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Antonello<br />

Venditti.<br />

Come<br />

un’alta<br />

marea<br />

Patrizia<br />

Pellegrino.<br />

“Due<br />

scapoli e<br />

una donna”<br />

Premio<br />

stampa<br />

“<strong>Campo</strong> de’<br />

<strong>fiori</strong>” al<br />

Palarte<br />

Una<br />

“Fabrica” di<br />

ricordi.<br />

Angelo<br />

Giovagnoli


2 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

SOMMARIO<br />

Editoriale:<br />

L’innocenza..............................................3<br />

L’intervista:<br />

Antonello Venditti..................................4-5<br />

Patrizia Pellegrino..................................6-7<br />

Cinema News:<br />

+ o - il sesso confuso ..............................9<br />

Vedere con meno di un decimo..........11<br />

Roma che se n’è andata:<br />

Piazza di Castel Sant’Angelo...............12-13<br />

Fecebook e la responsabilità civile....14<br />

Cucina: da dove iniziare....................15<br />

Suonare Suonare:<br />

Peppe Barra.......................................16-17<br />

Premio Arco d’Oro...............................18<br />

Una “Fabrica” di ricordi:<br />

Angelo Giovagnoli..............................20-21<br />

Ecologia e ambiente:<br />

La marea di petrolio della Louisiana.........22<br />

Come eravamo:<br />

Ah! Ho capito, è quello che chiamino.......23<br />

Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>:<br />

Valentano...............................................24<br />

Sempre cara mi fu questa televisione....................................................25<br />

La committenza del forte Sangallo di<br />

Civita Castellana.................................26<br />

L’uomo, la logica, l’essere..................27<br />

Happies Gang ................................28-29<br />

Il santo più amato da papa<br />

Ratzinger.............................................30<br />

Il Fumetto:<br />

Homunculus...........................................31<br />

L’angolo del poeta...............................32<br />

Numero unico......................................32<br />

La pittura Optical di Massimo<br />

Mancini................................................33<br />

Le storie di Max:<br />

Loretta Goggi.........................................34<br />

Le (dis)avventure del Sig. G:<br />

Il Re è nudo...........................................35<br />

Il mondo del Jazz:<br />

Charles Mingus.......................................36<br />

L’angolo Bon Ton<br />

Il matrimonio..........................................37<br />

Per ricordare Don Marciano<br />

Ercolini............................................38-39<br />

A che serve ‘sta macchinetta.............40<br />

Civitonici illustri:<br />

Don Antonio Cardinali.............................41<br />

Il giornalino eco-bimbi..................42-43<br />

Ass. Artistica IVNA:<br />

Alessio Caon...........................................44<br />

Circoscrizione della cattedra ambulante<br />

di Civita Castellana....................45<br />

Oroscopo..............................................46<br />

La rubrica dei perchè..........................47<br />

Agenda ...........................................48-49<br />

Messaggi.........................................50-51<br />

I nostri amici ......................................52<br />

Roma com’era.....................................53<br />

Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59<br />

Annunci Gratuiti ............................60-61<br />

Selezione Offerte Immobiliari.......62-63<br />

Incontriamoci su<br />

facebook!<br />

richiedete la<br />

nostra amicizia e<br />

vi terremo<br />

aggiornati!!!<br />

Grazie per essere<br />

in tanti...<br />

continuate cosi’,<br />

saremo<br />

sempre di piu’<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> OGNI MESE E’: INTERVISTE IN ESCLUSIVA A PRO-<br />

TAGONISTI DEL MONDO DELLA CULTURA, DELLO SPORT E DELLO<br />

SPETTACOLO, VECCHIE STORIE E PERSONAGGI DELLA NOSTRA<br />

TERRA, EVENTI E MANIFESTAZIONI DI ATTUALITA’, UN TUFFO NEL<br />

PASSATO CON L’ALBUM DEI RICORDI E MOLTO ALTRO ANCORA...<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> PUOI TROVARLO PRESSO TUTTI I NOSTRI<br />

SPONSOR ED IN TANTE ALTRE ATTIVITA’ COMMERCIALI E LUOGHI PUBBLI-<br />

CI DELLA TUA CITTA’!!! OPPURE, PUOI AVERLO OGNI MESE DIRETTAMENTE A<br />

CASA TUA ABBONANDOTI (COMPILA E SPEDISCI IL COUPON CHE TROVI A PAG. 48)!


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 3<br />

_Ë|ÇÇÉvxÇét<br />

di Sandro Anselmi<br />

\ eri i miei compagni di classe mi<br />

hanno fatto salire in piedi su un<br />

banco, e poi hanno incominciato a<br />

spingermi di qua e di là. Ridevano<br />

ed io pensavo fosse un gioco, ridevo<br />

anch’io e intanto cercavo di non<br />

perdere l’equilibrio, ma le spinte<br />

diventavano più violente.<br />

Poi ho sentito il dolore degli schiaffi<br />

in faccia e dei pugni sulla pancia,<br />

alle braccia, al petto …<br />

Non ho resistito più e sono caduto<br />

battendo la faccia sul pavimento,<br />

mentre loro continuavano a ridere.<br />

Avevo tanta paura, sentivo dolore, e<br />

mi sono messo a piangere, ma i<br />

miei compagni ridevano ancora più<br />

forte.<br />

Perché Perché Fino a ieri mi sentivo<br />

uno di loro!<br />

a<br />

Avrei tanto voluto raccontare tutto a<br />

mio padre, ma come se non so parlare<br />

Solo i suoi occhi stanchi mi dicono<br />

che sa e che sta male, ma il suo sorriso<br />

non mancherà mai di rassicurarmi<br />

e la sua mano forte mi proteggerà<br />

sempre.<br />

on sono loro i nostri figli migliori<br />

Dolci, teneri, pieni d’amore. Non conoscono l’odio, la violenza, il pregiudizio, e sono gli angeli di chi<br />

incontrano nella loro vita.<br />

Sono indifesi, innocenti!!!<br />

Che possano incontrare solo persone che sappiano arricchirsi dei loro sorrisi e della loro “diversità”.


4<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

ESCLUSIVA<br />

In concerto a Vasanello, paese a cui è particolarmente legato,<br />

richiama migliaia di fans da tutta la Tuscia<br />

Antonello Venditti, come un’alta marea<br />

“Ai giovani cantanti di oggi consiglio di saper dire tanti no!”<br />

“Sono stato un rivoluzionario ed ho fatto del bene nel mondo della musica”<br />

Vasanello. Non potevamo certo mancare<br />

proprio noi, che con il grande cantautore<br />

romano Antonello Venditti, abbiamo in<br />

comune una cosa molto importante:<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>, il nome della nostra testata<br />

giornalistica ed una delle sue più belle<br />

canzoni! Invitato nella cittadina viterbese<br />

in occasione dei festeggiamenti patronali<br />

di San Lanno Martire, lo abbiamo intervistato<br />

con grande piacere (in via del tutto<br />

eccezionale). La piacevole chiacchierata si<br />

è trasformata, per me, in una vera lezione<br />

di vita da parte di un uomo che di cose da<br />

insegnare ne ha veramente tante. Ma, si<br />

sa, il tempo è tiranno e proprio quando<br />

vorremmo che non passasse mai, vola.<br />

Ospitato in una location d’eccezione, il<br />

castello Orsini di Vasanello, ci ha accolti<br />

con grande simpatia e cordialità, e, messo<br />

da parte l’imbarazzo iniziale di trovarmi di<br />

fronte ad un personaggio tanto amato da<br />

tutte le generazioni, inizio a porgli qualche<br />

domanda.<br />

E’ la prima volta che viene da queste<br />

parti<br />

In realtà no, perché sono stato diverse<br />

volte a Viterbo, in occasione dei<br />

festeggiamenti di Santa Rosa e poi<br />

due anni fa ho tenuto un concerto<br />

nel vicino paese di Canepina, in occasione<br />

delle feste patronali di Santa<br />

Corona. Devo constatare con grande<br />

piacere che questa zona del Lazio si<br />

impegna molto per la buona riuscita<br />

delle tradizionali feste religiose, in<br />

seno alle quali vengono organizzati<br />

sempre dei bei concerti, con grandi<br />

artisti della musica italiana. Un invito,<br />

invece, per i romani, che dovrebbero<br />

spingersi di più a scoprire e conoscere<br />

questi splendidi paesi della Tuscia.<br />

Ma è vero che con Vasanello,<br />

però, ha un legame piuttosto<br />

speciale<br />

Assolutamente sì, sono molto legato<br />

a questo paese. Da piccolo venivo di<br />

tanto in tanto con i miei genitori a<br />

casa di Felicita, la nostra governante,<br />

originaria di Vasanello. Felicita, per<br />

me, non è stata semplicemente la<br />

mia governante prima, e la badante<br />

dei miei genitori, poi, ma è stata una<br />

persona di famiglia e, anche se i miei<br />

genitori non ci sono più, per me lo è<br />

ancora. Vasanello è stato un punto di<br />

riferimento per tutti noi! Stasera<br />

dedicherò una canzone a mia madre,<br />

a mio padre e ad Adelmo, il marito di<br />

Felicita, che è scomparso da poco.<br />

Quanto la sua famiglia ha influito<br />

nella sua vita<br />

La mia famiglia ha influito nel bene e nel<br />

male. Mia madre, professoressa di greco e<br />

latino al liceo classico, una donna piuttosto<br />

pessimista, non vedeva molto di buon<br />

occhio la professione di cantante. Al contrario,<br />

mio padre, Prefetto, uomo laicissimo<br />

e sempre sorridente alla vita, mi ha<br />

lasciato completamente carta bianca.<br />

Questi due opposti aspetti dei loro caratteri,<br />

la sfiducia nel futuro di mia madre e la<br />

gioia di vivere di mio padre, sono confluiti<br />

in me.<br />

Sbaglio o molte delle sue canzoni<br />

hanno una nota biografica<br />

Io direi proprio tutte. Le mie canzoni sono<br />

collegate le une alle altre ed ogni volta che<br />

inizio a scrivere un nuovo pezzo mi guardo<br />

intorno, perché penso che non si possa e<br />

non si debba voltarsi indietro. Il passato è<br />

passato, altrimenti si rischia di essere fuori<br />

tempo e fuori tema. Le canzoni servono ad<br />

analizzare i tempi che si stanno vivendo (di<br />

volta in volta), i sogni, i sentimenti, che<br />

non sono mai quelli del passato. C’è sempre<br />

un grado di crescita. Bisogna vivere<br />

tutto in modo contemporaneo. Le cose<br />

cambiano ed io amo trovare sempre qualcosa<br />

di nuovo, immaginare il futuro,<br />

sognare! Credo sia proprio questo mio<br />

essere al passo con i tempi a farmi apprezzare<br />

dai genitori e dai figli<br />

Da cantautore, con una lunga e<br />

straordinaria carriera alle spalle,<br />

cosa pensa dei giovani che stanno<br />

intraprendendo questa strada<br />

Penso che è giusto che ognuno sviluppi il<br />

proprio talento, ma questo avviene nel<br />

tempo. Oggi, invece, il rischio è di consumare<br />

tutto subito. E’ facile arrivare al successo,<br />

ma è ancor più facile perderlo.<br />

Tutto, purtroppo, è regolato dal mercato<br />

discografico che riduce ogni cosa a puro<br />

guadagno. Non esiste più la cultura musicale<br />

di una volta e, soprattutto, non ci si<br />

preoccupa più della crescita musicale dei<br />

giovani cantanti, non ci si occupa più di<br />

fare musica seriamente!<br />

Tra i tanti giovani che vediamo uscire<br />

dai numerosi talent show televisivi,<br />

ce n’è qualcuno che l’ha colpita particolarmente,<br />

sul quale punterebbe<br />

A dire il vero apprezzo molto Pier Davide<br />

Carone (ndr: il cantautore messo in luce<br />

dal programma televisivo Amici di Maria<br />

De Filippi). Ha davvero talento, mi piacciono<br />

la sua musica e i testi delle sue canzoni,<br />

un po’ ironiche e di protesta, ma anche<br />

dolci e sensibili.<br />

Quale consiglio si sente di dare a<br />

questi giovani musicisti di oggi e di<br />

Antonello Venditti e Felicita Creta


domani<br />

La strada che hanno deciso di intraprendere,<br />

lo dico ovviamente per esperienza<br />

personale, è dura, bisogna saper dire molti<br />

no perché ciò che sembra più comodo<br />

oggi, diventa scomodo domani.<br />

Voglio dire loro, poi, di pensare che questa<br />

sia una passione, non un mestiere.<br />

Tante sono state le soddisfazioni che<br />

il mondo della musica le ha regalato.<br />

E’ felice di questa sua scelta<br />

In realtà io ero pronto per fare l’avvocato<br />

o il magistrato. Mi sono laureato e specializzato,<br />

ma poi ho deciso di seguire la mia<br />

passione e l’ho fatto assiduamente e<br />

rischiando, ma oggi ne sono felicissimo.<br />

Anche perché molti miei colleghi devono a<br />

me i “privilegi” che hanno oggi. Non<br />

sanno, infatti, che durante la mia carriera<br />

ho lottato contro le multinazionali per<br />

riscrivere daccapo i nostri contratti discografici,<br />

che ci penalizzavano moltissimo.<br />

Questo è stato possibile anche grazie alle<br />

mie conoscenze giuridiche. Sono stato un<br />

rivoluzionario ed ho fatto del bene nel<br />

mondo della musica. Oggi non mi sento<br />

più in grado di affrontare grandi battaglie,<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

anche perché i territori di scontro sono<br />

radicalmente cambiati, tutti vogliono<br />

crearsi un proprio impero sul quale esercitare<br />

il monopolio esclusivo e poter comandare.<br />

Ma affrontiamo un altro argomento,<br />

più leggerlo, se vogliamo, ma che le<br />

sta ugualmente molto a cuore: la<br />

Roma. Se dovesse vincere lo scudetto,<br />

ha già in mente un’altra mega<br />

festa<br />

Nella vittoria ci spero ancora, ma stavolta<br />

vorrei festeggiare l’eventuale scudetto per<br />

conto mio. Di feste al Circo Massimo non<br />

ne organizzerò più, anche perché sono<br />

sempre state le mie feste per la Roma, alle<br />

quali, poi, hanno preso parte anche i tifosi<br />

romanisti, ma non ho più questa voglia<br />

di rappresentarli.<br />

Un’ultima domanda. Cosa ci regalerà<br />

in futuro<br />

Sto preparando un nuovo album per il<br />

2011. Ho una squadra formidabile, composta<br />

da tanti musicisti diversi, di tutte le<br />

età e provenienti un po’ da tutta Italia e<br />

non solo, dato che le due giovani coriste<br />

sono di colore. Insieme ci divertiamo e<br />

soprattutto<br />

discutiamo sulla<br />

vita, traendo<br />

spunto per i<br />

brani che comporranno<br />

il<br />

nuovo disco.<br />

E poi, la sera, il<br />

grande concerto<br />

in piazza,<br />

Antonello Venditti ed Ermelinda Benedetti<br />

affollata da migliaia di fans provenienti da<br />

ogni dove e con l’antico castello a fare da<br />

sfondo. “Si accendono le luci qui sul<br />

palco”, tanto per citare la frase di una delle<br />

sue canzoni più popolari, che da circa trent’anni<br />

ha accompagnato e accompagna le<br />

notti “prima degli esami” di tanti ragazzi.<br />

Anche questa sera tutti l’hanno intonata,<br />

insieme a Ci vorrebbe un amico, Sara, In<br />

questo mondo di ladri, Come l’alta marea,<br />

Dalla pelle al cuore, Stella che cammini,<br />

dedicata ai suoi cari scomparsi, Roma<br />

capoccia…e tante altre.<br />

Un ringraziamento particolare va fatto a<br />

Danilo Mancini e alla mamma Felicita<br />

Creta, che grazie alla loro amicizia fraterna<br />

con Venditti, ci hanno dato la possibilità di<br />

realizzare questa bellissima intervista.<br />

Grazie anche al Comitato Festeggiamenti<br />

Classe 19<strong>70</strong> di Vasanello, che ha già passato<br />

il testimone alla classe 1971, per la<br />

disponibilità. Ad<br />

esso vanno anche i<br />

nostri migliori complimenti<br />

per l’organizzazione<br />

della<br />

festa, curata veramente<br />

nei minimi<br />

particolari.<br />

Ermelinda Benedetti<br />

5<br />

“Infiorata 2010 della Classe 1971”<br />

5 Giugno - L’infiorata di Vasanello si distingue per l’idea di fare<br />

del classico tappeto floreale un percorso simbolico vero e proprio,<br />

secondo il progetto proposto dal Prof. Giancarlo Tabacchi.<br />

Il tema scelto per quest’anno è quello della Sacra Sindone nell’anno<br />

della sua pubblica ostensione. Per tutto il percorso,<br />

lungo circa 1<strong>70</strong> metri, si<br />

susseguiranno tanti diversi<br />

disegni, tutti con un significato<br />

ben preciso, l’uno collegato<br />

all’altro. Si partirà<br />

dalla Morte fino ad arrivare<br />

alla Resurrezione di Gesù<br />

Cristo. Un intrigante spettacolo<br />

per la vista e per l’olfatto,<br />

al fianco di Gesù.<br />

Vasanello<br />

Tanti appuntamenti imperdibili<br />

Acchiappasogni: 11-12-13 Giugno<br />

Un tuffo nel passato per le vie del centro<br />

di Vasanello, grazie al gruppo degli<br />

acchiappasogni che si cimenteranno in<br />

antichi mestieri del passato, ormai<br />

desueti e spesso sconosciuti. Grazie ai<br />

loro abiti ed ai loro strumenti daranno<br />

un assaggio di come in passato si lavorava<br />

quotidianamente. Un appuntamento<br />

da non perdere!


6<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Al Teatro Manzoni di Roma con “Due scapoli e una donna”<br />

Patrizia Pellegrino<br />

“Nella mia vita non potrei fare a meno del teatro... perchè, senza, non<br />

sarei un personaggio dello spettacolo completo...”<br />

Ormai al Teatro Manzoni di Roma siamo<br />

di casa, e, come noi, lo è anche Patrizia<br />

Pellegrino che torna volentieri in ogni<br />

stagione.<br />

un po’ diversa dal solito…<br />

“Sophie, il mio personaggio,<br />

è una donna manager<br />

fidanzata con un colonnello<br />

dei Marines, piena di<br />

buoni principi e superamericanizzata<br />

dalla testa ai<br />

piedi, che detesta tutto ciò<br />

che è controtendenza con<br />

la civiltà americana che<br />

cerca di difendere a tutti i<br />

costi. Quando poi si trova<br />

a contatto con due uomini<br />

che dirigono un giornale<br />

contro l’America, e che<br />

ne racconta i vizi, si sente<br />

totalmente offesa e inizia<br />

un rapporto di odio con<br />

questi due, dapprima perchè<br />

si innamora di Norman<br />

non essendo ricambiata,<br />

e poi perché l’altro,<br />

Andy, la<br />

detesta, anche<br />

se con quest’ultimo<br />

nascerà una<br />

forte sintonia ed<br />

un sentimento<br />

più profondo.”<br />

Perché hai<br />

scelto proprio<br />

questo testo di Neil<br />

Simon <br />

“L’ho scelto perché mi piaceva,<br />

l’ho trovato gradevole, allegro,<br />

divertente e coi tempi molto stretti come<br />

piace a me; Ha ritmo e divertimento, la<br />

gente che viene a teatro si deve divertire.”<br />

nascosto alcune mie foto al concorso”Miss<br />

teenager” , un premio attitudinale sulla<br />

bravura e sulla bellezza. Mi sono diplomata<br />

in danza classica al San Carlo di Napoli<br />

ed ho partecipato alle selezioni di<br />

Favignana, dove ho vinto il premio showgirl.<br />

A 18 anni ho avuto successo con<br />

Corrado a Gran Canal e da allora in poi<br />

c’e’ stata la mia ascesa…”<br />

Onore e Guapparia (1981), Italian<br />

Boys (1982), Vacanze d’Estate (1985),<br />

Ferragosto Ok (film tv 1986), A cena<br />

col vampiro (1988) Tutti i sogni del<br />

mondo (miniserie 2003), Come le formiche<br />

(2007), Ti stramo (2008) sono<br />

alcuni dei film interpretati, mentre il<br />

debutto teatrale risale al 1989 con A che<br />

servono gli uomini (1989) con Ombretta<br />

Colli e Massimo Ghini. Poi tanto teatro con<br />

Gino Bramieri (1992) ed il ruolo di conduttrice<br />

nel 1993 con Sereno Variabile<br />

(1993-94).<br />

“<br />

Volevo<br />

diventare un<br />

avvocato, ma<br />

mia mamma mi<br />

ha stravolto la<br />

vita<br />

A volte sono i genitori<br />

ad ostacolare i giovani<br />

che si avvicinano allo<br />

spettacolo, invece nel<br />

tuo caso…<br />

“Io sono stata fortunata<br />

perché ho avuto un papà<br />

avvocato molto razionale,<br />

anche se inizialmente era<br />

un po’ contrario, ed una<br />

mamma che invece mi spingeva verso<br />

questo mondo. Litigavano tra di loro ed io<br />

facevo un po’ quello che mi pareva, ma<br />

alla fine credo di essere comunque riuscita<br />

a realizzare questo.<br />

“<br />

Insomma Patrizia, questa ormai è<br />

casa tua…!<br />

“Si, e credo sia bello avere come punto di<br />

riferimento un teatro e soprattutto Il<br />

Teatro; nella mia carriera non potrei farne<br />

a meno, non potrei vivere artisticamente<br />

senza avere uno sbocco come questo,<br />

insomma non sarei completa come personaggio<br />

di spettacolo perché secondo me il<br />

teatro è l’unico mezzo che ti fa migliorare<br />

e maturare, dando al tempo stesso la possibilità<br />

alla gente di vedere come sei in<br />

realtà creando quel rapporto di fiducia con<br />

il pubblico che è la mia base per essere<br />

felice.”<br />

“Due scapoli e una bionda” di Neil<br />

Simon ti vede interpretare una donna<br />

Quando sei entrata per<br />

la prima volta a contatto<br />

con il mondo<br />

dello spettacolo<br />

”Il mio primo vero debutto<br />

è stato a 16 anni con<br />

Luca De Filippo in<br />

Petrosinella, una favola<br />

tratta dal Pentamerone.<br />

Era una mini-fiction andata<br />

in onda su Rai uno. Ho<br />

fatto un provino e fui scelta.<br />

In quei tempi ero giovanissima,<br />

andavo al liceo<br />

e volevo diventare un<br />

avvocato, ma mia<br />

mamma mi ha stravolto<br />

la vita perche inviò di<br />

Pietro Genuardi, Patrizia Pellegrino e E. Coltorti


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 7<br />

Pietro Genuardi, R. Stocchi e Patrizia Pellegrino in<br />

“Due scapoli e una bionda”<br />

Ai giovani che sono attratti dallo<br />

spettacolo, che consiglio daresti<br />

“Fare tanta gavetta! Io, in realtà, ne ho<br />

fatta poca perchè ho raggiunto il successo<br />

troppo presto, direi anche sproporzionato,<br />

per la mia personalità ed il talento<br />

che non avevo, un periodo addirittura ero<br />

terza, sotto Adriano Celentano nella Hit<br />

Parade! Così dopo questo successo travolgente<br />

ho dovuto ricominciare tutto da<br />

capo e rifare la gavetta, che è stata durissima,<br />

alternando il teatro alla televisione.”<br />

Che ruolo ha avuto la famiglia nella<br />

tua vita<br />

“Senza la mia famiglia sarei una donna<br />

totalmente infelice. Sono una persona<br />

equilibrata grazie a loro perché mi danno<br />

questa gioia di vivere.<br />

Credo di aver fatto la cosa più<br />

bella nel mettere al mondo dei<br />

figli e la mia realizzazione di<br />

donna è arrivata grazie a loro.<br />

E, allo stesso tempo, se non<br />

avessi avuto un uomo accanto,<br />

forse, non sarei stata così felice e<br />

non sarei riuscita a far bene il<br />

mio lavoro.”<br />

E a noi, come a tutti i suoi fan,<br />

sembra che lo faccia molto<br />

bene... In bocca al lupo!<br />

Sandro Alessi<br />

Sandro Alessi e Patrizia Pellegrino


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 9<br />

CINEMA NEWS<br />

+ o – IL SESSO CONFUSO<br />

Un educativo documentario sull’AIDS<br />

di<br />

Maria Cristina<br />

Caponi<br />

L’esigenza di realizzare +<br />

o – il sesso confuso<br />

nasce dal desiderio di<br />

raccontare come la realtà<br />

italiana si sia, nel<br />

corso del tempo, interfacciata<br />

con l’esperienza<br />

dell’Aids. Il focus sul<br />

nostro paese non ha permesso,<br />

però, di esaminare<br />

questa malattia ad<br />

ampio raggio: in parole povere, ciò vuol<br />

dire tralasciare il resto dello scenario mondiale<br />

che ha dovuto fare i conti con simile<br />

pandemia. L’immediata volontà artistica<br />

dei due registi Andrea Adriatico e Giulio<br />

Maria Corbelli si palesa nel mettere in<br />

scena il proprio punto di vista, cosicché la<br />

narrazione acquisisca sin da subito il tono<br />

di un contatto diretto, sia con il recente<br />

passato, sia con il pensiero culturale forgiato<br />

dalla contemporaneità. La fotografa<br />

Nan Goldin una volta ha detto: «Se fosse<br />

possibile vorrei non avere alcuno strumento<br />

tra me e il momento di fotografare».<br />

Ecco, è facile rinvenire la traccia di un<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> è la<br />

miglior vetrina<br />

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tuoi affari.<br />

Contattaci:<br />

0761.513117.<br />

info@campode<strong>fiori</strong>.biz<br />

simile modo di affrontare la<br />

realtà anche in questi due<br />

autori. Per loro, l’esserci, il<br />

partecipare sono condizioni<br />

di effettiva presenza fisica<br />

posta di fronte all’occhio<br />

fagocitante della macchina<br />

da presa, ma prima ancora<br />

corrispondono a una condizione<br />

mentale: è innanzitutto<br />

indice di un valore concettuale,<br />

il segno di un<br />

coinvolgimento affettivo<br />

con la materia trattata.<br />

Insomma, in questa<br />

sorta di fusione<br />

arte/viva priva di censure,<br />

Adriatico e Corbelli<br />

sono costantemente partecipi e mai<br />

spettatori della loro opera. Per questo<br />

motivo, hanno cercato e voluto relegare ai<br />

titoli di testa qualsiasi intento didattico. In<br />

maniera anomala, eppur vincente, la qualità<br />

tecnico-formale-compositiva delle<br />

immagini è stata raggiunta posizionando<br />

una poltrona bianca e la persona di volta<br />

in volta intervistata in spazi di tutti i giorni,<br />

pubblici e privati, come possono essere<br />

un museo, un mercato rionale o - perché<br />

no - una concessionaria di auto e un call<br />

center. La poltrona di pelle chiara non è<br />

altro che la modulazione di una metafora,<br />

una nuova chiave d’interpretazione per<br />

indicare un virus che si trova dappertutto,<br />

senza che esista una direzione unica che<br />

permetta di rintracciarlo solo in determinati<br />

gruppi sociali, come quelli degli omosessuali<br />

o dei tossicodipendenti. Da parte<br />

loro, i vari interlocutori di + o – il sesso<br />

confuso sono, a tutti gli effetti, componenti<br />

di una soggettività rilevabile non solo nel<br />

mare magnum di parole sparate a raffica,<br />

ma all’interno dell’immagine stessa, comprensibile<br />

anche nel più piccolo gesto<br />

innescato dal riaffiorare subitaneo di un<br />

ricordo doloroso. «Bisogna tirare fuori i<br />

vissuti che ci sono dietro. Tutti avevano<br />

una gran voglia di raccontare la loro storia»<br />

ha affermato all’unisono la coppia di<br />

registi. La questione legata al carattere<br />

esperienziale che quest’opera può senza<br />

alcun dubbio vantare lo si vede nei volti -<br />

tutti accompagnati dai rispettivi nomi e<br />

cognomi - dei vari protagonisti, incuranti di<br />

ogni desiderio di riservatezza. Si tratta di<br />

medici, attivisti, gente legata al mondo<br />

dello spettacolo, oppure di chi ha vissuto il<br />

paradiso della trasgressione sessuale negli<br />

anni ’<strong>70</strong>, per poi piombare dritto dritto a<br />

vivere nell’inferno quotidiano dell’HIV negli<br />

anni ’80 e ’90. Tutti loro hanno un minimo<br />

comune denominatore: misurarsi con la<br />

nuova dimensione di una vita ristretta ai<br />

tempi dell’Aids, cosa che invece non viene<br />

fuori a seguito dell’indagine campione su<br />

una classe del liceo Galvani di Bologna.<br />

Oltre a lasciare senza parole qualsiasi<br />

spettatore, infatti, l’ignoranza di queste<br />

giovani “cavie” sedute sui banchi di scuola,<br />

è riconducibile a una certa erranza educativa,<br />

che, forse, non è stata in grado né<br />

di smantellare vecchi pregiudizi, né di<br />

instillare la necessità di redigere un perfetto<br />

vademecum per un sesso sicuro.<br />

Magari, se questo validissimo documentario<br />

venisse proiettato nelle scuole, la conoscenza<br />

cambierebbe la loro natura e il loro<br />

modo di agire.<br />

Indovina il<br />

personaggio<br />

misterioso<br />

I primi 3 che indovineranno<br />

dando comunicazione<br />

in redazione al<br />

numero di tel<br />

0761.513117, riceveranno<br />

un simpaticissimo premio offerto<br />

dalla cartoleria Gadgets di Corchiano.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 11<br />

