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CERAMICA TEVERE s.r.l. - Campo de'fiori

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Sandro Anselmi<br />

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Pza della Liberazione, 2<br />

Civita Castellana (VT)<br />

Tel./Fax 0761.513117<br />

sandro_anselmi@libero.it<br />

Agente Generale<br />

SandroAnselmi<br />

P.za della Liberazione, 2<br />

Civita Castellana (VT)<br />

Tel. e Fax 0761.513117<br />

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01033 Civita Castellana (VT)<br />

Via Corchiano, 9<br />

Tel. Fax 0761.515903<br />

Periodico di Politica, Cultura, Attualità<br />

edito dall’Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.)<br />

Anno II, n. 6 distribuzione gratuita<br />

Sommario<br />

Pag.2 - F: Bracconeri<br />

Pagg.4.5.28.29.31<br />

Ricordando Carnevale<br />

Pag. 7 - Festa di Natale<br />

Pag.10 - Aurora<br />

Pag. 14 -Germano Nataloni<br />

Pag.21 - Giochi antichi<br />

Pagg. 3 . 30 - Vita......<br />

Pag.6 - I ragazzi del<br />

collegio - Edicole ...<br />

Pag.9 - La psicologa<br />

-Il medico: Diabete<br />

Pagg.12.13.19 Album<br />

Pag. 16 - come eravamo<br />

Pag. 22- La musica<br />

Pag. 24 - Ronciglione<br />

Pag. 26 - Vignanello<br />

Per quanto possa pensare e<br />

ripensare agli eccezionali<br />

risultati ottenuti da <strong>Campo</strong><br />

de’ fiori in sole cinque uscite,<br />

non mi sembra ancora vero<br />

d’aver ricevuto così tanti consensi<br />

e così tanta considerazione<br />

da parte di tutti. Vi confesso,<br />

comunque, che ciò è<br />

molto gratificante per me e<br />

per tutti i bravissimi collaboratori,<br />

che ringrazio tantissimo.<br />

La passione, la grinta che<br />

anima tutti, lascia ben sperare<br />

in una crescita sempre<br />

costante e duratura. <strong>Campo</strong><br />

de’ fiori, dal primo numero,<br />

ha triplicato il numero di<br />

pagine e la tiratura ed è<br />

distribuito a Civita Castellana,<br />

Fabrica di Roma, Corchiano,<br />

Vignanello, Valleranno, Cane -<br />

pina, Soriano, Viterbo, Va -<br />

sanello, Gallese, Nepi, Castel<br />

Sant’Elia, Monterosi, Ronci -<br />

glione, Caprarola, Carbo -<br />

gnano, Campagnano, Sacro -<br />

fano, Trevignano, Bracciano,<br />

Anguillara, Faleria, Mazzano,<br />

Calcata, Sant’Oreste, Rignano<br />

Flaminio, Morlupo, Castel -<br />

nuovo di Porto, Riano, Fiano,<br />

Magliano Sabina, Collevec -<br />

chio…….<br />

Ringrazio tutte le persone che<br />

gentilmente hanno telefona-<br />

Sandro Anselmi<br />

to per dire di essersi riconosciute<br />

nelle foto da noi pubblicate,<br />

come L’Ing. Enrico<br />

Giacobbe, che ha chiamato<br />

da Piacenza, il Sig. Mario<br />

Iannoni da Siena, il Sig.<br />

Antonio Costantini da<br />

Formia, il Dott. Secondiano<br />

Zeroli da Bolsena, il Sig.<br />

Elio Mosca da Bolzano, il<br />

Sig. Gino Galligani da<br />

Treviso…… L’A.I.D.I. (ACCA-<br />

DEMIA INTERNAZIONALE<br />

D’ITALIA) ha già realizzato<br />

oltre venti tra feste di piazza<br />

e al coperto ed ha promosso<br />

iniziative sociali e culturali.<br />

Pag. 25 - nonna Ersilia<br />

Pag. 27 - Scopri l’Arte<br />

<strong>CERAMICA</strong> <strong>TEVERE</strong> s.r.l.<br />

Stab: SS. 315 km 3,500 - Gallese S. (VT)<br />

Sede Sociale : P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT)<br />

P.Iva e Codice Fiscale: 01463760569- C.C.I.A.A. n. 0088105 Tribunale n. 10303 - C.Sociale i.v. E. 10.200,00<br />

Tel./Fax 0761.496702 e-mail: ctevere@inwind.it


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Ci è stato segnalato, da alcuni<br />

operatori commerciali, di<br />

essere stati contattati per l’inserzione<br />

pubblicitaria delle<br />

loro attività su <strong>Campo</strong> de’<br />

fiori, da persone a noi sconosciute.<br />

Comunichiamo pertanto<br />

che le persone incaricate a<br />

qualsiasi titolo, da <strong>Campo</strong> de’<br />

fiori, dovranno essere munite<br />

di autorizzazione su carta<br />

intestata, debitamente firmata<br />

e contenente i dati anagrafici<br />

dell’incaricato stesso.<br />

Grazie di aver risposto in tanti…… abbiamo ricevuto molte richieste riguardo i corsi di teatro, siamo perciò lieti di<br />

comunicarvi che fra breve inizieranno. Abbiamo scelto una lettera tra le tante arrivate che simpaticamente vi pubblichiamo.<br />

Rivolgendo a tutti i più cari saluti, vi invitiamo a contattarci al solito indirizzo. (<strong>Campo</strong> de’ fiori : Tel./Fax<br />

0761.513117 e-mail: sandro_anselmi@libero.it) A presto Fabrizio Bracconeri<br />

Simpaticissimo Signor Bracconeri, sono una ragazza di diciannove anni che si chiama Stefania ed abito a _____,<br />

un piccolo paese nei pressi di Civita Castellana, e sono una romanista al 100% . Ricordo molto bene “I ragazzi della<br />

terza C”, anche se allora ero una bambina, perché adoravo quel telefilm; mi ricordo soprattutto di lei, ed è per questo<br />

che, anche se ora la serie non viene più trasmessa, spero un giorno di rivederla in TV, magari proprio nella mitica<br />

Terza C. Ricordo che due o tre anni fa, passando per Faleria, un paese vicino al mio, l’ho vista in piazza di sfuggita,<br />

ed ora, sfogliando “<strong>Campo</strong> de’ fiori”, mi ha colpito la sua lettera e mi ha preso subito il desiderio di collaborare<br />

con lei e tanti altri ragazzi, per iniziare dei corsi di recitazione e, chissà, magari intraprendere proprio la sua<br />

stessa professione. Infatti, fin da bambina, ho avuto sempre un sogno nel cassetto: quello di recitare, ed ora, a<br />

diciannove anni, il sogno non è cambiato. Vorrei recitare al teatro o in televisione ma, purtroppo, vivendo in un piccolo<br />

paese, le opportunità non sono molte. Dovrei andare a Roma, ma viaggiare non è molto facile. Se iniziassero<br />

dei corsi a Civita Castellana sarebbe molto più semplice ed io sarei felicissima. Ok, ora la devo lasciare. Aspetterò<br />

con ansia una sua risposta. A presto !!! Stefania P.<br />

P.S. Lei è veramente “forte” ed è un grande attore.<br />

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Se fumate un pacchetto di sigarette al giorno, in un<br />

mese avete speso circa € 110,oo . Basta non fumare<br />

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Tel. 0761.599393/4 Fax 0761.599393<br />

EUROPA 2000<br />

Presenta:<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Periodico di Politica, Cultura, ed<br />

attualità editi dall’Associazione<br />

“Accademia Internazionale<br />

d’Italia”<br />

(A.I.D.I.) - senza fini di lucro<br />

Presidente fondatore:<br />

Sandro Anselmi<br />

Direttore:<br />

Sandro Anselmi<br />

Direttore Responsabile:<br />

Sandro Anselmi<br />

Segretaria di Redazione:<br />

Cristina Evangelisti<br />

Impaginazione e Grafica:<br />

Cristina Evangelisti<br />

Reg. Trib. VT n. 351 del 2/6/89<br />

Stampa: Tip. I.B.<br />

00135 Roma- Via G.Boffito, 24<br />

La realizzazione di questo giornale<br />

e la stesura degli articoli sono<br />

liberi e gratuiti ed impegnano<br />

esclusivamente chi li firma.<br />

Testi, foto, lettere e disegni, anche<br />

se non pubblicati, non saranno<br />

restituiti se non dopo preventiva<br />

ed esplicita richiesta da parte di<br />

chi li fornisce.<br />

L’editore non risponde delle informazioni<br />

degli inserzionisti.<br />

I diritti di riproduzione e di pubblicazione,<br />

anche parziale, sono<br />

riservati in tutti i paesi.<br />

Direzione, amministrazione, redazione,<br />

pubblicità ed abbonamenti:<br />

P.za della Liberazione n. 2<br />

01033 Civita Castellana (VT)<br />

c/c PT n. 42315580<br />

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Pag.2


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Vita Cittadina<br />

FabricanDoFestival. Manifestazioni musicali nel Comune di Fabrica di Roma. Padrino del Festival Roberto Vecchioni<br />

Civita Castellana. Concorso presepi Natale 2003<br />

a sx, il primo classificato, è della Frazione Sassacci.<br />

Al centro (fuori concorso) il presepe costruito dai bambini delle scuole elementari XXV Aprile.<br />

A dx il presepe fatto da Michele Moscioni e Giusy Mulè<br />

Carnevale di Nepi 25 Gennaio 2004<br />

30.1.04 firma della Convenzione tra la Soprintendenza<br />

per L’Etruria Meridionale ed il Comune di Fabrica di<br />

Roma per la gestione della Chiesa di S.Maria di Falleri<br />

Dott.ssa De Lucia - Dott. Scarnati - Dott.ssa Moretti<br />

Pag.3


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Ricordando Carnevale.......<br />

