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Documento PDF - OPAR L'Orientale Open Archive - Università degli ...

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Capitolo II 37<br />

costituita da semplici norme di dettaglio esecutive di leggi statali,<br />

ha circoscritto non di poco il raggio di azione <strong>degli</strong> enti in<br />

parola. In altre parole, le tendenze accentratrici hanno, pur di<br />

scongiurare l’idea che dalla Carta fondamentale potesse desumersi<br />

una potestà statutaria a Comuni e Province, deciso di convogliare<br />

nella sola potestà regolamentare l’autonomia <strong>degli</strong> enti locali<br />

minori con la mortificante conseguenza di renderla di fatto sterile.<br />

A tal proposito, giova ricordare gli interventi di illustri studiosi,<br />

che, pur muovendosi su terreni diversi, hanno poi tutti<br />

finito coll’escludere un tal importante riconoscimento. Limitandosi<br />

agli anni a noi più recenti, spiccano gli studi svolti da Bartole<br />

e da Casetta-Sica 7 . Nel primo l’idea di fondo era rappresentata<br />

dal fatto che poichè la nostra Costituzione poneva su due<br />

distinti livelli di autonomia le Regioni, i Comuni e le Province,<br />

negava che l’autonomia <strong>degli</strong> enti minori potesse trasmodare in<br />

facoltà di dettare i principi essenziali per la propria organizzazione.<br />

Nel medesimo ordine di idee è da ricondurre lo studio di<br />

Casetta-Sica; questi ultimi, puntando sul carattere soggettivo<br />

dell’autonomia dei Comuni e delle Province, hanno sostenuto che<br />

in nessun modo la potestà statutaria di Comuni e Province può<br />

essere posta sullo stesso piano di quella delle Regioni, e che tale<br />

diversità di ruoli è confermata dal fatto che gli atti <strong>degli</strong> enti<br />

locali minori sono sottoposti allo stesso tipo di controllo cui soggiacciono<br />

gli atti amministrativi regionali. Come è evidente, le<br />

tesi appena delineate, sebbene di indubbio valore scientifico, sono<br />

facilmente criticabili poichè entrambe s’imbattono in un vizio di<br />

fondo, ossia quello di ignorare che la Costituzione repubblicana<br />

da rilevare che alcuni autori hanno persino cercato di desumere implicitamente<br />

dal D.P.R. 616/77 il riconoscimento di una potestà statutaria a favore dei<br />

comuni e delle Province, in questo senso, G.Amato e A. Barbera, Manuale di<br />

diritto pubblico, Bologna, 1997, p. 573. Si è dell’opinione, tuttavia, che, in via<br />

di fatto, la normativa in esame non abbia chiarito del tutto il sistema del riparto<br />

delle attribuzioni tra Comuni e altri enti, tanto che oggi sono molti ad<br />

essere convinti che una delimitazione razionale delle attribuzioni comunali<br />

avrebbe giovato non solo gli enti locali, ma anche allo stesso Stato.<br />

7<br />

Bartole, Brevi note sui limiti dell’autonomia delle Regioni, in Giur.<br />

Cost., 1965, p. 267; Sica, Contributo cit. p. 146.

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