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Katalog - Irene Andessner

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Apprezzando la raffinatezza con cui è definita la superiorità<br />

delle donne essendo nate queste da viva carne, e<br />

non dal fango, da cui era stato plasmato l’uomo, chie-<br />

64 Pro lo go<br />

Pro lo gue<br />

Pro log<br />

Il Me ri to del le Don ne 2003<br />

vari saggi ed è stata tradotta all’estero, attirando sia le diamo a Mirva Bertan di parlarci dell’architettura al 65<br />

specialiste sia le comuni lettrici.<br />

tempo del Dialogo.<br />

Ve ne zia 2003, al Flo ri an, bot te ga da Ve ni ce, 2003, at the Flo ri an, the ol dest<br />

V<br />

In che cosa consiste l’attrattiva di questo antico testo? Pensando al periodo di Moderata Fonte e al lavoro di<br />

e ne dig im Jah re 2003 im Flo ri an, ei -<br />

Certamente l’opera interessa per la sua tematica, che <strong>Irene</strong> <strong>Andessner</strong> ho fatto subito un collegamento con<br />

caf fè tra le più an ti che e ri no ma te del - and most re nown Caf fè in the ci ty, nes der äl tes ten und be rühm tes ten<br />

anticipava i tempi e che appare in consonanza con la l’architetto che più ha costituito in quell’epoca il<br />

la cit tà, fon da ta nel 1720 da Flo riano foun ded in 1720 by Flo riano Fran ce sco ni Kaf fee häu ser der Stadt, ge grün det im Jah -<br />

Myriam Zerbi: riunite in lieto conversare vi leggo un nostra epoca e con la nostra società, pervasa dai principi<br />

del femminismo. Negli anni Settanta, del testo sente con il suo ritratto nella galleria degli Uomini<br />

momento di cambiamento e cioè Andrea Palladio, pre-<br />

Fran ce sco ni all’in seg na del la “Ve ne zia tri - un der the sign “Ve ne zia Tri on fan te,” a re 1720 von Flo riano Fran ce sco ni und von<br />

pot pourri di frasi prese dal Dialogo Il merito delle<br />

donne. Ove chiaramente si scuopre quanto siano elle appena riscoperto fu fatta una lettura politica. La conversazione<br />

rappresentata ne Il merito venne interpreta-<br />

Venezia città, ha lavorato moltissimo per la nobiltà<br />

Illustri del Florian. Pur non avendo lavorato molto a<br />

on fan te”, tea tro d’in con tri ce le bri. Nel le theat re of fa mous and in fa mous en coun - ihm „Ve ne zia tri on fan te“ ge nannt. In dem<br />

degne e più perfette degli uomini. Un collage di pensieri<br />

di donne antiche…che risuona a tratti così attuali… ta dalla sua scopritrice, Anna Jaquinta, come un “ten-<br />

veneziana nell’entroterra. Il periodo di Moderata Fonte<br />

stan ze che, tras for ma te dall’ar te di Ire ne ters, we see the Sa la deg li Uo mi ni Il lust ri Saal der „be rühm ten Män ner“, der durch<br />

An dess ner e di Ma ri nel la Bis ca ro ve dran no tur ned in to the Sa la del le Don ne Il lust ri die Kunst von Ire ne An dess ner in den Saal<br />

Contro gli uomini Leonora inizia affermando: ogni tativo di autocoscienza”, la pratica adottata dalle femministe,<br />

che si riunivano in gruppi per parlare del loro nistici, a Venezia si stanno definendo gli spazi pubblici<br />

e di Palladio è un periodo di grandi mutamenti urba-<br />

porta ha il suo battitoio.<br />

la Sa la deg li Uo mi ni Il lust ri tras for mar si and the Sa la Li ber ty be co ming the Sa la der „be rühm ten Frau en“ ver wan delt wur -<br />

Sui mariti: tra i mariti c’è chi è geloso, chi traditore, o privato in chiave politica, analizzando la condizione che daranno l’attuale fisionomia della città, si sta costruendo<br />

il Ponte di Rialto, di cui si parla anche nel<br />

nel la Sa la del le Don ne il lust ri e la Sa la Li - Mo de ra ta Fon te, trans for med by the art of de und im „Li ber ty-Saal“, der durch Ma -<br />

dedito al gioco, ci sono quelli rabbiosi che gridano e femminile, secondo il principio che “il privato è politico”.<br />

Il Dialogo continua ad affascinare le donne di oggi Dialogo, per il quale Palladio aveva realizzato un pro-<br />

ber ty mu tar si in Sa la Mo de ra ta Fon te, Ire ne An dess ner and Ma ri nel la Bis ca ro. ri nel la Bis ca ro in ei nen „Mo de ra ta Fon te-<br />

picchiano, c’è l’avaro, c’è il carnefice crudele; le mogli<br />

quatt ro cen to an ni do po, set te don ne (più He re, four hund red ye ars la ter, se ven wo - Saal“ ver wan delt wur de, tref fen sich sie -<br />

non hanno riposo se non quando egli va fuori di casa. non solo per i suoi contenuti, ma anche per il modo in getto.<br />