di Roberto Moscioni<br />

Che bello era il carnevale di una volta….. fatto di<br />

arte e di semplicità, “quel carnevale” allegro ed<br />

innocente, impresso oramai soltanto nei ricordi ed<br />

in vecchie fotografie, in cui le generazioni moderne<br />

hanno potuto conoscere quegli anni intrisi di magia<br />

e spensieratezza, dove tutto era pensato per far<br />

divertire grandi e piccini, come il copione di un<br />

grande varietà. Sono passati molti anni da quando<br />

le ceramiche civitoniche hanno smesso di partecipare<br />

al carnevale con i loro coloratissimi e meravigliosi<br />

carri allegorici, adorati da tutti , lasciando<br />

così quell’insopportabile amaro in bocca che, a<br />

distanza di anni, non accenna ancora a scomparire.<br />

Come dimenticare i carri realizzati dagli operai<br />

delle ceramiche: Astra, Flaminia, Simas, Faleri ed<br />

altre. Come non ricordare i carri della stazione della<br />

Roma Nord ed in particolare quelli realizzati dall’indimenticabile<br />

Don Giuseppe Bodini, maestro di<br />

molte generazioni di ragazzi e grande sostenitore<br />

del carnevale civitonico che, grazie al suo ingegno<br />

ed al suo carisma, riusciva ad arruolare molti giovani,<br />

insegnando loro l’arte del carnevale e non<br />

solo. Con questa rubrica vogliamo rendere omaggio,<br />

attraverso delle rare fotografie, a tutti coloro<br />

che hanno fatto la storia del carnevale civitonico,<br />

tramandandoci quella passione fatta di colori e cartapesta……Grazie<br />

!!!<br />

Si ringraziano i signori Carlo Profili, Fabrizio<br />

Moscioni, Pino Malatesta e Nenne Ferretti<br />

per l’aiuto che ci hanno dato mettendoci a<br />

disposizione le loro foto.<br />

1972<br />

Carnevale 1932-33 : Ceramica Vincenti<br />

1975: New Orleans Jazz Band<br />

1969 : Alla Corte del Re Carosello<br />

organizzato da Don Giuseppe Bodini<br />

1970<br />

1974 : Pinocchio - carro della Roma-Nord<br />

1973 L’osteria dei mejo<br />

Pag.4


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

anni ‘70 : I fotografi dell’ ‘800<br />

1979 : L’italia che affonda (ceramica Micas<br />

anni ‘70: carnevale dei bambini<br />

La rustica degli anni ‘70<br />

1977: I pompieri<br />

anni ‘80<br />

La rustica degli anni ‘80<br />

1980: Pagliacci su marte<br />

Ceramica Astra<br />

1982: La vispa Teresa<br />

Ceramica Astra<br />

Le sorelle bandiera degli anni ‘70<br />

Alfredo e Peppe Rossi<br />

...Continua a Pag.28<br />

Pag. 5


Ronciglione<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

I Ragazzi del Collegio<br />

I Ragazzi del Collegio<br />

da sx : Francesco Pinelli, Elisa Angeli, Simone Balletti, Lucia Palozzi,<br />

Maria Teresa Moretti, Giuseppe Mascini, Giulio Maltempi, Remo Stella,<br />

Andrea Pinelli, Federico Bruziches, Gabriele Morandi (seduto)<br />

Nel 1996, dopo aver assistito alla rappresentazione<br />

de “L’ avaro” di Molière da parte<br />

di una compagnia amatoriale di adulti, un<br />

gruppo di ragazzini delle quinte elementari<br />

di Ronciglione, coadiuvati dalle proprie<br />

insegnanti, decise di proporre a loro volta la<br />

commedia durante la recita di fine anno<br />

scolastico. Furono talmente carini e bravi<br />

che venne loro proposto di rappresentare la<br />

commedia alla Sala del Collegio , vicina<br />

all’attuale scuola media, adibita di volta in<br />

volta a sala mostre o conferenze ma,<br />

soprattutto, dotata di un palcoscenico con<br />

Civita Castellana - Via San Gregorio<br />

Fede ed arte nelle<br />

edicole votive di Civita Castellana<br />

C’è un profondo legame, nel corso dei Tremila<br />

anni di storia cittadina, che unisce Civita<br />

Castellana ed i suoi abitanti: il forte sentimento<br />

religioso dei fedeli. Gli atti di devozione, il culto<br />

e le cerimonie celebrative, insieme alle ricorrenze,<br />

scandiscono l’incessante passare del tempo,<br />

dal periodo dei nostri avi Falisci sino ai nostri<br />

giorni. Poco importa se nel corso di questo<br />

lungo viaggio sono cambiati i riti, le religioni ed<br />

i soggetti di divinazione; fondamentale, nel<br />

legame arte e religione è leggere anche nella<br />

sovrapposizione stilistica delle nostre chiese, il<br />

lungo ed incessante cammino dei credenti<br />

“Civitonici.”. Il Duomo, dedicato alla Madonna<br />

Annunziata, senza dubbio è il simbolo artistico<br />

Pag. 6<br />

adiacenti camerini, particolarmente<br />

adatti ad ospitare spettacoli teatrali<br />

e di vario genere. A questo punto fu<br />

chiesta la collaborazione dei protagonisti<br />

de “L’ avaro” visto dai ragazzi<br />

e cioè la mia (M.Stella Neri) e<br />

quella del Sig. Mario Palozzi, genitori<br />

di una ragazza del gruppo.<br />

Insieme ad altri genitori, io e Mario<br />

, aiutammo i ragazzi alla realizzazione<br />

del loro spettacolo, e così, fu l’inizio<br />

di tutto. Presi dall’entusiasmo,<br />

i ragazzi scoprirono subito un’altra<br />

divertente commedia di Molière, “Le<br />

furberie di Scapino”, si attribuirono<br />

i ruoli e vollero rappresentarla sempre<br />

alla Sala del Collegio durante il<br />

carnevale del 1997, replicandola ai<br />

giardini pubblici di Ronciglione a<br />

Luglio dello stesso anno. Si diedero anche<br />

un nome:”I ragazzi del Collegio”. Così<br />

ogni anno è stata preparata e rappresentata<br />

una commedia diversa: a Settembre ’98<br />

“Il Bugiardo” e nel Febbraio del 2000 “Gli<br />

innamorati”, entrambe di Goldoni. A<br />

Febbraio del ’99 alcuni ragazzi parteciparono<br />

al “Don Giovanni”, rappresentato dal<br />

Centro Teatro Ricerca di Ronciglione, in un<br />

adattamento di Carlo Altomonte. Nel frattempo<br />

i ragazzi sono cresciuti, hanno<br />

lasciato le scuole medie per le superiori ma<br />

Le Edicole Votive<br />

e religioso più rappresentativo<br />

di Civita<br />

Castellana. La sua<br />

costruzione, voluta<br />

dalla comunità cittadina<br />

proprio per<br />

affermare l’identità<br />

cattolica e la crescente<br />

importanza<br />

economica di Civita<br />

Castellana, inizia sin<br />

dalla metà del XII<br />

secolo. Secondo un’iscrizione<br />

in marmo<br />

(Lapide del Vescovo<br />

Leone - 871 d.C.),<br />

Sant’Anna e la Madonna bambina murata all’esterno<br />

del Duomo, la chiesa di S. Maria del Carmine,<br />

citata come S. Maria dell’Arco, risulta essere la<br />

prima cattedrale di Civita. Se per i fedeli la bellezza<br />

artistica e l’importanza del Duomo, S.<br />

Maria del Carmine ecc. costruiti da maestranze<br />

specializzate per volere della comunità, testimoniano<br />

il sentimento e l’unione dei parrocchiani,<br />

non vanno trascurate le espressioni di fede più<br />

intime e personali che scaturiscono dalla devozione<br />

dei cittadini e che si manifestano in piccole<br />

costruzioni sparse per Civita: le edicole votive.<br />

La parola edicola deriva dal latino “aedicola”:<br />

piccole strutture a forma di tempietto di cui<br />

abbiamo testimonianza in diverse pitture di<br />

Pompei ed Ercolano. Con una salubre passeggiata<br />

nei quartieri cittadini, nelle vie e piazze,<br />

potrete trovare molte di queste costruzioni<br />

architettoniche, generalmente addossate ad un<br />

edificio maggiore che accolgono nel loro interno<br />

una statuina o un’immagine sacra. Realizzate<br />

la loro passione è rimasta e seppure nel<br />

gruppo si siano alternati oramai diversi<br />

ragazzi, resta sempre la presenza fissa di<br />

cinque o sei di loro che hanno fondato il<br />

gruppo. Nel 2001 hanno preparato due<br />

divertenti atti unici in dialetto<br />

Ronciglionese, tratti da due opere di un<br />

autore napoletano contemporaneo, Matteo<br />

Ricciardi, dal titolo “I stracciaroli” e “O becchino<br />

cojonato”. Nel 2002 hanno rappresentato<br />

in costume una commedia di A.R.<br />

Lesage: “Turcaret”. A dicembre dello stesso<br />

anno si sono riproposti in un’altra commedia<br />

in dialetto Ronciglionese, questa volta<br />

tradotta da un’opera di E.Scarpetta: “I nipoti<br />

de’ ‘o sindico”. Quest’anno si sono voluti<br />

cimentare in un classico giallo di Agata<br />

Christie, “Diceci poveri negretti”, divertendosi<br />

a creare un’atmosfera densa di tensione<br />

e di mistero. Tutti gli spettacoli sono<br />

stati diretti da Mario Palozzi, coadiuvati da<br />

me stessa e non è mancato, però, anche il<br />

prezioso apporto di alcuni genitori dei<br />

ragazzi. Tutto ciò è stato reso possibile dalla<br />

disponibilità del Comune di Ronciglione che<br />

ha sempre concesso l’uso gratuito della<br />

Sala del Collegio e dall’appoggio dell’<br />

A.GE.R. (Associazione Genitori Ronciglione)<br />

che, tramite la sezione cultura e giovani, ha<br />

patrocinato tutte le manifestazioni.<br />

Maria Stella Neri<br />

di Raniero Pedica<br />

con pochi mezzi e le mani dei fedeli, le edicole<br />

votive sono delle piccole opere d’arte e devozione.<br />

Viva espressione del sentimento, le edicole<br />

votive rappresentano il ponte tra la religiosità<br />

familiare (Chiesa domestica) e la Chiesa parrocchiale.<br />

Alle edicole votive, fiduciosi, gruppi di<br />

fedeli dei vari rioni ci si rivolgevano e rivolgono<br />

con preghiere verso uno specifico protettore<br />

(Santi Patroni – Madonna - Sant’ Antonio - S.<br />

Giuseppe ecc.) per ottenere grazie, guarigioni e<br />

per grazia ricevuta. In un interessante libro<br />

della prof. Patrizia Fantera (Religiosità popolare<br />

delle Edicole rionali di Civita Castellana), a cui và<br />

il merito di aver aperto uno spaccato su questa<br />

manifestazione di religiosità popolare, l’autrice<br />

ha, con cura e zelo, descritto e fotografato tutte<br />

le edicole votive di Civita. Tra le tante edicole<br />

del centro storico, a nord e sud di piazza<br />

Matteotti e nella parte nuova di Civita, ho scelto<br />

di presentare ai lettori di <strong>Campo</strong> dè fiori, l’edicola<br />

di Sant’Anna, situata in via di San Gregorio<br />

n° 25. L’archetto a tutto sesto è realizzato in<br />

ceramica dipinta su cui spiccano quattro bianchi<br />

visi di putti alati. La cornice esterna, composta<br />

da verdi foglie è completata da un trionfo di rose<br />

bianche, gialle e rosse: al centro una nicchia<br />

dipinta con l’immagine di Sant’Anna, madre<br />

della Vergine Maria, mentre insegna a leggere al<br />

frutto del suo amore. Una delicata pensilina delimitata<br />

da una piccola ringhiera in ferro, contiene<br />

fiori freschi e lumini votivi. Il culto di<br />

Sant’Anna e suo marito Gioacchino, genitori<br />

della Beata Vergine è molto antico e assai celebrato<br />

soprattutto nel mondo greco. Già nel sec.<br />

VI si trovano tracce di devozione a Sant’Anna,<br />

culto diffuso in occidente dal X secolo con massima<br />

diffusione nel XV secolo.<br />

...continua a pag.15


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Festa di Natale 21 Dicembre 2003<br />

E’ passato solo poco tempo dalla festa di<br />

Natale organizzata dall’ A.I.D.I. (Accademia<br />

Internazionale D’Italia) e da <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

e sento già una sottile nostalgia per i bei<br />

ricordi di quella giornata speciale trascorsa<br />

con i nostri ragazzi “diversi” . Grazie ai THE<br />

BLACK SILVER, ai SARANNO BAVOSI, a<br />

SILVY, a ROBERTA, a OSVALDO, a ROSANNA<br />

DARIDA, a tutte le mamme, ai volontari e a<br />

Mons. Don Mario Valeri per l’ospitalità .<br />

Grazie ancora a Adriano, alla ditta Personal<br />

Style per i doni offerti e un grazie di cuore al<br />

grande FABRIZIO BRACCONERI,<br />

che ha voluto regalare momenti di gioia e di<br />

grande entusiasmo a tutti.<br />

Pag.7


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della famiglia delle<br />

Magnoliacee. Assume una<br />

forma di fitto cespuglio con<br />

foglia caduca. Proviene dal<br />

giappone e i suoi fiori sono<br />

piccoli, numerosissimi e profumati, adatta appunto per un<br />

giardino giapponese. Cresce bene su un terreno acido e<br />

ricco di materia organica in una posizione fresca. Si moltiplica<br />

per talea di legno in estate e per innesto in inverno.<br />

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L’angolo della<br />

psicologa<br />

Dott.ssa Sara Petrucci<br />

L’importanza<br />

comunicazione<br />

della<br />

L’uomo, per sua natura essere<br />

sociale, è portato ad incontrare e<br />

convivere con l’altro. Le relazioni<br />

che instaura, si stabiliscono principalmente<br />

attraverso la comunicazione<br />

di un’informazione o di un<br />

messaggio, che diviene un aspetto<br />

essenziale dell’interazione umana,<br />

ed assume un ruolo fondamentale<br />

nella determinazione del comportamento.<br />

La comunicazione segue un<br />

processo circolare pertanto non può<br />

essere a senso unico, infatti il comportamento<br />

di un individuo esercita<br />

sempre un effetto sull’altro e viceversa.<br />

La comunicazione può avvenire<br />

con se stessi, come una sorta<br />

di dialogo interiore, caratterizzato<br />

da riflessioni su sé, sugli altri e sull’ambiente<br />

e questa si definisce<br />

comunicazione INTRAPERSONALE,<br />

Dott Maurizio Martini<br />

Il Diabete: una patologia<br />

in preoccupante crescita.<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Glossario psicologico<br />

