CERAMICA TEVERE s.r.l. - Campo de'fiori
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Sandro Anselmi<br />
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Pza della Liberazione, 2<br />
Civita Castellana (VT)<br />
Tel./Fax 0761.513117<br />
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SandroAnselmi<br />
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Periodico di Politica, Cultura, Attualità<br />
edito dall’Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.)<br />
Anno II, n. 6 distribuzione gratuita<br />
Sommario<br />
Pag.2 - F: Bracconeri<br />
Pagg.4.5.28.29.31<br />
Ricordando Carnevale<br />
Pag. 7 - Festa di Natale<br />
Pag.10 - Aurora<br />
Pag. 14 -Germano Nataloni<br />
Pag.21 - Giochi antichi<br />
Pagg. 3 . 30 - Vita......<br />
Pag.6 - I ragazzi del<br />
collegio - Edicole ...<br />
Pag.9 - La psicologa<br />
-Il medico: Diabete<br />
Pagg.12.13.19 Album<br />
Pag. 16 - come eravamo<br />
Pag. 22- La musica<br />
Pag. 24 - Ronciglione<br />
Pag. 26 - Vignanello<br />
Per quanto possa pensare e<br />
ripensare agli eccezionali<br />
risultati ottenuti da <strong>Campo</strong><br />
de’ fiori in sole cinque uscite,<br />
non mi sembra ancora vero<br />
d’aver ricevuto così tanti consensi<br />
e così tanta considerazione<br />
da parte di tutti. Vi confesso,<br />
comunque, che ciò è<br />
molto gratificante per me e<br />
per tutti i bravissimi collaboratori,<br />
che ringrazio tantissimo.<br />
La passione, la grinta che<br />
anima tutti, lascia ben sperare<br />
in una crescita sempre<br />
costante e duratura. <strong>Campo</strong><br />
de’ fiori, dal primo numero,<br />
ha triplicato il numero di<br />
pagine e la tiratura ed è<br />
distribuito a Civita Castellana,<br />
Fabrica di Roma, Corchiano,<br />
Vignanello, Valleranno, Cane -<br />
pina, Soriano, Viterbo, Va -<br />
sanello, Gallese, Nepi, Castel<br />
Sant’Elia, Monterosi, Ronci -<br />
glione, Caprarola, Carbo -<br />
gnano, Campagnano, Sacro -<br />
fano, Trevignano, Bracciano,<br />
Anguillara, Faleria, Mazzano,<br />
Calcata, Sant’Oreste, Rignano<br />
Flaminio, Morlupo, Castel -<br />
nuovo di Porto, Riano, Fiano,<br />
Magliano Sabina, Collevec -<br />
chio…….<br />
Ringrazio tutte le persone che<br />
gentilmente hanno telefona-<br />
Sandro Anselmi<br />
to per dire di essersi riconosciute<br />
nelle foto da noi pubblicate,<br />
come L’Ing. Enrico<br />
Giacobbe, che ha chiamato<br />
da Piacenza, il Sig. Mario<br />
Iannoni da Siena, il Sig.<br />
Antonio Costantini da<br />
Formia, il Dott. Secondiano<br />
Zeroli da Bolsena, il Sig.<br />
Elio Mosca da Bolzano, il<br />
Sig. Gino Galligani da<br />
Treviso…… L’A.I.D.I. (ACCA-<br />
DEMIA INTERNAZIONALE<br />
D’ITALIA) ha già realizzato<br />
oltre venti tra feste di piazza<br />
e al coperto ed ha promosso<br />
iniziative sociali e culturali.<br />
Pag. 25 - nonna Ersilia<br />
Pag. 27 - Scopri l’Arte<br />
<strong>CERAMICA</strong> <strong>TEVERE</strong> s.r.l.<br />
Stab: SS. 315 km 3,500 - Gallese S. (VT)<br />
Sede Sociale : P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT)<br />
P.Iva e Codice Fiscale: 01463760569- C.C.I.A.A. n. 0088105 Tribunale n. 10303 - C.Sociale i.v. E. 10.200,00<br />
Tel./Fax 0761.496702 e-mail: ctevere@inwind.it
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Ci è stato segnalato, da alcuni<br />
operatori commerciali, di<br />
essere stati contattati per l’inserzione<br />
pubblicitaria delle<br />
loro attività su <strong>Campo</strong> de’<br />
fiori, da persone a noi sconosciute.<br />
Comunichiamo pertanto<br />
che le persone incaricate a<br />
qualsiasi titolo, da <strong>Campo</strong> de’<br />
fiori, dovranno essere munite<br />
di autorizzazione su carta<br />
intestata, debitamente firmata<br />
e contenente i dati anagrafici<br />
dell’incaricato stesso.<br />
Grazie di aver risposto in tanti…… abbiamo ricevuto molte richieste riguardo i corsi di teatro, siamo perciò lieti di<br />
comunicarvi che fra breve inizieranno. Abbiamo scelto una lettera tra le tante arrivate che simpaticamente vi pubblichiamo.<br />
Rivolgendo a tutti i più cari saluti, vi invitiamo a contattarci al solito indirizzo. (<strong>Campo</strong> de’ fiori : Tel./Fax<br />
0761.513117 e-mail: sandro_anselmi@libero.it) A presto Fabrizio Bracconeri<br />
Simpaticissimo Signor Bracconeri, sono una ragazza di diciannove anni che si chiama Stefania ed abito a _____,<br />
un piccolo paese nei pressi di Civita Castellana, e sono una romanista al 100% . Ricordo molto bene “I ragazzi della<br />
terza C”, anche se allora ero una bambina, perché adoravo quel telefilm; mi ricordo soprattutto di lei, ed è per questo<br />
che, anche se ora la serie non viene più trasmessa, spero un giorno di rivederla in TV, magari proprio nella mitica<br />
Terza C. Ricordo che due o tre anni fa, passando per Faleria, un paese vicino al mio, l’ho vista in piazza di sfuggita,<br />
ed ora, sfogliando “<strong>Campo</strong> de’ fiori”, mi ha colpito la sua lettera e mi ha preso subito il desiderio di collaborare<br />
con lei e tanti altri ragazzi, per iniziare dei corsi di recitazione e, chissà, magari intraprendere proprio la sua<br />
stessa professione. Infatti, fin da bambina, ho avuto sempre un sogno nel cassetto: quello di recitare, ed ora, a<br />
diciannove anni, il sogno non è cambiato. Vorrei recitare al teatro o in televisione ma, purtroppo, vivendo in un piccolo<br />
paese, le opportunità non sono molte. Dovrei andare a Roma, ma viaggiare non è molto facile. Se iniziassero<br />
dei corsi a Civita Castellana sarebbe molto più semplice ed io sarei felicissima. Ok, ora la devo lasciare. Aspetterò<br />
con ansia una sua risposta. A presto !!! Stefania P.<br />
P.S. Lei è veramente “forte” ed è un grande attore.<br />
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Tel. 0761.599393/4 Fax 0761.599393<br />
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Presenta:<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Periodico di Politica, Cultura, ed<br />
attualità editi dall’Associazione<br />
“Accademia Internazionale<br />
d’Italia”<br />
(A.I.D.I.) - senza fini di lucro<br />
Presidente fondatore:<br />
Sandro Anselmi<br />
Direttore:<br />
Sandro Anselmi<br />
Direttore Responsabile:<br />
Sandro Anselmi<br />
Segretaria di Redazione:<br />
Cristina Evangelisti<br />
Impaginazione e Grafica:<br />
Cristina Evangelisti<br />
Reg. Trib. VT n. 351 del 2/6/89<br />
Stampa: Tip. I.B.<br />
00135 Roma- Via G.Boffito, 24<br />
La realizzazione di questo giornale<br />
e la stesura degli articoli sono<br />
liberi e gratuiti ed impegnano<br />
esclusivamente chi li firma.<br />
Testi, foto, lettere e disegni, anche<br />
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restituiti se non dopo preventiva<br />
ed esplicita richiesta da parte di<br />
chi li fornisce.<br />
L’editore non risponde delle informazioni<br />
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Pag.2
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Vita Cittadina<br />
FabricanDoFestival. Manifestazioni musicali nel Comune di Fabrica di Roma. Padrino del Festival Roberto Vecchioni<br />
Civita Castellana. Concorso presepi Natale 2003<br />
a sx, il primo classificato, è della Frazione Sassacci.<br />
Al centro (fuori concorso) il presepe costruito dai bambini delle scuole elementari XXV Aprile.<br />
A dx il presepe fatto da Michele Moscioni e Giusy Mulè<br />
Carnevale di Nepi 25 Gennaio 2004<br />
30.1.04 firma della Convenzione tra la Soprintendenza<br />
per L’Etruria Meridionale ed il Comune di Fabrica di<br />
Roma per la gestione della Chiesa di S.Maria di Falleri<br />
Dott.ssa De Lucia - Dott. Scarnati - Dott.ssa Moretti<br />
Pag.3
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Ricordando Carnevale.......<br />
di Roberto Moscioni<br />
Che bello era il carnevale di una volta….. fatto di<br />
arte e di semplicità, “quel carnevale” allegro ed<br />
innocente, impresso oramai soltanto nei ricordi ed<br />
in vecchie fotografie, in cui le generazioni moderne<br />
hanno potuto conoscere quegli anni intrisi di magia<br />
e spensieratezza, dove tutto era pensato per far<br />
divertire grandi e piccini, come il copione di un<br />
grande varietà. Sono passati molti anni da quando<br />
le ceramiche civitoniche hanno smesso di partecipare<br />
al carnevale con i loro coloratissimi e meravigliosi<br />
carri allegorici, adorati da tutti , lasciando<br />
così quell’insopportabile amaro in bocca che, a<br />
distanza di anni, non accenna ancora a scomparire.<br />
Come dimenticare i carri realizzati dagli operai<br />
delle ceramiche: Astra, Flaminia, Simas, Faleri ed<br />
altre. Come non ricordare i carri della stazione della<br />
Roma Nord ed in particolare quelli realizzati dall’indimenticabile<br />
Don Giuseppe Bodini, maestro di<br />
molte generazioni di ragazzi e grande sostenitore<br />
del carnevale civitonico che, grazie al suo ingegno<br />
ed al suo carisma, riusciva ad arruolare molti giovani,<br />
insegnando loro l’arte del carnevale e non<br />
solo. Con questa rubrica vogliamo rendere omaggio,<br />
attraverso delle rare fotografie, a tutti coloro<br />
che hanno fatto la storia del carnevale civitonico,<br />
tramandandoci quella passione fatta di colori e cartapesta……Grazie<br />
!!!<br />
Si ringraziano i signori Carlo Profili, Fabrizio<br />
Moscioni, Pino Malatesta e Nenne Ferretti<br />
per l’aiuto che ci hanno dato mettendoci a<br />
disposizione le loro foto.<br />
1972<br />
Carnevale 1932-33 : Ceramica Vincenti<br />
1975: New Orleans Jazz Band<br />
1969 : Alla Corte del Re Carosello<br />
organizzato da Don Giuseppe Bodini<br />
1970<br />
1974 : Pinocchio - carro della Roma-Nord<br />
1973 L’osteria dei mejo<br />
Pag.4
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
anni ‘70 : I fotografi dell’ ‘800<br />
1979 : L’italia che affonda (ceramica Micas<br />
anni ‘70: carnevale dei bambini<br />
La rustica degli anni ‘70<br />
1977: I pompieri<br />
anni ‘80<br />
La rustica degli anni ‘80<br />
1980: Pagliacci su marte<br />
Ceramica Astra<br />
1982: La vispa Teresa<br />
Ceramica Astra<br />
Le sorelle bandiera degli anni ‘70<br />
Alfredo e Peppe Rossi<br />
...Continua a Pag.28<br />
Pag. 5
Ronciglione<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
I Ragazzi del Collegio<br />
I Ragazzi del Collegio<br />
da sx : Francesco Pinelli, Elisa Angeli, Simone Balletti, Lucia Palozzi,<br />
Maria Teresa Moretti, Giuseppe Mascini, Giulio Maltempi, Remo Stella,<br />
Andrea Pinelli, Federico Bruziches, Gabriele Morandi (seduto)<br />
Nel 1996, dopo aver assistito alla rappresentazione<br />
de “L’ avaro” di Molière da parte<br />
di una compagnia amatoriale di adulti, un<br />
gruppo di ragazzini delle quinte elementari<br />
di Ronciglione, coadiuvati dalle proprie<br />
insegnanti, decise di proporre a loro volta la<br />
commedia durante la recita di fine anno<br />
scolastico. Furono talmente carini e bravi<br />
che venne loro proposto di rappresentare la<br />
commedia alla Sala del Collegio , vicina<br />
all’attuale scuola media, adibita di volta in<br />
volta a sala mostre o conferenze ma,<br />
soprattutto, dotata di un palcoscenico con<br />
