Documento PDF - OPAR L'Orientale Open Archive - Università degli ...
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Capitolo III 93<br />
cialmente nell’attività amministrativa, capace di derogare continuamente<br />
la legge. Purtroppo la legge “La Loggia” dedica poco<br />
spazio a tali forme associative utilizzando nel comma 5 dell’articolo<br />
4 una dicitura alquanto scarna quale “Il potere normativo è<br />
esercitato anche dalle unioni di Comuni, delle Comunità montane<br />
ed isolane”. Ne consegue, che le forme in esame, come già<br />
anticipato precedentemente, vanno ricercate nel capo V del D.lgs<br />
n. 267/2000, che al di là dei meriti o demeriti che possono essere<br />
colti nella lettura del provvedimento, rimane un atto che si<br />
colloca in un sistema amministrativo completamente diverso da<br />
quello prospettato dal legislatore costituzionale di riforma.<br />
7. Le deroghe apportate dallo strumento convenzionale<br />
alla legislazione statale<br />
Dalle pagine precedenti sembra desumersi che il criterio<br />
ispiratore che sostanzia l’intera attività dei Comuni e delle Province<br />
resta il soddisfacimento dei bisogni della comunità territoriale<br />
80 . Tal fine diventerebbe irraggiungibile se si consentisse ad<br />
una o più volontà normative prestabilite di valutare le esigenze<br />
locali, svuotando così di contenuti l’attività dei poteri locali in<br />
esame. La ricorrenza sempre più frequente del fenomeno associativo<br />
va spiegata sulla base delle considerazioni appena sviluppate;<br />
d’altro canto, sembra non vi siano più dubbi sul fatto che<br />
il problema dell’autonomia locale sia anche legato alle forme di<br />
collaborazione strutturale 81 (ci riferiamo soprattutto a quelle for-<br />
80<br />
Ancora una volta sembra evidente l’interesse verso una sintetizzazione<br />
del rapporto tra legge e amministrazione che porti ad una concezione dell’amministrazione<br />
non quale momento essenzialmente esecutivo della fontelegge,<br />
ma bensì quale espressione di un potere amministrativo autonomo.<br />
81<br />
Riferimenti storici che contribuiscono a rafforzare la convinzione dell’effettiva<br />
importanza di tali forme associative anche in tempi non sospetti in<br />
cui regnava sicuramente una forte tendenza verso la centralizzazione dell’apparato<br />
Stato, sono da ricercare già nella famosa relazione di Rattazzi al Re,<br />
che seguì il disegno della legge comunale e provinciale del 1859, nella quale<br />
il relatore profetizzava l’ente Provincia quale grande associazione di Comuni,<br />
capace di tutelare gli interessi di ciascuno di essi.