PSICOSOMATICA = disciplina che studia le malattie di origine psichica con sintomi somatici (riferito al<br />

corpo).<br />

AGGRESSIVITA’ = inclinazione della personalità ad aggredire, a dominare, ad emergere, a produrre. E’ una<br />

reazione frequente alla frustrazione.<br />

ANSIA = tensione apprensiva, o irrequietezza, che sorge dal sentire come imminente un pericolo, sia pure vago<br />

e di ordine sconosciuto.<br />

FRUSTRAZIONE = condizione in cui si trova l’individuo quando si imbatte in un ostacolo che non gli permette<br />

di soddisfare una tendenza o di raggiungere una meta.<br />

TABU’ = forma di proibizione sociale associata alla minaccia di punizioni.<br />

oppure può avvenire con altre persone<br />

e questa viene definita comunicazione<br />

INTERPERSONALE.<br />

Esistono due tipi di comunicazione:<br />

una verbale, basata sull’utilizzo<br />

della parola (parlata o scritta, come<br />

ad es. una lettera o un sms) e la<br />

non verbale, che non necessita<br />

dell’uso della parola, che si basa su<br />

modalità espressive, caratterizzate<br />

dai movimenti del corpo, dai gesti,<br />

dall’espressione del viso, l’inflessione<br />

della voce, la cadenza delle<br />

parole (mimica, gestualità e postura<br />

del nostro corpo). Se osserviamo<br />

il modo di parlare di una persona, le<br />

espressioni del viso, la posizione del<br />

corpo, il suo modo di vestire, l’acconciatura,<br />

la scelta di un hobby, gli<br />

interessi, la scelta di letture, l’ascolto<br />

di canzoni, tutto ci comunica<br />

qualcosa di suo. In alcune circostanze<br />

accade che la comunicazione<br />

non sia adeguata, ciò si ripercuote<br />

negativamente nella relazione<br />

in atto: le persone dicono qualcosa<br />

ma in realtà ne vogliono dire<br />

un’altra, oppure dicono una cosa e<br />

ne pensano un’altra o pensano<br />

qualcosa ma non vogliono dirla, o<br />

Il diabete mellito rappresenta una<br />

delle malattie croniche più diffuse<br />

al mondo e purtroppo la sua incidenza,<br />

soprattutto nei paesi sviluppati<br />

o in via di sviluppo è in rapida<br />

crescita. Il diabete è uno stato di<br />

iperglicemia cronica, o meglio, il<br />

paziente che soffre di diabete ha un<br />

cronico aumento della concentrazione<br />

di glucosio nel sangue. Il glucosio<br />

è lo zucchero che le nostre<br />

cellule utilizzano come principale<br />

fonte di energia, ed è fondamentale<br />

per il nostro metabolismo e per<br />

la sopravvivenza del nostro organismo.<br />

Quando mangiamo infatti, il<br />

nostro organismo utilizza o trasforma<br />

gli alimenti in glucosio e trasporta<br />

poi questo zucchero a tutte<br />

le cellule tramite il sangue. La distribuzione,<br />

la concentrazione nel sangue<br />

e il metabolismo di questo zucchero<br />

sono regolati da un preciso<br />

sistema neuroendocrino in cui l’insulina,<br />

ormone prodotto dal pancreas,<br />

ha un ruolo centrale. Dal<br />

punto di vista clinico esistono fondamentalmente<br />

due tipi di diabete:<br />

il diabete insulino dipendente, o<br />

giovanile e il diabete insulino indipendente,<br />

o senile. Il primo tipo di<br />

diabete insorge di solito in giovane<br />

età ed è dovuto alla mancanza o a<br />

bassi livelli di insulina. L’insulina è<br />

fondamentale per le nostre cellule,<br />

che, senza questo ormone, non<br />

sono in grado di assumere il glucosio<br />

che arriva tramite la circolazione.<br />

La mancanza di insulina, prodotta<br />

dal pancreas, è dovuta alla<br />

distruzione di specifiche cellule<br />

(endocrine di tipo beta) presenti in<br />

questo organo ad opera del sistema<br />

immunitario che, con un tipo di<br />

meccanismo autoimmune, non le<br />

riconosce più. In altre parole il<br />

sistema immunitario (che ci difende<br />

dalle infezioni) in questi pazienti<br />

distrugge le cellule del pancreas che<br />

producono insulina, perché pensa<br />

che siano delle cellule estranee.<br />

Questo tipo di diabete presenta una<br />

forte componente ereditaria, per cui<br />

è molto facile trovare intere famiglie<br />

non riescono a dirla. In questo caso<br />

avviene un vero e proprio blocco, la<br />

comunicazione s’inceppa e nascono<br />

l’incomprensione e la chiusura che<br />

creano, nel tempo, distanza tra le<br />

persone, isolamento e solitudine. In<br />

queste situazioni la persona assume<br />

comportamenti che possono<br />

avere, come unico scopo, quello di<br />

evitare o sfuggire un rapporto; in<br />

realtà la persona ci stà comunicando<br />

un suo disagio che non sempre<br />

riusciamo a comprendere chiaramente.<br />

Anche noi possiamo comunicare<br />

qualcosa a parole che poi<br />

contraddiciamo nei fatti, con un<br />

atteggiamento, con uno sguardo.<br />

In quei momenti, forse, non siamo<br />

consapevoli di ciò, ma gli altri, se<br />

sono attenti, riescono a percepire<br />

qualcosa che và oltre alle nostre<br />

parole e i sentimenti che le accompagnano,<br />

e ciò spaventa.<br />

Spesso ci sentiamo inadeguati a<br />

dialogare con l’altro in maniera efficace,<br />

eppure il bisogno di raccontarsi<br />

di condividere le proprie esperienze<br />

e soprattutto trovare delle<br />

risposte coerenti ai dubbi quotidiani<br />

, è grande e grida forte…ma pochi<br />

lo sanno e, se lo sanno, non lo<br />

ammettono con facilità! In realtà, il<br />

confronto comunicativo con se stessi,<br />

consente di acquisire una maggiore<br />

sicurezza personale, grazie<br />

alla comprensione ed elaborazione<br />

delle proprie idee, delle emozioni e<br />

dei desideri; ciò facilita il confronto<br />

con gli altri e quindi, un dialogo più<br />

adeguato. Esiste un modo corretto<br />

di comunicare?<br />

Tutti abbiamo il diritto di esprimere<br />

le proprie emozioni, le nostre idee,<br />

in maniera decisa e chiara, ma<br />

abbiamo la responsabilità di farlo<br />

senza offendere gli altri, senza<br />

adottare un comportamento<br />

aggressivo che denota semplicemente<br />

una forte insicurezza, debolezza.<br />

Allora sforziamoci, proviamo<br />

a dire le cose che sono nascoste<br />

dentro di noi, che spesso, anche se<br />

belle, non abbiamo il coraggio di<br />

dire: il rischio è che se non lo facciamo<br />

al momento giusto, potremmo<br />

non avere più l’opportunità di<br />

farlo e potrebbe risultare troppo<br />

tardi… qualcuno ha suggerito<br />

“Carpe diem” ovvero “cogli l’attimo!”.<br />

che presentano questa malattia. Il<br />

diabete insulino indipendente insorge<br />

invece in età avanzata. Diciamo<br />

subito però che questa soglia di età<br />

negli ultimi decenni si è abbassata<br />

sensibilmente, per cui non è difficile,<br />

specie nelle società più industrializzate<br />

trovare persone intorno<br />

ai trenta, quaranta anni che soffrono<br />

di questa patologia. Nel diabete<br />

di tipo insulino indipendente, l’iperglicemia<br />

non è causata dalla mancanza<br />

dell’ormone dell’insulina che<br />

di solito è presente, addirittura ad<br />

alti livelli, ma dalla resistenza che le<br />

cellule offrono a questo ormone.<br />

Abbiamo detto prima che l’insulina<br />

è fondamentale affinché le cellule<br />

del nostro organismo siano in grado<br />

di assumere glucosio. Ebbene nei<br />

soggetti con diabete di tipo insulino<br />

indipendente le cellule non sono in<br />

grado di rispondere all’insulina e<br />

quindi il glucosio rimane ad alte<br />

concentrazioni nel sangue. Questo<br />

tipo di diabete presenta una componente<br />

ereditaria, ma molto minore<br />

di quella presente nel diabete<br />

giovanile. Inoltre esso si associa frequentemente<br />

all’obesità, che con<br />

meccanismi ancora non del tutto<br />

chiari è in grado di predisporre l’organismo<br />

alla iperglicemia e quindi al<br />

diabete. Proprio l’aumento di questa<br />

patologia, l’obesità, sembra<br />

essere all’origine dell’aumento dell’incidenza<br />

del diabete nei paesi sviluppati<br />

o in via di sviluppo. Ma<br />

anche la dieta, o meglio il sempre<br />

maggiore consumo di dolciumi conteneti<br />

zuccheri a rapida assimilazione,<br />

come appunto il glucosio, fin<br />

dalla prima infanzia, sembra poter<br />

influire nel determinare una più<br />

rapida e precoce insorgenza di questo<br />

tipo di patologia. Dal punto di<br />

vista clinico il diabete è una malattia<br />

silente, che si presenta con una<br />

serie di manifestazioni cliniche<br />

dovute alle alterazioni metaboliche<br />

causate dall’iperglicemia e con vere<br />

e proprie lesioni patologiche gravi e<br />

irreversibili che colpiscono diversi<br />

organi, ma che si osservano solo<br />

dopo molti anni di malattia. Le alterazioni<br />

metaboliche si osservano<br />

principalmente nei soggetti affetti<br />

da diabete di tipo giovanile e sono<br />

dovute alla mancanza di zucchero<br />

nelle cellule, che provoca nell’organismo<br />

uno stato di chetoacidosi che<br />

se non scoperto immediatamente,<br />

può condurre al coma e alla morte.<br />

Le lesioni patologiche in diversi<br />

organi, sono invece correlate alla<br />

precoce aterosclerosi che si osserva<br />

nei soggetti con alti tassi di glicemia<br />

nel sangue. L’aterosclerosi è una<br />

patologia del sistema vascolare che<br />

provoca una diminuzione della elasticità<br />

e una riduzione del calibro dei<br />

vasi arteriosi.<br />

...Continua a Pag. 21<br />

Pag.9


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

In questo numero vi presentiamo la storia dell’orchestra<br />

“Aurora”<br />

Il ritorno<br />

di<br />

Max<br />

di Peppe Rossi<br />

LA MITICA<br />

ORCHESTRA “AURORA”<br />

Come le ciliegie, una notizia tira<br />

l’altra, non importa chi prima o<br />

chi dopo, il nostro orgoglio è<br />

“comunque, prima o poi”. Nel<br />

numero scorso di “<strong>Campo</strong> de<br />

Fiori” abbiamo parlato<br />

dell’Orchestra Hot Jazz e subito<br />

ci è stato rimarcato il fatto che<br />

a Civita Castellana esisteva<br />

un’altra orchestra, l’Orchestra<br />

“Aurora” molto più anziana<br />

dell’Hot Jazz . E’ proprio per<br />

questo che è più difficile trovarne<br />

materiale fotografico.<br />

Grazie ai familiari dei componenti<br />

della “Mitica” Orchestra<br />

siamo riusciti a costruire la storia<br />

di questi amici, che un giorno,<br />

decisero di far divertire la<br />

gente non soltanto locale, ma<br />

anche quella dei paesi limitrofi,<br />

in particolare Vignanello.<br />

Proprio tra Civita Castellana<br />

(Sala Cicuti) e Vignanello (Sala<br />

Pietrò), Giovanni Rossigni,<br />

detto “Giovanni de Giggiò”, fu<br />

l’indiscusso e continuo direttore<br />

dell’orchestra per via della sua<br />

passione per il violino, si vuole,<br />

infatti, che i direttori di orchestra<br />

vengano da questa scuola.<br />

Ma di direttori saltuari l’orchestra<br />

“Aurora” ne ha avuti tanti,<br />

tra i quali Alfredo Crestoni e<br />

il maestro Madonia, anche<br />

loro suonatori di violino.<br />

I componenti dell’Orchestra<br />

Aurora erano: Tommaso<br />

Rossi “O Ciommo”, suonatore<br />

di uno degli strumenti di nuova<br />

concezione, all’epoca, il trombone<br />

a tiro che importò<br />

dall’America durante la crociera<br />

con l’Amerigo Vespucci, nave<br />

scuola della Marina Militare, di<br />

cui Tommaso Rossi era parte<br />

dell’equipaggio, poiché elemento<br />

della Banda della Marina<br />

quale suonatore di Bombardino,<br />

Nino Ciarrocchi “o fornaro” al<br />

Sax, Attilio Mancini, attualmente<br />

residente a Latina, al<br />

Sax Tenore, Roberto Mei al<br />

Sax Baritono, Bino Lemme al<br />

clarino - questi ultimi due elementi<br />

in seguito passarono<br />

all’Hot Jazz - Edeocle<br />

(Edecole) Carabelli, alla<br />

Batteria, Clemente Fantera<br />

“Pistello”, suonatore di Bongo,<br />

Alfredo Cima “Cimetta”, suonatore<br />

di contrabbasso non<br />

elettrico, strumento simpaticamente<br />

chiamato “a Mattara”<br />

(* Vedi Nota), oggi ancora conservata<br />

dagli eredi e chiamato<br />

così per l’immenso volume dello<br />

strumento, Siro Spreca “o<br />

Tassinaro”, che in maniera saltuaria<br />

suonava strumenti a<br />

percussione: “nacchere” e a<br />

scuotimento: “maracas”, Nello<br />

Valeri detto “Nello o Zappò”,<br />

Giovanni Basili, detto<br />

“Giuvannetto o Barbiere”, abile<br />

clarinettista e sassofonista,<br />

Ediberto Manoni, polistrumentista,<br />

alla fisarmonica, al<br />

mandolino ed, infine, chitarra<br />

elettrica, Otello Ammannato,<br />

“o capo stazione”, al violino,<br />

Pag.10


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Lorenzo Picchetto, al Sax,<br />

