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Antonello<br />
Venditti.<br />
Come<br />
un’alta<br />
marea<br />
Patrizia<br />
Pellegrino.<br />
“Due<br />
scapoli e<br />
una donna”<br />
Premio<br />
stampa<br />
“<strong>Campo</strong> de’<br />
<strong>fiori</strong>” al<br />
Palarte<br />
Una<br />
“Fabrica” di<br />
ricordi.<br />
Angelo<br />
Giovagnoli
2 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
SOMMARIO<br />
Editoriale:<br />
L’innocenza..............................................3<br />
L’intervista:<br />
Antonello Venditti..................................4-5<br />
Patrizia Pellegrino..................................6-7<br />
Cinema News:<br />
+ o - il sesso confuso ..............................9<br />
Vedere con meno di un decimo..........11<br />
Roma che se n’è andata:<br />
Piazza di Castel Sant’Angelo...............12-13<br />
Fecebook e la responsabilità civile....14<br />
Cucina: da dove iniziare....................15<br />
Suonare Suonare:<br />
Peppe Barra.......................................16-17<br />
Premio Arco d’Oro...............................18<br />
Una “Fabrica” di ricordi:<br />
Angelo Giovagnoli..............................20-21<br />
Ecologia e ambiente:<br />
La marea di petrolio della Louisiana.........22<br />
Come eravamo:<br />
Ah! Ho capito, è quello che chiamino.......23<br />
Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>:<br />
Valentano...............................................24<br />
Sempre cara mi fu questa televisione....................................................25<br />
La committenza del forte Sangallo di<br />
Civita Castellana.................................26<br />
L’uomo, la logica, l’essere..................27<br />
Happies Gang ................................28-29<br />
Il santo più amato da papa<br />
Ratzinger.............................................30<br />
Il Fumetto:<br />
Homunculus...........................................31<br />
L’angolo del poeta...............................32<br />
Numero unico......................................32<br />
La pittura Optical di Massimo<br />
Mancini................................................33<br />
Le storie di Max:<br />
Loretta Goggi.........................................34<br />
Le (dis)avventure del Sig. G:<br />
Il Re è nudo...........................................35<br />
Il mondo del Jazz:<br />
Charles Mingus.......................................36<br />
L’angolo Bon Ton<br />
Il matrimonio..........................................37<br />
Per ricordare Don Marciano<br />
Ercolini............................................38-39<br />
A che serve ‘sta macchinetta.............40<br />
Civitonici illustri:<br />
Don Antonio Cardinali.............................41<br />
Il giornalino eco-bimbi..................42-43<br />
Ass. Artistica IVNA:<br />
Alessio Caon...........................................44<br />
Circoscrizione della cattedra ambulante<br />
di Civita Castellana....................45<br />
Oroscopo..............................................46<br />
La rubrica dei perchè..........................47<br />
Agenda ...........................................48-49<br />
Messaggi.........................................50-51<br />
I nostri amici ......................................52<br />
Roma com’era.....................................53<br />
Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59<br />
Annunci Gratuiti ............................60-61<br />
Selezione Offerte Immobiliari.......62-63<br />
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nostra amicizia e<br />
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continuate cosi’,<br />
saremo<br />
sempre di piu’<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> OGNI MESE E’: INTERVISTE IN ESCLUSIVA A PRO-<br />
TAGONISTI DEL MONDO DELLA CULTURA, DELLO SPORT E DELLO<br />
SPETTACOLO, VECCHIE STORIE E PERSONAGGI DELLA NOSTRA<br />
TERRA, EVENTI E MANIFESTAZIONI DI ATTUALITA’, UN TUFFO NEL<br />
PASSATO CON L’ALBUM DEI RICORDI E MOLTO ALTRO ANCORA...<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> PUOI TROVARLO PRESSO TUTTI I NOSTRI<br />
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<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 3<br />
_Ë|ÇÇÉvxÇét<br />
di Sandro Anselmi<br />
\ eri i miei compagni di classe mi<br />
hanno fatto salire in piedi su un<br />
banco, e poi hanno incominciato a<br />
spingermi di qua e di là. Ridevano<br />
ed io pensavo fosse un gioco, ridevo<br />
anch’io e intanto cercavo di non<br />
perdere l’equilibrio, ma le spinte<br />
diventavano più violente.<br />
Poi ho sentito il dolore degli schiaffi<br />
in faccia e dei pugni sulla pancia,<br />
alle braccia, al petto …<br />
Non ho resistito più e sono caduto<br />
battendo la faccia sul pavimento,<br />
mentre loro continuavano a ridere.<br />
Avevo tanta paura, sentivo dolore, e<br />
mi sono messo a piangere, ma i<br />
miei compagni ridevano ancora più<br />
forte.<br />
Perché Perché Fino a ieri mi sentivo<br />
uno di loro!<br />
a<br />
Avrei tanto voluto raccontare tutto a<br />
mio padre, ma come se non so parlare<br />
Solo i suoi occhi stanchi mi dicono<br />
che sa e che sta male, ma il suo sorriso<br />
non mancherà mai di rassicurarmi<br />
e la sua mano forte mi proteggerà<br />
sempre.<br />
on sono loro i nostri figli migliori<br />
Dolci, teneri, pieni d’amore. Non conoscono l’odio, la violenza, il pregiudizio, e sono gli angeli di chi<br />
incontrano nella loro vita.<br />
Sono indifesi, innocenti!!!<br />
Che possano incontrare solo persone che sappiano arricchirsi dei loro sorrisi e della loro “diversità”.
4<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
ESCLUSIVA<br />
In concerto a Vasanello, paese a cui è particolarmente legato,<br />
richiama migliaia di fans da tutta la Tuscia<br />
Antonello Venditti, come un’alta marea<br />
“Ai giovani cantanti di oggi consiglio di saper dire tanti no!”<br />
“Sono stato un rivoluzionario ed ho fatto del bene nel mondo della musica”<br />
Vasanello. Non potevamo certo mancare<br />
proprio noi, che con il grande cantautore<br />
romano Antonello Venditti, abbiamo in<br />
comune una cosa molto importante:<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>, il nome della nostra testata<br />
giornalistica ed una delle sue più belle<br />
canzoni! Invitato nella cittadina viterbese<br />
in occasione dei festeggiamenti patronali<br />
di San Lanno Martire, lo abbiamo intervistato<br />
con grande piacere (in via del tutto<br />
eccezionale). La piacevole chiacchierata si<br />
è trasformata, per me, in una vera lezione<br />
di vita da parte di un uomo che di cose da<br />
insegnare ne ha veramente tante. Ma, si<br />
sa, il tempo è tiranno e proprio quando<br />
vorremmo che non passasse mai, vola.<br />
Ospitato in una location d’eccezione, il<br />
castello Orsini di Vasanello, ci ha accolti<br />
con grande simpatia e cordialità, e, messo<br />
da parte l’imbarazzo iniziale di trovarmi di<br />
fronte ad un personaggio tanto amato da<br />
tutte le generazioni, inizio a porgli qualche<br />
domanda.<br />
E’ la prima volta che viene da queste<br />
parti<br />
In realtà no, perché sono stato diverse<br />
volte a Viterbo, in occasione dei<br />
festeggiamenti di Santa Rosa e poi<br />
due anni fa ho tenuto un concerto<br />
nel vicino paese di Canepina, in occasione<br />
delle feste patronali di Santa<br />
Corona. Devo constatare con grande<br />
piacere che questa zona del Lazio si<br />
impegna molto per la buona riuscita<br />
delle tradizionali feste religiose, in<br />
seno alle quali vengono organizzati<br />
sempre dei bei concerti, con grandi<br />
artisti della musica italiana. Un invito,<br />
invece, per i romani, che dovrebbero<br />
spingersi di più a scoprire e conoscere<br />
questi splendidi paesi della Tuscia.<br />
Ma è vero che con Vasanello,<br />
però, ha un legame piuttosto<br />
speciale<br />
Assolutamente sì, sono molto legato<br />
a questo paese. Da piccolo venivo di<br />
tanto in tanto con i miei genitori a<br />
casa di Felicita, la nostra governante,<br />
originaria di Vasanello. Felicita, per<br />
me, non è stata semplicemente la<br />
mia governante prima, e la badante<br />
dei miei genitori, poi, ma è stata una<br />
persona di famiglia e, anche se i miei<br />
genitori non ci sono più, per me lo è<br />
ancora. Vasanello è stato un punto di<br />
riferimento per tutti noi! Stasera<br />
dedicherò una canzone a mia madre,<br />
a mio padre e ad Adelmo, il marito di<br />
Felicita, che è scomparso da poco.<br />
Quanto la sua famiglia ha influito<br />
nella sua vita<br />
La mia famiglia ha influito nel bene e nel<br />
male. Mia madre, professoressa di greco e<br />
latino al liceo classico, una donna piuttosto<br />
pessimista, non vedeva molto di buon<br />
occhio la professione di cantante. Al contrario,<br />
mio padre, Prefetto, uomo laicissimo<br />
e sempre sorridente alla vita, mi ha<br />
lasciato completamente carta bianca.<br />
Questi due opposti aspetti dei loro caratteri,<br />
la sfiducia nel futuro di mia madre e la<br />
gioia di vivere di mio padre, sono confluiti<br />
in me.<br />
Sbaglio o molte delle sue canzoni<br />
hanno una nota biografica<br />
Io direi proprio tutte. Le mie canzoni sono<br />
collegate le une alle altre ed ogni volta che<br />
inizio a scrivere un nuovo pezzo mi guardo<br />
intorno, perché penso che non si possa e<br />
non si debba voltarsi indietro. Il passato è<br />
passato, altrimenti si rischia di essere fuori<br />
tempo e fuori tema. Le canzoni servono ad<br />
analizzare i tempi che si stanno vivendo (di<br />
volta in volta), i sogni, i sentimenti, che<br />
non sono mai quelli del passato. C’è sempre<br />
un grado di crescita. Bisogna vivere<br />
tutto in modo contemporaneo. Le cose<br />
cambiano ed io amo trovare sempre qualcosa<br />
di nuovo, immaginare il futuro,<br />
sognare! Credo sia proprio questo mio<br />
essere al passo con i tempi a farmi apprezzare<br />
dai genitori e dai figli<br />
Da cantautore, con una lunga e<br />
straordinaria carriera alle spalle,<br />
cosa pensa dei giovani che stanno<br />
intraprendendo questa strada<br />
Penso che è giusto che ognuno sviluppi il<br />
proprio talento, ma questo avviene nel<br />
tempo. Oggi, invece, il rischio è di consumare<br />
tutto subito. E’ facile arrivare al successo,<br />
ma è ancor più facile perderlo.<br />
Tutto, purtroppo, è regolato dal mercato<br />
discografico che riduce ogni cosa a puro<br />
guadagno. Non esiste più la cultura musicale<br />
di una volta e, soprattutto, non ci si<br />
preoccupa più della crescita musicale dei<br />
giovani cantanti, non ci si occupa più di<br />
fare musica seriamente!<br />
Tra i tanti giovani che vediamo uscire<br />
dai numerosi talent show televisivi,<br />
ce n’è qualcuno che l’ha colpita particolarmente,<br />
sul quale punterebbe<br />
A dire il vero apprezzo molto Pier Davide<br />
Carone (ndr: il cantautore messo in luce<br />
dal programma televisivo Amici di Maria<br />
De Filippi). Ha davvero talento, mi piacciono<br />
la sua musica e i testi delle sue canzoni,<br />
un po’ ironiche e di protesta, ma anche<br />
dolci e sensibili.<br />
Quale consiglio si sente di dare a<br />
questi giovani musicisti di oggi e di<br />
Antonello Venditti e Felicita Creta
domani<br />
La strada che hanno deciso di intraprendere,<br />
lo dico ovviamente per esperienza<br />
personale, è dura, bisogna saper dire molti<br />
no perché ciò che sembra più comodo<br />
oggi, diventa scomodo domani.<br />
Voglio dire loro, poi, di pensare che questa<br />
sia una passione, non un mestiere.<br />
Tante sono state le soddisfazioni che<br />
il mondo della musica le ha regalato.<br />
E’ felice di questa sua scelta<br />
In realtà io ero pronto per fare l’avvocato<br />
o il magistrato. Mi sono laureato e specializzato,<br />
ma poi ho deciso di seguire la mia<br />
passione e l’ho fatto assiduamente e<br />
rischiando, ma oggi ne sono felicissimo.<br />
Anche perché molti miei colleghi devono a<br />
me i “privilegi” che hanno oggi. Non<br />
sanno, infatti, che durante la mia carriera<br />
ho lottato contro le multinazionali per<br />
riscrivere daccapo i nostri contratti discografici,<br />
che ci penalizzavano moltissimo.<br />
Questo è stato possibile anche grazie alle<br />
mie conoscenze giuridiche. Sono stato un<br />
rivoluzionario ed ho fatto del bene nel<br />
mondo della musica. Oggi non mi sento<br />
più in grado di affrontare grandi battaglie,<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
anche perché i territori di scontro sono<br />
radicalmente cambiati, tutti vogliono<br />
crearsi un proprio impero sul quale esercitare<br />
il monopolio esclusivo e poter comandare.<br />
Ma affrontiamo un altro argomento,<br />
più leggerlo, se vogliamo, ma che le<br />
sta ugualmente molto a cuore: la<br />
Roma. Se dovesse vincere lo scudetto,<br />
ha già in mente un’altra mega<br />
festa<br />
Nella vittoria ci spero ancora, ma stavolta<br />
vorrei festeggiare l’eventuale scudetto per<br />
conto mio. Di feste al Circo Massimo non<br />
ne organizzerò più, anche perché sono<br />
sempre state le mie feste per la Roma, alle<br />
quali, poi, hanno preso parte anche i tifosi<br />
romanisti, ma non ho più questa voglia<br />
di rappresentarli.<br />
Un’ultima domanda. Cosa ci regalerà<br />
in futuro<br />
Sto preparando un nuovo album per il<br />
2011. Ho una squadra formidabile, composta<br />
da tanti musicisti diversi, di tutte le<br />
età e provenienti un po’ da tutta Italia e<br />
non solo, dato che le due giovani coriste<br />
sono di colore. Insieme ci divertiamo e<br />
soprattutto<br />
discutiamo sulla<br />
vita, traendo<br />
spunto per i<br />
brani che comporranno<br />
il<br />
nuovo disco.<br />
E poi, la sera, il<br />
grande concerto<br />
in piazza,<br />
Antonello Venditti ed Ermelinda Benedetti<br />
affollata da migliaia di fans provenienti da<br />
ogni dove e con l’antico castello a fare da<br />
sfondo. “Si accendono le luci qui sul<br />
palco”, tanto per citare la frase di una delle<br />
sue canzoni più popolari, che da circa trent’anni<br />
ha accompagnato e accompagna le<br />
notti “prima degli esami” di tanti ragazzi.<br />
Anche questa sera tutti l’hanno intonata,<br />
insieme a Ci vorrebbe un amico, Sara, In<br />
questo mondo di ladri, Come l’alta marea,<br />
Dalla pelle al cuore, Stella che cammini,<br />
dedicata ai suoi cari scomparsi, Roma<br />
capoccia…e tante altre.<br />
Un ringraziamento particolare va fatto a<br />
Danilo Mancini e alla mamma Felicita<br />
Creta, che grazie alla loro amicizia fraterna<br />
con Venditti, ci hanno dato la possibilità di<br />
realizzare questa bellissima intervista.<br />
Grazie anche al Comitato Festeggiamenti<br />
Classe 19<strong>70</strong> di Vasanello, che ha già passato<br />
il testimone alla classe 1971, per la<br />
disponibilità. Ad<br />
esso vanno anche i<br />
nostri migliori complimenti<br />
per l’organizzazione<br />
della<br />
festa, curata veramente<br />
nei minimi<br />
particolari.<br />
Ermelinda Benedetti<br />
5<br />
“Infiorata 2010 della Classe 1971”<br />
5 Giugno - L’infiorata di Vasanello si distingue per l’idea di fare<br />
del classico tappeto floreale un percorso simbolico vero e proprio,<br />
secondo il progetto proposto dal Prof. Giancarlo Tabacchi.<br />
Il tema scelto per quest’anno è quello della Sacra Sindone nell’anno<br />
della sua pubblica ostensione. Per tutto il percorso,<br />
lungo circa 1<strong>70</strong> metri, si<br />
susseguiranno tanti diversi<br />
disegni, tutti con un significato<br />
ben preciso, l’uno collegato<br />
all’altro. Si partirà<br />
dalla Morte fino ad arrivare<br />
alla Resurrezione di Gesù<br />
Cristo. Un intrigante spettacolo<br />
per la vista e per l’olfatto,<br />
al fianco di Gesù.<br />
Vasanello<br />
Tanti appuntamenti imperdibili<br />
Acchiappasogni: 11-12-13 Giugno<br />
Un tuffo nel passato per le vie del centro<br />
di Vasanello, grazie al gruppo degli<br />
acchiappasogni che si cimenteranno in<br />
antichi mestieri del passato, ormai<br />
desueti e spesso sconosciuti. Grazie ai<br />
loro abiti ed ai loro strumenti daranno<br />
un assaggio di come in passato si lavorava<br />
quotidianamente. Un appuntamento<br />
da non perdere!
6<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Al Teatro Manzoni di Roma con “Due scapoli e una donna”<br />
Patrizia Pellegrino<br />
“Nella mia vita non potrei fare a meno del teatro... perchè, senza, non<br />
sarei un personaggio dello spettacolo completo...”<br />
Ormai al Teatro Manzoni di Roma siamo<br />
di casa, e, come noi, lo è anche Patrizia<br />
Pellegrino che torna volentieri in ogni<br />
stagione.<br />
un po’ diversa dal solito…<br />
“Sophie, il mio personaggio,<br />
è una donna manager<br />
fidanzata con un colonnello<br />
dei Marines, piena di<br />
buoni principi e superamericanizzata<br />
dalla testa ai<br />
piedi, che detesta tutto ciò<br />
che è controtendenza con<br />
la civiltà americana che<br />
cerca di difendere a tutti i<br />
costi. Quando poi si trova<br />
a contatto con due uomini<br />
che dirigono un giornale<br />
contro l’America, e che<br />
ne racconta i vizi, si sente<br />
totalmente offesa e inizia<br />
un rapporto di odio con<br />
questi due, dapprima perchè<br />
si innamora di Norman<br />
non essendo ricambiata,<br />
e poi perché l’altro,<br />
Andy, la<br />
detesta, anche<br />
se con quest’ultimo<br />
nascerà una<br />
forte sintonia ed<br />
un sentimento<br />
più profondo.”<br />
Perché hai<br />
scelto proprio<br />
questo testo di Neil<br />
Simon <br />
“L’ho scelto perché mi piaceva,<br />
l’ho trovato gradevole, allegro,<br />
divertente e coi tempi molto stretti come<br />
piace a me; Ha ritmo e divertimento, la<br />
gente che viene a teatro si deve divertire.”<br />
nascosto alcune mie foto al concorso”Miss<br />
teenager” , un premio attitudinale sulla<br />
bravura e sulla bellezza. Mi sono diplomata<br />
in danza classica al San Carlo di Napoli<br />
ed ho partecipato alle selezioni di<br />
Favignana, dove ho vinto il premio showgirl.<br />
A 18 anni ho avuto successo con<br />
Corrado a Gran Canal e da allora in poi<br />
c’e’ stata la mia ascesa…”<br />
Onore e Guapparia (1981), Italian<br />
Boys (1982), Vacanze d’Estate (1985),<br />
Ferragosto Ok (film tv 1986), A cena<br />
col vampiro (1988) Tutti i sogni del<br />
mondo (miniserie 2003), Come le formiche<br />
(2007), Ti stramo (2008) sono<br />
alcuni dei film interpretati, mentre il<br />
debutto teatrale risale al 1989 con A che<br />
servono gli uomini (1989) con Ombretta<br />
Colli e Massimo Ghini. Poi tanto teatro con<br />
Gino Bramieri (1992) ed il ruolo di conduttrice<br />
nel 1993 con Sereno Variabile<br />
(1993-94).<br />
“<br />
Volevo<br />
diventare un<br />
avvocato, ma<br />
mia mamma mi<br />
ha stravolto la<br />
vita<br />
A volte sono i genitori<br />
ad ostacolare i giovani<br />
che si avvicinano allo<br />
spettacolo, invece nel<br />
tuo caso…<br />
“Io sono stata fortunata<br />
perché ho avuto un papà<br />
avvocato molto razionale,<br />
anche se inizialmente era<br />
un po’ contrario, ed una<br />
mamma che invece mi spingeva verso<br />
questo mondo. Litigavano tra di loro ed io<br />
facevo un po’ quello che mi pareva, ma<br />
alla fine credo di essere comunque riuscita<br />
a realizzare questo.<br />
“<br />
Insomma Patrizia, questa ormai è<br />
casa tua…!<br />
“Si, e credo sia bello avere come punto di<br />
riferimento un teatro e soprattutto Il<br />
Teatro; nella mia carriera non potrei farne<br />
a meno, non potrei vivere artisticamente<br />
senza avere uno sbocco come questo,<br />
insomma non sarei completa come personaggio<br />
di spettacolo perché secondo me il<br />
teatro è l’unico mezzo che ti fa migliorare<br />
e maturare, dando al tempo stesso la possibilità<br />
alla gente di vedere come sei in<br />
realtà creando quel rapporto di fiducia con<br />
il pubblico che è la mia base per essere<br />
felice.”<br />
“Due scapoli e una bionda” di Neil<br />
Simon ti vede interpretare una donna<br />
Quando sei entrata per<br />
la prima volta a contatto<br />
con il mondo<br />
dello spettacolo<br />
”Il mio primo vero debutto<br />
è stato a 16 anni con<br />
Luca De Filippo in<br />
Petrosinella, una favola<br />
tratta dal Pentamerone.<br />
Era una mini-fiction andata<br />
in onda su Rai uno. Ho<br />
fatto un provino e fui scelta.<br />
In quei tempi ero giovanissima,<br />
andavo al liceo<br />
e volevo diventare un<br />
avvocato, ma mia<br />
mamma mi ha stravolto<br />
la vita perche inviò di<br />
Pietro Genuardi, Patrizia Pellegrino e E. Coltorti
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 7<br />
Pietro Genuardi, R. Stocchi e Patrizia Pellegrino in<br />
“Due scapoli e una bionda”<br />
Ai giovani che sono attratti dallo<br />
spettacolo, che consiglio daresti<br />
“Fare tanta gavetta! Io, in realtà, ne ho<br />
fatta poca perchè ho raggiunto il successo<br />
troppo presto, direi anche sproporzionato,<br />
per la mia personalità ed il talento<br />
che non avevo, un periodo addirittura ero<br />
terza, sotto Adriano Celentano nella Hit<br />
Parade! Così dopo questo successo travolgente<br />
ho dovuto ricominciare tutto da<br />
capo e rifare la gavetta, che è stata durissima,<br />
alternando il teatro alla televisione.”<br />
Che ruolo ha avuto la famiglia nella<br />
tua vita<br />
“Senza la mia famiglia sarei una donna<br />
totalmente infelice. Sono una persona<br />
equilibrata grazie a loro perché mi danno<br />
questa gioia di vivere.<br />
Credo di aver fatto la cosa più<br />
bella nel mettere al mondo dei<br />
figli e la mia realizzazione di<br />
donna è arrivata grazie a loro.<br />
E, allo stesso tempo, se non<br />
avessi avuto un uomo accanto,<br />
forse, non sarei stata così felice e<br />
non sarei riuscita a far bene il<br />
mio lavoro.”<br />
E a noi, come a tutti i suoi fan,<br />
sembra che lo faccia molto<br />
bene... In bocca al lupo!<br />
Sandro Alessi<br />
Sandro Alessi e Patrizia Pellegrino
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 9<br />
CINEMA NEWS<br />
+ o – IL SESSO CONFUSO<br />
Un educativo documentario sull’AIDS<br />
di<br />
Maria Cristina<br />
Caponi<br />
L’esigenza di realizzare +<br />
o – il sesso confuso<br />
nasce dal desiderio di<br />
raccontare come la realtà<br />
italiana si sia, nel<br />
corso del tempo, interfacciata<br />
con l’esperienza<br />
dell’Aids. Il focus sul<br />
nostro paese non ha permesso,<br />
però, di esaminare<br />
questa malattia ad<br />
ampio raggio: in parole povere, ciò vuol<br />
dire tralasciare il resto dello scenario mondiale<br />
che ha dovuto fare i conti con simile<br />
pandemia. L’immediata volontà artistica<br />
dei due registi Andrea Adriatico e Giulio<br />
Maria Corbelli si palesa nel mettere in<br />
scena il proprio punto di vista, cosicché la<br />
narrazione acquisisca sin da subito il tono<br />
di un contatto diretto, sia con il recente<br />
passato, sia con il pensiero culturale forgiato<br />
dalla contemporaneità. La fotografa<br />
Nan Goldin una volta ha detto: «Se fosse<br />
possibile vorrei non avere alcuno strumento<br />
tra me e il momento di fotografare».<br />
Ecco, è facile rinvenire la traccia di un<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> è la<br />
miglior vetrina<br />
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0761.513117.<br />
info@campode<strong>fiori</strong>.biz<br />
simile modo di affrontare la<br />
realtà anche in questi due<br />
autori. Per loro, l’esserci, il<br />
partecipare sono condizioni<br />
di effettiva presenza fisica<br />
posta di fronte all’occhio<br />
fagocitante della macchina<br />
da presa, ma prima ancora<br />
corrispondono a una condizione<br />
mentale: è innanzitutto<br />
indice di un valore concettuale,<br />
il segno di un<br />
coinvolgimento affettivo<br />
con la materia trattata.<br />
Insomma, in questa<br />
sorta di fusione<br />
arte/viva priva di censure,<br />
Adriatico e Corbelli<br />
sono costantemente partecipi e mai<br />
spettatori della loro opera. Per questo<br />
motivo, hanno cercato e voluto relegare ai<br />
titoli di testa qualsiasi intento didattico. In<br />
maniera anomala, eppur vincente, la qualità<br />
tecnico-formale-compositiva delle<br />
immagini è stata raggiunta posizionando<br />
una poltrona bianca e la persona di volta<br />
in volta intervistata in spazi di tutti i giorni,<br />
pubblici e privati, come possono essere<br />
un museo, un mercato rionale o - perché<br />
no - una concessionaria di auto e un call<br />
center. La poltrona di pelle chiara non è<br />
altro che la modulazione di una metafora,<br />
una nuova chiave d’interpretazione per<br />
indicare un virus che si trova dappertutto,<br />
senza che esista una direzione unica che<br />
permetta di rintracciarlo solo in determinati<br />
gruppi sociali, come quelli degli omosessuali<br />
o dei tossicodipendenti. Da parte<br />
loro, i vari interlocutori di + o – il sesso<br />
confuso sono, a tutti gli effetti, componenti<br />
di una soggettività rilevabile non solo nel<br />
mare magnum di parole sparate a raffica,<br />
ma all’interno dell’immagine stessa, comprensibile<br />
anche nel più piccolo gesto<br />
innescato dal riaffiorare subitaneo di un<br />
ricordo doloroso. «Bisogna tirare fuori i<br />
vissuti che ci sono dietro. Tutti avevano<br />
una gran voglia di raccontare la loro storia»<br />
ha affermato all’unisono la coppia di<br />
registi. La questione legata al carattere<br />
esperienziale che quest’opera può senza<br />
alcun dubbio vantare lo si vede nei volti -<br />
tutti accompagnati dai rispettivi nomi e<br />
cognomi - dei vari protagonisti, incuranti di<br />
ogni desiderio di riservatezza. Si tratta di<br />
medici, attivisti, gente legata al mondo<br />
dello spettacolo, oppure di chi ha vissuto il<br />
