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Rinunciare ai manicomi come passo verso la liberazione nonviolenta

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<strong>Rinunciare</strong> <strong>ai</strong> <strong>manicomi</strong> <strong>come</strong> <strong>passo</strong><br />

<strong>verso</strong> <strong>la</strong> <strong>liberazione</strong> <strong>nonviolenta</strong>.<br />

Trent’anni fa <strong>la</strong> Legge Basaglia<br />

4<br />

Intervista a Daniele Lugli<br />

di Elena Buccoliero<br />

Ferrara è stata una delle prime città a sperimentare<br />

<strong>la</strong> chiusura del <strong>manicomi</strong>o. In<br />

quegli anni Daniele Lugli, il presidente del<br />

Movimento Nonviolento, aveva responsabilità<br />

amministrative sul<strong>la</strong> struttura <strong>manicomi</strong>ale.<br />

Come ti sei avvicinato al mondo del disagio<br />

mentale?<br />

A parte interessi di letture adolescenti, l’incontro<br />

avviene con il mio <strong>la</strong>voro in Provincia.<br />

Siamo nel ‘63 e <strong>la</strong> Provincia ha sostanzialmente<br />

due competenze: le strade e i matti,<br />

oltre a una delega in materia di caccia e pesca.<br />

Poi, nel<strong>la</strong> carriera burocratica, una responsabilità<br />

che tengo di lì a poco è quel<strong>la</strong><br />

dell’assistenza, che riguarda appunto <strong>la</strong> parte<br />

amministrativa del grande ospedale psichiatrico<br />

di Ferrara.<br />

Era una realtà importante nel<strong>la</strong> città?<br />

Lo era stato storicamente per qualità dei direttori<br />

che si erano avvicendati nel tempo,<br />

importanti positivisti dell’Ottocento, e per<br />

quantità di ospiti, in gran parte matti per<br />

fame, pel<strong>la</strong>grosi.<br />

Come nasce il movimento per <strong>la</strong> chiusura<br />

dei <strong>manicomi</strong>?<br />

Già nei primi anni Sessanta cominciano a<br />

circo<strong>la</strong>re anche in Italia scritti di “antipsichiatria”,<br />

notevoli quelli di Franco Basaglia<br />

- e nel ‘67 a Ferrara, per l’impegno di alcuni<br />

amministratori e anche mio personale, i<br />

ragazzi con forte disagio mentale vengono<br />

tolti dagli istituti medico psicopedagogici,<br />

che nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi diventavano<br />

l’anticamera del <strong>manicomi</strong>o. Per coloro che<br />

non potevano ritornare in famiglia nascono i<br />

Gruppi Famiglia.<br />

È un’azione che diventa sistematica e si sposa<br />

con iniziative di apertura. Vere e proprie<br />

demolizioni di mura di reparti prima tenuti<br />

blindati. Nel ‘71 viene a Ferrara uno dei più<br />

stretti col<strong>la</strong>boratori di Basaglia, Antonio S<strong>la</strong>vich,<br />

e questa insieme ad altre città diventa<br />

uno dei luoghi di punta dell’apertura degli<br />

ospedali psichiatrici.<br />

Tutto questo si collegava con ciò che accadeva<br />

nel<strong>la</strong> società italiana, e non solo, negli<br />

anni Sessanta-Settanta?<br />

Ma sì, l’attenzione <strong>ai</strong> diversi, agli sfruttati,<br />

agli emarginati in una società avvertita <strong>come</strong><br />

ingiusta è in quegli anni forte e l’azione si<br />

dirige contro le istituzioni totali, percepite<br />

<strong>come</strong> <strong>la</strong> parte più intollerabile di un sistema<br />

complessivamente iniquo. I carceri, i <strong>manicomi</strong>,<br />

l’esercito....<br />

Si rifiutava l’idea stessa del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia<br />

mentale o si rifiutava il <strong>manicomi</strong>o <strong>come</strong><br />

risposta?<br />

C’era anche il primo aspetto, almeno <strong>come</strong><br />

dubbio, ma soprattutto era <strong>la</strong> risposta<br />

dell’esclusione e reclusione che veniva contestata,<br />

anche per <strong>la</strong> buona prova che in altri<br />

Paesi – e cominciavano le esperienze anche<br />

in Italia – si compivano, di apertura dei <strong>manicomi</strong>,<br />

in varie forme. C’erano incontri, momenti<br />

condivisi di svago. Ma poi si arriva al<br />

fatto che i pazienti escono, con dei percorsi<br />

pensati perché possano vivere esternamente<br />

e perché all’interno del <strong>manicomi</strong>o si ammorbidiscano<br />

man mano le forme di esclusione<br />

e di reclusione. Quando viene approvata <strong>la</strong><br />

legge Basaglia, nel ‘78, il <strong>manicomi</strong>o di Ferrara<br />

è già vuoto.<br />

C’era un interesse da parte del<strong>la</strong> gente o<br />

era una questione per specialisti?<br />

È difficile dire. All’opinione pubblica del <strong>manicomi</strong>o<br />

non importava, interessati erano i<br />

familiari e i professionisti. Allora chi aveva<br />

un figlio o un parente in <strong>manicomi</strong>o tendeva<br />

a nasconderlo, <strong>come</strong> avviene ancora adesso.<br />

C’è stata una conquista difficile del<strong>la</strong> coscienza<br />

degli operatori, medici e infermieri.<br />

Tu in seguito sei stato Assessore al<strong>la</strong> Pub-

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