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Lo zafferano si trova in quasi in tutte le ricette, tanto da far pensare che<br />
ogni medicamento contro la peste fosse di colore giallo; esiste allora un rapporto<br />
fra il colore del medicamento e quello del malato nella cura della peste.<br />
Secondo il principio delle “rassomiglianze” caro a Paracelso e alla sua<br />
scuola, si potrebbe dire di si, se si considera che il medico Giovanni De Albertis<br />
nel XV secolo aggiunse alle caratteristiche della peste una nota tratta dalla sua<br />
esperienza personale e cioè che il malato di peste ha un colorito “quasi itterico”<br />
(cfr. A. Castiglione, “il volto di Ippocrate”, Milano 1925).<br />
Plinio (Historiae Naturalis, XXI, 81 e 82) ricorda un unguento (noto come<br />
crocromagna) che si usava per la cataratta.<br />
La crocomagna è tradotta come “feccia di zafferano” e sembra sia stata<br />
usata in medicina: questa è l’unica presenza nella letteratura gastronomica;<br />
sembra che la crocomagna fosse il residuo dell’estrazione dell’olio di zafferano<br />
(Marco Gavio Apicio,).<br />
Entra nella preparazione delle pillole di Ruso, o di Tribus (dette<br />
«antichissime» dallo stesso Muratori), stimatissime antipestilenziali, nei sacchetti<br />
odoriferi preservativi, nei diaforetici che servivano a espellere tramite il sudore i<br />
veleni della peste. Anche nella Teriaca, Mitridate, Hiera di Galeno, Elisir Vitae,<br />
Pillole magistrali contro la peste (anche nel ricettario fiorentino) entra lo<br />
zafferano, nonché nei vescicatoi e nei linimenti da applicare sul corpo per favorire<br />
la maturazione dei bubboni. Anche nel Ricettario Senese (Siena 1777) vi sono<br />
ricette che contengono lo zafferano, come “l’olio da bachi” per bambini e il<br />
balsamo del Piccolomini che sana le ferite, incarna e cicatrizza. Il medico<br />
sangimignanese Marcantonio Montigiani affermava che lo zafferano giova agli<br />
occhi in particolare per la malattia detta dai Greci glaucoma, ma già in un erbario<br />
medievale del XIII sec. si trova una miracolosa ricetta per guarire la cateratta nella<br />
quale c’è anche l’acqua distillata di zafferano.<br />
Lo zafferano, detto dal Fioravanti “elettuario angelico per la peste” è<br />
ingrediente di un “digestivo” secondo la lista di uno speziale di San Gimignano.<br />
Tuttora è usato come eupeptico o colorante, comunque la droga può esercitare<br />
azioni eccitante o deprimenti del sistema nervoso fino all’ipnosi e questo richiama<br />
alla mente che anche un medico scriveva : “l’olio di zafferano fiutato con le narici<br />
fa dormire”.<br />
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