RELAZIONE ILLUSTRATIVA - Comune di Savignano sul Panaro

Riguardo al patrimonio edilizio esistente in territorio rurale e non funzionale all’attività agricola, la variante
definisce in alcuni casi modalità di recupero edilizio di tipo conservativo, in altri casi prevede il ricorso alla
delocalizzazione dei volumi, demandando l’individuazione delle aree di “atterraggio” e la relativa disciplina
al PSC. Tale distinzione, basata sulle caratteristiche architettoniche e tipologiche degli edifici, persegue la
tutela del paesaggio rurale permettendo il recupero delle sole costruzioni tipiche.
Di seguito si descrivono sinteticamente gli articoli variati e utili alla comprensione degli aspetti sostanziali
della presente Variante.
Art. 75 Zone omogenee E
Il presente articolo contiene i principi generali che informano tutte le zone E ed è stato ampiamente
rimaneggiato, sia per introdurre la nuova disciplina del recupero contenuta nei due articoli successivi
(artt. 75 bis e 75 ter) sia per esplicitare meglio alcuni concetti già presenti nell’impostazione vigente. Si
approfondiscono in particolare le modalità di utilizzo della capacità edificatoria agricola e la
documentazione da presentare per calcolarla.
Art. 75 bis Interventi su edifici storici in territorio rurale
Il presente articolo riguarda gli edifici già classificati come beni culturali da specifiche schede di
censimento facenti parte integrante del vigente PRG; gli interventi di recupero e gli usi ammissibili sono
disciplinati dalle suddette schede. Non si introducono, dunque, innovazioni sostanziali rispetto alla
vigente normativa; si raggruppano semplicemente in un unico articolo le norme che nel vigente PRG
sono ripetute senza variazioni per ogni zona E (art. da 76 a 80). Infine si approfondisce, anche dal punto
di vista procedurale, il tema della prevenzione dei potenziali conflitti tra usi non agricoli conseguenti agli
interventi di recupero e pratiche agronomiche (dichiarazione di accettazione della condizione di
promiscuità).
Art.75 ter Interventi su edifici esistenti per finalità diverse dall’attività agricola
Sono raggruppate in questo articolo le norme che nel vigente PRG si ripetono invariate per ogni zona E
(art. da 76 a 80) e riguardano il recupero degli edifici non funzionali all’attività agricola, che non sono
classificati come beni culturali. In questo caso, però, sono introdotte alcune rilevanti innovazioni,
riassumibili nei seguenti punti:
Gli interventi di recupero si attuano solo per intervento edilizio diretto (sono aboliti i piani
particolareggiati in zona agricola)
Possono essere recuperati per funzioni non connesse all’attività agricola solo gli edifici costruiti
prima del 31/12/1997 (data di riferimento dell’ultima variante generale al PRG).
Le modalità di recupero variano a seconda delle caratteristiche dell’edificio:
1. Per gli edifici di tipologia e materiali tipici del paesaggio rurale sono previsti tutti gli
interventi edilizi di tipo conservativo fino alla ristrutturazione edilizia, anche a scopo
residenziale.
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