Antonio Gelanga, alla tromba,<br />

Luigi Silveri “Giggiò”, alla<br />

fisarmonica, Fausto Sedan,<br />

alla fisarmonica ed infine Plinio<br />

Mei, alla batteria. Il gruppo<br />

dell’Orchestra Aurora, quindi<br />

ha avuto nel tempo un’alternanza<br />

di elementi che per<br />

numero era paragonabile<br />

all’imbattibile Orchestra radiofonica,<br />

poi televisiva Angelini,<br />

di Cinico Angelini. Nato nel<br />

primo dopoguerra, è intorno<br />

alla metà degli anni ’50 che il<br />

gruppo si fa conoscere e stimare<br />

in provincia. A Civita<br />

Castellana l’Aurora era regina e<br />

con lei si partecipava ai pomeriggi<br />

musicali, chiamati “The<br />

Danzanti”, o si organizzavano<br />

serate danzanti e veglioni, sia<br />

all’interno della Sala Cicuti, sia<br />

nel salone delle feste<br />

dell’Albergo Flaminio. Gli<br />

appuntamenti erano vari e le<br />

feste danzanti erano curate un<br />

po da tutti, si poteva partecipare<br />

al “Veglione dei Cacciatori”,<br />

a quello “Dei Signori” all’interno<br />

del Circolo d’Elite con sede nel<br />

palazzo Trocchi. Il “Veglione<br />

Rosso” organizzato dall’allora<br />

Partiti della Sinistra ; quello<br />

Comunista e quello Socialista,<br />

che si svolgeva all’interno del<br />

Palazzo Baroni, oggi Palazzo<br />

Montalto-Belei. Riguardo il<br />

Partito Comunista, questo si<br />

avvaleva anche dei vasti locali<br />

del circolo E.N.A.L. “Giovanni<br />

Amendola” avente la sede in<br />

Corso Bruno Buozzi nei locali<br />

oggi sede della Banca di Roma.<br />

Il paese dove si poteva ballare<br />

con l’Orchestra Aurora, fuori<br />

dalle mura cittadine era<br />

Vignanello. Le sedi: il cinema<br />

Cimino e la sala interna ed<br />

esterna nei locali - terrazza di<br />

Pietrò. Ogni domenica pomeriggio<br />

le coppie si formavano e<br />

crescevano a suon di Beguine,<br />

Fox Trot, Rumbe e Sambe. Non<br />

esistevano gli attuali “Balli di<br />

Gruppo” e l’Hully Gully era di là<br />

da venire, qualche lento era la<br />

gioia e delizia delle coppie presenti.<br />

Un altro appuntamento<br />

che vedeva l’Orchestra Aurora<br />

quale attrazione fissa, erano le<br />

feste di San Giovanni nel quartiere<br />

di Catamello, dove oltre ai<br />

nomi già fatti si potevano<br />

aggregare con l’orchestra<br />

anche elementi che facevano<br />

parte della Banda Cittadina,<br />

come Francesco Sacchetti, altro<br />

brillante clarinetto già avanti<br />

con l’età, e altri bravi strumentisti,<br />

la musica rendeva tutti<br />

giovani. C’è da dire che il gruppo<br />

che formava l’Orchestra<br />

Aurora era legato in ogni modo<br />

da una forte amicizia che continuava<br />

anche fuori dagli appuntamenti<br />

canonici, si potevano<br />

ascoltare divertiti nelle feste di<br />

“Villa Padella”, l’abitazione privata<br />

di Alfredo Cima in Via<br />

Rosselli, oggi via transitata ma,<br />

50 anni fa, vera periferia come<br />

l’intera zona di Catamello,<br />

oppure in Via Pistola dove esistevano<br />

degli orti e tra questi<br />

quello di proprietà di Giggiò,<br />

suocero di Giovanni Rossini. I<br />

componenti dell’orchestra<br />

Aurora non hanno mai mostrato<br />

pretesa di notorietà, a tutti<br />

bastava un piccolo introito,<br />

anche di natura mangereccia,<br />

visti i tempi di carestia che il<br />

dopoguerra regalava a profusione,<br />

e come ci si rimaneva<br />

male quando si andavano a<br />

fare “i servizi” e sul palco dei<br />

musicanti non arrivava ne<br />

materiale commestibile ne alcolici<br />

vari, visto che lo slogan ufficiale<br />

del gruppo era “ Dio ce ne<br />

scampi della sete dei musicanti”.<br />

L’orchestra Aurora è stata la<br />

colonna sonora di moltissime<br />

coppie ancora viventi, che<br />

attualmente hanno compiuto<br />

una bella manciata di anni,<br />

intorno la settantina. Ragazzi<br />

18enni allora che si raccomandavano<br />

agli strumentisti di eseguire<br />

molti lenti, perché…?<br />

Facile immaginarlo.<br />

Tempi andati, tempo che fu, ma<br />

una cosa è certa, le orchestre<br />

da ballo hanno sempre continuato<br />

ad essere uguali, senza<br />

mutare nel tempo e mantenendo<br />

sempre lo stesso potere di<br />

attrazione.<br />

NOTA<br />

* “mattara” - era così chiamata in dialetto<br />

la madia, il mobile che serviva alle<br />

nostre nonne per custodire l’impasto<br />

della farina e lievito per confezionare il<br />

pane e conservarne la base acida,<br />

appunto la pasta lievitata).<br />

Pag.11


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Album dei ricordi<br />

Correva l’anno 1957<br />

Giovani civitonici festeggiano il carnevale<br />

presso la sala F.Cicuti di Civita Castellana<br />

Questa bella fotografia ci è stata data dal Sig. Gai Lamberto<br />

Chi sono questi piccoli scolari ??......<br />

Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio.<br />

Se desiderate vedere pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Pag.12


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Album dei ricordi<br />

Correva l’anno 1950: V elementare<br />

la foto ci è stata data dalla Sig.ra Lucia Vaselli<br />

Correva l’anno 1950 : bambini di Civita Castellana che hanno ricevuto<br />

la prima comunione presso la Cattedrale S.Maria Maggiore<br />

Pag. 13


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

L’uomo Lancia<br />

NATALONI il pilota che ha vinto più gare al mondo di Sandro Anselmi<br />

fatto un patto con il diavolo ed è bello e salutare<br />

discutere con un giovanotto così vivo e carico<br />

di energie. La sua storia e la sua carriera<br />

sono ricche e copiose e perciò non basterà questo<br />

numero di <strong>Campo</strong> de’ fiori per raccontarvele.<br />

Incominciò, da quando suo padre, grande<br />

appassionato di auto, gli prestava la macchina<br />

per poter seguire la Mille Miglia che passava a<br />

Civita Castellana e, quando ancora, gli si faceva<br />

complice per poter eludere la madre, invece<br />

contraria, per poter partecipare di nascosto alle<br />

prime gare. A diciotto anni guidava già una<br />

Aurelia B21. A soli venti anni partecipa alla sua<br />

prima Mille Milla. Ad appena ventuno anni vince<br />

la coppa del Cimino con la Lancia Aurelia 2000.<br />

La Lancia appunto, questa grande casa che sposerà<br />

e con la quale otterrà il novanta per cento<br />

dei suoi successi. Ha successi clamorosi, duraturi,<br />

infiniti.<br />

Quando si ha la velocità nel sangue e questa si<br />

trasmette con il DNA, si verifica allora che diverse<br />

generazioni diano alla storia dei campioni e,<br />

nella famiglia Nataloni, questo è. Germano<br />

Nataloni, però, la velocità nel sangue l’ha solo<br />

per quel che riguarda l’automobilismo e non<br />

certo per il significato medico del termine.<br />

Questo superbo campione di oltre settant’anni<br />

di età, è senz’altro più giovane di oltre venti<br />

anni di ciò che dichiara l’anagrafe. E’ simpatico,<br />

cordiale, giavanilissimo ed è un vero gentleman.<br />

Ha gli occhi vivi di un uomo che ha sempre vissuto<br />

nella velocità, dove non è permessa nessuna<br />

distrazione, dove tutto è adrenalina e<br />

coraggio e dove la sana voglia di vincere, che è<br />

innata nell’uomo, non viene mai meno. Siamo<br />

nell’ufficio di Nepi della sua prestigiosa azienda<br />

che conduce insieme al figlio Nello (altro campione<br />

del quale parleremo in seguito) e, orgoglioso<br />

del suo lavoro e della sua fulgida carriera,<br />

mi mostra, grazie all’amicizia che ci lega da<br />

quando andavo a trovarlo per discutere di assicurazioni,<br />

(una delle mie attività storiche) una<br />

quantità esagerata di coppe, targhe e trofei<br />

tanto da restarne abbagliato.<br />

Germano è rimasto come allora, sembra aver<br />

Pag. 14


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Il primato ad esempio di aver vinto, tra l’altro,<br />