paradiso della trasgressione sessuale negli<br />
anni ’<strong>70</strong>, per poi piombare dritto dritto a<br />
vivere nell’inferno quotidiano dell’HIV negli<br />
anni ’80 e ’90. Tutti loro hanno un minimo<br />
comune denominatore: misurarsi con la<br />
nuova dimensione di una vita ristretta ai<br />
tempi dell’Aids, cosa che invece non viene<br />
fuori a seguito dell’indagine campione su<br />
una classe del liceo Galvani di Bologna.<br />
Oltre a lasciare senza parole qualsiasi<br />
spettatore, infatti, l’ignoranza di queste<br />
giovani “cavie” sedute sui banchi di scuola,<br />
è riconducibile a una certa erranza educativa,<br />
che, forse, non è stata in grado né<br />
di smantellare vecchi pregiudizi, né di<br />
instillare la necessità di redigere un perfetto<br />
vademecum per un sesso sicuro.<br />
Magari, se questo validissimo documentario<br />
venisse proiettato nelle scuole, la conoscenza<br />
cambierebbe la loro natura e il loro<br />
modo di agire.<br />
Indovina il<br />
personaggio<br />
misterioso<br />
I primi 3 che indovineranno<br />
dando comunicazione<br />
in redazione al<br />
numero di tel<br />
0761.513117, riceveranno<br />
un simpaticissimo premio offerto<br />
dalla cartoleria Gadgets di Corchiano.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 11<br />
Vedere con meno di un decimo...<br />
Esistono numerosi ausili per gli ipovedenti!<br />
Paolo Balzamo<br />
Responsabile<br />
Formazione<br />
ed Informazione<br />
Centri Ottici Lisi<br />
& Bartolomei<br />
www.lisi- bartolomei.com<br />
Pochi giorni fa, mentre<br />
parlavo con un signore<br />
che presentava gravi<br />
carenze visive, mi sono<br />
trovato, per l’ennesima<br />
volta, faccia a faccia con<br />
la disinformazione più<br />
totale nel campo della<br />
ipovisione. La disinformazione<br />
è per sua natura<br />
nociva, ma talvolta<br />
può addirittura essere<br />
fatale, in quanto molte<br />
persone ipovedenti (e<br />
sono molte più di quante<br />
si immagina!), non utilizzano<br />
le risorse e gli strumenti<br />
che la attuale tecnologia mette a<br />
disposizione di chi ha un minimo residuo<br />
visivo per farlo tornare a condurre una vita<br />
praticamente normale. Il fatto è che gli<br />
ausili per ipovedenti sono numerosi,<br />
sia ottici che elettronici, e scegliere<br />
quello più idoneo all’uso che se ne deve<br />
fare ed alla propria particolare esigenza<br />
visiva senza l’ausilio di una persona esperta,<br />
è come pretendere di girare in una città<br />
sconosciuta senza una guida.<br />
Gli ausili più comuni vanno dalle semplici<br />
lenti di ingrandimento, agli occhiali<br />
prismatici ingrandenti, dagli<br />
occhiali Kepleriani, ai sistemi telescopici,<br />
e questo solo per parlare<br />
degli ausili ottici.<br />
Passando poi agli ausili elettronici,<br />
abbiamo gli ingranditori tascabili, poco<br />
più grandi di un pacchetto di sigarette, ai<br />
supporti ingrandenti che consentono<br />
non solo di leggere, ma anche di scrivere;<br />
gli ingranditori da tavolo consentono<br />
di vedere sullo schermo da com-<br />
puter o da tv una porzione di testo ingrandita<br />
fino a far diventare una singola lettera<br />
grande quanto tutto lo schermo. Anche<br />
a scuola, gli studenti che soffrono di ipovisione<br />
possono fruire di un banco speciale,<br />
con un computer che riproduce, ingrandita,<br />
la lavagna o<br />
il libro di testo; La classica lente<br />
la navigazione d’ingrandimento<br />
in internet può<br />
essere tanto<br />
agevolata da<br />
permetterne la<br />
fruizione anche<br />
con un residuo<br />
visivo minimo: schermi maggiorati<br />
e programmi particolari<br />
permettono di ottimizzare<br />
dimensione, colori, luminosità<br />
e contrasto del testo per qualsiasi<br />
esigenza individuale.<br />
Che dire poi dei lettori automatici<br />
Non solo ci sono<br />
quelli che leggono i cosiddetti<br />
“libri parlati”, ormai disponibili<br />
con un numero enorme<br />
di titoli, ma anche quelli che si<br />
presentano come una semplice<br />
fotocopiatrice: si<br />
appoggia il testo (libro, giornale<br />
o rivista) e quello inizia a<br />
leggere tutto lo scritto, come<br />
farebbe una mamma o un<br />
amico. Per ognuno di questi<br />
strumenti esistono poi numerosi modelli<br />
e versioni, ognuno con caratteristiche<br />
diverse dagli altri, che ne rendono la fruizione<br />
più o meno adatta ad una persona<br />
piuttosto che ad un’altra. I costi poi, certo<br />
non economici, sono anzitutto al di sotto<br />
dell’utilità di questi strumenti, ma soprattutto<br />
spesso a carico del sistema sanitario<br />
nazionale. Eppure, nonostante il gran<br />
numero di persone che ne necessitano, la<br />
distribuzione di questi strumenti è ferma a<br />
numeri piuttosto esigui. Come mai Certo<br />
per una sorta di malinteso pudore, in forza<br />
del quale ci si vergogna della<br />
propria condizione di ipovedente,<br />
ma soprattutto per la<br />
disinformazione della quale<br />
parlavo all’inizio, ed inoltre,<br />
senza la guida adeguata, il<br />
giusto rimedio, anche se alla<br />
propria portata, non può essere<br />
raggiunto. Ed<br />
adesso, pensando<br />
a se stessi, o<br />
al genitore o al<br />
vecchio zio od<br />
anche al vicino di<br />
casa che non<br />
vede bene, perché<br />
non accompagnarlo,<br />
per<br />
una semplice e<br />
chiara consulenza<br />
presso uno dei<br />
centri Lisi &<br />
Bartolomei Un<br />
optometrista<br />
specializzato sarà<br />
a vostra disposizione<br />
per trovare<br />
la soluzione più<br />
idonea. Una semplice piccola buona azione<br />
potrebbe essere un regalo, a costo<br />
zero, che cambia la vita. Diceva sempre<br />
mio padre: “Chi ha comodità e non se ne<br />
serve, non trova confessore che l’assolve…”<br />
Hasta la vista!<br />
Un esempio<br />
di moderno ingranditore da tavcolo
12<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi<br />
Piazza di Castel Sant’Angelo, 11 settembre 1599<br />
La mattina dell’11<br />
settembre dell’anno<br />
1599, nella Piazza di<br />
Castel Sant’Angelo,<br />
gremita da una moltitudine<br />
di persone,<br />
avviene l’esecuzione<br />
di Beatrice Cenci, del<br />
fratello maggiore<br />
Giacomo e della<br />
di Riccardo Consoli matrigna Lucrezia<br />
Petroni. Beatrice è<br />
figlia del Conte Francesco Cenci, uomo<br />
violento e dissoluto e di Ersilia Santacroce;<br />
ha compiuto appena sette anni quando nel<br />
1584, morta la madre, insieme alla sorella<br />
maggiore Antonina è mandata presso le<br />
monache francescane del Monastero di<br />
Santa Croce a Montecitorio.<br />
A quindici anni rientra in famiglia dove è<br />
costretta a subire le angherie e le insidie<br />
del padre che, poco dopo sposa in seconde<br />
nozze, la vedova Lucrezia Petroni.<br />
Uomo violento processato per delitti infamanti,<br />
è condannato al versamento di<br />
somme rilevanti e, pur di non pagare la<br />
dote della figlia Beatrice, le impedisce di<br />
sposarsi segregandola, insieme con la<br />
matrigna Lucrezia, nella Rocca di Petrella<br />
Salto, un Castello nei pressi dell’Aquila,<br />
allora Regno di Napoli, di proprietà della<br />
famiglia Colonna.<br />
Poco dopo, anche Francesco, malato di<br />
rogna e di gotta, per fuggire alle richieste<br />
pressanti dei creditori, si ritira a Petrella<br />
portando con se i figli minori Bernardo e<br />
Paolo. Le condizioni di vita dei familiari<br />
peggiorano specie per le due donne; gli<br />
abusi diventano insopportabili, un padre<br />
scellerato, violento, non c’e giorno che non<br />
si sentono urla e lamenti fuoriuscire dalle<br />
mura della Rocca e, secondo la tradizione,<br />
persino incestuoso; in questo quadro da<br />
tragedia, Beatrice, esasperata da tanta<br />
violenza, decide di organizzare l’omicidio<br />
del padre d’accordo con la matrigna, i fratelli<br />
Giacomo e Bernardo, il castellano<br />
Olimpio Calvetti e il maniscalco Marzio da<br />
Fioran detto il Catalano. Stordito dall’oppio<br />
mescolato ad una bevanda, reperito da<br />
Giacomo, Francesco è assalito nel sonno, il<br />
Catalano gli spezza le gambe con un<br />
mattarello, Olimpio Calvetti lo finisce colpendolo<br />
al cranio ed alla gola con un grosso<br />
chiodo e un martello, quindi,<br />
per nascondere il delitto, i congiurati<br />
tentano di simulare una<br />
morte accidentale per caduta<br />
gettando il corpo dalla balaustra;<br />
il 9 settembre 1598 lo stesso<br />
viene trovato in un orto ai<br />
piedi della Rocca di Petrella<br />
Salto. Dopo le esequie il Conte<br />
Francesco è sepolto in tutta<br />
fretta nella locale chiesa di<br />
Santa Maria, i familiari, che non hanno<br />
partecipato alle cerimonia funebre, lasciano<br />
la Rocca per fare ritorno a Roma nella<br />
dimora di famiglia, ossia a Palazzo Cenci,<br />
un edificio sorto molto probabilmente sui<br />
ruderi del Circo Flaminio in prossimità di<br />
Piazza delle Cinque Scòle al confine con il<br />
Ghetto. Gli edifici attorno a Palazzo Cenci<br />
furono realizzati nel corso dei secoli, probabilmente<br />
a seguito delle lotte medioevali<br />
tanto che, già nel trecento, la famiglia è<br />
quì segnalata con una Torre, il Palazzo<br />
però assume lo stato attuale tra il 15<strong>70</strong> e<br />
il 1585, costituendo una sorta di Castello<br />
rispetto al complesso di abitazioni, chiese,<br />
archi e torri circostanti.<br />
La parte posteriore di Palazzo Cenci è da<br />
sempre considerata la più importante e la<br />
più caratteristica, probabilmente perchè la<br />
leggenda vuole che Beatrice abbia dimorato<br />
proprio su questo lato costituito, in realtà,<br />
da due edifici con ingresso sormontato<br />
da una graziosa loggia con capitelli ionici e<br />
conchiglie e finestra incorniciata con stucchi<br />
settecenteschi, al terzo piano un fregio<br />
con le mezzelune dei Cenci e le aquile dei<br />
Lante, in ricordo del matrimonio di<br />
Ludovico Cenci con Laura Lante celebrato<br />
nel 1575. Il c.d. Arco de’ Cenci incorporato<br />
nel Palazzo è tristemente famoso poichè<br />
legato ad una storia di sangue, sotto questo<br />
Arco, infatti, insisteva una Sacra<br />
Immagine della Vergine dinanzi alla quale<br />
due uomini vennero ai coltelli; la storia<br />
racconta che uno di essi, vistosi perduto,<br />
implorò l’altro di non ucciderlo e, questi,<br />
toccato dall’invocazione, gettò il coltello e<br />
tentò di abbracciare l’avversario, il quale lo<br />
accoltellò; la Vergine, di fronte a tanta<br />
malvagità, iniziò a piangere e quel luogo,<br />
diffusasi la notizia, divenne meta di pellegrinaggio<br />
da ogni parte della città tanto<br />
che la Sacra Immagine dovette essere trasportata<br />
nella vicina chiesa di San<br />
Salvatore de Caccaberis, che da allora<br />
divenne Santa Maria del Pianto.<br />
Ma torniamo all’omicidio di Francesco<br />
Cenci; inizialmente non fu svolta alcuna<br />
indagine, ma alcune voci e taluni sospetti,<br />
alimentati anche dalla fama sinistra del<br />
Conte, indussero le autorità ad indagare,<br />
due le prime inchieste, una voluta dal feudatario<br />
di Petrella Salto il Duca Marzio<br />
Colonna, l’altra ordinata dal Viceré del<br />
Regno di Napoli Don Enrico di Gusman,<br />
Conte di Olivares, quindi, volle intervenire
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 13<br />
nella vicenda lo stesso Pontefice Clemente<br />
VIII, Ippolito Aldobrandini, 1592 – 1605.<br />
La salma fu riesumata, le ferite furono<br />
attentamente esaminate da un medico e<br />
due chirurghi che conclusero escludendo<br />
la caduta come possibile causa delle lesioni,<br />
fu anche interrogata la lavandaia alla<br />
quale Beatrice aveva chiesto di lavare delle<br />
lenzuola intrise di sangue dicendole che le<br />
macchie erano dovute alle sue mestruazioni<br />
ma la giustificazione, dichiarò la<br />
donna, non le sembrò verosimile e insospettì<br />
anche gli inquirenti.<br />
I congiurati furono scoperti ed imprigionati,<br />
Olimpio Calvetti rivelò il complotto,<br />
Marzio da Fioran, sottoposto a tortura confessò,<br />
Giacomo e Bernardo confessarono<br />
anch’essi, inizialmente Beatrice negò ostinatamente<br />
ogni coinvolgimento, ma la tortura<br />
vinse ogni resistenza e finì per<br />
ammettere il delitto.<br />
Il conseguente processo fu affidato al giudice<br />
Ulisse Moscato ed ebbe un grande<br />
seguito pubblico, in dibattimento si affrontarono<br />
due tra i più grandi avvocati dell’epoca<br />
segnatamente Pompeo Molella per<br />
l’accusa e Prospero Farinacci per la difesa,<br />
(la fama duratura di questo caso fece sì<br />
che per alcuni secoli dopo l’evento il suo<br />
nome comparisse nei numerosi manoscritti<br />
dedicati al processo e in molti altri<br />
romanzi ottocenteschi).<br />
Allo scopo di alleggerire la posizione della<br />
giovane, Farinacci accusò il Conte<br />
Francesco di aver stuprato la figlia, ma<br />
Beatrice nelle sue deposizioni non volle<br />
mai confermare questo particolare, alla<br />
fine prevalse l’accusa e gli imputati vennero<br />
tutti giudicati colpevoli e condannati a<br />
morte. Il processo fu giudicato una farsa,<br />
le circostanze attenuanti non furono tenute<br />
in alcuna considerazione e quell’orribile<br />
uomo del Conte Francesco venne fatto<br />
passare come persona in odore di santità,<br />
il popolo mormorò, non a torto, che<br />
Clemente VIII mirasse più alle ricchezze<br />
dei Cenci che alla giustizia.<br />
L‘11 settembre 1599 vene eseguita la condanna<br />
a morte per tre degli accusati,<br />
Bernardo, del tutto innocente, venne tradotto<br />
nelle prigioni del Carcere Mamertino,<br />
Giacomo morì in seguito alle torture,<br />
Lucrezia e Beatrice vennero decapitate;<br />
Bernardo, pur non avendo partecipato<br />
attivamente all’omicidio, era stato anch’esso<br />
condannato per non aver denunciato il<br />
complotto ma, per la sua giovane età,<br />
ebbe risparmiata la vita essendo obbligato<br />
ad assistere all’esecuzione dei congiunti.<br />
Tra i presenti anche Caravaggio con i pittori<br />
Orazio e Artemisia Gentileschi, la giornata<br />
molto afosa e la calca provocarono la<br />
morte di alcuni spettatori; la decapitazione<br />
delle due donne fu eseguita con la spada,<br />
la prima ad essere uccisa fu Lucrezia,<br />
seguì poi Beatrice ed infine Giacomo.<br />
Il corpo della giovanissima Beatrice Cenci,<br />
come lei stessa aveva richiesto prima di<br />
morire, fu sepolto in un loculo davanti<br />
all’altare maggiore di San Pietro in<br />
Montorio, sotto una lapide priva di nome,<br />
secondo la norma prevista per i giustiziati.<br />
La leggenda vuole che, quando la notizia<br />
dell’esecuzione giunse a Clemente VIII,<br />
questi dicesse: “Giustizia è fatta!“; subito<br />
dopo le proprietà della famiglia Cenci furono<br />
confiscate dalla Camera Apostolica e<br />
vendute all’asta, la maggior parte dei beni,<br />
tra i quali la grande tenuta di Torrenova,<br />
settemila ettari ed un Castello nell’Agro<br />
Romano, fu acquistata da Gian Francesco<br />
Aldobrandini, nipote dello stesso<br />
Clemente VIII.<br />
Nel 1798,<br />
durante la<br />
Prima Repubblica<br />
Romana,<br />
i soldati francesi,<br />
che avevano<br />
occupato<br />
la città al<br />
comando del<br />
generale<br />
Berthier, si<br />
abbandonarono<br />
a razzie e<br />
requisizioni, anche le tombe furono violate<br />
e, stando alla testimonianza del pittore<br />
Vincenzo Camuccini, che assistette all’episodio<br />
mentre lavorava al restauro della<br />
Trasfigurazione di Raffaello, alcuni soldati,<br />
entrati nella chiesa di San Pietro in<br />
Montorio, iniziarono a spaccare le lastre<br />
dei sepolcri poste sul pavimento, uno di<br />
loro aprì la cassa di Beatrice e s’impossessò<br />
del vassoio d’argento sul quale era<br />
stata deposta la testa della giovane.<br />
Le vicende della famiglia Cenci, e di<br />
Beatrice in particolare, non potevano non<br />
suscitare interesse, sentimenti di partecipazione<br />
sincera e commozione, ma anche<br />
curiosità morbosa, sia tra gli strati popolari<br />
sia tra gli artisti, gli ingredienti c’erano<br />
tutti: la bellezza e giovinezza di Beatrice, il<br />
cupo ambiente familiare, le passioni torbide<br />
del padre, l’incesto, la vendetta dei fratelli,<br />
l’espiazione e il supplizio finale.<br />
Per tali motivi alcuni artisti trovarono<br />
numerosi elementi di ispirazione per le<br />
loro opere, infatti, un presunto ritratto di<br />
Beatrice, attribuito a Guido Reni o ai suoi<br />
allievi è conservato presso la Galleria<br />
Nazionale d’Arte Antica di Palazzo<br />
Barberini,<br />
Stando a una leggenda popolare, nei dintorni<br />
di Palazzo Cenci è possibile incontrare<br />
il fantasma di Beatrice quando la giovane<br />
ritorna in quei luoghi per visitare le<br />
antiche stanze del Palazzo, oppure la sera<br />
dell’11 settembre, anniversario della sua<br />
decapitazione, la si può vedere passeggiare<br />
su Ponte Sant’Angelo con la testa sotto<br />
il braccio.<br />
A “ Li spiriti” che infestano una casa dove<br />
è avvenuto un orribile fatto di sangue fa<br />
riferimento il sonetto composto da<br />
Giuseppe Giochino Belli il 16 novembre<br />
1832, il Poeta di Roma si riferisce all’epoca<br />
di Beatrice Cenci conosciuta dal popolo<br />
romano come la Bella Cenci:<br />
Dio sia con noi! Lo vedi, eh Cquer casino<br />
/ co le finestre tutte svetriate / Llì, a<br />
ttempi de la Cenci, un pellegrino / de nottetempo<br />
ciammazzò un abbate.<br />
D’allor’impoi, a ssett’ora sonate, / ce se<br />
vede ggirà ssempre un lumino, / eppoi se<br />
sente un strillo fino fino, / e un rumor de<br />
catene strascinate.<br />
S’aricconta che un’anno uno sce vorze /<br />
passà una notte pe scoprì ccos’era: / che<br />
ccredi In capo a ssette ggiorni morze.<br />
Fatt’è cche cquanno ho da passà de sera /<br />
da sto loco che cquà, pperdo le forze, / e<br />
mme ffaccio ppiù bbianco de la scera.
14<br />
Il diritto si adegua ai<br />
tempi ed anche<br />
Facebook diventa<br />
una potenziale fonte<br />
di responsabilità civile.<br />
Nato nel 2004, dall’idea<br />
di uno studente<br />
universitario americano,<br />
e con lo scopo di<br />
mantenere i contatti<br />
tra colleghi di università<br />
e scuole superiori di tutto il mondo,<br />
già dal 2006 ha assunto i connotati di<br />
una vera e propria rete sociale, destinata<br />
a coinvolgere in modo trasversale un<br />
numero indeterminato di utenti.<br />
Con il suo crescente successo, ed il conseguente<br />
moltiplicarsi degli utenti iscritti,<br />
arrivano anche le prime sentenze che<br />
hanno come sfondo e location questo noto<br />
social network.<br />
È del 3 marzo scorso la sentenza<br />
emessa dal Tribunale di Monza, con<br />
la quale una ragazza ha ottenuto la<br />
somma di euro 15.000, a titolo di<br />
danno morale soggettivo, per essere stata<br />
platealmente lesa - a mezzo Facebook<br />
appunto - nella reputazione, onore e decoro<br />
dal suo ex-fidanzato.<br />
Quest’ultimo, infatti, commentava in<br />
maniera diffamatoria una foto della giovane<br />
“postata” sul social network, facendo<br />
inopportunamente riferimento ai difetti<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
FACEBOOK E LA RESPONSABILITA’ CIVILE<br />
Risarcita una giovane ragazza per essere stata<br />
offesa pubblicamente dall’ex-fidanzato sul noto social network<br />
dell’Avv. Ilaria<br />
Becchetti<br />
fisici (quali lo strabismo) e alle preferenze<br />
sessuali della ex.<br />
La ragazza, vistasi lesa nei propri diritti<br />
costituzionalmente garantiti, adiva il<br />
Tribunale competente per ottenere la condanna<br />
dell’ex fidanzato al risarcimento del<br />
danno morale subìto quale diretta lesione<br />
alla reputazione, all’onore onore e al<br />
decoro.<br />
La sua domanda ha trovato pieno<br />
accoglimento nella sentenza richiamata,<br />
visto l’indubbio carattere pubblico<br />
delle offese arrecate e delle conseguenti<br />
sofferenze inferte.<br />
www.campode<strong>fiori</strong>.biz<br />
Attenzione,<br />
dunque, a ciò<br />
che si pubblica<br />
e si scrive su<br />
Facebook.<br />
Come giustamente<br />
afferma il<br />
Tribunale di<br />
Monza, “coloro<br />
che decidono di<br />
diventare utenti di<br />
Facebook sono<br />
ben consc,i non<br />
solo delle grandi<br />
possibilità relazionali<br />
offerte dal<br />
sito, ma anche<br />
delle potenziali<br />
esondazioni dei<br />
contenuti che vi<br />
inseriscono: rischio in una certa misura<br />
indubbiamente accettato e consapevolmente<br />
vissuto”.<br />
Il Giudicante ritiene, infatti, che, da<br />
parte degli utenti, vi sia una consapevole<br />
accettazione dei conseguenti<br />
rischi di una non corretta utilizzazione<br />
di Facebook.<br />
Per questo, ha concluso per l’affermazione<br />
della civile responsabilità del ragazzo, in<br />
relazione ai pregiudizi arrecati alla exfidanzata<br />
dai messaggi diffamatori.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 15<br />
Cucina: da dove iniziare<br />
Noi e il cibo: un legame di gusto, un legame di vita<br />
Ciò che risiede nel<br />
vasto dominio<br />
della cucina e<br />
della gastronomia<br />
è l’insieme delle<br />
percezioni che il<br />
cibo fa scaturire<br />
mentre lo assaporiamo,<br />
ma anche<br />
quando si inizia a<br />
di Caludia Mancini<br />
pensare cosa preparare,<br />
quando si scelgono gli ingredienti<br />
e quando lo si cucina. Ebbene sì, perché<br />
da sempre il nutrimento è il primo e il primordiale<br />
gesto di dedizione umana, lo<br />
strumento attraverso il quale ci si prende<br />
cura delle persone amate alimentando il<br />
legame e creando, così, un vincolo. Basti<br />
pensare all’allattamento materno, altro<br />
non è che una forma di contatto fisico<br />
mediante il quale il neonato suggella il<br />
legame indissolubile con la madre, il gesto<br />
con cui la donna continua a tenere in vita<br />
un cordone sentimentale e vitale: si soddisfano<br />
così sia il bisogno di nutrimento, sia<br />
la crescita fisica ed emozionale di entrambe<br />
gli individui.<br />
Il legame che si determina, spesso e<br />
volentieri, rimane nella memoria di ciascuno,<br />
perchè legato a sensazioni tattili, olfattive<br />
e gustative. La percezione di una sensazione,<br />
però, muta nel tempo; così,<br />
sovente, ci si ritrova a mangiare una pietanza<br />
cucinata secondo una ricetta nota e<br />
a rimanere delusi perché non aderente al<br />
sapore incamerato nella memoria.<br />
Questo mio primo articolo nel mondo del<br />
cibo e del vino vuole essere uno spunto di<br />
riflessione proprio su questo aspetto. Cosa<br />
ci fa percepire un sapore, un gusto, un<br />
profumo che dovrebbe essere familiare e<br />
acquisito nel tempo in maniera diversa e<br />
cangiante Perché quando portiamo un<br />
boccone alla bocca non ci stiamo solo<br />
nutrendo, ma stiamo attingendo a quel<br />
bagaglio mnemonico di sensazioni organolettiche<br />
che attribuiscono a quel determinato<br />
cibo una localizzazione nello spazio e<br />
nel tempo; lo associamo a un evento, a un<br />
particolare momento, lo leghiamo a un<br />
preciso ricordo. La corrente filosofica del<br />
sensismo, di cui Condillac è stato un<br />
esponente, sosteneva che solo attraverso<br />
i sensi un oggetto è dato come<br />
immediatamente certo; il sensibile, ciò<br />
che percepiamo attraverso i sensi, non<br />
avrebbe bisogno di dimostrazione in<br />
quanto<br />
costringerebbe<br />
subito a<br />
riconoscerne<br />
la sua stessa<br />
essenza. In<br />
questa visione<br />
l’amore, la<br />
fame, le pas-<br />
ci<br />
sioni sarebbero<br />
la dimostrazione<br />
dell’esistenza<br />
di qualcosa che ci anima e ci<br />
spingerebbe a prediligerle, o ad evitarle,<br />
in quanto, solo ciò che è piacevole o<br />
doloroso sarebbe in grado di alterare e<br />
modificare lo stato dell’uomo, mettendo<br />
in evidenza l’esistenza o la mancanza<br />
di un insieme di percezioni sensoriali<br />
che, alla lunga, confluirebbero nell’anima<br />
stessa.<br />
Senza voler scendere troppo in dettagli<br />
filosofici, né addentrarmi nei meandri in<br />
cui tale discussione potrebbe scivolare,<br />
mi limito a suggerire una riflessione per<br />
la prossima volta che mangerete qualcosa<br />
di cui siete certi di conoscere il<br />
profumo, la consistenza e il sapore. E’<br />
esattamente come lo ricordavate<br />
Ciambellone<br />
Il sapore semplice di un gesto antico: la colazione.<br />
Una prima ricetta facile e veloce che<br />
esce dalla memoria delle mattine davanti a una<br />
tazza di latte, dai pomeriggi passati a fare i<br />
compiti seduti al tavolo della cucina.<br />
4 uova<br />
250 gr di zucchero semolato<br />
300 gr di farina<br />
1 bicchiere di olio (personalmente<br />
uso quello di mais)<br />
½ bicchiere di latte intero<br />
1 bustina di lievito in polvere<br />
1 limone<br />
1 pizzico di sale fino<br />
PREPARAZIONE. Preriscaldare il<br />
forno a 180°C. Versare le uova in un<br />
recipiente capiente e romperle con una forchetta;<br />
aggiungere lo zucchero e la scorza grattugiata<br />
del limone. Montare il composto con<br />
una frusta, elettrica o a mano, fino ad avere<br />
una consistenza omogenea. Continuando a<br />
lavorare versare l’olio, il latte e un pizzico di<br />
sale. A parte miscelare la farina con il lievito e<br />
setacciarla nel composto precedentemente<br />
ottenuto e amalgamare il tutto con un paletta,<br />
con movimenti dal basso verso l’alto. Versare il<br />
composto in uno stampo da ciambellone e cuocere<br />
nel forno caldo per 45/50 minuti; trascorso<br />
questo tempo testare la cottura con uno<br />
stuzzicadenti, se estraendolo esce ancora<br />
umido proseguire per altri 10 minuti. Lasciar<br />
raffreddare su una grata e conservare<br />
coperto con pellicola alimentare.