Vedere con meno di un decimo...<br />

Esistono numerosi ausili per gli ipovedenti!<br />

Paolo Balzamo<br />

Responsabile<br />

Formazione<br />

ed Informazione<br />

Centri Ottici Lisi<br />

& Bartolomei<br />

www.lisi- bartolomei.com<br />

Pochi giorni fa, mentre<br />

parlavo con un signore<br />

che presentava gravi<br />

carenze visive, mi sono<br />

trovato, per l’ennesima<br />

volta, faccia a faccia con<br />

la disinformazione più<br />

totale nel campo della<br />

ipovisione. La disinformazione<br />

è per sua natura<br />

nociva, ma talvolta<br />

può addirittura essere<br />

fatale, in quanto molte<br />

persone ipovedenti (e<br />

sono molte più di quante<br />

si immagina!), non utilizzano<br />

le risorse e gli strumenti<br />

che la attuale tecnologia mette a<br />

disposizione di chi ha un minimo residuo<br />

visivo per farlo tornare a condurre una vita<br />

praticamente normale. Il fatto è che gli<br />

ausili per ipovedenti sono numerosi,<br />

sia ottici che elettronici, e scegliere<br />

quello più idoneo all’uso che se ne deve<br />

fare ed alla propria particolare esigenza<br />

visiva senza l’ausilio di una persona esperta,<br />

è come pretendere di girare in una città<br />

sconosciuta senza una guida.<br />

Gli ausili più comuni vanno dalle semplici<br />

lenti di ingrandimento, agli occhiali<br />

prismatici ingrandenti, dagli<br />

occhiali Kepleriani, ai sistemi telescopici,<br />

e questo solo per parlare<br />

degli ausili ottici.<br />

Passando poi agli ausili elettronici,<br />

abbiamo gli ingranditori tascabili, poco<br />

più grandi di un pacchetto di sigarette, ai<br />

supporti ingrandenti che consentono<br />

non solo di leggere, ma anche di scrivere;<br />

gli ingranditori da tavolo consentono<br />

di vedere sullo schermo da com-<br />

puter o da tv una porzione di testo ingrandita<br />

fino a far diventare una singola lettera<br />

grande quanto tutto lo schermo. Anche<br />

a scuola, gli studenti che soffrono di ipovisione<br />

possono fruire di un banco speciale,<br />

con un computer che riproduce, ingrandita,<br />

la lavagna o<br />

il libro di testo; La classica lente<br />

la navigazione d’ingrandimento<br />

in internet può<br />

essere tanto<br />

agevolata da<br />

permetterne la<br />

fruizione anche<br />

con un residuo<br />

visivo minimo: schermi maggiorati<br />

e programmi particolari<br />

permettono di ottimizzare<br />

dimensione, colori, luminosità<br />

e contrasto del testo per qualsiasi<br />

esigenza individuale.<br />

Che dire poi dei lettori automatici<br />

Non solo ci sono<br />

quelli che leggono i cosiddetti<br />

“libri parlati”, ormai disponibili<br />

con un numero enorme<br />

di titoli, ma anche quelli che si<br />

presentano come una semplice<br />

fotocopiatrice: si<br />

appoggia il testo (libro, giornale<br />

o rivista) e quello inizia a<br />

leggere tutto lo scritto, come<br />

farebbe una mamma o un<br />

amico. Per ognuno di questi<br />

strumenti esistono poi numerosi modelli<br />

e versioni, ognuno con caratteristiche<br />

diverse dagli altri, che ne rendono la fruizione<br />

più o meno adatta ad una persona<br />

piuttosto che ad un’altra. I costi poi, certo<br />

non economici, sono anzitutto al di sotto<br />

dell’utilità di questi strumenti, ma soprattutto<br />

spesso a carico del sistema sanitario<br />

nazionale. Eppure, nonostante il gran<br />

numero di persone che ne necessitano, la<br />

distribuzione di questi strumenti è ferma a<br />

numeri piuttosto esigui. Come mai Certo<br />

per una sorta di malinteso pudore, in forza<br />

del quale ci si vergogna della<br />

propria condizione di ipovedente,<br />

ma soprattutto per la<br />

disinformazione della quale<br />

parlavo all’inizio, ed inoltre,<br />

senza la guida adeguata, il<br />

giusto rimedio, anche se alla<br />

propria portata, non può essere<br />

raggiunto. Ed<br />

adesso, pensando<br />

a se stessi, o<br />

al genitore o al<br />

vecchio zio od<br />

anche al vicino di<br />

casa che non<br />

vede bene, perché<br />

non accompagnarlo,<br />

per<br />

una semplice e<br />

chiara consulenza<br />

presso uno dei<br />

centri Lisi &<br />

Bartolomei Un<br />

optometrista<br />

specializzato sarà<br />

a vostra disposizione<br />

per trovare<br />

la soluzione più<br />

idonea. Una semplice piccola buona azione<br />

potrebbe essere un regalo, a costo<br />

zero, che cambia la vita. Diceva sempre<br />

mio padre: “Chi ha comodità e non se ne<br />

serve, non trova confessore che l’assolve…”<br />

Hasta la vista!<br />

Un esempio<br />

di moderno ingranditore da tavcolo


12<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi<br />

Piazza di Castel Sant’Angelo, 11 settembre 1599<br />

La mattina dell’11<br />

settembre dell’anno<br />

1599, nella Piazza di<br />

Castel Sant’Angelo,<br />

gremita da una moltitudine<br />

di persone,<br />

avviene l’esecuzione<br />

di Beatrice Cenci, del<br />

fratello maggiore<br />

Giacomo e della<br />

di Riccardo Consoli matrigna Lucrezia<br />

Petroni. Beatrice è<br />

figlia del Conte Francesco Cenci, uomo<br />

violento e dissoluto e di Ersilia Santacroce;<br />

ha compiuto appena sette anni quando nel<br />

1584, morta la madre, insieme alla sorella<br />

maggiore Antonina è mandata presso le<br />

monache francescane del Monastero di<br />

Santa Croce a Montecitorio.<br />

A quindici anni rientra in famiglia dove è<br />

costretta a subire le angherie e le insidie<br />

del padre che, poco dopo sposa in seconde<br />

nozze, la vedova Lucrezia Petroni.<br />

Uomo violento processato per delitti infamanti,<br />

è condannato al versamento di<br />

somme rilevanti e, pur di non pagare la<br />

dote della figlia Beatrice, le impedisce di<br />

sposarsi segregandola, insieme con la<br />

matrigna Lucrezia, nella Rocca di Petrella<br />

Salto, un Castello nei pressi dell’Aquila,<br />

allora Regno di Napoli, di proprietà della<br />

famiglia Colonna.<br />

Poco dopo, anche Francesco, malato di<br />

rogna e di gotta, per fuggire alle richieste<br />

pressanti dei creditori, si ritira a Petrella<br />

portando con se i figli minori Bernardo e<br />

Paolo. Le condizioni di vita dei familiari<br />

peggiorano specie per le due donne; gli<br />

abusi diventano insopportabili, un padre<br />

scellerato, violento, non c’e giorno che non<br />

si sentono urla e lamenti fuoriuscire dalle<br />

mura della Rocca e, secondo la tradizione,<br />

persino incestuoso; in questo quadro da<br />

tragedia, Beatrice, esasperata da tanta<br />

violenza, decide di organizzare l’omicidio<br />

del padre d’accordo con la matrigna, i fratelli<br />

Giacomo e Bernardo, il castellano<br />

Olimpio Calvetti e il maniscalco Marzio da<br />

Fioran detto il Catalano. Stordito dall’oppio<br />

mescolato ad una bevanda, reperito da<br />

Giacomo, Francesco è assalito nel sonno, il<br />

Catalano gli spezza le gambe con un<br />

mattarello, Olimpio Calvetti lo finisce colpendolo<br />

al cranio ed alla gola con un grosso<br />

chiodo e un martello, quindi,<br />

per nascondere il delitto, i congiurati<br />

tentano di simulare una<br />

morte accidentale per caduta<br />

gettando il corpo dalla balaustra;<br />

il 9 settembre 1598 lo stesso<br />

viene trovato in un orto ai<br />

piedi della Rocca di Petrella<br />

Salto. Dopo le esequie il Conte<br />

Francesco è sepolto in tutta<br />

fretta nella locale chiesa di<br />

Santa Maria, i familiari, che non hanno<br />

partecipato alle cerimonia funebre, lasciano<br />

la Rocca per fare ritorno a Roma nella<br />

dimora di famiglia, ossia a Palazzo Cenci,<br />

un edificio sorto molto probabilmente sui<br />

ruderi del Circo Flaminio in prossimità di<br />

Piazza delle Cinque Scòle al confine con il<br />

Ghetto. Gli edifici attorno a Palazzo Cenci<br />

furono realizzati nel corso dei secoli, probabilmente<br />

a seguito delle lotte medioevali<br />

tanto che, già nel trecento, la famiglia è<br />

quì segnalata con una Torre, il Palazzo<br />

però assume lo stato attuale tra il 15<strong>70</strong> e<br />

il 1585, costituendo una sorta di Castello<br />

rispetto al complesso di abitazioni, chiese,<br />

archi e torri circostanti.<br />

La parte posteriore di Palazzo Cenci è da<br />

sempre considerata la più importante e la<br />

più caratteristica, probabilmente perchè la<br />

leggenda vuole che Beatrice abbia dimorato<br />

proprio su questo lato costituito, in realtà,<br />

da due edifici con ingresso sormontato<br />

da una graziosa loggia con capitelli ionici e<br />

conchiglie e finestra incorniciata con stucchi<br />

settecenteschi, al terzo piano un fregio<br />

con le mezzelune dei Cenci e le aquile dei<br />

Lante, in ricordo del matrimonio di<br />

Ludovico Cenci con Laura Lante celebrato<br />

nel 1575. Il c.d. Arco de’ Cenci incorporato<br />

nel Palazzo è tristemente famoso poichè<br />

legato ad una storia di sangue, sotto questo<br />

Arco, infatti, insisteva una Sacra<br />

Immagine della Vergine dinanzi alla quale<br />

due uomini vennero ai coltelli; la storia<br />

racconta che uno di essi, vistosi perduto,<br />

implorò l’altro di non ucciderlo e, questi,<br />

toccato dall’invocazione, gettò il coltello e<br />

tentò di abbracciare l’avversario, il quale lo<br />

accoltellò; la Vergine, di fronte a tanta<br />

malvagità, iniziò a piangere e quel luogo,<br />

diffusasi la notizia, divenne meta di pellegrinaggio<br />

da ogni parte della città tanto<br />

che la Sacra Immagine dovette essere trasportata<br />

nella vicina chiesa di San<br />

Salvatore de Caccaberis, che da allora<br />

divenne Santa Maria del Pianto.<br />

Ma torniamo all’omicidio di Francesco<br />

Cenci; inizialmente non fu svolta alcuna<br />

indagine, ma alcune voci e taluni sospetti,<br />

alimentati anche dalla fama sinistra del<br />

Conte, indussero le autorità ad indagare,<br />

due le prime inchieste, una voluta dal feudatario<br />

di Petrella Salto il Duca Marzio<br />

Colonna, l’altra ordinata dal Viceré del<br />

Regno di Napoli Don Enrico di Gusman,<br />

Conte di Olivares, quindi, volle intervenire


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 13<br />

nella vicenda lo stesso Pontefice Clemente<br />

VIII, Ippolito Aldobrandini, 1592 – 1605.<br />

La salma fu riesumata, le ferite furono<br />

attentamente esaminate da un medico e<br />

due chirurghi che conclusero escludendo<br />

la caduta come possibile causa delle lesioni,<br />

fu anche interrogata la lavandaia alla<br />

quale Beatrice aveva chiesto di lavare delle<br />

lenzuola intrise di sangue dicendole che le<br />

macchie erano dovute alle sue mestruazioni<br />

ma la giustificazione, dichiarò la<br />

donna, non le sembrò verosimile e insospettì<br />

anche gli inquirenti.<br />

I congiurati furono scoperti ed imprigionati,<br />

Olimpio Calvetti rivelò il complotto,<br />

Marzio da Fioran, sottoposto a tortura confessò,<br />

Giacomo e Bernardo confessarono<br />

anch’essi, inizialmente Beatrice negò ostinatamente<br />

ogni coinvolgimento, ma la tortura<br />

vinse ogni resistenza e finì per<br />

ammettere il delitto.<br />

Il conseguente processo fu affidato al giudice<br />

Ulisse Moscato ed ebbe un grande<br />

seguito pubblico, in dibattimento si affrontarono<br />

due tra i più grandi avvocati dell’epoca<br />

segnatamente Pompeo Molella per<br />

l’accusa e Prospero Farinacci per la difesa,<br />

(la fama duratura di questo caso fece sì<br />

che per alcuni secoli dopo l’evento il suo<br />

nome comparisse nei numerosi manoscritti<br />

dedicati al processo e in molti altri<br />

romanzi ottocenteschi).<br />

Allo scopo di alleggerire la posizione della<br />

giovane, Farinacci accusò il Conte<br />

Francesco di aver stuprato la figlia, ma<br />

Beatrice nelle sue deposizioni non volle<br />

mai confermare questo particolare, alla<br />

fine prevalse l’accusa e gli imputati vennero<br />

tutti giudicati colpevoli e condannati a<br />

morte. Il processo fu giudicato una farsa,<br />

le circostanze attenuanti non furono tenute<br />

in alcuna considerazione e quell’orribile<br />

uomo del Conte Francesco venne fatto<br />

passare come persona in odore di santità,<br />

il popolo mormorò, non a torto, che<br />

Clemente VIII mirasse più alle ricchezze<br />

dei Cenci che alla giustizia.<br />

L‘11 settembre 1599 vene eseguita la condanna<br />

a morte per tre degli accusati,<br />

Bernardo, del tutto innocente, venne tradotto<br />

nelle prigioni del Carcere Mamertino,<br />

Giacomo morì in seguito alle torture,<br />

Lucrezia e Beatrice vennero decapitate;<br />

Bernardo, pur non avendo partecipato<br />

attivamente all’omicidio, era stato anch’esso<br />

condannato per non aver denunciato il<br />

complotto ma, per la sua giovane età,<br />

ebbe risparmiata la vita essendo obbligato<br />

ad assistere all’esecuzione dei congiunti.<br />

Tra i presenti anche Caravaggio con i pittori<br />

Orazio e Artemisia Gentileschi, la giornata<br />

molto afosa e la calca provocarono la<br />

morte di alcuni spettatori; la decapitazione<br />

delle due donne fu eseguita con la spada,<br />

la prima ad essere uccisa fu Lucrezia,<br />

seguì poi Beatrice ed infine Giacomo.<br />

Il corpo della giovanissima Beatrice Cenci,<br />

come lei stessa aveva richiesto prima di<br />

morire, fu sepolto in un loculo davanti<br />

all’altare maggiore di San Pietro in<br />

Montorio, sotto una lapide priva di nome,<br />

secondo la norma prevista per i giustiziati.<br />

La leggenda vuole che, quando la notizia<br />

dell’esecuzione giunse a Clemente VIII,<br />

questi dicesse: “Giustizia è fatta!“; subito<br />

dopo le proprietà della famiglia Cenci furono<br />

confiscate dalla Camera Apostolica e<br />

vendute all’asta, la maggior parte dei beni,<br />

tra i quali la grande tenuta di Torrenova,<br />

settemila ettari ed un Castello nell’Agro<br />

Romano, fu acquistata da Gian Francesco<br />

Aldobrandini, nipote dello stesso<br />

Clemente VIII.<br />

Nel 1798,<br />

durante la<br />

Prima Repubblica<br />

Romana,<br />

i soldati francesi,<br />

che avevano<br />

occupato<br />

la città al<br />

comando del<br />

generale<br />

Berthier, si<br />

abbandonarono<br />

a razzie e<br />

requisizioni, anche le tombe furono violate<br />

e, stando alla testimonianza del pittore<br />

Vincenzo Camuccini, che assistette all’episodio<br />

mentre lavorava al restauro della<br />

Trasfigurazione di Raffaello, alcuni soldati,<br />

entrati nella chiesa di San Pietro in<br />

Montorio, iniziarono a spaccare le lastre<br />

dei sepolcri poste sul pavimento, uno di<br />

loro aprì la cassa di Beatrice e s’impossessò<br />

del vassoio d’argento sul quale era<br />

stata deposta la testa della giovane.<br />

Le vicende della famiglia Cenci, e di<br />

Beatrice in particolare, non potevano non<br />

suscitare interesse, sentimenti di partecipazione<br />

sincera e commozione, ma anche<br />

curiosità morbosa, sia tra gli strati popolari<br />

sia tra gli artisti, gli ingredienti c’erano<br />

tutti: la bellezza e giovinezza di Beatrice, il<br />

cupo ambiente familiare, le passioni torbide<br />

del padre, l’incesto, la vendetta dei fratelli,<br />

l’espiazione e il supplizio finale.<br />

Per tali motivi alcuni artisti trovarono<br />

numerosi elementi di ispirazione per le<br />

loro opere, infatti, un presunto ritratto di<br />

Beatrice, attribuito a Guido Reni o ai suoi<br />

allievi è conservato presso la Galleria<br />

Nazionale d’Arte Antica di Palazzo<br />

Barberini,<br />

Stando a una leggenda popolare, nei dintorni<br />

di Palazzo Cenci è possibile incontrare<br />

il fantasma di Beatrice quando la giovane<br />

ritorna in quei luoghi per visitare le<br />

antiche stanze del Palazzo, oppure la sera<br />

dell’11 settembre, anniversario della sua<br />

decapitazione, la si può vedere passeggiare<br />

su Ponte Sant’Angelo con la testa sotto<br />

il braccio.<br />

A “ Li spiriti” che infestano una casa dove<br />

è avvenuto un orribile fatto di sangue fa<br />

riferimento il sonetto composto da<br />

Giuseppe Giochino Belli il 16 novembre<br />

1832, il Poeta di Roma si riferisce all’epoca<br />

di Beatrice Cenci conosciuta dal popolo<br />

romano come la Bella Cenci:<br />

Dio sia con noi! Lo vedi, eh Cquer casino<br />

/ co le finestre tutte svetriate / Llì, a<br />

ttempi de la Cenci, un pellegrino / de nottetempo<br />

ciammazzò un abbate.<br />

D’allor’impoi, a ssett’ora sonate, / ce se<br />

vede ggirà ssempre un lumino, / eppoi se<br />

sente un strillo fino fino, / e un rumor de<br />

catene strascinate.<br />

S’aricconta che un’anno uno sce vorze /<br />

passà una notte pe scoprì ccos’era: / che<br />

ccredi In capo a ssette ggiorni morze.<br />

Fatt’è cche cquanno ho da passà de sera /<br />

da sto loco che cquà, pperdo le forze, / e<br />

mme ffaccio ppiù bbianco de la scera.