ventitre titoli italiani consecutivi. Altro esempio,<br />

che avvalora ancor più la straordinaria bravura<br />

di questo super campione, è quello che nel<br />

1992, per la classe oltre 2500 e nel gruppo A,<br />

vince tutte le undici tappe da Biella a Madonna<br />

di Campiglio. Germano era un pilota ricco di<br />

temperamento ma anche dotato di molta tecnica.<br />

All’arrivo aveva spesso i calzini lacerati per la<br />

forza con cui azionava i pedali del freno e della<br />

frizione, ma era spesso anche sfinito per l’esatta<br />

applicazione delle strategie vincenti che<br />

usava in gara. Nella Mille Miglia di Monza, alla<br />

guida di una Beta Montecarlo Turbo, sotto una<br />

pioggia battente, schizza subito in testa e vince<br />

davanti a piloti come Patrese e Alboreto. Sui<br />

giornali dell’epoca veniva denominato “il drago”<br />

ed era frequente il paragone con il leggendario<br />

Nuvolari, tanto che alla fine delle gare, coperti<br />

ancora dalla tuta, venivano scambiati l’uno per<br />

l’altro. ...continua sul prossimo numero<br />

...continua da pag.6<br />

L’anno 1584 sancisce la consacrazione della<br />

festività di Sant’Anna; S. Gioacchino celebrato<br />

dapprima il 20 marzo dello stesso anno, si celebra<br />

nel nuovo calendario liturgico il 26 Luglio<br />

insieme a Sant’Anna. Uno scritto del II sec. traccia<br />

la storia di Sant’Anna, che dopo una lunga<br />

sterilità ottiene dal Signore la nascita di Maria.<br />

Da allora le trepidanti mamme in attesa del<br />

parto celebrano e invocano la protezione di<br />

Sant’Anna.<br />

Breve storia della religiosità<br />

di Civita Castellana<br />

Attraverso una lettura dei reperti archeologici e<br />

dalle testimonianze letterarie possiamo ricostruire<br />

la religiosità e la devozione dei nostri<br />

antenati sino all’era cristiana. Ricordiamo le bellissime<br />

decorazioni in terracotta dei templi urbani<br />

di Vignale e Scasato e suburbani, come Sassi<br />

e Celle. La loro bellezza ed imponenza, ancora<br />

visibile nei reperti esposti nel Museo romano di<br />

Villa Giulia è dimostrata dalla notevole espressività<br />

della statua frontonale raffigurante Apollo (<br />

fine IV – inizi III sec. a.C.) e di Giunone Curite,<br />

proveniente dal santuario di Minerva allo<br />

Scasato. Giunone somma divinità protettrice<br />

del popolus Falisco rimane oggetto di culto e<br />

divinazione anche dopo la fine del fiero popolo<br />

Falisco.<br />

I potenti Romani colonizzatori e vincitori, nel<br />

241 a.C. distruggono Falerii Veteres e trasferiscono<br />

i pochi superstiti in una nuova città,<br />

Falerii Novi. Come ricordare il loro passato, la<br />

loro identità e religione?. Con una solenne processione<br />

che da Falerii Novi attraverso un cammino<br />

di fede per la via Sacra, raggiunge il<br />

Tempio consacrato a Giunone Curite, edificato<br />

sin dal VI sec. a.C. in località Celle, lungo il<br />

corso del Rio Maggiore (sotto l’ospedale<br />

Andosilla). Una giovane sposa, originaria di<br />

Falerii Veteres porta il suo uomo, Ovidio, poeta<br />

latino del tempo di Ottaviano Augusto nei luoghi<br />

della sua infanzia ed il poeta, compose una<br />

coreografica descrizione negli AMORES III, 835”<br />

I Sacerdoti stavano preparando i sacri riti di<br />

Giunone con giuochi solenni e con bue locale.<br />

Fu gran premio alla mia permanenza ivi, benché<br />

sia scoscesa la via che vi conduce” della singolare<br />

e sentita processione per la Via Sacra. All’<br />

ubicazione stessa del Tempio di Giunone Curite<br />

si è giunti tramite questo scritto di Ovidio ed al<br />

ritrovamento fortuito di ex voto in un luogo<br />

sacro, dentro le gelide acque del “Fosso dei<br />

Cappuccini”. Una lapide in bronzo, ritrovata a<br />

Falerii Novi nel 1870, rappresenta la devozione<br />

di alcuni cuochi falisci “ A Giove, a Giunone, a<br />

Minerva i Falisci che si trovano in Sardegna offrirono<br />

in dono” ed un’altra rinvenuta presso Porta<br />

Giove, ci indica presumibilmente l’ubicazione del<br />

Tempio di Minerva, venerata dai discendenti dei<br />

Falisci. Nell’area di Falerii Novi nasce il messaggio<br />

evangelico. Il cristianesimo, col pesante tributo<br />

di sangue e fede dei primi martiri, lascia in<br />

quelle ancor possenti, quanto abbandonate<br />

mura, il sacrificio di due martiri del terzo secolo,<br />

Santi Gratiliano e Felicissima, probabili patroni<br />

della ricostruita Civita nell’Alto Medievo. Nella<br />

zona dei templi pagani sorsero le prime chiese<br />

rupestri tra cui quella di Sant’Anselmo e S.<br />

Ippolito, vicino al tempio dello Scasato. Intorno<br />

all’anno 1000 il Vescovo di Civita, Crescenziano,<br />

seguendo le orme e gli scavi dell’imperatore<br />

Ottone III, trova le spoglie dei martiri Marciano<br />

e suo figlio Giovanni presso la chiesa di S.<br />

Teodora a Rignano Flaminio. Con la traslazione<br />

delle reliquie a Civita Castellana, dapprima nella<br />

chiesa di S.Ippolito, si narra di episodi ed eventi<br />

prodigiosi ( acqua purissima che all’improvviso<br />

sgorga dall’immagine di S. Teodora - gigli che<br />

in pieno inverno fioriscono ed erba che rinverdisce<br />

). Tra i fedeli inizia il culto dei nuovi SS.<br />

Martiri. La volontà popolare, la devozione dei<br />

fedeli e per decisione del Vescovo Crescenziano,<br />

i Santi Marciano e Giovanni diventano i protettori<br />

di Civita Castellana.<br />

Pag.15


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Come eravamo di<br />

Alessandro Soli<br />

Anno scolastico 1958-1959 scuola media II C.<br />

prima fila in piedi da sx: Emanuela Fantera, A.Rita Eroli, Gabriella Berardi, Mauro Cipriani,<br />

Enzo Pegoraro, Prof.Luigi Paolelli (disegno), Prof.ssa Elena D’Angiolini (lettere),<br />

Sergio Angeletti, Silvano D’Ascanio, Ermanno Nelli, Maria Mancini, Gabriella Fantera.<br />

seconda fila in ginocchio da sx: Pifferi, Alessandro Soli, Franco Masciangelo, Mario Russo,<br />

Biagio Caccialupi, Rolando Polidori, Fabrizio Fontana, Sergio Conti.<br />

terza fila seduti da sx : Mario Ginevoli, Sergio Bertolini, Michele Abbate.<br />

Quale migliore occasione per fissare i ricordi<br />

di una “infanzia Civitonica”, che per me,<br />

ormai ultra cinquantenne,rappresentano qualcosa<br />

di molto importante, infatti essi entrano a<br />

far parte di quel bagaglio, che la tradizione e<br />

la cultura popolare riescono a malapena a<br />

conservare. Allora non perdiamolo, questo<br />

bagaglio, e se qualcuno l’ha smarrito, spero di<br />

dargli la sensazione e la gioia di averlo ritrovato.<br />

Permettiamoci perciò questi “Flash<br />

back”(Lampi di cose vissute), che tanto bene<br />

fanno alla mente e allo spirito.<br />

Dividerò questo “lavoro”, in varie sezioni, iniziando<br />

dalla scuola, per continuare con i giochi,<br />

e via via tutte le tradizioni civitoniche,<br />

degne di essere conservate e (perché no?), fatte<br />

conoscere alle nuove generazioni.<br />

Pag.16<br />

LA SCUOLA<br />

I banchi in legno, con il foro centrale per il<br />

calamaio in vetro, che la bidella riempiva<br />

ogni mattina di inchiostro, dove il “pennino”,<br />

(favoloso quello fatto a torre), diventava<br />

una lancia bluastra che trafiggeva il<br />

foglio del quaderno con la copertina nera e<br />

i bordi rossi. Il cancellino della lavagna, che<br />

veniva lanciato in classe (quando era possibile),sulle<br />

spalle del compagno di banco<br />

che all’improvviso si trasformava in<br />

“apprendista mugnaio”, malgrado il sinaletto<br />

nero. L’ora di ricreazione, con il formaggino<br />

“Ferrero”, quello triangolare al cioccolato<br />

e nocciole tritate, oppure il più classico<br />

“pane burro e marmellata”. I primi anni<br />

delle elementari, con intere pagine di quaderno,<br />

riempite a noia e fatica, di lettere<br />

A,B,C, e numeri 1,2,3.<br />

Eravamo sempre muniti di penna e calamaio,<br />

con l’immancabile”carta assorbente”,<br />

che ci salvava da macchie e “sbrodolamenti”<br />

vari. Poi, di colpo, la rivoluzione nella<br />

scrittura: la penna “Biro” (dal nome del suo<br />

inventore), ovvero la penna a sfera. Non<br />

riuscivamo a capire perché l’inchiostro non<br />

si “seccava” in quella cannuccia di plastica<br />

, e perché quella piccola sfera non scappava<br />

mai via. Quante volte l’abbiamo tolta,<br />

afferrandola magari con le pinze, macchiandoci<br />

le mani d’inchiostro così denso,<br />

che neanche il sapone fatto in casa dalla<br />

nonna, con grasso e cenere,riusciva a cancellare.<br />

I corridoi della scuola, con i manifesti<br />

dei Funghi Velenosi e Commestibili,<br />

ma noi eravamo affascinati da quelli che<br />

raffiguravano i pericoli che si potevano<br />

incontrare in<br />

campagna.<br />

Essi evidenziavano<br />

i vari<br />

residuati bellici,<br />

come<br />

bombe, mine<br />

antiuomo e<br />

anticarro,<br />

ancora inesplose,<br />

con il<br />

monito di non<br />

toccarle, scritti<br />

in stampatello<br />

e a caratteri<br />

cubitali.<br />

L’interno della<br />

classe, austero<br />

e spartano,<br />

con la cattedra e i banchi in<br />

legno, la lavagna un po’ distanziata<br />

dal muro, quel tanto che bastava<br />

ad accogliere il “discolo di<br />

turno”, e le pareti, tappezzate di<br />

cartine geografiche ormai logore,<br />

ma pur sempre affascinanti.<br />

Guardando quelle dei continenti<br />

extraeuropei, la nostra fantasia<br />

navigava verso terre lontane e<br />

sconosciute. Di colpo ci sentivamo<br />

“Tigrotti del fiume Treia”, agli<br />

ordini di Sandokan, nella “Foresta<br />

del Quartaccio”. Il suono della<br />

campanella, che ci riportava alla<br />

realtà, con la promessa di “darsele<br />

di santa ragione” all’uscita della<br />

scuola, quando le “borzate” non<br />

volavano più, e rimaneva il rammarico<br />

per battaglie mai fatte.<br />

I profumi della scuola, tipico e<br />

inconfondibile quello della grafite,che<br />

emanava la matita appena<br />

temperata, la cui punta si spezzava<br />

a ripetizione. Questa operazione<br />

veniva fatta con il temperino<br />

classico a volte sostituito dalla<br />

“Gillette”usata di papà, che ci<br />

dava la sensazione di essere più<br />

grandi. C’era poi il profumo della “gomma<br />

dura”, che cancellava i nostri errori, ma<br />

spesso bucava i quaderni, incontrando la<br />

resistenza dell’inchiostro.<br />

Ci sarebbero non mille, ma milioni di ricordi<br />

legati alla scuola, ma il più affascinante<br />

resta quello che ci riporta al primo giorno<br />

di scuola, quando con il grembiule stirato,<br />

mostrando con orgoglio l’asta di stoffa<br />

cucita sul braccio destro (marchio in numero<br />

romano che ci catalogava in prima elementare),<br />

armati di borsa in pelle e cestino<br />

per la colazione, entravamo a far parte di<br />

quel mondo che una vita intera non sarà<br />

sufficiente a scoprire veramente.<br />

.... continua sul prossimo numero<br />

E’ proprio il caso di dire: prendi carta, penna e calamaio (1952)


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Cari amici<br />

Noel sta crescendo e<br />

la sua storia si arricchisce<br />

di nuove<br />

avventure. Vi consigliamo<br />

di conservare<br />

tutti gli inserti.<br />

Buona lettura dai<br />

vostri<br />

Cecilia e Federico<br />

continua.....<br />

XVI


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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Album dei ricordi<br />

Correvano gli anni ‘50 : colonia estiva<br />

Correvano gli anni ‘40 : giovani civitonici<br />

Correvano gli anni ‘70: donne civitoniche in gita a Firenze<br />

Correvano gli anni ‘50: giovani al ballo di carnevale<br />

In questa foto di contadini fabrichesi pubblicata<br />

nel 4^ numero sono stati riconosciuti : Ing.<br />

Enrico Giacobbe che ha chiamato da Piacenza,<br />

Elisena Stefanucci, Letizia Giacobbe, Teresina<br />

Stefanucci, Francesco Pacelli<br />

In questa foto pubblicata nel 5^ numero sono<br />

stati riconosciuti, oltre a Franco Arpini, che ci ha<br />

dato la foto, Gino Galligani, Claudio Corazza,<br />

Elio Mosca che ci ha chiamato dalla provincia di<br />

Bolzano, Franco Ricci, Celeste Innocenzi e<br />

Franco Sorge.<br />

In questa foto pubblicata nel 5^ numero sono stati riconosciuti:<br />

prima fila in alto da sx: Antonio La Marca, Antonio<br />

Madeddu, Gino Micheli, Mario Talia, Aldo Cerri.<br />

seconda fila, centrale da sx: Verano Sestili, Ivo<br />

Sinibaldi, Lorenzo Stinchelli, Carlo Basili, Nino Coramusi,<br />

Sandro Moscioni, Lamberto Santucci.<br />

terza fila, seduti da sx: Vittorio Salvucci, Vincenzo<br />

Marini, Arnaldo Profili, Sergio Talia, Mariso Massaccesi,<br />

Sandro Severini.<br />

In questa foto pubblicata sul 5^ numero sono state riconosciute: Suor Imperia,<br />

Corina Ceroni, Loriana e Floriana Pinardi, Maria Barduani, Scopetti, Assunta Vegni,<br />

Giuliana Cerri, Mirella Marcantoni, Graziella Guazzaroni, Anna e Mina Vaselli,<br />

Sandra Mezzanotte, Mirella Cirioni, Bonina Ercolini, Giovanna Rossi, Anna Rosa<br />

Angeletti, Fiorella Corteselli , Vera Tontoni, Gina Mancini, Anna Mozzicarelli, Anna<br />

Laurenti, Dirce Gomiero, Nelli, Maria De Petris, Anna Polacchi, Maria Federici,<br />

Emiliana Anzellini e sua cugina, Maria Fantera, Vincenza Micheli, Leda Fiora,<br />

Gabriella Lerin, Ornella Smargiassi, Rosanna Malatesta, Orlanda Dionisi, Leida<br />