16 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
di Carlo Cattani<br />
Peppe Barra<br />
nato, pasciuto e cresciuto sul palcoscenico !<br />
66 anni a breve ,Peppe Barra ,Romano<br />
“per caso “ alla nascita ma Napoletano di<br />
concepimento, d’anima e di residenza, nell’immaginario<br />
collettivo indimenticato<br />
componente della Nuova Compagnia di<br />
Canto Popolare della stagione più gloriosa,<br />
gli anni ’<strong>70</strong>, ha, ancora una volta,<br />
disfatto il suo voluminoso bagaglio d’artista<br />
a Roma, fermandosi in città per una<br />
serie di 4 concerti (8-11aprile) alle pendici<br />
del Gianicolo, nello spazio raccolto del<br />
Teatro Ghione (www.teatroghione.it ).<br />
La mia esperienza su Peppe Barra era<br />
ferma ai suoi dischi con la “N.C.C.P.”, formazione<br />
che attraverso una nutrita produzione<br />
discografica e un’attività concertistica<br />
transnazionale, a partire dal 19<strong>70</strong>,<br />
diffonde in Italia e nel Mondo la musica<br />
popolare della Campania, con soddisfazione<br />
di intenti culturali e di ritorno commerciale.<br />
Nei miei ricordi ho ben presenti<br />
le coinvolgenti apparizioni televisive della<br />
“N.C.C.P.” nell’era del bianco / nero della<br />
Rai (nda: nutrita serie di video visionabili<br />
su YouTube) dove, “armati” di tammorre-chitarre<br />
battenti–castagnette –fisarmoniche<br />
-puti pù, Peppe & compagnia facevano<br />
“nu tiatro gruosso ” con le loro<br />
grandi voci! Dalla fine degli anni ’<strong>70</strong><br />
Barra è fuoriuscito da quella formazione<br />
per intraprendere una personale, brillante<br />
carriera di musicista e di attore con particolare<br />
riguardo per il teatro;anche il cinema<br />
ha, spesso, richiesto. L’arte di Peppe<br />
come, ad esempio, solo per dirne una, nel<br />
2002, con la caratterizzazione del personaggio<br />
del Grillo Parlante nella versione<br />
cinematografica di Pinocchio girata da<br />
Benigni .<br />
Un percorso artistico ,quello di Peppe,<br />
che per molti anni incrocerà con quello<br />
della mamma, la grande Concetta Barra,<br />
scomparsa nei primi anni ’90, portando la<br />
ditta “Peppe & Barra” (così fu ribattezzato<br />
il sodalizio artistico tra madre e figlio) a<br />
realizzare diversi apprezzati dischi e pieces<br />
teatrali. Tra le altre cose Barra vanta una<br />
nutrita serie di collaborazioni in opere<br />
discografiche di altri artisti, anche emergenti,<br />
come la band dei “Letti Sfatti“ ( lettisfatti.com<br />
) prodotta da Patrizio<br />
Trampetti<br />
(www.masar.it/artists/patrizio_trampetti.htm<br />
), musicista Napoletano di lungo<br />
corso, già nella formazione storica di<br />
NCCP con Barra e in tanti altri progetti<br />
..…. Bennato dei dischi mitici …. (Patrizio<br />
è l’autore dei testi di “Un giorno credi” e<br />
“Feste di piazza”…può bastare ) tanto<br />
per fare un esempio: nel cd “Come <strong>fiori</strong><br />
tra i marciapiedi e l’asfalto” dei “Letti<br />
Sfatti “, Peppe interpreta il brano “ ‘A vita<br />
do musicista”. E, così, sapere di Peppe<br />
disponibile praticamente sotto casa…..<br />
mi ha folgorato!<br />
Ho assistito al primo dei quattro concerti:<br />
un pubblico eterogeneo e la sala gremita<br />
confermano che l’arte di Peppe è ben<br />
diffusa e apprezzata; non poteva essere<br />
diversamente per un artista che conosce<br />
il palco ….da sempre! La sala si fa buia e<br />
il sipario si alza: le prime luci dello spettacolo<br />
spuntano e si irradiano sul gruppo<br />
dei 5 musicisti che, pressochè stabilmente,<br />
accompagna Barra da molti anni<br />
nei suoi concerti .<br />
Il suono in crescendo di un arpeggio di<br />
chitarra (quasi mi ricorda le atmosfere<br />
ipnotiche create da un sitar) introduce<br />
“Jesce o sole”, un’antichissima filastrocca,<br />
accertata come la prima canzone del<br />
repertorio classico partenopeo, addirittura<br />
riconducibile al 1200: il protagonista della<br />
serata, Peppe Barra, entra in scena, vestito<br />
con abito comodo colorato (che alternerà<br />
con uno bianco nel corso dello show)<br />
Peppe Barra<br />
e il suo immancabile copricapo, raggiunge<br />
il microfono piantato al centro del palcoscenico<br />
ed intona, a mò di cantilena, i<br />
versi dell’antica composizione che, spiegherà,<br />
al termine del brano, è da intendere<br />
come un augurio per il “buon andamento<br />
delle cose” . E che le cose andranno<br />
bene è già ben chiaro a tutti: Peppe<br />
c’è (!) già dalle prime battute rivolte al<br />
pubblico, il suo brio e l’ umiltà del grande<br />
artista procederanno di pari passo con la<br />
qualità del repertorio proposto. La scena è<br />
austera e al pubblico ben risalta la grande<br />
concentrazione profusa da tutti i musicisti,<br />
non solo esecutori ma realmente<br />
partecipi delle emozioni del “capo<br />
banda”. Un concerto di Barra è alternanza<br />
Peppe Barra e NCCP
Pepppe Barra è il grillo parlante nel<br />
Pinocchio di Benigni<br />
di musica e recitazione: dal suo baule<br />
“Peppe o’artista” pesca azzeccate, emozionanti,<br />
vigorose proprie rielaborazioni<br />
di brani dal repertorio della canzone popolare<br />
Napoletana e del canzoniere Italiano<br />
della prima metà del 900 (“ Profumi &<br />
Balocchi”: solo lo straziante grido di<br />
“Maaammaaa, mormora la bambina…”<br />
vale il costo del biglietto!) passando per la<br />
proposta di alcuni brani dal suo più recente,<br />
bellissimo e consigliato per l’acquisto<br />
(!!!), album “N ‘attimo”, la melanconica<br />
”Piccirè “ e la rarefatta “ Sofrimento” con<br />
la band che sottende in coro al testo cantato<br />
e recitato di Barra.<br />
Ma la serata ci offre anche brani recitati<br />
con citazioni da “L’inferno della poesia<br />
napoletana”, è il caso de ““Idillio ‘e merda-<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
a cacata nnammurata “…. un componimento<br />
con protagonista … la cacca… che<br />
parla d’amore, e dal “Pentamerone” , una<br />
raccolta di 50 favole in dialetto napoletano<br />
della prima metà del 1600, scritte da<br />
Gian Battista Basile dove ne trae il racconto<br />
de “Le vecchie vergini”, oltre 15<br />
minuti di un Barra teatrale , multifacciale,<br />
intento ad animare le conversazioni in<br />
dialetto napoletano di due vecchie “brutte<br />
ma brutte assaje” che tentano di raggirare<br />
un giovane principe “da moglie”<br />
…con finale scoppiettante!<br />
Lo spettacolo, così farcito, volge al termine,<br />
Barra non si risparmia e divertito dalla<br />
serata e grato dell’accoglienza riservatagli<br />
trascina una sedia e si siede al centro del<br />
palco con nei palmi delle mani le “castagnette”<br />
(nda: strumento simile alle nacchere)<br />
e, dopo una breve introduzione, inizia<br />
a battere il tempo per la<br />
“Tammurriata nera” preceduta da<br />
“Guerra” componimento funzionale<br />
a creare un’atmosfera tesa con<br />
tanto di effetti simil sirene di avviso<br />
di bombardamenti imminenti.<br />
Il pubblico è trascinato dalla<br />
“Tammuriata” e alla sua conclusione<br />
credo che un desiderio alberghi<br />
in ognuno dei presenti: E<br />
Peppe non si fa attendere ritornando<br />
in scena per un paio di pezzi.<br />
17<br />
Uno spettacolo durato circa due ore, emozionante,<br />
senza sbavature, ritmato, ottimamente<br />
eseguito dai fidi “guaglioni di<br />
Peppe”: direi che il volto, la gestualità, le<br />
pose di Peppe arrivano alle nostre orecchie<br />
prima delle sue parole….. Peppe….<br />
PORTA UN BACIONE a Napoli ma … torna<br />
presto a Roma !!! GRANDE, GRANDE,<br />
GRANDE! (se volete vivere “da casa”,<br />
comodamente seduti nella vostra poltrona,<br />
l’esperienza di un concerto di Peppe Barra,<br />
potrebbe aiutarvi l’ascolto del cd “Peppe<br />
Barra in concerto–ed Marocco Music<br />
2003, con la presenza del grande violinista<br />
e compositore napoletano Lino<br />
Cannavacciulo (linocannavacciuolo.it), collaboratore<br />
in tanti lavori musicali e teatrali<br />
con Peppe Barra) .<br />
Peppe e Concetta Barra
18<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
A Fabrica di Roma (VT), premiati attori e registi provenienti da tutta Italia<br />
IV RASSEGNA NAZIONALE DI TEATRO<br />
“PREMIO ARCO D’ORO”<br />
Assegnato da <strong>Campo</strong> de’ Fiori il Premio Speciale della Stampa<br />
Da sx: Due membri della compagnia teatrale Faul di Viterbo che si è aggiudicata il<br />
Premio speciale della Stampa,Carlo Ciaffardini, il Direttore Artistico del Palarte di<br />
Fabrica di Roma, Ermelioda Benedetti, che ha consegnato il Premio per <strong>Campo</strong> de’<br />
<strong>fiori</strong> e il presentatore Claudio Ricci.<br />
Sabato 24 aprile al Teatro Palarte di<br />
Fabrica di Roma si è conclusa la IV edizione<br />
della Rassegna Nazionale di Teatro<br />
“Premio Arco d’Oro”. Alla presenza del<br />
Sindaco e delle autorità cittadine si è svolta<br />
quella che può essere definita una vera<br />
e propria serata degli “Oscar”. La cerimonia<br />
di premiazione, condotta dal simpaticissimo<br />
Claudio Ricci, spalleggiato dal<br />
direttore artistico, nonché ideatore della<br />
rassegna, Carlo Ciaffardini, ripresa da Rai<br />
3 e trasmessa al TGR regionale, è stata in<br />
realtà anche un gradevole spettacolo<br />
musicale. L’assegnazione dei vari premi,<br />
infatti, è stata intervallata da varie esibizioni:<br />
gli allievi dell’Istituto Musicale<br />
“Giacomo Carissimi” di Viterbo hanno eseguito<br />
una coinvolgente “pizzica”, eseguita<br />
con sole tamburelle. A seguire dieci giovani<br />
chitarristi dell’istituto viterbese hanno<br />
fatto ascoltare al pubblico due famosissimi<br />
brani. E’ stata poi la volta delle ballerine<br />
della Scuola Art Dance & Fitness di Fabrica<br />
di Roma, dirette dalla bravissima Giada<br />
Pancianeschi. Entusiasmo tra gli spettatori<br />
per Dario Guidi, il giovanissimo cantante<br />
fabrichese vincitore già di diversi concorsi<br />
per voci emergenti.<br />
Gli intermezzi<br />
musicali<br />
hanno avuto il<br />
loro momento<br />
magico quando<br />
il tenore Roberto<br />
Mattioni,<br />
accompagnato<br />
dalla fisarmonica<br />
di Cleo<br />
Galliani, ha eseguito<br />
delle bellissime<br />
canzoni<br />
sulle arie del<br />
“Tango”. I piacevoli<br />
pezzi<br />
musicali sono<br />
serviti anche a<br />
raffreddare la<br />
tensione palpabile tra le Compagnie finaliste,<br />
ansiose di conoscere i risultati della<br />
giuria nell’assegnazione dei premi, introdotti,<br />
di volta in volta, da due splendide<br />
vallette, che indossavano, per l’occasione,<br />
bellissimi abiti della boutique “Naif” di<br />
Fabrica di Roma. Sicuramente uno dei<br />
premi più importanti e significativi è stato<br />
il Premio Speciale della Stampa. La caporedattrice<br />
Ermelinda Benedetti, ha portato<br />
i saluti del Direttore Sandro Anselmi a tutto<br />
il pubblico fabrichese, che ha affettuosamente<br />
ricambiato con un lungo applauso,<br />
ed ha consegnato la targa attribuita<br />
da“<strong>Campo</strong> de’ Fiori” alla compagnia FAUL<br />
di Viterbo vincitrice del Premio con la commedia<br />
di E. De Filippo Chi è cchiù felice’e<br />
me! Le Compagnie Teatrali Riunite di<br />
Macerata con uno splendido Berretto a<br />
sonagli hanno vinto il Premio per la<br />
Migliore Regia, assegnato a Piergiorgio<br />
Pietroni (anche interprete nella parte di<br />
Ciampa). Alla compagnia G.A.D. di Pistoia<br />
è andato il Premio Miglior Attrice non<br />
Protagonista per Francesca Branchetti,<br />
nella parte di Irene Molloy in La sensale di<br />
matrimonio. Molto gradita la commedia<br />
Margarita e il gallo, portata in scena dalla<br />
Compagnia della Tresca di Bologna, che si<br />
è aggiudicata il Miglior Attore non<br />
Protagonista con Stefano Morettini e la<br />
Miglior Attrice con Viviana Piccolo nell’eclettica<br />
ed accattivante parte della serva<br />
Margarita. La palma del Miglior Attore se<br />
l’è aggiudicata il bravissimo e giovane<br />
Renato De Simone per la parte di<br />
Scemunillo in Fatto di Cronaca di Raffaele<br />
Viviani, allestito dalla compagnia Luna<br />
Nuova di Napoli. C’è stata poi l’assegnazione<br />
del Premio Speciale della Giuria alla<br />
Compagnia Del Sorriso di Ancona per un<br />
gradevolissimo L’uomo la Bestia e la Virtù.<br />
Per finire, accolto da una vera e propria<br />
ovazione, è salito sul palcoscenico Claudio<br />
Pesaresi , della Compagnia Al Castello di<br />
Foligno, splendido interprete e regista di<br />
un meraviglioso Cyrano de Bergerac che si<br />
è aggiudicato ben tre premi: il Miglior<br />
Allestimento, il Premio del Pubblico e la<br />
Migliore Rappresentazione. Insieme a<br />
Serena Orazi (Rossana) e Giuseppe Raponi<br />
(Cristiano), un commosso Pesaresi ha ricevuto<br />
dalle mani del Sindaco Giuseppe<br />
Palmegiani il prestigioso “Arco d’Oro”<br />
opera del pittore Ferdinando Sciarrini.<br />
Nei ringraziamenti finali, la Presidente<br />
della Pro-Loco Stefania Stefanucci ha<br />
ricordato che la rassegna fabrichese è<br />
ormai un punto di riferimento per gli<br />
appassionati di teatro dell’alto Lazio che<br />
ogni domenica riempiono i 430 posti del<br />
teatro Palarte. Il prestigio della Rassegna<br />
trova riscontro nell’alto numero di lavori<br />
iscritti al concorso (quest’anno 95) e dal<br />
risalto che RAI 3 ha voluto dare all’evento<br />
trasmettendo, domenica 25 aprile, un<br />
ampio servizio al TGR regionale, a testimonianza<br />
della notorietà e qualità della<br />
rassegna teatrale fabrichese. Siete tutti<br />
invitati, per la prossima stagione a partecipare,<br />
sia come spettatori, sia come protagonisti,<br />
se tra voi lettori c’è qualche attore<br />
o regista che vuol proporre la propria compagnia.<br />
Alcune foto di scena dello spettacolo Il Cyrano, che si è aggiudicato il<br />
“Premio Arco d’oro” per l’anno 2010
20<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Una “Fabrica” di ricordi<br />
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma<br />
Angelo Giovagnoli<br />
Rincontrarsi dopo tanti<br />
anni con un amico e<br />
raccontare della passata<br />
giovinezza, è cosa<br />
bella e nostalgica e la<br />
memoria si spinge<br />
dentro i ricordi custoditi<br />
giù, nel fondo.<br />
di Sandro Anselmi E’ stato bello, così,<br />
ricordare con Angelo<br />
di quando, ragazzi, ci frequentavamo.<br />
Al di là della comune passione per la musica<br />
che lo ha portato, poi, a così alti livelli,<br />
c’era fra noi una sincera amicizia che ci<br />
faceva dividere giorni indimenticabili.<br />
Riconoscevo da lontano il rumore del suo<br />
“Bobo” Benelli arrancare sulla salita per<br />
arrivare a casa mia e le visite di Angelo<br />
erano frequenti perché lì avevamo una<br />
stanza dove facevamo le prove con il<br />
gruppo musicale.<br />
Allora ricordo Angelo al basso, nei veglioni<br />
degli anni ’60 al Cinema Smeraldo; alle<br />
tastiere, nella pista da ballo di Vasanello, e<br />
con il corno in una nostra memorabile esibizione<br />
a Roma, presso l’auditorium dell’istituto<br />
Gerini, sulla Tiburtina.<br />
Angelo arrangiò mirabilmente un brano<br />
degli Aphrodite’s Child, Marie Jolie, che a<br />
me piaceva tanto interpretare e, alla mia<br />
uscita sul palco, uscì dal pubblico giovane,<br />
smaliziato della città, forte una voce che<br />
scandì: “A ber morone… Via Sannio veste<br />
tutti!!!”. Ed infatti, per risparmiare, i banchi<br />
del famoso mercatino romano erano la<br />
nostra più esclusiva boutique.<br />
Quella frase rimase famosa, ed ancora<br />
oggi Angelo me la ripete prendendomi in<br />
giro.<br />
Indimenticabili le nostre passeggiate a<br />
Roma, quando di ritorno da Via dei Mille,<br />
dove cercavamo, nel negozio di dischi di<br />
Marignoli (nostro paesano), gli ultimi successi<br />
da riproporre nelle nostre serate,<br />
sostavamo da Trombetta a Via Marsala per<br />
consumare, con tanto gusto e molta fame,<br />
l’immancabile quadruccio di cioccolata.<br />
Ci recavamo spesso a Via Fabio Massimo,<br />
nel negozio Musicarte, dove sognavamo di<br />
poter comprare, un giorno, tutti gli strumenti<br />
desiderati, tanto che le facce della<br />
signora Vanda e del signor Nanni (i proprietari)<br />
e del magazziniere Abele, erano<br />
diventate familiari.<br />
Sono contento di pensare che Valerio,<br />
padre di Angelo, e già valente musicista,<br />
mi portasse ai saggi che il figlio<br />
teneva al conservatorio, avendomi,<br />
probabilmente, ritenuto uno<br />
dei suoi migliori amici.<br />
Valerio, che è stato la tromba<br />
solista della gloriosa orchestra<br />
Brazil negli anni ’50 e ’60, e<br />
diretto la Banda Raffaele Poleggi<br />
di Fabrica di Roma, ha indubbiamente<br />
trasmesso l’arte della<br />
musica ai suoi due figli Angelo e<br />
Renzo, ma Angelo è stato quello<br />
che gli ha dato maggiori soddisfazioni.<br />
Oggi la nostra storia di amicizia<br />
prosegue inossidabile e la carriera<br />
artistica di Angelo è degna<br />
delle “note” che seguono:<br />
Angelo Giovagnoli , nato a<br />
Fabrica di Roma, inizia a suonare<br />
la tromba a 6 anni sotto la guida<br />
di Giorgio Postiglione, Maestro<br />
della Banda; a 9 partecipa ad un<br />
concorso musicale per giovani<br />
esecutori e vince una borsa di<br />
studio della SIAE che gli permette<br />
di frequentare i Conservatori<br />
San Pietro a Majella di Napoli e<br />
Santa Cecilia in Roma.<br />
Giovanissimo si diploma in corno, sotto la<br />
guida dei maestri Antonio Marchi e<br />
Domenico Ceccarossi. Nel 1969, voluto dal<br />
Maestro Franco Ferrara, è primo corno nell’orchestra<br />
delle “Vacanze Musicali” a<br />
Venezia. Successivamente si trasferisce a<br />
Palermo dove rimane per due anni come<br />
primo corno dell’Orchestra del Teatro<br />
Massimo. Nel 1971 vince il concorso di<br />
primo corno dell’Orchestra del Teatro<br />
dell’Opera di Roma e fa parte del quintetto<br />
dei solisti del Teatro dell’Opera di Roma,<br />
con il quale ha suonato nelle più importanti<br />
sale da concerto italiane ed estere.<br />
Dal 1973 al 1977 è stato docente della cattedra<br />
di corno presso l’Istituto G. Briccialdi<br />
di Terni e, dal 1982 al 1985, in quella del<br />
Conservatorio di Santa Cecilia in Roma.<br />
Dal 19<strong>70</strong> inizia l’attività concertistica<br />
facendo parte del Gruppo di Rivalutazione<br />
Musicale con il quale esegue parte del<br />
repertorio solistico per corno e orchestra.<br />
E’ promotore e fondatore di realtà musicali<br />
come: il Gruppo Italiano di Ottoni,<br />
l’International Chamber Ensemble,<br />
l’Accademia Musicale Italiana- AMIT e il<br />
Quintetto Primavera di Digital Records.<br />
E’ socio dell’Unione Musicisti di Roma dal<br />
1973 al 1989. Il Maestro Franco Mannino<br />
gli dedica l’Adagio per Corno e Orchestra<br />
d’Archi, eseguendolo in prima assoluta al<br />
Teatro Sala Umberto di Roma per i concerti<br />
di Radio3.<br />
Dal 1990 al 1992 è stato Consulente<br />
Artistico del Sovrintendente del Teatro<br />
dell’Opera di Roma Gian Paolo Cresci, con<br />
il quale realizza produzioni di grande rilievo<br />
come il Concerto dei Tre Tenori a<br />
Caracalla e crea, all’interno dello stesso<br />
Teatro, il Media Departement, dove cura e<br />
valorizza lo storico archivio audio attraverso<br />
la rimasterizzazione di vecchie registrazioni,<br />
pubblicando dischi con la BMG, di<br />
valore storico culturale. Sempre nel 1990<br />
fa il coach musicale per gli attori del film<br />
“Rossini Rossini” con la regia di Mario<br />
Monicelli e, successivamente, coordinatore<br />
per la registrazione e la ripresa di<br />
Cavalleria Rusticana per il film “Il Padrinoparte<br />
terza” con la regia di Francis Ford<br />
Coppola. Dal 1992 al 1994, con il Gruppo<br />
Italiano di Ottoni, prende parte alla trasmissione<br />
della rai “Uno Mattina”. Nel 1995<br />
fa di nuovo il coach musicale per gli attori
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 21<br />
tato da Pietro Pignatelli, scritto e diretto da<br />
Angelo Ruta. Nel 2009 compone le musiche<br />
dello spettacolo teatrale “Vincent”<br />
interpretato da Angela di Matteo, Federica<br />
Natangelo, Pietro Pignatelli, scritto e diretto<br />
da Angelo Ruta. Nel 2009 scrive le<br />
musiche per “Quante storie”, due CD di<br />
filastrocche musicate per bambini.<br />
Dal 2008 a tutt’oggi è Tutor Fiati<br />
dell’Orchestra Giovanile Goffredo Petrassi.<br />
Dal 1995 ad oggi è stato parte integrante<br />
nei musical:<br />
- Facciamo l’amore (2009) orchestra coordinator<br />
G&G Production<br />
- Poveri ma belli (2008) orchestra contractor<br />
Teatro Sistina<br />
- Parlami di me (2007) orchestra coordinator<br />
Teatro Sistina<br />
- Il principe della gioventù (2007) orchestra<br />
coordinatori CTC<br />
- Vacanze romane (2004) music coordinator<br />
Teatro Sistina<br />
- I Dieci Comandamenti il Musical (2003)<br />
Line producer De Angelis Group<br />
- Aggiungi un posto a tavola IV edizione<br />
(2002) orchestra coordinator Teatro<br />
Sistina<br />
- I figli della lupa (2001) orchestra coordinator<br />
Teatro Sistina<br />
- Francesco Il Musical (2000) orchestra<br />
coordinator Promnibus<br />
- Rugantino IV edizione (1998) orchestra<br />
coordinator Teatro Sistina<br />
- West Side Story (1995) orchestra coordinator<br />
Compagnia dell’Arancia.<br />
del film “Croce e Delizia” per la regia di<br />
Luciano De Crescenzo. Nel 1995 è coach<br />
musicale di Nastassia Kinskj per il film “La<br />
bionda”, regia di Sergio Rubini. Nel 2000<br />
arrangia Silouans Song di Arvo Part e dirige<br />
l’orchestra Wien per la colonna sonora<br />
del film “I cento passi”, regia Marco Tullio<br />
Giordana.<br />
Nel 2000-2001 è Musica Advisor nel film<br />
“Gangs of New York”. Sempre nel 2001 è<br />
stato responsabile dei servizi musicali del<br />
Festival Verdiano di Parma, creando con il<br />
Direttore Artistico Bruno Cagli l’Orchestra<br />
del “Centenario Verdiano”.<br />
Nel 2002 cura il Festival di Solothurn in<br />
Svizzera, dove invita la Czech National<br />
Symphony Orchestra; nello stesso anno è<br />
direttore d’orchestra nella registrazione in<br />
studio di “Tosca” con la Philarmonica di<br />
Belgrado per il film di Giorgio Ferrara<br />