14<br />

Il diritto si adegua ai<br />

tempi ed anche<br />

Facebook diventa<br />

una potenziale fonte<br />

di responsabilità civile.<br />

Nato nel 2004, dall’idea<br />

di uno studente<br />

universitario americano,<br />

e con lo scopo di<br />

mantenere i contatti<br />

tra colleghi di università<br />

e scuole superiori di tutto il mondo,<br />

già dal 2006 ha assunto i connotati di<br />

una vera e propria rete sociale, destinata<br />

a coinvolgere in modo trasversale un<br />

numero indeterminato di utenti.<br />

Con il suo crescente successo, ed il conseguente<br />

moltiplicarsi degli utenti iscritti,<br />

arrivano anche le prime sentenze che<br />

hanno come sfondo e location questo noto<br />

social network.<br />

È del 3 marzo scorso la sentenza<br />

emessa dal Tribunale di Monza, con<br />

la quale una ragazza ha ottenuto la<br />

somma di euro 15.000, a titolo di<br />

danno morale soggettivo, per essere stata<br />

platealmente lesa - a mezzo Facebook<br />

appunto - nella reputazione, onore e decoro<br />

dal suo ex-fidanzato.<br />

Quest’ultimo, infatti, commentava in<br />

maniera diffamatoria una foto della giovane<br />

“postata” sul social network, facendo<br />

inopportunamente riferimento ai difetti<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

FACEBOOK E LA RESPONSABILITA’ CIVILE<br />

Risarcita una giovane ragazza per essere stata<br />

offesa pubblicamente dall’ex-fidanzato sul noto social network<br />

dell’Avv. Ilaria<br />

Becchetti<br />

fisici (quali lo strabismo) e alle preferenze<br />

sessuali della ex.<br />

La ragazza, vistasi lesa nei propri diritti<br />

costituzionalmente garantiti, adiva il<br />

Tribunale competente per ottenere la condanna<br />

dell’ex fidanzato al risarcimento del<br />

danno morale subìto quale diretta lesione<br />

alla reputazione, all’onore onore e al<br />

decoro.<br />

La sua domanda ha trovato pieno<br />

accoglimento nella sentenza richiamata,<br />

visto l’indubbio carattere pubblico<br />

delle offese arrecate e delle conseguenti<br />

sofferenze inferte.<br />

www.campode<strong>fiori</strong>.biz<br />

Attenzione,<br />

dunque, a ciò<br />

che si pubblica<br />

e si scrive su<br />

Facebook.<br />

Come giustamente<br />

afferma il<br />

Tribunale di<br />

Monza, “coloro<br />

che decidono di<br />

diventare utenti di<br />

Facebook sono<br />

ben consc,i non<br />

solo delle grandi<br />

possibilità relazionali<br />

offerte dal<br />

sito, ma anche<br />

delle potenziali<br />

esondazioni dei<br />

contenuti che vi<br />

inseriscono: rischio in una certa misura<br />

indubbiamente accettato e consapevolmente<br />

vissuto”.<br />

Il Giudicante ritiene, infatti, che, da<br />

parte degli utenti, vi sia una consapevole<br />

accettazione dei conseguenti<br />

rischi di una non corretta utilizzazione<br />

di Facebook.<br />

Per questo, ha concluso per l’affermazione<br />

della civile responsabilità del ragazzo, in<br />

relazione ai pregiudizi arrecati alla exfidanzata<br />

dai messaggi diffamatori.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 15<br />

Cucina: da dove iniziare<br />

Noi e il cibo: un legame di gusto, un legame di vita<br />

Ciò che risiede nel<br />

vasto dominio<br />

della cucina e<br />

della gastronomia<br />

è l’insieme delle<br />

percezioni che il<br />

cibo fa scaturire<br />

mentre lo assaporiamo,<br />

ma anche<br />

quando si inizia a<br />

di Caludia Mancini<br />

pensare cosa preparare,<br />

quando si scelgono gli ingredienti<br />

e quando lo si cucina. Ebbene sì, perché<br />

da sempre il nutrimento è il primo e il primordiale<br />

gesto di dedizione umana, lo<br />

strumento attraverso il quale ci si prende<br />

cura delle persone amate alimentando il<br />

legame e creando, così, un vincolo. Basti<br />

pensare all’allattamento materno, altro<br />

non è che una forma di contatto fisico<br />

mediante il quale il neonato suggella il<br />

legame indissolubile con la madre, il gesto<br />

con cui la donna continua a tenere in vita<br />

un cordone sentimentale e vitale: si soddisfano<br />

così sia il bisogno di nutrimento, sia<br />

la crescita fisica ed emozionale di entrambe<br />

gli individui.<br />

Il legame che si determina, spesso e<br />

volentieri, rimane nella memoria di ciascuno,<br />

perchè legato a sensazioni tattili, olfattive<br />

e gustative. La percezione di una sensazione,<br />

però, muta nel tempo; così,<br />

sovente, ci si ritrova a mangiare una pietanza<br />

cucinata secondo una ricetta nota e<br />

a rimanere delusi perché non aderente al<br />

sapore incamerato nella memoria.<br />

Questo mio primo articolo nel mondo del<br />

cibo e del vino vuole essere uno spunto di<br />

riflessione proprio su questo aspetto. Cosa<br />

ci fa percepire un sapore, un gusto, un<br />

profumo che dovrebbe essere familiare e<br />

acquisito nel tempo in maniera diversa e<br />

cangiante Perché quando portiamo un<br />

boccone alla bocca non ci stiamo solo<br />

nutrendo, ma stiamo attingendo a quel<br />

bagaglio mnemonico di sensazioni organolettiche<br />

che attribuiscono a quel determinato<br />

cibo una localizzazione nello spazio e<br />

nel tempo; lo associamo a un evento, a un<br />

particolare momento, lo leghiamo a un<br />

preciso ricordo. La corrente filosofica del<br />

sensismo, di cui Condillac è stato un<br />

esponente, sosteneva che solo attraverso<br />

i sensi un oggetto è dato come<br />

immediatamente certo; il sensibile, ciò<br />

che percepiamo attraverso i sensi, non<br />

avrebbe bisogno di dimostrazione in<br />

quanto<br />

costringerebbe<br />

subito a<br />

riconoscerne<br />

la sua stessa<br />

essenza. In<br />

questa visione<br />

l’amore, la<br />

fame, le pas-<br />

ci<br />

sioni sarebbero<br />

la dimostrazione<br />

dell’esistenza<br />

di qualcosa che ci anima e ci<br />

spingerebbe a prediligerle, o ad evitarle,<br />

in quanto, solo ciò che è piacevole o<br />

doloroso sarebbe in grado di alterare e<br />

modificare lo stato dell’uomo, mettendo<br />

in evidenza l’esistenza o la mancanza<br />

di un insieme di percezioni sensoriali<br />

che, alla lunga, confluirebbero nell’anima<br />

stessa.<br />

Senza voler scendere troppo in dettagli<br />

filosofici, né addentrarmi nei meandri in<br />

cui tale discussione potrebbe scivolare,<br />

mi limito a suggerire una riflessione per<br />

la prossima volta che mangerete qualcosa<br />

di cui siete certi di conoscere il<br />

profumo, la consistenza e il sapore. E’<br />

esattamente come lo ricordavate<br />

Ciambellone<br />

Il sapore semplice di un gesto antico: la colazione.<br />

Una prima ricetta facile e veloce che<br />

esce dalla memoria delle mattine davanti a una<br />

tazza di latte, dai pomeriggi passati a fare i<br />

compiti seduti al tavolo della cucina.<br />

4 uova<br />

250 gr di zucchero semolato<br />

300 gr di farina<br />

1 bicchiere di olio (personalmente<br />

uso quello di mais)<br />

½ bicchiere di latte intero<br />

1 bustina di lievito in polvere<br />

1 limone<br />

1 pizzico di sale fino<br />

PREPARAZIONE. Preriscaldare il<br />

forno a 180°C. Versare le uova in un<br />

recipiente capiente e romperle con una forchetta;<br />

aggiungere lo zucchero e la scorza grattugiata<br />

del limone. Montare il composto con<br />

una frusta, elettrica o a mano, fino ad avere<br />

una consistenza omogenea. Continuando a<br />

lavorare versare l’olio, il latte e un pizzico di<br />

sale. A parte miscelare la farina con il lievito e<br />

setacciarla nel composto precedentemente<br />

ottenuto e amalgamare il tutto con un paletta,<br />

con movimenti dal basso verso l’alto. Versare il<br />

composto in uno stampo da ciambellone e cuocere<br />

nel forno caldo per 45/50 minuti; trascorso<br />

questo tempo testare la cottura con uno<br />

stuzzicadenti, se estraendolo esce ancora<br />

umido proseguire per altri 10 minuti. Lasciar<br />

raffreddare su una grata e conservare<br />

coperto con pellicola alimentare.


16 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

di Carlo Cattani<br />

Peppe Barra<br />

nato, pasciuto e cresciuto sul palcoscenico !<br />

66 anni a breve ,Peppe Barra ,Romano<br />

“per caso “ alla nascita ma Napoletano di<br />

concepimento, d’anima e di residenza, nell’immaginario<br />

collettivo indimenticato<br />

componente della Nuova Compagnia di<br />

Canto Popolare della stagione più gloriosa,<br />

gli anni ’<strong>70</strong>, ha, ancora una volta,<br />

disfatto il suo voluminoso bagaglio d’artista<br />

a Roma, fermandosi in città per una<br />

serie di 4 concerti (8-11aprile) alle pendici<br />

del Gianicolo, nello spazio raccolto del<br />

Teatro Ghione (www.teatroghione.it ).<br />

La mia esperienza su Peppe Barra era<br />

ferma ai suoi dischi con la “N.C.C.P.”, formazione<br />

che attraverso una nutrita produzione<br />

discografica e un’attività concertistica<br />

transnazionale, a partire dal 19<strong>70</strong>,<br />

diffonde in Italia e nel Mondo la musica<br />

popolare della Campania, con soddisfazione<br />

di intenti culturali e di ritorno commerciale.<br />

Nei miei ricordi ho ben presenti<br />

le coinvolgenti apparizioni televisive della<br />

“N.C.C.P.” nell’era del bianco / nero della<br />

Rai (nda: nutrita serie di video visionabili<br />

su YouTube) dove, “armati” di tammorre-chitarre<br />

battenti–castagnette –fisarmoniche<br />

-puti pù, Peppe & compagnia facevano<br />

“nu tiatro gruosso ” con le loro<br />

grandi voci! Dalla fine degli anni ’<strong>70</strong><br />

Barra è fuoriuscito da quella formazione<br />

per intraprendere una personale, brillante<br />

carriera di musicista e di attore con particolare<br />

riguardo per il teatro;anche il cinema<br />

ha, spesso, richiesto. L’arte di Peppe<br />

come, ad esempio, solo per dirne una, nel<br />

2002, con la caratterizzazione del personaggio<br />

del Grillo Parlante nella versione<br />

cinematografica di Pinocchio girata da<br />

Benigni .<br />

Un percorso artistico ,quello di Peppe,<br />

che per molti anni incrocerà con quello<br />

della mamma, la grande Concetta Barra,<br />

scomparsa nei primi anni ’90, portando la<br />

ditta “Peppe & Barra” (così fu ribattezzato<br />

il sodalizio artistico tra madre e figlio) a<br />

realizzare diversi apprezzati dischi e pieces<br />

teatrali. Tra le altre cose Barra vanta una<br />

nutrita serie di collaborazioni in opere<br />

discografiche di altri artisti, anche emergenti,<br />

come la band dei “Letti Sfatti“ ( lettisfatti.com<br />

) prodotta da Patrizio<br />

Trampetti<br />

(www.masar.it/artists/patrizio_trampetti.htm<br />

), musicista Napoletano di lungo<br />

corso, già nella formazione storica di<br />

NCCP con Barra e in tanti altri progetti<br />

..…. Bennato dei dischi mitici …. (Patrizio<br />

è l’autore dei testi di “Un giorno credi” e<br />

“Feste di piazza”…può bastare ) tanto<br />

per fare un esempio: nel cd “Come <strong>fiori</strong><br />

tra i marciapiedi e l’asfalto” dei “Letti<br />

Sfatti “, Peppe interpreta il brano “ ‘A vita<br />

do musicista”. E, così, sapere di Peppe<br />

disponibile praticamente sotto casa…..<br />

mi ha folgorato!<br />

Ho assistito al primo dei quattro concerti:<br />

un pubblico eterogeneo e la sala gremita<br />

confermano che l’arte di Peppe è ben<br />

diffusa e apprezzata; non poteva essere<br />

diversamente per un artista che conosce<br />

il palco ….da sempre! La sala si fa buia e<br />

il sipario si alza: le prime luci dello spettacolo<br />

spuntano e si irradiano sul gruppo<br />

dei 5 musicisti che, pressochè stabilmente,<br />

accompagna Barra da molti anni<br />

nei suoi concerti .<br />

Il suono in crescendo di un arpeggio di<br />

chitarra (quasi mi ricorda le atmosfere<br />

ipnotiche create da un sitar) introduce<br />

“Jesce o sole”, un’antichissima filastrocca,<br />

accertata come la prima canzone del<br />

repertorio classico partenopeo, addirittura<br />

riconducibile al 1200: il protagonista della<br />

serata, Peppe Barra, entra in scena, vestito<br />

con abito comodo colorato (che alternerà<br />

con uno bianco nel corso dello show)<br />

Peppe Barra<br />

e il suo immancabile copricapo, raggiunge<br />

il microfono piantato al centro del palcoscenico<br />

ed intona, a mò di cantilena, i<br />

versi dell’antica composizione che, spiegherà,<br />

al termine del brano, è da intendere<br />

come un augurio per il “buon andamento<br />

delle cose” . E che le cose andranno<br />

bene è già ben chiaro a tutti: Peppe<br />

c’è (!) già dalle prime battute rivolte al<br />

pubblico, il suo brio e l’ umiltà del grande<br />

artista procederanno di pari passo con la<br />

qualità del repertorio proposto. La scena è<br />

austera e al pubblico ben risalta la grande<br />

concentrazione profusa da tutti i musicisti,<br />

non solo esecutori ma realmente<br />

partecipi delle emozioni del “capo<br />

banda”. Un concerto di Barra è alternanza<br />

Peppe Barra e NCCP


Pepppe Barra è il grillo parlante nel<br />

Pinocchio di Benigni<br />

di musica e recitazione: dal suo baule<br />

“Peppe o’artista” pesca azzeccate, emozionanti,<br />

vigorose proprie rielaborazioni<br />

di brani dal repertorio della canzone popolare<br />

Napoletana e del canzoniere Italiano<br />

della prima metà del 900 (“ Profumi &<br />

Balocchi”: solo lo straziante grido di<br />

“Maaammaaa, mormora la bambina…”<br />

vale il costo del biglietto!) passando per la<br />

proposta di alcuni brani dal suo più recente,<br />

bellissimo e consigliato per l’acquisto<br />

(!!!), album “N ‘attimo”, la melanconica<br />

”Piccirè “ e la rarefatta “ Sofrimento” con<br />

la band che sottende in coro al testo cantato<br />

e recitato di Barra.<br />

Ma la serata ci offre anche brani recitati<br />

con citazioni da “L’inferno della poesia<br />

napoletana”, è il caso de ““Idillio ‘e merda-<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

a cacata nnammurata “…. un componimento<br />

con protagonista … la cacca… che<br />

parla d’amore, e dal “Pentamerone” , una<br />

raccolta di 50 favole in dialetto napoletano<br />

della prima metà del 1600, scritte da<br />

Gian Battista Basile dove ne trae il racconto<br />

de “Le vecchie vergini”, oltre 15<br />

minuti di un Barra teatrale , multifacciale,<br />

intento ad animare le conversazioni in<br />

dialetto napoletano di due vecchie “brutte<br />

ma brutte assaje” che tentano di raggirare<br />

un giovane principe “da moglie”<br />

…con finale scoppiettante!<br />

Lo spettacolo, così farcito, volge al termine,<br />

Barra non si risparmia e divertito dalla<br />

serata e grato dell’accoglienza riservatagli<br />

trascina una sedia e si siede al centro del<br />

palco con nei palmi delle mani le “castagnette”<br />

(nda: strumento simile alle nacchere)<br />

e, dopo una breve introduzione, inizia<br />

a battere il tempo per la<br />

“Tammurriata nera” preceduta da<br />

“Guerra” componimento funzionale<br />

a creare un’atmosfera tesa con<br />

tanto di effetti simil sirene di avviso<br />

di bombardamenti imminenti.<br />

Il pubblico è trascinato dalla<br />

“Tammuriata” e alla sua conclusione<br />

credo che un desiderio alberghi<br />

in ognuno dei presenti: E<br />

Peppe non si fa attendere ritornando<br />

in scena per un paio di pezzi.<br />

17<br />

Uno spettacolo durato circa due ore, emozionante,<br />

senza sbavature, ritmato, ottimamente<br />

eseguito dai fidi “guaglioni di<br />

Peppe”: direi che il volto, la gestualità, le<br />

pose di Peppe arrivano alle nostre orecchie<br />

prima delle sue parole….. Peppe….<br />

PORTA UN BACIONE a Napoli ma … torna<br />

presto a Roma !!! GRANDE, GRANDE,<br />

GRANDE! (se volete vivere “da casa”,<br />

comodamente seduti nella vostra poltrona,<br />

l’esperienza di un concerto di Peppe Barra,<br />

potrebbe aiutarvi l’ascolto del cd “Peppe<br />

Barra in concerto–ed Marocco Music<br />

2003, con la presenza del grande violinista<br />

e compositore napoletano Lino<br />

Cannavacciulo (linocannavacciuolo.it), collaboratore<br />

in tanti lavori musicali e teatrali<br />

con Peppe Barra) .<br />

Peppe e Concetta Barra


18<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

A Fabrica di Roma (VT), premiati attori e registi provenienti da tutta Italia<br />

IV RASSEGNA NAZIONALE DI TEATRO<br />

“PREMIO ARCO D’ORO”<br />

Assegnato da <strong>Campo</strong> de’ Fiori il Premio Speciale della Stampa<br />

Da sx: Due membri della compagnia teatrale Faul di Viterbo che si è aggiudicata il<br />

Premio speciale della Stampa,Carlo Ciaffardini, il Direttore Artistico del Palarte di<br />

Fabrica di Roma, Ermelioda Benedetti, che ha consegnato il Premio per <strong>Campo</strong> de’<br />

<strong>fiori</strong> e il presentatore Claudio Ricci.<br />

Sabato 24 aprile al Teatro Palarte di<br />

Fabrica di Roma si è conclusa la IV edizione<br />

della Rassegna Nazionale di Teatro<br />

“Premio Arco d’Oro”. Alla presenza del<br />

Sindaco e delle autorità cittadine si è svolta<br />

quella che può essere definita una vera<br />

e propria serata degli “Oscar”. La cerimonia<br />

di premiazione, condotta dal simpaticissimo<br />

Claudio Ricci, spalleggiato dal<br />

direttore artistico, nonché ideatore della<br />

rassegna, Carlo Ciaffardini, ripresa da Rai<br />

3 e trasmessa al TGR regionale, è stata in<br />

realtà anche un gradevole spettacolo<br />

musicale. L’assegnazione dei vari premi,<br />

infatti, è stata intervallata da varie esibizioni:<br />

gli allievi dell’Istituto Musicale<br />

“Giacomo Carissimi” di Viterbo hanno eseguito<br />

una coinvolgente “pizzica”, eseguita<br />

con sole tamburelle. A seguire dieci giovani<br />

chitarristi dell’istituto viterbese hanno<br />

fatto ascoltare al pubblico due famosissimi<br />

brani. E’ stata poi la volta delle ballerine<br />

della Scuola Art Dance & Fitness di Fabrica<br />

di Roma, dirette dalla bravissima Giada<br />

Pancianeschi. Entusiasmo tra gli spettatori<br />

per Dario Guidi, il giovanissimo cantante<br />

fabrichese vincitore già di diversi concorsi<br />

per voci emergenti.<br />

Gli intermezzi<br />

musicali<br />

hanno avuto il<br />

loro momento<br />

magico quando<br />

il tenore Roberto<br />

Mattioni,<br />

accompagnato<br />

dalla fisarmonica<br />

di Cleo<br />

Galliani, ha eseguito<br />

delle bellissime<br />

canzoni<br />

sulle arie del<br />

“Tango”. I piacevoli<br />

pezzi<br />

musicali sono<br />

serviti anche a<br />

raffreddare la<br />

tensione palpabile tra le Compagnie finaliste,<br />

ansiose di conoscere i risultati della<br />

giuria nell’assegnazione dei premi, introdotti,<br />

di volta in volta, da due splendide<br />

vallette, che indossavano, per l’occasione,<br />

bellissimi abiti della boutique “Naif” di<br />

Fabrica di Roma. Sicuramente uno dei<br />

premi più importanti e significativi è stato<br />

il Premio Speciale della Stampa. La caporedattrice<br />

Ermelinda Benedetti, ha portato<br />

i saluti del Direttore Sandro Anselmi a tutto<br />

il pubblico fabrichese, che ha affettuosamente<br />

ricambiato con un lungo applauso,<br />

ed ha consegnato la targa attribuita<br />

da“<strong>Campo</strong> de’ Fiori” alla compagnia FAUL<br />

di Viterbo vincitrice del Premio con la commedia<br />

di E. De Filippo Chi è cchiù felice’e<br />

me! Le Compagnie Teatrali Riunite di<br />

Macerata con uno splendido Berretto a<br />

sonagli hanno vinto il Premio per la<br />

Migliore Regia, assegnato a Piergiorgio<br />

Pietroni (anche interprete nella parte di<br />

Ciampa). Alla compagnia G.A.D. di Pistoia<br />

è andato il Premio Miglior Attrice non<br />

Protagonista per Francesca Branchetti,<br />

nella parte di Irene Molloy in La sensale di<br />

matrimonio. Molto gradita la commedia<br />

Margarita e il gallo, portata in scena dalla<br />

Compagnia della Tresca di Bologna, che si<br />

è aggiudicata il Miglior Attore non<br />

Protagonista con Stefano Morettini e la<br />

Miglior Attrice con Viviana Piccolo nell’eclettica<br />

ed accattivante parte della serva<br />

Margarita. La palma del Miglior Attore se<br />

l’è aggiudicata il bravissimo e giovane<br />

Renato De Simone per la parte di<br />

Scemunillo in Fatto di Cronaca di Raffaele<br />

Viviani, allestito dalla compagnia Luna<br />

Nuova di Napoli. C’è stata poi l’assegnazione<br />

del Premio Speciale della Giuria alla<br />

Compagnia Del Sorriso di Ancona per un<br />

gradevolissimo L’uomo la Bestia e la Virtù.<br />

Per finire, accolto da una vera e propria<br />

ovazione, è salito sul palcoscenico Claudio<br />

Pesaresi , della Compagnia Al Castello di<br />

Foligno, splendido interprete e regista di<br />

un meraviglioso Cyrano de Bergerac che si<br />

è aggiudicato ben tre premi: il Miglior<br />

Allestimento, il Premio del Pubblico e la<br />

Migliore Rappresentazione. Insieme a<br />

Serena Orazi (Rossana) e Giuseppe Raponi<br />

(Cristiano), un commosso Pesaresi ha ricevuto<br />

dalle mani del Sindaco Giuseppe<br />

Palmegiani il prestigioso “Arco d’Oro”<br />

opera del pittore Ferdinando Sciarrini.<br />

Nei ringraziamenti finali, la Presidente<br />

della Pro-Loco Stefania Stefanucci ha<br />

ricordato che la rassegna fabrichese è<br />

ormai un punto di riferimento per gli<br />

appassionati di teatro dell’alto Lazio che<br />

ogni domenica riempiono i 430 posti del<br />

teatro Palarte. Il prestigio della Rassegna<br />

trova riscontro nell’alto numero di lavori<br />

iscritti al concorso (quest’anno 95) e dal<br />

risalto che RAI 3 ha voluto dare all’evento<br />

trasmettendo, domenica 25 aprile, un<br />

ampio servizio al TGR regionale, a testimonianza<br />

della notorietà e qualità della<br />

rassegna teatrale fabrichese. Siete tutti<br />

invitati, per la prossima stagione a partecipare,<br />

sia come spettatori, sia come protagonisti,<br />

se tra voi lettori c’è qualche attore<br />

o regista che vuol proporre la propria compagnia.<br />

Alcune foto di scena dello spettacolo Il Cyrano, che si è aggiudicato il<br />

“Premio Arco d’oro” per l’anno 2010


20<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Una “Fabrica” di ricordi<br />

Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma<br />

Angelo Giovagnoli<br />

Rincontrarsi dopo tanti<br />

anni con un amico e<br />

raccontare della passata<br />

giovinezza, è cosa<br />

bella e nostalgica e la<br />

memoria si spinge<br />

dentro i ricordi custoditi<br />

giù, nel fondo.<br />

di Sandro Anselmi E’ stato bello, così,<br />

ricordare con Angelo<br />

di quando, ragazzi, ci frequentavamo.<br />

Al di là della comune passione per la musica<br />

che lo ha portato, poi, a così alti livelli,<br />

c’era fra noi una sincera amicizia che ci<br />

faceva dividere giorni indimenticabili.<br />

Riconoscevo da lontano il rumore del suo<br />

“Bobo” Benelli arrancare sulla salita per<br />

arrivare a casa mia e le visite di Angelo<br />

erano frequenti perché lì avevamo una<br />

stanza dove facevamo le prove con il<br />

gruppo musicale.<br />

Allora ricordo Angelo al basso, nei veglioni<br />

degli anni ’60 al Cinema Smeraldo; alle<br />

tastiere, nella pista da ballo di Vasanello, e<br />

con il corno in una nostra memorabile esibizione<br />

a Roma, presso l’auditorium dell’istituto<br />

Gerini, sulla Tiburtina.<br />

Angelo arrangiò mirabilmente un brano<br />

degli Aphrodite’s Child, Marie Jolie, che a<br />

me piaceva tanto interpretare e, alla mia<br />

uscita sul palco, uscì dal pubblico giovane,<br />

smaliziato della città, forte una voce che<br />

scandì: “A ber morone… Via Sannio veste<br />

tutti!!!”. Ed infatti, per risparmiare, i banchi<br />

del famoso mercatino romano erano la<br />

nostra più esclusiva boutique.<br />

Quella frase rimase famosa, ed ancora<br />

oggi Angelo me la ripete prendendomi in<br />

giro.<br />

Indimenticabili le nostre passeggiate a<br />

Roma, quando di ritorno da Via dei Mille,<br />

dove cercavamo, nel negozio di dischi di<br />

Marignoli (nostro paesano), gli ultimi successi<br />

da riproporre nelle nostre serate,<br />

sostavamo da Trombetta a Via Marsala per<br />

consumare, con tanto gusto e molta fame,<br />

l’immancabile quadruccio di cioccolata.<br />

Ci recavamo spesso a Via Fabio Massimo,<br />

nel negozio Musicarte, dove sognavamo di<br />

poter comprare, un giorno, tutti gli strumenti<br />

desiderati, tanto che le facce della<br />

signora Vanda e del signor Nanni (i proprietari)<br />

e del magazziniere Abele, erano<br />

diventate familiari.<br />

Sono contento di pensare che Valerio,<br />

padre di Angelo, e già valente musicista,<br />

mi portasse ai saggi che il figlio<br />

teneva al conservatorio, avendomi,<br />

probabilmente, ritenuto uno<br />

dei suoi migliori amici.<br />

Valerio, che è stato la tromba<br />

solista della gloriosa orchestra<br />

Brazil negli anni ’50 e ’60, e<br />

diretto la Banda Raffaele Poleggi<br />

di Fabrica di Roma, ha indubbiamente<br />

trasmesso l’arte della<br />

musica ai suoi due figli Angelo e<br />

Renzo, ma Angelo è stato quello<br />

che gli ha dato maggiori soddisfazioni.<br />

Oggi la nostra storia di amicizia<br />

prosegue inossidabile e la carriera<br />

artistica di Angelo è degna<br />

delle “note” che seguono:<br />

Angelo Giovagnoli , nato a<br />

Fabrica di Roma, inizia a suonare<br />

la tromba a 6 anni sotto la guida<br />

di Giorgio Postiglione, Maestro<br />

della Banda; a 9 partecipa ad un<br />

concorso musicale per giovani<br />

esecutori e vince una borsa di<br />

studio della SIAE che gli permette<br />

di frequentare i Conservatori<br />

San Pietro a Majella di Napoli e<br />

Santa Cecilia in Roma.<br />

Giovanissimo si diploma in corno, sotto la<br />

guida dei maestri Antonio Marchi e<br />

Domenico Ceccarossi. Nel 1969, voluto dal<br />

Maestro Franco Ferrara, è primo corno nell’orchestra<br />

delle “Vacanze Musicali” a<br />

Venezia. Successivamente si trasferisce a<br />

Palermo dove rimane per due anni come<br />

primo corno dell’Orchestra del Teatro<br />

Massimo. Nel 1971 vince il concorso di<br />

primo corno dell’Orchestra del Teatro<br />

dell’Opera di Roma e fa parte del quintetto<br />

dei solisti del Teatro dell’Opera di Roma,<br />

con il quale ha suonato nelle più importanti<br />

sale da concerto italiane ed estere.<br />

Dal 1973 al 1977 è stato docente della cattedra<br />

di corno presso l’Istituto G. Briccialdi<br />

di Terni e, dal 1982 al 1985, in quella del<br />

Conservatorio di Santa Cecilia in Roma.<br />

Dal 19<strong>70</strong> inizia l’attività concertistica<br />

facendo parte del Gruppo di Rivalutazione<br />

Musicale con il quale esegue parte del<br />

repertorio solistico per corno e orchestra.<br />

E’ promotore e fondatore di realtà musicali<br />

come: il Gruppo Italiano di Ottoni,<br />

l’International Chamber Ensemble,<br />

l’Accademia Musicale Italiana- AMIT e il<br />

Quintetto Primavera di Digital Records.<br />

E’ socio dell’Unione Musicisti di Roma dal<br />

1973 al 1989. Il Maestro Franco Mannino<br />

gli dedica l’Adagio per Corno e Orchestra<br />

d’Archi, eseguendolo in prima assoluta al<br />

Teatro Sala Umberto di Roma per i concerti<br />

di Radio3.<br />

Dal 1990 al 1992 è stato Consulente<br />

Artistico del Sovrintendente del Teatro<br />

dell’Opera di Roma Gian Paolo Cresci, con<br />

il quale realizza produzioni di grande rilievo<br />

come il Concerto dei Tre Tenori a<br />

Caracalla e crea, all’interno dello stesso<br />

Teatro, il Media Departement, dove cura e<br />

valorizza lo storico archivio audio attraverso<br />

la rimasterizzazione di vecchie registrazioni,<br />

pubblicando dischi con la BMG, di<br />

valore storico culturale. Sempre nel 1990<br />

fa il coach musicale per gli attori del film<br />

“Rossini Rossini” con la regia di Mario<br />

Monicelli e, successivamente, coordinatore<br />

per la registrazione e la ripresa di<br />

Cavalleria Rusticana per il film “Il Padrinoparte<br />

terza” con la regia di Francis Ford<br />

Coppola. Dal 1992 al 1994, con il Gruppo<br />

Italiano di Ottoni, prende parte alla trasmissione<br />

della rai “Uno Mattina”. Nel 1995<br />

fa di nuovo il coach musicale per gli attori


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 21<br />

tato da Pietro Pignatelli, scritto e diretto da<br />

Angelo Ruta. Nel 2009 compone le musiche<br />

dello spettacolo teatrale “Vincent”<br />

interpretato da Angela di Matteo, Federica<br />

Natangelo, Pietro Pignatelli, scritto e diretto<br />

da Angelo Ruta. Nel 2009 scrive le<br />

musiche per “Quante storie”, due CD di<br />

filastrocche musicate per bambini.<br />

Dal 2008 a tutt’oggi è Tutor Fiati<br />

dell’Orchestra Giovanile Goffredo Petrassi.<br />

Dal 1995 ad oggi è stato parte integrante<br />

nei musical:<br />

- Facciamo l’amore (2009) orchestra coordinator<br />

G&G Production<br />

- Poveri ma belli (2008) orchestra contractor<br />

Teatro Sistina<br />

- Parlami di me (2007) orchestra coordinator<br />

Teatro Sistina<br />

- Il principe della gioventù (2007) orchestra<br />

coordinatori CTC<br />

- Vacanze romane (2004) music coordinator<br />

Teatro Sistina<br />

- I Dieci Comandamenti il Musical (2003)<br />

Line producer De Angelis Group<br />

- Aggiungi un posto a tavola IV edizione<br />

(2002) orchestra coordinator Teatro<br />

Sistina<br />

- I figli della lupa (2001) orchestra coordinator<br />

Teatro Sistina<br />

- Francesco Il Musical (2000) orchestra<br />

coordinator Promnibus<br />

- Rugantino IV edizione (1998) orchestra<br />

coordinator Teatro Sistina<br />

- West Side Story (1995) orchestra coordinator<br />

Compagnia dell’Arancia.<br />

del film “Croce e Delizia” per la regia di<br />

Luciano De Crescenzo. Nel 1995 è coach<br />

musicale di Nastassia Kinskj per il film “La<br />

bionda”, regia di Sergio Rubini. Nel 2000<br />

arrangia Silouans Song di Arvo Part e dirige<br />

l’orchestra Wien per la colonna sonora<br />

del film “I cento passi”, regia Marco Tullio<br />

Giordana.<br />

Nel 2000-2001 è Musica Advisor nel film<br />

“Gangs of New York”. Sempre nel 2001 è<br />

stato responsabile dei servizi musicali del<br />

Festival Verdiano di Parma, creando con il<br />

Direttore Artistico Bruno Cagli l’Orchestra<br />

del “Centenario Verdiano”.<br />

Nel 2002 cura il Festival di Solothurn in<br />

Svizzera, dove invita la Czech National<br />

Symphony Orchestra; nello stesso anno è<br />

direttore d’orchestra nella registrazione in<br />

studio di “Tosca” con la Philarmonica di<br />

Belgrado per il film di Giorgio Ferrara<br />

“Tosca e altre due”, cantata da Maria Pia<br />

Ionata, Alessandro Safina, Armando<br />

Ariostini, Ezio Di Cesare e Gian Paolo<br />

Fiocchi. E stato consulente musicale nel<br />

film “Callas forever” con la regia di Franco<br />

Zeffirelli. Da oltre 30 anni, opera nel settore<br />

delle colonne sonore da film come cornista<br />

e come organizzatore, ricevendo<br />

soddisfazioni: 8 David di Donatello con il<br />

Maestro Franco Piersanti, Riz Ortolani,<br />

Ennio Morricone e 2 Oscar con il Maestro<br />

L. Bacalov per il film “Il Postino” e “La vita<br />

è Bella” con il Maestro Nicola Piovani.<br />

Da Gennaio 2005 ha rilevato lo storico studio<br />

di registrazione SONIC con la società<br />

Digital Records srl, della quale è socio e<br />

responsabile artistico, organizzando orchestre<br />

per concerti, convention e colonne<br />

sonore da film a Roma e Praga.<br />

Negli anni è stato direttore d’orchestra per<br />

le colonne sonore dei film “Mathilde”,<br />

“Elisa di Rivombrosa 2”, “In un altro<br />

paese”, “Doc West”, “Il Falco e la Colomba”<br />

e del CD “Anno Zero Samarcanda”, musiche<br />

del Maestro Daniel Bacalov.<br />

Nel 2008 compone le musiche per lo spettacolo<br />

teatrale “Il poeta volante” interpre-<br />

Ha inciso per Fonit-Cetra, BMG,EMI,<br />

Frequenz, Cabum, CAM, Music Villane, e il<br />

CD di Tosca è edito dalla CAM. Ha collabora<br />

per le colonne sonore con i maestri:<br />

Ezio Bosso, Andrea Guerra, Ennio<br />

Morricone, Franco Piersanti, Luis Bacalov,<br />

Riz Ortolani, Armando Trovajoli, Nicola<br />

Piovani, Pino Donaggio, Paolo Buonvino,<br />

Bruno Moretti, Pivio e De Scalsi, Maurizio e<br />

Guido De Angelis, Carlo Siliotto, Andrea<br />

Pandolfo, Giovanni Bacalov, Andrea<br />

Morricone, Stelvio Cipriani, Maurizio Abeni,<br />

Arturo Annecchino, Antonio Di Pofi, Bruno<br />

Zambrini, Marco Tiso, Mario Raja, Tony<br />

Secchi, Germano Mazzocchetti, Piero<br />

Piccioni, Carlo Savina, Carmine Coppola,<br />

Paolo Silvestri, Pietro Freddi, Stefano<br />

Caprioli, Giuseppe Napoli, Lele Marchitelli,<br />

Luigi Seviroli, Renato Serio, Natale<br />

Massara, Gianfranco Plenizio, Tommaso<br />

Vittorini, Piero Pintucci, Dario Lucantoni,<br />

Pasquale Filastò, Alesso Vlad, Claudio<br />

Capponi, Stefano Arnaldi, Ludovico Fulci,<br />

Giancarlo Chiaramello, Gianni dell’Orso,<br />

Francesco De Masi, Lamberto Macchi,<br />

Manuel De Sica, Fabio Liberatori,<br />

Alessandro Molinari, Stefano Reali,<br />

Gianluca Podio, Benoit Jutras, Ruj<br />

Folguera, Bob Rose, Antonio Sinagra,<br />

Savio Riccardi, Lino Cannavacciuolo,<br />

Michele Fedigrotti, Pino Daniele, Francesco<br />

Cerasi, Guido Freddi, Giuliano Taviani,<br />

Nicola Tescari, Ludovico Einaudi.<br />

Angelo Giovagnoli durante la registrazione<br />

della colonna sonora del film “Il falco e la<br />

colomba”, con la Czech National Symphony<br />

Orchestra , musiche di Maurizio De Angelis


22 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Ecologia e Ambiente<br />

La marea di petrolio della Louisiana<br />

di Giovanni<br />

Francola<br />

La marea nera di<br />

petrolio fuoriuscita<br />

dalla piattaforma<br />

della British<br />

Petroleum nel Golfo<br />

del Messico, sta<br />

provocando non<br />

pochi disastri, arrivando<br />

a toccare le<br />

coste della<br />

Louisiana, si avrà<br />

una delle più grandi<br />

catastrofi ambientali..<br />

Sta per arrivare, per<br />

i forti venti, alla foce del fiume Mississipi,<br />

delineando così una minaccia per tutto il<br />

sistema palustre e di conseguenza danni<br />

enormi a tutta la riserva ittica.<br />

Si è chiesto l’intervento di 6000 soldati<br />

della Guardia Nazionale, per far fronte a<br />

questo drammatico incidente, il Presidente<br />

americano Barack Obama, ha dichiarato di<br />

mettere a disposizione anche il<br />

Dipartimento della Difesa, ciò è sufficiente<br />

per comprendere quale misura, questo<br />

danno ambientale, possa assumere nel<br />

corso del tempo. Nel mio libro pubblicato<br />

da Ennepilibri nel 2008 dal titolo “Il profitto<br />

e la Virtù” al capitolo (l’uso del petrolio<br />

e quanto versato in mare), citai di una<br />

catastrofe ecologica avvenuta nel 1989 al<br />

largo dell’Alaska, provocata dalla petroliera<br />

Exxon Valdes quando si riversarono in<br />

mare circa ben 11 milioni di galloni di<br />

petrolio, ebbene<br />

questa catastrofe<br />

della Louisiana si<br />

ipotizza sia simile<br />

per dimensione a<br />

questo avvenimento<br />

del passato,<br />

dove duemila<br />

chilometri di<br />

coste vennero<br />

contaminate, portando<br />

alla morte<br />

migliaia di uccelli<br />

e decine di balene.<br />

Ora il colosso<br />

Britannico BP, si<br />

sta assumendo la piena responsabilità<br />

della fuoriuscita di petrolio, ma ormai<br />

tutto l’habitat, i pescatori della Louisiana,<br />

la pesca dei gamberetti, la raccolta delle<br />

ostriche, granchi è compromesso, e tutti i<br />

pescherecci commerciali sono in ginocchio.<br />

Infatti l’industria ittica in questa parte del<br />

mondo fattura 2,4 miliardi di euro all’anno<br />

e, intanto, la gente del luogo afferma di<br />

sentire l’odore di petrolio fino a New<br />

Orleans.<br />

Certo è che la Casa Bianca ha sospeso<br />

tutte le nuove trivellazioni fino a quando<br />

non termineranno le indagini sul disastro<br />

nel Golfo del Messico, per capire se quanto<br />

è accaduto è stato una cosa unica e<br />

imprevedibile.<br />

A mio modesto avviso, al di là di queste<br />

sospensioni e indagini, questo ulteriore<br />

disastro, inciderà negativamente su tutto<br />

l’ambiente e su intere economie, quindi è<br />

indispensabile ridisegnare per intero i<br />

nostri stili di vita, che da troppo tempo<br />

ormai hanno condotto l’intera umanità ad<br />

una dipendenza dal petrolio senza via di<br />

uscita.<br />

Ora, come mai, occorre un impegno planetario<br />

per mettere fine a queste logiche<br />

di profitto aberranti e distruttive, c’è tutta<br />

la tecnologia sufficiente per farlo.<br />

Sarà indispensabile fare massa, creare un<br />

nuovo pensiero e, soprattutto, essere più<br />

consapevoli di dove stiamo andando con i<br />

nostri comportamenti.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 23<br />

Come eravamo<br />

AH ! HO CAPITO, E’ QUELLO CHE CHIAMINO …..<br />

... continua dal n. 69<br />

Proseguendo nel mio<br />

excursus riguardante i<br />

soprannomi prettamente<br />

“civitonici”, in questa<br />

seconda tranche, ho<br />

focalizzato quelli con la<br />

finale accentata, che<br />

di Alessandro Soli<br />

come noterete sono in<br />

maggioranza con la lettera<br />

“o”. Il motivo va ricercato nella morfologia<br />

del nostro dialetto, che appunto<br />

tronca le finali e le accenta. Ad essere sincero<br />

ho volutamente tralasciato di trascrivere<br />

l’articolo che precede il soprannome,<br />

quel tanto caro ‘o, da noi contrapposto al<br />

più famoso “er” romanesco, ma il risultato<br />

credo sarà comunque di effetto, quando,<br />

specialmente i più anziani, individueranno<br />

le persone menzionate appunto con il loro<br />

soprannome. E allora, pronti via con:<br />

Bottò, Peppilò, Mozzicò, Cucchiarò,<br />

Scotò, Sardò, Luriò, Trabardò,<br />

Scopettò, Smollicò, Balestrò,<br />

Mignolò, Beccacciò, Capocciò,<br />

Mariolò, Cervellò, Gianduiò, Macchiò,<br />

Ciavattò, Scafò, Giggiò, Combarò,<br />

Cellò, Pellicciò, Stallò, Scarpò,<br />

Ciammellò, Tabbaccò, Peperò,<br />

‘Nciafruiò, Cacò, Squadrò, ‘Ndostò,<br />

Baffò, Pecorò, Occhialò (Peppe), Filò,<br />

Gibbò, Nasò, Peciò, Segò, Barrettò,<br />

Mezzomiliò, Cappò, Nerò. Ed ancora<br />

con le altre vocali : Bignè, Citroè,<br />

Perepè, Gnegnè, Ciappamì,<br />

Magnasupplì, Cichitolotù, Cuccurucù,<br />

Menaccà, Sciarabbaccà, Zazzà,<br />

Tartagnà, Parapazzù, ‘Ndindì, Iulù.<br />

Immagino a questo punto, quanti di voi,<br />

cari lettori, avranno già individuato le persone,<br />

o meglio i personaggi, che si celano<br />

dietro tali soprannomi. Gente che si aggira<br />

ancora per Civita, o che purtroppo è venuta<br />

a mancare, e viene ancora ricordata<br />

proprio attraverso un soprannome che può<br />

sembrare a volte discutibile, ma mai banale.<br />

Voglio soffermarmi su due di essi sopra<br />

citati: “ Mignolò “ cioè Erminio Colonnelli,<br />

(nonno dell’omonimo ristoratore) capostipite<br />

di tre generazioni, che qui a Civita<br />

Castellana hanno proposto negli anni,<br />

quella cucina “casareccia” basata sulla<br />

cacciagione e sul pesce ( indimenticabili i<br />

“tordi allo spiedo” e le ormai rarissime<br />

“ranocchie fritte”). Ebbene il suo soprannome,<br />

deriva direttamente dal suo nome<br />

Erminio, storpiato dal nostro dialetto, che<br />

da Ermigno-Ermignolo lo ha trasformato<br />

nel più simpatico “Mignolò”. L’ altro personaggio<br />

che voglio ricordare è “Peppe<br />

Occhialò” cioè Giuseppe Fantera. Vero e<br />

proprio personaggio, che deve il suo<br />

soprannome sicuramente alle sue caratteristiche<br />

fisiche, in modo particolare ai suoi<br />

grandi occhi. Immaginate un “Bud<br />

Spencer nostrano”, che dietro alla sua prestanza<br />

fisica nascondeva un cuore “grande<br />

così”. Stazionava perennemente in piazza<br />

Matteotti, appoggiato al tettino della macchina<br />

in sosta, con l’immancabile sigaretta<br />

accesa, sempre pronto a dare indicazioni a<br />

gente di passaggio e a turisti. Ricordo le<br />

domeniche pomeriggio degli anni ’60-<strong>70</strong>,<br />

quando era solo la radio, con “Tutto il calcio<br />

minuto per minuto” a far palpitare i<br />

tifosi. Ebbene piazza rimbombava dei<br />

suoni usciti dalla radio di Peppe che sempre<br />

più “appoggiato “, gioiva ai gol di<br />

Sandro Mazzola e della “ sua Inter”. Come<br />

dicevo nel numero scorso, se continuo a<br />

tralasciare qualcuno (a proposito, tra gli<br />

“ino” ho dimenticato Scaccino,<br />

Musichino, e Bruschino) non me ne<br />

vogliate perché qui a Civita Castellana<br />

tutti, più o meno hanno un soprannome,<br />

allora ho pensato di tenerne la conta,<br />

ebbene con questi ultimi aggiunti siamo<br />

arrivati a 86.<br />

continua sul prossimo numero ....<br />

Civita Castellana 1966<br />

“Mignolò” (1896-1976) con i nipoti<br />

Ernesto 12 anni e Erminio 8 mesi.<br />

“Mignolò” pesca giù a Treja.


24<br />

Valentano<br />

di Ermelinda<br />

Benedetti<br />

Valentano è un vero e<br />

proprio gioiellino della<br />

provincia viterbese,<br />

che mantiene ancora<br />

intatto quell’antico<br />

tocco medievale.<br />

Sorge su di un’altura<br />

posta a circa 538 m<br />

sul livello del mare ed<br />

incastonata nelle vallate<br />

pianeggianti della<br />

Maremma laziale.<br />

Il borgo, con la sua splendida posizione<br />

panoramica, domina il lato occidentale del<br />

lago di Bolsena ed è compreso tra le acque<br />

dolci di quest’ultimo e quelle salate del<br />

mare Tirreno, dal quale dista solo pochi<br />

chilometri.<br />

STORIA La zona delimitata dai confini del<br />

comune di Valentano, era abitata già 4000<br />

anni fa. Nel piccolo, incontaminato lago di<br />

Mezzano, pochi km a nord ovest del<br />

paese, sono stati rinvenuti, infatti, oggetti<br />

risalenti all’età del bronzo, e palafitte, probabilmente<br />

sommerse proprio dalle acque<br />

di quel lago, durante gli stravolgimenti climatici<br />

ed ambientali dell’epoca. La tradizione<br />

vuole che Valentano derivi dall’etrusca<br />

“Verentum” ma non se ne sono trovate<br />

tracce.<br />

Del periodo romano, invece, sono visibili<br />

resti di numerose ville rustiche, trasformatesi<br />

successivamente in piccoli villaggi che,<br />

in epoca medievale si riunirono, probabilmente<br />

per motivi di difesa, sull’alto del<br />

colle ove, probabilmente si formò il primo<br />

nucleo di quel villaggio chiamato<br />

“Valentano” (forse da Valle degli Ontani).<br />

Sono presenti anche resti di fortificazioni<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Longobarde. Le prime notizie del paese<br />

potrebbero essere quelle del 680, anno in<br />

cui in questo centro si sarebbe trasferito il<br />

vescovo della distrutta città di Bisenzo.<br />

Dai documenti delle Abbazie imperiali di<br />

Farfa e di San Salvatore, sul Monte<br />

Amiata, abbiamo i primi dati certi del<br />

paese. Nell’anno 844 in essi si ha menzione<br />

di Balentanu o Valentano. Nel 1053 il<br />

paese comunque è già strutturato e appare<br />

organizzato come comune libero, nel<br />

sito attualmente occupato, con la sua<br />

pieve dedicata a San Giovanni Evangelista<br />

e la Rocca di difesa.<br />

Nel 1193 venne sottomessa a Viterbo, ma<br />

conteso anche dalla vicina città di Orvieto.<br />

Nel 1262 Urbano IV ne disponeva sotto la<br />

giurisdizione della Chiesa di Roma.<br />

Nel 1328 fu invasa e dato alle fiamme dai<br />

barbari, ricostruito poi nel 1331, subì<br />

ancora incursioni da parte di potenti feudatari<br />

che imperversavano nella zona.<br />

Nel 1354, la cittadina venne assegnata dal<br />

cardinale Albornoz alla signoria dei<br />

Farnese che la tenne per lunghi anni, trasformando<br />

l’antica rocca di difesa nel<br />

palazzo residenziale della famiglia, con<br />

cortile rinascimentale e sale affrescate, e<br />

richiedendo anche l’intervento di Antonio<br />

da Sangallo il Giovane.<br />

La fortuna del paese crebbe con quella<br />

della famiglia Farnese culminata, nel 1534,<br />

con l’elezione a pontefice di Alessandro,<br />

sotto il nome di Paolo III.<br />

La “fortunazza paolina”, tanto mal digerita<br />

dalle famiglie rivali, doveva portare poi alla<br />

creazione del Ducato di Castro e della<br />

Contea di Ronciglione: una grossa fetta di<br />

territorio nel cuore di quello ecclesiastico,<br />

quasi alle porte di Roma, mal sopportata<br />

dalla Camera Apostolica.<br />

Lo splendido momento vissuto sotto i<br />

Farnese aveva portato Valentano ad essere<br />

compreso nel Ducato di Castro (1537)<br />

e, quindi, a divenirne la capitale fino a<br />

quando, per le dispute tra i Farnese e la<br />

Camera Apostolica, Castro venne completamente<br />

distrutta (1649).<br />

Gli avvenimenti dei secoli seguenti registrano<br />

l’abbandono della Rocca da parte<br />

dei Farnese e la sua trasformazione in<br />

Monastero di Monache Domenicane.<br />

I Valentanesi fecero parte<br />

dell’Associazione Castrense del 1848 e<br />

quindi della Lega dei Comuni di Castro che<br />

si opponeva al potere temporale dei papi e<br />

auspicava, nello spirito risorgimentale del<br />

tempo, l’unione dell’Italia tutta.<br />

Sede di una guarnigione di Zuavi Pontifici,<br />

il paese registrò l’arrivo e gli scontri con i<br />

garibaldini nel 1867. Ma ormai il 18<strong>70</strong> era<br />

alle porte e mentre si festeggiava la presa<br />

di Roma, gli Zuavi incendiavano, nella<br />

piazza principale del paese, quasi tutte le<br />

carte dell’archivio storico del Comune.<br />

La situazione di Valentano, agli inizi del<br />

1900 non era dissimile ai tanti paesi della<br />

provincia di Viterbo, ove regnava una diffusa<br />

povertà tra la stragrande maggioranza<br />

dei cittadini, mentre la proprietà era<br />

concentrata nelle mani di alcune famiglie<br />

benestanti, della Parrocchia e delle numerose<br />

Confraternite.<br />

Solo dopo aver partecipato alla Prima<br />

Guerra Mondiale i contadini poterono<br />

vedersi assegnati dal Comune i cosiddetti<br />

enfiteusi (circa 8.000 metri di terra) di cui<br />

poter disporre direttamente. Nel 1944 il<br />

passaggio del fronte di guerra registrerà,<br />

negli scontri fra soldati tedeschi ed alleati,<br />

la morte di undici civili, molti dei quali<br />

caduti per lo scoppio della bomba del<br />

“Portonaccio”.<br />

La situazione economica del paese nel<br />

dopoguerra si rivelò, per molti, fonte di<br />

privazioni tanto che, con la cosiddetta<br />

“Riforma agraria” dell’Ente Maremma,<br />

dopo il 1951, circa cento famiglie (per 600<br />

cittadini) si trasferirono a Pescia Romana,<br />

dove ebbero in assegnazione i cosiddetti<br />

“poderi familiari”.<br />

La popolazione cittadina che contava allora<br />

3.826 abitanti (il massimo storico raggiunto),<br />

scese così a 3.218, stando ai dati<br />

del censimento del 1961.<br />

Questo calo demografico si incrementò nel<br />

corso degli anni a seguire, per stabilizzarsi,<br />

negli ultimi anni, attorno ai 2.925 abitanti,<br />

malgrado l’incremento dell’insediamento<br />

abitativo che, invece, si è notevolmente<br />

ampliato.<br />

continua sul prossimo numero ...


