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Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli - Provincia di Viterbo

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Giulia Nuti, nata a Cambridge nel 1976,<br />

ha cominciato a suonare il clavicembalo<br />

all’età <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni.<br />

Ha intrapreso gli stu<strong>di</strong> alla Scuola <strong>di</strong><br />

Musica <strong>di</strong> Fiesole, proseguendoli alla<br />

Royal Academy of Music <strong>di</strong> Londra. Al<br />

Royal College of Music ha stu<strong>di</strong>ato clavicembalo,<br />

organo e fortepiano, laureandosi<br />

col massimo dei voti e la lode. Al King’s<br />

College <strong>di</strong> Cambridge ha svolto una ricerca<br />

sul basso continuo nell'Italia del Sei-<br />

Settecento, ottenendo un Master in musicologia.<br />

È apparsa come solista e continuista<br />

nei più prestigiosi festivals europei<br />

(Théâtre des Champs-Élysées, Parigi;<br />

Concertgebouw, Amsterdam; Printemps<br />

Baroque, Bruxelles; Wroclaw <strong>Festival</strong>,<br />

Polonia; Maggio Musicale Fiorentino;<br />

Göttingen Händel <strong>Festival</strong>; Alderburgh<br />

<strong>Festival</strong>; <strong>Festival</strong> de Ambronay, Francia;<br />

Altstadtherbst kulturfestival, Düsseldorf).<br />

Incide per Naïve, CPO, WDR, BBC e RAI.<br />

E’ specializzata nella musica e trattatistica<br />

italiana sul basso continuo; il suo libro<br />

“The performance of Italian basso continuo”<br />

è stato pubblicato presso Ashgate nel<br />

2007. Dal 2002 è docente <strong>di</strong> clavicembalo<br />

e basso continuo alla Scuola <strong>di</strong> Musica <strong>di</strong><br />

Fiesole.<br />

Le Sonate per violino e basso continuo <strong>di</strong><br />

Händel<br />

L'immensa fortuna incontrata da Händel è<br />

all'origine della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> numerosi<br />

falsi a lui attribuiti che hanno reso complessa<br />

e faticosa l'opera <strong>di</strong> compilazione<br />

dei cataloghi delle sue opere da parte <strong>di</strong><br />

storici e filologi.<br />

Anche le sue composizioni cameristiche<br />

pongono numerosi problemi <strong>di</strong> datazione e<br />

persino <strong>di</strong> autenticità.<br />

Il programma del concerto <strong>di</strong> quest'oggi<br />

raccoglie quelle sonate dell'op. 1 (la prima<br />

18<br />

delle quattro serie che Händel de<strong>di</strong>ca <strong>agli</strong><br />

strumenti melo<strong>di</strong>ci) la cui paternità händeliana<br />

sembra ormai essere stata accertata<br />

in maniera definitiva.<br />

Le sonate in questione, dal carattere ibrido<br />

in quanto non ascrivibili in modo assoluto<br />

al genere della sonata da camera o a quello<br />

della sonata da chiesa, sono debitrici<br />

alla tra<strong>di</strong>zione compositiva <strong>di</strong> Arcangelo<br />

Corelli (l’autore a cui si rifanno anche le<br />

sonate da chiesa dell'op. 2) e ci mostrano<br />

un Händel che si muove tranquillamente a<br />

suo agio nelle forme della musica <strong>di</strong> chiaro<br />

stampo italiano, seppur più ridotte ed<br />

intime rispetto a quelle per gran<strong>di</strong> complessi<br />

strumentali a cui è specialmente<br />

legata la sua fama.<br />

Le sonate H.W.V. 364a e 359a, nonostante<br />

il chiaro attaccamento <strong>agli</strong> stilemi tipici<br />

della scuola corelliana, portando la loro<br />

datazione al periodo <strong>di</strong> permanenza a

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