“Tosca e altre due”, cantata da Maria Pia<br />
Ionata, Alessandro Safina, Armando<br />
Ariostini, Ezio Di Cesare e Gian Paolo<br />
Fiocchi. E stato consulente musicale nel<br />
film “Callas forever” con la regia di Franco<br />
Zeffirelli. Da oltre 30 anni, opera nel settore<br />
delle colonne sonore da film come cornista<br />
e come organizzatore, ricevendo<br />
soddisfazioni: 8 David di Donatello con il<br />
Maestro Franco Piersanti, Riz Ortolani,<br />
Ennio Morricone e 2 Oscar con il Maestro<br />
L. Bacalov per il film “Il Postino” e “La vita<br />
è Bella” con il Maestro Nicola Piovani.<br />
Da Gennaio 2005 ha rilevato lo storico studio<br />
di registrazione SONIC con la società<br />
Digital Records srl, della quale è socio e<br />
responsabile artistico, organizzando orchestre<br />
per concerti, convention e colonne<br />
sonore da film a Roma e Praga.<br />
Negli anni è stato direttore d’orchestra per<br />
le colonne sonore dei film “Mathilde”,<br />
“Elisa di Rivombrosa 2”, “In un altro<br />
paese”, “Doc West”, “Il Falco e la Colomba”<br />
e del CD “Anno Zero Samarcanda”, musiche<br />
del Maestro Daniel Bacalov.<br />
Nel 2008 compone le musiche per lo spettacolo<br />
teatrale “Il poeta volante” interpre-<br />
Ha inciso per Fonit-Cetra, BMG,EMI,<br />
Frequenz, Cabum, CAM, Music Villane, e il<br />
CD di Tosca è edito dalla CAM. Ha collabora<br />
per le colonne sonore con i maestri:<br />
Ezio Bosso, Andrea Guerra, Ennio<br />
Morricone, Franco Piersanti, Luis Bacalov,<br />
Riz Ortolani, Armando Trovajoli, Nicola<br />
Piovani, Pino Donaggio, Paolo Buonvino,<br />
Bruno Moretti, Pivio e De Scalsi, Maurizio e<br />
Guido De Angelis, Carlo Siliotto, Andrea<br />
Pandolfo, Giovanni Bacalov, Andrea<br />
Morricone, Stelvio Cipriani, Maurizio Abeni,<br />
Arturo Annecchino, Antonio Di Pofi, Bruno<br />
Zambrini, Marco Tiso, Mario Raja, Tony<br />
Secchi, Germano Mazzocchetti, Piero<br />
Piccioni, Carlo Savina, Carmine Coppola,<br />
Paolo Silvestri, Pietro Freddi, Stefano<br />
Caprioli, Giuseppe Napoli, Lele Marchitelli,<br />
Luigi Seviroli, Renato Serio, Natale<br />
Massara, Gianfranco Plenizio, Tommaso<br />
Vittorini, Piero Pintucci, Dario Lucantoni,<br />
Pasquale Filastò, Alesso Vlad, Claudio<br />
Capponi, Stefano Arnaldi, Ludovico Fulci,<br />
Giancarlo Chiaramello, Gianni dell’Orso,<br />
Francesco De Masi, Lamberto Macchi,<br />
Manuel De Sica, Fabio Liberatori,<br />
Alessandro Molinari, Stefano Reali,<br />
Gianluca Podio, Benoit Jutras, Ruj<br />
Folguera, Bob Rose, Antonio Sinagra,<br />
Savio Riccardi, Lino Cannavacciuolo,<br />
Michele Fedigrotti, Pino Daniele, Francesco<br />
Cerasi, Guido Freddi, Giuliano Taviani,<br />
Nicola Tescari, Ludovico Einaudi.<br />
Angelo Giovagnoli durante la registrazione<br />
della colonna sonora del film “Il falco e la<br />
colomba”, con la Czech National Symphony<br />
Orchestra , musiche di Maurizio De Angelis
22 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Ecologia e Ambiente<br />
La marea di petrolio della Louisiana<br />
di Giovanni<br />
Francola<br />
La marea nera di<br />
petrolio fuoriuscita<br />
dalla piattaforma<br />
della British<br />
Petroleum nel Golfo<br />
del Messico, sta<br />
provocando non<br />
pochi disastri, arrivando<br />
a toccare le<br />
coste della<br />
Louisiana, si avrà<br />
una delle più grandi<br />
catastrofi ambientali..<br />
Sta per arrivare, per<br />
i forti venti, alla foce del fiume Mississipi,<br />
delineando così una minaccia per tutto il<br />
sistema palustre e di conseguenza danni<br />
enormi a tutta la riserva ittica.<br />
Si è chiesto l’intervento di 6000 soldati<br />
della Guardia Nazionale, per far fronte a<br />
questo drammatico incidente, il Presidente<br />
americano Barack Obama, ha dichiarato di<br />
mettere a disposizione anche il<br />
Dipartimento della Difesa, ciò è sufficiente<br />
per comprendere quale misura, questo<br />
danno ambientale, possa assumere nel<br />
corso del tempo. Nel mio libro pubblicato<br />
da Ennepilibri nel 2008 dal titolo “Il profitto<br />
e la Virtù” al capitolo (l’uso del petrolio<br />
e quanto versato in mare), citai di una<br />
catastrofe ecologica avvenuta nel 1989 al<br />
largo dell’Alaska, provocata dalla petroliera<br />
Exxon Valdes quando si riversarono in<br />
mare circa ben 11 milioni di galloni di<br />
petrolio, ebbene<br />
questa catastrofe<br />
della Louisiana si<br />
ipotizza sia simile<br />
per dimensione a<br />
questo avvenimento<br />
del passato,<br />
dove duemila<br />
chilometri di<br />
coste vennero<br />
contaminate, portando<br />
alla morte<br />
migliaia di uccelli<br />
e decine di balene.<br />
Ora il colosso<br />
Britannico BP, si<br />
sta assumendo la piena responsabilità<br />
della fuoriuscita di petrolio, ma ormai<br />
tutto l’habitat, i pescatori della Louisiana,<br />
la pesca dei gamberetti, la raccolta delle<br />
ostriche, granchi è compromesso, e tutti i<br />
pescherecci commerciali sono in ginocchio.<br />
Infatti l’industria ittica in questa parte del<br />
mondo fattura 2,4 miliardi di euro all’anno<br />
e, intanto, la gente del luogo afferma di<br />
sentire l’odore di petrolio fino a New<br />
Orleans.<br />
Certo è che la Casa Bianca ha sospeso<br />
tutte le nuove trivellazioni fino a quando<br />
non termineranno le indagini sul disastro<br />
nel Golfo del Messico, per capire se quanto<br />
è accaduto è stato una cosa unica e<br />
imprevedibile.<br />
A mio modesto avviso, al di là di queste<br />
sospensioni e indagini, questo ulteriore<br />
disastro, inciderà negativamente su tutto<br />
l’ambiente e su intere economie, quindi è<br />
indispensabile ridisegnare per intero i<br />
nostri stili di vita, che da troppo tempo<br />
ormai hanno condotto l’intera umanità ad<br />
una dipendenza dal petrolio senza via di<br />
uscita.<br />
Ora, come mai, occorre un impegno planetario<br />
per mettere fine a queste logiche<br />
di profitto aberranti e distruttive, c’è tutta<br />
la tecnologia sufficiente per farlo.<br />
Sarà indispensabile fare massa, creare un<br />
nuovo pensiero e, soprattutto, essere più<br />
consapevoli di dove stiamo andando con i<br />
nostri comportamenti.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 23<br />
Come eravamo<br />
AH ! HO CAPITO, E’ QUELLO CHE CHIAMINO …..<br />
... continua dal n. 69<br />
Proseguendo nel mio<br />
excursus riguardante i<br />
soprannomi prettamente<br />
“civitonici”, in questa<br />
seconda tranche, ho<br />
focalizzato quelli con la<br />
finale accentata, che<br />
di Alessandro Soli<br />
come noterete sono in<br />
maggioranza con la lettera<br />
“o”. Il motivo va ricercato nella morfologia<br />
del nostro dialetto, che appunto<br />
tronca le finali e le accenta. Ad essere sincero<br />
ho volutamente tralasciato di trascrivere<br />
l’articolo che precede il soprannome,<br />
quel tanto caro ‘o, da noi contrapposto al<br />
più famoso “er” romanesco, ma il risultato<br />
credo sarà comunque di effetto, quando,<br />
specialmente i più anziani, individueranno<br />
le persone menzionate appunto con il loro<br />
soprannome. E allora, pronti via con:<br />
Bottò, Peppilò, Mozzicò, Cucchiarò,<br />
Scotò, Sardò, Luriò, Trabardò,<br />
Scopettò, Smollicò, Balestrò,<br />
Mignolò, Beccacciò, Capocciò,<br />
Mariolò, Cervellò, Gianduiò, Macchiò,<br />
Ciavattò, Scafò, Giggiò, Combarò,<br />
Cellò, Pellicciò, Stallò, Scarpò,<br />
Ciammellò, Tabbaccò, Peperò,<br />
‘Nciafruiò, Cacò, Squadrò, ‘Ndostò,<br />
Baffò, Pecorò, Occhialò (Peppe), Filò,<br />
Gibbò, Nasò, Peciò, Segò, Barrettò,<br />
Mezzomiliò, Cappò, Nerò. Ed ancora<br />
con le altre vocali : Bignè, Citroè,<br />
Perepè, Gnegnè, Ciappamì,<br />
Magnasupplì, Cichitolotù, Cuccurucù,<br />
Menaccà, Sciarabbaccà, Zazzà,<br />
Tartagnà, Parapazzù, ‘Ndindì, Iulù.<br />
Immagino a questo punto, quanti di voi,<br />
cari lettori, avranno già individuato le persone,<br />
o meglio i personaggi, che si celano<br />
dietro tali soprannomi. Gente che si aggira<br />
ancora per Civita, o che purtroppo è venuta<br />
a mancare, e viene ancora ricordata<br />
proprio attraverso un soprannome che può<br />
sembrare a volte discutibile, ma mai banale.<br />
Voglio soffermarmi su due di essi sopra<br />
citati: “ Mignolò “ cioè Erminio Colonnelli,<br />
(nonno dell’omonimo ristoratore) capostipite<br />
di tre generazioni, che qui a Civita<br />
Castellana hanno proposto negli anni,<br />
quella cucina “casareccia” basata sulla<br />
cacciagione e sul pesce ( indimenticabili i<br />
“tordi allo spiedo” e le ormai rarissime<br />
“ranocchie fritte”). Ebbene il suo soprannome,<br />
deriva direttamente dal suo nome<br />
Erminio, storpiato dal nostro dialetto, che<br />
da Ermigno-Ermignolo lo ha trasformato<br />
nel più simpatico “Mignolò”. L’ altro personaggio<br />
che voglio ricordare è “Peppe<br />
Occhialò” cioè Giuseppe Fantera. Vero e<br />
proprio personaggio, che deve il suo<br />
soprannome sicuramente alle sue caratteristiche<br />
fisiche, in modo particolare ai suoi<br />
grandi occhi. Immaginate un “Bud<br />
Spencer nostrano”, che dietro alla sua prestanza<br />
fisica nascondeva un cuore “grande<br />
così”. Stazionava perennemente in piazza<br />
Matteotti, appoggiato al tettino della macchina<br />
in sosta, con l’immancabile sigaretta<br />
accesa, sempre pronto a dare indicazioni a<br />
gente di passaggio e a turisti. Ricordo le<br />
domeniche pomeriggio degli anni ’60-<strong>70</strong>,<br />
quando era solo la radio, con “Tutto il calcio<br />
minuto per minuto” a far palpitare i<br />
tifosi. Ebbene piazza rimbombava dei<br />
suoni usciti dalla radio di Peppe che sempre<br />
più “appoggiato “, gioiva ai gol di<br />
Sandro Mazzola e della “ sua Inter”. Come<br />
dicevo nel numero scorso, se continuo a<br />
tralasciare qualcuno (a proposito, tra gli<br />
“ino” ho dimenticato Scaccino,<br />
Musichino, e Bruschino) non me ne<br />
vogliate perché qui a Civita Castellana<br />
tutti, più o meno hanno un soprannome,<br />
allora ho pensato di tenerne la conta,<br />
ebbene con questi ultimi aggiunti siamo<br />
arrivati a 86.<br />
continua sul prossimo numero ....<br />
Civita Castellana 1966<br />
“Mignolò” (1896-1976) con i nipoti<br />
Ernesto 12 anni e Erminio 8 mesi.<br />
“Mignolò” pesca giù a Treja.
24<br />
Valentano<br />
di Ermelinda<br />
Benedetti<br />
Valentano è un vero e<br />
proprio gioiellino della<br />
provincia viterbese,<br />
che mantiene ancora<br />
intatto quell’antico<br />
tocco medievale.<br />
Sorge su di un’altura<br />
posta a circa 538 m<br />
sul livello del mare ed<br />
incastonata nelle vallate<br />
pianeggianti della<br />
Maremma laziale.<br />
Il borgo, con la sua splendida posizione<br />
panoramica, domina il lato occidentale del<br />
lago di Bolsena ed è compreso tra le acque<br />
dolci di quest’ultimo e quelle salate del<br />
mare Tirreno, dal quale dista solo pochi<br />
chilometri.<br />
STORIA La zona delimitata dai confini del<br />
comune di Valentano, era abitata già 4000<br />
anni fa. Nel piccolo, incontaminato lago di<br />
Mezzano, pochi km a nord ovest del<br />
paese, sono stati rinvenuti, infatti, oggetti<br />
risalenti all’età del bronzo, e palafitte, probabilmente<br />
sommerse proprio dalle acque<br />
di quel lago, durante gli stravolgimenti climatici<br />
ed ambientali dell’epoca. La tradizione<br />
vuole che Valentano derivi dall’etrusca<br />
“Verentum” ma non se ne sono trovate<br />
tracce.<br />
Del periodo romano, invece, sono visibili<br />
resti di numerose ville rustiche, trasformatesi<br />
successivamente in piccoli villaggi che,<br />
in epoca medievale si riunirono, probabilmente<br />
per motivi di difesa, sull’alto del<br />
colle ove, probabilmente si formò il primo<br />
nucleo di quel villaggio chiamato<br />
“Valentano” (forse da Valle degli Ontani).<br />
Sono presenti anche resti di fortificazioni<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Longobarde. Le prime notizie del paese<br />
potrebbero essere quelle del 680, anno in<br />
cui in questo centro si sarebbe trasferito il<br />
vescovo della distrutta città di Bisenzo.<br />
Dai documenti delle Abbazie imperiali di<br />
Farfa e di San Salvatore, sul Monte<br />
Amiata, abbiamo i primi dati certi del<br />
paese. Nell’anno 844 in essi si ha menzione<br />
di Balentanu o Valentano. Nel 1053 il<br />
paese comunque è già strutturato e appare<br />
organizzato come comune libero, nel<br />
sito attualmente occupato, con la sua<br />
pieve dedicata a San Giovanni Evangelista<br />
e la Rocca di difesa.<br />
Nel 1193 venne sottomessa a Viterbo, ma<br />
conteso anche dalla vicina città di Orvieto.<br />
Nel 1262 Urbano IV ne disponeva sotto la<br />
giurisdizione della Chiesa di Roma.<br />
Nel 1328 fu invasa e dato alle fiamme dai<br />
barbari, ricostruito poi nel 1331, subì<br />
ancora incursioni da parte di potenti feudatari<br />
che imperversavano nella zona.<br />
Nel 1354, la cittadina venne assegnata dal<br />
cardinale Albornoz alla signoria dei<br />
Farnese che la tenne per lunghi anni, trasformando<br />
l’antica rocca di difesa nel<br />
palazzo residenziale della famiglia, con<br />
cortile rinascimentale e sale affrescate, e<br />
richiedendo anche l’intervento di Antonio<br />
da Sangallo il Giovane.<br />
La fortuna del paese crebbe con quella<br />
della famiglia Farnese culminata, nel 1534,<br />
con l’elezione a pontefice di Alessandro,<br />
sotto il nome di Paolo III.<br />
La “fortunazza paolina”, tanto mal digerita<br />
dalle famiglie rivali, doveva portare poi alla<br />
creazione del Ducato di Castro e della<br />
Contea di Ronciglione: una grossa fetta di<br />
territorio nel cuore di quello ecclesiastico,<br />
quasi alle porte di Roma, mal sopportata<br />
dalla Camera Apostolica.<br />
Lo splendido momento vissuto sotto i<br />
Farnese aveva portato Valentano ad essere<br />
compreso nel Ducato di Castro (1537)<br />
e, quindi, a divenirne la capitale fino a<br />
quando, per le dispute tra i Farnese e la<br />
Camera Apostolica, Castro venne completamente<br />
distrutta (1649).<br />
Gli avvenimenti dei secoli seguenti registrano<br />
l’abbandono della Rocca da parte<br />
dei Farnese e la sua trasformazione in<br />
Monastero di Monache Domenicane.<br />
I Valentanesi fecero parte<br />
dell’Associazione Castrense del 1848 e<br />
quindi della Lega dei Comuni di Castro che<br />
si opponeva al potere temporale dei papi e<br />
auspicava, nello spirito risorgimentale del<br />
tempo, l’unione dell’Italia tutta.<br />
Sede di una guarnigione di Zuavi Pontifici,<br />
il paese registrò l’arrivo e gli scontri con i<br />
garibaldini nel 1867. Ma ormai il 18<strong>70</strong> era<br />
alle porte e mentre si festeggiava la presa<br />
di Roma, gli Zuavi incendiavano, nella<br />
piazza principale del paese, quasi tutte le<br />
carte dell’archivio storico del Comune.<br />
La situazione di Valentano, agli inizi del<br />
1900 non era dissimile ai tanti paesi della<br />
provincia di Viterbo, ove regnava una diffusa<br />
povertà tra la stragrande maggioranza<br />
dei cittadini, mentre la proprietà era<br />
concentrata nelle mani di alcune famiglie<br />
benestanti, della Parrocchia e delle numerose<br />
Confraternite.<br />
Solo dopo aver partecipato alla Prima<br />
Guerra Mondiale i contadini poterono<br />
vedersi assegnati dal Comune i cosiddetti<br />
enfiteusi (circa 8.000 metri di terra) di cui<br />
poter disporre direttamente. Nel 1944 il<br />
passaggio del fronte di guerra registrerà,<br />
negli scontri fra soldati tedeschi ed alleati,<br />
la morte di undici civili, molti dei quali<br />
caduti per lo scoppio della bomba del<br />
“Portonaccio”.<br />
La situazione economica del paese nel<br />
dopoguerra si rivelò, per molti, fonte di<br />
privazioni tanto che, con la cosiddetta<br />
“Riforma agraria” dell’Ente Maremma,<br />
dopo il 1951, circa cento famiglie (per 600<br />
cittadini) si trasferirono a Pescia Romana,<br />
dove ebbero in assegnazione i cosiddetti<br />
“poderi familiari”.<br />
La popolazione cittadina che contava allora<br />
3.826 abitanti (il massimo storico raggiunto),<br />
scese così a 3.218, stando ai dati<br />
del censimento del 1961.<br />
Questo calo demografico si incrementò nel<br />
corso degli anni a seguire, per stabilizzarsi,<br />
negli ultimi anni, attorno ai 2.925 abitanti,<br />
malgrado l’incremento dell’insediamento<br />
abitativo che, invece, si è notevolmente<br />
ampliato.<br />
continua sul prossimo numero ...
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
“SEMPRE CARA MI FU QUESTA TELEVISIONE...”<br />
Un viaggio attraverso il mondo mediatico che ci circonda, analizzando vizi e virtù<br />
della scatola luminosa più popolare al mondo<br />
25<br />
di Milena Romoli<br />
Dott.ssa in Scienze e<br />
Tecniche della<br />
Comunicazione<br />
Cos’è davvero la<br />
televisione Quale<br />
potere esercita questa<br />
scatolina colorata<br />
che ormai presenzia<br />
nelle nostre case<br />
quasi come un componente<br />
della famiglia<br />
Quali pericoli<br />
nasconde e quali<br />
armi possiede E<br />
ancora, quali sono le<br />
fasce più colpite da<br />
questo mezzo di<br />
comunicazione, nato nel 1954, e ormai in<br />
grado, addirittura, di scandire le nostre<br />
giornate Tentare di dare una risposta a<br />
questi, e ad altri interrogativi, è quanto si<br />
propone di fare questa nuova rubrica che<br />
mirerà proprio a smascherare, ed a mettere<br />
in evidenza, taluni meccanismi preparati<br />
ad hoc in grado di scavalcare la nostra<br />
stanca e poco allenata capacità di decodificazione.<br />
Siamo noi ad essere cambiati, oppure<br />
è la tv che cambia Personalmente<br />
credo che esista una sinergia tra le due<br />
situazioni che vada puntualmente di pari<br />
passo; negli ultimi mesi, infatti, quello che<br />
si nota, è che le trasmissioni che ci vengono<br />
proposte, dai varietà ai reality, passando<br />
per i quiz ed i notiziari, senza dimenticare<br />
la protagonista pubblicità, stiano<br />
sempre più tentando di modellare i nostri<br />
personali schemi mentali. Il fatto riguarda,<br />
in particolare, la percezione subliminale,<br />
ovvero il fenomeno secondo il<br />
quale stimoli non avvertiti consciamente<br />
perché troppo rapidi, come nel<br />
caso degli spot, possono influenzare<br />
il comportamento degli individui.<br />
Dunque, non è più solo la pubblicità, nata<br />
negli anni ‘<strong>70</strong>, con l’avvento della televisione<br />
commerciale, ad aver cambiato il<br />
ruolo della tv trasformandola da uno strumento<br />
di promozione culturale ad una<br />
vera e propria impresa che inizia a guadagnare<br />
vendendo spazi e siparietti. Oggi è<br />
la tv stessa ad essere cambiata e noi, e qui<br />
si torna alla sinergia, facciamo certamente<br />
la nostra parte, continuando ad adeguarci<br />
ad un sistema che non ci piace ma che,<br />
forse, ci fa comodo così, figuriamoci se<br />
nella società altamente frenetica di oggi<br />
dovessimo anche cercare il tempo per<br />
ribellarci a questo vortice comunicativo<br />
senza esclusione di colpi...Facciamo un<br />
esempio concreto: il recente Festival di<br />
Sanremo. Non è vero che non siamo contenti<br />
del podio finale della trasmissione<br />
emblema che ha fatto la storia della musica<br />
italiana, e non è neanche vero che<br />
siamo stufi di vedere i vincitori dei reality<br />
show giovanili come ennesimi vincitori. Il<br />
fatto è che, forse, dovremmo essere più<br />
onesti con noi stessi e ammettere che i<br />
reality, come riportano i dati Auditel, sono<br />
programmi seguitissimi ai quali, però, non<br />
esitiamo a tirare dietro critiche continue e<br />
di ogni genere; e non possiamo, quindi,<br />
lamentarci dell’inevitabile continuum che<br />
si viene a creare tra i vari generi e programmi<br />
televisivi: siamo noi spettatori,<br />
che ci piaccia o no, a decretare se un<br />
programma è vincente, o se debba<br />
essere immediatamente cancellato<br />
dai palinsesti. A questo proposito, è arrivato<br />
forse il momento di capire che il<br />
nostro zapping, a<br />
volte poco pensato,<br />
sia tutt’altro che<br />
ininfluente; siamo<br />
noi spettatori,<br />
nostro malgrado,<br />
quei pesciolini che si<br />
vedono nelle fiere e<br />
nelle feste patronali<br />
che aprono e chiudono<br />
la bocca agli<br />
ami calamitati che<br />
tentano di catturarli.<br />
E non è<br />
neanche vero che<br />
siamo poi così<br />
scontenti che<br />
Pupo, l’ormai rivisitato<br />
cantanteshowman<br />
famoso<br />
per la sua statura,<br />
nonché per<br />
aver dichiarato di<br />
avere una moglie<br />
ed un’amante<br />
entrambe concordi<br />
o, ancora, per<br />
aver messo in piazza spregiudicatamente,<br />
all’epoca dei “pacchi”, i suoi altrettanto<br />
spregiudicati tentativi di vincere al gioco,<br />
sia arrivato secondo all’evento più atteso<br />
dell’anno. E neanche Emanuele Filiberto<br />
disturba poi così tanto perché, diciamoci la<br />
verità, la sua aria un pò sorniona, il suo<br />
vociferare quasi tremulo e indeciso, forse<br />
iniziano a piacerci. Sembra dunque giunto<br />
il momento di risvegliare i nostri animi dal<br />
dormitorio generale in cui si trovano e nel<br />
quale, è doveroso ammetterlo, talvolta fa<br />
comodo crogiolarsi. “Diamo a Cesare quel<br />
che è di Cesare”, lasciamo quindi alla tv il<br />
compito di aver rivoluzionato all’epoca,<br />
quando svolgeva ancora una funzione<br />
aggregativa e socializzante, la comunicazione,<br />
ma non permettiamole di rivoluzionare<br />
la nostra vita conferendole l’onore<br />
di diventare un’amica dalla quale ricevere<br />
compagnia, svaghi e impulsi di ogni<br />
genere. Un buon punto di partenza<br />
potrebbe essere quello di fornire ai<br />
bambini, soggetti in evoluzione, e<br />
prime vittime di questo circolo<br />
mediatico assortito dove primeggia la<br />
pubblicità, gli strumenti giusti per<br />
potersi difendere da probabili intrusioni<br />
nocive. Certamente, crescendo, essi<br />
acquisiranno capacità critiche e impareranno<br />
a resistere alla persuasione, ma quale<br />
modo migliore per aiutarli se non quello di<br />
avviarci noi adulti, per primi, ad un uso più<br />
consapevole della tv<br />
A voi l’ardua sentenza.