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

“SEMPRE CARA MI FU QUESTA TELEVISIONE...”<br />

Un viaggio attraverso il mondo mediatico che ci circonda, analizzando vizi e virtù<br />

della scatola luminosa più popolare al mondo<br />

25<br />

di Milena Romoli<br />

Dott.ssa in Scienze e<br />

Tecniche della<br />

Comunicazione<br />

Cos’è davvero la<br />

televisione Quale<br />

potere esercita questa<br />

scatolina colorata<br />

che ormai presenzia<br />

nelle nostre case<br />

quasi come un componente<br />

della famiglia<br />

Quali pericoli<br />

nasconde e quali<br />

armi possiede E<br />

ancora, quali sono le<br />

fasce più colpite da<br />

questo mezzo di<br />

comunicazione, nato nel 1954, e ormai in<br />

grado, addirittura, di scandire le nostre<br />

giornate Tentare di dare una risposta a<br />

questi, e ad altri interrogativi, è quanto si<br />

propone di fare questa nuova rubrica che<br />

mirerà proprio a smascherare, ed a mettere<br />

in evidenza, taluni meccanismi preparati<br />

ad hoc in grado di scavalcare la nostra<br />

stanca e poco allenata capacità di decodificazione.<br />

Siamo noi ad essere cambiati, oppure<br />

è la tv che cambia Personalmente<br />

credo che esista una sinergia tra le due<br />

situazioni che vada puntualmente di pari<br />

passo; negli ultimi mesi, infatti, quello che<br />

si nota, è che le trasmissioni che ci vengono<br />

proposte, dai varietà ai reality, passando<br />

per i quiz ed i notiziari, senza dimenticare<br />

la protagonista pubblicità, stiano<br />

sempre più tentando di modellare i nostri<br />

personali schemi mentali. Il fatto riguarda,<br />

in particolare, la percezione subliminale,<br />

ovvero il fenomeno secondo il<br />

quale stimoli non avvertiti consciamente<br />

perché troppo rapidi, come nel<br />

caso degli spot, possono influenzare<br />

il comportamento degli individui.<br />

Dunque, non è più solo la pubblicità, nata<br />

negli anni ‘<strong>70</strong>, con l’avvento della televisione<br />

commerciale, ad aver cambiato il<br />

ruolo della tv trasformandola da uno strumento<br />

di promozione culturale ad una<br />

vera e propria impresa che inizia a guadagnare<br />

vendendo spazi e siparietti. Oggi è<br />

la tv stessa ad essere cambiata e noi, e qui<br />

si torna alla sinergia, facciamo certamente<br />

la nostra parte, continuando ad adeguarci<br />

ad un sistema che non ci piace ma che,<br />

forse, ci fa comodo così, figuriamoci se<br />

nella società altamente frenetica di oggi<br />

dovessimo anche cercare il tempo per<br />

ribellarci a questo vortice comunicativo<br />

senza esclusione di colpi...Facciamo un<br />

esempio concreto: il recente Festival di<br />

Sanremo. Non è vero che non siamo contenti<br />

del podio finale della trasmissione<br />

emblema che ha fatto la storia della musica<br />

italiana, e non è neanche vero che<br />

siamo stufi di vedere i vincitori dei reality<br />

show giovanili come ennesimi vincitori. Il<br />

fatto è che, forse, dovremmo essere più<br />

onesti con noi stessi e ammettere che i<br />

reality, come riportano i dati Auditel, sono<br />

programmi seguitissimi ai quali, però, non<br />

esitiamo a tirare dietro critiche continue e<br />

di ogni genere; e non possiamo, quindi,<br />

lamentarci dell’inevitabile continuum che<br />

si viene a creare tra i vari generi e programmi<br />

televisivi: siamo noi spettatori,<br />

che ci piaccia o no, a decretare se un<br />

programma è vincente, o se debba<br />

essere immediatamente cancellato<br />

dai palinsesti. A questo proposito, è arrivato<br />

forse il momento di capire che il<br />

nostro zapping, a<br />

volte poco pensato,<br />

sia tutt’altro che<br />

ininfluente; siamo<br />

noi spettatori,<br />

nostro malgrado,<br />

quei pesciolini che si<br />

vedono nelle fiere e<br />

nelle feste patronali<br />

che aprono e chiudono<br />

la bocca agli<br />

ami calamitati che<br />

tentano di catturarli.<br />

E non è<br />

neanche vero che<br />

siamo poi così<br />

scontenti che<br />

Pupo, l’ormai rivisitato<br />

cantanteshowman<br />

famoso<br />

per la sua statura,<br />

nonché per<br />

aver dichiarato di<br />

avere una moglie<br />

ed un’amante<br />

entrambe concordi<br />

o, ancora, per<br />

aver messo in piazza spregiudicatamente,<br />

all’epoca dei “pacchi”, i suoi altrettanto<br />

spregiudicati tentativi di vincere al gioco,<br />

sia arrivato secondo all’evento più atteso<br />

dell’anno. E neanche Emanuele Filiberto<br />

disturba poi così tanto perché, diciamoci la<br />

verità, la sua aria un pò sorniona, il suo<br />

vociferare quasi tremulo e indeciso, forse<br />

iniziano a piacerci. Sembra dunque giunto<br />

il momento di risvegliare i nostri animi dal<br />

dormitorio generale in cui si trovano e nel<br />

quale, è doveroso ammetterlo, talvolta fa<br />

comodo crogiolarsi. “Diamo a Cesare quel<br />

che è di Cesare”, lasciamo quindi alla tv il<br />

compito di aver rivoluzionato all’epoca,<br />

quando svolgeva ancora una funzione<br />

aggregativa e socializzante, la comunicazione,<br />

ma non permettiamole di rivoluzionare<br />

la nostra vita conferendole l’onore<br />

di diventare un’amica dalla quale ricevere<br />

compagnia, svaghi e impulsi di ogni<br />

genere. Un buon punto di partenza<br />

potrebbe essere quello di fornire ai<br />

bambini, soggetti in evoluzione, e<br />

prime vittime di questo circolo<br />

mediatico assortito dove primeggia la<br />

pubblicità, gli strumenti giusti per<br />

potersi difendere da probabili intrusioni<br />

nocive. Certamente, crescendo, essi<br />

acquisiranno capacità critiche e impareranno<br />

a resistere alla persuasione, ma quale<br />

modo migliore per aiutarli se non quello di<br />

avviarci noi adulti, per primi, ad un uso più<br />

consapevole della tv<br />

A voi l’ardua sentenza.


26<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

LA COMMITTENZA DEL FORTE SANGALLO<br />

DI CIVITA CASTELLANA<br />

ALESSANDRO VI, CESARE BORGIA, GIULIO II:<br />

tre figure illustri del Rinascimento italiano<br />

di Francesco<br />

Peri<br />

Architetto<br />

...continua dal numero 69<br />

La famiglia Borgia era<br />

di origine spagnola.<br />

Nel 1442 Alonso<br />

Borgia (allora si chiamava<br />

ancora Borja),<br />

vescovo di Valenza, si<br />

recava in Italia, dapprima<br />

a Napoli, poi a<br />

Roma; là veniva nominato<br />

cardinale e, nel 1455,<br />

raggiungeva la somma<br />

carica della cristianità: veniva, infatti, eletto<br />

papa col nome di Callisto III.<br />

La fortuna della famiglia Borgia era ormai<br />

assicurata. Dalla Spagna giunsero a Roma,<br />

in colonne separate, nugoli di parenti e<br />

amici del novello papa: giunse anche<br />

Rodrigo, il carissimo nipote al quale il<br />

papa diede lucrosi incarichi e titoli (quindi<br />

rendite!) a non finire.<br />

Rodrigo divenne vicecancelliere, vale a<br />

dire capo di tutta la Curia. Mantenne tale<br />

carica per 35 anni, fornendo prova di eccezionali<br />

qualità: rimase ininterrottamente al<br />

suo posto sotto ben cinque Papi diversi.<br />

Nel 1492, finalmente, s’insedio’ sul<br />

trono di San Pietro col nome di<br />

Alessandro VI. Fu un papa importantissimo<br />

sia per le opere per Roma e per lo<br />

Stato Pontificio, sia perché fu partecipe, in<br />

prima istanza, del “cambio del secolo” a<br />

livello ideologico.<br />

Lo storico contemporaneo, Arnaldo<br />

Bruschi, infatti osserva che “una notevole<br />

accentuazione o ripresa di riferimenti<br />

all’antico sembra intervenire,<br />

in modo nuovo, negli ultimi anni<br />

(1500-1503) del pontificato di<br />

Alessandro VI, forse in rapporto con<br />

il programma ideologico e politico di<br />

Cesare Borgia. Di fatto, un’ importante<br />

manifestazione di un clima culturale<br />

più intensamente antichizzante<br />

è rappresentata ad esempio, alla fine<br />

del Febbraio del 1500, dalla celebrazione<br />

del ritorno del Valentino, reduce<br />

dalle vittorie di Romagna, con l’allusiva<br />

sfilata di undici carri rappresentanti<br />

il trionfo di Giulio Cesare.<br />

Esibita ai pellegrini dell’Anno Santo,<br />

è già l’ideologia che sosterrà, tra<br />

poco, il classicismo bramantesco di<br />

Giulio II”.<br />

Cesare Borgia era il secondogenito di<br />

Alessandro VI, e seppur leggenda vuole<br />

che i due si odiassero a tal punto che le<br />

loro stanze private, nel Forte, erano<br />

distantissime, ai lati opposti, in verità il<br />

Papa spagnolo riponeva speranze nelle<br />

mire espansionistiche del figlio condottiero<br />

( non a caso …Cesare).<br />

Alessandro VI<br />

lego’ particolarmente<br />

il suo<br />

nome a Civita<br />

Castellana.<br />

Fu governatore<br />

della città<br />

per un decennio,<br />

prima di<br />

essere eletto<br />

papa nel 1492:<br />

è ricordato<br />

nell’Antiporta<br />

Borgiana,<br />

posta nell’entrata<br />

Sud della<br />

Città, ed eretta<br />

dai cittadini<br />

in suo<br />

onore come<br />

riconoscimento<br />

dei<br />

benefici ricevuti!<br />

La Porta Borgiana<br />

ubicata all'entrata di<br />

Civita Castellana proveniendo<br />

dalla consolare Flaminia,<br />

in una foto degli anni ‘<strong>70</strong>.<br />

Continua sul prossimo numero…..<br />

Alessandro VI Borgia Cesare Borgia, il Valentino Giulio II


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 27<br />

L’uomo, la logica, l’essere<br />

“Che posto occupa la coscienza nell’ambito della natura”<br />

del Prof.<br />

Massimo Marsicola<br />

La domanda che si<br />

pongono ormai da<br />

decenni i filosofi,<br />

nell’ambito della<br />

cosiddetta<br />

Philosopy of mind,<br />

suona così: “che<br />

posto occupa la<br />

coscienza nell’ambito<br />

della natura”<br />

E a distanza di<br />

tempo non è stata<br />

trovata sin qui<br />

risposta alcuna. Il fatto è che questa<br />

domanda, apparentemente legittima e tutt’altro<br />

che ingenua, porta con sé un vizio<br />

di fondo: l’ambiguità dell’essere, di priniana<br />

memoria. Ambiguità che si deduce da<br />

un lato osservando l’essere fisico; quello<br />

che Heidegger chiama ente. E dall’altro<br />

l’essere inteso come principio trascendente.<br />

Ma la coscienza, a ben guardare, non<br />

appartiene né all’uno né all’altro, ma a<br />

quella sfera che da Kant in poi viene indicata<br />

come trascendentale. Sfera che si<br />

pone evidentemente a metà strada fra<br />

l’ente fisico e l’essere metafisico per eccellenza.<br />

Per la sua natura, la coscienza,<br />

sembra più appartenere all’ambito metafisico<br />

che a quello fisico. Ecco perché porre<br />

la domanda circa il posto che occupa la<br />

coscienza nell’ambito della natura non ha<br />

senso. La coscienza non appartiene<br />

alla natura, se con questo sostantivo<br />

intendiamo riferirci all’insieme degli<br />

enti che costituiscono il mondo fisico<br />

senza gli artefatti. La coscienza<br />

umana appartiene all’uomo.<br />

Appartiene cioè a quel tipo di essere che<br />

pone la domanda. E per sapere qual è il<br />

posto che essa occupa nel creato,<br />

occorre stabilire qual è il posto che<br />

occupa l’uomo nel creato. Tale domanda<br />

interpella in modo essenziale la<br />

coscienza stessa e la sollecita a fornire una<br />

visione adeguata dell’insieme mondo comprendente<br />

l’uomo, insieme del quale sembra<br />

essere essa stessa un elemento imprescindibile.<br />

Si tratta di scrivere una pagina<br />

capace di dare conto di quella figura che è<br />

l’uomo nell’ambito di quella che Giovanni<br />

Paolo II chiamava antropologia adeguata.<br />

Ma tale compito può essere assolto nella<br />

sua interezza solo se è preceduto da una<br />

riforma della logica. La logica<br />

aristotelica<br />

infatti, non può<br />

andare bene invariabilmente<br />

per gli<br />

enti del mondo<br />

fisico e per quelli<br />

del mondo metafisico.<br />

Cosa, peraltro,<br />

già messa in<br />

evidenza, specialmente<br />

da Cassirer.<br />

L’unitarietà dell’essere<br />

è solo concettuale<br />

ed apparente.<br />

E la sua ambiguità<br />

non è altro<br />

che la manifestazione<br />

della sua<br />

vera struttura, più<br />

ampia rispetto<br />

all’apparenza e<br />

che si può cogliere<br />

solo attraverso<br />

opportuna ed<br />

adeguata riflessione.<br />

Ad ogni<br />

suo elemento<br />

corrisponde una<br />

logica. Tutti infatti<br />

possono capire il significato dell’espressione<br />

“la logica della carne e la logica del<br />

mondo sono in contrasto con la logica e le<br />

leggi dello spirito”. E questo contrasto,<br />

oggi, lo si può persino dimostrare. Quel<br />

che serve è il coraggio di portare avanti un<br />

pensiero nuovo che rompe con ogni tradizione<br />

e spazza via la molteplicità dei pensieri<br />

inutili dentro i quali la filosofia contemporanea<br />

è precipitata. La riforma della<br />

logica, peraltro già avviata da S. Tommaso<br />

e nelle corde di molti logici contemporanei<br />

ma non portata avanti dal pensiero e la<br />

scrittura di una nuova antropologia, sono<br />

tasselli indispensabili e preliminari alla<br />

scrittura della metafisica della storia, lavoro<br />

conclusivo e insieme punto di partenza<br />

per la nuova filosofia.


30 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Chi è San Bonaventura da Bagnoregio<br />

IL SANTO PIU’ AMATO DA PAPA RATZINGER<br />

La polemica sugli ordini mendicanti<br />

...continua dal numero 69<br />

La coscienza di questa<br />

responsabilità<br />

storica, che fu ben<br />

presto comune con<br />

maggiore o minore<br />

intensità a tutto<br />

l’Ordine, rendeva<br />

ancor più aspra,<br />

quindi, ed accanita la<br />

di Secondiano Zeroli decisione di coloro<br />

che volevano l’osservanza<br />

rigorosa della Regola e del<br />

Testamento, ad ogni costo e senza attenuazioni,<br />

imponendola perciò a chiunque<br />

fosse entrato nell’Ordine – e questi si dissero<br />

Spirituali - mentre più forte si levava<br />

l’opposizione di coloro che in perfetta<br />

buona fede, proprio per gli alti e importanti<br />

compiti che il movimento francescano<br />

doveva svolgere, volevano assicurarsi<br />

con privilegi papali, maggiore libertà d’azione,<br />

disponibilità – sia pur controllata e<br />

non diretta – di mezzi anche finanziari,<br />

mostrando con edifici solenni e grandiosi il<br />

proprio rigoglio ed il proprio successo.<br />

Erano i più numerosi; e non a caso vollero<br />

ed ebbero nome di comunità. Ne vennero<br />

vivacissimi contrasti che ebbero episodi di<br />

accanimento e drammaticità eccezionali.<br />

Nel culmine di questa lotta, nel 1247, veniva<br />

eletto ministro generale Giovanni da<br />

Parma. Era questi uomo di vita assai proba<br />

il cui prestigio era universalmente apprezzato<br />

e riconosciuto dalle due parti in contrasto;<br />

anche se il suo rigore di vita e la<br />

sua formazione culturale, lo indicavano<br />

come assai favorevole ai rigoristi, agli<br />

Spirituali. Giovanni aveva certo degli<br />

Spirituali il senso altissimo, anzi drammatico,<br />

della sua responsabilità di fronte ai<br />

Papi, ai confratelli, ai fedeli; e degli<br />

Spirituali, condivideva anche la convinzione<br />

di una missione provvidenziale, affidata<br />

da Dio ai Minori. Ma comprendeva anche<br />

l’importanza dei problemi organizzativi,<br />

delle esigenze varie e molteplici che proprio<br />

quella missione rendeva più urgenti<br />

ed inevitabili. Perciò se da un lato emanò<br />

Gioacchino da Fiore<br />

una serie di norme rivolte tutte a mantenere<br />

e ad imporre il rispetto rigoroso della<br />

Regola ed un’obbedienza assoluta alle<br />

gerarchie dell’Ordine, dall’altro dedicò la<br />

più grande parte del suo tempo a viaggi,<br />

per visitare ad uno ad uno i conventi nei<br />

paesi più diversi, non senza preoccuparsi<br />

di mantenere i migliori rapporti possibili<br />

con la Curia Romana, unendo così a fermezza<br />

di governo una acuta capacità di<br />

rendersi conto ed a provvedere alle più<br />

diverse necessità che di volta in volta si<br />

potevano manifestare tra i suoi frati. Così<br />

rivolse ogni sua<br />

attenzione ai problemi<br />

della cultura,<br />

dando prova di equilibrio<br />

e buon senso,<br />

in una delle più<br />

drammatiche vicende<br />

della vita culturale ed<br />

insieme religiosa<br />

d’Europa nel secolo<br />

XIII: la lotta tra maestri<br />

regolari e secolari<br />

nell’Uni-versità di<br />

Parigi. Questa lotta,<br />

cominciata nel 1252,<br />

raggiunse il suo culmine<br />

nel ’54, con la<br />

pubblicazione dello<br />

“Introductorius in<br />

Evangelium aeternum”<br />

di Grado da<br />

Borgo San Donnino,<br />

in cui il profetiamo,<br />

favorevole ai francescani<br />

e ai domenicani,<br />

veniva inquadrato<br />

sotto l’influenza delle<br />

opere e del pensiero del grande abate<br />

calabrese Gioacchino da Fiore, ad interpretare<br />

le vicende di tutta la Chiesa, anzi<br />

dell’umanità. Tuttavia l’occasione di sferrare<br />

un colpo decisivo ai mendicanti fu quando<br />

l’Università emanò un decreto che di<br />

fatto toglieva ai domenicani una cattedra<br />

universitaria. Francescani e domenicani<br />

che avevano due cattedre ciascuno, si<br />

ritennero ingiustamente colpiti e si appellarono<br />

al Papa che era Innocenzo IV, il<br />

quale chiese tempo per studiare a fondo il<br />

problema. Ed il problema era effettivamente<br />

molto complicato, giacchè implicava<br />

un giudizio di condanna o di assenso al<br />

meraviglioso sviluppo che avevano avuto i<br />

due Ordini.<br />

La forza dei maestri mendicanti derivava<br />

dal fatto che i pontefici potevano meglio<br />

fidarsi del loro zelo ad ottemperare alle<br />

regole ed a svolgere con più alto magistero<br />

la loro missione. I vescovi erano il più<br />

delle volte ultra politicizzati, amanti degli<br />

agi e della bella vita,<br />

ambiziosi, poco restii a<br />

sottostare alla disciplina<br />

di Roma. E’ forse per<br />

questo che i mendicanti<br />

erano esentati dalla soggezione<br />

ai vescovi, fin<br />

dal 1231, per volontà di<br />

Innocenzo IV, che rese<br />

più completo e meglio<br />

funzionale il privilegio<br />

concesso da Gregorio<br />

IX. L’antagonismo tra<br />

clero regolare e clero<br />

secolare è dunque inevitabile<br />

ed esplode anche<br />

in seguito alle gravissime<br />

accuse di corruzione<br />

d’ipocrisia che alcuni<br />

Ordini di fresca istituzione,<br />

rivolgono a tiro<br />

incrociato ai vescovi e ai<br />

prelati secolari in genere.<br />

Messi alla berlina in<br />

così malo modo, ai<br />

vescovi non resta che<br />

approfittare di circostanze<br />

favorevoli per poter reagire e l’occasione<br />

viene appunto da Parigi, da quella<br />

famosissima Università che è più che mai<br />

divenuto il centro nevralgico dei mendicanti.<br />

I vescovi si gettano a capofitto nella<br />

spinosa polemica, attaccando con prevedibile<br />

asprezza gli invadenti, insaziabili fraticelli.<br />

...continua sul prossimo numero


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 31<br />

“Il Fumetto”<br />

LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA<br />

HOMUNCULUS di Hideo Yamamoto<br />

edito da Panini Comics – 9 volumi, in corso<br />

Particolare e affascinante.<br />

Questo manga si<br />

eleva al di sopra dello<br />

standard medio proprio<br />

per la sua atipicità. Non<br />

c’è un briciolo di azione,<br />

né un nemico da combattere<br />

e la storia si<br />

snoda attraverso<br />

connotati filosofici/psicologici<br />

senza<br />

di<br />

Daniele Vessella<br />

risultare pesante. Anzi,<br />

le vicissitudini di<br />

Nakoshi Susumu, il protagonista,<br />

attirano l’attenzione del lettore<br />

in maniera incredibile perché il personaggio<br />

principale può vedere gli<br />

homunculus, quelli che potrebbero<br />

essere le rappresentazioni fisiche dei<br />

sentimenti e dei pensieri più nascosti<br />

dell’essere umano. Quindi, una persona<br />

che si adatta al mondo pur di non contrastarlo<br />

viene vista con le sembianze di un<br />

essere di sabbia. Geniale. Nakoshi<br />

Susumu ha avuto questo “dono”<br />

facendosi trapanare il cranio da Ito<br />

Manabu, un laureando in medicina<br />

alla ricerca di una cavia per i suoi<br />

esperimenti il cui scopo è andare a<br />

fondo nei misteri dell’essere umano.<br />

Dapprima Nakoshi non voleva sottoporsi<br />

all’operazione, ma, essendo diventato un<br />

barbone legato soprattutto alla sua macchina,<br />

la succosa offerta di denaro da<br />

parte di Ito l’ha fatto desistere dal suo proposito<br />

iniziale. Sebbene il presupposto<br />

della storia sia totalmente assurdo e antiscientifico,<br />

la trama gira sui binari di un<br />

qualcosa che apparentemente non si<br />

vede, senza porsi per forza un obiettivo di<br />

fondo. Lo scopo è la ricerca scientifica<br />

del mistero che si nasconde dentro<br />

ogni persona e questo aspetto affascina,<br />

anche perché Nakoshi sembra avere il<br />

terzo occhio, come se avesse aperto il chakra<br />

Ajna. “Tale chakra presiede la visione<br />

interiore o extrasensoriale. Esercita lo sviluppo<br />

della capacità di concentrazione; la<br />

sua attivazione mediante meditazione permette<br />

l’utilizzo del sesto senso e la capacità<br />

di manifestare le percezioni extrasensoriali,<br />

stati mistici, proiezione mentale, e di<br />

viaggiare nel Piano astrale” (pezzo ripreso<br />

da Wikipedia). Insomma, se volete un<br />

fumetto che vi fa viaggiare attraverso la<br />

psiche umana, questa serie fa per voi.<br />

Lascio l’indirizzo del mio blog:<br />

http://danielevessella.blogspot.com/


32<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

L’angolo del poeta<br />

Vi proponiamo questo<br />

mese due poesie della<br />

nostra amica Luana<br />

Bongarzone dedicate<br />

ai suoi genitori, ma perfette<br />

per tutte le<br />

mamme e tutti i papà!<br />

Ti bacio sulla bocca mamma<br />

Ti bacio sulla tua guancia mamma<br />

Tu hai un dolce cuore che ti parla<br />

Ti dirà: …tu hai una figlia<br />

Dolcissima che ti vuole bene.<br />

Un bacio ti dà l’affetto…<br />

l’abbraccio ti dà il mio calore<br />

…io provo per te… amore mio mamma.<br />

Sei…tu…il mio cuore incanto<br />

I tuoi bellissimi occhi lucidi di commozione<br />

tu hai le tue braccia che si aprono<br />

per tenermi stretta a te<br />

hai un cuore che ti palpita di felicità.<br />

Papi lo sai io sono la tua bambina,<br />

anche se sono già diventata grande<br />

e tu mi prendi ancora in braccio.<br />

Tu sei la mia vita, sei anche<br />

un vero amico:<br />

sei bellissimo, sei dolcissimo,<br />

sei simpatico,<br />

tu sei sempre il migliore<br />

sei tu il mio cuore incantato.<br />

I tuoi baci sono grandi Papi.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 33<br />

La pittura Optical<br />

di Massimo Mancini<br />

Quante volte siamo rimasti attratti ed incuriositi<br />

da uno di quei quadri in bianco e<br />

nero che raffigurano vortici e spirali, o una<br />

serie di quadrati più o meno piccoli in<br />

serie Ci siamo sforzati con i nostri occhi di<br />

mettere in movimento quell’immagine<br />

appesa alla parete, in realtà immobile,<br />

rimanendone quasi ipnotizzati!<br />

Questo particolare tipo di pittura è detta<br />

optical e si esprime, per l’appunto, attraverso<br />

ripetitivi segni geometrici, apparentemente<br />

semplice, ma che nascondono<br />

qualcosa di più: la capacità di dare un<br />

effetto ottico tridimensionale e di movimento<br />

per l’osservatore, suscitando in<br />

ognuno una reazione diversa! Ne è un<br />

grande maestro il pittore Massimo<br />

Mancini, che da anni ormai si dedica a<br />

questo tipo di pittura. Mancini, classe<br />

1947, vive e lavora nella cittadina viterbese<br />

di Civita Castellana. Dopo essersi diplomato<br />

presso l’Istituto d’arte, frequenta il<br />

corso di Scenografia all’Accademia delle<br />

Belle Arti, conseguendo con merito l’abilitazione<br />

all’insegnamento per le materie di<br />

Disegno e Storia dell’Arte. Tra gli anni ’80<br />

e ’90, mentre occupa diverse cattedre<br />

negli Istituti e licei viterbesi, si specializza<br />

anche nella decorazione a mano di pregevoli<br />

pezzi ceramici. Si avvicina inizialmente<br />

ad una pittura figurativa e paesaggistica,<br />

per passare poi all’astrattismo e approdare<br />

alla particolare pittura optical. Nel 2000,<br />

intanto, apre a San Giminiano, cittadina<br />

toscana riconosciuta patrimonio mondiale,<br />

culturale e naturale dell’Unesco, una<br />

mostra permanente con le sue ceramiche<br />

decorate a mano. Partecipa a numerose<br />

estemporanee proprio a Civita Castellana,<br />

sua città d’origine, alla quale è particolarmente<br />

attaccato e dove trova l’ispirazione<br />

e la concentrazione per esprimere al<br />

meglio il suo estro e le sue qualità artistiche.<br />

...da Fabrica di Roma<br />

S.O.S. Z.A.E.<br />

ZONA ATTERRAGGIO ELICOTTERI<br />

Il paese è oramai in continua crescita, e l’urgenza di<br />

una piazzola per atterraggio degli elicotteri di soccorso<br />

deve essere presa in considerazione al più presto. É<br />

impensabile che l’elisoccorso debba effettuare numerosi<br />

giri a vuoto nel paese, nonché diverse prove di<br />

atterraggio, prima di trovare un punto idoneo su cui<br />

atterrare, perdendo quei preziosi minuti da cui può<br />

dipendere il salvataggio di una vita.<br />

“Mi impegnerò con tutte le mie forze cercando appoggio<br />

nelle istituzioni, in primis<br />

nell’ Amministrazione comunale”<br />

riferisce Alessio Capitoni,<br />

“per far sì che anche Fabrica di<br />

Roma abbia la sua piazzola di<br />

atterraggio”.<br />

Che la autorità preposte ci<br />

ascoltino....e presto!<br />

Fabrica di Roma.<br />

Palazzo Comunale.<br />

Approvata la costituzione della<br />

Consulta Comunale Femminile<br />

E’ stata approvata dal Consiglio Comunale di Fabrica<br />

di Roma la costituzione della Consulta Comunale<br />

Femminile, fortemente voluta dall’Associazione<br />

Fab(b)rica delle Donne che opera da circa tre anni nel<br />

territorio e che si è fatta promotrice della proposta di<br />

Consulta Femminile presentata al Comune stesso,<br />

promuovendo anche una campagna di raccolta firme<br />

delle cittadine e dei cittadini di Fabrica di Roma a<br />

sostegno di questa iniziativa. La Consulta Femminile è<br />

un organismo propositivo e propulsivo di partecipazione<br />

democratica che garantisce il collegamento diretto fra la società civile e<br />

le Istituzioni per il pieno raggiungimento di una società paritaria, per una<br />

reale partecipazione delle donne alla vita sociale, culturale e politica così<br />

come sancito dalla nostra Costituzione, dagli Organismi Internazionali, dalle<br />

Direttive Europee e dalle Leggi Italiane che tali indicazioni recepiscono.<br />

Un percorso Istituzionale che tenga conto delle differenze e ne ricerchi una<br />

sintesi è sicuramente più etico, più solidale e più equo per tutta la cittadinanza.L’Associazione<br />

ringrazia il Sindaco e il Consiglio Comunale e si augura<br />

che la Consulta inizi ad operare al più presto, diventando così anche un<br />

punto di riferimento per gli altri Comuni della Provincia di Viterbo.


