profondo mutamento del gusto musicale che caratterizzò l’Europa della metà del settecento. Questi aspetti si possono cogliere appunto in tutti i generi musicali e anche nel campo della musica sacra che entrambi gli Scarlatti coltivarono, sia pure in misura <strong>di</strong>versa e in tempi e circostanze <strong>di</strong>fferenti. La Messa a 5 voci <strong>di</strong> Alessandro Scarlatti, che qui riproponiamo (per quanto ci consta) per la prima volta in tempi moderni, è datata 1716 e risale ad un periodo <strong>di</strong> notevole attività <strong>di</strong> questo compositore nel campo della musica sacra: è scritta per due soprani, contralto, tenore e basso e può essere accompagnata dall’organo in funzione <strong>di</strong> basso seguente. Dal 1707 al 1709 Alessandro tenne il posto <strong>di</strong> maestro <strong>di</strong> cappella <strong>di</strong> Santa Maria Maggiore in Roma e partecipò anche negli anni seguenti, nonostante le frequenti assenze dall’Urbe per i pressanti impegni teatrali, a quel movimento <strong>di</strong> restaurazione <strong>di</strong> uno stile antico che si rifaceva a Palestrina nel campo della musica sacra, favorito e auspicato dal car<strong>di</strong>nale Giovani Francesco Albani, <strong>di</strong>venuto papa con il nome <strong>di</strong> Clemente XI nell’anno 1700. A quest’ultimo è de<strong>di</strong>cata questa messa, la seconda a fregiarsi del nome pontificio (la prima essendo datata 1705). In questa, come in generale nelle altre messe pervenuteci, lo ‘stile osservato’ così confacente al genere della messa si rifà alla rigorosa tra<strong>di</strong>zione del contrappunto, con una fortissima aderenza espressiva ai <strong>di</strong>versi momenti dell’or<strong>di</strong>narium: l’uso delle <strong>di</strong>ssonanze, l’alternanza <strong>di</strong> passi omoritmici e imitativi si ricollegano ad una ben consolidata consuetu<strong>di</strong>ne, mentre le modulazioni a toni lontani da quello <strong>di</strong> partenza e la conduzione delle linee, con una cantabilità talora inasprita da intervalli melo<strong>di</strong>camente più insoliti, portano questa messa al limite 52 della tra<strong>di</strong>zione palestriniana. La sequenza <strong>di</strong> Jacopone da To<strong>di</strong> ebbe singolare fortuna <strong>agli</strong> inizi del Settecento: si pensi allo Stabat Mater <strong>di</strong> Alessandro Scarlatti e a quello <strong>di</strong> Pergolesi, circa con lo stesso oganico, per non parlare <strong>di</strong> Antonio Maria Bononcini, Steffani, D’Astorga, Clari e Caldara. Tra questi quello <strong>di</strong> Domenico si <strong>di</strong>stingue non solo per l’originalità dell’organico (4 soprani, 2 contralti, 2 tenori e 2 bassi con il basso continuo per l’organo), ma ancor più per la forte intensità espressiva che regge il confronto quasi solo con quello forse più noto <strong>di</strong> Pergolesi. La composizione risale probabilmente al periodo romano (1712-1719): l’abilissima conduzione contrappuntistica la collega con la severa formazione dello ‘stile antico’, ma la cantabilità delle linee e la loro in<strong>di</strong>vidualità, spesso quasi solistica, proiettano questa pagina in un ambito del tutto nuovo e moderno; certi punti denotano ad<strong>di</strong>rittura una vera concezione teatrale, fatta a volte <strong>di</strong> ripetizioni concitate, <strong>di</strong> pause improvvise, <strong>di</strong> alternanza tra soli e tutti, ancorchè non <strong>di</strong>chiarati per tali. Difficile anche trovare una luminosità come quella qui prodotta dalla presenza <strong>di</strong> 4 parti reali <strong>di</strong> soprano che spesso si scontrano tra loro determinando impressionati <strong>di</strong>ssonanze espressive, o che talora formano accor<strong>di</strong> a trame strette con le altre voci. La <strong>di</strong>sseminazione delle copie oggi esistenti, <strong>di</strong> cui purtroppo nessuna autografa, <strong>di</strong>mostra che l’opera dovette godere anche nel suo tempo <strong>di</strong> una meritata fama e che, nonostante oggi associamo soprattutto il nome <strong>di</strong> Domenico Scarlatti alla sua produzione per strumento a tastiera, nel campo della musica sacra la reputazione <strong>di</strong> questo compositore dovette essere giustamente riconosciuta. Sergio Balestracci
Severino Gazzelloni e Giuliano Silveri in una delle prime e<strong>di</strong>zioni del <strong>Festival</strong> (Arch. fot. APT) <strong>Festival</strong> 2003. Il soprano Emma Kirkby con alcuni ammiratori dopo il concerto dei “London Baroque” (Arch. fot. APT) 53
- Page 1 and 2: FESTIVAL BAROCCO 17 agosto 2008 17
- Page 3 and 4: PROVINCIA DI VITERBO Assessorato al
- Page 5 and 6: Provincia di Viterbo e Festival Bar
- Page 7 and 8: Magìe del Festival La programmazio
- Page 9 and 10: DOMENICA 17 AGOSTO 2008 TUSCANIA -
- Page 11 and 12: King passa la maggior parte del tem
- Page 13 and 14: no personaggi comici. Perfino dopo
- Page 15 and 16: GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2008 CANEPINA -
- Page 17 and 18: l’Orchestra Sinfonica dell’Ente
- Page 19 and 20: Roma di Händel, brillano per una e
- Page 21 and 22: VENERDÌ 22 AGOSTO 2008 CASTEL SANT
- Page 23 and 24: chestra Accademia della Libellula,
- Page 25 and 26: Conegliano” in duo con la pianist
- Page 27 and 28: di Milano. Ha collaborato con music
- Page 29 and 30: SERENATA A 3 CON STROMENTI. Interlo
- Page 31 and 32: un mar tutto pietà senza procelle.
- Page 33 and 34: LUNEDÌ 25 AGOSTO 2008 CAPRAROLA -
- Page 35 and 36: 35 Croce di Sant Jordi dal Generali
- Page 37 and 38: Progrmma del Festival Barocco nel 1
- Page 39 and 40: VENERDÌ 29 AGOSTO 2008 TARQUINIA -
- Page 41 and 42: che li traghettarono definitivament
- Page 43 and 44: SABATO 30 AGOSTO 2008 CAPRANICA - C
- Page 45 and 46: Badessa in “Suor Angelica” pres
- Page 47 and 48: di A.Katznelson, e poi di G. Cappon
- Page 49 and 50: SABATO 6 SETTEMBRE 2008 RONCIGLIONE
- Page 51: Argo-Decca, Bongiovanni, Arabesque,
- Page 55 and 56: MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2008 VITERBO -
- Page 57 and 58: Giappone. È stato direttore princi
- Page 59 and 60: all’anno per preparare ed eseguir
- Page 61 and 62: Dass ein Herz das andre küsst. 6.
- Page 63 and 64: Dass mein Schatz ist das A und O, D
- Page 65 and 66: VENERDÌ 12 SETTEMBRE 2008 VITERBO
- Page 67 and 68: monastero compose un gran numero di
- Page 69 and 70: SABATO 13 SETTEMBRE 2008 VITERBO -
- Page 71 and 72: tore d’orchestra Michel Legrand,
- Page 73 and 74: A fianco: Festival 2004. Il clavice
- Page 75 and 76: VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2008 VITERBO
- Page 77 and 78: G.F. Händel. Il primo disco di que
- Page 79 and 80: Il Pianto di Maria Giunta l’ora f
- Page 81 and 82: SABATO 20 SETTEMBRE 2008 VITERBO -
- Page 83 and 84: J. S. Bach, Thomas Arne, William By
- Page 85 and 86: obbligato. L’ordine delle tonalit
- Page 87 and 88: VENERDÌ 17 OTTOBRE 2008 VITERBO -
- Page 89 and 90: orchestre di Montreal, Dallas, Toro
- Page 91 and 92: Dall’Album del Festival 91
- Page 93 and 94: Festival 2001. Il violoncellista Am
- Page 95 and 96: Festival 2004. Il direttore artisti
- Page 97 and 98: Festival 2005. Uto Ughi si esibisce
- Page 99 and 100: La Tuscia una terra che si racconta