26<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
LA COMMITTENZA DEL FORTE SANGALLO<br />
DI CIVITA CASTELLANA<br />
ALESSANDRO VI, CESARE BORGIA, GIULIO II:<br />
tre figure illustri del Rinascimento italiano<br />
di Francesco<br />
Peri<br />
Architetto<br />
...continua dal numero 69<br />
La famiglia Borgia era<br />
di origine spagnola.<br />
Nel 1442 Alonso<br />
Borgia (allora si chiamava<br />
ancora Borja),<br />
vescovo di Valenza, si<br />
recava in Italia, dapprima<br />
a Napoli, poi a<br />
Roma; là veniva nominato<br />
cardinale e, nel 1455,<br />
raggiungeva la somma<br />
carica della cristianità: veniva, infatti, eletto<br />
papa col nome di Callisto III.<br />
La fortuna della famiglia Borgia era ormai<br />
assicurata. Dalla Spagna giunsero a Roma,<br />
in colonne separate, nugoli di parenti e<br />
amici del novello papa: giunse anche<br />
Rodrigo, il carissimo nipote al quale il<br />
papa diede lucrosi incarichi e titoli (quindi<br />
rendite!) a non finire.<br />
Rodrigo divenne vicecancelliere, vale a<br />
dire capo di tutta la Curia. Mantenne tale<br />
carica per 35 anni, fornendo prova di eccezionali<br />
qualità: rimase ininterrottamente al<br />
suo posto sotto ben cinque Papi diversi.<br />
Nel 1492, finalmente, s’insedio’ sul<br />
trono di San Pietro col nome di<br />
Alessandro VI. Fu un papa importantissimo<br />
sia per le opere per Roma e per lo<br />
Stato Pontificio, sia perché fu partecipe, in<br />
prima istanza, del “cambio del secolo” a<br />
livello ideologico.<br />
Lo storico contemporaneo, Arnaldo<br />
Bruschi, infatti osserva che “una notevole<br />
accentuazione o ripresa di riferimenti<br />
all’antico sembra intervenire,<br />
in modo nuovo, negli ultimi anni<br />
(1500-1503) del pontificato di<br />
Alessandro VI, forse in rapporto con<br />
il programma ideologico e politico di<br />
Cesare Borgia. Di fatto, un’ importante<br />
manifestazione di un clima culturale<br />
più intensamente antichizzante<br />
è rappresentata ad esempio, alla fine<br />
del Febbraio del 1500, dalla celebrazione<br />
del ritorno del Valentino, reduce<br />
dalle vittorie di Romagna, con l’allusiva<br />
sfilata di undici carri rappresentanti<br />
il trionfo di Giulio Cesare.<br />
Esibita ai pellegrini dell’Anno Santo,<br />
è già l’ideologia che sosterrà, tra<br />
poco, il classicismo bramantesco di<br />
Giulio II”.<br />
Cesare Borgia era il secondogenito di<br />
Alessandro VI, e seppur leggenda vuole<br />
che i due si odiassero a tal punto che le<br />
loro stanze private, nel Forte, erano<br />
distantissime, ai lati opposti, in verità il<br />
Papa spagnolo riponeva speranze nelle<br />
mire espansionistiche del figlio condottiero<br />
( non a caso …Cesare).<br />
Alessandro VI<br />
lego’ particolarmente<br />
il suo<br />
nome a Civita<br />
Castellana.<br />
Fu governatore<br />
della città<br />
per un decennio,<br />
prima di<br />
essere eletto<br />
papa nel 1492:<br />
è ricordato<br />
nell’Antiporta<br />
Borgiana,<br />
posta nell’entrata<br />
Sud della<br />
Città, ed eretta<br />
dai cittadini<br />
in suo<br />
onore come<br />
riconoscimento<br />
dei<br />
benefici ricevuti!<br />
La Porta Borgiana<br />
ubicata all'entrata di<br />
Civita Castellana proveniendo<br />
dalla consolare Flaminia,<br />
in una foto degli anni ‘<strong>70</strong>.<br />
Continua sul prossimo numero…..<br />
Alessandro VI Borgia Cesare Borgia, il Valentino Giulio II
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 27<br />
L’uomo, la logica, l’essere<br />
“Che posto occupa la coscienza nell’ambito della natura”<br />
del Prof.<br />
Massimo Marsicola<br />
La domanda che si<br />
pongono ormai da<br />
decenni i filosofi,<br />
nell’ambito della<br />
cosiddetta<br />
Philosopy of mind,<br />
suona così: “che<br />
posto occupa la<br />
coscienza nell’ambito<br />
della natura”<br />
E a distanza di<br />
tempo non è stata<br />
trovata sin qui<br />
risposta alcuna. Il fatto è che questa<br />
domanda, apparentemente legittima e tutt’altro<br />
che ingenua, porta con sé un vizio<br />
di fondo: l’ambiguità dell’essere, di priniana<br />
memoria. Ambiguità che si deduce da<br />
un lato osservando l’essere fisico; quello<br />
che Heidegger chiama ente. E dall’altro<br />
l’essere inteso come principio trascendente.<br />
Ma la coscienza, a ben guardare, non<br />
appartiene né all’uno né all’altro, ma a<br />
quella sfera che da Kant in poi viene indicata<br />
come trascendentale. Sfera che si<br />
pone evidentemente a metà strada fra<br />
l’ente fisico e l’essere metafisico per eccellenza.<br />
Per la sua natura, la coscienza,<br />
sembra più appartenere all’ambito metafisico<br />
che a quello fisico. Ecco perché porre<br />
la domanda circa il posto che occupa la<br />
coscienza nell’ambito della natura non ha<br />
senso. La coscienza non appartiene<br />
alla natura, se con questo sostantivo<br />
intendiamo riferirci all’insieme degli<br />
enti che costituiscono il mondo fisico<br />
senza gli artefatti. La coscienza<br />
umana appartiene all’uomo.<br />
Appartiene cioè a quel tipo di essere che<br />
pone la domanda. E per sapere qual è il<br />
posto che essa occupa nel creato,<br />
occorre stabilire qual è il posto che<br />
occupa l’uomo nel creato. Tale domanda<br />
interpella in modo essenziale la<br />
coscienza stessa e la sollecita a fornire una<br />
visione adeguata dell’insieme mondo comprendente<br />
l’uomo, insieme del quale sembra<br />
essere essa stessa un elemento imprescindibile.<br />
Si tratta di scrivere una pagina<br />
capace di dare conto di quella figura che è<br />
l’uomo nell’ambito di quella che Giovanni<br />
Paolo II chiamava antropologia adeguata.<br />
Ma tale compito può essere assolto nella<br />
sua interezza solo se è preceduto da una<br />
riforma della logica. La logica<br />
aristotelica<br />
infatti, non può<br />
andare bene invariabilmente<br />
per gli<br />
enti del mondo<br />
fisico e per quelli<br />
del mondo metafisico.<br />
Cosa, peraltro,<br />
già messa in<br />
evidenza, specialmente<br />
da Cassirer.<br />
L’unitarietà dell’essere<br />
è solo concettuale<br />
ed apparente.<br />
E la sua ambiguità<br />
non è altro<br />
che la manifestazione<br />
della sua<br />
vera struttura, più<br />
ampia rispetto<br />
all’apparenza e<br />
che si può cogliere<br />
solo attraverso<br />
opportuna ed<br />
adeguata riflessione.<br />
Ad ogni<br />
suo elemento<br />
corrisponde una<br />
logica. Tutti infatti<br />
possono capire il significato dell’espressione<br />
“la logica della carne e la logica del<br />
mondo sono in contrasto con la logica e le<br />
leggi dello spirito”. E questo contrasto,<br />
oggi, lo si può persino dimostrare. Quel<br />
che serve è il coraggio di portare avanti un<br />
pensiero nuovo che rompe con ogni tradizione<br />
e spazza via la molteplicità dei pensieri<br />
inutili dentro i quali la filosofia contemporanea<br />
è precipitata. La riforma della<br />
logica, peraltro già avviata da S. Tommaso<br />
e nelle corde di molti logici contemporanei<br />
ma non portata avanti dal pensiero e la<br />
scrittura di una nuova antropologia, sono<br />
tasselli indispensabili e preliminari alla<br />
scrittura della metafisica della storia, lavoro<br />
conclusivo e insieme punto di partenza<br />
per la nuova filosofia.
30 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Chi è San Bonaventura da Bagnoregio<br />
IL SANTO PIU’ AMATO DA PAPA RATZINGER<br />
La polemica sugli ordini mendicanti<br />
...continua dal numero 69<br />
La coscienza di questa<br />
responsabilità<br />
storica, che fu ben<br />
presto comune con<br />
maggiore o minore<br />
intensità a tutto<br />
l’Ordine, rendeva<br />
ancor più aspra,<br />
quindi, ed accanita la<br />
di Secondiano Zeroli decisione di coloro<br />
che volevano l’osservanza<br />
rigorosa della Regola e del<br />
Testamento, ad ogni costo e senza attenuazioni,<br />
imponendola perciò a chiunque<br />
fosse entrato nell’Ordine – e questi si dissero<br />
Spirituali - mentre più forte si levava<br />
l’opposizione di coloro che in perfetta<br />
buona fede, proprio per gli alti e importanti<br />
compiti che il movimento francescano<br />
doveva svolgere, volevano assicurarsi<br />
con privilegi papali, maggiore libertà d’azione,<br />
disponibilità – sia pur controllata e<br />
non diretta – di mezzi anche finanziari,<br />
mostrando con edifici solenni e grandiosi il<br />
proprio rigoglio ed il proprio successo.<br />
Erano i più numerosi; e non a caso vollero<br />
ed ebbero nome di comunità. Ne vennero<br />
vivacissimi contrasti che ebbero episodi di<br />
accanimento e drammaticità eccezionali.<br />
Nel culmine di questa lotta, nel 1247, veniva<br />
eletto ministro generale Giovanni da<br />
Parma. Era questi uomo di vita assai proba<br />
il cui prestigio era universalmente apprezzato<br />
e riconosciuto dalle due parti in contrasto;<br />
anche se il suo rigore di vita e la<br />
sua formazione culturale, lo indicavano<br />
come assai favorevole ai rigoristi, agli<br />
Spirituali. Giovanni aveva certo degli<br />
Spirituali il senso altissimo, anzi drammatico,<br />
della sua responsabilità di fronte ai<br />
Papi, ai confratelli, ai fedeli; e degli<br />
Spirituali, condivideva anche la convinzione<br />
di una missione provvidenziale, affidata<br />
da Dio ai Minori. Ma comprendeva anche<br />
l’importanza dei problemi organizzativi,<br />
delle esigenze varie e molteplici che proprio<br />
quella missione rendeva più urgenti<br />
ed inevitabili. Perciò se da un lato emanò<br />
Gioacchino da Fiore<br />
una serie di norme rivolte tutte a mantenere<br />
e ad imporre il rispetto rigoroso della<br />
Regola ed un’obbedienza assoluta alle<br />
gerarchie dell’Ordine, dall’altro dedicò la<br />
più grande parte del suo tempo a viaggi,<br />
per visitare ad uno ad uno i conventi nei<br />
paesi più diversi, non senza preoccuparsi<br />
di mantenere i migliori rapporti possibili<br />
con la Curia Romana, unendo così a fermezza<br />
di governo una acuta capacità di<br />
rendersi conto ed a provvedere alle più<br />
diverse necessità che di volta in volta si<br />
potevano manifestare tra i suoi frati. Così<br />
rivolse ogni sua<br />
attenzione ai problemi<br />
della cultura,<br />
dando prova di equilibrio<br />
e buon senso,<br />
in una delle più<br />
drammatiche vicende<br />
della vita culturale ed<br />
insieme religiosa<br />
d’Europa nel secolo<br />
XIII: la lotta tra maestri<br />
regolari e secolari<br />
nell’Uni-versità di<br />
Parigi. Questa lotta,<br />
cominciata nel 1252,<br />
raggiunse il suo culmine<br />
nel ’54, con la<br />
pubblicazione dello<br />
“Introductorius in<br />
Evangelium aeternum”<br />
di Grado da<br />
Borgo San Donnino,<br />
in cui il profetiamo,<br />
favorevole ai francescani<br />
e ai domenicani,<br />
veniva inquadrato<br />
sotto l’influenza delle<br />
opere e del pensiero del grande abate<br />
calabrese Gioacchino da Fiore, ad interpretare<br />
le vicende di tutta la Chiesa, anzi<br />
dell’umanità. Tuttavia l’occasione di sferrare<br />
un colpo decisivo ai mendicanti fu quando<br />
l’Università emanò un decreto che di<br />
fatto toglieva ai domenicani una cattedra<br />
universitaria. Francescani e domenicani<br />
che avevano due cattedre ciascuno, si<br />
ritennero ingiustamente colpiti e si appellarono<br />
al Papa che era Innocenzo IV, il<br />
quale chiese tempo per studiare a fondo il<br />
problema. Ed il problema era effettivamente<br />
molto complicato, giacchè implicava<br />
un giudizio di condanna o di assenso al<br />
meraviglioso sviluppo che avevano avuto i<br />
due Ordini.<br />
La forza dei maestri mendicanti derivava<br />
dal fatto che i pontefici potevano meglio<br />
fidarsi del loro zelo ad ottemperare alle<br />
regole ed a svolgere con più alto magistero<br />
la loro missione. I vescovi erano il più<br />
delle volte ultra politicizzati, amanti degli<br />
agi e della bella vita,<br />
ambiziosi, poco restii a<br />
sottostare alla disciplina<br />
di Roma. E’ forse per<br />
questo che i mendicanti<br />
erano esentati dalla soggezione<br />
ai vescovi, fin<br />
dal 1231, per volontà di<br />
Innocenzo IV, che rese<br />
più completo e meglio<br />
funzionale il privilegio<br />
concesso da Gregorio<br />
IX. L’antagonismo tra<br />
clero regolare e clero<br />
secolare è dunque inevitabile<br />
ed esplode anche<br />
in seguito alle gravissime<br />
accuse di corruzione<br />
d’ipocrisia che alcuni<br />
Ordini di fresca istituzione,<br />
rivolgono a tiro<br />
incrociato ai vescovi e ai<br />
prelati secolari in genere.<br />
Messi alla berlina in<br />
così malo modo, ai<br />
vescovi non resta che<br />
approfittare di circostanze<br />
favorevoli per poter reagire e l’occasione<br />
viene appunto da Parigi, da quella<br />
famosissima Università che è più che mai<br />
divenuto il centro nevralgico dei mendicanti.<br />
I vescovi si gettano a capofitto nella<br />
spinosa polemica, attaccando con prevedibile<br />
asprezza gli invadenti, insaziabili fraticelli.<br />
...continua sul prossimo numero
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 31<br />
“Il Fumetto”<br />
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA<br />
HOMUNCULUS di Hideo Yamamoto<br />
edito da Panini Comics – 9 volumi, in corso<br />
Particolare e affascinante.<br />
Questo manga si<br />
eleva al di sopra dello<br />
standard medio proprio<br />
per la sua atipicità. Non<br />
c’è un briciolo di azione,<br />
né un nemico da combattere<br />
e la storia si<br />
snoda attraverso<br />
connotati filosofici/psicologici<br />
senza<br />
di<br />
Daniele Vessella<br />
risultare pesante. Anzi,<br />
le vicissitudini di<br />
Nakoshi Susumu, il protagonista,<br />
attirano l’attenzione del lettore<br />
in maniera incredibile perché il personaggio<br />
principale può vedere gli<br />
homunculus, quelli che potrebbero<br />
essere le rappresentazioni fisiche dei<br />
sentimenti e dei pensieri più nascosti<br />
dell’essere umano. Quindi, una persona<br />
che si adatta al mondo pur di non contrastarlo<br />
viene vista con le sembianze di un<br />
essere di sabbia. Geniale. Nakoshi<br />
Susumu ha avuto questo “dono”<br />
facendosi trapanare il cranio da Ito<br />
Manabu, un laureando in medicina<br />
alla ricerca di una cavia per i suoi<br />
esperimenti il cui scopo è andare a<br />
fondo nei misteri dell’essere umano.<br />
Dapprima Nakoshi non voleva sottoporsi<br />
all’operazione, ma, essendo diventato un<br />
barbone legato soprattutto alla sua macchina,<br />
la succosa offerta di denaro da<br />
parte di Ito l’ha fatto desistere dal suo proposito<br />
iniziale. Sebbene il presupposto<br />
della storia sia totalmente assurdo e antiscientifico,<br />
la trama gira sui binari di un<br />
qualcosa che apparentemente non si<br />
vede, senza porsi per forza un obiettivo di<br />
fondo. Lo scopo è la ricerca scientifica<br />
del mistero che si nasconde dentro<br />
ogni persona e questo aspetto affascina,<br />
anche perché Nakoshi sembra avere il<br />
terzo occhio, come se avesse aperto il chakra<br />
Ajna. “Tale chakra presiede la visione<br />
interiore o extrasensoriale. Esercita lo sviluppo<br />
della capacità di concentrazione; la<br />
sua attivazione mediante meditazione permette<br />
l’utilizzo del sesto senso e la capacità<br />
di manifestare le percezioni extrasensoriali,<br />
stati mistici, proiezione mentale, e di<br />
viaggiare nel Piano astrale” (pezzo ripreso<br />
da Wikipedia). Insomma, se volete un<br />
fumetto che vi fa viaggiare attraverso la<br />
psiche umana, questa serie fa per voi.<br />
Lascio l’indirizzo del mio blog:<br />
http://danielevessella.blogspot.com/
32<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
L’angolo del poeta<br />
Vi proponiamo questo<br />
mese due poesie della<br />
nostra amica Luana<br />
Bongarzone dedicate<br />
ai suoi genitori, ma perfette<br />
per tutte le<br />
mamme e tutti i papà!<br />
Ti bacio sulla bocca mamma<br />
Ti bacio sulla tua guancia mamma<br />
Tu hai un dolce cuore che ti parla<br />
Ti dirà: …tu hai una figlia<br />
Dolcissima che ti vuole bene.<br />
Un bacio ti dà l’affetto…<br />
l’abbraccio ti dà il mio calore<br />
…io provo per te… amore mio mamma.<br />
Sei…tu…il mio cuore incanto<br />
I tuoi bellissimi occhi lucidi di commozione<br />
tu hai le tue braccia che si aprono<br />
per tenermi stretta a te<br />
hai un cuore che ti palpita di felicità.<br />
Papi lo sai io sono la tua bambina,<br />
anche se sono già diventata grande<br />
e tu mi prendi ancora in braccio.<br />
Tu sei la mia vita, sei anche<br />
un vero amico:<br />
sei bellissimo, sei dolcissimo,<br />
sei simpatico,<br />
tu sei sempre il migliore<br />
sei tu il mio cuore incantato.<br />
I tuoi baci sono grandi Papi.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 33<br />
La pittura Optical<br />
di Massimo Mancini<br />
Quante volte siamo rimasti attratti ed incuriositi<br />
da uno di quei quadri in bianco e<br />
nero che raffigurano vortici e spirali, o una<br />
serie di quadrati più o meno piccoli in<br />
serie Ci siamo sforzati con i nostri occhi di<br />
mettere in movimento quell’immagine<br />
appesa alla parete, in realtà immobile,<br />
rimanendone quasi ipnotizzati!<br />
Questo particolare tipo di pittura è detta<br />
optical e si esprime, per l’appunto, attraverso<br />
ripetitivi segni geometrici, apparentemente<br />
semplice, ma che nascondono<br />
qualcosa di più: la capacità di dare un<br />
effetto ottico tridimensionale e di movimento<br />
per l’osservatore, suscitando in<br />
ognuno una reazione diversa! Ne è un<br />
grande maestro il pittore Massimo<br />
Mancini, che da anni ormai si dedica a<br />
questo tipo di pittura. Mancini, classe<br />
1947, vive e lavora nella cittadina viterbese<br />
di Civita Castellana. Dopo essersi diplomato<br />
presso l’Istituto d’arte, frequenta il<br />
corso di Scenografia all’Accademia delle<br />
Belle Arti, conseguendo con merito l’abilitazione<br />
all’insegnamento per le materie di<br />
Disegno e Storia dell’Arte. Tra gli anni ’80<br />
e ’90, mentre occupa diverse cattedre<br />
negli Istituti e licei viterbesi, si specializza<br />
anche nella decorazione a mano di pregevoli<br />
pezzi ceramici. Si avvicina inizialmente<br />
ad una pittura figurativa e paesaggistica,<br />
per passare poi all’astrattismo e approdare<br />
alla particolare pittura optical. Nel 2000,<br />
intanto, apre a San Giminiano, cittadina<br />
toscana riconosciuta patrimonio mondiale,<br />
culturale e naturale dell’Unesco, una<br />
mostra permanente con le sue ceramiche<br />
decorate a mano. Partecipa a numerose<br />
estemporanee proprio a Civita Castellana,<br />
sua città d’origine, alla quale è particolarmente<br />
attaccato e dove trova l’ispirazione<br />
e la concentrazione per esprimere al<br />
meglio il suo estro e le sue qualità artistiche.<br />
...da Fabrica di Roma<br />
S.O.S. Z.A.E.<br />
ZONA ATTERRAGGIO ELICOTTERI<br />
Il paese è oramai in continua crescita, e l’urgenza di<br />
una piazzola per atterraggio degli elicotteri di soccorso<br />
deve essere presa in considerazione al più presto. É<br />
impensabile che l’elisoccorso debba effettuare numerosi<br />
giri a vuoto nel paese, nonché diverse prove di<br />
atterraggio, prima di trovare un punto idoneo su cui<br />
atterrare, perdendo quei preziosi minuti da cui può<br />
dipendere il salvataggio di una vita.<br />
“Mi impegnerò con tutte le mie forze cercando appoggio<br />
nelle istituzioni, in primis<br />
nell’ Amministrazione comunale”<br />
riferisce Alessio Capitoni,<br />
“per far sì che anche Fabrica di<br />
Roma abbia la sua piazzola di<br />
atterraggio”.<br />
Che la autorità preposte ci<br />
ascoltino....e presto!<br />
Fabrica di Roma.<br />
Palazzo Comunale.<br />
Approvata la costituzione della<br />
Consulta Comunale Femminile<br />
E’ stata approvata dal Consiglio Comunale di Fabrica<br />
di Roma la costituzione della Consulta Comunale<br />
Femminile, fortemente voluta dall’Associazione<br />
Fab(b)rica delle Donne che opera da circa tre anni nel<br />
territorio e che si è fatta promotrice della proposta di<br />
Consulta Femminile presentata al Comune stesso,<br />
promuovendo anche una campagna di raccolta firme<br />
delle cittadine e dei cittadini di Fabrica di Roma a<br />
sostegno di questa iniziativa. La Consulta Femminile è<br />
un organismo propositivo e propulsivo di partecipazione<br />
democratica che garantisce il collegamento diretto fra la società civile e<br />
le Istituzioni per il pieno raggiungimento di una società paritaria, per una<br />
reale partecipazione delle donne alla vita sociale, culturale e politica così<br />
come sancito dalla nostra Costituzione, dagli Organismi Internazionali, dalle<br />
Direttive Europee e dalle Leggi Italiane che tali indicazioni recepiscono.<br />
Un percorso Istituzionale che tenga conto delle differenze e ne ricerchi una<br />
sintesi è sicuramente più etico, più solidale e più equo per tutta la cittadinanza.L’Associazione<br />
ringrazia il Sindaco e il Consiglio Comunale e si augura<br />
che la Consulta inizi ad operare al più presto, diventando così anche un<br />
punto di riferimento per gli altri Comuni della Provincia di Viterbo.
34<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Le storie di<br />
Max<br />
Loretta Goggi<br />
Cantante e attrice a tredici anni, artista completa oggi<br />
di Sandro Anselmi<br />
“Un’artista completa”<br />
si è, a ragione,<br />
definita lei stessa e<br />
noi tutti, spettatori,<br />
non possiamo che<br />
essere d’accordo.<br />
Inizia all’età di 13<br />
anni, quando è<br />
ancora una ragazzina<br />
di terza media,<br />
come cantante, ma diventa subito anche<br />
una grande attrice, una simpaticissima<br />
conduttrice televisiva e una bravissima<br />
imitatrice, dote che senz’altro la contraddistingue.<br />
Loretta Goggi è sinonimo di ironia,<br />
comicità, allegria, grande verve.<br />
E’ stata scoperta giovanissima da Tony<br />
Aloisi, manager e talent scout a tempo<br />
perso, che la presenta a Nico Fidenco, alla<br />
ricerca in quel momento di una giovane<br />
voce a cui far interpretare due suoi brani:<br />
Se la cercherai, tratta dal film Il sangue<br />
alla testa, con Jean Gabin e Moscacieca<br />
twist. Questo è il suo primo 45 giri, prodotto<br />
dalla casa discografica RCA, per la<br />
quale Loretta rinuncia momentaneamente<br />
al suo cognome. Ma la Goggi aveva dato<br />
dimostrazione del suo grande talento<br />
ancor prima, all’età di soli nove anni,<br />
quando si mise in luce in un concorso<br />
canoro per bambini, dove venne premiata<br />
da Silvio Gigli, a proposito del quale c’è un<br />
aneddoto molto divertente: Loretta non<br />
volle ritirare il premio in quanto disse di<br />
non meritarlo per non essersi iscritta regolarmente,<br />
ma avendo partecipato solo su<br />
invito del presentatore che l’aveva notata<br />
seduta tra il pubblico. Questa prima esperienza<br />
discografica, però, è breve e non<br />
troppo felice. L’anno successivo, infatti, le<br />
sue strepitose qualità di attrice prendono il<br />
sopravvento sul suo esordi da cantante. Il<br />
regista Anton Giulio Majano la chiama per<br />
farle interpretare un ruolo nel giallo televisivo<br />
Sotto processo, con Alberto Lupo e<br />
Ilaria Occhini. Loretta, che non ha mai<br />
preso lezioni di recitazione, stupisce per la<br />
sua disinvoltura ed è così che inizia la carriera<br />
di attrice televisiva. Riesce comunque<br />
nel frattempo a portare a termine gli studi<br />
liceali e a seguire la sua passione per il<br />
canto, tanto che nel 1966 si iscrive ala<br />
Concorso per voci nuove di Castrocaro,<br />
dove superando le varie selezioni come un<br />
qualsiasi altro partecipante, arriva in finale,<br />
ma non vince. Le sue doti artistiche la<br />
spingono ad intraprendere anche un’altra<br />
attività, quella di doppiatrice cinematografica,<br />
prestando la voce a Kim Darby in El<br />
Grinta, Katharine Moss in Ucciderò Willie<br />
Kid e Linda Hayden in La pelle giovane. E’<br />
anche la voce di Titti nei cartoni animati.<br />
Loretta dimostra le sue qualità di attrice<br />
non solo in tv ma anche sul palcoscenico<br />
del teatro, ma è certamente<br />
il piccolo schermo<br />
a darle popolarità e soddisfazioni,<br />
soprattutto grazie<br />
al ruolo nel film televisivo<br />
La freccia nera, al<br />
fianco a Aldo Reggiani.<br />
Il ritorno alla musica<br />
avviene con il 45 giri Fino<br />
all’ultimo, edito dalla<br />
Durium, che scrittura l’artista<br />
per tre anni, con il<br />
suo nome completo,<br />
durante i quali escono<br />
dieci suoi dischi e due<br />
long play, Vieni via con<br />
me del ’72 e Formula 2<br />
del ’73, che è anche il<br />
titolo di una delle tantissime<br />
trasmissioni a cui<br />
prende parte, accanto, in<br />
questo caso, ad Alighiero<br />
Noschese. La Goggi colleziona<br />
una lunghissima lista di show televisivi,<br />
tra cui Il ribaltone e il primo<br />
Fantastico, sceneggiati (Dal primo<br />
momento che ti ho visto con Massimo<br />
Ranieri), commedie musicali teatrali, film e<br />
dischi, ma il suo successo più grande<br />
diventa senz’altro Maledetta Primavera,<br />
che si posiziona seconda, dopo Per Elisa di<br />
Alice, al Festival di Sanremo del 1981. Il<br />
suo, insieme a Sarà perché ti amo dei<br />
Ricchi e Poveri, è il disco più venduto di<br />
quell’edizione.<br />
La sua carriera di cantante, imitatrice,<br />
attrice e show girl è stata un continuo di<br />
crescendi ed è ancora a tutt’oggi una delle<br />
artiste più impegnate e ricercate, non solo<br />
per la professionalità e l’esperienza, ma<br />
anche per la sua simpatia, per l’umorismo<br />
e la spontaneità. E’ un tornado di sana<br />
allegria, che non guasta mai!