Civita Castellana - Via San Gregorio<br />
Fede ed arte nelle<br />
edicole votive di Civita Castellana<br />
C’è un profondo legame, nel corso dei Tremila<br />
anni di storia cittadina, che unisce Civita<br />
Castellana ed i suoi abitanti: il forte sentimento<br />
religioso dei fedeli. Gli atti di devozione, il culto<br />
e le cerimonie celebrative, insieme alle ricorrenze,<br />
scandiscono l’incessante passare del tempo,<br />
dal periodo dei nostri avi Falisci sino ai nostri<br />
giorni. Poco importa se nel corso di questo<br />
lungo viaggio sono cambiati i riti, le religioni ed<br />
i soggetti di divinazione; fondamentale, nel<br />
legame arte e religione è leggere anche nella<br />
sovrapposizione stilistica delle nostre chiese, il<br />
lungo ed incessante cammino dei credenti<br />
“Civitonici.”. Il Duomo, dedicato alla Madonna<br />
Annunziata, senza dubbio è il simbolo artistico<br />
Pag. 6<br />
adiacenti camerini, particolarmente<br />
adatti ad ospitare spettacoli teatrali<br />
e di vario genere. A questo punto fu<br />
chiesta la collaborazione dei protagonisti<br />
de “L’ avaro” visto dai ragazzi<br />
e cioè la mia (M.Stella Neri) e<br />
quella del Sig. Mario Palozzi, genitori<br />
di una ragazza del gruppo.<br />
Insieme ad altri genitori, io e Mario<br />
, aiutammo i ragazzi alla realizzazione<br />
del loro spettacolo, e così, fu l’inizio<br />
di tutto. Presi dall’entusiasmo,<br />
i ragazzi scoprirono subito un’altra<br />
divertente commedia di Molière, “Le<br />
furberie di Scapino”, si attribuirono<br />
i ruoli e vollero rappresentarla sempre<br />
alla Sala del Collegio durante il<br />
carnevale del 1997, replicandola ai<br />
giardini pubblici di Ronciglione a<br />
Luglio dello stesso anno. Si diedero anche<br />
un nome:”I ragazzi del Collegio”. Così<br />
ogni anno è stata preparata e rappresentata<br />
una commedia diversa: a Settembre ’98<br />
“Il Bugiardo” e nel Febbraio del 2000 “Gli<br />
innamorati”, entrambe di Goldoni. A<br />
Febbraio del ’99 alcuni ragazzi parteciparono<br />
al “Don Giovanni”, rappresentato dal<br />
Centro Teatro Ricerca di Ronciglione, in un<br />
adattamento di Carlo Altomonte. Nel frattempo<br />
i ragazzi sono cresciuti, hanno<br />
lasciato le scuole medie per le superiori ma<br />
Le Edicole Votive<br />
e religioso più rappresentativo<br />
di Civita<br />
Castellana. La sua<br />
costruzione, voluta<br />
dalla comunità cittadina<br />
proprio per<br />
affermare l’identità<br />
cattolica e la crescente<br />
importanza<br />
economica di Civita<br />
Castellana, inizia sin<br />
dalla metà del XII<br />
secolo. Secondo un’iscrizione<br />
in marmo<br />
(Lapide del Vescovo<br />
Leone - 871 d.C.),<br />
Sant’Anna e la Madonna bambina murata all’esterno<br />
del Duomo, la chiesa di S. Maria del Carmine,<br />
citata come S. Maria dell’Arco, risulta essere la<br />
prima cattedrale di Civita. Se per i fedeli la bellezza<br />
artistica e l’importanza del Duomo, S.<br />
Maria del Carmine ecc. costruiti da maestranze<br />
specializzate per volere della comunità, testimoniano<br />
il sentimento e l’unione dei parrocchiani,<br />
non vanno trascurate le espressioni di fede più<br />
intime e personali che scaturiscono dalla devozione<br />
dei cittadini e che si manifestano in piccole<br />
costruzioni sparse per Civita: le edicole votive.<br />
La parola edicola deriva dal latino “aedicola”:<br />
piccole strutture a forma di tempietto di cui<br />
abbiamo testimonianza in diverse pitture di<br />
Pompei ed Ercolano. Con una salubre passeggiata<br />
nei quartieri cittadini, nelle vie e piazze,<br />
potrete trovare molte di queste costruzioni<br />
architettoniche, generalmente addossate ad un<br />
edificio maggiore che accolgono nel loro interno<br />
una statuina o un’immagine sacra. Realizzate<br />
la loro passione è rimasta e seppure nel<br />
gruppo si siano alternati oramai diversi<br />
ragazzi, resta sempre la presenza fissa di<br />
cinque o sei di loro che hanno fondato il<br />
gruppo. Nel 2001 hanno preparato due<br />
divertenti atti unici in dialetto<br />
Ronciglionese, tratti da due opere di un<br />
autore napoletano contemporaneo, Matteo<br />
Ricciardi, dal titolo “I stracciaroli” e “O becchino<br />
cojonato”. Nel 2002 hanno rappresentato<br />
in costume una commedia di A.R.<br />
Lesage: “Turcaret”. A dicembre dello stesso<br />
anno si sono riproposti in un’altra commedia<br />
in dialetto Ronciglionese, questa volta<br />
tradotta da un’opera di E.Scarpetta: “I nipoti<br />
de’ ‘o sindico”. Quest’anno si sono voluti<br />
cimentare in un classico giallo di Agata<br />
Christie, “Diceci poveri negretti”, divertendosi<br />
a creare un’atmosfera densa di tensione<br />
e di mistero. Tutti gli spettacoli sono<br />
stati diretti da Mario Palozzi, coadiuvati da<br />
me stessa e non è mancato, però, anche il<br />
prezioso apporto di alcuni genitori dei<br />
ragazzi. Tutto ciò è stato reso possibile dalla<br />
disponibilità del Comune di Ronciglione che<br />
ha sempre concesso l’uso gratuito della<br />
Sala del Collegio e dall’appoggio dell’<br />
A.GE.R. (Associazione Genitori Ronciglione)<br />
che, tramite la sezione cultura e giovani, ha<br />
patrocinato tutte le manifestazioni.<br />
Maria Stella Neri<br />
di Raniero Pedica<br />
con pochi mezzi e le mani dei fedeli, le edicole<br />
votive sono delle piccole opere d’arte e devozione.<br />
Viva espressione del sentimento, le edicole<br />
votive rappresentano il ponte tra la religiosità<br />
familiare (Chiesa domestica) e la Chiesa parrocchiale.<br />
Alle edicole votive, fiduciosi, gruppi di<br />
fedeli dei vari rioni ci si rivolgevano e rivolgono<br />
con preghiere verso uno specifico protettore<br />
(Santi Patroni – Madonna - Sant’ Antonio - S.<br />
Giuseppe ecc.) per ottenere grazie, guarigioni e<br />
per grazia ricevuta. In un interessante libro<br />
della prof. Patrizia Fantera (Religiosità popolare<br />
delle Edicole rionali di Civita Castellana), a cui và<br />
il merito di aver aperto uno spaccato su questa<br />
manifestazione di religiosità popolare, l’autrice<br />
ha, con cura e zelo, descritto e fotografato tutte<br />
le edicole votive di Civita. Tra le tante edicole<br />
del centro storico, a nord e sud di piazza<br />
Matteotti e nella parte nuova di Civita, ho scelto<br />
di presentare ai lettori di <strong>Campo</strong> dè fiori, l’edicola<br />
di Sant’Anna, situata in via di San Gregorio<br />
n° 25. L’archetto a tutto sesto è realizzato in<br />
ceramica dipinta su cui spiccano quattro bianchi<br />
visi di putti alati. La cornice esterna, composta<br />
da verdi foglie è completata da un trionfo di rose<br />
bianche, gialle e rosse: al centro una nicchia<br />
dipinta con l’immagine di Sant’Anna, madre<br />
della Vergine Maria, mentre insegna a leggere al<br />
frutto del suo amore. Una delicata pensilina delimitata<br />
da una piccola ringhiera in ferro, contiene<br />
fiori freschi e lumini votivi. Il culto di<br />
Sant’Anna e suo marito Gioacchino, genitori<br />
della Beata Vergine è molto antico e assai celebrato<br />
soprattutto nel mondo greco. Già nel sec.<br />
VI si trovano tracce di devozione a Sant’Anna,<br />
culto diffuso in occidente dal X secolo con massima<br />
diffusione nel XV secolo.<br />
...continua a pag.15
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Festa di Natale 21 Dicembre 2003<br />
E’ passato solo poco tempo dalla festa di<br />
Natale organizzata dall’ A.I.D.I. (Accademia<br />
Internazionale D’Italia) e da <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
e sento già una sottile nostalgia per i bei<br />
ricordi di quella giornata speciale trascorsa<br />
con i nostri ragazzi “diversi” . Grazie ai THE<br />
BLACK SILVER, ai SARANNO BAVOSI, a<br />
SILVY, a ROBERTA, a OSVALDO, a ROSANNA<br />
DARIDA, a tutte le mamme, ai volontari e a<br />
Mons. Don Mario Valeri per l’ospitalità .<br />
Grazie ancora a Adriano, alla ditta Personal<br />
Style per i doni offerti e un grazie di cuore al<br />
grande FABRIZIO BRACCONERI,<br />
che ha voluto regalare momenti di gioia e di<br />
grande entusiasmo a tutti.<br />
Pag.7
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Magnolia stellata<br />
della famiglia delle<br />
Magnoliacee. Assume una<br />
forma di fitto cespuglio con<br />
foglia caduca. Proviene dal<br />
giappone e i suoi fiori sono<br />
piccoli, numerosissimi e profumati, adatta appunto per un<br />
giardino giapponese. Cresce bene su un terreno acido e<br />
ricco di materia organica in una posizione fresca. Si moltiplica<br />
per talea di legno in estate e per innesto in inverno.<br />
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L’angolo della<br />
psicologa<br />
Dott.ssa Sara Petrucci<br />
L’importanza<br />
comunicazione<br />
della<br />
L’uomo, per sua natura essere<br />
sociale, è portato ad incontrare e<br />
convivere con l’altro. Le relazioni<br />
che instaura, si stabiliscono principalmente<br />
attraverso la comunicazione<br />
di un’informazione o di un<br />
messaggio, che diviene un aspetto<br />
essenziale dell’interazione umana,<br />
ed assume un ruolo fondamentale<br />
nella determinazione del comportamento.<br />
La comunicazione segue un<br />
processo circolare pertanto non può<br />
essere a senso unico, infatti il comportamento<br />
di un individuo esercita<br />
sempre un effetto sull’altro e viceversa.<br />
La comunicazione può avvenire<br />
con se stessi, come una sorta<br />
di dialogo interiore, caratterizzato<br />
da riflessioni su sé, sugli altri e sull’ambiente<br />
e questa si definisce<br />
comunicazione INTRAPERSONALE,<br />
Dott Maurizio Martini<br />
Il Diabete: una patologia<br />
in preoccupante crescita.<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Glossario psicologico<br />
PSICOSOMATICA = disciplina che studia le malattie di origine psichica con sintomi somatici (riferito al<br />
corpo).<br />
AGGRESSIVITA’ = inclinazione della personalità ad aggredire, a dominare, ad emergere, a produrre. E’ una<br />
reazione frequente alla frustrazione.<br />
ANSIA = tensione apprensiva, o irrequietezza, che sorge dal sentire come imminente un pericolo, sia pure vago<br />
e di ordine sconosciuto.<br />
FRUSTRAZIONE = condizione in cui si trova l’individuo quando si imbatte in un ostacolo che non gli permette<br />
di soddisfare una tendenza o di raggiungere una meta.<br />
TABU’ = forma di proibizione sociale associata alla minaccia di punizioni.<br />
oppure può avvenire con altre persone<br />
e questa viene definita comunicazione<br />
INTERPERSONALE.<br />
Esistono due tipi di comunicazione:<br />
una verbale, basata sull’utilizzo<br />
della parola (parlata o scritta, come<br />
ad es. una lettera o un sms) e la<br />
non verbale, che non necessita<br />
dell’uso della parola, che si basa su<br />
modalità espressive, caratterizzate<br />
dai movimenti del corpo, dai gesti,<br />
dall’espressione del viso, l’inflessione<br />
della voce, la cadenza delle<br />
parole (mimica, gestualità e postura<br />
del nostro corpo). Se osserviamo<br />
il modo di parlare di una persona, le<br />
espressioni del viso, la posizione del<br />
