Four Sacred Pieces | Hymn of the Nations - Chandos

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1895, il brano non fu originariamente incluso nei Quattro pezzi sacri, che comprendevano effettivamente solo tre brani. L’Ave Maria fu aggiunta solo in seguito, a Vienna nel novembre 1898. Per quanto riguarda gli altri tre brani dei Quattro pezzi sacri, Verdi compose le “Laudi alla Vergine Maria” prima del Falstaff (1893); nel 1896 e nel 1897 seguirono lo Stabat Mater e il Te Deum, gli ultimi brani del compositore ottantenne. Verdi fece eseguire insieme questi tre brani in una serie di concerti, che iniziarono il 7 e 8 aprile 1898 all’Opéra di Parigi. Le “Laudi alla Vergine Maria” furono composte per quattro voci femminili soliste: due soprani e due contralti. Il testo è tratto dall’ultimo canto del “Paradiso” della Divina Commedia dantesca. Sebbene avventuroso dal punto di vista armonico nell’utilizzo delle armonie tradizionali in modalità non tradizionali, come la maggior parte dell’ultima musica di Verdi, la tessitura è semplice, per lo più con accordi ammassati. I due cori con orchestra al completo, lo Stabat Mater e il Te Deum, si basano su testi poetici famosi. Il primo, che esalta Maria ai piedi della Croce, era stato musicato da molti compositori. La famosa versione di Rossini (nella forma del 1842) divide il brano poetico in dieci sezioni differenziate dal punto di vista musicale. Verdi compose la sua versione completa in un flusso singolo, con riferimenti melodici interni (il materiale melodico dell’iniziale “Stabat Mater dolorosa” si ripete alla fine nell’orchestra). Ogni sezione è meravigliosamente differenziata da ciò che la precede: ascoltate in particolare la musica di “Eja, Mater, fons amoris” e “Quando corpus morietur”. Verdi riprendeva anche la musica di un verso per una presentazione variata di quello successivo. La conclusione in cui il coro supplica di essere ammesso in Paradiso è brillante. Per il Te Deum, composto per coro doppio, Verdi si rivolse a un testo spesso utilizzato per celebrare vittorie militari e incoronazioni; ma, come scrisse al suo amico Giovanni Tebaldini, analizzando il testo, “Tutto questo ha nulla a fare colle vittorie e colle incoronazioni”. Pur facendo ricorso a tutte le sue risorse per la prima presentazione del “Sanctus” (in seguito la preghiera viene trattata in grande intimità) e per “Tu, Rex gloriae, Christe” e “Salvum fac populum tuum, Domine”, il Te Deum inizia in silenzio. Proseguendo gradatamente si incontra un accompagnamento che “cambia colore ed espressione”, procedendo da un’emozione all’altra, e si conclude con una preghiera “commovente cupa, triste fino al terrore” (sempre dalla lettera di Verdi a Tebaldini), 28
ma non senza un forte accento sulle parole “In te speravi”, che prevede all’ultimo minuto un assolo di soprano. Da non perdere, i passaggi musicali che ricorrono (soprattutto al “Sanctum quoque”, la cui musica ritorna al verso “Et laudamus Nomen tuum”). In seguito l’esecuzione dei quattro pezzi insieme divenne un’abitudine comune, assegnando al coro anche l’interpretazione dell’Ave Maria non accompagnata e delle “Laudi alla Vergine Maria”; questa pratica è stata seguita per la presente registrazione. © 2011 Philip Gossett Università di Roma La Sapienza Traduzione: Emanuela Guastella Nata a Milano, Barbara Frittoli, soprano, ha studiato con Giovanna Canetti al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, diplomandosi con il massimo dei voti e vincendo in seguito diversi concorsi internazionali. Ha lavorato nei teatri lirici e festival di tutto il mondo con direttori del calibro di Semyon Bychkov, Riccardo Chailly, James Conlon, Sir Colin Davis, Daniele Gatti, Valery Gergiev, Bernard Haitink, James Levine, Lorin Maazel, Sir Charles Mackerras, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Antonio Pappano, Georges Prêtre, Christophe Rousset e Marcello Viotti. Ha riscosso particolare apprezzamento nei ruoli di Elettra (Idomeneo), la Contessa (Le nozze di Figaro), Donna Anna e Donna Elvira (Don Giovanni), Fiordiligi (Così fan tutte), Vitellia (La clemenza di Tito), Anaide (Mosè in Egitto), Luisa Miller, Leonora (Il trovatore), Amelia (Simon Boccanegra), Elisabeth de Valois (Don Carlos), Desdemona (Otello), Alice (Falstaff), Micaëla (Carmen), Marguerite (Faust), Antonia (Les Contes d’H<strong>of</strong>fmann), Thaïs, Tatjana (Evgenij Onegin), Nedda (Pagliacci), Mimì (La bohème), Suor Angelica, Liù (Turandot) e Adriana Lecouvreur. Il suo vasto repertorio concertistico comprende lo Stabat Mater di Pergolesi, la Messa in do minore di Mozart, Die Schöpfung di Haydn, lo Stabat Mater di Rossini, l’oratorio Mors et vita di Gounod, la Messa da Requiem di Verdi, Ein deutsches Requiem di Brahms, La Sinfonia N. 4 di Mahler e i Vier letzte Lieder di Strauss. Barbara Frittoli ha al suo attivo numerose registrazioni su CD e DVD, che l’hanno vista collaborare con José Carreras, Plácido Domingo, Juan Diego Flórez, Ferruccio Furlanetto, Angelika Kirchschlager, Leo Nucci, Ruggero Raimondi e Bryn Terfel, tra gli altri. Nato a Genova nel 1980, il tenore Francesco Meli ha iniziato a studiare canto a diciassette 29
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