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 35<br />
Il re è nudo<br />
di Gianni Bracci<br />
Il sig. B lo invitò all’assemblea<br />
organizzata<br />
presso il cinema del<br />
paese, anche e soprattutto<br />
per fare numero.<br />
Avrebbe partecipato il<br />
commendator T, un<br />
amico di vecchia data di<br />
B, diventato addirittura<br />
Presidente della<br />
Regione.<br />
G non era vezzo a questi incontri, ma quella<br />
volta decise che sarebbe<br />
andato:<br />
pensava mentre si avviava all’appuntamento.<br />
Il Presidente della Regione aveva appena<br />
finito il proprio discorso tra uno scrosciare<br />
di applausi, quando qualcuno, dal fondo<br />
della sala, chiese il suo parere su come<br />
intendesse affrontare il problema della<br />
disoccupazione che effettivamente era<br />
ormai dilagante sul territorio.<br />
Il Presidente considerò la domanda impertinente,<br />
anche e soprattutto perché fino ad<br />
allora era andato tutto talmente liscio che<br />
non avrebbe voluto aggiungere altro.<br />
Però, con malcelato imbarazzo, capì che<br />
non poteva sottrarsi ad una risposta:”<br />
Penso che… cioè…. è un problema di<br />
carattere generale, la cui natura macroeconomica<br />
impone delle soluzioni a carattere<br />
nazionale…. Certamente possiamo<br />
incontrarci , anche con le vostre associazioni<br />
sindacali, o con gruppi di lavoratori,<br />
per riscrivere insieme le regole ed escogitare<br />
tutte le possibili soluzioni….comunque<br />
adesso devo proprio lasciar....”, non fece in<br />
tempo a finire la frase tra qualche sparuto<br />
applauso che un altro signore lo incalzò:”Presidente,<br />
mi scusi, ma la Regione<br />
che Lei rappresenta, in concreto, come<br />
può aiutare le famiglie in difficoltà ”<br />
Ancora più stizzito il Commendatore rispose<br />
con evidente insofferenza:”Guardi, l’ho<br />
già detto. La disoccupazione è una piaga<br />
difficile da curare… noi faremo il possibile….<br />
ma perché buttarla sempre sulla polemica,<br />
sulla contrapposizione, sulla distruzione<br />
dell’avversario, bisogna essere<br />
costruttivi. Ci tengo poi ad aggiungere che<br />
nessuno provi a toccare la famiglia : un<br />
valore che ho sempre difeso. Per me è<br />
sacra. S-a-c-r-a. Anzi, dice bene, noi aiuteremo<br />
le famiglie, torneremo ai valori del<br />
rispetto reciproco, della solidarietà, contro<br />
il materialismo bieco che caratterizza i<br />
nostri avversari politici. Rifonderemo la<br />
società e garantiremo benessere e felicità<br />
ai nostri figli !!!”<br />
L’argomentazione populista del finale<br />
strappò un caloroso applauso liberatorio<br />
dei presenti, i quali per un momento avevano<br />
visto disorientato il loro<br />
paladino:”Bravo!”, “Grande Presidente !” .<br />
Dopo aver schivato la seconda controdeduzione,<br />
fece per alzarsi e lasciare l’assemblea<br />
avendo intuito, da politico navigato<br />
qual’era, che la discussione poteva<br />
prendere una deriva poco favorevole.<br />
Ma proprio in quel momento, una timida<br />
ma ferma vocina dal centro della sala si<br />
levò:”Io non ho capito!”<br />
E poi un po’ più forte:” Io non ho capito!”<br />
Per quanto garbata, la domanda era stata<br />
posta in modo così ostinato che nessuno<br />
potè far finta di nulla. L’attenzione degli<br />
astanti si spostò verso la mano alzata del<br />
sig. G che chiedeva chiarimenti.<br />
Ripetè:”Non ho capito. Non mi sembra sia<br />
stato risposto alla domanda del signore di<br />
prima: cosa farà per chi ha perso il lavoro,<br />
per chi non lo trova, per le famiglie in difficoltà<br />
Non l’ha detto ! Mi dispiace, non<br />
l’ha detto ! Non c’entra niente la polemica<br />
politica o la solidarietà, penso che l’assemblea<br />
semplicemente si chieda se esistono<br />
delle soluzioni alla problematica della<br />
disoccupazione: a questa domanda deve<br />
rispondere”. La questione, nella sua innocente<br />
semplicità, rischiava di smontare<br />
l’impalcato del discorso presidenziale.<br />
Veniva posto un dubbio di cui tutti, in<br />
modo più o meno latente, avevano preso<br />
atto ma che si erano preparati a riporre<br />
silenziosamente nel luogo più recondito<br />
delle loro coscienze. G però aveva imparato<br />
che, anche quando difficilmente si<br />
riuscirà ad aver ragione, non bisogna mai<br />
rinunciare a protestare, e quindi disse<br />
quello che pensava nonostante quasi tutta<br />
l’assemblea, almeno a giudicare dagli<br />
applausi, apparentemente sembrava di<br />
parere opposto.<br />
Il Presidente cercò di sorvolare:”Guardi,<br />
avremo altre occasioni<br />
di incontro,<br />
adesso devo proprio<br />
andare . Grazie, grazie.<br />
Grazie a tutti”. E<br />
si alzò avviandosi<br />
decisamente all’uscita.<br />
Un’altra voce, però,<br />
con altrettanta cortesia<br />
e fermezza si<br />
levò mentre camminava<br />
tra le poltrone<br />
d e l<br />
cinema:”Presidente<br />
è vero, non ci ha<br />
risposto! Anche io<br />
non ho capito !” “ed<br />
un’altra ancora: ”Sì, è vero, non si è capito.”<br />
”Non l’ha detto, non ha risposto, non<br />
ci prenda in giro”.<br />
Il Presidente, di fronte a quel crescente<br />
numero di persone che chiedeva spiegazioni,<br />
velocizzò il passo :”Va bene, va<br />
bene, lo spiegheremo la prossima volta.<br />
Grazie, grazie a tutti!”<br />
E mentre si dileguava il chiacchiericcio<br />
nella sala man mano saliva di volume e si<br />
udivano commenti qualunquisti da quelle<br />
stesse persone che qualche minuto prima<br />
avevano applaudito:”Sono tutti uguali”,<br />
“Pensano solo alle poltrone”, “Meglio non<br />
andare a votare” e via dicendo.<br />
G se ne andò alla chetichella. Si sentiva un<br />
po’ in colpa per aver contribuito ad infiammare<br />
la serata, anche se si rendeva conto<br />
di aver semplicemente espresso ciò che<br />
forse tanti altri non osavano dire o addirittura<br />
pensare. Chissà quale paternale gli<br />
avrebbe riservato il sig. B quando lo avrebbe<br />
incontrato.<br />
Molto probabilmente questo esordio aveva<br />
bruciato ogni possibile impegno politico<br />
futuro: chi si sarebbe più fidato di uno che<br />
metteva in discussione le parole del<br />
Presidente della Regione In politica è<br />
meglio essere più accondiscendenti.<br />
Vabbè…. Se ne sarebbe fatto una ragione.<br />
Fece, come sempre, un breve resoconto<br />
alla sua signora, la quale, come sempre,<br />
scosse la testa in segno di disapprovazione.<br />
Il giorno delle elezioni il commendatore<br />
si riconfermò Presidente, e prese pure<br />
parecchi voti nel suo stesso paese:”Hai<br />
visto, che ti dicevo, tanto rumore per<br />
nulla” esclamò la signora D con tono di<br />
rimproverò, al che G sentenziò:”Ma…. Può<br />
darsi che sia il male minore !”.<br />
“Che vorresti dire che gli altri sono peggiori<br />
di questo ” chiese la signora D.<br />
“A giudicare dai voti, sì. Personalmente<br />
non lo so, non mi hanno più invitato alle<br />
assemblee…”
di Riccardo Consoli<br />
... continua dal numero 69<br />
I primi passi nella professione cominciò a<br />
muoverli nel 1941, allorquando fu ingaggiato<br />
da Lee Young, fratello di Lester,<br />
dal 1941 al 1943 fece parte dell’orchestra<br />
di Louis Armstrong e più tardi fu con<br />
Barney Bigard, suonò ancora con i fratelli<br />
Russell e Illinois Jacquet e dal<br />
1946 al 1948 nella grande formazione di<br />
Lionel Hampton per il quale scrisse<br />
anche molti arrangiamenti; a trent’anni il<br />
contrabbassista, che disponeva di molte<br />
esperienze alle spalle, veniva chiamato<br />
Baron Mingus per via della sua ammirazione<br />
per Duke Ellington. Per la casa<br />
discografica Debut, che aveva ambiziosi<br />
programmi, furono effettuate importanti<br />
registrazioni, una delle quali, sarebbe<br />
rimasta negli annali del Jazz, si tratta di<br />
quella tenuta a Toronto nel maggio del<br />
1953, da un quintetto riunito dallo stesso<br />
contrabbassista che, in quella occasione<br />
volle attorno a se il fior fiore dei musicisti<br />
Jazz dell’ultima generazione, fra i quali<br />
Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Bud<br />
Pawell e Max Rosch. Charles Mingus<br />
si fece promotore, oltre che animatore, di<br />
un gruppo di musicisti d’avanguardia che<br />
lavorò sotto la significativa insegna di Jazz<br />
Workshop - Laboratorio del Jazz, successivamente<br />
modificata in Composers’<br />
Workschop e quindi in Jazz<br />
Composeres Workschop che tennero i<br />
loro primi concerti nell’estate del 1953 al<br />
Putnam Central Club di Brooklyn e nei<br />
mesi successivi al Modern Art Museum<br />
di Manhattan dove suscitarono grande<br />
interesse. Dobbiamo osservare come il<br />
metodo seguito da Mingus nel creare<br />
musica somigliasse molto, ne poteva essere<br />
diversamente, a quello di Duke<br />
Ellington, ma a differenza di questo egli<br />
lascia largo spazio all’improvvisazione,<br />
eredità del Jazz di New Orleans e non<br />
utilizza mai i suoi solisti come fatto condizionante,<br />
viceversa crea quelle condizioni<br />
atte a mettere gli stessi nella migliore luce<br />
possibile, egli cercò sempre collaboratori<br />
che, disponendo di una voce strumentale<br />
ed uno stile, potessero adeguarsi con facilità<br />
a quelle che erano le sue idee. Proprio<br />
per questo motivo i gruppi formati da<br />
Mingus non soffrirono mai troppo per la<br />
perdita di un determinato solista e non<br />
cambiarono sound malgrado la rotazione<br />
dei loro componenti, peraltro, i rapporti fra<br />
il contrabbassista e i suoi musicisti furono<br />
spesso molto difficili e non di rado qualcuno<br />
di questi lo piantò in asso, altrettanto<br />
difficili furono i rapporti con i dirigenti delle<br />
case discografiche da lui invariabilmente<br />
definiti furfanti. Alla fine degli anni cinquanta<br />
del secolo scorso, Charles<br />
Mingus era ormai un magnifico contrabbassista,<br />
probabilmente superiore a qualunque<br />
altro per capacità tecniche, oltre<br />
che per la potenza e la bellezza dei suoni<br />
che riusciva a cavare dal suo strumento.<br />
Ascoltando la sua musica non si può non<br />
dare ragione a coloro i quali hanno voluto<br />
accostare il vulcanico contrabbassista al<br />
grande Duke Ellington, il gusto orchestrale<br />
e la grande capacità compositiva<br />
sono elementi comuni a questi due personaggi,<br />
infatti Mingus è stato, oltre che un<br />
virtuoso del suo strumento un compositore<br />
di primissimo piano, egli aveva una<br />
quasi venerazione per il Duca e non di<br />
certo un caso che una sua composizione<br />
avesse per titolo: Open letter to Duke.<br />
Agli inizi degli anni sessanta si verificarono<br />
due fatti piuttosto importanti nella vita dell’irrequieto<br />
musicista il primo fu l’iniziativa<br />
presa con la collaborazione parecchi musicisti<br />
famosi di indire, negli stessi giorni dell’annuale<br />
Festival del Jazz di Newport<br />
e nella stessa cittadina di Rhode Island,<br />
un contro festival per la difesa dei valori<br />
della miglior musica afro americana contro<br />
il dilagante commercialismo che inquinava<br />
la più importante manifestazione<br />
Jazzistica del mondo; il secondo, che<br />
servì a farlo conoscere molto meglio in<br />
Europa aumentandone il prestigio internazionale,<br />
fu la sua prima esibizione al di<br />
qua dell’Atlantico, sulla Costa Azzurra,<br />
dove era stato invitato dagli organizzatori<br />
del Festival del Jazz di Juan les Pins<br />
nei pressi di Antibes e dove si esibì con<br />
alcuni dei suoi fedeli collaboratori fra cui il<br />
trombettista Ted Curson e il saxofonista<br />
Booker Ervin. In Europa Mingus ritornò<br />
più volte tra il 1972 e il 1977 apparendo<br />
abbastanza discontinuo, tuttavia chi<br />
ebbe modo di ascoltarlo in Italia in quel<br />
periodo con un suo nuovo quintetto che<br />
comprendeva il saxofonista Gorge<br />
Adams e il pianista Don Pullen, ritrovò<br />
quell’ironico e vulcanico musicista dei<br />
grandi giorni, erano questi gli ultimi fuochi<br />
di una strepitosa carriera. Ormai semiparalizzato,<br />
seduto su una sedia a rotelle che<br />
non avrebbe più abbandonato, volle<br />
comunque partecipare alla registrazione di<br />
un disco dal titolo: Me, myself and eye che<br />
reca la sua firma e la sua chiara impronta,<br />
morì a Cuernavaca in Messico il 15 gennaio<br />
1979 dove si era recato accompagnato<br />
dalla moglie nel tentativo, andato fallito,<br />
di farsi curare da un guaritore indigeno.<br />
Poco prima della sua morte Charles<br />
Mingus aveva inciso un breve monologo<br />
in cui preannunziava la sua imminente<br />
fine, aveva anche dato disposizioni di ciò<br />
che si sarebbe dovuto fare della sua<br />
salma, si sarebbe dovuta cremare e<br />
disperdere le ceneri nelle acque del fiume<br />
Gange; il giorno in cui Mingus morì furono<br />
ritrovati su una spiaggia americana le<br />
carcasse di cinquantasei balene, proprio<br />
cinquantasei come i suoi anni, il suo corpo<br />
obeso poteva fare ben pensare ad una<br />
balena.<br />
La gente del Jazz restò notevolmente<br />
impressionata da questa coincidenza.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 37<br />
L’angolo del Bon Ton<br />
Cominceremo con questo<br />
articolo un viaggio<br />
attraverso tutto quello<br />
che concerne la preparazione<br />
di un matrimonio.<br />
Cercheremo, infatti, di<br />
scoprire tutti quei piccoli<br />
segreti che ci aiu-<br />
di Letizia Chilelli<br />
teranno a rendere il<br />
“giorno del sì”, una festa indimenticabile<br />
ma soprattutto irripetibile, unica e perfetta.<br />
Però, prima di parlarvi della vera e propria<br />
organizzazione vi regalo qualche piccola<br />
curiosità legata al matrimonio e ai<br />
suoi protagonisti.<br />
La parola Matrimonio deriva dal<br />
vocabolo latino Matrimonium, più<br />
precisamente dell’unione delle 2<br />
parole Mater=Madre e<br />
Munus=Dovere, il<br />
Matrimonium era quindi nel<br />
diritto romano un “Dovere<br />
della Madre”, si intendeva,<br />
cioè, un legame che rendeva<br />
legittimi i figli nati dall’unione.<br />
La sposa deve indossare il<br />
giorno delle nozze qualcosa<br />
di vecchio, di nuovo, di<br />
regalato, di prestato e di<br />
blu.<br />
Gli oggetti vecchio e nuovo simboleggiano<br />
il passaggio della fanciullezza al<br />
ruolo di sposa e di moglie.<br />
L’oggetto regalato rappresenta la futura<br />
ricchezza ed è una rivisitazione dalla tradizione<br />
Inglese di infilare nella scarpa della<br />
sposa una moneta da 6 pence.<br />
L’oggetto prestato esprime la volontà<br />
Il Matrimonio<br />
della sposa di far partecipare in maniera<br />
molto intima la persona cara che le ha prestato<br />
l’oggetto.<br />
La cosa blu, che spesso è la giarrettiera<br />
(che assolutamente non si lancia!!!) ricorda<br />
l’uso ebraico di ornare la sposa con un<br />
nastro azzurro che simboleggiava la purezza,<br />
l’amore e la fedeltà.<br />
E’ segno bene augurante se la sposa la<br />
mattina del matrimonio si sveglia al canto<br />
degli uccelli o se scopre un ragno tra le<br />
pieghe del suo vestito, inoltre porta fortuna<br />
il letto nunziale preparato da due<br />
donne vergini.<br />
La sposa dovrebbe indossare un vecchio<br />
velo preso in prestito da una donna felicemente<br />
sposata, si dice infatti, che la felicità<br />
e la fertilità di quella donna passino<br />
alla nuova sposa proprio grazie al velo.<br />
Il corteo nunziale: la sposa deve uscire<br />
dalla sua casa cominciando la<br />
sua uscita con il piede destro.<br />
Alla fine della cerimonia la<br />
sposa, dando le spalle al<br />
gruppo delle sue amiche,<br />
deve lanciare il suo bouquet.<br />
La ragazza che riesce ad<br />
afferrarlo (possibilmente<br />
senza resse!!) riceverà una<br />
proposta di matrimonio entro<br />
l’anno. Questa tradizione arriva direttamente<br />
dall’antichità dove i <strong>fiori</strong> che venivano<br />
impiegati per il bouquet erano i <strong>fiori</strong><br />
d’arancio che oltre a significare abbondanza,<br />
prosperità e felicità, accompagnavano<br />
proprio la proposta di nozze.<br />
Vediamo, ora, alcune curiosità sullo sposo.<br />
Il futuro marito deve avere 3 grani di<br />
sale nella<br />
tasca sinistra<br />
della<br />
giacca.<br />
Altro gesto<br />
che porta<br />
fortuna è<br />
offrire alla<br />
moglie dopo<br />
la Messa<br />
una spiga<br />
di grano.<br />
Questo rito,<br />
simboleggia<br />
la fortissima<br />
analogia tra la<br />
Terra e la donna.<br />
La Terra arata dopo aver ricevuto i chicchi<br />
di grano germoglia, così alla donna con il<br />
matrimonio viene affidato il compito di tramandare<br />
la vita.<br />
Sta allo sposo stappare la prima bottiglia<br />
di Champagne o di Spumante al ricevimento,<br />
avendo cura di colpire con il<br />
tappo (facendo attenzione a non mirare al<br />
viso) uno scapolo che così incontrerà entro<br />
l’anno la sua anima gemella.<br />
La sposa deve varcare la prima volta la<br />
soglia della sua futura casa in braccio al<br />
marito.<br />
Tradizione questa, ripresa dagli antichi<br />
Romani che facevano tutto ciò per evitare<br />
che la sposa inciampasse nell’abito varcando<br />
la porta, presagio questo infausto<br />
poiché stava a significare che le divinità<br />
della casa non la volevano accogliere.<br />
continua sul prossimo numero...<br />
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Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25<br />
01033 Civita Castellana (VT)<br />
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silviamalatesta@libero.it
38<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Per ricordare Don Marciano Ercolini<br />
Ufficiale e Sacerdote<br />
(terza parte)<br />
Il convoglio era<br />
composto dai piroscafi<br />
Piemonte,<br />
Ardenza, Italia,<br />
Crispi, Galilea e<br />
Viminale; tutte queste<br />
navi erano cariche<br />
di uomini e<br />
di Arnaldo Ricci<br />
arnaldo_ric@yahoo.it materiale.<br />
Le navi militari di<br />
scorta erano i cacciatorpediniere Sebenico,<br />
San Martino, Castelfidardo, Mosto e<br />
Bassini.<br />
La procedura della Regia Marina Italiana<br />
prevedeva che, qualora una nave appartenente<br />
ad un convoglio fosse stata colpita,<br />
una di scorta si doveva preoccupare dei<br />
soccorsi; il resto del convoglio doveva<br />
però proseguire spedito, verso la destinazione<br />
finale alla massima velocità; adottando<br />
questa procedura, diminuivano le<br />
probabilità di perdere altre navi.<br />
Subito dopo il siluramento della Galilea, il<br />
comandante verificò la distanza da terra;<br />
essa era circa 9 miglia marine dalle isole<br />
Paxos ed Antipaxos; poi stimò il danno del<br />
siluro nemico e capì subito che la nave<br />
sarebbe affondata in due o tre ore; constatato<br />
che in sala macchine i motori<br />
erano ancora efficienti, dette ordine di dirigersi<br />
verso terra ma purtroppo il meccanismo<br />
del timone e governo nave era irrimediabilmente<br />
fuori uso! Ormai la nave<br />
era solo in balia delle onde altissime e la<br />
manovra non andò a buon fine.<br />
Il cacciatorpediniere di scorta incaricato<br />
dei soccorsi Mosto ( da non confondere<br />
con la Ca da Mosto già affondata nel 1941)<br />
tentava di accostarsi ma la manovra non<br />
riusciva a causa del mare mosso; fra l’altro<br />
la nave di scorta poteva avvicinarsi solo<br />
per pochi minuti, doveva poi ripartire ad<br />
alta velocità per evitare a sua volta di<br />
essere colpita dal sommergibile o sommergibili<br />
nemici; quella notte non si conosceva<br />
la forza d’attacco nemica…….solo<br />
dopo alcuni giorni si seppe che era composta<br />
da un solo battello.<br />
Il comandante della Galilea, vista la situazione,<br />
radunò i suoi ufficiali e quelli dei<br />
militari passeggeri (compreso il Ten. Don<br />
Marciano) informandoli di iniziare le procedure<br />
di abbandono nave.<br />
Nonostante la confusione ed il caos che si<br />
era creato, Don Marciano riunì i suoi Alpini<br />
sul ponte della nave, i quali erano già consapevoli<br />
che essa doveva affondare.<br />
Benché egli, come da lui affermato successivamente,”<br />
impietrito dalla paura”,<br />
pronunciò loro con estremo coraggio le<br />
seguenti parole: “……... soldati, commilitoni……..<br />
Alpini….…. eleviamo il<br />
nostro pensiero affettuoso ai nostri<br />
cari, che forse ci aspetteranno invano;<br />
alla patria che abbiamo servito<br />
con lealtà ed onore; a Dio perché<br />
abbia pietà e misericordia di<br />
noi……..dal profondo dei nostri cuori<br />
salga a Dio, un atto di pentimento<br />
per le nostre debolezze!.............” poi<br />
fece inginocchiare tutti e continuò:<br />
“…….mio Dio mi<br />
pento dei miei<br />
peccati…………”<br />
ed infine disse in<br />
lingua latina: “……<br />
ego vos absolvo<br />
ad omnibus peccatis<br />
vestris, in<br />
nomine Patris et<br />
Filii et Spiritus<br />
Sancti….”.<br />
Appena Don<br />
Marciano ebbe pronunciato<br />
l’ultima<br />
parola, immediatamente<br />
fu diramato<br />
l’ordine del “ si<br />
salvi chi può “.<br />
Alcune scialuppe di salvataggio si sfasciarono<br />
contro le pareti della nave, mentre<br />
venivano calate piene di uomini che finirono<br />
inesorabilmente fra le onde paurose del<br />
mare. Tutti, a bordo della nave, avevano<br />
indossato i giubbotti di salvataggio e quelli<br />
che ebbero il coraggio, si buttarono a<br />
mare; solo due o tre lance raggiunsero il<br />
mare in modo regolare, le altre si rovesciarono<br />
rovinosamente; Il comandante<br />
incitava tutti a buttarsi in acqua prima che<br />
la nave iniziasse ad affondare, risucchiando<br />
uomini e zattere di salvataggio; alcuni<br />
si buttarono altri no.<br />
La nave cacciatorpediniere Mosto rimasta<br />
a prestare il difficile soccorso, ne issava a<br />
bordo pochi alla volta; il buio era pesto e<br />
l’acqua era ad una temperatura di 3 o 4<br />
gradi sopra lo zero; la corrente intanto trascinava<br />
via dal luogo del disastro uomini,<br />
zattere e suppellettili galleggianti.<br />
Le manovre della nave di scorta erano difficilissime;<br />
si rischiava di far finire sotto le<br />
eliche i naufraghi che venivano ripescati al<br />
buio.<br />
Le operazioni di salvataggio continuarono<br />
fino alle ore 03.00 del giorno successivo,<br />
dopodichè la Mosto si dovette allontanare<br />
perché la Galilea stava inabissando.<br />
Quando scomparve fra le onde alle ore<br />
03.30 del 29/03/1942, vi erano ancora<br />
a bordo circa 300 uomini compreso il<br />
comandante che non volle<br />
abbandonare la nave, andando<br />
incontro a morte certa.<br />
Intanto le richieste di aiuto<br />
precedentemente trasmesse<br />
via radio da tutte le navi che<br />
facevano parte del convoglio,<br />
erano arrivate alle autorità<br />
preposte sia a Bari che a<br />
Patrasso.<br />
Da varie basi della Grecia partirono<br />
alcuni MAS (motoscafo<br />
anti sommergibile) e l’incrociatore<br />
ZARA.<br />
Da Brindisi partì anche un<br />
grosso idrovolante Can Z, del<br />
soccorso aereo della Regia<br />
Aeronautica, con le insegne<br />
della Croce Rossa.<br />
La Mosto alle prime luci dell’alba intensificò<br />
le operazione di salvataggio, ma ormai<br />
quando la luce del giorno illuminò il luogo<br />
del disastro, ci si rese conto che erano<br />
rimasti pochi uomini ancora da<br />
salvare.L’idrovolante di soccorso arrivò in<br />
prima mattinata ma la sfortuna volle che si<br />
rovesciasse in avanti durante la fase di<br />
ammaraggio e diventasse inutilizzabile; il<br />
suo equipaggio era di quattro avieri che si<br />
Pietro Comite<br />
taglia il<br />
traguardo in<br />
una maratona<br />
insieme a<br />
Gianni<br />
Morandi,<br />
entrambi<br />
appassionati di<br />
questo sport
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 39<br />
trasformarono a loro volta in naufraghi!<br />
Quando alle ore 14.00 del 29.03.1942<br />
arrivò sul luogo del disastro anche l’incrociatore<br />
Zara non c’era più nessuno da salvare;<br />
la corrente aveva portato via tutto,<br />
sia i morti che i vivi ed anche i relitti. Le<br />
ricerche degli eventuali sopravvissuti, in<br />
tutte le direzioni, continuarono senza<br />
sosta, in collaborazione con alcuni Mas; si<br />
doveva far presto perché le acque fredde<br />
erano la principale causa di morte.<br />
Don Marciano, aggrappato ad un relitto, fu<br />
ripescato da un MAS (a circa 15 miglia dal<br />
luogo preciso dell’affondamento) la mattina<br />
presto del 30/03/1942 ed al momento<br />
di issarlo a bordo era semi assiderato e<br />
svenuto.<br />
Il bilancio finale del disastro come precedentemente<br />
detto fu di circa 900 persone<br />
decedute, di cui sempre circa, 600 Alpini<br />
del battaglione Gemona della Julia, 21<br />
Ufficiali, 18 Sottufficiali, alcuni Carabinieri,<br />
Bersaglieri, civili dell’equipaggio, e prigionieri<br />
greci. Si salvarono solo 273 persone!<br />
Ecco di seguito cosa scrisse Giulio<br />
Bedeschi nel suo libro a proposito della<br />
tragedia della Galilea:<br />
“………Le navi procedevano in convoglio<br />
faticosamente nel mare in<br />
tumulto. Invertivano la rotta, facevano<br />
il respiro affannoso per lunghe<br />
corse qua e là sul mare: segno che<br />
annusavano pericoli in fittissimo<br />
buio. Ma quando la notte è più fonda,<br />
la tempesta più furiosa, il freddo più<br />
intenso, l’acqua più insidiosa, un<br />
boato rintrona e si diffonde sulla<br />
superficie del mare.<br />
…….La lotta contro il mare in tempesta<br />
ferve intorno alla nave squarciata,<br />
gli equipaggi si prodigano in tentativi<br />
spasmodici, ma la vio lenza<br />
delle onde non tollera accostamenti…....<br />
……...Il GALILEA non raggiungerà<br />
più le sponde dell’Italia e il<br />
Battaglione Gemona non rivedrà più<br />
la Patria….…….”<br />
Il Ten. Cappellano Don Marciano, in seguito<br />
fu curato in diversi ospedali militari; si<br />
salvò ma la sua voce rimase compromessa<br />
per sempre!<br />
Nel dopo guerra fu nominato Cappellano<br />
dell’ospedale Andosilla di Civita Castellana<br />
e la sua figura è rimasta per sempre associata<br />
a quella struttura ospedaliera; oserei<br />
dire, senza tema di essere smentito, che<br />
dopo il Prof. Vincenzo Ferretti, la figura più<br />
emblematica del nostro ospedale è stata<br />
ed è senz’altro, quella di Don Marciano<br />
Ercolini.<br />
Dall’anno 1947 in poi, tutti gli anni, il 28<br />
marzo viene commemorato il triste evento<br />
della perdita degli Alpini del Gemona.<br />
In varie località del Friuli e del Veneto, a<br />
tutt’oggi, si celebrano cerimonie a ricordo<br />
del triste avvenimento.<br />
continua con la quarta ed ultima parte<br />
sul prossimo numero....<br />
RICERCHIAMO CORRISPONDENTI E<br />
COLLABORATORI per il settore commerciale,<br />
nei paesi in cui <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> è distribuito,<br />
perchè vogliamo che diventi ancor più<br />
la rivista della tua città!<br />
L’universo femminile della lettura<br />
Forse non sapevate che il mondo femminile supera nella lettura quello maschile. Il sorpasso è avvenuto alla fine degli anni ’80,<br />
quando anche per le donne l’accesso all’istruzione è diventato una prassi. Le statistiche dimostrano che il 73% delle ragazze tra<br />
gli 11 e i 14 anni apre i primi libri di lettura ed il 16% di esse diventano delle grandi lettrici. I più scelti dalle donne sono i<br />
romanzi italiani, i gialli e i noir ed i titoli del momento sono: “Due” di Nemi Rovsky, “Meccanica celeste” di Maurizio<br />
Maggiani, “Il peso della farfalla” di Erri De Luca, “Dama della finestra” di Catherine Deme, “La parola dentro la camorra”<br />
di Roberto Saviano e “Cotto e mangiato” di Benedetta Parodi. Dunque una scelta<br />
molto vasta che spazia dal romantico all’impegnato. Il record delle lettrici lo detiene<br />
il Trentino Alto Adige, con il 60%, mentre la Sicilia è all’ultimo posto, con il 31,6%.<br />
Il primato europeo è in mano alle svedesi, seguono le danesi e le olandesi, mentre<br />
l’Italia è solo ventunesima.<br />
Anche nella nostra libreria abbiamo più lettrici donne, alle quali questo mese consiglio<br />
di leggere due romanzi che ho trovato simili ed entrambi bellissimi, dove il tempo, il<br />
saperlo apprezzare, il non sprecarlo e, soprattutto, il condividerlo con chi lo merita,<br />
non sempre è del tutto chiaro nel vivere quotidiano, e in questi due racconti, anche<br />
se in modo diverso, ci viene data un’ultima possibilità, ci viene regalato il tempo. Si<br />
tratta di: “Il dono” di Cecilia Hhern e “Chi ama torna sempre indietro” di<br />
Guillaime Musso. Leggeteli e continuate a seguirci e a visitare il nostro punto vendita,<br />
dove potrete trovare tutti i libri che vorrete.