corpo, il suo modo di vestire, l’acconciatura,<br />
la scelta di un hobby, gli<br />
interessi, la scelta di letture, l’ascolto<br />
di canzoni, tutto ci comunica<br />
qualcosa di suo. In alcune circostanze<br />
accade che la comunicazione<br />
non sia adeguata, ciò si ripercuote<br />
negativamente nella relazione<br />
in atto: le persone dicono qualcosa<br />
ma in realtà ne vogliono dire<br />
un’altra, oppure dicono una cosa e<br />
ne pensano un’altra o pensano<br />
qualcosa ma non vogliono dirla, o<br />
Il diabete mellito rappresenta una<br />
delle malattie croniche più diffuse<br />
al mondo e purtroppo la sua incidenza,<br />
soprattutto nei paesi sviluppati<br />
o in via di sviluppo è in rapida<br />
crescita. Il diabete è uno stato di<br />
iperglicemia cronica, o meglio, il<br />
paziente che soffre di diabete ha un<br />
cronico aumento della concentrazione<br />
di glucosio nel sangue. Il glucosio<br />
è lo zucchero che le nostre<br />
cellule utilizzano come principale<br />
fonte di energia, ed è fondamentale<br />
per il nostro metabolismo e per<br />
la sopravvivenza del nostro organismo.<br />
Quando mangiamo infatti, il<br />
nostro organismo utilizza o trasforma<br />
gli alimenti in glucosio e trasporta<br />
poi questo zucchero a tutte<br />
le cellule tramite il sangue. La distribuzione,<br />
la concentrazione nel sangue<br />
e il metabolismo di questo zucchero<br />
sono regolati da un preciso<br />
sistema neuroendocrino in cui l’insulina,<br />
ormone prodotto dal pancreas,<br />
ha un ruolo centrale. Dal<br />
punto di vista clinico esistono fondamentalmente<br />
due tipi di diabete:<br />
il diabete insulino dipendente, o<br />
giovanile e il diabete insulino indipendente,<br />
o senile. Il primo tipo di<br />
diabete insorge di solito in giovane<br />
età ed è dovuto alla mancanza o a<br />
bassi livelli di insulina. L’insulina è<br />
fondamentale per le nostre cellule,<br />
che, senza questo ormone, non<br />
sono in grado di assumere il glucosio<br />
che arriva tramite la circolazione.<br />
La mancanza di insulina, prodotta<br />
dal pancreas, è dovuta alla<br />
distruzione di specifiche cellule<br />
(endocrine di tipo beta) presenti in<br />
questo organo ad opera del sistema<br />
immunitario che, con un tipo di<br />
meccanismo autoimmune, non le<br />
riconosce più. In altre parole il<br />
sistema immunitario (che ci difende<br />
dalle infezioni) in questi pazienti<br />
distrugge le cellule del pancreas che<br />
producono insulina, perché pensa<br />
che siano delle cellule estranee.<br />
Questo tipo di diabete presenta una<br />
forte componente ereditaria, per cui<br />
è molto facile trovare intere famiglie<br />
non riescono a dirla. In questo caso<br />
avviene un vero e proprio blocco, la<br />
comunicazione s’inceppa e nascono<br />
l’incomprensione e la chiusura che<br />
creano, nel tempo, distanza tra le<br />
persone, isolamento e solitudine. In<br />
queste situazioni la persona assume<br />
comportamenti che possono<br />
avere, come unico scopo, quello di<br />
evitare o sfuggire un rapporto; in<br />
realtà la persona ci stà comunicando<br />
un suo disagio che non sempre<br />
riusciamo a comprendere chiaramente.<br />
Anche noi possiamo comunicare<br />
qualcosa a parole che poi<br />
contraddiciamo nei fatti, con un<br />
atteggiamento, con uno sguardo.<br />
In quei momenti, forse, non siamo<br />
consapevoli di ciò, ma gli altri, se<br />
sono attenti, riescono a percepire<br />
qualcosa che và oltre alle nostre<br />
parole e i sentimenti che le accompagnano,<br />
e ciò spaventa.<br />
Spesso ci sentiamo inadeguati a<br />
dialogare con l’altro in maniera efficace,<br />
eppure il bisogno di raccontarsi<br />
di condividere le proprie esperienze<br />
e soprattutto trovare delle<br />
risposte coerenti ai dubbi quotidiani<br />
, è grande e grida forte…ma pochi<br />
lo sanno e, se lo sanno, non lo<br />
ammettono con facilità! In realtà, il<br />
confronto comunicativo con se stessi,<br />
consente di acquisire una maggiore<br />
sicurezza personale, grazie<br />
alla comprensione ed elaborazione<br />
delle proprie idee, delle emozioni e<br />
dei desideri; ciò facilita il confronto<br />
con gli altri e quindi, un dialogo più<br />
adeguato. Esiste un modo corretto<br />
di comunicare?<br />
Tutti abbiamo il diritto di esprimere<br />
le proprie emozioni, le nostre idee,<br />
in maniera decisa e chiara, ma<br />
abbiamo la responsabilità di farlo<br />
senza offendere gli altri, senza<br />
adottare un comportamento<br />
aggressivo che denota semplicemente<br />
una forte insicurezza, debolezza.<br />
Allora sforziamoci, proviamo<br />
a dire le cose che sono nascoste<br />
dentro di noi, che spesso, anche se<br />
belle, non abbiamo il coraggio di<br />
dire: il rischio è che se non lo facciamo<br />
al momento giusto, potremmo<br />
non avere più l’opportunità di<br />
farlo e potrebbe risultare troppo<br />
tardi… qualcuno ha suggerito<br />
“Carpe diem” ovvero “cogli l’attimo!”.<br />
che presentano questa malattia. Il<br />
diabete insulino indipendente insorge<br />
invece in età avanzata. Diciamo<br />
subito però che questa soglia di età<br />
negli ultimi decenni si è abbassata<br />
sensibilmente, per cui non è difficile,<br />
specie nelle società più industrializzate<br />
trovare persone intorno<br />
ai trenta, quaranta anni che soffrono<br />
di questa patologia. Nel diabete<br />
di tipo insulino indipendente, l’iperglicemia<br />
non è causata dalla mancanza<br />
dell’ormone dell’insulina che<br />
di solito è presente, addirittura ad<br />
alti livelli, ma dalla resistenza che le<br />
cellule offrono a questo ormone.<br />
Abbiamo detto prima che l’insulina<br />
è fondamentale affinché le cellule<br />
del nostro organismo siano in grado<br />
di assumere glucosio. Ebbene nei<br />
soggetti con diabete di tipo insulino<br />
indipendente le cellule non sono in<br />
grado di rispondere all’insulina e<br />
quindi il glucosio rimane ad alte<br />
concentrazioni nel sangue. Questo<br />
tipo di diabete presenta una componente<br />
ereditaria, ma molto minore<br />
di quella presente nel diabete<br />
giovanile. Inoltre esso si associa frequentemente<br />
all’obesità, che con<br />
meccanismi ancora non del tutto<br />
chiari è in grado di predisporre l’organismo<br />
alla iperglicemia e quindi al<br />
diabete. Proprio l’aumento di questa<br />
patologia, l’obesità, sembra<br />
essere all’origine dell’aumento dell’incidenza<br />
del diabete nei paesi sviluppati<br />
o in via di sviluppo. Ma<br />
anche la dieta, o meglio il sempre<br />
maggiore consumo di dolciumi conteneti<br />
zuccheri a rapida assimilazione,<br />
come appunto il glucosio, fin<br />
dalla prima infanzia, sembra poter<br />
influire nel determinare una più<br />
rapida e precoce insorgenza di questo<br />
tipo di patologia. Dal punto di<br />
vista clinico il diabete è una malattia<br />
silente, che si presenta con una<br />
serie di manifestazioni cliniche<br />
dovute alle alterazioni metaboliche<br />
causate dall’iperglicemia e con vere<br />
e proprie lesioni patologiche gravi e<br />
irreversibili che colpiscono diversi<br />
organi, ma che si osservano solo<br />
dopo molti anni di malattia. Le alterazioni<br />
metaboliche si osservano<br />
principalmente nei soggetti affetti<br />
da diabete di tipo giovanile e sono<br />
dovute alla mancanza di zucchero<br />
nelle cellule, che provoca nell’organismo<br />
uno stato di chetoacidosi che<br />
se non scoperto immediatamente,<br />
può condurre al coma e alla morte.<br />
Le lesioni patologiche in diversi<br />
organi, sono invece correlate alla<br />
precoce aterosclerosi che si osserva<br />
nei soggetti con alti tassi di glicemia<br />
nel sangue. L’aterosclerosi è una<br />
patologia del sistema vascolare che<br />
provoca una diminuzione della elasticità<br />
e una riduzione del calibro dei<br />
vasi arteriosi.<br />
...Continua a Pag. 21<br />
Pag.9
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
In questo numero vi presentiamo la storia dell’orchestra<br />
“Aurora”<br />
Il ritorno<br />
di<br />
Max<br />
di Peppe Rossi<br />
LA MITICA<br />
ORCHESTRA “AURORA”<br />
Come le ciliegie, una notizia tira<br />
l’altra, non importa chi prima o<br />
chi dopo, il nostro orgoglio è<br />
“comunque, prima o poi”. Nel<br />
numero scorso di “<strong>Campo</strong> de<br />
Fiori” abbiamo parlato<br />
dell’Orchestra Hot Jazz e subito<br />
ci è stato rimarcato il fatto che<br />
a Civita Castellana esisteva<br />
un’altra orchestra, l’Orchestra<br />
“Aurora” molto più anziana<br />
dell’Hot Jazz . E’ proprio per<br />
questo che è più difficile trovarne<br />
materiale fotografico.<br />
Grazie ai familiari dei componenti<br />
della “Mitica” Orchestra<br />
siamo riusciti a costruire la storia<br />
di questi amici, che un giorno,<br />
decisero di far divertire la<br />
gente non soltanto locale, ma<br />
anche quella dei paesi limitrofi,<br />
in particolare Vignanello.<br />
Proprio tra Civita Castellana<br />
(Sala Cicuti) e Vignanello (Sala<br />
Pietrò), Giovanni Rossigni,<br />
detto “Giovanni de Giggiò”, fu<br />
l’indiscusso e continuo direttore<br />
dell’orchestra per via della sua<br />
passione per il violino, si vuole,<br />
infatti, che i direttori di orchestra<br />
vengano da questa scuola.<br />
Ma di direttori saltuari l’orchestra<br />
“Aurora” ne ha avuti tanti,<br />
tra i quali Alfredo Crestoni e<br />
il maestro Madonia, anche<br />
loro suonatori di violino.<br />
I componenti dell’Orchestra<br />
Aurora erano: Tommaso<br />
Rossi “O Ciommo”, suonatore<br />
di uno degli strumenti di nuova<br />
concezione, all’epoca, il trombone<br />
a tiro che importò<br />
dall’America durante la crociera<br />
con l’Amerigo Vespucci, nave<br />
scuola della Marina Militare, di<br />
cui Tommaso Rossi era parte<br />
dell’equipaggio, poiché elemento<br />
della Banda della Marina<br />
quale suonatore di Bombardino,<br />
Nino Ciarrocchi “o fornaro” al<br />
Sax, Attilio Mancini, attualmente<br />
residente a Latina, al<br />
Sax Tenore, Roberto Mei al<br />
Sax Baritono, Bino Lemme al<br />
clarino - questi ultimi due elementi<br />
in seguito passarono<br />
all’Hot Jazz - Edeocle<br />
(Edecole) Carabelli, alla<br />
Batteria, Clemente Fantera<br />
“Pistello”, suonatore di Bongo,<br />
Alfredo Cima “Cimetta”, suonatore<br />
di contrabbasso non<br />
elettrico, strumento simpaticamente<br />
chiamato “a Mattara”<br />
(* Vedi Nota), oggi ancora conservata<br />
dagli eredi e chiamato<br />
così per l’immenso volume dello<br />
strumento, Siro Spreca “o<br />
Tassinaro”, che in maniera saltuaria<br />
suonava strumenti a<br />
percussione: “nacchere” e a<br />
scuotimento: “maracas”, Nello<br />
Valeri detto “Nello o Zappò”,<br />
Giovanni Basili, detto<br />
“Giuvannetto o Barbiere”, abile<br />
clarinettista e sassofonista,<br />
Ediberto Manoni, polistrumentista,<br />
alla fisarmonica, al<br />
mandolino ed, infine, chitarra<br />
elettrica, Otello Ammannato,<br />
“o capo stazione”, al violino,<br />
Pag.10
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Lorenzo Picchetto, al Sax,<br />
Antonio Gelanga, alla tromba,<br />