34<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Le storie di<br />

Max<br />

Loretta Goggi<br />

Cantante e attrice a tredici anni, artista completa oggi<br />

di Sandro Anselmi<br />

“Un’artista completa”<br />

si è, a ragione,<br />

definita lei stessa e<br />

noi tutti, spettatori,<br />

non possiamo che<br />

essere d’accordo.<br />

Inizia all’età di 13<br />

anni, quando è<br />

ancora una ragazzina<br />

di terza media,<br />

come cantante, ma diventa subito anche<br />

una grande attrice, una simpaticissima<br />

conduttrice televisiva e una bravissima<br />

imitatrice, dote che senz’altro la contraddistingue.<br />

Loretta Goggi è sinonimo di ironia,<br />

comicità, allegria, grande verve.<br />

E’ stata scoperta giovanissima da Tony<br />

Aloisi, manager e talent scout a tempo<br />

perso, che la presenta a Nico Fidenco, alla<br />

ricerca in quel momento di una giovane<br />

voce a cui far interpretare due suoi brani:<br />

Se la cercherai, tratta dal film Il sangue<br />

alla testa, con Jean Gabin e Moscacieca<br />

twist. Questo è il suo primo 45 giri, prodotto<br />

dalla casa discografica RCA, per la<br />

quale Loretta rinuncia momentaneamente<br />

al suo cognome. Ma la Goggi aveva dato<br />

dimostrazione del suo grande talento<br />

ancor prima, all’età di soli nove anni,<br />

quando si mise in luce in un concorso<br />

canoro per bambini, dove venne premiata<br />

da Silvio Gigli, a proposito del quale c’è un<br />

aneddoto molto divertente: Loretta non<br />

volle ritirare il premio in quanto disse di<br />

non meritarlo per non essersi iscritta regolarmente,<br />

ma avendo partecipato solo su<br />

invito del presentatore che l’aveva notata<br />

seduta tra il pubblico. Questa prima esperienza<br />

discografica, però, è breve e non<br />

troppo felice. L’anno successivo, infatti, le<br />

sue strepitose qualità di attrice prendono il<br />

sopravvento sul suo esordi da cantante. Il<br />

regista Anton Giulio Majano la chiama per<br />

farle interpretare un ruolo nel giallo televisivo<br />

Sotto processo, con Alberto Lupo e<br />

Ilaria Occhini. Loretta, che non ha mai<br />

preso lezioni di recitazione, stupisce per la<br />

sua disinvoltura ed è così che inizia la carriera<br />

di attrice televisiva. Riesce comunque<br />

nel frattempo a portare a termine gli studi<br />

liceali e a seguire la sua passione per il<br />

canto, tanto che nel 1966 si iscrive ala<br />

Concorso per voci nuove di Castrocaro,<br />

dove superando le varie selezioni come un<br />

qualsiasi altro partecipante, arriva in finale,<br />

ma non vince. Le sue doti artistiche la<br />

spingono ad intraprendere anche un’altra<br />

attività, quella di doppiatrice cinematografica,<br />

prestando la voce a Kim Darby in El<br />

Grinta, Katharine Moss in Ucciderò Willie<br />

Kid e Linda Hayden in La pelle giovane. E’<br />

anche la voce di Titti nei cartoni animati.<br />

Loretta dimostra le sue qualità di attrice<br />

non solo in tv ma anche sul palcoscenico<br />

del teatro, ma è certamente<br />

il piccolo schermo<br />

a darle popolarità e soddisfazioni,<br />

soprattutto grazie<br />

al ruolo nel film televisivo<br />

La freccia nera, al<br />

fianco a Aldo Reggiani.<br />

Il ritorno alla musica<br />

avviene con il 45 giri Fino<br />

all’ultimo, edito dalla<br />

Durium, che scrittura l’artista<br />

per tre anni, con il<br />

suo nome completo,<br />

durante i quali escono<br />

dieci suoi dischi e due<br />

long play, Vieni via con<br />

me del ’72 e Formula 2<br />

del ’73, che è anche il<br />

titolo di una delle tantissime<br />

trasmissioni a cui<br />

prende parte, accanto, in<br />

questo caso, ad Alighiero<br />

Noschese. La Goggi colleziona<br />

una lunghissima lista di show televisivi,<br />

tra cui Il ribaltone e il primo<br />

Fantastico, sceneggiati (Dal primo<br />

momento che ti ho visto con Massimo<br />

Ranieri), commedie musicali teatrali, film e<br />

dischi, ma il suo successo più grande<br />

diventa senz’altro Maledetta Primavera,<br />

che si posiziona seconda, dopo Per Elisa di<br />

Alice, al Festival di Sanremo del 1981. Il<br />

suo, insieme a Sarà perché ti amo dei<br />

Ricchi e Poveri, è il disco più venduto di<br />

quell’edizione.<br />

La sua carriera di cantante, imitatrice,<br />

attrice e show girl è stata un continuo di<br />

crescendi ed è ancora a tutt’oggi una delle<br />

artiste più impegnate e ricercate, non solo<br />

per la professionalità e l’esperienza, ma<br />

anche per la sua simpatia, per l’umorismo<br />

e la spontaneità. E’ un tornado di sana<br />

allegria, che non guasta mai!


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 35<br />

Il re è nudo<br />

di Gianni Bracci<br />

Il sig. B lo invitò all’assemblea<br />

organizzata<br />

presso il cinema del<br />

paese, anche e soprattutto<br />

per fare numero.<br />

Avrebbe partecipato il<br />

commendator T, un<br />

amico di vecchia data di<br />

B, diventato addirittura<br />

Presidente della<br />

Regione.<br />

G non era vezzo a questi incontri, ma quella<br />

volta decise che sarebbe<br />

andato:<br />

pensava mentre si avviava all’appuntamento.<br />

Il Presidente della Regione aveva appena<br />

finito il proprio discorso tra uno scrosciare<br />

di applausi, quando qualcuno, dal fondo<br />

della sala, chiese il suo parere su come<br />

intendesse affrontare il problema della<br />

disoccupazione che effettivamente era<br />

ormai dilagante sul territorio.<br />

Il Presidente considerò la domanda impertinente,<br />

anche e soprattutto perché fino ad<br />

allora era andato tutto talmente liscio che<br />

non avrebbe voluto aggiungere altro.<br />

Però, con malcelato imbarazzo, capì che<br />

non poteva sottrarsi ad una risposta:”<br />

Penso che… cioè…. è un problema di<br />

carattere generale, la cui natura macroeconomica<br />

impone delle soluzioni a carattere<br />

nazionale…. Certamente possiamo<br />

incontrarci , anche con le vostre associazioni<br />

sindacali, o con gruppi di lavoratori,<br />

per riscrivere insieme le regole ed escogitare<br />

tutte le possibili soluzioni….comunque<br />

adesso devo proprio lasciar....”, non fece in<br />

tempo a finire la frase tra qualche sparuto<br />

applauso che un altro signore lo incalzò:”Presidente,<br />

mi scusi, ma la Regione<br />

che Lei rappresenta, in concreto, come<br />

può aiutare le famiglie in difficoltà ”<br />

Ancora più stizzito il Commendatore rispose<br />

con evidente insofferenza:”Guardi, l’ho<br />

già detto. La disoccupazione è una piaga<br />

difficile da curare… noi faremo il possibile….<br />

ma perché buttarla sempre sulla polemica,<br />

sulla contrapposizione, sulla distruzione<br />

dell’avversario, bisogna essere<br />

costruttivi. Ci tengo poi ad aggiungere che<br />

nessuno provi a toccare la famiglia : un<br />

valore che ho sempre difeso. Per me è<br />

sacra. S-a-c-r-a. Anzi, dice bene, noi aiuteremo<br />

le famiglie, torneremo ai valori del<br />

rispetto reciproco, della solidarietà, contro<br />

il materialismo bieco che caratterizza i<br />

nostri avversari politici. Rifonderemo la<br />

società e garantiremo benessere e felicità<br />

ai nostri figli !!!”<br />

L’argomentazione populista del finale<br />

strappò un caloroso applauso liberatorio<br />

dei presenti, i quali per un momento avevano<br />

visto disorientato il loro<br />

paladino:”Bravo!”, “Grande Presidente !” .<br />

Dopo aver schivato la seconda controdeduzione,<br />

fece per alzarsi e lasciare l’assemblea<br />

avendo intuito, da politico navigato<br />

qual’era, che la discussione poteva<br />

prendere una deriva poco favorevole.<br />

Ma proprio in quel momento, una timida<br />

ma ferma vocina dal centro della sala si<br />

levò:”Io non ho capito!”<br />

E poi un po’ più forte:” Io non ho capito!”<br />

Per quanto garbata, la domanda era stata<br />

posta in modo così ostinato che nessuno<br />

potè far finta di nulla. L’attenzione degli<br />

astanti si spostò verso la mano alzata del<br />

sig. G che chiedeva chiarimenti.<br />

Ripetè:”Non ho capito. Non mi sembra sia<br />

stato risposto alla domanda del signore di<br />

prima: cosa farà per chi ha perso il lavoro,<br />

per chi non lo trova, per le famiglie in difficoltà<br />

Non l’ha detto ! Mi dispiace, non<br />

l’ha detto ! Non c’entra niente la polemica<br />

politica o la solidarietà, penso che l’assemblea<br />

semplicemente si chieda se esistono<br />

delle soluzioni alla problematica della<br />

disoccupazione: a questa domanda deve<br />

rispondere”. La questione, nella sua innocente<br />

semplicità, rischiava di smontare<br />

l’impalcato del discorso presidenziale.<br />

Veniva posto un dubbio di cui tutti, in<br />

modo più o meno latente, avevano preso<br />

atto ma che si erano preparati a riporre<br />

silenziosamente nel luogo più recondito<br />

delle loro coscienze. G però aveva imparato<br />

che, anche quando difficilmente si<br />

riuscirà ad aver ragione, non bisogna mai<br />

rinunciare a protestare, e quindi disse<br />

quello che pensava nonostante quasi tutta<br />

l’assemblea, almeno a giudicare dagli<br />

applausi, apparentemente sembrava di<br />

parere opposto.<br />

Il Presidente cercò di sorvolare:”Guardi,<br />

avremo altre occasioni<br />

di incontro,<br />

adesso devo proprio<br />

andare . Grazie, grazie.<br />

Grazie a tutti”. E<br />

si alzò avviandosi<br />

decisamente all’uscita.<br />

Un’altra voce, però,<br />

con altrettanta cortesia<br />

e fermezza si<br />

levò mentre camminava<br />

tra le poltrone<br />

d e l<br />

cinema:”Presidente<br />

è vero, non ci ha<br />

risposto! Anche io<br />

non ho capito !” “ed<br />

un’altra ancora: ”Sì, è vero, non si è capito.”<br />

”Non l’ha detto, non ha risposto, non<br />

ci prenda in giro”.<br />

Il Presidente, di fronte a quel crescente<br />

numero di persone che chiedeva spiegazioni,<br />

velocizzò il passo :”Va bene, va<br />

bene, lo spiegheremo la prossima volta.<br />

Grazie, grazie a tutti!”<br />

E mentre si dileguava il chiacchiericcio<br />

nella sala man mano saliva di volume e si<br />

udivano commenti qualunquisti da quelle<br />

stesse persone che qualche minuto prima<br />

avevano applaudito:”Sono tutti uguali”,<br />

“Pensano solo alle poltrone”, “Meglio non<br />

andare a votare” e via dicendo.<br />

G se ne andò alla chetichella. Si sentiva un<br />

po’ in colpa per aver contribuito ad infiammare<br />

la serata, anche se si rendeva conto<br />

di aver semplicemente espresso ciò che<br />

forse tanti altri non osavano dire o addirittura<br />

pensare. Chissà quale paternale gli<br />

avrebbe riservato il sig. B quando lo avrebbe<br />

incontrato.<br />

Molto probabilmente questo esordio aveva<br />

bruciato ogni possibile impegno politico<br />

futuro: chi si sarebbe più fidato di uno che<br />

metteva in discussione le parole del<br />

Presidente della Regione In politica è<br />

meglio essere più accondiscendenti.<br />

Vabbè…. Se ne sarebbe fatto una ragione.<br />

Fece, come sempre, un breve resoconto<br />

alla sua signora, la quale, come sempre,<br />

scosse la testa in segno di disapprovazione.<br />

Il giorno delle elezioni il commendatore<br />

si riconfermò Presidente, e prese pure<br />

parecchi voti nel suo stesso paese:”Hai<br />

visto, che ti dicevo, tanto rumore per<br />

nulla” esclamò la signora D con tono di<br />

rimproverò, al che G sentenziò:”Ma…. Può<br />

darsi che sia il male minore !”.<br />

“Che vorresti dire che gli altri sono peggiori<br />

di questo ” chiese la signora D.<br />

“A giudicare dai voti, sì. Personalmente<br />

non lo so, non mi hanno più invitato alle<br />

assemblee…”


di Riccardo Consoli<br />

... continua dal numero 69<br />

I primi passi nella professione cominciò a<br />

muoverli nel 1941, allorquando fu ingaggiato<br />

da Lee Young, fratello di Lester,<br />

dal 1941 al 1943 fece parte dell’orchestra<br />

di Louis Armstrong e più tardi fu con<br />

Barney Bigard, suonò ancora con i fratelli<br />

Russell e Illinois Jacquet e dal<br />

1946 al 1948 nella grande formazione di<br />

Lionel Hampton per il quale scrisse<br />

anche molti arrangiamenti; a trent’anni il<br />

contrabbassista, che disponeva di molte<br />

esperienze alle spalle, veniva chiamato<br />

Baron Mingus per via della sua ammirazione<br />

per Duke Ellington. Per la casa<br />

discografica Debut, che aveva ambiziosi<br />

programmi, furono effettuate importanti<br />

registrazioni, una delle quali, sarebbe<br />

rimasta negli annali del Jazz, si tratta di<br />

quella tenuta a Toronto nel maggio del<br />

1953, da un quintetto riunito dallo stesso<br />

contrabbassista che, in quella occasione<br />

volle attorno a se il fior fiore dei musicisti<br />

Jazz dell’ultima generazione, fra i quali<br />

Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Bud<br />

Pawell e Max Rosch. Charles Mingus<br />

si fece promotore, oltre che animatore, di<br />

un gruppo di musicisti d’avanguardia che<br />

lavorò sotto la significativa insegna di Jazz<br />

Workshop - Laboratorio del Jazz, successivamente<br />

modificata in Composers’<br />

Workschop e quindi in Jazz<br />

Composeres Workschop che tennero i<br />

loro primi concerti nell’estate del 1953 al<br />

Putnam Central Club di Brooklyn e nei<br />

mesi successivi al Modern Art Museum<br />

di Manhattan dove suscitarono grande<br />

interesse. Dobbiamo osservare come il<br />

metodo seguito da Mingus nel creare<br />

musica somigliasse molto, ne poteva essere<br />

diversamente, a quello di Duke<br />

Ellington, ma a differenza di questo egli<br />

lascia largo spazio all’improvvisazione,<br />

eredità del Jazz di New Orleans e non<br />

utilizza mai i suoi solisti come fatto condizionante,<br />

viceversa crea quelle condizioni<br />

atte a mettere gli stessi nella migliore luce<br />

possibile, egli cercò sempre collaboratori<br />

che, disponendo di una voce strumentale<br />

ed uno stile, potessero adeguarsi con facilità<br />

a quelle che erano le sue idee. Proprio<br />

per questo motivo i gruppi formati da<br />

Mingus non soffrirono mai troppo per la<br />

perdita di un determinato solista e non<br />

cambiarono sound malgrado la rotazione<br />

dei loro componenti, peraltro, i rapporti fra<br />

il contrabbassista e i suoi musicisti furono<br />

spesso molto difficili e non di rado qualcuno<br />

di questi lo piantò in asso, altrettanto<br />

difficili furono i rapporti con i dirigenti delle<br />

case discografiche da lui invariabilmente<br />

definiti furfanti. Alla fine degli anni cinquanta<br />

del secolo scorso, Charles<br />

Mingus era ormai un magnifico contrabbassista,<br />

probabilmente superiore a qualunque<br />

altro per capacità tecniche, oltre<br />

che per la potenza e la bellezza dei suoni<br />

che riusciva a cavare dal suo strumento.<br />

Ascoltando la sua musica non si può non<br />

dare ragione a coloro i quali hanno voluto<br />

accostare il vulcanico contrabbassista al<br />

grande Duke Ellington, il gusto orchestrale<br />

e la grande capacità compositiva<br />

sono elementi comuni a questi due personaggi,<br />

infatti Mingus è stato, oltre che un<br />

virtuoso del suo strumento un compositore<br />

di primissimo piano, egli aveva una<br />

quasi venerazione per il Duca e non di<br />

certo un caso che una sua composizione<br />

avesse per titolo: Open letter to Duke.<br />

Agli inizi degli anni sessanta si verificarono<br />

due fatti piuttosto importanti nella vita dell’irrequieto<br />

musicista il primo fu l’iniziativa<br />

presa con la collaborazione parecchi musicisti<br />

famosi di indire, negli stessi giorni dell’annuale<br />

Festival del Jazz di Newport<br />

e nella stessa cittadina di Rhode Island,<br />

un contro festival per la difesa dei valori<br />

della miglior musica afro americana contro<br />

il dilagante commercialismo che inquinava<br />

la più importante manifestazione<br />

Jazzistica del mondo; il secondo, che<br />

servì a farlo conoscere molto meglio in<br />

Europa aumentandone il prestigio internazionale,<br />

fu la sua prima esibizione al di<br />

qua dell’Atlantico, sulla Costa Azzurra,<br />

dove era stato invitato dagli organizzatori<br />

del Festival del Jazz di Juan les Pins<br />

nei pressi di Antibes e dove si esibì con<br />

alcuni dei suoi fedeli collaboratori fra cui il<br />

trombettista Ted Curson e il saxofonista<br />

Booker Ervin. In Europa Mingus ritornò<br />

più volte tra il 1972 e il 1977 apparendo<br />

abbastanza discontinuo, tuttavia chi<br />

ebbe modo di ascoltarlo in Italia in quel<br />

periodo con un suo nuovo quintetto che<br />

comprendeva il saxofonista Gorge<br />

Adams e il pianista Don Pullen, ritrovò<br />

quell’ironico e vulcanico musicista dei<br />

grandi giorni, erano questi gli ultimi fuochi<br />

di una strepitosa carriera. Ormai semiparalizzato,<br />

seduto su una sedia a rotelle che<br />

non avrebbe più abbandonato, volle<br />

comunque partecipare alla registrazione di<br />

un disco dal titolo: Me, myself and eye che<br />

reca la sua firma e la sua chiara impronta,<br />

morì a Cuernavaca in Messico il 15 gennaio<br />

1979 dove si era recato accompagnato<br />

dalla moglie nel tentativo, andato fallito,<br />

di farsi curare da un guaritore indigeno.<br />

Poco prima della sua morte Charles<br />

Mingus aveva inciso un breve monologo<br />

in cui preannunziava la sua imminente<br />

fine, aveva anche dato disposizioni di ciò<br />

che si sarebbe dovuto fare della sua<br />

salma, si sarebbe dovuta cremare e<br />

disperdere le ceneri nelle acque del fiume<br />

Gange; il giorno in cui Mingus morì furono<br />

ritrovati su una spiaggia americana le<br />

carcasse di cinquantasei balene, proprio<br />

cinquantasei come i suoi anni, il suo corpo<br />

obeso poteva fare ben pensare ad una<br />

balena.<br />

La gente del Jazz restò notevolmente<br />

impressionata da questa coincidenza.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 37<br />

L’angolo del Bon Ton<br />

Cominceremo con questo<br />

articolo un viaggio<br />

attraverso tutto quello<br />

che concerne la preparazione<br />

di un matrimonio.<br />

Cercheremo, infatti, di<br />

scoprire tutti quei piccoli<br />

segreti che ci aiu-<br />

di Letizia Chilelli<br />

teranno a rendere il<br />

“giorno del sì”, una festa indimenticabile<br />

ma soprattutto irripetibile, unica e perfetta.<br />

Però, prima di parlarvi della vera e propria<br />

organizzazione vi regalo qualche piccola<br />

curiosità legata al matrimonio e ai<br />

suoi protagonisti.<br />

La parola Matrimonio deriva dal<br />

vocabolo latino Matrimonium, più<br />

precisamente dell’unione delle 2<br />

parole Mater=Madre e<br />

Munus=Dovere, il<br />

Matrimonium era quindi nel<br />

diritto romano un “Dovere<br />

della Madre”, si intendeva,<br />

cioè, un legame che rendeva<br />

legittimi i figli nati dall’unione.<br />

La sposa deve indossare il<br />

giorno delle nozze qualcosa<br />

di vecchio, di nuovo, di<br />

regalato, di prestato e di<br />

blu.<br />

Gli oggetti vecchio e nuovo simboleggiano<br />

il passaggio della fanciullezza al<br />

ruolo di sposa e di moglie.<br />

L’oggetto regalato rappresenta la futura<br />

ricchezza ed è una rivisitazione dalla tradizione<br />

Inglese di infilare nella scarpa della<br />

sposa una moneta da 6 pence.<br />

L’oggetto prestato esprime la volontà<br />

Il Matrimonio<br />

della sposa di far partecipare in maniera<br />

molto intima la persona cara che le ha prestato<br />

l’oggetto.<br />

La cosa blu, che spesso è la giarrettiera<br />

(che assolutamente non si lancia!!!) ricorda<br />

l’uso ebraico di ornare la sposa con un<br />

nastro azzurro che simboleggiava la purezza,<br />

l’amore e la fedeltà.<br />

E’ segno bene augurante se la sposa la<br />

mattina del matrimonio si sveglia al canto<br />

degli uccelli o se scopre un ragno tra le<br />

pieghe del suo vestito, inoltre porta fortuna<br />

il letto nunziale preparato da due<br />

donne vergini.<br />

La sposa dovrebbe indossare un vecchio<br />

velo preso in prestito da una donna felicemente<br />

sposata, si dice infatti, che la felicità<br />

e la fertilità di quella donna passino<br />

alla nuova sposa proprio grazie al velo.<br />

Il corteo nunziale: la sposa deve uscire<br />

dalla sua casa cominciando la<br />

sua uscita con il piede destro.<br />

Alla fine della cerimonia la<br />

sposa, dando le spalle al<br />

gruppo delle sue amiche,<br />

deve lanciare il suo bouquet.<br />

La ragazza che riesce ad<br />

afferrarlo (possibilmente<br />

senza resse!!) riceverà una<br />

proposta di matrimonio entro<br />

l’anno. Questa tradizione arriva direttamente<br />

dall’antichità dove i <strong>fiori</strong> che venivano<br />

impiegati per il bouquet erano i <strong>fiori</strong><br />

d’arancio che oltre a significare abbondanza,<br />

prosperità e felicità, accompagnavano<br />

proprio la proposta di nozze.<br />

Vediamo, ora, alcune curiosità sullo sposo.<br />

Il futuro marito deve avere 3 grani di<br />

sale nella<br />

tasca sinistra<br />

della<br />

giacca.<br />

Altro gesto<br />

che porta<br />

fortuna è<br />

offrire alla<br />

moglie dopo<br />

la Messa<br />

una spiga<br />

di grano.<br />

Questo rito,<br />

simboleggia<br />

la fortissima<br />

analogia tra la<br />

Terra e la donna.<br />

La Terra arata dopo aver ricevuto i chicchi<br />

di grano germoglia, così alla donna con il<br />

matrimonio viene affidato il compito di tramandare<br />

la vita.<br />

Sta allo sposo stappare la prima bottiglia<br />

di Champagne o di Spumante al ricevimento,<br />

avendo cura di colpire con il<br />

tappo (facendo attenzione a non mirare al<br />

viso) uno scapolo che così incontrerà entro<br />

l’anno la sua anima gemella.<br />

La sposa deve varcare la prima volta la<br />

soglia della sua futura casa in braccio al<br />

marito.<br />

Tradizione questa, ripresa dagli antichi<br />

Romani che facevano tutto ciò per evitare<br />

che la sposa inciampasse nell’abito varcando<br />

la porta, presagio questo infausto<br />

poiché stava a significare che le divinità<br />

della casa non la volevano accogliere.<br />

continua sul prossimo numero...<br />

Protegge i tuoi valori<br />

Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25<br />

01033 Civita Castellana (VT)<br />

Tel.0761.599444 Fax 0761.599369<br />

silviamalatesta@libero.it


38<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Per ricordare Don Marciano Ercolini<br />