Tribolati, Giuseppa Ercolini, Ines Stinchelli.<br />

Pag. 19


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Poesia<br />

CARNEVALE<br />

‘Na manciata de coriandoli in bocca,<br />

te fanno assaporà che nun è male,<br />

er sapore dorce de sto carnevale.<br />

E’ la festa de tutti, de li padri e de li ragazzini,<br />

che se trasformeno come burattini.<br />

Sarteno, balleno, fanno gran cagnara,<br />

dimenticanno l’affanni de ‘na vita amara.<br />

Baci, abbracci, ognuno è tu’ fratello,<br />

poi, domani, s’aricomincia cor cortello.<br />

L’omo cambia, ma la maschera è sempre quella:<br />

Arlecchino, Colombina, Purcinella.<br />

Ogni anno, puntuali, aritorneno pe’ strada,<br />

pe’ fà ride chi piagne de dolore,<br />

pe’ cconnì a solita zuppa,<br />

e dajie più sapore !<br />

Alessandro Soli, 14.02.1985<br />

Buon San Valentino<br />

A te che sei tutto e tutto è racchiuso in te.<br />

Gabry per Michy<br />

Non ci sono parole per dirti<br />

Ti amo....Luca (per la mia Valeria)<br />

Ho sempre bisogno di te. Romina<br />

Ogni giorno che sorge il sole rafforza il mio amore per te. F.B.<br />

L’amore è come il fuoco di un camino, per ardere ha bisogno di legna....io<br />

ne ho un mare. Giusy per Marco<br />

Un uomo che non sà amare non può vivere......io vivo. Roberto<br />

Pag.20


...continua da Pag. 9<br />

A lungo andare i vasi colpiti non<br />

sono in grado di trasportare al<br />

meglio il sangue agli organi che<br />

quindi diventano sofferenti e mal<br />

funzionanti. La progressione di questa<br />

patologia vede una chiusura<br />

completa del vaso con danno ischemico<br />

dell’organo colpito. Purtroppo<br />

gli organi che ne sono colpiti principalmente<br />

sono il sistema nervoso<br />

centrale e periferico, il sistema cardiovascolare,<br />

i reni e gli occhi.<br />

Organi questi di vitale importanza.<br />

Basti pensare che è stato calcolato<br />

che il rischio di infarto nei pazienti<br />

diabetici è circa il doppio di quello<br />

del resto della popolazione. Il diabete<br />

fino a pochi decenni fa costituiva<br />

ancora una malattia contro cui<br />

si poteva poco o nulla. Soprattutto<br />

le persone malate di diabete di<br />

primo tipo, avevano una attesa di<br />

vita, cioè una sopravvivenza media<br />

rispetto alla popolazione generale,<br />

molto bassa e con notevoli problemi<br />

medici. L’introduzione prima dell’insulina<br />

estratta dal maiale e poi<br />

quella umana sintetizzata in laboratorio<br />

hanno completamente rivoluzionato<br />

la cura e le speranze di vita<br />

di questi pazienti. L’inoculazione<br />

dell’ormone mancante è infatti in<br />

grado nei diabetici di primo tipo di<br />

abbassare il livello di glucosio nel<br />

sangue e di far entrare questo zucchero<br />

nelle cellule. La terapia del<br />

diabete insulino indipendente si<br />

basa invece su un’attenta dieta, che<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

riduca prima il soprappeso e che poi<br />

controlli strettamente l’introduzione<br />

di zuccheri preferendo quelli a lenta<br />

assimilazione presenti nella pasta a<br />

quelli altamente assimilabili presenti<br />

nei dolciumi e nelle lavorazioni da<br />

forno, per esempio. Oltre che sulla<br />

dieta la terapia di questo tipo di diabete<br />

si basa anche sull’esercizio fisico<br />

che è in grado di far ridurre i<br />

livelli di zucchero e colesterolo nel<br />

sangue e su alcuni farmaci che<br />

sono in grado di diminuire la resistenza<br />

delle cellule all’insulina o di<br />

regolare con complessi meccanismi<br />

i livelli di glucosio nel sangue mantenendoli<br />

più bassi. Purtroppo l’incidenza<br />

del diabete insulino indipendente,<br />

come ho già detto è in<br />

aumento considerevole, e questo<br />

Giochi Antichi<br />

sembra dipendere fondamentalmente<br />

dalla nostra dieta che negli<br />

ultimi venti anni si è arricchita di<br />

prodotti industriali ad alto contenuto<br />

di zuccheri e calorico, determinando<br />

un aumento sensibile dell’obesità<br />

e di riflesso del diabete. In<br />

questo senso è importante, anzi<br />

fondamentale per arrestare l’aumento<br />

di questa patologia la prevenzione<br />

dietetica, limitando l’assunzione<br />

di alimenti ad alto contenuto<br />

calorico e di zuccheri semplici<br />

altamente assimilabili, e adottando<br />

invece una dieta varia, ricca in fibre<br />

e carboidrati complessi, assunti<br />

naturalmente nelle dovute quantità<br />

e senza mai esagerare.<br />

Il gioco della trottola sembra che risalga a<br />

circa 6.000 anni fa. Alcuni esemplari di<br />

trottola sono stati ritrovati negli scavi dell’antica<br />

Troia, a Pompei, in alcune tombe<br />

etrusche ed infine in Cina, Giappone e<br />

Corea. Il gioco della trottola ha davvero<br />

fatto divertire i bambini di ogni parte del<br />

mondo e il nome attribuitole, cambiava di<br />

paese in paese. Il tipo di trottola che vi<br />

proponiamo veniva chiamata in dialetto<br />

civitonico piccolo e la versione più grande<br />

piparola. In altri paesi come a Fabrica di<br />

Roma il suo nome era pitolo e stornello a<br />

Canepina. In altri ancora spacca strommola,<br />

in quanto, una variante del gioco,<br />

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ne faceva girare una, un secondo<br />

bambino ne lanciava un’altra cercando di<br />

centrare quella che stava già girando, la<br />

quale, con l’urto violento, veniva spaccata.<br />

Questo tipo di trottola, rigorosamente<br />

in legno, veniva costruita a mano e, sulla<br />

parte più stretta, le veniva inserito un piccolo<br />

puntale di ferro che le permetteva di<br />

girare. La trottola veniva lanciata trattenendo<br />

fra le dita un lembo dello spago<br />

precedentemente avvolto attorno alla<br />

stessa. Lo srotolarsi dello spago, dopo il<br />

lancio, dava alla trottola la necessaria<br />

forza centrifuga per roteare.<br />

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Pag.21


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Storia della musica a Fabrica di Roma di Doriano Pedica<br />