Luigi Silveri “Giggiò”, alla<br />
fisarmonica, Fausto Sedan,<br />
alla fisarmonica ed infine Plinio<br />
Mei, alla batteria. Il gruppo<br />
dell’Orchestra Aurora, quindi<br />
ha avuto nel tempo un’alternanza<br />
di elementi che per<br />
numero era paragonabile<br />
all’imbattibile Orchestra radiofonica,<br />
poi televisiva Angelini,<br />
di Cinico Angelini. Nato nel<br />
primo dopoguerra, è intorno<br />
alla metà degli anni ’50 che il<br />
gruppo si fa conoscere e stimare<br />
in provincia. A Civita<br />
Castellana l’Aurora era regina e<br />
con lei si partecipava ai pomeriggi<br />
musicali, chiamati “The<br />
Danzanti”, o si organizzavano<br />
serate danzanti e veglioni, sia<br />
all’interno della Sala Cicuti, sia<br />
nel salone delle feste<br />
dell’Albergo Flaminio. Gli<br />
appuntamenti erano vari e le<br />
feste danzanti erano curate un<br />
po da tutti, si poteva partecipare<br />
al “Veglione dei Cacciatori”,<br />
a quello “Dei Signori” all’interno<br />
del Circolo d’Elite con sede nel<br />
palazzo Trocchi. Il “Veglione<br />
Rosso” organizzato dall’allora<br />
Partiti della Sinistra ; quello<br />
Comunista e quello Socialista,<br />
che si svolgeva all’interno del<br />
Palazzo Baroni, oggi Palazzo<br />
Montalto-Belei. Riguardo il<br />
Partito Comunista, questo si<br />
avvaleva anche dei vasti locali<br />
del circolo E.N.A.L. “Giovanni<br />
Amendola” avente la sede in<br />
Corso Bruno Buozzi nei locali<br />
oggi sede della Banca di Roma.<br />
Il paese dove si poteva ballare<br />
con l’Orchestra Aurora, fuori<br />
dalle mura cittadine era<br />
Vignanello. Le sedi: il cinema<br />
Cimino e la sala interna ed<br />
esterna nei locali - terrazza di<br />
Pietrò. Ogni domenica pomeriggio<br />
le coppie si formavano e<br />
crescevano a suon di Beguine,<br />
Fox Trot, Rumbe e Sambe. Non<br />
esistevano gli attuali “Balli di<br />
Gruppo” e l’Hully Gully era di là<br />
da venire, qualche lento era la<br />
gioia e delizia delle coppie presenti.<br />
Un altro appuntamento<br />
che vedeva l’Orchestra Aurora<br />
quale attrazione fissa, erano le<br />
feste di San Giovanni nel quartiere<br />
di Catamello, dove oltre ai<br />
nomi già fatti si potevano<br />
aggregare con l’orchestra<br />
anche elementi che facevano<br />
parte della Banda Cittadina,<br />
come Francesco Sacchetti, altro<br />
brillante clarinetto già avanti<br />
con l’età, e altri bravi strumentisti,<br />
la musica rendeva tutti<br />
giovani. C’è da dire che il gruppo<br />
che formava l’Orchestra<br />
Aurora era legato in ogni modo<br />
da una forte amicizia che continuava<br />
anche fuori dagli appuntamenti<br />
canonici, si potevano<br />
ascoltare divertiti nelle feste di<br />
“Villa Padella”, l’abitazione privata<br />
di Alfredo Cima in Via<br />
Rosselli, oggi via transitata ma,<br />
50 anni fa, vera periferia come<br />
l’intera zona di Catamello,<br />
oppure in Via Pistola dove esistevano<br />
degli orti e tra questi<br />
quello di proprietà di Giggiò,<br />
suocero di Giovanni Rossini. I<br />
componenti dell’orchestra<br />
Aurora non hanno mai mostrato<br />
pretesa di notorietà, a tutti<br />
bastava un piccolo introito,<br />
anche di natura mangereccia,<br />
visti i tempi di carestia che il<br />
dopoguerra regalava a profusione,<br />
e come ci si rimaneva<br />
male quando si andavano a<br />
fare “i servizi” e sul palco dei<br />
musicanti non arrivava ne<br />
materiale commestibile ne alcolici<br />
vari, visto che lo slogan ufficiale<br />
del gruppo era “ Dio ce ne<br />
scampi della sete dei musicanti”.<br />
L’orchestra Aurora è stata la<br />
colonna sonora di moltissime<br />
coppie ancora viventi, che<br />
attualmente hanno compiuto<br />
una bella manciata di anni,<br />
intorno la settantina. Ragazzi<br />
18enni allora che si raccomandavano<br />
agli strumentisti di eseguire<br />
molti lenti, perché…?<br />
Facile immaginarlo.<br />
Tempi andati, tempo che fu, ma<br />
una cosa è certa, le orchestre<br />
da ballo hanno sempre continuato<br />
ad essere uguali, senza<br />
mutare nel tempo e mantenendo<br />
sempre lo stesso potere di<br />
attrazione.<br />
NOTA<br />
* “mattara” - era così chiamata in dialetto<br />
la madia, il mobile che serviva alle<br />
nostre nonne per custodire l’impasto<br />
della farina e lievito per confezionare il<br />
pane e conservarne la base acida,<br />
appunto la pasta lievitata).<br />
Pag.11
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Album dei ricordi<br />
Correva l’anno 1957<br />
Giovani civitonici festeggiano il carnevale<br />
presso la sala F.Cicuti di Civita Castellana<br />
Questa bella fotografia ci è stata data dal Sig. Gai Lamberto<br />
Chi sono questi piccoli scolari ??......<br />
Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio.<br />
Se desiderate vedere pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Pag.12
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Album dei ricordi<br />
Correva l’anno 1950: V elementare<br />
la foto ci è stata data dalla Sig.ra Lucia Vaselli<br />
Correva l’anno 1950 : bambini di Civita Castellana che hanno ricevuto<br />
la prima comunione presso la Cattedrale S.Maria Maggiore<br />
Pag. 13
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
L’uomo Lancia<br />
NATALONI il pilota che ha vinto più gare al mondo di Sandro Anselmi<br />
fatto un patto con il diavolo ed è bello e salutare<br />
discutere con un giovanotto così vivo e carico<br />
di energie. La sua storia e la sua carriera<br />
sono ricche e copiose e perciò non basterà questo<br />
numero di <strong>Campo</strong> de’ fiori per raccontarvele.<br />
Incominciò, da quando suo padre, grande<br />
appassionato di auto, gli prestava la macchina<br />
per poter seguire la Mille Miglia che passava a<br />
Civita Castellana e, quando ancora, gli si faceva<br />
complice per poter eludere la madre, invece<br />
contraria, per poter partecipare di nascosto alle<br />
prime gare. A diciotto anni guidava già una<br />
Aurelia B21. A soli venti anni partecipa alla sua<br />
prima Mille Milla. Ad appena ventuno anni vince<br />
la coppa del Cimino con la Lancia Aurelia 2000.<br />
La Lancia appunto, questa grande casa che sposerà<br />
e con la quale otterrà il novanta per cento<br />
dei suoi successi. Ha successi clamorosi, duraturi,<br />
infiniti.<br />
Quando si ha la velocità nel sangue e questa si<br />
trasmette con il DNA, si verifica allora che diverse<br />
generazioni diano alla storia dei campioni e,<br />
nella famiglia Nataloni, questo è. Germano<br />
Nataloni, però, la velocità nel sangue l’ha solo<br />
per quel che riguarda l’automobilismo e non<br />
certo per il significato medico del termine.<br />
Questo superbo campione di oltre settant’anni<br />
di età, è senz’altro più giovane di oltre venti<br />
anni di ciò che dichiara l’anagrafe. E’ simpatico,<br />
cordiale, giavanilissimo ed è un vero gentleman.<br />
Ha gli occhi vivi di un uomo che ha sempre vissuto<br />
nella velocità, dove non è permessa nessuna<br />
distrazione, dove tutto è adrenalina e<br />
coraggio e dove la sana voglia di vincere, che è<br />
innata nell’uomo, non viene mai meno. Siamo<br />
nell’ufficio di Nepi della sua prestigiosa azienda<br />
che conduce insieme al figlio Nello (altro campione<br />
del quale parleremo in seguito) e, orgoglioso<br />
del suo lavoro e della sua fulgida carriera,<br />
mi mostra, grazie all’amicizia che ci lega da<br />
quando andavo a trovarlo per discutere di assicurazioni,<br />
(una delle mie attività storiche) una<br />
quantità esagerata di coppe, targhe e trofei<br />
tanto da restarne abbagliato.<br />
Germano è rimasto come allora, sembra aver<br />
Pag. 14
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Il primato ad esempio di aver vinto, tra l’altro,<br />
ventitre titoli italiani consecutivi. Altro esempio,<br />
che avvalora ancor più la straordinaria bravura<br />
di questo super campione, è quello che nel<br />
1992, per la classe oltre 2500 e nel gruppo A,<br />
vince tutte le undici tappe da Biella a Madonna<br />
di Campiglio. Germano era un pilota ricco di<br />
temperamento ma anche dotato di molta tecnica.<br />
All’arrivo aveva spesso i calzini lacerati per la<br />
forza con cui azionava i pedali del freno e della<br />
frizione, ma era spesso anche sfinito per l’esatta<br />
applicazione delle strategie vincenti che<br />
usava in gara. Nella Mille Miglia di Monza, alla<br />
guida di una Beta Montecarlo Turbo, sotto una<br />
pioggia battente, schizza subito in testa e vince<br />
davanti a piloti come Patrese e Alboreto. Sui<br />
giornali dell’epoca veniva denominato “il drago”<br />
ed era frequente il paragone con il leggendario<br />
Nuvolari, tanto che alla fine delle gare, coperti<br />
ancora dalla tuta, venivano scambiati l’uno per<br />
l’altro. ...continua sul prossimo numero<br />
...continua da pag.6<br />
L’anno 1584 sancisce la consacrazione della<br />
festività di Sant’Anna; S. Gioacchino celebrato<br />
dapprima il 20 marzo dello stesso anno, si celebra<br />
nel nuovo calendario liturgico il 26 Luglio<br />
insieme a Sant’Anna. Uno scritto del II sec. traccia<br />
la storia di Sant’Anna, che dopo una lunga<br />
sterilità ottiene dal Signore la nascita di Maria.<br />
Da allora le trepidanti mamme in attesa del<br />
parto celebrano e invocano la protezione di<br />
Sant’Anna.<br />
Breve storia della religiosità<br />
di Civita Castellana<br />
Attraverso una lettura dei reperti archeologici e<br />
dalle testimonianze letterarie possiamo ricostruire<br />
la religiosità e la devozione dei nostri<br />
antenati sino all’era cristiana. Ricordiamo le bellissime<br />
decorazioni in terracotta dei templi urbani<br />
di Vignale e Scasato e suburbani, come Sassi<br />
e Celle. La loro bellezza ed imponenza, ancora<br />
visibile nei reperti esposti nel Museo romano di<br />
Villa Giulia è dimostrata dalla notevole espressività<br />
della statua frontonale raffigurante Apollo (<br />
fine IV – inizi III sec. a.C.) e di Giunone Curite,<br />
proveniente dal santuario di Minerva allo<br />
Scasato. Giunone somma divinità protettrice<br />
del popolus Falisco rimane oggetto di culto e<br />
divinazione anche dopo la fine del fiero popolo<br />
Falisco.<br />
I potenti Romani colonizzatori e vincitori, nel<br />
241 a.C. distruggono Falerii Veteres e trasferiscono<br />
i pochi superstiti in una nuova città,<br />
Falerii Novi. Come ricordare il loro passato, la<br />
loro identità e religione?. Con una solenne processione<br />
che da Falerii Novi attraverso un cammino<br />
di fede per la via Sacra, raggiunge il<br />
Tempio consacrato a Giunone Curite, edificato<br />
sin dal VI sec. a.C. in località Celle, lungo il<br />
corso del Rio Maggiore (sotto l’ospedale<br />
Andosilla). Una giovane sposa, originaria di<br />
Falerii Veteres porta il suo uomo, Ovidio, poeta<br />
latino del tempo di Ottaviano Augusto nei luoghi<br />
della sua infanzia ed il poeta, compose una<br />
coreografica descrizione negli AMORES III, 835”<br />
I Sacerdoti stavano preparando i sacri riti di<br />
Giunone con giuochi solenni e con bue locale.<br />
Fu gran premio alla mia permanenza ivi, benché<br />
