TUTELA - Anmil
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sul lavoro<br />
sicurezza sul lavoro<br />
obiettivo<br />
<strong>TUTELA</strong><br />
Mercandelli al Ministro Turco - però vogliamo impegnarvi di<br />
più. Vogliamo sollecitarvi e stimolarvi ancora di più, affinché<br />
ci sia da parte del Governo la possibilità di maggiori tutele<br />
per le vittime del lavoro, maggiori garanzie e maggiori speranze<br />
per il futuro in termini di reinserimento lavorativo e di<br />
più giuste tutele”.<br />
In risposta alle sollecitazioni del Presidente dell'Associazione<br />
il Ministro Livia Turco ha dichiarato: “Vorrei ringraziare voi<br />
tutti che avete accettato di essere qui, per questa Vostra testimonianza,<br />
perché ci avete offerto il senso del lavoro che<br />
vogliamo fare; ci avete ricordato, attraverso le vostre esperienze,<br />
quanto sia importante il lavoro, quanto sia non soltanto<br />
giusto e doveroso, ma anche possibile, promuovere la<br />
sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro”.<br />
“Per questo - ha sottolineato il Ministro - serve una svolta<br />
decisa, chiara e capace di ricondurre ad eccezionalità solo<br />
l'evento avverso, una svolta che sia in grado di fornire al<br />
lavoratore una rete integrata di protezione anche attraverso<br />
un potenziamento operativo dei servizi delle ASL, con<br />
l'obiettivo di effettuare nelle aziende almeno 250.000 interventi<br />
ispettivi ogni anno, a fronte dei 75.000 svolti oggi, e<br />
di garantire agli operatori di prevenzione un aggiornamento<br />
costante rispetto ad un mercato del lavoro in continua<br />
evoluzione”.<br />
In ricordo di Torino e dell’ANMIL...<br />
di Loredana Quatrini<br />
Ebbene lo confesso: quando mi è stata proposta l'iniziativa del Ministero della Salute, ho avuto più di un<br />
dubbio. C'era il rischio concreto di scadere nella<br />
retorica e quella, davvero, non serve a nessuno.<br />
Raccontare, far conoscere, invece, serve molto e<br />
anche commuovere serve ad accendere un faro su<br />
quei fatti, che spezzano vite per sempre.<br />
Torino è stata una vera sorpresa, per le persone che<br />
ho conosciuto e perché non capita spesso che un<br />
convegno nazionale sia aperto anziché dai relatori<br />
ufficiali, da 10 storie: così 10 persone che raccontano<br />
il proprio incidente sul lavoro diventano protagoniste<br />
di un avvenimento (la norma ci abitua al massimo<br />
ad un intervento, “fiore all'occhiello”, in mezzo<br />
alla marea dei relatori). Avevo letto per tempo le 10<br />
storie, ma incontrare Bartolomeo, Vincenzo, Bruno,<br />
Giuditta, Graziella, Giuseppe, Francesco, Kola, Gino, Paolo è stata tutta un'altra cosa.<br />
È stato il contatto con la vita dopo l'incidente con i dubbi, i pianti, i rimpianti degli infortunati e di chi<br />
sta loro vicino ogni giorno. Tutte cose che non fanno cronaca, che non troviamo nei giornali e nei telegiornali,<br />
che non raggiungono pubblico di lettori, che restano quindi sofferenza solitaria. Così credo sia<br />
giusto raccontare la dignità composta, con cui ognuno di loro ha parlato di quello che era successo: il<br />
pianto di Giuseppe, per la prima volta, dopo tanti tanti anni, riparlava del suo incidente e i rimpianti di<br />
sua moglie che si rammaricava perché forse all'epoca aveva sbagliato qualcosa con i figli.<br />
La tristezza di Giuditta e la serenità della sua piccola figlia alla quale è riuscita a raccontare di un padre<br />
che non c'è più senza strapparle gioia e speranza. E che dire delle 18 pillole al giorno che prende<br />
Bartolomeo (che parlava di malattie e medicine con la competenza di un medico); della timidezza di<br />
Francesco sempre un passo dietro gli altri, mascherato dagli occhiali; della serenità e voglia di impegno<br />
di Bruno dall'alto della sua sedia a rotelle; della grinta e della rabbia di Graziella che cerca di rimettere<br />
a posto i cocci di una famiglia; della riservatezza e compostezza di Vincenzo e di sua moglie; di Kola e<br />
delle foto e dei ritagli di giornale che porta sempre con sé per raccontare quello che gli è successo; di<br />
Gino che, a vederlo, mai penseresti che la sua vita è stata segnata per sempre da un infortunio; di Paolo<br />
che fa i conti con la malattia professionale e combatte contro l'INAIL. Tutti forti, a dispetto delle ferite<br />
che portano nel corpo e nell'anima.<br />
Di tutti loro ho un ricordo indelebile che mi aiuterà a dare il giusto valore alle cose della vita e anche al<br />
mio lavoro, che è fatto di racconti, prima di tutto, perché conoscere e far sapere agli altri è un primo piccolo<br />
passo verso la prevenzione dei problemi.<br />
Le ultime righe sono per l'ANMIL, per la sempre proficua collaborazione, per la serietà e nello stesso<br />
tempo la serenità con cui maneggia e usa le vostre e le altre storie per combattere la piaga degli incidenti<br />
sul lavoro e per difendere dignità e diritti di chi è stato colpito.<br />
Grazie Pietro, grazie Marinella.<br />
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