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hds - The Historical Diving Society Italia

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indicazioni errate quando si risale.<br />

L’imbroglio a cui si presta da parte dei soliti furbi<br />

di tutte le epoche è il rapidissimo risalire quando<br />

si vede che la lancetta sta per passare nel settore<br />

rosso che obbliga alla decompressione, oppure da<br />

un settore deco a quello successivo più penalizzante.<br />

Un piccolo balzo anche di solo un paio di<br />

metri blocca l’avanzamento della lancetta ed ecco<br />

evitata la deco o la tappa più fonda, con quanto<br />

beneficio per la propria sicurezza è intuibile.<br />

I MODELLI - Il decompressimetro classico<br />

è il DCP. Misura 5 x 8 x 12 cm, nella versione<br />

in plastica pesa 180 gr ed è galleggiante. Al<br />

largo cinturino in gomma per fissarlo al polso<br />

era abbinato all’inizio un anellino per appenderlo<br />

dove si vuole, scomparso dal 1970 quando le<br />

sezioni rosse del quadrante sono diventate fluorescenti.<br />

Nel tempo il DCP ha subito altre modifiche,<br />

identificate da 4 sigle:<br />

D 15 K e D 15 I identificano rispettivamente<br />

i modelli con cassa in kralastic e con cassa<br />

inox con quadranti suddivisi in settori per soste<br />

decompressive a 3-6-9-12-15metri.<br />

D 9 K e D 9 I riportano sui quadranti soltanto<br />

i settori per soste a 3-6-9 metri, di conseguenza<br />

la scala risulta più ampia e meglio leggibile.<br />

Inoltre, sulla parte più esterna del quadrante sono<br />

riportati i tempi di decompressione alle varie<br />

quote, in modo da favorire la risalita progressiva<br />

seguendo il movimento della lancetta sulla suddetta<br />

scala, anzichè risalire a gradini passando<br />

rapidamente da un settore all’altro.<br />

Nel 1975 al DCP si affianca un nuovo modello,<br />

il compatto DCK. Ha forma lineare, la cassa<br />

in plastica, una ”memory zone” particolarmente<br />

IN IMMERSIONE - Per salvaguardare la sicurezza<br />

del suo utilizzatore, il computer non passa<br />

automaticamente alla miscela preimpostata<br />

quando si raggiunge la profondità programmata.<br />

Potrebbe infatti accadere che per distrazione<br />

o altro si cambi gas in ritardo, per cui le indicazioni<br />

sul display ai fini della decompressione<br />

risulterebbero pericolosamente errate. E’ quindi<br />

necessario dare il consenso per il passaggio al<br />

gas successivo appena il numero di mix inizia<br />

a lampeggiare, operazione semplicissima ma<br />

da compiere entro 30 secondi dal raggiungimento<br />

della quota prevista. Se non si provvede<br />

in tempo utile, oppure se si supera la quota di<br />

oltre tre metri, il computer non accetta il cambio<br />

e continua a calcolare per la miscela precedente.<br />

Allora occorre intervenire manualmente, azionando<br />

i pulsanti in successione per richiamare il<br />

mix voluto. Un ulteriore fattore precauzionale è<br />

l’indicazione della profondità media, ottenibile<br />

in ogni momento premendo il pulsante destro.<br />

Controllandola all’inizio della decompressione,<br />

in caso di guai allo strumento o di improvviso<br />

blak-out della batteria permette di terminare<br />

l’immersione senza problemi, utilizzandola per<br />

entrare nelle tabelle tenute ovviamente di scorta.<br />

Normalmente al suo posto sono visualizzati<br />

i decimetri della profondità attuale ed è curioso,<br />

quando si è fermi in decompressione, osservare<br />

il loro crescere e decrescere al passaggio di<br />

un’onda o alzando e abbassando il braccio.<br />

HDS NOTIZIE N. 41 - Gennaio 2008 - pag. 25

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