40 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
“A CHE SERVE ‘STA MACCHINETTA”<br />
SPESSO, PER MOLTE PERSONE, L’UTILIZZO DI STRUMENTI IN FISIOTERAPIA RIMANE UN MISTERO…<br />
a cura del Dott.<br />
Patrizio Lazzarini,<br />
fisioterapista<br />
Quando applichiamo<br />
un macchinario,<br />
molte volte noi fisioterapisti<br />
ci sentiamo<br />
fare queste domande:<br />
a che serve sta<br />
macchinetta Ma che<br />
brucia Me farà bene<br />
o male E’ importante<br />
e giusto sapere l’utilita’<br />
di questa terapia<br />
fisica strumentale<br />
e tra i macchinari più utilizzati troviamo i<br />
seguenti:<br />
TENS - Si tratta di una terapia strumentale<br />
antidolorifica che utilizza correnti rettangolari<br />
bifasiche. Si applica attraverso elettrodi<br />
che vengono posizionati sulla cute<br />
secondo schemi precisi. Le correnti così<br />
prodotte agiscono sule fibre nervose sensitive<br />
innalzando la soglia del dolore del<br />
paziente e favorendo la liberazione di<br />
endorfine (sostanze antidolorifiche).<br />
Durante le applicazioni viene spesso<br />
avvertito un lieve pizzicore.<br />
ULTRASUONI(US) - Sono vibrazioni acustiche,<br />
non percepibili all’orecchio umano<br />
e che si diffondono sotto forma di onde di<br />
compressione e decompressione. Gli effetti<br />
in fisioterapia sono legati principalmente<br />
ad un aumento del metabolismo dei tessuti<br />
e dell’attività cellulare, un aumento del<br />
flusso sanguigno per vasodilatazione, un<br />
aumento della permeabilità capillare, un<br />
aumento della soglia del dolore, un<br />
aumento dell’estensibilità e dell’elasticità<br />
del tessuto fibroso.<br />
LASER - E’ un’amplificazione della luce<br />
ottenuta per emissione di radiazioni.<br />
Esistono diverse tipologie di Laser, ad<br />
esempio il Laser scanner viene utilizzato<br />
soprattutto quando l’area di trattamento è<br />
abbastanza estesa; tanto per fare degli<br />
esempi una lombalgia o cervicalgia cronica,<br />
una distorsione di caviglia o nell’immediato<br />
post-operatorio di una ricostruzione<br />
di crociato.<br />
IONOFORESI- È una tecnica terapeutica<br />
che utilizza un generatore di corrente continua,<br />
attraverso la quale vengono veicolati<br />
dei farmaci sotto forma di ioni. Si applica<br />
attraverso degli elettrodi cutanei intrisi<br />
del farmaco che in questo modo<br />
raggiunge l’interno dei tessuti<br />
nei quali ha sede l’affezione<br />
patologica. Il paziente avverte in<br />
genere un leggero pizzicore. I<br />
farmaci più utilizzati sono in<br />
genere antiinfiammatori non steroidei,<br />
cortisonici e chelanti del<br />
calcio.<br />
IPERTERMIA - Si definisce<br />
“termoterapia endogena” il calore<br />
che si sviluppa all’interno dei<br />
tessuti, attraverso la conversione<br />
di un’altra forma di energia.<br />
Quando il trattamento di termoterapia è<br />
ben controllato sia come incremento di<br />
temperatura sia come localizzazione e profondità<br />
viene usato il termine di ipertermia.<br />
In questo caso l’energia utilizzata è<br />
quella elettromagnetica. L’effetto fisiologico<br />
principale è la vasodilatazione del tessuto<br />
che subisce il riscaldamento.<br />
L’ipertermia è indicata in caso di rigidità e<br />
manifestazioni dolorose post-traumatiche,<br />
artropatie croniche e degenerative, borsiti,<br />
sindromi canalicolari, mialgie e fibromialgie,<br />
rachialgie, lombalgie e lombosciatalgie,<br />
flogosi profonde a lenta risoluzione,<br />
esiti di edemi ed ematomi tendenti a cronicizzare,<br />
peritendiniti croniche e tendinosi.<br />
ELETTROSTIMOLAZIONE - Si tratta di<br />
terapia fisica tra le più diffuse che prevedoe<br />
l’uso di correnti eccitomotorie ad onda<br />
quadra bifasica, in grado di produrre una<br />
contrazione muscolare. Può essere applicata<br />
a muscoli normoinnervati, parzialmente<br />
innervati o denervati utilizzando<br />
programmi specifici. Si rivela utile soprattutto<br />
nelle prime fasi della<br />
riabilitazione.<br />
MAGNETOTERAPIA<br />
Nella magneto-terapia si<br />
utilizzano gli impulsi elettromagnetici<br />
a bassa frequenza<br />
al fine di dare un notevole<br />
aiuto nella cura di<br />
diverse sintomatologie<br />
legate a stati infiammatori o<br />
a patologie ossee. I campi<br />
magnetici vengono impiegati<br />
nella fisioterapia ormai<br />
da qualche decennio perchè<br />
gli impulsi elettromagnetici, eccitando<br />
le cellule, aiutano la rigenerazione dei tessuti<br />
ossei e cutanei, migliorano la<br />
circolazione sanguigna e stimolano la produzione<br />
di endorfine da parte del sistema<br />
neurovegetativo, riducendo, in tal modo, il<br />
dolore che accompagna inevitabilmente lo<br />
stato infiammatorio. La magnetoterapia,<br />
infine, stimola l’assimilazione del calcio,<br />
importante per le ossa che, rinforzandosi ,<br />
saranno meno soggette a fratture o a<br />
malattie degenerative, come l’osteoporosi.<br />
Una paziente sta eseguendo<br />
un trattamento con la tens<br />
Gioielli Acciao e Argento
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 41<br />
CIVITONICI ILLUSTRI<br />
DON ANTONIO CARDINALI<br />
(1884-1948)<br />
Nel Marzo 2010, con la premiazione degli<br />
studenti del Liceo Artistico “U. Midossi”<br />
partecipanti alla realizzazione del Logo<br />
Ufficiale dell’Anno dei Cosmati, sono iniziate<br />
formalmente le celebrazioni per l’Ottavo<br />
Centenario dell’Edificazione della<br />
Cattedrale di Santa Maria Maggiore, 1210-<br />
2010, che nel mese di Settembre culmineranno<br />
con un importante convegno di<br />
studi a cui parteciperanno insigni studiosi<br />
e cattedratici provenienti dalle più importanti<br />
università Italiane ed Europee.<br />
Una fondamentale occasione per Civita<br />
Castellana, al fine di avviare il tanto<br />
decantato ed auspicato, decollo culturale e<br />
turistico.<br />
Nel contempo l’Amministrazione Comunale<br />
e la Curia Diocesana hanno dato avvio ad<br />
una serie di conferenze sulla storia dell’insigne<br />
monumento cittadino, relativamente<br />
all’analisi storica di determinati aspetti<br />
architettonici ed artistici, sculture-tiburiocampane,<br />
legati alla sua realizzazione<br />
avvenuta nel lontano 1189.<br />
La figura di Don Antonio CARDINALI,<br />
per 24 anni Vicario Parroco della<br />
Cattedrale, sembra per certi versi dimenticata<br />
dal turbine di teorie e analisi artistiche<br />
proposte delle varie conferenze, anzi<br />
relegata ai margini dalle celebrazioni in<br />
atto, ma per gli studiosi della storia dell’architettura,<br />
un punto di riferimento e<br />
uno stella polare più viva che mai, grazie<br />
ai suoi fondamentali studi sulla Cattedrale<br />
che a distanza, ormai, di più di settant’anni,<br />
mantengono intatta la loro vivacità culturale,<br />
storica e documentaria.<br />
Don Antonio nasce a Civita Castellana il 7<br />
Aprile 1884.<br />
Compie gli studi ginnasiali e classici presso<br />
il Seminario dei Padri Gesuiti al Collegio<br />
Romano, in Piazza di Sant’Ignazio in<br />
Roma.Prosegue gli studi e il seminario,<br />
nella Pontificia Università Gregoriana di<br />
Roma.<br />
Ritorna nel 1910 in Civita Castellana, come<br />
Canonico della Cattedrale, dove rimarrà<br />
fino alla sua scomparsa.<br />
Accanto alla sua attività di apostolato e<br />
preghiera, Don Antonio portò avanti tutta<br />
una serie di ricerche sulla Cattedrale, culminate<br />
nella pubblicazione di due importanti<br />
libri: nel 1930, “I Santi Marciano e<br />
Giovanni. Atti del loro martirio e<br />
culto in Civita Castellana con note<br />
storiche ed archeologiche” e qualche<br />
anno più tardi, “Cenni storici della<br />
Chiesa Cattedrale di Civita<br />
Castellana”, pubblicato in occasione<br />
delle celebrazioni dell’Anno Eucaristico del<br />
1935.<br />
Nel testo dedicato ai SS. Martiri Marciano<br />
e Giovanni, ripercorre tutta la storia documentaria<br />
sul celebre martirio, dagli atti originari<br />
per arrivare alla traslazione e prima<br />
invenzione dell’anno 1001, alla successiva<br />
seconda invenzione del 1230 e, infine, alla<br />
terza ed ultima invenzione del 1749 sotto<br />
il Vescovo Lanucci.<br />
Un testo dove la ricchezza documentaria si<br />
coniuga ad una perfetta sintesi storica e<br />
descrittiva.<br />
Nel secondo libro, viene compiutamente<br />
analizzata la storia dell’edificazione della<br />
Cattedrale, dalla fabbrica medioevale ai<br />
restauri del 1735/’40 voluti dal Vescovo<br />
Tenderini su progetto dell’Architetto<br />
Romano Gaetano Fabrizi.<br />
In particolare pone l’accento sullo stato<br />
originario della Chiesa medioevale, così<br />
come descritto nella celebre Visita<br />
Pastorale del Vescovo Tenderini del 5<br />
Febbraio 1738.<br />
Su questa importante relazione notarile,<br />
ampiamente citata dal Cardinali, si stanno<br />
dibattendo studiosi e teorie delle più<br />
disparate: dagli accusatori del Cardinali di<br />
aver alterato e manomesso i dati contenuti,<br />
per giungere a chi contesta la sua stessa<br />
esistenza negli archivi.<br />
Ricerche archiviali hanno comunque attestato<br />
la sua esistenza.<br />
Resta, comunque, un valore fondamentale<br />
che è poi il grande merito storico del<br />
Cardinali: aver posto alla base della ricerca<br />
storica non soltanto la lettura dell’opera<br />
d’arte sotto l’aspetto simbolico ed artistico,<br />
ma quello documentario, basato sull’attenta<br />
e puntuale ricerca d’archivio<br />
quale momento fondante di ogni analisi<br />
artistica e storica.<br />
Nel 1948, per alterne vicende dovute ai<br />
tragici tempi, il vasto archivio di Don<br />
Antonio è andato completamente perduto<br />
e rimangono tracce soltanto di alcune<br />
pubblicazioni estremamente preziose sulla<br />
storia di Civita Castellana.<br />
Muore il 14 Aprile 1948.<br />
Prof. Architetto<br />
Enea Cisbani<br />
Nel cuore<br />
Al compianto Mario Domizi morto a Civitacastellana<br />
all’età di 96 anni il 05/04/2010.<br />
“ Caro Mario......ora che sei ritornato presso la casa del Padre..........<br />
tuo Figlio e figlie, i tuoi generi, la tua nuora, i tuoi nipoti, i tuoi parenti<br />
e tutti i conoscenti, ti ricorderanno per sempre. La tua lunga vita<br />
di 96 anni, tutta vissuta nel rispetto della fede Cristiana da Te tramandata<br />
ai tuoi familiari e discendenti, sia di esempio nel cammino futuro<br />
per tutti quelli che ti hanno conosciuto, con particolare augurio per le<br />
giovani generazioni....”
42<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Il giornalino<br />
Inserto speciale di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> dedicato ai più piccoli (Anno 2010 – N. 1)<br />
Gruppo di lavoro: Andrea Bernacchi, Patrizia Caprioli, Elisa Ermini, Marcello Ernoni, Barbara Lucarelli, Paola Marini.<br />
Responsabile del gruppo: Stefania Tabacchini. Coordinatore del progetto: Giovanni Francola.Grafica: Monia Tamburi.<br />
Il mondo pulito di Alice<br />
“Chissà cosa dovrà dirmi Noemi di Così importante”, pensa Alice tra sé e sé mentre si trova in classe,<br />
in attesa che arrivi l’ora della ricreazione.<br />
Finalmente suona la campanella ed Alice e Noemi s’incontrano! “Alice hai saputo la novità Sta per iniziare<br />
la raccolta differenziata dei rifiuti. D’ora in poi non dovremmo più gettarli tutti insieme, ma ci<br />
saranno degli appositi contenitori dove andranno gettati i rifiuti divisi per categoria!”<br />
Alice dubbiosa si guarda intorno e non trovando più il cestino al solito posto lascia cadere a terra la<br />
carta della sua colazione quando all’improvviso le appare una fatina: “Alice, ma cosa fai”.<br />
“Non riesco più a trovare il cestino dove ogni giorno gettavo la carta della mia colazione…”, risponde.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 43<br />
“Eco-bimbi”<br />
La fatina sorride e le dice: “Ma non hai capito cosa ti ha detto la tua amica Raccogli la carta che hai<br />
gettato in terra e seguimi, ti spiegherò io come fare”.<br />
Arrivate di fronte ai nuovi cesti dell’immondizia, la fatina con la sua bacchetta magica le indica quello<br />
per la carta. “Guarda è semplicissimo! Ogni contenitore raccoglie un tipo di materiale diverso!”<br />
Alice getta la sua carta nel contenitore giusto: “Grazie fatina, avevi ragione, è davvero semplice!” .<br />
Alice, contenta di sapere che così potrà aiutare la natura, ora insegnerà anche ai suoi amici come fare.<br />
L’ANGOLO DEL PROF. A cura di Patrizia Caprioli.<br />
Mini spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!), da poter usufruire come supporto<br />
didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti.<br />
INNOVASCUOLA: http://www.innovascuola.gov.it/ è il portale per tutti i docenti, gli studenti e<br />
le famiglie che vogliono scoprire nuovi modi di conoscere e di apprendere.<br />
Indovina... indovinello...<br />
Una gallina cammina, cammina,<br />
quando vede un ponte e un cartello<br />
con su scritto “non passare”.<br />
Cosa fa<br />
II primi 3 che comunicheranno in redazione al<br />
numero 0761.513117, la risposta esatta riceveranno<br />
un regalo dal Covo della Bomboniera.<br />
Inoltre... per ogni 30 € di spesa un<br />
piccolo regalo ai clienti
44 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Associazione Artistica Ivna<br />
LA FOTOGRAFIA ARTISTICA DI ALESSIO CAON<br />
di Alfredo<br />
Mercutello<br />
Alessio Caon è un fotografo.<br />
E’ un fotografo<br />
che sa fare le foto.<br />
Sembrerà ovvio direte!<br />
A questo punto facciamo<br />
una distinzione.<br />
Fondamentale nel<br />
mondo dell’arte è riuscire<br />
ad essere artisti.<br />
Ovvio anche ciò.<br />
Sembrerebbe!<br />
E’ il particolare che fa la<br />
differenza. Un aggettivo, volutamente<br />
omesso per distinguerlo. Egli è un fotografo<br />
artistico. Ecco il particolare, ovvero la<br />
differenza, che intercorre fra un’ esecuzione<br />
qualunque ed un’ opera d’arte. Quel<br />
tocco magico, quel non so che di artistico,<br />
che la rende unica, che la rende vicina e<br />
che smuove anche forse il più recondito<br />
dei sentimenti.<br />
In una parola:<br />
INCANTO<br />
Le foto artistiche di Alessio Caon meritano<br />
questo appellativo. Abbiamo voluto introdurre<br />
con una metafora l’essenza della<br />
fotografia, ovvero, immortalare l’attimo,<br />
altresì il particolare.<br />
Cosa fa l’artista<br />
Fa le medesime attività di tutti, attivandosi<br />
affinchè la sua passione abbia un luogo<br />
predominante nei suoi pensieri.<br />
L’artista va oltre, si ferma per istanti più o<br />
meno lunghi ed esplica il suo talento.<br />
Ci ha raccontato Alessio, che ovunque egli<br />
si trovi, se qualcosa lo attira e vede in un<br />
particolare, la possibilità di fermarlo nel<br />
tempo, egli prende la macchina e scatta<br />
una foto. La sua è una esigenza, una vocazione.<br />
Alessio, esprime con la fotografia<br />
sentimenti ed emozioni, come la pace, la<br />
tranquillità e la bellezza.<br />
Non ha stimoli dalla tristezza. Per lui è una<br />
gioia la foto e ha il desiderio di trasmetterla<br />
attraverso i suoi scatti. Ci dice che<br />
con essa può toccare il cuore e dare adito<br />
alle più molteplici interpretazioni soggettive.<br />
Non si limita a degli scatti isolati, il suo<br />
intento è quello di creare delle storie, un<br />
filo conduttore, un’analisi dettagliata di un<br />
pensiero che in quei momenti, affiora nella<br />
sua mente. Abbiamo visto la sua raccolta<br />
di immagini “ Indietro nel tempo “attraverso<br />
la quale vuole raccontarci com’era il<br />
mondo prima, durante e dopo la seconda<br />
guerra mondiale. Con uno scopo ben preciso:<br />
sicuramente quello di far riflettere e,<br />
quindi, poi scrivere nei cuori di ognuno di<br />
noi le risposte. Alessio afferma che la fotografia<br />
è un quadro reale. Molteplici sono i<br />
suoi progetti che via via conta di portare a<br />
compimento e desidera che questa passione<br />
possa divenire, in un futuro non lontano,<br />
la sua principale attività. Ha vissuto il<br />
passaggio tra la tecnologia analogica e<br />
quella digitale, confermando che la vera<br />
foto è quella su pellicola. Afferma che la<br />
pellicola è come l’occhio; è fedele, non<br />
altera l’immagine.<br />
L’appassionato distingue sempre i due tipi<br />
di foto dai giochi di luce, dai dettagli e dai<br />
colori. Afferma che i colori della pellicola<br />
sono più saturi, più morbidi, più caldi, più<br />
reali. Ci dice che egli sia contrario al ritocco<br />
fotografico. Quando inquadra un soggetto,<br />
di solito gli basta uno scatto per<br />
raggiungere il suo scopo.<br />
Alessio ci confida, inoltre, di amare le foto<br />
spontanee, preferibilmente senza posa.<br />
Abbiamo apprezzato il suo entusiasmo e il<br />
suo sogno di diventare, un fotografo sull’onda<br />
di quelli di National Geographic.<br />
Un’ eccellente aspirazione.<br />
Questo è l’augurio che gli facciamo, mentre<br />
aspettiamo con ansia, che egli ci illumini<br />
con alcuni dei suoi scatti migliori.
Circoscrizione della cattedra<br />
ambulante di Civita Castellana<br />
Era necessario migliorare l’allevamenteo<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 45<br />
di<br />
Francesca Pelinga<br />
Finalmente fra il 1904<br />
e 1905 il sindaco<br />
Midossi riuscì ad avere<br />
finalmente una cattedra<br />
ambulante a Civita<br />
alla quale furono affidati<br />
i comuni di Civita<br />
Castellana, Calcata,<br />
Faleria, Fabrica di<br />
Roma, Corchiano,<br />
Nepi, Castel S. Elia<br />
(mandamento di<br />
Civita), S.Oreste (mandamento di<br />
Castelnuovo di Porto), Mazzano (mandamento<br />
di Campagnano), Monterosi, (mandamento<br />
di Campagnano), Rignano (mandamento<br />
di Castelnuovo di Porto),<br />
Carbognano (mandamento di Ronciglione).<br />
In seguito ai buoni risultati ottenuti, la onorevole<br />
Deputazione provinciale di Roma<br />
credette opportuno nel 1906 affidare alle<br />
cure della cattedra di Civita di cui era direttore<br />
il dott. Bozzoni, anche il mandamento<br />
di Castelnuovo di Porto con i seguenti<br />
comuni: Castelnuovo di Porto, Civitella San<br />
Paolo, Fiano Romano, Filacciano,<br />
Leprignano, Morlupo, Nazzano, Ponzano<br />
Romano, Riano, Scrofano e Torrita Tiberina.<br />
La situazione nell’agro falisco non era certo<br />
delle migliori, anche se l’agricoltura rappresentava<br />
la principale fonte di ricchezza, l’allevamento<br />
del bestiame era legato alle esigenze<br />
della locale agricoltura, mentre tutte<br />
le altre destinazioni come la produzione del<br />
latte,di carne erano completamente sconosciute.<br />
Il sistema di allevamento era<br />
allo stato brado o semi brado, le stalle<br />
degli animali erano tenute in condizioni<br />
poco igieniche, molto spesso in<br />
grotte scavate nel tufo prive di aria e<br />
di luce. Il numero dei cavalli era limitato, il<br />
mulo invece era un animale molto ricercato<br />
poiché serviva da mezzo di trasporto nel<br />
nostro territorio abbastanza accidentato.<br />
Anche l’allevamento dei bovini di razza<br />
maremmana romana non era troppo sviluppato<br />
e, nonostante l’estensione del territorio<br />
civitonico, la carne da consumo veniva<br />
importata dai mercanti dell’Umbria.<br />
L’allevamento degli ovini aveva, invece, una<br />
certa importanza e si contavano circa 6000<br />
pecore che nei mesi d’estate emigravano<br />
nell’Appennino centrale per<br />
la montificazione. Il formaggio<br />
era di ottima qualità<br />
e la lana era molto ricercata<br />
sul mercato di Roma,<br />
gran parte dei terreni venivano<br />
concimato con il letame<br />
pecorino; vi era anche<br />
una piccola mandria di<br />
capre il cui latte era molto<br />
apprezzato dai civitonici.<br />
L’allevamento suino era rappresentato da<br />
parecchie mandrie di scrofe però non sufficienti<br />
per il mercato e quindi molti maialetti<br />
venivano importati dall’Umbria e dalle<br />
Marche per essere allevati, la produzione di<br />
animali da cortile era quasi nulla. A Civita<br />
non mancavano i terreni pascolivi, ma<br />
bisognava diffondere erbe foraggere<br />
così che il bestiame si sarebbe duplicato,<br />
bisognava inoltre risanare le<br />
stalle, per evitare il diffondersi delle<br />
malattie infettive come il carbonchio<br />
ematico e sintomatico che faceva strage<br />
degli armenti. Migliorando le condizioni<br />
i mercati e le fiere ne avrebbero incrementato<br />
i vantaggi al produttore e<br />
potevano sorgere nuovi rami dell’industria<br />
quali la fabbricazione di formaggi, burro e<br />
l’esportazione di latte fresco. L’iniziativa<br />
della cattedra dell’agricoltura, con l’appoggio<br />
del sindaco e del presidente del<br />
Consorzio Agrario e di volenterosi allevatori,<br />
fece si che a Civita qualcosa si stava<br />
facendo, si era fatto anche esperienze di<br />
concimazione chimica e si erano impiantati<br />
dei campi sperimentali nei terreni concessi<br />
dal Conte Feroldi De Rosa, dal Cav.<br />
Salvatore Salvatori, direttore delle<br />
“Fabbriche riunite di Ceramica”, e da ortolani<br />
come Luciano D’Alessio. Anche la<br />
Cooperativa Ceramista operaia, il cui direttore<br />
era Casimiro Marcantoni, aveva messo<br />
a disposizione per la coltura sperimentale<br />
tutta la terra annessa allo stabilimento.<br />
Visto l’entusiasmo con cui i nostri contadini<br />
possidenti misero in pratica le iniziative<br />
della cattedra si formò una Commissione<br />
Zootecnica voluta dal Sindaco Midossi e dal<br />
presidente del Consorzio Agrario Feroldi De<br />
Rosa. Gli scopi erano: costruire ricoveri<br />
per il bestiame, importare buoni<br />
riproduttori e selezionare le razze<br />
locali, l’istituzione e l’esercizio di stazioni<br />
di monta. Il Ministero dell’agricoltura<br />
diede un sussidio di L.500 per l’organizzazione<br />
di piccole mostre zootecniche e<br />
fiere locali a premi per il miglioramento<br />
delle vendite del burro, del formaggio, delle<br />
lane, del latte e delle carni. I componenti<br />
della commissione Zootecnica erano il<br />
sindaco di Civita, presidente del<br />
Consorzio Agrario, Ospedale<br />
Andosilla, Cattedra Ambulante,<br />
Civita Castellana. 17 Settembre 1915. Tradizionale fiera del bestiame<br />
Medico Veterinario, Colonelli<br />
Agostino, Arigoni Cav. Giovanni,<br />
Nobili Fratelli Trocchi, Goliani<br />
Domenico, Riccioni Antonio, Pistola<br />
Francesco, Morelli Edmondo, Basili<br />
Francesco, Montanari Filippo, Tarquini<br />
Domenico, Orazi don Guglielmo parroco.<br />
Per Fabrica Di Roma: Conte<br />
Cencelli Comm. Alberto, Fonti<br />
Enotecnico Luigi, per Faleria e<br />
Calcata: Fratelli Ferranti, per Nepi: il<br />
Sindaco Monti Vincenzo, per<br />
Corchiano: il sindaco Crescenzi<br />
Venturino. Il Presidente onorario era il<br />
Sindaco di Civita Midossi, presidente effettivo<br />
Morelli Edmondo, vice presidente<br />
Montanari Filippo, cassiere Ferrari Ing.<br />
Enrico, segretari il dott. Bozzoni e dott.<br />
Riccioni medico veterinario di Civita. Per<br />
quanto riguarda il Consorzio Agrario era<br />
cosi formato: presidente il conte Ugo<br />
Feroldi De Rosa, vicepresidente Casimiro<br />
Marcantoni, consiglieri: Morelli Edmondo,<br />
Salvatori Salvatore, Tarquini Domenico, sindaci:<br />
Severi Cesare, Simbeni Cesare,<br />
Gavazzi Giovanni, il segretario era Tarquini<br />
Domenico, direttore amministrativo Ferrari<br />
Ing. Enrico direttore tecnico dott. Bozzoni.<br />
Il consorzio vendeva macchine come falciatrici,<br />
rastrelli meccanici, concimi chimici,<br />
pompe irroratrici, anche apparecchi per la<br />
mietitura, lo slogan era che essere soci<br />
del Consorzio Agrario significava salvaguardarsi<br />
dalle frodi nelle sostanze<br />
utili all’agricoltura e togliersi dalla<br />
speculazione privata. Non solo ma il<br />
Consorzio provvedeva anche alla vendita di<br />
sementi di erbe foraggere e si vantava del<br />
fatto che i facoltosi proprietari come i<br />
signori Trocchi e il signor Antonio Riccioni ,<br />
grazie ai nuovi macchinari, avessero migliorato<br />
le loro aziende. In quegli anni però ci<br />
fu la grande emigrazione verso le<br />
Americhe, quindi i nostri contadini e quelli<br />
dei paesi della circoscrizione, i soldi per<br />
essere soci e comperare macchinari e<br />
sementi non ne avevano.<br />
continua sul prossimo numero…
46<br />
ARIETE Giugno inizia alla<br />
grande. Potrete vivere l’amore<br />
passionalmente, e<br />
contemporaneamente realizzare<br />
i vostri desideri.<br />
Favoriti i viaggi e le relazioni<br />
amorose con persone più giovani. Felici<br />
intuizioni per quanto riguarda investimenti<br />
ed acquisti, anche per la casa. Le questioni<br />
di lavoro saranno in primo piano.<br />
TORO Tenete a freno a la<br />
vostra irascibilità, soprattutto<br />
con chi proverà a toccare<br />
la vostra indipendenza.<br />
Attenti a ciò che dite.<br />
Carisma e capacità persuasive in forte<br />
aumento. Sarete più ricettivi, più profondi,<br />
in grado di affrontare qualunque argomento.<br />
La fine del mese si conclude con l‘inizio<br />
di una fase positiva per l’amore.<br />
GEMELLI Vita sentimentale<br />
ottima. Favorite le atmosfere<br />
romantiche in compagnia<br />
del partner. Non cedete<br />
alla golosità! Se non si ha<br />
una relazione affettiva in<br />
corso ci si darà una gran da fare per realizzarne<br />
una. Momento ideale per farsi belli,<br />
ma fate attenzione al portafoglio.<br />
Non siate troppo drastici nel prendere le<br />
decisioni.<br />
CANCRO L’amore torna ad<br />
avere un ruolo di primissimo<br />
piano e l’armonia di<br />
coppia potrebbe essere turbata<br />
da forti sbalzi umorali.<br />
Una vecchia questione potrebbe divenire<br />
fonte di discordia all’interno di una rapporto<br />
ben collaudato. Fortuna invece a gonfie<br />
vele. Sfruttate il vostro intuito nel lavoro e<br />
approfittate dei cambiamenti professionali.<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Oroscopo di Giugno<br />
by Cosmo<br />
LEONE Vivrete con vivacità<br />
e passione qualunque tipo<br />
di relazione sentimentale.<br />
State comunque attenti a<br />
non esplodere se vi sentirete<br />
toccati nel vostro orgoglio.<br />
Potreste avere problemi di comunicazione<br />
e problemi professionali provocati<br />
dall’insorgere di una vecchia questione<br />
patrimoniale. L’attività sportiva vi aiuterà a<br />
liberarvi dalle vostre ansie!<br />
VERGINE Fate attenzioni<br />
agli sbalzi d’umore, avrete<br />
una particolare predisposizione<br />
verso le situazioni di<br />
rottura. Potrete concludere<br />
degli importanti affari. Sono<br />
favoriti gli incontri sentimentali con persone<br />
più giovani. Grazie ad un turbinio di forze in<br />
gioco la vostra vita sta prendendo una<br />
nuova direzione. Ma non fate scegliere al<br />
destino!<br />
BILANCIA Svolte professionali<br />
in vista e finalmente<br />
un po’ di tempo libero da<br />
dedicare alle vostre attività<br />
preferite. L’amore procede<br />
a gonfie vele, potrete vivere<br />
intensamente, con una forte vena di<br />
romanticismo, una divertente storia di<br />
amore. Sarete iperattivi e creativi, ma<br />
spendete queste energie per realizzare un<br />
importante progetto.<br />
SCORPIONE Imparate a<br />
tenere a freno la vostra lingua<br />
o la vostra rabbia se<br />
non volete inficiare i vostri<br />
rapporti professionali o di<br />
coppia. Potrete creare qualche<br />
malumore a causa del risorgere di vecchie<br />
questioni lasciate in sospeso con il<br />
partner. Se riuscirete a controllare la vostra<br />
frenesia potrete realizzare qualcosa di veramente<br />
grande.<br />
SAGITTARIO Eros a gonfie<br />
vele. Momento ideale<br />
per condividere atmosfere<br />
romantiche con il partner.<br />
Attenzione a non parlare<br />
troppo, soprattutto sul<br />
luogo di lavoro. Vita sociale in fermento.<br />
Continuate la vostra analisi introspettiva,<br />
ma non siate troppo severi con voi stessi.<br />
Svolte radicali, inaspettate, improvvise.<br />
CAPRICORNO Il mese inizia<br />
positivamente. Si presenteranno<br />
occasioni d’incontro<br />
con persone più giovani,<br />
atmosfere gioiose e<br />
occasioni sentimentali sorte tra i colleghi.<br />
Se dovete risolvere una vecchia questione<br />
approfittatene. Buone opportunità finanziarie.<br />
Questo è il momento giusto per iniziare<br />
una sana dieta. Favoriti gli spostamenti, i<br />
viaggi e le gite.<br />
ACQUARIO Giugno inizia<br />
magnificamente: potrà<br />
esserci un incredibile<br />
aumento delle occasioni<br />
amorose oltre che di divertimento.<br />
Attenzione ai piccoli<br />
disguidi verbali. Il lavoro continua ad<br />
essere svolto in maniera frenetica, anche<br />
grazie alla creatività ed all’intuito. Non perdete<br />
la lucidità. Scaricatevi attraverso lo<br />
sport e non mangiate sregolatamente.<br />
PESCI Periodo piuttosto<br />
tranquillo. Se avete deciso<br />
di metter su famiglia dedicatevi<br />
alla sistemazione del<br />
vostro nido d’amore. Scarsa<br />
è la voglia di lavorare e maggiore l’autoindulgenza,<br />
soprattutto nell’alimentazione.<br />
Momento professionalmente decisivo, scegliete<br />
in totale sincronia con i vostri desideri.<br />
Abbandonate i vecchi schemi.<br />
LA TUA PUBBLICITA’ NON PUO’<br />
MANCARE SU CAMPO DE’ FIORI,<br />
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corri in redazione a recuperare i<br />
numeri che ti mancano!!!<br />
LEGGI <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
E PASSA PAROLA
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 47<br />
La rubrica<br />
dei perchè<br />
Perché si dice<br />
“vai a quel paese”<br />
Questo detto trae origine dalla volontà di<br />
far allontanare una persona che ci ha fatto<br />
arrabbiare; infatti, “Quel paese”, rappresenta<br />
il simbolo di un posto distante da<br />
noi, dove potremo non avere più contatti<br />
con chi ci ha offeso o deluso. E’ un’espressione<br />
più morbida ed eufemistica di altre che hanno lo stesso<br />
significato come “Vai al diavolo”, “Vai all’inferno”, piuttosto che<br />
“Vai in malora”, dove è forte la connotazione negativa e punitiva<br />
del luogo dove vorremmo spedire chi ci sta di fronte!<br />
Perché i numeri dei<br />
cellulari iniziano con il 3<br />
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni,<br />
nel 2003, ha definito la<br />
numerazione nazionale per tipo di servizio,<br />
sulla base della prima cifra. A<br />
questo proposito il 3 è stato scelto per<br />
le comunicazioni mobili, l’1 e l’8 sono<br />
riservati ai servizi a tariffazione speciale ed il 4 è stato destinato<br />
ai servizi interni di rete.<br />
Perché sui treni non ci<br />
sono le cinture di<br />
sicurezza<br />
Sui treni l’assenza delle cinture è<br />
giustificata dal ridotto numero di<br />
incidenti registrati da questo tipo<br />
di veicoli in quanto, tali convogli,<br />
viaggiano con l’ausilio di avanzati<br />
sistemi di terra e di bordo, capaci<br />
di verificare il rispetto dei limiti di<br />
velocità o dei semafori e di intervenire,<br />
frenando le vetture, nel<br />
caso il conducente non li rispetti.
