party interview fashion holiday - Gotha Magazine
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Vicenza<br />
Cosa resta<br />
dell’alluvione<br />
Il dibattito trasmesso da Antennatre e organizzato dal Corriere<br />
della Sera, Corriere del Veneto e Nordesteuropa presso<br />
Fiera di Vicenza, ha toccato i retroscena del disastro epocale<br />
che ha colpito il Veneto.<br />
Vicenza, città simbolo dell’alluvione che ha messo in<br />
ginocchio tre provincie del Veneto ( Vicenza, Padova<br />
e Verona), ha ospitato un evento il 15 novembre per<br />
porre alla politica e agli imprenditori poche ma fondamentali<br />
domande: cosa è successo, come finirà, e<br />
come è stata raccontata la grande alluvione?<br />
Il dibattito pubblico di fronte ai cittadini di Vicenza,<br />
ha riunito il mondo dell’informazione, le<br />
amministrazioni, le categorie economiche e le<br />
vittime della furia dell’acqua per fare un bilancio,<br />
dopo una decina di giorni, oltre che dei danni e<br />
delle azioni più urgenti da intraprendere, anche<br />
del perché il Veneto sia stato inizialmente dimenticato<br />
dai media e dall’interesse dell’Italia intera,<br />
nonostante fosse sepolto da due metri d’acqua.<br />
Forse perché i Veneti, troppo dignitosi per restare<br />
a piangere ed attendere aiuto dall’alto, si sono immediatamente<br />
rimboccati le maniche e già dopo<br />
pochi giorni avevano ripulito strade e piazze dal<br />
fango e dalla distruzione? O forse il Veneto, in<br />
questa triste occasione, ha toccato con mano la<br />
lateralità che questa regione paga, nonostante sia<br />
la locomotiva economica dell’Italia, per una sua<br />
endemica incapacità di autorappresentazione sia<br />
della politica ma soprattutto della sua classe dirigente.<br />
Il Veneto percepito dal resto d’Italia come<br />
regione ricca, individualista, che non dovrebbe<br />
chiedere mai , ha subito dunque l’equivoco di<br />
chiedere la “carità”, invece che reclamare un diritto<br />
sudato, dopo la conta di 1 miliardo di danni.<br />
Certo, grande è stata la soddisfazione di vedersi<br />
così operosi e imbattuti dalla grande onda, tra<br />
protezione civile, migliaia di volontari, solidarietà<br />
collettiva, oltre alla dignità di chi ha subito<br />
Il Sindaco di Verona Flavio Tosi<br />
con Ferruccio De Bortoli<br />
i danni maggiori. Ma è stato in realtà il Corriere<br />
della Sera, l’unico tra i mezzi d’informazione, a<br />
segnalare l’esistenza di un’emergenza nazionale<br />
e a scuotere gli animi delle tivù e degli italiani; un<br />
appello poi raccolto dal mondo dell’economia,<br />
delle università, della cultura, ed anche da centinaia<br />
di altri Veneti che si sono riconosciuti in questa<br />
orgogliosa rivendicazione di attenzione. Ecco<br />
allora la significativa visita del Presidente Giorgio<br />
Napolitano e del Premier Berlusconi, sorpresi entrambi<br />
dalla poca evidenza dell’immane disastro,<br />
ammirati per il grande lavoro compiuto in così<br />
pochi giorni . Ecco allora l’impegno del governo<br />
con 300 milioni di euro a sanare le emergenze<br />
più eclatanti, ma emerge soprattutto la consapevolezza<br />
della necessità di progetti immediati<br />
che salvaguardino la regione da simili calamità,<br />
e l’urgenza di uno sviluppo più sostenibile che<br />
non eroda più un territorio troppo cementificato<br />
in nome della crescita economica. Questi i temi<br />
affrontati in Fiera nella diretta su Antennatre condotta<br />
dal direttore Domenico Basso, in collaborazione<br />
con il direttore del Corriere del Veneto<br />
Alessandro Russello. Presenti Ferruccio De Bortoli,<br />
direttore del Corriere della Sera, il Sindaco di<br />
Vicenza Achille Variati, Il Sindaco di Verona Flavio<br />
Tosi, la Presidente della Provincia di Padova Barbara<br />
Degani, il Presidente della Provincia di Treviso<br />
Leonardo Muraro, l’editore di Marsilio Cesare<br />
De Michelis oltre ai Presidenti vicentini di tutte le<br />
categorie economiche, industriali, commercianti,<br />
artigiani, coltivatori diretti ed una rappresentanza<br />
della Protezione Civile di Vicenza.<br />
FRANCESCA DOLCETTA<br />
Appuntamento<br />
autunnale<br />
Luxury & Yachts<br />
La fiera di Vicenza dal 18 al 21 novembre<br />
ha ospitato l’Autumn Edition del Luxury<br />
& Yachts, un evento molto atteso e amatissimo,<br />
che in questo clima negativo e di<br />
difficoltà economica si propone come un<br />
momento di sogno e di distacco dalla realtà.<br />