sia scoscesa la via che vi conduce” della singolare<br />
e sentita processione per la Via Sacra. All’<br />
ubicazione stessa del Tempio di Giunone Curite<br />
si è giunti tramite questo scritto di Ovidio ed al<br />
ritrovamento fortuito di ex voto in un luogo<br />
sacro, dentro le gelide acque del “Fosso dei<br />
Cappuccini”. Una lapide in bronzo, ritrovata a<br />
Falerii Novi nel 1870, rappresenta la devozione<br />
di alcuni cuochi falisci “ A Giove, a Giunone, a<br />
Minerva i Falisci che si trovano in Sardegna offrirono<br />
in dono” ed un’altra rinvenuta presso Porta<br />
Giove, ci indica presumibilmente l’ubicazione del<br />
Tempio di Minerva, venerata dai discendenti dei<br />
Falisci. Nell’area di Falerii Novi nasce il messaggio<br />
evangelico. Il cristianesimo, col pesante tributo<br />
di sangue e fede dei primi martiri, lascia in<br />
quelle ancor possenti, quanto abbandonate<br />
mura, il sacrificio di due martiri del terzo secolo,<br />
Santi Gratiliano e Felicissima, probabili patroni<br />
della ricostruita Civita nell’Alto Medievo. Nella<br />
zona dei templi pagani sorsero le prime chiese<br />
rupestri tra cui quella di Sant’Anselmo e S.<br />
Ippolito, vicino al tempio dello Scasato. Intorno<br />
all’anno 1000 il Vescovo di Civita, Crescenziano,<br />
seguendo le orme e gli scavi dell’imperatore<br />
Ottone III, trova le spoglie dei martiri Marciano<br />
e suo figlio Giovanni presso la chiesa di S.<br />
Teodora a Rignano Flaminio. Con la traslazione<br />
delle reliquie a Civita Castellana, dapprima nella<br />
chiesa di S.Ippolito, si narra di episodi ed eventi<br />
prodigiosi ( acqua purissima che all’improvviso<br />
sgorga dall’immagine di S. Teodora - gigli che<br />
in pieno inverno fioriscono ed erba che rinverdisce<br />
). Tra i fedeli inizia il culto dei nuovi SS.<br />
Martiri. La volontà popolare, la devozione dei<br />
fedeli e per decisione del Vescovo Crescenziano,<br />
i Santi Marciano e Giovanni diventano i protettori<br />
di Civita Castellana.<br />
Pag.15
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Come eravamo di<br />
Alessandro Soli<br />
Anno scolastico 1958-1959 scuola media II C.<br />
prima fila in piedi da sx: Emanuela Fantera, A.Rita Eroli, Gabriella Berardi, Mauro Cipriani,<br />
Enzo Pegoraro, Prof.Luigi Paolelli (disegno), Prof.ssa Elena D’Angiolini (lettere),<br />
Sergio Angeletti, Silvano D’Ascanio, Ermanno Nelli, Maria Mancini, Gabriella Fantera.<br />
seconda fila in ginocchio da sx: Pifferi, Alessandro Soli, Franco Masciangelo, Mario Russo,<br />
Biagio Caccialupi, Rolando Polidori, Fabrizio Fontana, Sergio Conti.<br />
terza fila seduti da sx : Mario Ginevoli, Sergio Bertolini, Michele Abbate.<br />
Quale migliore occasione per fissare i ricordi<br />
di una “infanzia Civitonica”, che per me,<br />
ormai ultra cinquantenne,rappresentano qualcosa<br />
di molto importante, infatti essi entrano a<br />
far parte di quel bagaglio, che la tradizione e<br />
la cultura popolare riescono a malapena a<br />
conservare. Allora non perdiamolo, questo<br />
bagaglio, e se qualcuno l’ha smarrito, spero di<br />
dargli la sensazione e la gioia di averlo ritrovato.<br />
Permettiamoci perciò questi “Flash<br />
back”(Lampi di cose vissute), che tanto bene<br />
fanno alla mente e allo spirito.<br />
Dividerò questo “lavoro”, in varie sezioni, iniziando<br />
dalla scuola, per continuare con i giochi,<br />
e via via tutte le tradizioni civitoniche,<br />
degne di essere conservate e (perché no?), fatte<br />
conoscere alle nuove generazioni.<br />
Pag.16<br />
LA SCUOLA<br />
I banchi in legno, con il foro centrale per il<br />
calamaio in vetro, che la bidella riempiva<br />
ogni mattina di inchiostro, dove il “pennino”,<br />
(favoloso quello fatto a torre), diventava<br />
una lancia bluastra che trafiggeva il<br />
foglio del quaderno con la copertina nera e<br />
i bordi rossi. Il cancellino della lavagna, che<br />
veniva lanciato in classe (quando era possibile),sulle<br />
spalle del compagno di banco<br />
che all’improvviso si trasformava in<br />
“apprendista mugnaio”, malgrado il sinaletto<br />
nero. L’ora di ricreazione, con il formaggino<br />
“Ferrero”, quello triangolare al cioccolato<br />
e nocciole tritate, oppure il più classico<br />
“pane burro e marmellata”. I primi anni<br />
delle elementari, con intere pagine di quaderno,<br />
riempite a noia e fatica, di lettere<br />
A,B,C, e numeri 1,2,3.<br />
Eravamo sempre muniti di penna e calamaio,<br />
con l’immancabile”carta assorbente”,<br />
che ci salvava da macchie e “sbrodolamenti”<br />
vari. Poi, di colpo, la rivoluzione nella<br />
scrittura: la penna “Biro” (dal nome del suo<br />
inventore), ovvero la penna a sfera. Non<br />
riuscivamo a capire perché l’inchiostro non<br />
si “seccava” in quella cannuccia di plastica<br />
, e perché quella piccola sfera non scappava<br />
mai via. Quante volte l’abbiamo tolta,<br />
afferrandola magari con le pinze, macchiandoci<br />
le mani d’inchiostro così denso,<br />
che neanche il sapone fatto in casa dalla<br />
nonna, con grasso e cenere,riusciva a cancellare.<br />
I corridoi della scuola, con i manifesti<br />
dei Funghi Velenosi e Commestibili,<br />
ma noi eravamo affascinati da quelli che<br />
raffiguravano i pericoli che si potevano<br />
incontrare in<br />
campagna.<br />
Essi evidenziavano<br />
i vari<br />
residuati bellici,<br />
come<br />
bombe, mine<br />
antiuomo e<br />
anticarro,<br />
ancora inesplose,<br />
con il<br />
monito di non<br />
toccarle, scritti<br />
in stampatello<br />
e a caratteri<br />
cubitali.<br />
L’interno della<br />
classe, austero<br />
e spartano,<br />
con la cattedra e i banchi in<br />
legno, la lavagna un po’ distanziata<br />
dal muro, quel tanto che bastava<br />
ad accogliere il “discolo di<br />
turno”, e le pareti, tappezzate di<br />
cartine geografiche ormai logore,<br />
ma pur sempre affascinanti.<br />
Guardando quelle dei continenti<br />
extraeuropei, la nostra fantasia<br />
navigava verso terre lontane e<br />
sconosciute. Di colpo ci sentivamo<br />
“Tigrotti del fiume Treia”, agli<br />
ordini di Sandokan, nella “Foresta<br />
del Quartaccio”. Il suono della<br />
campanella, che ci riportava alla<br />
realtà, con la promessa di “darsele<br />
di santa ragione” all’uscita della<br />
scuola, quando le “borzate” non<br />
volavano più, e rimaneva il rammarico<br />
per battaglie mai fatte.<br />
I profumi della scuola, tipico e<br />
inconfondibile quello della grafite,che<br />
emanava la matita appena<br />
temperata, la cui punta si spezzava<br />
a ripetizione. Questa operazione<br />
veniva fatta con il temperino<br />
classico a volte sostituito dalla<br />
“Gillette”usata di papà, che ci<br />
dava la sensazione di essere più<br />
grandi. C’era poi il profumo della “gomma<br />
dura”, che cancellava i nostri errori, ma<br />
spesso bucava i quaderni, incontrando la<br />
resistenza dell’inchiostro.<br />
Ci sarebbero non mille, ma milioni di ricordi<br />
legati alla scuola, ma il più affascinante<br />
resta quello che ci riporta al primo giorno<br />
di scuola, quando con il grembiule stirato,<br />
mostrando con orgoglio l’asta di stoffa<br />
cucita sul braccio destro (marchio in numero<br />
romano che ci catalogava in prima elementare),<br />
armati di borsa in pelle e cestino<br />
per la colazione, entravamo a far parte di<br />
quel mondo che una vita intera non sarà<br />
sufficiente a scoprire veramente.<br />
.... continua sul prossimo numero<br />
E’ proprio il caso di dire: prendi carta, penna e calamaio (1952)
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Cari amici<br />
Noel sta crescendo e<br />
la sua storia si arricchisce<br />
di nuove<br />
avventure. Vi consigliamo<br />
di conservare<br />
tutti gli inserti.<br />
Buona lettura dai<br />
vostri<br />
Cecilia e Federico<br />
continua.....<br />
XVI
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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Album dei ricordi<br />
Correvano gli anni ‘50 : colonia estiva<br />
Correvano gli anni ‘40 : giovani civitonici<br />
Correvano gli anni ‘70: donne civitoniche in gita a Firenze<br />
Correvano gli anni ‘50: giovani al ballo di carnevale<br />
In questa foto di contadini fabrichesi pubblicata<br />
nel 4^ numero sono stati riconosciuti : Ing.<br />
Enrico Giacobbe che ha chiamato da Piacenza,<br />
Elisena Stefanucci, Letizia Giacobbe, Teresina<br />
Stefanucci, Francesco Pacelli<br />
In questa foto pubblicata nel 5^ numero sono<br />
stati riconosciuti, oltre a Franco Arpini, che ci ha<br />
dato la foto, Gino Galligani, Claudio Corazza,<br />
Elio Mosca che ci ha chiamato dalla provincia di<br />
Bolzano, Franco Ricci, Celeste Innocenzi e<br />
Franco Sorge.<br />
In questa foto pubblicata nel 5^ numero sono stati riconosciuti:<br />
prima fila in alto da sx: Antonio La Marca, Antonio<br />
Madeddu, Gino Micheli, Mario Talia, Aldo Cerri.<br />
seconda fila, centrale da sx: Verano Sestili, Ivo<br />
Sinibaldi, Lorenzo Stinchelli, Carlo Basili, Nino Coramusi,<br />
Sandro Moscioni, Lamberto Santucci.<br />
terza fila, seduti da sx: Vittorio Salvucci, Vincenzo<br />
Marini, Arnaldo Profili, Sergio Talia, Mariso Massaccesi,<br />
Sandro Severini.<br />
In questa foto pubblicata sul 5^ numero sono state riconosciute: Suor Imperia,<br />
Corina Ceroni, Loriana e Floriana Pinardi, Maria Barduani, Scopetti, Assunta Vegni,<br />
Giuliana Cerri, Mirella Marcantoni, Graziella Guazzaroni, Anna e Mina Vaselli,<br />
Sandra Mezzanotte, Mirella Cirioni, Bonina Ercolini, Giovanna Rossi, Anna Rosa<br />
Angeletti, Fiorella Corteselli , Vera Tontoni, Gina Mancini, Anna Mozzicarelli, Anna<br />
Laurenti, Dirce Gomiero, Nelli, Maria De Petris, Anna Polacchi, Maria Federici,<br />
Emiliana Anzellini e sua cugina, Maria Fantera, Vincenza Micheli, Leda Fiora,<br />
Gabriella Lerin, Ornella Smargiassi, Rosanna Malatesta, Orlanda Dionisi, Leida<br />
Tribolati, Giuseppa Ercolini, Ines Stinchelli.<br />
Pag. 19
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Poesia<br />
CARNEVALE<br />
‘Na manciata de coriandoli in bocca,<br />
te fanno assaporà che nun è male,<br />
er sapore dorce de sto carnevale.<br />
E’ la festa de tutti, de li padri e de li ragazzini,<br />
che se trasformeno come burattini.<br />
Sarteno, balleno, fanno gran cagnara,<br />
dimenticanno l’affanni de ‘na vita amara.<br />
Baci, abbracci, ognuno è tu’ fratello,<br />
poi, domani, s’aricomincia cor cortello.<br />
L’omo cambia, ma la maschera è sempre quella:<br />
Arlecchino, Colombina, Purcinella.<br />
Ogni anno, puntuali, aritorneno pe’ strada,<br />
pe’ fà ride chi piagne de dolore,<br />
pe’ cconnì a solita zuppa,<br />
e dajie più sapore !<br />
Alessandro Soli, 14.02.1985<br />
Buon San Valentino<br />
A te che sei tutto e tutto è racchiuso in te.<br />
Gabry per Michy<br />
Non ci sono parole per dirti<br />
Ti amo....Luca (per la mia Valeria)<br />
Ho sempre bisogno di te. Romina<br />
Ogni giorno che sorge il sole rafforza il mio amore per te. F.B.<br />
L’amore è come il fuoco di un camino, per ardere ha bisogno di legna....io<br />
ne ho un mare. Giusy per Marco<br />
Un uomo che non sà amare non può vivere......io vivo. Roberto<br />