Sugli amanti: gli amanti se sono sbarbatelli sono cui si svolge. Moderata Fonte mette in scena una conversazione<br />

tra amiche, che, nella casa e nel giardino di tà di una parte della nobiltà veneziana, arricchitasi con<br />

Palladio è l’architetto che meglio interpreta le necessi-<br />

due) si tro va no ri pen san do al Dia lo go cin - men (plus two) meet to re con si der Mo de - ben (plus zwei) Frau en. Sie den ken über<br />

superbi, leggeri e volubili, falsi, insolenti, sfacciatissimi,<br />

non hanno né pazienza né discrezione, falsi e per-<br />

una di loro, si confidano le loro esperienze personali, i commerci sul mare e, consapevole dello spostamento<br />

que cen tes co del la let te ra ta ve ne zia na Mo - ra ta Fon te’s six te enth cen tu ry Dia lo gue, die Er zäh lung Mo de ra ta Fon tes nach und<br />

de ra ta Fon te, e, par ten do dal le fra si che si and, be gin ning with the words ex changed ent wi ckeln, von den Ge sprä chen der an ti -<br />

fidi, buoni solo, dice Cornelia, per potersi servire di loro riflettono e scherzano, con un linguaggio leggero e concreto.<br />

dovuto alla scoperta dell’America, di investire non più<br />

del polo commerciale dal Mediterraneo all’Atlantico<br />

scam bia no le an ti che Sig no re, fan no cir co - by the se an ci ent La dies, this new ge ne ra ti - ken Da men aus ge hend, ei ge ne Ge dan ken<br />

come un ventaglio di piume che non è buono se non da<br />

far fresco l’estate.<br />

Parlano degli uomini, secondo il tema che si sono date, solo nei commerci di mare ma passare ad una “pietrificazione<br />

della rendita” cioè investire in case d’affitto<br />

la re opi nio ni su te ma ti che an ti che e mo - on share their thoughts and opi ni ons on über al te und neue The men. Dies er folgt in<br />

Gli amanti maturi sono superbi, vanagloriosi, ingannatori<br />

e pieni di insidie.<br />

menti, come la cultura e l’arte del tempo, il costume e ed in possedimenti in campagna. Palladio, usando sti-<br />

ma divagano continuamente, affrontando vari argo-<br />

der ne in una mi sce la al che mi ca di og gi, ie - the mes both an ci ent and mo dern. In an ei ner al che mis ti schen Mi schung von Ges -<br />

ri, di se rio e fa ce to, di pro fon do e di iro ni - al che mic mix of to day, yes ter day, of se ri - tern und Heu te, von Ernst und Spass, Tief -<br />

I vecchi, hanno mangiato il fior della loro fama e non l’aspetto urbanistico di Venezia, in una conversazione lemi classici, rivisti nelle dimensioni e soprattutto nei<br />

co, con ti nu a men te in via di tras mu ta zi o ne ous and fa ce ti ous, of pro found and of iro - gang und Iro nie und in ste ter Ver wand -<br />

è avanzato altro in loro che crusca o semola. Sono domestica, secondo la definizione di Moderata Fonte, materiali, che sono per necessità molto più poveri di<br />

gelosissimi, sospettosi, avari.<br />

quelli dell’antichità, da’,<br />

nic, trans mu ta ting.<br />

lung.<br />

Gli uomini, (tutti) son senza<br />

attraverso la costruzione<br />

regola nei loro appettiti, ER MEL LI NO Pri ma mor te, che mac chia al cor po mio<br />