Luxury & Yachts è l’ espressione della<br />
“cultura del lusso” fatta di esclusività, prestigio,<br />
qualità e soprattutto creatività, per lo<br />
più Made in Italy. L’appuntamento autunnale<br />
ha presentato due eventi speciali ed<br />
unici, Luxury Garage e Luxury Christmas:<br />
il primo e assoluto salone internazionale<br />
dell’auto di lusso dove hanno sfilato i gioielli<br />
dell’arte automobilistica, come l’Abarth<br />
695 tributo Ferrari, l’elegantissima berlina<br />
di Infiniti M30d, la Mulsanne di Bentley, che<br />
hanno attratto e affascinato un pubblico<br />
non solo maschile; anche se l’occhio curioso<br />
femminile è stato maggiormente attirato e<br />
coinvolto dai locali dedicati ai lussuosissimi<br />
arredi e addobbi natalizi, veri e propri oggetti<br />
del desiderio e di culto. Barche, orologi,<br />
gioielli, tecnologia, abbigliamento,<br />
calzature, arredi, design, attrezzature per il<br />
benessere, tessuti preziosi, e enogastronomia<br />
di lusso, sono solo alcuni degli elementi<br />
unici e prestigiosi che i 120 espositori, italiani<br />
e stranieri, hanno portato a Vicenza. Un<br />
viaggio che quest’anno è continuato nelle<br />
aree dedicate a tre mostre collaterali: Noblesse<br />
Oblige - Le corone dell’aristocrazia;<br />
Chapeau, esposizione di cappelli di varie<br />
epoche; Il drago, la tigre e la morte, arredi<br />
tibetani antichi e oggetti rituali buddisti.<br />
VALENTINA FABRIS<br />
A Bassano del Grappa, nelle “Bolle” realizzate nel<br />
2004 dal grande architetto Massimiliano Fuksas<br />
per la distilleria Nardini, il 10 e l’11 novembre<br />
scorsi un gruppo di studiosi di fama internazionale<br />
ha immaginato il mondo che verrà. “Benvenuti<br />
al Capodanno 2050”, è questo il titolo del<br />
convegno che ha inaugurato l’attività della Fondazione<br />
Nardini, dell’omonima famiglia erede<br />
della storica distilleria di acquavite Ditta Bortolo<br />
Nardini, decisa a proporre al panorama culturale<br />
italiano un dibattito di ampio respiro sui temi<br />
dello sviluppo globale. L’ex direttore di Foreign<br />
Policy Moisés Naím, il presidente dell’Istat Enrico<br />
Giovannini, l’imprenditore Guido Barilla, lo<br />
storico Miguel Gotor, lo scrittore Bill Emmott, i<br />
demografi Jack Goldstone e Francesco Billari e<br />
l’architetto Luca Molinari, coordinati dal direttore<br />
del Sole 24 Ore Gianni Riotta, hanno prospettato<br />
Guido Barilla<br />
Benvenuti a Capodanno 2050<br />
i trend e le problematiche che ci aspettano. Nei<br />
prossimi 40 anni, nel mondo, è prevista la nascita<br />
di tre miliardi di persone che emigreranno nelle<br />
megalopoli, portando la popolazione mondiale a<br />
10 miliardi. Come evolverà il mondo? Chi, dove e<br />
come saremo nel 2050? Per capire come la demografia<br />
sarà determinante nel creare il paesaggio<br />
del nuovo mondo basta qualche dato. In primo<br />
luogo in Europa, e ancor più in Italia, un adulto<br />
su tre avrà più di cinquant’anni, con evidenti esigenze<br />
di welfare e sanità a cui nessuna delle politiche<br />
fino ad oggi immaginate saprà provvedere.<br />
Secondo: il 90% dei giovani di oggi sotto i 15 anni<br />
sta crescendo in paesi in via di sviluppo. Terzo: la<br />
maggior parte di questi giovani si trova in paesi<br />
con governi deboli o instabili, che non sono in<br />
grado di assicurare l’accesso all’istruzione, al capitale<br />
e alle opportunità di impiego. Se questi gio-<br />
vani, i consumatori e la forza lavoro del domani<br />
cresceranno, se saranno istruiti, produttivi, con<br />
stili di vita stabili ed ecologici, o se al contrario saranno<br />
frustrati, privi di opportunità, se vivranno in<br />
ambienti degradati, socialmente e culturalmente,<br />
determinerà la possibilità di una convivenza pacifica<br />
e la prosperità di tutti noi. Una cosa è certa:<br />
saranno le scelte politiche di oggi a determinare<br />
se il Capodanno del 2050 sarà un giorno di pace o<br />
di conflitto. Ed è proprio per contribuire alla comprensione<br />
delle implicazioni della politica attuale<br />
e per formulare proposte all’altezza delle sfide<br />
della nostra epoca che la Famiglia Nardini ha voluto<br />
istituire quello che è destinato a divenire un<br />
appuntamento di riferimento. Affinché Bassano<br />
diventi il luogo dove si distillano, insieme alla<br />
grappa, anche le idee su dove la nostra umanità<br />
sta andando. ALESSIA SEVERIN<br />
Antonio Guarda Nardini<br />
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