Nessuno mai si è cimentato nell’ impresa,<br />

magari difficile, ma certamente non ardua, di<br />

fare una specie di “storia della musica” a<br />

Fabrica di Roma. Certo, diversi presupposti e<br />

diverse basi sulle quali lavorare esistono,<br />

basta cercare nell’archivio storico del<br />

Comune, nelle carte della banda Musicale<br />

Raffaele Poleggi, nella memoria dei molti<br />

musicanti e musicisti di Fabrica, nell’archivio<br />

di immagini del locale Circolo Artistico<br />

Fotografico. E piu’ in generale, in tantissimi<br />

cittadini che sicuramente hanno da dire e da<br />

raccontare molto. Per la verità un lavoro esiste,<br />

ed anche abbastanza completo e documentato,<br />

quello fatto da Giuseppe Bianchini,<br />

storico locale, esperto di cose antiche, studioso<br />

della comunità fabrichese . Bianchini già da<br />

tempo ha redatto un manoscritto con la storia<br />

della banda musicale R.Poleggi, che vive<br />

ormai da ben tre secoli.<br />

Lavoro pregevole e senza dubbio degno della<br />

massima attenzione, che prima o poi dovrà<br />

trovare un mecenate che lo dia alle stampe.<br />

Ma la storia della musica a Fabrica parla<br />

anche della musica cosiddetta “ leggera”,<br />

quella che ha vissuto di intrattenimento, di<br />

divertimento, di sogni, di amori e di ribellione,<br />

di nuove idee e di grandi progetti. Forse<br />

tutto questo potrebbe partire dagli anni 60,<br />

ma anche in precedenza Fabrica ha prodotto<br />

qualcosa, anzi piu’ di qualcosa, che ha fatto<br />

divertire e ballare intere generazioni, dalle<br />

prime tracce ante e post belliche, quando<br />

bastava una fisarmonica e qualche strumento<br />

Pag. 22<br />

a fiato per fare musica semplice, fatta di rime<br />

baciate e di ritornelli se vogliamo un po’ elementari.<br />

Forse solo nel dopoguerra, con l’arrivo<br />

in massa della musica mondiale, americana<br />

in particolare, qualcosa di piu’ consistente<br />

si è visto.<br />

I primi gruppi stabili, con orientamenti che<br />

avevano preso spunto dalle formazioni jazz,<br />

ma che producevano musica leggera italiana<br />

è quanto andava di moda all’epoca. Chi non<br />

ricorda i mitici “ Brazil” che poi erano quasi<br />

tutti, se non tutti, componenti della banda<br />

musicale cittadina? Hanno raccolto pubblico e<br />

consensi , tanto da scavalcare mezzo secolo.Poi<br />

da metà degli anni 60 nascono le formazioni<br />

“Beat” che già sono state analizzate<br />

assai esaurientemente anche dalle colonne di<br />

questa pubblicazione, ma questo fenomeno<br />

segno’ il passaggio dagli strumenti tradizionali<br />

a quelli elettrici.<br />

La pianola, la chitarra elettrica ed il basso<br />

elettrico. Per una musica nuova, che cambiava<br />

i gusti ed i modi di essere di una generazione.<br />

Non piu’ nomi, per non fare torti a nessuno,<br />

ma sicuramente un movimento che ha<br />

aperto una nuova traccia nella musica fabrichese.<br />

E da quei tempi, dalle balere all’aperto<br />

su spazi improvvisati, dall’epoca dei fazzoletti<br />

al collo come Battisti e dei “capelloni” sono<br />

nate generazioni di giovani appassionati che<br />

pizzicando corde , pigiando i tasti bianchi e<br />

neri o battendo sulle pelli dei rullanti, hanno<br />

dato un fermento musicale che mai si è arrestato.<br />

Che ha conosciuto forse periodi di stanca,<br />

ma diverse formazioni si sono sempre<br />

alternate nelle preferenze dei giovani che via<br />

via crescevano. Ora siamo nel nuovo secolo,<br />

da “ ciliege rosa” con la mitica tromba dei<br />

Brazil ne è passata di acqua sotto i ponti, ma<br />

a Fabrica rimane qualcosa, anzi molto, che si<br />

vede negli appuntamenti musicali, quando c’è<br />

la rassegna estiva che coincide con la festa<br />

della birra, ad agosto. Forse questa parte, questo<br />

aspetto della cultura fabrichese merita di<br />

piu’, molto di piu’, merita uno studio importante<br />

e non ci meraviglierebbe se qualche giovane<br />

intraprendente, che si vuole laureare in<br />

specialità moderne, facesse una ricerca a tappeto,<br />

su Fabrica, sui paesi vicini, per vedere<br />

quanto c’è di buono e di importante nei giovani<br />

che sempre hanno fatto musica, moda, opinione<br />

e che hanno contribuito a creare la vita<br />

di un paese, di una zona piu’ o meno omogenea.<br />

Forse potrebbe trovare consensi ed incoraggiamenti.<br />

In fondo la musica dalle nostre parti<br />

l’abbiamo nel sangue ;non siamo lontani<br />

discendenti di quegli Etruschi che duemila e<br />

cinquecento anni fa si immortalavano con<br />

dipinti che rappresentavano scene di musica ?<br />

Questo, come tanti da questa rivista, è un<br />

ennesimo sasso nello stagno. Le acque fin<br />

troppo calme che ci hanno preceduto in questi<br />

ultimi anni vanno agitate, movimentate, provocate:<br />

E nelle vesti di provocatore mi ci trovo bene,<br />

magari qualcuno chiedesse, cercasse, volesse.<br />

Si potrebbe fare bene. Proviamo ?<br />

L’A.I.D.I. (ACCADEMIA INTERNAZIONALE D’ITALIA)<br />

e <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

selazionano giovani ambisesso, per ampliare le proprie strutture<br />

organizzative e per avviarli ad una promettente carriera<br />

professionale.<br />

Tel. 0761.513117 e-mail: sandro_anselmi@libero.it


Erminio Cipriani<br />

Torneo di Basket in onore di Maurizio Mascioli<br />

CIAO ANGELO<br />

A volte succede…<br />

Apparentemente senza<br />

una ragione!!!<br />

Incontri una persona e ti<br />

affezioni…<br />

Ti trasmette dei valori…<br />

Ti aiuta…<br />

Conosci il suo modo di<br />

vivere<br />

(è simile al tuo)<br />

Ti fa piacere<br />

vederla…anche se ogni<br />

tanto<br />

...Peccato non averti mai<br />

detto queste cose.<br />

Sei scomparso in maniera<br />

imprevedibile,<br />

sostituendo nei nostri sentimenti<br />

la gioia che avevamo nel<br />

Angelo Fantera - (primo a sx)<br />

conoscerti,<br />

con un profondo dolore.<br />

Ci mancherai molto…<br />

Ci mancherà molto<br />

IL MARESCIALLO…<br />

Mai cattivo…<br />

Mai volgare…<br />

Ci mancherai molto<br />

ANGELO…<br />

Grazie di avere attraversato<br />

la nostra vita<br />

Di avere lasciato la tua<br />

traccia.<br />

Grazie di averci fatto<br />

conoscere<br />

Una persona VERA.<br />

Un saluto<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

In ricordo di.....<br />

GLI AMICI<br />

Maurizio Mascioli<br />

La pagina dedicata allo sport del nostro<br />

“<strong>Campo</strong> de Fiori”, su questa uscita, non<br />

parlerà di sport in attività nella Città delle<br />

Ceramiche, ma sarà dedicata in ricordo di<br />

tre concittadini che, nel 2003, ci hanno<br />

lasciato in maniera tragica ed improvvisa:<br />

Erminio Cipriani, Maurizio Mascioli e Angelo<br />

Fantera. Tre uomini che hanno dedicato la<br />

loro vita allo sport; il Rugby per Erminio e<br />

Angelo e il Basket per Maurizio. Il nostro<br />

non vuole essere un necrologio, ma un<br />

ricordo da conservare insieme al nostro<br />

giornale. Di Maurizio ne parleremo anche<br />

nel prossimo numero, inserendolo nella<br />

storia del Basket Civitonico poiché militante<br />

nella squadra di Gianni Santi e del patron<br />

Enzo Brunelli: l’AS Basket Civita Castellana<br />

affiancabile al nome di Hydra. La giovane<br />

età di Maurizio ci racconta poco della sua<br />

vita sportiva, ma la volontà di superare l’impedimento<br />

che un male incurabile lo stava<br />

minando, è lodevole. Egli, non solo ha continuato<br />

a fare agonismo mettendocela tutta<br />

e indossando la maglia numero 9 della<br />

squadra del coach Fabbri, ma si è voluto<br />

anche diplomare a tutti i costi. E’ proprio<br />

per questo motivo, a simbolo di un personaggio<br />

da emulare, che l’Istituto Tecnico<br />

Commerciale “Fabio Besta”, dove Maurizio<br />

si è diplomato, gli ha voluto dedicare la<br />

palestra di proprietà dell’Istituto stesso,<br />

oggi, appunto, palestra “Maurizio Mascioli”.<br />

La società di basket gli dedicherà, nell’anniversario<br />

della sua morte, un memorial<br />

che ha già esordito con la presenza delle<br />

squadre di basket: la Pegaso di Tarquinia, la<br />

Stella Azzurra di Viterbo, Fortitudo Roma<br />

1908, e l’Hidra Basket. A Maurizio Mascioli<br />

sarà dedicato anche il torneo Esordienti<br />

Provinciale 2003\2004 con al partecipazione<br />

di 7 squadre provinciali A.S.BASKET<br />

PEGASO TARQUINIA, VIRTUS CAPRANICA<br />

BASKET, U.S MURIALDO, S.ROSA VITERBO,<br />

STELLA AZZURRA VITERBO, VIRTUS<br />

MARTA, AS.BASKET CIVITA CASTELLANA,<br />

che si svolgerà a primavera. Erminio<br />

Cipriani, invece, ha vissuto un’attività spor-<br />

di Peppe Rossi<br />

tiva molto più intensa e promiscua, avendo<br />

più anni di Maurizio, prodigandosi tra il<br />

pugilato e il Rugby. Chi ha avuto modo di<br />

leggere le puntate dedicate al pugilato pubblicate<br />

nei numeri precedenti, avrà più volte<br />

letto il nome di Erminio quale collaboratore<br />

della palestra pugilistica civitonica, affiancata<br />

al circolo “Giovanni Amendola” di<br />

Civita Castellana. Erminio è stato, per anni,<br />

il secondo di bordo ring degli atleti della<br />

boxe locale, per tutti gli anni in cui la palestra<br />

ha operato in tutto il suo splendore.<br />

Allo scioglimento del team pugilistico, ed il<br />

suo trasferimento a Magliano Sabina, inserito<br />

nella Polisportiva del centro Reatino,<br />

Erminio scelse di collaborare con la neonata<br />

squadra di Rugby locale che si fece grande<br />

spazio nelle collocazioni gerarchiche di<br />

militanza del settore, fino alla conquista<br />

della serie “B”, prima come giocatore, poi<br />

come dirigente. “Lupo”, come veniva chiamato<br />

Erminio, ha dovuto subire l’amara<br />

sorte della malattia, letale anche per lui,<br />

che lo costrinse a muoversi in carrozzina<br />

per diversi anni, ma stoicamente Erminio<br />

non ha mai ceduto alla rassegnazione ed<br />

alla depressione, continuando a frequentare<br />

il campo sportivo “Carlo Angeletti” (altro<br />

grande sportivo immaturamente scomparso)<br />

con il grande aiuto morale che potevano<br />

dargli i “vecchi” amici. Di Erminio si conservano<br />

poche fotografie, poiché personaggio<br />

schivo alla celebrità e molto riservato,<br />

non volle neanche farsi fotografare durante<br />

il torneo delle Nazioni, organizzato dal Club<br />

Civitonico, e svoltosi a Gallese. A molti<br />

rimane un buon ricordo di Erminio Cipriani,<br />

per noi la speranza è che qualcuno si ricordi<br />

di lui nel tempo e ne conservi i valori<br />

morali e di vita vissuta in nome dello sport<br />

e dell’agonismo. Per Angelo Fantera la<br />

causa della fine dei suoi giorni non è stata<br />

una malattia, ma un tragico incidente ferroviario.<br />

Capotreno di professione, Angelo<br />

Fantera, ormai 36enne non si schierava più<br />

con la squadra di Rugby di Via Minio, ma ne<br />

faceva parte e per questo la sua mancanza<br />

si è sentita molto. Ad Angelo non dedichiamo<br />

meriti sportivi, che non potrebbe vantare,<br />

ma lo inseriamo ben volentieri in questo<br />

ricordo, perché Angelo ha lasciato un grande<br />

vuoto, non solo ai suoi famigliari ma<br />

anche ai suoi amici che gli hanno dedicato<br />

delle splendide frasi che pubblichiamo.<br />

L’intera redazione di “<strong>Campo</strong> di Fiori”, ringrazia<br />

le famiglie dei citati, mogli , genitori<br />

e amici per aver concesso questa opportunità.<br />

L’opportunità di fissare un ricordo<br />

da mantenere sempre vivo nel tempo, il<br />

ricordo di tre grandi amici e concittadini.<br />

Dalla prossima uscita di <strong>Campo</strong> de’<br />

fiori l’Avv. Aldo Piras sarà a vostra<br />

disposizione per qualsiasi tipo di quesito<br />

che vorrete porgli .<br />

L’Avvocato Piras vi risponderà direttamente<br />

e le domande di utilità sociale<br />

verrano pubblicate insieme alle risposte<br />

del legale. Per i vostri quesiti<br />

potete mandare un fax al n.<br />

0761.513117 o una e-mail a sandro_anselmi@libero.it<br />

Pag.23


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Chiesa Collegiata<br />

S.S. Pietro e Caterina<br />

Vicende costruttive del Duomo di Ronciglione<br />

1629 - 1736<br />

del Prof. Arch. Enea Cisbani<br />

soprannomi<br />

Ringraziamo il Sig. Francesco<br />

Sorge che ci scrive da Castel<br />

Sant’Elia, per comunicarci<br />

nuovi soprannomi.<br />

L’11 Luglio del 1629 segna una tappa<br />

fondamentale nel contesto delle vicende<br />

storiche e costruttive del Duomo di<br />

Ronciglione, meglio noto come Chiesa<br />

Collegiata dei S.S. Pietro e Caterina:<br />

con Atto Notarile, a firma del Notaio<br />

viterbese Celestino Pizzuti, viene rogato<br />

il Capitolato delle opere del Duomo<br />

realizzato per volontà del Duca<br />

Odoardo Farnese, in particolare di sua<br />

moglie Madama Margherita dei Medici,<br />

per la necessità che si aveva di costruire<br />

una nuova Chiesa Collegiata, sia per<br />

l’aumento della popolazione che per le<br />

rinnovate necessità liturgiche della<br />

Chiesa ronciglionese. Il progetto iniziale<br />

fu elaborato dall’Architetto<br />

Girolamo Rainaldi (1560 – 1655),<br />

assistito dall’Architetto Francesco<br />

Peparelli, suo collaboratore, sotto la<br />

direzione del Cavalier Carandino<br />

fiduciario del Duca Odoardo Farnese.<br />

Gli anni che vanno dal 1629 al 1640<br />

vedono la realizzazione delle fondamenta<br />

e dei muri perimetrali del<br />

Duomo. La scelta del sito non è casuale<br />

in quanto l’opera faceva parte di un<br />

dettagliato programma edilizio e urbanistico<br />

di espansione di Ronciglione<br />

voluto da casa Farnese: il Duomo, infatti,<br />

sorge vicino al Borgo Farnesiano con<br />

episodi architettonici tipici dell’architettura<br />

del XVI secolo e realizzati per ordine<br />

del Cardinale Alessandro Farnese.<br />

Dal 1640 – al 1670 i lavori vengono<br />

sospesi in quanto cominciano a delinearsi<br />

problemi di carattere costruttivo,<br />

cedimento di parte delle fondazioni del<br />

Duomo nel fronte verso il Rio Vicano, e<br />

politico con la Guerra di Castro del<br />

1649. Il 1642 vede la fine della giurisdizione<br />

di Casa Farnese nello Stato di<br />

Castro e Ronciglione, e tutti i loro possedimenti,<br />

vengono ceduti allo Stato<br />

Pontificio. Il 30 Marzo 1642 la Comunità<br />

di Ronciglione chiede alle Autorità<br />

Pontificie di abbandonare la costruzione<br />

della vecchia fabbrica farnesiana e di<br />

costruire il nuovo Duomo in un sito più<br />

sicuro ed idoneo: la Sacra<br />

Congregazione del Buon Governo boccia<br />

il nuovo sito e invita la comunità a<br />

completare le opere di costruzione del<br />

Duomo nel sito attuale. Il 12 Luglio<br />

1672 gli Architetti Pontifici Carlo<br />

Rainaldi e Girolamo Penna, con un<br />

nuovo progetto e capitolato delle<br />

opere, indicano i tempi e le fasi edilizie<br />

di completamento della fabbrica del<br />

Duomo ed i lavori possono così riprendere<br />

tanto che, nel 1680, la Chiesa può<br />

dirsi ormai completa nelle coperture,<br />

nelle volte a crociera dell’interno e nel<br />

completamento del tamburo della<br />

Cupola, che viene terminata nel 1682.<br />

Nell’anno 1712 vengono eseguiti gli<br />

altari interni, gli stucchi e le decorazioni<br />

delle navate, la cupola viene rivestita<br />

con lastre in piombo, la pavimentazione<br />

è ormai totalmente realizzata,<br />

viene costruito il vecchio campanile e<br />

poste in opera le cornici dei portali d’ingresso.<br />

Nel 1728 iniziano i lavori della facciata<br />

che nel 1730 può dirsi ormai completa.<br />

Nel 1732 viene terminata la sacrestia e<br />

l’attuale campanile su progetto<br />

dell’Architetto romano Sebastiano<br />

Cipriani. Nel 1736, dopo cento anni di<br />

fatiche e assiduo lavoro, la fabbrica del<br />

Duomo può dirsi conclusa. Il Duomo di<br />

Ronciglione nasce e si delinea architettonicamente<br />

con il classico impianto a<br />

croce latina, a tre navate, con tre cappelle<br />

per ogni lato, copertura con volta<br />

a botte nella navata centrale e cupola<br />

Racchio<br />

iaio<br />

Ciscaio<br />

Sorgiaretto<br />

Costante o bocchisiere<br />

Fammecantà<br />

Lillò<br />

A Negusa<br />

o Veneziano<br />

Sterzo<br />

Lorenzino<br />

Impicialetti<br />

Fanello<br />

Bruscolino<br />

L’OGGETTO MISTERIOSO<br />

nel centro<br />

della crociera.<br />

Progettato<br />

d a<br />

Girolamo<br />

Rainaldi e<br />

Francesco<br />

Peparelli,<br />

sotto la<br />

committenza<br />

della Famiglia Farnese, si trova<br />

nel pieno del periodo Barocco che, in<br />

quel periodo così fecondo per la storia<br />

dell’arte, lascia innumerevoli capolavori<br />

nel nostro territorio. I successivi interventi<br />

progettuali degli Architetti romani<br />

Carlo Rainaldi, figlio di Girolamo, e di<br />

Mattia De Rossi, allievo prediletto del<br />

Bernini, permettono di completare il<br />

progetto iniziale di Girolamo, così sofferto<br />

e sottovalutato nella sua immagine<br />

complessiva.<br />

Il carattere stilistico dei due Architetti è<br />

chiaramente avvertibile, il primo, nel<br />

felice trattamento delle cornici e dei<br />

capitelli delle paraste interne, il secondo,<br />

in particolare negli altari, dichiara<br />

ispirazione e matrice Berniniana.<br />

L’evidente impostazione classica del<br />

Duomo è poi ripresa nel 1732<br />

dall’Architetto Sebastiano Cipriani<br />

nella realizzazione del nuovo campanile<br />

in pieno accordo formale e stilistico con<br />

l’architettura del Classicismo romano<br />

del ‘700. Un ruolo determinante nella<br />

fabbrica del Duomo è svolto da due<br />

insigni Prelati: il Cardinale Giulio<br />

Spinola, Vescovo di Nepi, Sutri e<br />

Ronciglione nel corso del ‘600 e dal<br />

Cardinale Giuseppe Renato<br />

Imperiali, che dal 1702 al 1734 è la<br />

figura chiave di tutte le vicende architettoniche<br />

ed edilizie nel nostro territorio<br />

nel corso di quegli anni così fecondi<br />

di realizzazioni architettoniche altamente<br />

significative. Non si deve tralasciare<br />

la grande funzione innovatrice e culturale<br />

svolta dalla Famiglia Farnese, in<br />

particolare il Cardinale Alessandro ed il<br />

Duca Odoardo Farnese, sotto il cui<br />

dominio i territori da loro governati<br />

conobbero anni di ricchezza e splendore,<br />

testimoniati da grandi opere tra cui<br />

il Palazzo Farnese e la Chiesa con<br />

annesso convento di Santa Teresa in<br />

Caprarola, la cui Pala d’Altare è opera di<br />

Guido Reni e vide la partecipazione del<br />

dimenticato Pittore Civitonico Pietro<br />

Giuliani.<br />

Natalò<br />

o Pilastro<br />

Zachetto<br />

Pocaluce<br />

Gnagna<br />

o Ciociaro<br />

o Moro do carillo<br />

Via della Repubblica, 34<br />

Civita Castellana (VT)<br />

Tel. 0761.518262<br />

Pag.24<br />

Vi invitiamo ad indovinare<br />

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nella foto accanto. Il<br />

primo di voi che lo identificherà<br />

e ne darà comunicazione<br />

in redazione, avrà<br />

diritto a ricevere un premio<br />

offerto da:


