticipata<br />
su quella di vecchiaia<br />
non passerà in<br />
una notte da 57 a 60<br />
anni, ma da 57 a 58<br />
anni. Lo scalone è<br />
stato sostituito dallo<br />
scalino. Al quale ogni<br />
18 mesi seguono altri<br />
scalini fino ad arrivare<br />
ai mitici 61 anni di<br />
età (62 anni gli autonomi),<br />
con 36 di contributi.<br />
La maggiore<br />
gradualità riduce l'impatto<br />
sociale delle<br />
misure, il che ha un costo: 10 miliardi di euro in dieci<br />
anni. In particolare, il superamento dello scalone costa<br />
7,1 miliardi di euro in termini di mancato risparmio. Lo<br />
sconto anagrafico legato al lavoro usurante vale 2,9<br />
miliardi, considerando un flusso di uscite pari a 5.000<br />
lavoratori l'anno.<br />
Pensioni di anzianità. Dal 1° gennaio 2008 l'età minima<br />
per il pensionamento dei lavoratori dipendenti pubblici<br />
e privati con 35 anni di contributi salirà dagli attuali 57<br />
a 58 anni di età, riducendosi però rispetto ai 60 previsti<br />
dalla legge cosiddetta Maroni. Dal 1° luglio 2009, scatta<br />
il sistema delle quote, ovvero la somma dell'anzianità contributiva<br />
e quella anagrafica, con una soglia minima di<br />
età: si parte da quota 95 con la soglia minima a 59 anni<br />
ed un tranello: cresce di un anno anche il requisito minimo<br />
contributivo da 35 a 36 anni. Si può andare con 35<br />
anni, ma devi avere 60 anni di età.<br />
Dal 1° gennaio 2011 si sale a quota 96 con la soglia<br />
12<br />
le nostre le nostre battaglie<br />
di Raul Wittenberg<br />
minima a 60 anni e 36 di contributi. Oppure 35, ma a 61<br />
anni di età. Per lo scalino finale l'intervallo si allunga a<br />
due anni, dal 1° gennaio 2013 il pensionamento di anzianità<br />
è fissato a quota 97, con la soglia minima a 61 anni<br />
di età più 36 di contributi, ovvero 35 di contributi ma 62<br />
di età. Per i lavoratori autonomi quote e requisiti sono di<br />
un anno superiori, in quanto hanno avuto una aliquota<br />
contributiva molto bassa oltretutto calcolata sul reddito<br />
denunciato al fisco.<br />
L'intervento è sulle pensioni retributive, che nella transizione<br />
della riforma Dini del 1995 per diversi anni saranno di molto<br />
prevalenti su quelle<br />
contributive. Si fa per<br />
contenere la spesa<br />
pubblica.<br />
Infatti i 35 anni di contributi<br />
non coprono l'intero<br />
vitalizio compresa<br />
la reversibilità. Per un<br />
dipendente pubblico i<br />
suoi contributi coprono<br />
solo 15 annualità di<br />
pensione sui 25 attesi,<br />
gli altri 10 anni sono a<br />
carico dello Stato: il<br />
41% del suo reddito<br />
pensionistico complessivo<br />
è pagato dalle<br />
nostre tasse e non dai<br />
suoi contributi. Non parliamo degli autonomi, qui a carico<br />
dell'Erario è quasi l'80% della prestazione pensionistica.<br />
Pensioni Contributive. Riguardano i giovani. Entro il<br />
2010 una commissione tecnica governo-parti sociali verificherà<br />
tutte le variabili in atto, proponendo eventuali<br />
modifiche ai nuovi coefficienti di calcolo rispetto all'aumentata<br />
speranza di vita, già indicati dal Nucleo di valutazione<br />
della spesa previdenziale, che comportano un<br />
taglio del 6-8% sulla futura pensione.<br />
Tra queste modifiche, “meccanismi di solidarietà e di<br />
garanzia” tali da assicurare una pensione pari almeno al<br />
60% dell'ultima retribuzione (tasso di sostituzione).<br />
L'obiettivo vale specialmente per i lavoratori precari, col<br />
rischio che se fosse davvero garantito potrebbe avere un<br />
onere notevole per lo Stato. Onere limitato dall'aumento<br />
dell'aliquota contributiva: già l'anno scorso dall'antico<br />
10% era gradualmente arrivata al 19%. Da quest'anno<br />
passa al 23,5% e poi cresce di un punto l'anno fino ad