48<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
AGENDA<br />
Tutti gli appuntamenti più importanti<br />
11° FESTA DI CATAMELLO<br />
10-13 GIUGNO 2010<br />
PROSSIMI EVENTI<br />
PROGRAMMA<br />
Giovedì 10:ore 20.00 Apertura gastronomia<br />
ore 21.00 Musica dal vivo con “Il gatto e la volpe”<br />
Venerdì 11:ore 20.00 Apertura gastronomia<br />
ore 21.00 Musica a volontà<br />
Sabato 12: Inaugurazione festa con la banda musicale<br />
“Città di Civita Castellana”<br />
ore 16.00 Torneo di Burraco<br />
ore 18.00 Santa Messa<br />
ore 20.00 Apertura gastronomia<br />
ore 21.00 Grande spettacolo musicale col complesso<br />
“I Muchachos”<br />
Domenica 13: ore 20.00 Apertura gastronomia<br />
ore 21.00 Musica dal vivo con “Il gatto e la volpe”<br />
Chiusura festa con finale a sorpresa!<br />
Mercoledì 2 Giugno<br />
Dimostrazione di scherma<br />
all’interno del chiostro<br />
del seminario<br />
Domenica 6 Giugno<br />
Sfilata di moda in collaborazione<br />
con “Atelier Manini”<br />
e Coiffeur Talia,<br />
con la selezione regionale<br />
per la partecipazione a<br />
Miss Mondo<br />
SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL NOSTRO ABBONAMENTO<br />
CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE<br />
SI desidero abbonarmi a : <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> (12 numeri) a € 25,00<br />
I miei dati<br />
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data di nascita_______________ __________Città________________________________________________________Prov._______<br />
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Desidero regalare l’abbonamento a: <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> (12 numeri) a € 25,00<br />
Il regalo è per:<br />
Nome_______________________________Cognome_________________________________________________________________<br />
data di nascita___________________________Città______________________________________________________Prov.________<br />
Via_________________________________________________________________Telefono__________________________________<br />
effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za<br />
della Liberazione n. 2 - Civita Castellana<br />
Data______________Firma__________________________________<br />
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di<br />
“Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita<br />
Castellana (VT)<br />
Data______________Firma__________________________________<br />
Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita<br />
Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 49<br />
AGENDA<br />
Tutti gli appuntamenti più importanti<br />
MOSTRA DI PITTURA<br />
XX Festival della<br />
Canzone Romana<br />
Fino al 15 giugno<br />
le iscrizioni<br />
Arrivato alla sua XX edizione, si riaffaccia<br />
alla ribalta dell’estate il Festival<br />
della Canzone Romana: il 15 giugno<br />
prossimo scadrà infatti il termine per l’iscrizione dei brani originali da presentare<br />
al Festival. Ideato da Lino Fabrizi nel 1991, la manifestazione ha lo<br />
scopo di promuovere canzoni inedite in dialetto, ma anche in lingua<br />
italiana, purchè parlino di romanità. Possono partecipare alle selezioni<br />
tutti i candidati che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Le domande<br />
con i brani dovranno pervenire tramite il sito web www.festivaldellacanzoneromana.com,<br />
dove sarà possibile scaricare anche il regolamento dettagliato<br />
del concorso. La Commissione esaminatrice sarà composta da discografici,<br />
autori, docenti di dialettologia, giornalisti, cantautori e ammetterà alla<br />
selezione del Festival al massimo 20 brani. Le selezioni si svolgeranno – attraverso<br />
una kermesse musicale itinerante - nei luoghi all’aperto della città,<br />
davanti a un pubblico appassionato della canzone romana. Si canterà la Roma<br />
folkloristica, con le sue carrozzelle, i suoi tramonti, le sue fontane, ma anche<br />
quella più quotidiana, con i suoi crucci e le sue storie d’amore. In passato, tra<br />
gli altri e in ruoli diversi, sono intervenuti al Festival artisti come Renato Zero,<br />
Nino Manfredi, Carlo Verdone, Franco Califano, Giancarlo Magalli,<br />
Lando Fiorini, Enrico Brignano, Mario Scaccia, Fiorenzo Fiorentini,<br />
Gigi Sabani, Luciano Rossi, Rodolfo Laganà, I Vianella, I Cugini di<br />
Campagna, Stefano Masciarelli, il Maestro Stelvio Cipriani, Manuela<br />
Villa, Giorgio Onorato, La schola Cantorum e tanti altri…<br />
La finale avrà luogo al Teatro Olimpico di Roma il 26 settembre 2010.<br />
25 maggio<br />
10 settembre<br />
2010<br />
Artista informale, si esprime concentrando<br />
l’interesse della propria ricerca<br />
interiore alla macchia di colore che la<br />
“action painting” americana individua<br />
nella sottomissione del segno al linguaggio<br />
cromatico di cui Jackson Pollok<br />
è stato il massimo esponente...<br />
Giorgio Palumbi<br />
...Opere che portano il fruitore nel<br />
mondo onirico, nell’inconscio, dove tutto<br />
è possibile. La fantasia e l’originalità<br />
della creazione non hanno limiti. Il suo<br />
astratto informale diventa così un gioco<br />
della mente e dello spirito: infatti la spiritualità<br />
è un fattore molto importante nei<br />
quadri e nella vita dell’autore...<br />
Paola Lamonica<br />
Inaugurazione<br />
Martedì<br />
25 Maggio 2010,<br />
ore 18:00 - 21:00<br />
Istituto Polacco di<br />
Roma, Via Vittoria<br />
Colonna 1<br />
Evento speciale<br />
Conferenza,<br />
Mercoledì 26<br />
Maggio 2010,<br />
ore 13:30<br />
I PRIMI ANNI:<br />
2005-2014. IL<br />
CASO DEL MUSEO<br />
D’ARTE MODERNA<br />
DI VARSAVIA<br />
di Sebastian<br />
Cichocki e Ana<br />
Janevski
Tanti<br />
auguri al<br />
grande<br />
Domenico<br />
Mariani<br />
che il 22<br />
Aprile ha<br />
compiuto<br />
gli anni,<br />
dai parenti, amici e tutto lo<br />
staff.<br />
Tanti<br />
auguri a<br />
Riccardo<br />
che il 25<br />
Maggio<br />
compie 1<br />
anno dai<br />
nonni<br />
Marina e Tonino e dagli zii<br />
Emiliano, Sara e<br />
Alessandro.<br />
Tanti<br />
auguri a<br />
Gianluca<br />
e Tamara<br />
di<br />
Corchiano<br />
che il 7<br />
Giugno<br />
festeggiano<br />
il loro primo anniversario<br />
di matrimonio…<br />
Dai genitori, i nonni, le<br />
sorelle e la nipotina Asia…<br />
La Redazione di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> si associa agli auguri<br />
Tanti<br />
auguri a<br />
Barbara<br />
che ha<br />
compiuto<br />
gli anni il<br />
28<br />
Aprile<br />
dai fratelli<br />
Emiliano,<br />
Alessandro e la cognata<br />
Sara, dai genitori<br />
Marina e Tonino e il<br />
marito Roberto.<br />
12/06/2010<br />
Antonio siamo<br />
arrivati alla<br />
meta più<br />
importante la<br />
maggiore età, 18anni, mamma, papà e Paolo<br />
ti augurano di realizzare tutti i tuoi sogni.<br />
Ti vogliamo tanto bene auguri di buon compleanno.<br />
Un augurio speciale dai nonni.<br />
Tantissimi auguri a Melissa Pirri di<br />
Corchiano che il 23 maggio ha ricevuto<br />
la sua Prima Comunione. Un<br />
abbraccio da mamma, papà e Ivan<br />
28 Maggio 2010<br />
In questi 18 anni, con<br />
la tua serietà, la tua<br />
dolcezza e la tua<br />
simpatia, ci hai dati<br />
immense soddisfazioni<br />
e lasciato un segno<br />
nei cuori dei tuoi<br />
famigliari, che ti adorano. D’ora in<br />
avanti lascerai un segno nel mondo.<br />
Felice compleanno da papà, mamma<br />
ed il tuo fratello Manuel.<br />
Il Papà Cosimo, la mamma<br />
Annita, il figlio Federico,<br />
insieme ai fratelli Tommaso<br />
e Fabio ed alle cognate Lia<br />
e Miriam, ai nipoti Gioia e<br />
Paolo fanno gli auguri a<br />
Daniela che il 20 maggio compie gli anni.<br />
I nonni<br />
paterni<br />
Cosimo e<br />
Annita e<br />
quelli materni<br />
Salvatore e<br />
Giulia, insieme ai genitori Tommaso e<br />
Miriam, al fratello Paolo, fanno gli auguri<br />
per il suo 12° compleanno a Gioia,<br />
festeggiato l’ 8 maggio scorso. A quelli<br />
dei nonni, dei genitori e del fratello si<br />
aggiungono anche quelli dei cugini<br />
Federico, degli zii e parenti tutti.<br />
Tantissimi<br />
auguri a<br />
Jonathan<br />
che il 23<br />
Maggio<br />
compie 20<br />
anni<br />
con amore<br />
Jessica.<br />
Tanti<br />
auguri a<br />
Sara che<br />
il 10<br />
Maggio<br />
compie 22<br />
anni da<br />
Tonino,<br />
Marina, Alessandro Roberto,<br />
Barbara e il piccolo Riccardo.<br />
Grazie per gli splendidi<br />
momenti che mi hai regalato<br />
e che mi regalerai… Emiliano.<br />
Al mio bellissimo cacciatore<br />
Simone tantissimi auguri di<br />
buon compleanno! Amore mio<br />
ti amo… Silvia
Tanti<br />
auguri di buon compleanno ad<br />
Andrea Segato che compie gli<br />
anni il 12 Maggio e all’indimenticabile<br />
sorella Maria<br />
Chiara che avrebbe compiuto<br />
gli anni lo stesso giorno, da<br />
mamma, babbo e da tutti i<br />
parenti e gli amici che vogliono<br />
loro tanto bene…<br />
Ad Andrea ed alla nostra<br />
stella Maria Chiara, auguriamo<br />
buon compleanno, zio<br />
Filippo, zia Anna Maria,<br />
Riccardo, Elisa e Simone<br />
Auguri a Elio Mosca di<br />
Bronzolo (Bz), che ha compiuto<br />
gli anni il 7 Maggio, dagli<br />
zii Marisa e Lanfranco e dai<br />
cugini Paola, Carla,<br />
Franco e Gianni.<br />
Il 3 maggio 2010 la<br />
nostra piccola Desirèe<br />
ha compiuto un anno. Dio<br />
benedica la tua vita<br />
come ha fatto con la<br />
nostra, avendoci donato<br />
te. Ti amiamo mamma<br />
Letizia e papà Rodolfo.<br />
Un augurio speciale<br />
a Giovanni<br />
e Menicuccia<br />
Mazzafoglia che<br />
il 30 Giugno<br />
festeggiano 50<br />
anni di matrimonio<br />
dai figli,<br />
nipoti e parenti.<br />
Auguri a Gustavino che ha festeggiato<br />
i suoi primi 80 anni il 14 Maggio,<br />
dai nipoti Silvia, Alessio, Stefano,<br />
Daniela e dal piccolo Edoardo.<br />
La lottista<br />
consiglia<br />
31-5-77<br />
a Torino<br />
Tanti auguri di<br />
buon compleanno a<br />
Tamara dalla famiglia<br />
e gli amici.<br />
Tanti auguri<br />
a<br />
Roberto<br />
Taomassino<br />
che il 21<br />
Maggio<br />
compie 8<br />
anni, da mamma Simona,<br />
papà Daniele, la sorellina<br />
Chiara e il fratello<br />
Alessio.<br />
Tanti auguri di buon<br />
compleanno a Chiara<br />
Crescenzi che ha<br />
compiuto 18 anni il 26<br />
Maggio, da mamma,<br />
papà, la sorella Barbara,<br />
il fratello Simone, il<br />
fidanzato Mattia, la zia<br />
Giuliana e tutti gli zii<br />
Tantissimi<br />
auguri di<br />
buon compleanno<br />
a<br />
Daniel<br />
Silveri da<br />
zia Alessia,<br />
zio Andrea e nonna Rosalba.<br />
Tantissimi<br />
auguri<br />
Michele<br />
Moscioni<br />
che il 19<br />
Giugno<br />
compie gli<br />
anni, da<br />
mamma,<br />
papà, il fratello Roberto, i<br />
parenti, gli amici<br />
Auguri a zia Lucia per il suo<br />
compleanno, dai nipoti Daniela,<br />
Stefano, Paolo, Alberto e dai<br />
pronipoti Michela, Edoardo e<br />
Giorgia.<br />
Congratulazioni al<br />
Dott. Riccardo<br />
Chiricozzi che ha conseguito<br />
la laurea in<br />
Scienze biologiche e<br />
matematiche con la<br />
votazione di 110, presso<br />
l’Università della<br />
Tuscia di Viterbo, il 21<br />
Aprile, da babbo,<br />
mamm, Elisa, Simone,<br />
zia Gertrude, zio Paolo,<br />
Andrea, Eleonora e i<br />
nonni. La tua famiglia è<br />
orgogliosa di te e ti<br />
augura un radioso futuro!
52<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
RIPROPRONIAMO STELLINA, ormai "addomesticata" ha<br />
conosciuto solo il canile...Qualcuno<br />
può pensare di farla felice<br />
Una casa, una famiglia...attualmente<br />
in pensione a pagamento<br />
come la maggior parte dei cani<br />
salvati dall'Associazione.<br />
Tel. 3391123663<br />
Ciao, io sono LUCKY non ho<br />
più una padrona...La prima è<br />
volata in cielo, la seconda,<br />
dopo 1 mese si è già stufata<br />
e non mi vuole più. Sono piccolo,<br />
vivace, ho circa 5 anni, maschietto, meticcio<br />
cerco una vera casa....<br />
Tel. 3391123663<br />
Mi chiamo MAYA e sono una lupetta piccola piccola (la<br />
foto rende poco!) Anch'io vengo dalla strada dove mi<br />
hanno trovata scheletrica...Che cosa vi sembro oggi<br />
Cerco anch'io una famiglia<br />
amorevole e che abbia<br />
voglia di perdere un pò di<br />
tempo con me perchè<br />
voglio giocare...Prendo la<br />
rincorsa e ti salto adosso<br />
e ci divertiamo tutti.<br />
Tel. 3391123663<br />
Io sono BELLA, sterilizzata, giovane e<br />
giocherellona...Sono un incrocio tra un lupo e un rottweiller<br />
in....miniatura. Cerco una casa magari con un giardino<br />
e ho tanta voglia di giocare.<br />
Ovviamente sono stata<br />
abbandonata cucciola e<br />
l'Associazione mi ha messa a<br />
pensione ma non ci posso<br />
stare a lungo, capite...<br />
Tel. 3391123663<br />
Io sono BRUNA,<br />
taglia medio-grande,<br />
una volta ho avuto un<br />
padrone ma non m,i<br />
voleva bene<br />
mi ha abbandonata e a<br />
me manca tutto: la libertà,<br />
l’affetto.........<br />
Sono a Civita Castellana.<br />
Tel. 339 1123663<br />
Sono DIANA<br />
l'ultima trovatella...<br />
forse ho nel mio DNA<br />
anche qualcosa di un cane<br />
da caccia...<br />
Mi vuoi adottare<br />
Io vorrei tanto...<br />
Tel. 3391123663<br />
Mi chiamo SID, ho circa due<br />
anni. Ero felice, tanto<br />
felice,,Voglio tornare ad essere<br />
un cane allegro. Vi prego<br />
portatemi via da quì.... Sono<br />
a Civita Castellana. Tel.<br />
3391123663<br />
Sono KIKKA e non<br />
conosco ne collare ne<br />
guinzaglio... Sono giovane<br />
e sterilizzata e<br />
anche un pò diffidente,<br />
ma con un pò di<br />
pazienza, vi ripagherò<br />
con il mio affetto canino. Sono a Fabrica di<br />
Roma. Tel. 0761577122 (orario negozio)<br />
Sono PIPPO, il setter, sono stato raccolto in<br />
condizioni disperate... ora stò meglio, ho messo<br />
sù qualche chiletto, le piaghe sul mio corpo si<br />
stanno rimarginando...ma quelle del cuore<br />
no...Vorrei una famiglia disposta ad aprirmi<br />
casa e cuore.. Tel. 3391123663<br />
Per altre proposte di adozione visitate il sito:<br />
WWW.INCROCIAMOLEZAMPE.ORG
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 53<br />
Roma com’era<br />
Roma.<br />
Piazza Esedra.<br />
Autunno 1958.<br />
Il soprano Maria Callas,<br />
passeggia con il marito<br />
Giovan Battista Meneghini,<br />
per le vie del centro della<br />
Capitale.<br />
Modello di eleganza<br />
e raffinatezza,<br />
la coppia si lascia<br />
fotografare,<br />
con disinvoltura,<br />
dai paparazzi.<br />
Visita il nostro sito<br />
www.campode<strong>fiori</strong>.biz
54<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Album d<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
7<br />
9<br />
3 4<br />
5 6<br />
1<br />
2<br />
8<br />
Veglione di Carnevale 1953 - Sala di Vignanello - 1.Isa Piccioni, 2. Concetta Piccioni, 3. Lucia Paolocci, 4. Silvano Rossini, 5. Sergio Civillotti, 6.<br />
Ivana Piccioni, 7. Ilario Guazzaroni, 8. Giano Soli, 9. Argia Paolocci.<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Civita Castellana anno<br />
1953/54 -foto del sig.<br />
Vittorio Galligani<br />
1<br />
7<br />
8<br />
2<br />
4<br />
5<br />
10<br />
9<br />
3<br />
11<br />
12<br />
13<br />
6<br />
14<br />
Maestro Antonio<br />
D’Amico<br />
1. Luciano Zampini,<br />
2. Salvatore Martani,<br />
3. Alberto Casadidio,<br />
4. ... Tulli,<br />
5.Fabio Patrizi,<br />
6. Emilio Corteselli,<br />
7. ... Cingolani,<br />
8. Vittorio Calligani,<br />
9. Franco Pedica,<br />
10.Gianni Gezzi,<br />
11. Alcide ...,<br />
12. ... Cesarini,<br />
13. Vasco Alessandrucci,<br />
14. ... Genzano.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
55<br />
ei ricordi<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Civita Castellana - Anno scolastico 1950. Foto della Sig.ra Vincenza Cipriani<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Civita Castellana. Classe femminile. Foto della Sig.ra Graziella Basili (in prima fila, terza da dx)
56<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Album d<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Fabrica di Roma - anni ‘50 - Matrimonio di Nazzareno Pecoroni e Ersilia Iannoni<br />
1. Giovanni Ricci, 2. Rocco Testa, 3. Piera Ricci, 4. Maria Pecoroni, 5. Rosa Bianchini.<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Fabrica di Roma - anni ‘30<br />
Da sx: Rosa Bianchini, Nazzareno - Piero eMaria Pecoroni<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Fabrica di Roma - primi anni ‘40<br />
Da sx: Piero - Maria - Domenico e Nazzareno Pecoroni.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 57<br />
ei ricordi<br />
Fabrica di Roma<br />
21 Settembre 1951.<br />
Tiro a segno delle<br />
attrazioni presenti per le<br />
festività di San Matteo.<br />
Il tiratore<br />
Giovanni Francola<br />
centra il bersaglio e si<br />
guadagna così la foto,<br />
che veniva scattata in<br />
modo automatico<br />
solamente quando<br />
si faceva centro.<br />
Foto della Sig.ra Anna<br />
Francola<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Fabrica di Roma - Primi anni ‘50. Giovanna Ciappici di 11 anni e<br />
Massimo Todini di 3 anni, in sella alla mitica Vespa.<br />
Fabrica di Roma, castagneti - Anni ‘<strong>70</strong>.<br />
Da sx: Antonio Bianchini, Carlo Pacelli e Roberto Brandetti<br />
su un insolito podio.
58<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Album d<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Corchiano 1976. La banda musicale Giuseppe Verdi, diretta dal Maestro Giuseppe Giustozzi, in occasione dell'Infiorata<br />
9<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
8<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Corchiano - 1964 -Rrecita all'asilo in occasione della festa della mamma. 1. Bruno Marconi, 2. Morena Mechelli, 3. Giorgia Santini,<br />
4. Annagrazia Sberna, 5. Santina Menicocci, 6. Anna Clelia Petrucci, 7. ... Moretti, 8. Ester..., 9. Carla Profili.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 59<br />
ei ricordi<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Calcata 1940<br />
Fratelli e sorelle Arpini.<br />
Seduti da sx:<br />
Petronilla, Valeria,<br />
Angela Maria Argenti,<br />
Elisea, Carmela.<br />
In piedi da sx:<br />
Lalletta, Rosina,<br />
Nicolina, Armanda,<br />
Giuseppe, Ottavio.<br />
In alto da sx:<br />
Nestasio, Celeste,<br />
Tommasso.<br />
Carbognano<br />
1923.<br />
Foto di gruppo<br />
dell’asilo.<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>
60<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
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