hanno parole dolci e poi son<br />

C A S I T À<br />

tutti veleno tanto che per loro<br />

non basterebbe tutta la teriaca che fanno gli speziali,<br />

né tutta la virtù terapeutica che è nel corno dell’alicorno.<br />

Corinna afferma: negli uomini si trova onestà come il<br />

sangue nei morti.<br />

Oh se gli uomini ci sentissero un poco a far questi<br />

ragionamenti…<br />

Daria Martelli, ci racconta un po’ di Moderata Fonte e<br />

del suo Dialogo?<br />

Daria Martelli: L’incontro di oggi può essere un’occasione<br />

per riflettere sulla singolare “fortuna” di questa<br />

scrittrice del tardo Rinascimento veneziano, “fortuna”<br />

nel senso di successo che un autore ha presso i suoi<br />

contemporanei e presso i posteri. Quando era in vita,<br />

nella seconda metà del Cinquecento, Moderata Fonte<br />

era nota e apprezzata come autrice di opere poetiche,<br />

scritte nel gusto del tempo, composizioni che a noi non<br />

appaiono molto notevoli. Invece la sua opera maggiore<br />

per valore letterario e per originalità, il dialogo in prosa<br />

Il merito delle donne, fu terminata il giorno prima di<br />

morire di parto, nel 1592. A quel tempo il parto era<br />

un’esperienza molto rischiosa, tanto che, secondo l’uso,<br />

le donne facevano testamento prima di affrontarlo.<br />

L’opera, pubblicata postuma nell’anno 1600 e non più<br />

edita, fu ben presto dimenticata insieme con la sua<br />

autrice, che scomparve dalla storia della letteratura.<br />

Dopo quattro secoli di oblio Il merito delle donne fu riscoperto<br />

negli anni Settanta del secolo appena concluso,<br />

nell’ambito del movimento femminista, quando suscitò<br />

grande interesse. Un interesse che è andato crescendo<br />

nei decenni seguenti, infatti l’opera è stata oggetto di<br />

come le donne hanno sempre fatto e continuano a fare.<br />

In questo dialogo, “mutatis mutandis”, le donne di<br />

oggi riconoscono le proprie relazioni amicali, la propria<br />

vita quotidiana, avvertendo una consonanza tra il proprio<br />

modo di essere e quello rappresentato da Moderata<br />

Fonte.<br />

La riscoperta di questa scrittrice, come di altre, negli<br />

anni del femminismo, significò il recupero di una cultura<br />

e di una storia delle donne che erano state cancellate,<br />

facendo apparire il genere femminile inferiore, un<br />

genere che non avesse mai espresso personalità notevoli.<br />

Colmando il vuoto storico e culturale che fin allora<br />

le donne avevano avuto alle spalle, si fondava una<br />

genealogia e un’identità di genere, premesse per conquistare<br />

l’autostima, l’orgoglio di essere donne.<br />

Nel caso di Moderata Fonte, non si recuperava solo una<br />

scrittrice, una donna che aveva elaborato ed espresso<br />

un suo pensiero originale, ma anche una scrittrice che<br />

si era posta dal punto di vista femminile ed era stata<br />

consapevole della condizione della donna, tanto da<br />

apparire una “femminista ante litteram”. Per questo<br />

Moderata Fonte assume un valore simbolico.<br />

Myriam Zerbi: Riprendiamo le parole del Dialogo<br />

Corinna: essi (gli uomini) nacquero dall’insensata<br />

terra perché noi poi nascessimo della viva carne…<br />

prima si gettano le fondamenta in terra di niun valore<br />

o vaghezza e sopra vi s’ergono poi le sontuose fabbriche<br />

con gli adorni palagi.<br />

di ville molto semplici ma<br />

allo stesso tempo evocative<br />

nella forma e nei<br />

materiali, come un’investitura, quasi divina, e una<br />

nuova identità ai nobili veneziani che vanno per la<br />

prima volta nel contado a gestire aziende agricole e a<br />

godere “la villeggiatura”. Muta quindi identità ai veneziani<br />

che decidono di misurarsi in un’altra realtà.<br />

<strong>Irene</strong> <strong>Andessner</strong> nei suoi lavori prende sempre nuove e<br />

diverse identità pur restando sempre sé stessa. Il suo<br />

lavoro gira sempre intorno all’identità, tematica che si<br />

ritrova in molti artisti contemporanei anche di paesi<br />

non europei, dove l’identità può essere anche data<br />

anche da un semplice documento in cui viene ufficialmente<br />

decretato e riconosciuto : “Tu sei questo”. Tu<br />

<strong>Irene</strong> sei certamente passata oltre e stai facendo sull’identità<br />

un lavoro diverso.<br />

<strong>Irene</strong> <strong>Andessner</strong>: Sì, alcuni mi dicono che mi immedesimo<br />

nella personalità altrui, rimanendo allo stesso<br />

tempo me stessa.<br />

Annama ria Orsini Cammarata: Riflettendo sul tuo<br />

“essere artistico”, <strong>Irene</strong>, mi sembra che tu voglia fare<br />

della tua vita e del tuo corpo la tua opera d’arte. E’<br />

così?<br />

<strong>Irene</strong> <strong>Andessner</strong>: Be’, non sono io a poter asserire una<br />

tal cosa di me stessa. Io faccio solo il mio lavoro. Penso<br />

che se davvero fossi un’opera d’arte, non potrei neanche<br />

esserne consapevole fino in fondo. È un po’ come<br />

per i matti. Il fatto stesso di riflettere sull’essere matti<br />

in realtà esclude la pazzia.<br />

Annamaria Orsini Cammarata: no, no, non sto dicendo<br />

questo…

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