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Vorrei incontrarti fra cent’ anni.....<br />

I PRIMI 102 ANNI DI<br />

NONNA ERSILIA LEMME<br />

di Peppe Rossi<br />

Se cento anni vi sembrano pochi…se ne<br />

possono avere anche 102, un secolo e 24<br />

mesi, è questo il tempo accumulato da<br />

nonna Ersilia Lemme che venne alla luce il<br />

7 Gennaio 1902 a Civita Castellana dai<br />

genitori Paolo Lemme e Ninetta Rossini,<br />

genitori, che oltre ad Ersilia, fecero crescere<br />

Rosa, Belarda, Giulia, Santina, Santo,<br />

Paolo, Gerardo e Sabatino, più altri figli<br />

stroncati dalla spagnola, la micidiale<br />

malattia che falcidiò molti bambini all’epoca.<br />

A differenza dei maschi le femmine<br />

della casata Lemme hanno tutte toccato e<br />

superato la veneranda età dei novant’anni.<br />

Nonna Ersilia, vedova di Guido Carlo Eroli,<br />

abita da sempre in Via Don Minzioni, in<br />

quella casa dove nacquero Nevia e Agata,<br />

che infoltirono l’albero genealogico con i<br />

rami del casato Marcantoni e Morganti.<br />

Di nonna Ersilia si può raccontare poco perché<br />

il periodo trascorso fino ad oggi non le<br />

ha dato la possibilità di grande cose, ma<br />

per nonna Esilia il periodo più bello è stato<br />

quello del matrimonio e della vita matrimoniale<br />

con l’energico Eroli Guido Carlo,<br />

maresciallo di Polizia Penitenziaria e, per<br />

due legislature, anche Assessore al<br />

Comune di Civita Castellana.<br />

“Un periodo quello del matrimonio -racconta<br />

lucidamente nonna Ersilia - dove io e<br />

il mio Carlo non ci siamo fatti mancare<br />

nulla, nonostante i tempi e le magre<br />

entrate economiche, e sinceramente non<br />

potevamo lagnarci. Qualche viaggetto in<br />

Italia, infatti, lo abbiamo fatto, per visitare<br />

le città più rinomate come Venezia, Roma e<br />

Milano.<br />

Città che 50 anni fa erano soltanto<br />

una meta per la luna di miele di pochi<br />

eletti.<br />

Oggi nonna Ersilia è ancora quasi<br />

autosufficiente, il quasi, viene dall’impedimento<br />

all’udito, una grave<br />

sordità avvenuta per una infezione.<br />

La vista si affievolisce ogni giorno di<br />

più, e neanche gli occhiali sono di<br />

ausilio, ma per il resto ha un fisico da<br />

ventenne, non una vena varicosa,<br />

ma soprattutto neanche un filo di<br />

artrosi, tanto da far restare allibiti i<br />

medici del reparto di radiologia<br />

dell’Andosilla, dove alcuni giorni fa si<br />

è dovuti ricorre, per una caduta accidentale<br />

che faceva presagire qualche<br />

rottura d’arto.<br />

Ma “niente di niente” e questa l’invidiabile<br />

dichiarazione da parte dei<br />

medici. Sia le articolazioni che il cuore<br />

sono le cose più funzionali, debitamente<br />

“revisionate” da Danilo<br />

Mecarocci, medico curante che raramente<br />

ha dovuto mettere le mani su<br />

questo eccezionale chassis, un medico<br />

meticoloso che costantemente la<br />

sorveglia e fa si che niente intacchi la<br />

sua salute. Nonna per tre generazioni,<br />

vale a dire bis-nonna per la nascita di<br />

Lodovica ultimogenita di Calca Morganti.<br />

L’ amore le viene inoltre esternato da<br />

Antonio, Franco, Fernando e naturalmente<br />

Carla, che non mancano mai di dare il proprio<br />

sostegno all’amatissima nonna.<br />

Di parenti complessivamente se ne contano<br />

130, tanti erano alla festa del centenario di<br />

nonna Ersilia.<br />

Grilli per la testa nonna Ersilia non ne ha<br />

mai avuti, ma alimenta ancora oggi il pregio<br />

o difetto, che è proprio della “vanità di<br />

donna” e che sono soprattutto la cura della<br />

persona e il vestire che vuole sobrio e colorato;<br />

“ed è anche ambiziosa”, ci dice la<br />

figlia maggiore Agata.<br />

Le vestaglie per esempio, le sceglie lei e<br />

devono essere di buon gusto. Non ha grandi<br />

memorie o aneddoti nonna Ersilia ma<br />

conserva gelosamente e ben riposti i vestiti<br />

di gioventù e una montagna di fotografie<br />

scattate nel tempo.<br />

Questa è nonna Ersilia Lemme, 102 anni<br />

vissuti serenamente ed alla quale , se non<br />

fosse un’esagerazione, ne vorremmo<br />

augurare altri cento, ma questo certo non<br />

dipende da noi…anzi. Auguri vivissimi a<br />

nonna Ersilia da parte di tutta la redazione<br />

di “<strong>Campo</strong> de’ Fiori”<br />

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MESSAGGI<br />

Auguri a Gian Luca Mancini che si è laureato<br />

in Ingegneria Meccanica con un punteggio di 107,<br />

da parte dei parenti, amici e dalla redazione di<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori.<br />

Pag.25


Vignanello<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

14 Febbraio 2004 alle ore 21.00<br />

Sala ex Cinema Comunale di Vignanello<br />

Gran Veglione con<br />

Max e l’Accademia Internazionale D’Italia e i<br />

THE BLACK SILVER<br />

“rievocando gli anni 60 - 70...”<br />

Serata indimenticabile con l’elezione di<br />

“Miss <strong>Campo</strong> de’ fiori”<br />

Pro Loco - Amministrazione Comunale Vignanello<br />

classe 3 ° elementare maschile 1930<br />

L’oggetto Misterioso<br />

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comunicazione in redazione avrà diritto a riceve un premio<br />

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Pag.26


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Scopri l’Arte di<br />

Cristina Evangelisti<br />

Vidi a Settembre dello scorso anno ,<br />

per la prima volta, le opere di<br />

Moreno Lanzi e, quella che catturò<br />

immediatamente la mia attenzione,<br />

ritraeva il monte Soratte, bello,<br />

imponente e dominante come solo<br />

esso sa essere, visto (secondo me)<br />

da un balcone, sul davanzale del<br />

quale sono appoggiati, quasi ad<br />

ornare il monte stesso, due drappi<br />

di colore bianco e verde, con dei<br />

girasoli a dir poco reali. Non conoscevo<br />

il pittore e non potevo immaginare<br />

che a Civita Castellana, considerata,<br />

per sentir dire, una cittadina<br />

poco attenta alla cultura e<br />

all’arte, esistessero invece tanti<br />

talenti. La mostra era una collettiva<br />

e pertanto insieme a Moreno Lanzi<br />

esponevano altri pittori, sempre<br />

civitonici, dei quali, in tutta sincerità<br />

, pur conoscendoli quali compaesani,<br />

ne ignoravo completamente la<br />

natura artistica e dei quali spero di<br />

parlare sulle prossime uscite di<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori. Chiedo a Moreno se<br />

posso fotografare la sua opera per<br />

poterla pubblicare su <strong>Campo</strong> de’<br />

fiori in occasione delle feste patronali<br />

e lui acconsente con orgoglio.<br />

Parlando con lui scopro che si accorge<br />

di avere questa passione per la<br />

pittura fin da ragazzo e, con lei, una<br />

mano felice e portata al disegno. E’<br />

soltanto in età adulta, però, che inizia<br />

a dipingere e a dar sfogo all’innato<br />

talento.<br />

Innato talento<br />

in quanto<br />

Moreno non<br />

ha frequentato<br />

nessuna<br />

scuola artistica,<br />

a parte un<br />

corso di nudo<br />

tenuto a<br />

Viterbo ed un<br />

corso di restauro di dipinti antichi e<br />

moderni, e ciò che imprime sui suoi<br />

quadri gli viene così da una naturale<br />

ed innata voglia di dipingere. La<br />

tecnica usata da Moreno Lanzi è<br />

quella di pittura ad olio con uno stile<br />

figurativo moderno e i soggetti dei<br />

suoi quadri sono paesaggi, nature<br />

morte, ritratti e nudi. Mi racconta di<br />

aver esposto nel 1994 a Roma nella<br />

Galleria Spazio Visivo; sempre nel<br />

1994 ha partecipato alla Rassegna<br />

“2° Trofeo A.C.C.A.” ; a Civita<br />

Castellana ha esposto le sue opere<br />

nel 1999 presso la sala Pablo<br />

Neruda ed ha partecipato a diverse<br />

collettive, inoltre è stato vincitore di<br />

un concorso indetto dalla prestigiosa<br />

Galleria romana “Forum<br />

Interart”, ed ha ricevuto anche il<br />

Timbro d’Autore. Moreno Lanzi è<br />

presente su molte riviste d’arte,<br />

periodici, quotidiani e stampa specializzata<br />

ed è citato da noti critici<br />

come Imperatori, Cencini,<br />

Alessandri,<br />

Urru, Minerva<br />

e molti altri.<br />

Di lui<br />

R.Gnagnarini<br />

ha detto<br />

“L’artista predilige<br />

ritrarre<br />

nature morte,<br />

fiori e paesaggi,<br />

soggetti<br />

figurativi nei quali trasferisce le<br />

atmosfere, gli odori e le magie del<br />

borgo di Civita Castellana. Il linguaggio<br />

usato risente della maniera<br />

classica con particolare attenzione<br />

al colore ed al disegno, elemento<br />

costruttivo dei soggetti raffigurati”.<br />

Incontro nuovamente Moreno<br />

Lanzi ad una mostra a Corchiano,<br />

durante il periodo natalizio e, questa<br />

volta, con mio grande orgoglio,<br />

mi accorgo che su un tavolo, insieme<br />

a tante recenzioni, c’è anche<br />

una pagina aperta di <strong>Campo</strong> de’<br />

fiori, la stessa dove avevo pubblicato,<br />

qualche tempo, prima la foto<br />

del suo bel quadro.<br />

Pag.27


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

1982 1979<br />

anni ‘80<br />

di Bruno Bruni<br />

Via Fontana Matuccia, 12<br />

01033 Civita Castellana (VT)<br />

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Pag. 28<br />

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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

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...continua a pag. 31<br />

Pag. 29


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Vita Cittadina<br />

I palloncini della pace.<br />

Manifestazione organizzata dalla Coop Tevere di<br />

Civita Castellana dove i bambini hanno lasciato<br />

volare dei palloncini colorati con sopra scritti i loro<br />

nomi.<br />

Maratona dei tre comuni : Civita Castellana, Castel<br />

Sant’Elia, Nepi<br />

Inaugurzione dello svincolo di Terrano<br />

sulla strada di scorrimento veloce a<br />

Civita Castellana<br />

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Via F. Rosselli, 10 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.515676<br />

Pag.30


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

2001. Aladino<br />

2002 2003<br />

P.za S. Pertini, 43<br />

Civita Castellana (VT)<br />

Tel. 0761.513076<br />

Miss Frutta<br />

della Porta Amilcare<br />

P.za Sandro Pertini, 15/16<br />

Civita Castellana (VT)<br />

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Pane e Latte & Co.<br />

P.A.C. & C.<br />

P.zza S. Pertini, 1/2/3<br />

Civita Castellana - T. 348.9338820<br />

Via dei Castagni, 30/A<br />

Vignanello - T. 348.8747373<br />

Viale Trieste, 1<br />

Vallerano - T. 0761.751486<br />

Toto’s Bar<br />

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P.zza Sandro Pertini, 28-29-30<br />

Civita Castellana (VT)<br />

Tel. 338.6385303<br />

P.za Sandro Pertini, 25/26<br />

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Pag.31


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Rieti<br />

Via Molino della Salce,15<br />

Tel.0746/204727<br />

Fax 0746/270391<br />

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S.S. Flaminia Km. 57.200<br />

Tel. 0761/540065.6<br />

Fax 0761/540061<br />

Ufficio amministrativo e stabilimento<br />

- Via Flaminia Km 57,300<br />

01033 Civita Castellana (VT)<br />

Tel. 0039 0761 540028<br />

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Pag.32

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