Ufficiale e Sacerdote<br />

(terza parte)<br />

Il convoglio era<br />

composto dai piroscafi<br />

Piemonte,<br />

Ardenza, Italia,<br />

Crispi, Galilea e<br />

Viminale; tutte queste<br />

navi erano cariche<br />

di uomini e<br />

di Arnaldo Ricci<br />

arnaldo_ric@yahoo.it materiale.<br />

Le navi militari di<br />

scorta erano i cacciatorpediniere Sebenico,<br />

San Martino, Castelfidardo, Mosto e<br />

Bassini.<br />

La procedura della Regia Marina Italiana<br />

prevedeva che, qualora una nave appartenente<br />

ad un convoglio fosse stata colpita,<br />

una di scorta si doveva preoccupare dei<br />

soccorsi; il resto del convoglio doveva<br />

però proseguire spedito, verso la destinazione<br />

finale alla massima velocità; adottando<br />

questa procedura, diminuivano le<br />

probabilità di perdere altre navi.<br />

Subito dopo il siluramento della Galilea, il<br />

comandante verificò la distanza da terra;<br />

essa era circa 9 miglia marine dalle isole<br />

Paxos ed Antipaxos; poi stimò il danno del<br />

siluro nemico e capì subito che la nave<br />

sarebbe affondata in due o tre ore; constatato<br />

che in sala macchine i motori<br />

erano ancora efficienti, dette ordine di dirigersi<br />

verso terra ma purtroppo il meccanismo<br />

del timone e governo nave era irrimediabilmente<br />

fuori uso! Ormai la nave<br />

era solo in balia delle onde altissime e la<br />

manovra non andò a buon fine.<br />

Il cacciatorpediniere di scorta incaricato<br />

dei soccorsi Mosto ( da non confondere<br />

con la Ca da Mosto già affondata nel 1941)<br />

tentava di accostarsi ma la manovra non<br />

riusciva a causa del mare mosso; fra l’altro<br />

la nave di scorta poteva avvicinarsi solo<br />

per pochi minuti, doveva poi ripartire ad<br />

alta velocità per evitare a sua volta di<br />

essere colpita dal sommergibile o sommergibili<br />

nemici; quella notte non si conosceva<br />

la forza d’attacco nemica…….solo<br />

dopo alcuni giorni si seppe che era composta<br />

da un solo battello.<br />

Il comandante della Galilea, vista la situazione,<br />

radunò i suoi ufficiali e quelli dei<br />

militari passeggeri (compreso il Ten. Don<br />

Marciano) informandoli di iniziare le procedure<br />

di abbandono nave.<br />

Nonostante la confusione ed il caos che si<br />

era creato, Don Marciano riunì i suoi Alpini<br />

sul ponte della nave, i quali erano già consapevoli<br />

che essa doveva affondare.<br />

Benché egli, come da lui affermato successivamente,”<br />

impietrito dalla paura”,<br />

pronunciò loro con estremo coraggio le<br />

seguenti parole: “……... soldati, commilitoni……..<br />

Alpini….…. eleviamo il<br />

nostro pensiero affettuoso ai nostri<br />

cari, che forse ci aspetteranno invano;<br />

alla patria che abbiamo servito<br />

con lealtà ed onore; a Dio perché<br />

abbia pietà e misericordia di<br />

noi……..dal profondo dei nostri cuori<br />

salga a Dio, un atto di pentimento<br />

per le nostre debolezze!.............” poi<br />

fece inginocchiare tutti e continuò:<br />

“…….mio Dio mi<br />

pento dei miei<br />

peccati…………”<br />

ed infine disse in<br />

lingua latina: “……<br />

ego vos absolvo<br />

ad omnibus peccatis<br />

vestris, in<br />

nomine Patris et<br />

Filii et Spiritus<br />

Sancti….”.<br />

Appena Don<br />

Marciano ebbe pronunciato<br />

l’ultima<br />

parola, immediatamente<br />

fu diramato<br />

l’ordine del “ si<br />

salvi chi può “.<br />

Alcune scialuppe di salvataggio si sfasciarono<br />

contro le pareti della nave, mentre<br />

venivano calate piene di uomini che finirono<br />

inesorabilmente fra le onde paurose del<br />

mare. Tutti, a bordo della nave, avevano<br />

indossato i giubbotti di salvataggio e quelli<br />

che ebbero il coraggio, si buttarono a<br />

mare; solo due o tre lance raggiunsero il<br />

mare in modo regolare, le altre si rovesciarono<br />

rovinosamente; Il comandante<br />

incitava tutti a buttarsi in acqua prima che<br />

la nave iniziasse ad affondare, risucchiando<br />

uomini e zattere di salvataggio; alcuni<br />

si buttarono altri no.<br />

La nave cacciatorpediniere Mosto rimasta<br />

a prestare il difficile soccorso, ne issava a<br />

bordo pochi alla volta; il buio era pesto e<br />

l’acqua era ad una temperatura di 3 o 4<br />

gradi sopra lo zero; la corrente intanto trascinava<br />

via dal luogo del disastro uomini,<br />

zattere e suppellettili galleggianti.<br />

Le manovre della nave di scorta erano difficilissime;<br />

si rischiava di far finire sotto le<br />

eliche i naufraghi che venivano ripescati al<br />

buio.<br />

Le operazioni di salvataggio continuarono<br />

fino alle ore 03.00 del giorno successivo,<br />

dopodichè la Mosto si dovette allontanare<br />

perché la Galilea stava inabissando.<br />

Quando scomparve fra le onde alle ore<br />

03.30 del 29/03/1942, vi erano ancora<br />

a bordo circa 300 uomini compreso il<br />

comandante che non volle<br />

abbandonare la nave, andando<br />

incontro a morte certa.<br />

Intanto le richieste di aiuto<br />

precedentemente trasmesse<br />

via radio da tutte le navi che<br />

facevano parte del convoglio,<br />

erano arrivate alle autorità<br />

preposte sia a Bari che a<br />

Patrasso.<br />

Da varie basi della Grecia partirono<br />

alcuni MAS (motoscafo<br />

anti sommergibile) e l’incrociatore<br />

ZARA.<br />

Da Brindisi partì anche un<br />

grosso idrovolante Can Z, del<br />

soccorso aereo della Regia<br />

Aeronautica, con le insegne<br />

della Croce Rossa.<br />

La Mosto alle prime luci dell’alba intensificò<br />

le operazione di salvataggio, ma ormai<br />

quando la luce del giorno illuminò il luogo<br />

del disastro, ci si rese conto che erano<br />

rimasti pochi uomini ancora da<br />

salvare.L’idrovolante di soccorso arrivò in<br />

prima mattinata ma la sfortuna volle che si<br />

rovesciasse in avanti durante la fase di<br />

ammaraggio e diventasse inutilizzabile; il<br />

suo equipaggio era di quattro avieri che si<br />

Pietro Comite<br />

taglia il<br />

traguardo in<br />

una maratona<br />

insieme a<br />

Gianni<br />

Morandi,<br />

entrambi<br />

appassionati di<br />

questo sport


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 39<br />

trasformarono a loro volta in naufraghi!<br />

Quando alle ore 14.00 del 29.03.1942<br />

arrivò sul luogo del disastro anche l’incrociatore<br />

Zara non c’era più nessuno da salvare;<br />

la corrente aveva portato via tutto,<br />

sia i morti che i vivi ed anche i relitti. Le<br />

ricerche degli eventuali sopravvissuti, in<br />

tutte le direzioni, continuarono senza<br />

sosta, in collaborazione con alcuni Mas; si<br />

doveva far presto perché le acque fredde<br />

erano la principale causa di morte.<br />

Don Marciano, aggrappato ad un relitto, fu<br />

ripescato da un MAS (a circa 15 miglia dal<br />

luogo preciso dell’affondamento) la mattina<br />

presto del 30/03/1942 ed al momento<br />

di issarlo a bordo era semi assiderato e<br />

svenuto.<br />

Il bilancio finale del disastro come precedentemente<br />

detto fu di circa 900 persone<br />

decedute, di cui sempre circa, 600 Alpini<br />

del battaglione Gemona della Julia, 21<br />

Ufficiali, 18 Sottufficiali, alcuni Carabinieri,<br />

Bersaglieri, civili dell’equipaggio, e prigionieri<br />

greci. Si salvarono solo 273 persone!<br />

Ecco di seguito cosa scrisse Giulio<br />

Bedeschi nel suo libro a proposito della<br />

tragedia della Galilea:<br />

“………Le navi procedevano in convoglio<br />

faticosamente nel mare in<br />

tumulto. Invertivano la rotta, facevano<br />

il respiro affannoso per lunghe<br />

corse qua e là sul mare: segno che<br />

annusavano pericoli in fittissimo<br />

buio. Ma quando la notte è più fonda,<br />

la tempesta più furiosa, il freddo più<br />

intenso, l’acqua più insidiosa, un<br />

boato rintrona e si diffonde sulla<br />

superficie del mare.<br />

…….La lotta contro il mare in tempesta<br />

ferve intorno alla nave squarciata,<br />

gli equipaggi si prodigano in tentativi<br />

spasmodici, ma la vio lenza<br />

delle onde non tollera accostamenti…....<br />

……...Il GALILEA non raggiungerà<br />

più le sponde dell’Italia e il<br />

Battaglione Gemona non rivedrà più<br />

la Patria….…….”<br />

Il Ten. Cappellano Don Marciano, in seguito<br />

fu curato in diversi ospedali militari; si<br />

salvò ma la sua voce rimase compromessa<br />

per sempre!<br />

Nel dopo guerra fu nominato Cappellano<br />

dell’ospedale Andosilla di Civita Castellana<br />

e la sua figura è rimasta per sempre associata<br />

a quella struttura ospedaliera; oserei<br />

dire, senza tema di essere smentito, che<br />

dopo il Prof. Vincenzo Ferretti, la figura più<br />

emblematica del nostro ospedale è stata<br />

ed è senz’altro, quella di Don Marciano<br />

Ercolini.<br />

Dall’anno 1947 in poi, tutti gli anni, il 28<br />

marzo viene commemorato il triste evento<br />

della perdita degli Alpini del Gemona.<br />

In varie località del Friuli e del Veneto, a<br />

tutt’oggi, si celebrano cerimonie a ricordo<br />

del triste avvenimento.<br />

continua con la quarta ed ultima parte<br />

sul prossimo numero....<br />

RICERCHIAMO CORRISPONDENTI E<br />

COLLABORATORI per il settore commerciale,<br />

nei paesi in cui <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> è distribuito,<br />

perchè vogliamo che diventi ancor più<br />

la rivista della tua città!<br />

L’universo femminile della lettura<br />

Forse non sapevate che il mondo femminile supera nella lettura quello maschile. Il sorpasso è avvenuto alla fine degli anni ’80,<br />

quando anche per le donne l’accesso all’istruzione è diventato una prassi. Le statistiche dimostrano che il 73% delle ragazze tra<br />

gli 11 e i 14 anni apre i primi libri di lettura ed il 16% di esse diventano delle grandi lettrici. I più scelti dalle donne sono i<br />

romanzi italiani, i gialli e i noir ed i titoli del momento sono: “Due” di Nemi Rovsky, “Meccanica celeste” di Maurizio<br />

Maggiani, “Il peso della farfalla” di Erri De Luca, “Dama della finestra” di Catherine Deme, “La parola dentro la camorra”<br />

di Roberto Saviano e “Cotto e mangiato” di Benedetta Parodi. Dunque una scelta<br />

molto vasta che spazia dal romantico all’impegnato. Il record delle lettrici lo detiene<br />

il Trentino Alto Adige, con il 60%, mentre la Sicilia è all’ultimo posto, con il 31,6%.<br />

Il primato europeo è in mano alle svedesi, seguono le danesi e le olandesi, mentre<br />

l’Italia è solo ventunesima.<br />

Anche nella nostra libreria abbiamo più lettrici donne, alle quali questo mese consiglio<br />

di leggere due romanzi che ho trovato simili ed entrambi bellissimi, dove il tempo, il<br />

saperlo apprezzare, il non sprecarlo e, soprattutto, il condividerlo con chi lo merita,<br />

non sempre è del tutto chiaro nel vivere quotidiano, e in questi due racconti, anche<br />

se in modo diverso, ci viene data un’ultima possibilità, ci viene regalato il tempo. Si<br />

tratta di: “Il dono” di Cecilia Hhern e “Chi ama torna sempre indietro” di<br />

Guillaime Musso. Leggeteli e continuate a seguirci e a visitare il nostro punto vendita,<br />

dove potrete trovare tutti i libri che vorrete.


40 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

“A CHE SERVE ‘STA MACCHINETTA”<br />

SPESSO, PER MOLTE PERSONE, L’UTILIZZO DI STRUMENTI IN FISIOTERAPIA RIMANE UN MISTERO…<br />

a cura del Dott.<br />

Patrizio Lazzarini,<br />

fisioterapista<br />

Quando applichiamo<br />

un macchinario,<br />

molte volte noi fisioterapisti<br />

ci sentiamo<br />

fare queste domande:<br />

a che serve sta<br />

macchinetta Ma che<br />

brucia Me farà bene<br />

o male E’ importante<br />

e giusto sapere l’utilita’<br />

di questa terapia<br />

fisica strumentale<br />

e tra i macchinari più utilizzati troviamo i<br />

seguenti:<br />

TENS - Si tratta di una terapia strumentale<br />

antidolorifica che utilizza correnti rettangolari<br />

bifasiche. Si applica attraverso elettrodi<br />

che vengono posizionati sulla cute<br />

secondo schemi precisi. Le correnti così<br />

prodotte agiscono sule fibre nervose sensitive<br />

innalzando la soglia del dolore del<br />

paziente e favorendo la liberazione di<br />

endorfine (sostanze antidolorifiche).<br />

Durante le applicazioni viene spesso<br />

avvertito un lieve pizzicore.<br />

ULTRASUONI(US) - Sono vibrazioni acustiche,<br />

non percepibili all’orecchio umano<br />

e che si diffondono sotto forma di onde di<br />

compressione e decompressione. Gli effetti<br />

in fisioterapia sono legati principalmente<br />

ad un aumento del metabolismo dei tessuti<br />

e dell’attività cellulare, un aumento del<br />

flusso sanguigno per vasodilatazione, un<br />

aumento della permeabilità capillare, un<br />

aumento della soglia del dolore, un<br />

aumento dell’estensibilità e dell’elasticità<br />

del tessuto fibroso.<br />

LASER - E’ un’amplificazione della luce<br />

ottenuta per emissione di radiazioni.<br />

Esistono diverse tipologie di Laser, ad<br />

esempio il Laser scanner viene utilizzato<br />

soprattutto quando l’area di trattamento è<br />

abbastanza estesa; tanto per fare degli<br />

esempi una lombalgia o cervicalgia cronica,<br />

una distorsione di caviglia o nell’immediato<br />

post-operatorio di una ricostruzione<br />

di crociato.<br />

IONOFORESI- È una tecnica terapeutica<br />

che utilizza un generatore di corrente continua,<br />

attraverso la quale vengono veicolati<br />

dei farmaci sotto forma di ioni. Si applica<br />

attraverso degli elettrodi cutanei intrisi<br />

del farmaco che in questo modo<br />

raggiunge l’interno dei tessuti<br />

nei quali ha sede l’affezione<br />

patologica. Il paziente avverte in<br />

genere un leggero pizzicore. I<br />

farmaci più utilizzati sono in<br />

genere antiinfiammatori non steroidei,<br />

cortisonici e chelanti del<br />

calcio.<br />

IPERTERMIA - Si definisce<br />

“termoterapia endogena” il calore<br />

che si sviluppa all’interno dei<br />

tessuti, attraverso la conversione<br />

di un’altra forma di energia.<br />

Quando il trattamento di termoterapia è<br />

ben controllato sia come incremento di<br />

temperatura sia come localizzazione e profondità<br />

viene usato il termine di ipertermia.<br />

In questo caso l’energia utilizzata è<br />

quella elettromagnetica. L’effetto fisiologico<br />

principale è la vasodilatazione del tessuto<br />

che subisce il riscaldamento.<br />

L’ipertermia è indicata in caso di rigidità e<br />

manifestazioni dolorose post-traumatiche,<br />

artropatie croniche e degenerative, borsiti,<br />

sindromi canalicolari, mialgie e fibromialgie,<br />

rachialgie, lombalgie e lombosciatalgie,<br />

flogosi profonde a lenta risoluzione,<br />

esiti di edemi ed ematomi tendenti a cronicizzare,<br />

peritendiniti croniche e tendinosi.<br />

ELETTROSTIMOLAZIONE - Si tratta di<br />

terapia fisica tra le più diffuse che prevedoe<br />

l’uso di correnti eccitomotorie ad onda<br />

quadra bifasica, in grado di produrre una<br />

contrazione muscolare. Può essere applicata<br />

a muscoli normoinnervati, parzialmente<br />

innervati o denervati utilizzando<br />

programmi specifici. Si rivela utile soprattutto<br />

nelle prime fasi della<br />

riabilitazione.<br />

MAGNETOTERAPIA<br />

Nella magneto-terapia si<br />

utilizzano gli impulsi elettromagnetici<br />

a bassa frequenza<br />

al fine di dare un notevole<br />

aiuto nella cura di<br />

diverse sintomatologie<br />

legate a stati infiammatori o<br />

a patologie ossee. I campi<br />

magnetici vengono impiegati<br />

nella fisioterapia ormai<br />

da qualche decennio perchè<br />

gli impulsi elettromagnetici, eccitando<br />

le cellule, aiutano la rigenerazione dei tessuti<br />

ossei e cutanei, migliorano la<br />

circolazione sanguigna e stimolano la produzione<br />

di endorfine da parte del sistema<br />

neurovegetativo, riducendo, in tal modo, il<br />

dolore che accompagna inevitabilmente lo<br />

stato infiammatorio. La magnetoterapia,<br />

infine, stimola l’assimilazione del calcio,<br />

importante per le ossa che, rinforzandosi ,<br />

saranno meno soggette a fratture o a<br />

malattie degenerative, come l’osteoporosi.<br />

Una paziente sta eseguendo<br />

un trattamento con la tens<br />

Gioielli Acciao e Argento


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 41<br />

CIVITONICI ILLUSTRI<br />

DON ANTONIO CARDINALI<br />

(1884-1948)<br />

Nel Marzo 2010, con la premiazione degli<br />

studenti del Liceo Artistico “U. Midossi”<br />

partecipanti alla realizzazione del Logo<br />

Ufficiale dell’Anno dei Cosmati, sono iniziate<br />

formalmente le celebrazioni per l’Ottavo<br />

Centenario dell’Edificazione della<br />

Cattedrale di Santa Maria Maggiore, 1210-<br />

2010, che nel mese di Settembre culmineranno<br />

con un importante convegno di<br />

studi a cui parteciperanno insigni studiosi<br />

e cattedratici provenienti dalle più importanti<br />

università Italiane ed Europee.<br />

Una fondamentale occasione per Civita<br />

Castellana, al fine di avviare il tanto<br />

decantato ed auspicato, decollo culturale e<br />

turistico.<br />

Nel contempo l’Amministrazione Comunale<br />

e la Curia Diocesana hanno dato avvio ad<br />

una serie di conferenze sulla storia dell’insigne<br />

monumento cittadino, relativamente<br />

all’analisi storica di determinati aspetti<br />

architettonici ed artistici, sculture-tiburiocampane,<br />

legati alla sua realizzazione<br />

avvenuta nel lontano 1189.<br />

La figura di Don Antonio CARDINALI,<br />

per 24 anni Vicario Parroco della<br />

Cattedrale, sembra per certi versi dimenticata<br />

dal turbine di teorie e analisi artistiche<br />

proposte delle varie conferenze, anzi<br />

relegata ai margini dalle celebrazioni in<br />

atto, ma per gli studiosi della storia dell’architettura,<br />

un punto di riferimento e<br />

uno stella polare più viva che mai, grazie<br />

ai suoi fondamentali studi sulla Cattedrale<br />

che a distanza, ormai, di più di settant’anni,<br />

mantengono intatta la loro vivacità culturale,<br />

storica e documentaria.<br />

Don Antonio nasce a Civita Castellana il 7<br />

Aprile 1884.<br />

Compie gli studi ginnasiali e classici presso<br />

il Seminario dei Padri Gesuiti al Collegio<br />

Romano, in Piazza di Sant’Ignazio in<br />

Roma.Prosegue gli studi e il seminario,<br />

nella Pontificia Università Gregoriana di<br />

Roma.<br />

Ritorna nel 1910 in Civita Castellana, come<br />

Canonico della Cattedrale, dove rimarrà<br />

fino alla sua scomparsa.<br />

Accanto alla sua attività di apostolato e<br />

preghiera, Don Antonio portò avanti tutta<br />

una serie di ricerche sulla Cattedrale, culminate<br />

nella pubblicazione di due importanti<br />

libri: nel 1930, “I Santi Marciano e<br />

Giovanni. Atti del loro martirio e<br />

culto in Civita Castellana con note<br />

storiche ed archeologiche” e qualche<br />

anno più tardi, “Cenni storici della<br />

Chiesa Cattedrale di Civita<br />

Castellana”, pubblicato in occasione<br />

delle celebrazioni dell’Anno Eucaristico del<br />

1935.<br />

Nel testo dedicato ai SS. Martiri Marciano<br />

e Giovanni, ripercorre tutta la storia documentaria<br />

sul celebre martirio, dagli atti originari<br />

per arrivare alla traslazione e prima<br />

invenzione dell’anno 1001, alla successiva<br />

seconda invenzione del 1230 e, infine, alla<br />

terza ed ultima invenzione del 1749 sotto<br />

il Vescovo Lanucci.<br />

Un testo dove la ricchezza documentaria si<br />

coniuga ad una perfetta sintesi storica e<br />

descrittiva.<br />

Nel secondo libro, viene compiutamente<br />

analizzata la storia dell’edificazione della<br />

Cattedrale, dalla fabbrica medioevale ai<br />

restauri del 1735/’40 voluti dal Vescovo<br />

Tenderini su progetto dell’Architetto<br />

Romano Gaetano Fabrizi.<br />

In particolare pone l’accento sullo stato<br />

originario della Chiesa medioevale, così<br />

come descritto nella celebre Visita<br />

Pastorale del Vescovo Tenderini del 5<br />

Febbraio 1738.<br />

Su questa importante relazione notarile,<br />

ampiamente citata dal Cardinali, si stanno<br />

dibattendo studiosi e teorie delle più<br />

disparate: dagli accusatori del Cardinali di<br />

aver alterato e manomesso i dati contenuti,<br />

per giungere a chi contesta la sua stessa<br />

esistenza negli archivi.<br />

Ricerche archiviali hanno comunque attestato<br />

la sua esistenza.<br />

Resta, comunque, un valore fondamentale<br />

che è poi il grande merito storico del<br />

Cardinali: aver posto alla base della ricerca<br />

storica non soltanto la lettura dell’opera<br />

d’arte sotto l’aspetto simbolico ed artistico,<br />

ma quello documentario, basato sull’attenta<br />

e puntuale ricerca d’archivio<br />

quale momento fondante di ogni analisi<br />

artistica e storica.<br />

Nel 1948, per alterne vicende dovute ai<br />

tragici tempi, il vasto archivio di Don<br />

Antonio è andato completamente perduto<br />

e rimangono tracce soltanto di alcune<br />

pubblicazioni estremamente preziose sulla<br />

storia di Civita Castellana.<br />

Muore il 14 Aprile 1948.<br />

Prof. Architetto<br />

Enea Cisbani<br />

Nel cuore<br />

Al compianto Mario Domizi morto a Civitacastellana<br />

all’età di 96 anni il 05/04/2010.<br />

“ Caro Mario......ora che sei ritornato presso la casa del Padre..........<br />

tuo Figlio e figlie, i tuoi generi, la tua nuora, i tuoi nipoti, i tuoi parenti<br />

e tutti i conoscenti, ti ricorderanno per sempre. La tua lunga vita<br />

di 96 anni, tutta vissuta nel rispetto della fede Cristiana da Te tramandata<br />

ai tuoi familiari e discendenti, sia di esempio nel cammino futuro<br />

per tutti quelli che ti hanno conosciuto, con particolare augurio per le<br />

giovani generazioni....”