Pag.20
...continua da Pag. 9<br />
A lungo andare i vasi colpiti non<br />
sono in grado di trasportare al<br />
meglio il sangue agli organi che<br />
quindi diventano sofferenti e mal<br />
funzionanti. La progressione di questa<br />
patologia vede una chiusura<br />
completa del vaso con danno ischemico<br />
dell’organo colpito. Purtroppo<br />
gli organi che ne sono colpiti principalmente<br />
sono il sistema nervoso<br />
centrale e periferico, il sistema cardiovascolare,<br />
i reni e gli occhi.<br />
Organi questi di vitale importanza.<br />
Basti pensare che è stato calcolato<br />
che il rischio di infarto nei pazienti<br />
diabetici è circa il doppio di quello<br />
del resto della popolazione. Il diabete<br />
fino a pochi decenni fa costituiva<br />
ancora una malattia contro cui<br />
si poteva poco o nulla. Soprattutto<br />
le persone malate di diabete di<br />
primo tipo, avevano una attesa di<br />
vita, cioè una sopravvivenza media<br />
rispetto alla popolazione generale,<br />
molto bassa e con notevoli problemi<br />
medici. L’introduzione prima dell’insulina<br />
estratta dal maiale e poi<br />
quella umana sintetizzata in laboratorio<br />
hanno completamente rivoluzionato<br />
la cura e le speranze di vita<br />
di questi pazienti. L’inoculazione<br />
dell’ormone mancante è infatti in<br />
grado nei diabetici di primo tipo di<br />
abbassare il livello di glucosio nel<br />
sangue e di far entrare questo zucchero<br />
nelle cellule. La terapia del<br />
diabete insulino indipendente si<br />
basa invece su un’attenta dieta, che<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
riduca prima il soprappeso e che poi<br />
controlli strettamente l’introduzione<br />
di zuccheri preferendo quelli a lenta<br />
assimilazione presenti nella pasta a<br />
quelli altamente assimilabili presenti<br />
nei dolciumi e nelle lavorazioni da<br />
forno, per esempio. Oltre che sulla<br />
dieta la terapia di questo tipo di diabete<br />
si basa anche sull’esercizio fisico<br />
che è in grado di far ridurre i<br />
livelli di zucchero e colesterolo nel<br />
sangue e su alcuni farmaci che<br />
sono in grado di diminuire la resistenza<br />
delle cellule all’insulina o di<br />
regolare con complessi meccanismi<br />
i livelli di glucosio nel sangue mantenendoli<br />
più bassi. Purtroppo l’incidenza<br />
del diabete insulino indipendente,<br />
come ho già detto è in<br />
aumento considerevole, e questo<br />
Giochi Antichi<br />
sembra dipendere fondamentalmente<br />
dalla nostra dieta che negli<br />
ultimi venti anni si è arricchita di<br />
prodotti industriali ad alto contenuto<br />
di zuccheri e calorico, determinando<br />
un aumento sensibile dell’obesità<br />
e di riflesso del diabete. In<br />
questo senso è importante, anzi<br />
fondamentale per arrestare l’aumento<br />
di questa patologia la prevenzione<br />
dietetica, limitando l’assunzione<br />
di alimenti ad alto contenuto<br />
calorico e di zuccheri semplici<br />
altamente assimilabili, e adottando<br />
invece una dieta varia, ricca in fibre<br />
e carboidrati complessi, assunti<br />
naturalmente nelle dovute quantità<br />
e senza mai esagerare.<br />
Il gioco della trottola sembra che risalga a<br />
circa 6.000 anni fa. Alcuni esemplari di<br />
trottola sono stati ritrovati negli scavi dell’antica<br />
Troia, a Pompei, in alcune tombe<br />
etrusche ed infine in Cina, Giappone e<br />
Corea. Il gioco della trottola ha davvero<br />
fatto divertire i bambini di ogni parte del<br />
mondo e il nome attribuitole, cambiava di<br />
paese in paese. Il tipo di trottola che vi<br />
proponiamo veniva chiamata in dialetto<br />
civitonico piccolo e la versione più grande<br />
piparola. In altri paesi come a Fabrica di<br />
Roma il suo nome era pitolo e stornello a<br />
Canepina. In altri ancora spacca strommola,<br />
in quanto, una variante del gioco,<br />
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ne faceva girare una, un secondo<br />
bambino ne lanciava un’altra cercando di<br />
centrare quella che stava già girando, la<br />
quale, con l’urto violento, veniva spaccata.<br />
Questo tipo di trottola, rigorosamente<br />
in legno, veniva costruita a mano e, sulla<br />
parte più stretta, le veniva inserito un piccolo<br />
puntale di ferro che le permetteva di<br />
girare. La trottola veniva lanciata trattenendo<br />
fra le dita un lembo dello spago<br />
precedentemente avvolto attorno alla<br />
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Pag.21
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Storia della musica a Fabrica di Roma di Doriano Pedica<br />
Nessuno mai si è cimentato nell’ impresa,<br />
magari difficile, ma certamente non ardua, di<br />
fare una specie di “storia della musica” a<br />
Fabrica di Roma. Certo, diversi presupposti e<br />
diverse basi sulle quali lavorare esistono,<br />
basta cercare nell’archivio storico del<br />
Comune, nelle carte della banda Musicale<br />
Raffaele Poleggi, nella memoria dei molti<br />
musicanti e musicisti di Fabrica, nell’archivio<br />
di immagini del locale Circolo Artistico<br />
Fotografico. E piu’ in generale, in tantissimi<br />
cittadini che sicuramente hanno da dire e da<br />
raccontare molto. Per la verità un lavoro esiste,<br />
ed anche abbastanza completo e documentato,<br />
quello fatto da Giuseppe Bianchini,<br />
storico locale, esperto di cose antiche, studioso<br />
della comunità fabrichese . Bianchini già da<br />
tempo ha redatto un manoscritto con la storia<br />
della banda musicale R.Poleggi, che vive<br />
ormai da ben tre secoli.<br />
Lavoro pregevole e senza dubbio degno della<br />
massima attenzione, che prima o poi dovrà<br />
trovare un mecenate che lo dia alle stampe.<br />
Ma la storia della musica a Fabrica parla<br />
anche della musica cosiddetta “ leggera”,<br />
quella che ha vissuto di intrattenimento, di<br />
divertimento, di sogni, di amori e di ribellione,<br />
di nuove idee e di grandi progetti. Forse<br />
tutto questo potrebbe partire dagli anni 60,<br />
ma anche in precedenza Fabrica ha prodotto<br />
qualcosa, anzi piu’ di qualcosa, che ha fatto<br />
divertire e ballare intere generazioni, dalle<br />
prime tracce ante e post belliche, quando<br />
bastava una fisarmonica e qualche strumento<br />
Pag. 22<br />
a fiato per fare musica semplice, fatta di rime<br />
baciate e di ritornelli se vogliamo un po’ elementari.<br />
Forse solo nel dopoguerra, con l’arrivo<br />
in massa della musica mondiale, americana<br />
in particolare, qualcosa di piu’ consistente<br />
si è visto.<br />
I primi gruppi stabili, con orientamenti che<br />
avevano preso spunto dalle formazioni jazz,<br />
ma che producevano musica leggera italiana<br />
è quanto andava di moda all’epoca. Chi non<br />
ricorda i mitici “ Brazil” che poi erano quasi<br />
tutti, se non tutti, componenti della banda<br />
musicale cittadina? Hanno raccolto pubblico e<br />
consensi , tanto da scavalcare mezzo secolo.Poi<br />
da metà degli anni 60 nascono le formazioni<br />
“Beat” che già sono state analizzate<br />
assai esaurientemente anche dalle colonne di<br />
questa pubblicazione, ma questo fenomeno<br />
segno’ il passaggio dagli strumenti tradizionali<br />
a quelli elettrici.<br />
La pianola, la chitarra elettrica ed il basso<br />
elettrico. Per una musica nuova, che cambiava<br />
i gusti ed i modi di essere di una generazione.<br />
Non piu’ nomi, per non fare torti a nessuno,<br />
ma sicuramente un movimento che ha<br />
aperto una nuova traccia nella musica fabrichese.<br />
E da quei tempi, dalle balere all’aperto<br />
su spazi improvvisati, dall’epoca dei fazzoletti<br />
al collo come Battisti e dei “capelloni” sono<br />
nate generazioni di giovani appassionati che<br />
pizzicando corde , pigiando i tasti bianchi e<br />
neri o battendo sulle pelli dei rullanti, hanno<br />
dato un fermento musicale che mai si è arrestato.<br />
Che ha conosciuto forse periodi di stanca,<br />
ma diverse formazioni si sono sempre<br />
alternate nelle preferenze dei giovani che via<br />
via crescevano. Ora siamo nel nuovo secolo,<br />
da “ ciliege rosa” con la mitica tromba dei<br />
Brazil ne è passata di acqua sotto i ponti, ma<br />
a Fabrica rimane qualcosa, anzi molto, che si<br />
vede negli appuntamenti musicali, quando c’è<br />
la rassegna estiva che coincide con la festa<br />
della birra, ad agosto. Forse questa parte, questo<br />
aspetto della cultura fabrichese merita di<br />
piu’, molto di piu’, merita uno studio importante<br />
e non ci meraviglierebbe se qualche giovane<br />
intraprendente, che si vuole laureare in<br />
specialità moderne, facesse una ricerca a tappeto,<br />
su Fabrica, sui paesi vicini, per vedere<br />
quanto c’è di buono e di importante nei giovani<br />
che sempre hanno fatto musica, moda, opinione<br />
e che hanno contribuito a creare la vita<br />
di un paese, di una zona piu’ o meno omogenea.<br />
Forse potrebbe trovare consensi ed incoraggiamenti.<br />
In fondo la musica dalle nostre parti<br />
l’abbiamo nel sangue ;non siamo lontani<br />
discendenti di quegli Etruschi che duemila e<br />
cinquecento anni fa si immortalavano con<br />
dipinti che rappresentavano scene di musica ?<br />
Questo, come tanti da questa rivista, è un<br />
ennesimo sasso nello stagno. Le acque fin<br />
troppo calme che ci hanno preceduto in questi<br />
ultimi anni vanno agitate, movimentate, provocate:<br />
E nelle vesti di provocatore mi ci trovo bene,<br />
magari qualcuno chiedesse, cercasse, volesse.<br />
Si potrebbe fare bene. Proviamo ?<br />
L’A.I.D.I. (ACCADEMIA INTERNAZIONALE D’ITALIA)<br />
e <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
selazionano giovani ambisesso, per ampliare le proprie strutture<br />
organizzative e per avviarli ad una promettente carriera<br />
professionale.<br />
Tel. 0761.513117 e-mail: sandro_anselmi@libero.it
Erminio Cipriani<br />
Torneo di Basket in onore di Maurizio Mascioli<br />
CIAO ANGELO<br />
A volte succede…<br />
Apparentemente senza<br />
una ragione!!!<br />
Incontri una persona e ti<br />
affezioni…<br />
Ti trasmette dei valori…<br />
Ti aiuta…<br />
Conosci il suo modo di<br />
vivere<br />
(è simile al tuo)<br />
Ti fa piacere<br />
vederla…anche se ogni<br />
tanto<br />
...Peccato non averti mai<br />
detto queste cose.<br />
Sei scomparso in maniera<br />
imprevedibile,<br />
sostituendo nei nostri sentimenti<br />
la gioia che avevamo nel<br />
Angelo Fantera - (primo a sx)<br />
conoscerti,<br />
con un profondo dolore.<br />
Ci mancherai molto…<br />
Ci mancherà molto<br />
IL MARESCIALLO…<br />
Mai cattivo…<br />
Mai volgare…<br />
Ci mancherai molto<br />
ANGELO…<br />
Grazie di avere attraversato<br />
la nostra vita<br />
Di avere lasciato la tua<br />
traccia.<br />
Grazie di averci fatto<br />
conoscere<br />
Una persona VERA.<br />
Un saluto<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
In ricordo di.....<br />
GLI AMICI<br />
Maurizio Mascioli<br />
La pagina dedicata allo sport del nostro<br />
“<strong>Campo</strong> de Fiori”, su questa uscita, non<br />
parlerà di sport in attività nella Città delle<br />
Ceramiche, ma sarà dedicata in ricordo di<br />
tre concittadini che, nel 2003, ci hanno<br />
lasciato in maniera tragica ed improvvisa:<br />
Erminio Cipriani, Maurizio Mascioli e Angelo<br />
Fantera. Tre uomini che hanno dedicato la<br />
loro vita allo sport; il Rugby per Erminio e<br />
Angelo e il Basket per Maurizio. Il nostro<br />
non vuole essere un necrologio, ma un<br />
ricordo da conservare insieme al nostro<br />
giornale. Di Maurizio ne parleremo anche<br />
nel prossimo numero, inserendolo nella<br />
storia del Basket Civitonico poiché militante<br />
nella squadra di Gianni Santi e del patron<br />
Enzo Brunelli: l’AS Basket Civita Castellana<br />
affiancabile al nome di Hydra. La giovane<br />
età di Maurizio ci racconta poco della sua<br />
vita sportiva, ma la volontà di superare l’impedimento<br />
che un male incurabile lo stava<br />
minando, è lodevole. Egli, non solo ha continuato<br />
a fare agonismo mettendocela tutta<br />
e indossando la maglia numero 9 della<br />
squadra del coach Fabbri, ma si è voluto<br />
anche diplomare a tutti i costi. E’ proprio<br />
per questo motivo, a simbolo di un personaggio<br />
da emulare, che l’Istituto Tecnico<br />
Commerciale “Fabio Besta”, dove Maurizio<br />
si è diplomato, gli ha voluto dedicare la<br />
palestra di proprietà dell’Istituto stesso,<br />
oggi, appunto, palestra “Maurizio Mascioli”.<br />
La società di basket gli dedicherà, nell’anniversario<br />
della sua morte, un memorial<br />
che ha già esordito con la presenza delle<br />
squadre di basket: la Pegaso di Tarquinia, la<br />
Stella Azzurra di Viterbo, Fortitudo Roma<br />
1908, e l’Hidra Basket. A Maurizio Mascioli<br />
sarà dedicato anche il torneo Esordienti<br />
Provinciale 2003\2004 con al partecipazione<br />
di 7 squadre provinciali A.S.BASKET<br />
PEGASO TARQUINIA, VIRTUS CAPRANICA<br />
BASKET, U.S MURIALDO, S.ROSA VITERBO,<br />
STELLA AZZURRA VITERBO, VIRTUS<br />
MARTA, AS.BASKET CIVITA CASTELLANA,<br />
che si svolgerà a primavera. Erminio<br />
Cipriani, invece, ha vissuto un’attività spor-<br />
di Peppe Rossi<br />
tiva molto più intensa e promiscua, avendo<br />
più anni di Maurizio, prodigandosi tra il<br />
pugilato e il Rugby. Chi ha avuto modo di<br />
leggere le puntate dedicate al pugilato pubblicate<br />
nei numeri precedenti, avrà più volte<br />
letto il nome di Erminio quale collaboratore<br />
della palestra pugilistica civitonica, affiancata<br />
al circolo “Giovanni Amendola” di<br />
Civita Castellana. Erminio è stato, per anni,<br />
il secondo di bordo ring degli atleti della<br />
boxe locale, per tutti gli anni in cui la palestra<br />
ha operato in tutto il suo splendore.<br />
Allo scioglimento del team pugilistico, ed il<br />
suo trasferimento a Magliano Sabina, inserito<br />
nella Polisportiva del centro Reatino,<br />
Erminio scelse di collaborare con la neonata<br />
squadra di Rugby locale che si fece grande<br />
spazio nelle collocazioni gerarchiche di<br />
militanza del settore, fino alla conquista<br />
della serie “B”, prima come giocatore, poi<br />
come dirigente. “Lupo”, come veniva chiamato<br />
Erminio, ha dovuto subire l’amara<br />
sorte della malattia, letale anche per lui,<br />
che lo costrinse a muoversi in carrozzina<br />
per diversi anni, ma stoicamente Erminio<br />
non ha mai ceduto alla rassegnazione ed<br />
alla depressione, continuando a frequentare<br />
il campo sportivo “Carlo Angeletti” (altro<br />
grande sportivo immaturamente scomparso)<br />
con il grande aiuto morale che potevano<br />
dargli i “vecchi” amici. Di Erminio si conservano<br />
poche fotografie, poiché personaggio<br />
schivo alla celebrità e molto riservato,<br />
non volle neanche farsi fotografare durante<br />
il torneo delle Nazioni, organizzato dal Club<br />
Civitonico, e svoltosi a Gallese. A molti<br />
rimane un buon ricordo di Erminio Cipriani,<br />
per noi la speranza è che qualcuno si ricordi<br />
di lui nel tempo e ne conservi i valori<br />
morali e di vita vissuta in nome dello sport<br />
e dell’agonismo. Per Angelo Fantera la<br />
causa della fine dei suoi giorni non è stata<br />
una malattia, ma un tragico incidente ferroviario.<br />
Capotreno di professione, Angelo<br />
Fantera, ormai 36enne non si schierava più<br />
con la squadra di Rugby di Via Minio, ma ne<br />
faceva parte e per questo la sua mancanza<br />
si è sentita molto. Ad Angelo non dedichiamo<br />
meriti sportivi, che non potrebbe vantare,<br />
ma lo inseriamo ben volentieri in questo<br />
ricordo, perché Angelo ha lasciato un grande<br />
vuoto, non solo ai suoi famigliari ma<br />
anche ai suoi amici che gli hanno dedicato<br />
delle splendide frasi che pubblichiamo.<br />
L’intera redazione di “<strong>Campo</strong> di Fiori”, ringrazia<br />
le famiglie dei citati, mogli , genitori<br />
e amici per aver concesso questa opportunità.<br />
L’opportunità di fissare un ricordo<br />
da mantenere sempre vivo nel tempo, il<br />
ricordo di tre grandi amici e concittadini.<br />
Dalla prossima uscita di <strong>Campo</strong> de’<br />
fiori l’Avv. Aldo Piras sarà a vostra<br />
disposizione per qualsiasi tipo di quesito<br />
che vorrete porgli .<br />
L’Avvocato Piras vi risponderà direttamente<br />
e le domande di utilità sociale<br />
verrano pubblicate insieme alle risposte<br />
del legale. Per i vostri quesiti<br />
potete mandare un fax al n.<br />
0761.513117 o una e-mail a sandro_anselmi@libero.it<br />
Pag.23
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Chiesa Collegiata<br />
S.S. Pietro e Caterina<br />
Vicende costruttive del Duomo di Ronciglione<br />
1629 - 1736<br />
del Prof. Arch. Enea Cisbani<br />
soprannomi<br />
Ringraziamo il Sig. Francesco<br />
Sorge che ci scrive da Castel<br />
Sant’Elia, per comunicarci<br />
nuovi soprannomi.<br />
L’11 Luglio del 1629 segna una tappa<br />
fondamentale nel contesto delle vicende<br />
storiche e costruttive del Duomo di<br />
Ronciglione, meglio noto come Chiesa<br />
Collegiata dei S.S. Pietro e Caterina:<br />
con Atto Notarile, a firma del Notaio<br />
viterbese Celestino Pizzuti, viene rogato<br />
il Capitolato delle opere del Duomo<br />
realizzato per volontà del Duca<br />
Odoardo Farnese, in particolare di sua<br />
moglie Madama Margherita dei Medici,<br />
per la necessità che si aveva di costruire<br />
una nuova Chiesa Collegiata, sia per<br />
l’aumento della popolazione che per le<br />
rinnovate necessità liturgiche della<br />
Chiesa ronciglionese. Il progetto iniziale<br />
fu elaborato dall’Architetto<br />
Girolamo Rainaldi (1560 – 1655),<br />
assistito dall’Architetto Francesco<br />
Peparelli, suo collaboratore, sotto la<br />
direzione del Cavalier Carandino<br />
fiduciario del Duca Odoardo Farnese.<br />
Gli anni che vanno dal 1629 al 1640<br />
vedono la realizzazione delle fondamenta<br />
e dei muri perimetrali del<br />
Duomo. La scelta del sito non è casuale<br />
in quanto l’opera faceva parte di un<br />
dettagliato programma edilizio e urbanistico<br />
di espansione di Ronciglione<br />
voluto da casa Farnese: il Duomo, infatti,<br />
sorge vicino al Borgo Farnesiano con<br />
episodi architettonici tipici dell’architettura<br />
del XVI secolo e realizzati per ordine<br />
del Cardinale Alessandro Farnese.<br />
Dal 1640 – al 1670 i lavori vengono<br />
sospesi in quanto cominciano a delinearsi<br />
problemi di carattere costruttivo,<br />
cedimento di parte delle fondazioni del<br />
Duomo nel fronte verso il Rio Vicano, e<br />
politico con la Guerra di Castro del<br />
1649. Il 1642 vede la fine della giurisdizione<br />
di Casa Farnese nello Stato di<br />
Castro e Ronciglione, e tutti i loro possedimenti,<br />
vengono ceduti allo Stato<br />
Pontificio. Il 30 Marzo 1642 la Comunità<br />
di Ronciglione chiede alle Autorità<br />
Pontificie di abbandonare la costruzione<br />
della vecchia fabbrica farnesiana e di<br />
costruire il nuovo Duomo in un sito più<br />
sicuro ed idoneo: la Sacra<br />
Congregazione del Buon Governo boccia<br />
il nuovo sito e invita la comunità a<br />
completare le opere di costruzione del<br />
Duomo nel sito attuale. Il 12 Luglio<br />
1672 gli Architetti Pontifici Carlo<br />
Rainaldi e Girolamo Penna, con un<br />
nuovo progetto e capitolato delle<br />
opere, indicano i tempi e le fasi edilizie<br />
di completamento della fabbrica del<br />
Duomo ed i lavori possono così riprendere<br />
tanto che, nel 1680, la Chiesa può<br />
dirsi ormai completa nelle coperture,<br />
nelle volte a crociera dell’interno e nel<br />
completamento del tamburo della<br />
Cupola, che viene terminata nel 1682.<br />
Nell’anno 1712 vengono eseguiti gli<br />
altari interni, gli stucchi e le decorazioni<br />
delle navate, la cupola viene rivestita<br />
con lastre in piombo, la pavimentazione<br />
è ormai totalmente realizzata,<br />
viene costruito il vecchio campanile e<br />
poste in opera le cornici dei portali d’ingresso.<br />
Nel 1728 iniziano i lavori della facciata<br />
che nel 1730 può dirsi ormai completa.<br />
Nel 1732 viene terminata la sacrestia e<br />
l’attuale campanile su progetto<br />
dell’Architetto romano Sebastiano<br />
Cipriani. Nel 1736, dopo cento anni di<br />
fatiche e assiduo lavoro, la fabbrica del<br />
Duomo può dirsi conclusa. Il Duomo di<br />
Ronciglione nasce e si delinea architettonicamente<br />
con il classico impianto a<br />
croce latina, a tre navate, con tre cappelle<br />
per ogni lato, copertura con volta<br />
a botte nella navata centrale e cupola<br />
Racchio<br />
iaio<br />
Ciscaio<br />
Sorgiaretto<br />
Costante o bocchisiere<br />
Fammecantà<br />
Lillò<br />
A Negusa<br />
o Veneziano<br />
Sterzo<br />
Lorenzino<br />
Impicialetti<br />
Fanello<br />
Bruscolino<br />
L’OGGETTO MISTERIOSO<br />
nel centro<br />
della crociera.<br />
Progettato<br />
d a<br />
Girolamo<br />
Rainaldi e<br />
Francesco<br />
Peparelli,<br />
sotto la<br />
committenza<br />
della Famiglia Farnese, si trova<br />
nel pieno del periodo Barocco che, in<br />
quel periodo così fecondo per la storia<br />
dell’arte, lascia innumerevoli capolavori<br />
nel nostro territorio. I successivi interventi<br />
progettuali degli Architetti romani<br />
Carlo Rainaldi, figlio di Girolamo, e di<br />
Mattia De Rossi, allievo prediletto del<br />
Bernini, permettono di completare il<br />
progetto iniziale di Girolamo, così sofferto<br />
e sottovalutato nella sua immagine<br />
complessiva.<br />
Il carattere stilistico dei due Architetti è<br />
chiaramente avvertibile, il primo, nel<br />
felice trattamento delle cornici e dei<br />
capitelli delle paraste interne, il secondo,<br />
in particolare negli altari, dichiara<br />
ispirazione e matrice Berniniana.<br />
L’evidente impostazione classica del<br />
Duomo è poi ripresa nel 1732<br />
dall’Architetto Sebastiano Cipriani<br />
nella realizzazione del nuovo campanile<br />
in pieno accordo formale e stilistico con<br />
l’architettura del Classicismo romano<br />
del ‘700. Un ruolo determinante nella<br />
fabbrica del Duomo è svolto da due<br />
insigni Prelati: il Cardinale Giulio<br />
Spinola, Vescovo di Nepi, Sutri e<br />
Ronciglione nel corso del ‘600 e dal<br />
Cardinale Giuseppe Renato<br />
Imperiali, che dal 1702 al 1734 è la<br />
figura chiave di tutte le vicende architettoniche<br />
ed edilizie nel nostro territorio<br />
nel corso di quegli anni così fecondi<br />
di realizzazioni architettoniche altamente<br />
significative. Non si deve tralasciare<br />
la grande funzione innovatrice e culturale<br />
svolta dalla Famiglia Farnese, in<br />
particolare il Cardinale Alessandro ed il<br />
Duca Odoardo Farnese, sotto il cui<br />
dominio i territori da loro governati<br />
conobbero anni di ricchezza e splendore,<br />
testimoniati da grandi opere tra cui<br />
il Palazzo Farnese e la Chiesa con<br />
annesso convento di Santa Teresa in<br />
Caprarola, la cui Pala d’Altare è opera di<br />
Guido Reni e vide la partecipazione del<br />
dimenticato Pittore Civitonico Pietro<br />
Giuliani.<br />
Natalò<br />
o Pilastro<br />
Zachetto<br />
Pocaluce<br />
Gnagna<br />
o Ciociaro<br />
o Moro do carillo<br />
Via della Repubblica, 34<br />
Civita Castellana (VT)<br />
Tel. 0761.518262<br />
Pag.24<br />
Vi invitiamo ad indovinare<br />
l’oggetto misterioso riprodotto<br />
nella foto accanto. Il<br />
primo di voi che lo identificherà<br />
e ne darà comunicazione<br />
in redazione, avrà<br />
diritto a ricevere un premio<br />
offerto da:
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Vorrei incontrarti fra cent’ anni.....<br />
I PRIMI 102 ANNI DI<br />
NONNA ERSILIA LEMME<br />
di Peppe Rossi<br />
Se cento anni vi sembrano pochi…se ne<br />
possono avere anche 102, un secolo e 24<br />
mesi, è questo il tempo accumulato da<br />
nonna Ersilia Lemme che venne alla luce il<br />
7 Gennaio 1902 a Civita Castellana dai<br />
genitori Paolo Lemme e Ninetta Rossini,<br />
genitori, che oltre ad Ersilia, fecero crescere<br />
Rosa, Belarda, Giulia, Santina, Santo,<br />
Paolo, Gerardo e Sabatino, più altri figli<br />
stroncati dalla spagnola, la micidiale<br />
malattia che falcidiò molti bambini all’epoca.<br />
A differenza dei maschi le femmine<br />
della casata Lemme hanno tutte toccato e<br />
superato la veneranda età dei novant’anni.<br />
Nonna Ersilia, vedova di Guido Carlo Eroli,<br />
abita da sempre in Via Don Minzioni, in<br />
quella casa dove nacquero Nevia e Agata,<br />
che infoltirono l’albero genealogico con i<br />
rami del casato Marcantoni e Morganti.<br />
Di nonna Ersilia si può raccontare poco perché<br />
il periodo trascorso fino ad oggi non le<br />
ha dato la possibilità di grande cose, ma<br />
per nonna Esilia il periodo più bello è stato<br />
quello del matrimonio e della vita matrimoniale<br />
con l’energico Eroli Guido Carlo,<br />
maresciallo di Polizia Penitenziaria e, per<br />
due legislature, anche Assessore al<br />
Comune di Civita Castellana.<br />
“Un periodo quello del matrimonio -racconta<br />
lucidamente nonna Ersilia - dove io e<br />
il mio Carlo non ci siamo fatti mancare<br />
nulla, nonostante i tempi e le magre<br />
entrate economiche, e sinceramente non<br />
potevamo lagnarci. Qualche viaggetto in<br />
Italia, infatti, lo abbiamo fatto, per visitare<br />
le città più rinomate come Venezia, Roma e<br />
Milano.<br />
Città che 50 anni fa erano soltanto<br />
una meta per la luna di miele di pochi<br />
eletti.<br />
Oggi nonna Ersilia è ancora quasi<br />
autosufficiente, il quasi, viene dall’impedimento<br />
all’udito, una grave<br />
sordità avvenuta per una infezione.<br />
La vista si affievolisce ogni giorno di<br />
più, e neanche gli occhiali sono di<br />
ausilio, ma per il resto ha un fisico da<br />
ventenne, non una vena varicosa,<br />
ma soprattutto neanche un filo di<br />
artrosi, tanto da far restare allibiti i<br />
medici del reparto di radiologia<br />
dell’Andosilla, dove alcuni giorni fa si<br />
è dovuti ricorre, per una caduta accidentale<br />
che faceva presagire qualche<br />
rottura d’arto.<br />
Ma “niente di niente” e questa l’invidiabile<br />
dichiarazione da parte dei<br />
medici. Sia le articolazioni che il cuore<br />
sono le cose più funzionali, debitamente<br />
“revisionate” da Danilo<br />
Mecarocci, medico curante che raramente<br />
ha dovuto mettere le mani su<br />
questo eccezionale chassis, un medico<br />
meticoloso che costantemente la<br />
sorveglia e fa si che niente intacchi la<br />
sua salute. Nonna per tre generazioni,<br />
vale a dire bis-nonna per la nascita di<br />
Lodovica ultimogenita di Calca Morganti.<br />
L’ amore le viene inoltre esternato da<br />
Antonio, Franco, Fernando e naturalmente<br />
Carla, che non mancano mai di dare il proprio<br />
sostegno all’amatissima nonna.<br />
Di parenti complessivamente se ne contano<br />
130, tanti erano alla festa del centenario di<br />
nonna Ersilia.<br />
Grilli per la testa nonna Ersilia non ne ha<br />
mai avuti, ma alimenta ancora oggi il pregio<br />
o difetto, che è proprio della “vanità di<br />
donna” e che sono soprattutto la cura della<br />
persona e il vestire che vuole sobrio e colorato;<br />
“ed è anche ambiziosa”, ci dice la<br />
figlia maggiore Agata.<br />
Le vestaglie per esempio, le sceglie lei e<br />
devono essere di buon gusto. Non ha grandi<br />
memorie o aneddoti nonna Ersilia ma<br />
conserva gelosamente e ben riposti i vestiti<br />
di gioventù e una montagna di fotografie<br />
scattate nel tempo.<br />
Questa è nonna Ersilia Lemme, 102 anni<br />
vissuti serenamente ed alla quale , se non<br />
fosse un’esagerazione, ne vorremmo<br />
augurare altri cento, ma questo certo non<br />
dipende da noi…anzi. Auguri vivissimi a<br />
nonna Ersilia da parte di tutta la redazione<br />
di “<strong>Campo</strong> de’ Fiori”<br />
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MESSAGGI<br />
Auguri a Gian Luca Mancini che si è laureato<br />
in Ingegneria Meccanica con un punteggio di 107,<br />
da parte dei parenti, amici e dalla redazione di<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori.<br />
Pag.25
Vignanello<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
14 Febbraio 2004 alle ore 21.00<br />
Sala ex Cinema Comunale di Vignanello<br />
Gran Veglione con<br />
Max e l’Accademia Internazionale D’Italia e i<br />
THE BLACK SILVER<br />
“rievocando gli anni 60 - 70...”<br />
Serata indimenticabile con l’elezione di<br />
“Miss <strong>Campo</strong> de’ fiori”<br />
Pro Loco - Amministrazione Comunale Vignanello<br />
classe 3 ° elementare maschile 1930<br />
L’oggetto Misterioso<br />
Vi invitiamo ad indovinare l’oggetto<br />
misterioso riprodotto nella foto<br />
accanto. Il primo di voi che lo idinteficherà e ne darà<br />
comunicazione in redazione avrà diritto a riceve un premio<br />
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Pag.26
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Scopri l’Arte di<br />
Cristina Evangelisti<br />
Vidi a Settembre dello scorso anno ,<br />
per la prima volta, le opere di<br />
Moreno Lanzi e, quella che catturò<br />
immediatamente la mia attenzione,<br />
ritraeva il monte Soratte, bello,<br />
imponente e dominante come solo<br />
esso sa essere, visto (secondo me)<br />
da un balcone, sul davanzale del<br />
quale sono appoggiati, quasi ad<br />
ornare il monte stesso, due drappi<br />
di colore bianco e verde, con dei<br />
girasoli a dir poco reali. Non conoscevo<br />
il pittore e non potevo immaginare<br />
che a Civita Castellana, considerata,<br />
per sentir dire, una cittadina<br />
poco attenta alla cultura e<br />
all’arte, esistessero invece tanti<br />
talenti. La mostra era una collettiva<br />
e pertanto insieme a Moreno Lanzi<br />
esponevano altri pittori, sempre<br />
civitonici, dei quali, in tutta sincerità<br />
, pur conoscendoli quali compaesani,<br />
ne ignoravo completamente la<br />
natura artistica e dei quali spero di<br />
parlare sulle prossime uscite di<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori. Chiedo a Moreno se<br />
posso fotografare la sua opera per<br />
poterla pubblicare su <strong>Campo</strong> de’<br />
fiori in occasione delle feste patronali<br />
e lui acconsente con orgoglio.<br />
Parlando con lui scopro che si accorge<br />
di avere questa passione per la<br />
pittura fin da ragazzo e, con lei, una<br />
mano felice e portata al disegno. E’<br />
soltanto in età adulta, però, che inizia<br />
a dipingere e a dar sfogo all’innato<br />
talento.<br />
Innato talento<br />
in quanto<br />
Moreno non<br />
ha frequentato<br />
nessuna<br />
scuola artistica,<br />
a parte un<br />
corso di nudo<br />
tenuto a<br />
Viterbo ed un<br />
corso di restauro di dipinti antichi e<br />
moderni, e ciò che imprime sui suoi<br />
quadri gli viene così da una naturale<br />
ed innata voglia di dipingere. La<br />
tecnica usata da Moreno Lanzi è<br />
quella di pittura ad olio con uno stile<br />
figurativo moderno e i soggetti dei<br />
suoi quadri sono paesaggi, nature<br />
morte, ritratti e nudi. Mi racconta di<br />
aver esposto nel 1994 a Roma nella<br />
Galleria Spazio Visivo; sempre nel<br />
1994 ha partecipato alla Rassegna<br />
“2° Trofeo A.C.C.A.” ; a Civita<br />
Castellana ha esposto le sue opere<br />
nel 1999 presso la sala Pablo<br />
Neruda ed ha partecipato a diverse<br />
collettive, inoltre è stato vincitore di<br />
un concorso indetto dalla prestigiosa<br />
Galleria romana “Forum<br />
Interart”, ed ha ricevuto anche il<br />
Timbro d’Autore. Moreno Lanzi è<br />
presente su molte riviste d’arte,<br />
periodici, quotidiani e stampa specializzata<br />
ed è citato da noti critici<br />
come Imperatori, Cencini,<br />
Alessandri,<br />
Urru, Minerva<br />
e molti altri.<br />
Di lui<br />
R.Gnagnarini<br />
ha detto<br />
“L’artista predilige<br />
ritrarre<br />
nature morte,<br />
fiori e paesaggi,<br />
soggetti<br />
figurativi nei quali trasferisce le<br />
atmosfere, gli odori e le magie del<br />
borgo di Civita Castellana. Il linguaggio<br />
usato risente della maniera<br />
classica con particolare attenzione<br />
al colore ed al disegno, elemento<br />
costruttivo dei soggetti raffigurati”.<br />
Incontro nuovamente Moreno<br />
Lanzi ad una mostra a Corchiano,<br />
durante il periodo natalizio e, questa<br />
volta, con mio grande orgoglio,<br />
mi accorgo che su un tavolo, insieme<br />
a tante recenzioni, c’è anche<br />
una pagina aperta di <strong>Campo</strong> de’<br />
fiori, la stessa dove avevo pubblicato,<br />
qualche tempo, prima la foto<br />
del suo bel quadro.<br />
Pag.27
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
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...continua a pag. 31<br />
Pag. 29
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Vita Cittadina<br />
I palloncini della pace.<br />
Manifestazione organizzata dalla Coop Tevere di<br />
Civita Castellana dove i bambini hanno lasciato<br />
volare dei palloncini colorati con sopra scritti i loro<br />
nomi.<br />
Maratona dei tre comuni : Civita Castellana, Castel<br />
Sant’Elia, Nepi<br />
Inaugurzione dello svincolo di Terrano<br />
sulla strada di scorrimento veloce a<br />
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Pag.30
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
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Pag.31
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Pag.32