42<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Il giornalino<br />

Inserto speciale di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> dedicato ai più piccoli (Anno 2010 – N. 1)<br />

Gruppo di lavoro: Andrea Bernacchi, Patrizia Caprioli, Elisa Ermini, Marcello Ernoni, Barbara Lucarelli, Paola Marini.<br />

Responsabile del gruppo: Stefania Tabacchini. Coordinatore del progetto: Giovanni Francola.Grafica: Monia Tamburi.<br />

Il mondo pulito di Alice<br />

“Chissà cosa dovrà dirmi Noemi di Così importante”, pensa Alice tra sé e sé mentre si trova in classe,<br />

in attesa che arrivi l’ora della ricreazione.<br />

Finalmente suona la campanella ed Alice e Noemi s’incontrano! “Alice hai saputo la novità Sta per iniziare<br />

la raccolta differenziata dei rifiuti. D’ora in poi non dovremmo più gettarli tutti insieme, ma ci<br />

saranno degli appositi contenitori dove andranno gettati i rifiuti divisi per categoria!”<br />

Alice dubbiosa si guarda intorno e non trovando più il cestino al solito posto lascia cadere a terra la<br />

carta della sua colazione quando all’improvviso le appare una fatina: “Alice, ma cosa fai”.<br />

“Non riesco più a trovare il cestino dove ogni giorno gettavo la carta della mia colazione…”, risponde.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 43<br />

“Eco-bimbi”<br />

La fatina sorride e le dice: “Ma non hai capito cosa ti ha detto la tua amica Raccogli la carta che hai<br />

gettato in terra e seguimi, ti spiegherò io come fare”.<br />

Arrivate di fronte ai nuovi cesti dell’immondizia, la fatina con la sua bacchetta magica le indica quello<br />

per la carta. “Guarda è semplicissimo! Ogni contenitore raccoglie un tipo di materiale diverso!”<br />

Alice getta la sua carta nel contenitore giusto: “Grazie fatina, avevi ragione, è davvero semplice!” .<br />

Alice, contenta di sapere che così potrà aiutare la natura, ora insegnerà anche ai suoi amici come fare.<br />

L’ANGOLO DEL PROF. A cura di Patrizia Caprioli.<br />

Mini spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!), da poter usufruire come supporto<br />

didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti.<br />

INNOVASCUOLA: http://www.innovascuola.gov.it/ è il portale per tutti i docenti, gli studenti e<br />

le famiglie che vogliono scoprire nuovi modi di conoscere e di apprendere.<br />

Indovina... indovinello...<br />

Una gallina cammina, cammina,<br />

quando vede un ponte e un cartello<br />

con su scritto “non passare”.<br />

Cosa fa<br />

II primi 3 che comunicheranno in redazione al<br />

numero 0761.513117, la risposta esatta riceveranno<br />

un regalo dal Covo della Bomboniera.<br />

Inoltre... per ogni 30 € di spesa un<br />

piccolo regalo ai clienti


44 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Associazione Artistica Ivna<br />

LA FOTOGRAFIA ARTISTICA DI ALESSIO CAON<br />

di Alfredo<br />

Mercutello<br />

Alessio Caon è un fotografo.<br />

E’ un fotografo<br />

che sa fare le foto.<br />

Sembrerà ovvio direte!<br />

A questo punto facciamo<br />

una distinzione.<br />

Fondamentale nel<br />

mondo dell’arte è riuscire<br />

ad essere artisti.<br />

Ovvio anche ciò.<br />

Sembrerebbe!<br />

E’ il particolare che fa la<br />

differenza. Un aggettivo, volutamente<br />

omesso per distinguerlo. Egli è un fotografo<br />

artistico. Ecco il particolare, ovvero la<br />

differenza, che intercorre fra un’ esecuzione<br />

qualunque ed un’ opera d’arte. Quel<br />

tocco magico, quel non so che di artistico,<br />

che la rende unica, che la rende vicina e<br />

che smuove anche forse il più recondito<br />

dei sentimenti.<br />

In una parola:<br />

INCANTO<br />

Le foto artistiche di Alessio Caon meritano<br />

questo appellativo. Abbiamo voluto introdurre<br />

con una metafora l’essenza della<br />

fotografia, ovvero, immortalare l’attimo,<br />

altresì il particolare.<br />

Cosa fa l’artista<br />

Fa le medesime attività di tutti, attivandosi<br />

affinchè la sua passione abbia un luogo<br />

predominante nei suoi pensieri.<br />

L’artista va oltre, si ferma per istanti più o<br />

meno lunghi ed esplica il suo talento.<br />

Ci ha raccontato Alessio, che ovunque egli<br />

si trovi, se qualcosa lo attira e vede in un<br />

particolare, la possibilità di fermarlo nel<br />

tempo, egli prende la macchina e scatta<br />

una foto. La sua è una esigenza, una vocazione.<br />

Alessio, esprime con la fotografia<br />

sentimenti ed emozioni, come la pace, la<br />

tranquillità e la bellezza.<br />

Non ha stimoli dalla tristezza. Per lui è una<br />

gioia la foto e ha il desiderio di trasmetterla<br />

attraverso i suoi scatti. Ci dice che<br />

con essa può toccare il cuore e dare adito<br />

alle più molteplici interpretazioni soggettive.<br />

Non si limita a degli scatti isolati, il suo<br />

intento è quello di creare delle storie, un<br />

filo conduttore, un’analisi dettagliata di un<br />

pensiero che in quei momenti, affiora nella<br />

sua mente. Abbiamo visto la sua raccolta<br />

di immagini “ Indietro nel tempo “attraverso<br />

la quale vuole raccontarci com’era il<br />

mondo prima, durante e dopo la seconda<br />

guerra mondiale. Con uno scopo ben preciso:<br />

sicuramente quello di far riflettere e,<br />

quindi, poi scrivere nei cuori di ognuno di<br />

noi le risposte. Alessio afferma che la fotografia<br />

è un quadro reale. Molteplici sono i<br />

suoi progetti che via via conta di portare a<br />

compimento e desidera che questa passione<br />

possa divenire, in un futuro non lontano,<br />

la sua principale attività. Ha vissuto il<br />

passaggio tra la tecnologia analogica e<br />

quella digitale, confermando che la vera<br />

foto è quella su pellicola. Afferma che la<br />

pellicola è come l’occhio; è fedele, non<br />

altera l’immagine.<br />

L’appassionato distingue sempre i due tipi<br />

di foto dai giochi di luce, dai dettagli e dai<br />

colori. Afferma che i colori della pellicola<br />

sono più saturi, più morbidi, più caldi, più<br />

reali. Ci dice che egli sia contrario al ritocco<br />

fotografico. Quando inquadra un soggetto,<br />

di solito gli basta uno scatto per<br />

raggiungere il suo scopo.<br />

Alessio ci confida, inoltre, di amare le foto<br />

spontanee, preferibilmente senza posa.<br />

Abbiamo apprezzato il suo entusiasmo e il<br />

suo sogno di diventare, un fotografo sull’onda<br />

di quelli di National Geographic.<br />

Un’ eccellente aspirazione.<br />

Questo è l’augurio che gli facciamo, mentre<br />

aspettiamo con ansia, che egli ci illumini<br />

con alcuni dei suoi scatti migliori.


Circoscrizione della cattedra<br />

ambulante di Civita Castellana<br />

Era necessario migliorare l’allevamenteo<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 45<br />

di<br />

Francesca Pelinga<br />

Finalmente fra il 1904<br />

e 1905 il sindaco<br />

Midossi riuscì ad avere<br />

finalmente una cattedra<br />

ambulante a Civita<br />

alla quale furono affidati<br />

i comuni di Civita<br />

Castellana, Calcata,<br />

Faleria, Fabrica di<br />

Roma, Corchiano,<br />

Nepi, Castel S. Elia<br />

(mandamento di<br />

Civita), S.Oreste (mandamento di<br />

Castelnuovo di Porto), Mazzano (mandamento<br />

di Campagnano), Monterosi, (mandamento<br />

di Campagnano), Rignano (mandamento<br />

di Castelnuovo di Porto),<br />

Carbognano (mandamento di Ronciglione).<br />

In seguito ai buoni risultati ottenuti, la onorevole<br />

Deputazione provinciale di Roma<br />

credette opportuno nel 1906 affidare alle<br />

cure della cattedra di Civita di cui era direttore<br />

il dott. Bozzoni, anche il mandamento<br />

di Castelnuovo di Porto con i seguenti<br />

comuni: Castelnuovo di Porto, Civitella San<br />

Paolo, Fiano Romano, Filacciano,<br />

Leprignano, Morlupo, Nazzano, Ponzano<br />

Romano, Riano, Scrofano e Torrita Tiberina.<br />

La situazione nell’agro falisco non era certo<br />

delle migliori, anche se l’agricoltura rappresentava<br />

la principale fonte di ricchezza, l’allevamento<br />

del bestiame era legato alle esigenze<br />

della locale agricoltura, mentre tutte<br />

le altre destinazioni come la produzione del<br />

latte,di carne erano completamente sconosciute.<br />

Il sistema di allevamento era<br />

allo stato brado o semi brado, le stalle<br />

degli animali erano tenute in condizioni<br />

poco igieniche, molto spesso in<br />

grotte scavate nel tufo prive di aria e<br />

di luce. Il numero dei cavalli era limitato, il<br />

mulo invece era un animale molto ricercato<br />

poiché serviva da mezzo di trasporto nel<br />

nostro territorio abbastanza accidentato.<br />

Anche l’allevamento dei bovini di razza<br />

maremmana romana non era troppo sviluppato<br />

e, nonostante l’estensione del territorio<br />

civitonico, la carne da consumo veniva<br />

importata dai mercanti dell’Umbria.<br />

L’allevamento degli ovini aveva, invece, una<br />

certa importanza e si contavano circa 6000<br />

pecore che nei mesi d’estate emigravano<br />

nell’Appennino centrale per<br />

la montificazione. Il formaggio<br />

era di ottima qualità<br />

e la lana era molto ricercata<br />

sul mercato di Roma,<br />

gran parte dei terreni venivano<br />

concimato con il letame<br />

pecorino; vi era anche<br />

una piccola mandria di<br />

capre il cui latte era molto<br />

apprezzato dai civitonici.<br />

L’allevamento suino era rappresentato da<br />

parecchie mandrie di scrofe però non sufficienti<br />

per il mercato e quindi molti maialetti<br />

venivano importati dall’Umbria e dalle<br />

Marche per essere allevati, la produzione di<br />

animali da cortile era quasi nulla. A Civita<br />

non mancavano i terreni pascolivi, ma<br />

bisognava diffondere erbe foraggere<br />

così che il bestiame si sarebbe duplicato,<br />

bisognava inoltre risanare le<br />

stalle, per evitare il diffondersi delle<br />

malattie infettive come il carbonchio<br />

ematico e sintomatico che faceva strage<br />

degli armenti. Migliorando le condizioni<br />

i mercati e le fiere ne avrebbero incrementato<br />

i vantaggi al produttore e<br />

potevano sorgere nuovi rami dell’industria<br />

quali la fabbricazione di formaggi, burro e<br />

l’esportazione di latte fresco. L’iniziativa<br />

della cattedra dell’agricoltura, con l’appoggio<br />

del sindaco e del presidente del<br />

Consorzio Agrario e di volenterosi allevatori,<br />

fece si che a Civita qualcosa si stava<br />

facendo, si era fatto anche esperienze di<br />

concimazione chimica e si erano impiantati<br />

dei campi sperimentali nei terreni concessi<br />

dal Conte Feroldi De Rosa, dal Cav.<br />

Salvatore Salvatori, direttore delle<br />

“Fabbriche riunite di Ceramica”, e da ortolani<br />

come Luciano D’Alessio. Anche la<br />

Cooperativa Ceramista operaia, il cui direttore<br />

era Casimiro Marcantoni, aveva messo<br />

a disposizione per la coltura sperimentale<br />

tutta la terra annessa allo stabilimento.<br />

Visto l’entusiasmo con cui i nostri contadini<br />

possidenti misero in pratica le iniziative<br />

della cattedra si formò una Commissione<br />

Zootecnica voluta dal Sindaco Midossi e dal<br />

presidente del Consorzio Agrario Feroldi De<br />

Rosa. Gli scopi erano: costruire ricoveri<br />

per il bestiame, importare buoni<br />

riproduttori e selezionare le razze<br />

locali, l’istituzione e l’esercizio di stazioni<br />

di monta. Il Ministero dell’agricoltura<br />

diede un sussidio di L.500 per l’organizzazione<br />

di piccole mostre zootecniche e<br />

fiere locali a premi per il miglioramento<br />

delle vendite del burro, del formaggio, delle<br />

lane, del latte e delle carni. I componenti<br />

della commissione Zootecnica erano il<br />

sindaco di Civita, presidente del<br />

Consorzio Agrario, Ospedale<br />

Andosilla, Cattedra Ambulante,<br />

Civita Castellana. 17 Settembre 1915. Tradizionale fiera del bestiame<br />

Medico Veterinario, Colonelli<br />

Agostino, Arigoni Cav. Giovanni,<br />

Nobili Fratelli Trocchi, Goliani<br />

Domenico, Riccioni Antonio, Pistola<br />

Francesco, Morelli Edmondo, Basili<br />

Francesco, Montanari Filippo, Tarquini<br />

Domenico, Orazi don Guglielmo parroco.<br />

Per Fabrica Di Roma: Conte<br />

Cencelli Comm. Alberto, Fonti<br />

Enotecnico Luigi, per Faleria e<br />

Calcata: Fratelli Ferranti, per Nepi: il<br />

Sindaco Monti Vincenzo, per<br />

Corchiano: il sindaco Crescenzi<br />

Venturino. Il Presidente onorario era il<br />

Sindaco di Civita Midossi, presidente effettivo<br />

Morelli Edmondo, vice presidente<br />

Montanari Filippo, cassiere Ferrari Ing.<br />

Enrico, segretari il dott. Bozzoni e dott.<br />

Riccioni medico veterinario di Civita. Per<br />

quanto riguarda il Consorzio Agrario era<br />

cosi formato: presidente il conte Ugo<br />

Feroldi De Rosa, vicepresidente Casimiro<br />

Marcantoni, consiglieri: Morelli Edmondo,<br />

Salvatori Salvatore, Tarquini Domenico, sindaci:<br />

Severi Cesare, Simbeni Cesare,<br />

Gavazzi Giovanni, il segretario era Tarquini<br />

Domenico, direttore amministrativo Ferrari<br />

Ing. Enrico direttore tecnico dott. Bozzoni.<br />

Il consorzio vendeva macchine come falciatrici,<br />

rastrelli meccanici, concimi chimici,<br />

pompe irroratrici, anche apparecchi per la<br />

mietitura, lo slogan era che essere soci<br />

del Consorzio Agrario significava salvaguardarsi<br />

dalle frodi nelle sostanze<br />

utili all’agricoltura e togliersi dalla<br />

speculazione privata. Non solo ma il<br />

Consorzio provvedeva anche alla vendita di<br />

sementi di erbe foraggere e si vantava del<br />

fatto che i facoltosi proprietari come i<br />

signori Trocchi e il signor Antonio Riccioni ,<br />

grazie ai nuovi macchinari, avessero migliorato<br />

le loro aziende. In quegli anni però ci<br />

fu la grande emigrazione verso le<br />

Americhe, quindi i nostri contadini e quelli<br />

dei paesi della circoscrizione, i soldi per<br />

essere soci e comperare macchinari e<br />

sementi non ne avevano.<br />

continua sul prossimo numero…


46<br />

ARIETE Giugno inizia alla<br />

grande. Potrete vivere l’amore<br />

passionalmente, e<br />

contemporaneamente realizzare<br />

i vostri desideri.<br />

Favoriti i viaggi e le relazioni<br />

amorose con persone più giovani. Felici<br />

intuizioni per quanto riguarda investimenti<br />

ed acquisti, anche per la casa. Le questioni<br />

di lavoro saranno in primo piano.<br />

TORO Tenete a freno a la<br />

vostra irascibilità, soprattutto<br />

con chi proverà a toccare<br />

la vostra indipendenza.<br />

Attenti a ciò che dite.<br />

Carisma e capacità persuasive in forte<br />

aumento. Sarete più ricettivi, più profondi,<br />

in grado di affrontare qualunque argomento.<br />

La fine del mese si conclude con l‘inizio<br />

di una fase positiva per l’amore.<br />

GEMELLI Vita sentimentale<br />

ottima. Favorite le atmosfere<br />

romantiche in compagnia<br />

del partner. Non cedete<br />

alla golosità! Se non si ha<br />

una relazione affettiva in<br />

corso ci si darà una gran da fare per realizzarne<br />

una. Momento ideale per farsi belli,<br />

ma fate attenzione al portafoglio.<br />

Non siate troppo drastici nel prendere le<br />

decisioni.<br />

CANCRO L’amore torna ad<br />

avere un ruolo di primissimo<br />

piano e l’armonia di<br />

coppia potrebbe essere turbata<br />

da forti sbalzi umorali.<br />

Una vecchia questione potrebbe divenire<br />

fonte di discordia all’interno di una rapporto<br />

ben collaudato. Fortuna invece a gonfie<br />

vele. Sfruttate il vostro intuito nel lavoro e<br />

approfittate dei cambiamenti professionali.<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Oroscopo di Giugno<br />

by Cosmo<br />

LEONE Vivrete con vivacità<br />

e passione qualunque tipo<br />

di relazione sentimentale.<br />

State comunque attenti a<br />

non esplodere se vi sentirete<br />

toccati nel vostro orgoglio.<br />

Potreste avere problemi di comunicazione<br />

e problemi professionali provocati<br />

dall’insorgere di una vecchia questione<br />

patrimoniale. L’attività sportiva vi aiuterà a<br />

liberarvi dalle vostre ansie!<br />

VERGINE Fate attenzioni<br />

agli sbalzi d’umore, avrete<br />

una particolare predisposizione<br />

verso le situazioni di<br />

rottura. Potrete concludere<br />

degli importanti affari. Sono<br />

favoriti gli incontri sentimentali con persone<br />

più giovani. Grazie ad un turbinio di forze in<br />

gioco la vostra vita sta prendendo una<br />

nuova direzione. Ma non fate scegliere al<br />

destino!<br />

BILANCIA Svolte professionali<br />

in vista e finalmente<br />

un po’ di tempo libero da<br />

dedicare alle vostre attività<br />

preferite. L’amore procede<br />

a gonfie vele, potrete vivere<br />

intensamente, con una forte vena di<br />

romanticismo, una divertente storia di<br />

amore. Sarete iperattivi e creativi, ma<br />

spendete queste energie per realizzare un<br />

importante progetto.<br />

SCORPIONE Imparate a<br />

tenere a freno la vostra lingua<br />

o la vostra rabbia se<br />

non volete inficiare i vostri<br />

rapporti professionali o di<br />

coppia. Potrete creare qualche<br />

malumore a causa del risorgere di vecchie<br />

questioni lasciate in sospeso con il<br />

partner. Se riuscirete a controllare la vostra<br />

frenesia potrete realizzare qualcosa di veramente<br />

grande.<br />

SAGITTARIO Eros a gonfie<br />

vele. Momento ideale<br />

per condividere atmosfere<br />

romantiche con il partner.<br />

Attenzione a non parlare<br />

troppo, soprattutto sul<br />

luogo di lavoro. Vita sociale in fermento.<br />

Continuate la vostra analisi introspettiva,<br />

ma non siate troppo severi con voi stessi.<br />

Svolte radicali, inaspettate, improvvise.<br />

CAPRICORNO Il mese inizia<br />

positivamente. Si presenteranno<br />

occasioni d’incontro<br />

con persone più giovani,<br />

atmosfere gioiose e<br />

occasioni sentimentali sorte tra i colleghi.<br />

Se dovete risolvere una vecchia questione<br />

approfittatene. Buone opportunità finanziarie.<br />

Questo è il momento giusto per iniziare<br />

una sana dieta. Favoriti gli spostamenti, i<br />

viaggi e le gite.<br />

ACQUARIO Giugno inizia<br />

magnificamente: potrà<br />

esserci un incredibile<br />

aumento delle occasioni<br />

amorose oltre che di divertimento.<br />

Attenzione ai piccoli<br />

disguidi verbali. Il lavoro continua ad<br />

essere svolto in maniera frenetica, anche<br />

grazie alla creatività ed all’intuito. Non perdete<br />

la lucidità. Scaricatevi attraverso lo<br />

sport e non mangiate sregolatamente.<br />

PESCI Periodo piuttosto<br />

tranquillo. Se avete deciso<br />

di metter su famiglia dedicatevi<br />

alla sistemazione del<br />

vostro nido d’amore. Scarsa<br />

è la voglia di lavorare e maggiore l’autoindulgenza,<br />

soprattutto nell’alimentazione.<br />

Momento professionalmente decisivo, scegliete<br />

in totale sincronia con i vostri desideri.<br />

Abbandonate i vecchi schemi.<br />

LA TUA PUBBLICITA’ NON PUO’<br />

MANCARE SU CAMPO DE’ FIORI,<br />

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<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>,<br />

corri in redazione a recuperare i<br />

numeri che ti mancano!!!<br />

LEGGI <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

E PASSA PAROLA


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 47<br />

La rubrica<br />

dei perchè<br />

Perché si dice<br />

“vai a quel paese”<br />

Questo detto trae origine dalla volontà di<br />

far allontanare una persona che ci ha fatto<br />

arrabbiare; infatti, “Quel paese”, rappresenta<br />

il simbolo di un posto distante da<br />

noi, dove potremo non avere più contatti<br />

con chi ci ha offeso o deluso. E’ un’espressione<br />

più morbida ed eufemistica di altre che hanno lo stesso<br />

significato come “Vai al diavolo”, “Vai all’inferno”, piuttosto che<br />

“Vai in malora”, dove è forte la connotazione negativa e punitiva<br />

del luogo dove vorremmo spedire chi ci sta di fronte!<br />

Perché i numeri dei<br />

cellulari iniziano con il 3<br />

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni,<br />

nel 2003, ha definito la<br />

numerazione nazionale per tipo di servizio,<br />

sulla base della prima cifra. A<br />

questo proposito il 3 è stato scelto per<br />

le comunicazioni mobili, l’1 e l’8 sono<br />

riservati ai servizi a tariffazione speciale ed il 4 è stato destinato<br />

ai servizi interni di rete.<br />

Perché sui treni non ci<br />

sono le cinture di<br />

sicurezza<br />

Sui treni l’assenza delle cinture è<br />

giustificata dal ridotto numero di<br />

incidenti registrati da questo tipo<br />

di veicoli in quanto, tali convogli,<br />

viaggiano con l’ausilio di avanzati<br />

sistemi di terra e di bordo, capaci<br />

di verificare il rispetto dei limiti di<br />

velocità o dei semafori e di intervenire,<br />

frenando le vetture, nel<br />

caso il conducente non li rispetti.


48<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

AGENDA<br />

Tutti gli appuntamenti più importanti<br />

11° FESTA DI CATAMELLO<br />

10-13 GIUGNO 2010<br />

PROSSIMI EVENTI<br />

PROGRAMMA<br />

Giovedì 10:ore 20.00 Apertura gastronomia<br />

ore 21.00 Musica dal vivo con “Il gatto e la volpe”<br />

Venerdì 11:ore 20.00 Apertura gastronomia<br />

ore 21.00 Musica a volontà<br />

Sabato 12: Inaugurazione festa con la banda musicale<br />

“Città di Civita Castellana”<br />

ore 16.00 Torneo di Burraco<br />

ore 18.00 Santa Messa<br />

ore 20.00 Apertura gastronomia<br />

ore 21.00 Grande spettacolo musicale col complesso<br />

“I Muchachos”<br />

Domenica 13: ore 20.00 Apertura gastronomia<br />

ore 21.00 Musica dal vivo con “Il gatto e la volpe”<br />

Chiusura festa con finale a sorpresa!<br />

Mercoledì 2 Giugno<br />

Dimostrazione di scherma<br />

all’interno del chiostro<br />

del seminario<br />

Domenica 6 Giugno<br />

Sfilata di moda in collaborazione<br />

con “Atelier Manini”<br />

e Coiffeur Talia,<br />

con la selezione regionale<br />

per la partecipazione a<br />

Miss Mondo<br />

SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL NOSTRO ABBONAMENTO<br />

CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE<br />

SI desidero abbonarmi a : <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> (12 numeri) a € 25,00<br />

I miei dati<br />

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Desidero regalare l’abbonamento a: <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> (12 numeri) a € 25,00<br />

Il regalo è per:<br />

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data di nascita___________________________Città______________________________________________________Prov.________<br />

Via_________________________________________________________________Telefono__________________________________<br />

effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za<br />

della Liberazione n. 2 - Civita Castellana<br />

Data______________Firma__________________________________<br />

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di<br />

“Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita<br />

Castellana (VT)<br />

Data______________Firma__________________________________<br />

Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita<br />

Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 49<br />

AGENDA<br />

Tutti gli appuntamenti più importanti<br />

MOSTRA DI PITTURA<br />

XX Festival della<br />

Canzone Romana<br />

Fino al 15 giugno<br />

le iscrizioni<br />

Arrivato alla sua XX edizione, si riaffaccia<br />

alla ribalta dell’estate il Festival<br />

della Canzone Romana: il 15 giugno<br />

prossimo scadrà infatti il termine per l’iscrizione dei brani originali da presentare<br />

al Festival. Ideato da Lino Fabrizi nel 1991, la manifestazione ha lo<br />

scopo di promuovere canzoni inedite in dialetto, ma anche in lingua<br />

italiana, purchè parlino di romanità. Possono partecipare alle selezioni<br />

tutti i candidati che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Le domande<br />

con i brani dovranno pervenire tramite il sito web www.festivaldellacanzoneromana.com,<br />

dove sarà possibile scaricare anche il regolamento dettagliato<br />

del concorso. La Commissione esaminatrice sarà composta da discografici,<br />

autori, docenti di dialettologia, giornalisti, cantautori e ammetterà alla<br />

selezione del Festival al massimo 20 brani. Le selezioni si svolgeranno – attraverso<br />

una kermesse musicale itinerante - nei luoghi all’aperto della città,<br />

davanti a un pubblico appassionato della canzone romana. Si canterà la Roma<br />

folkloristica, con le sue carrozzelle, i suoi tramonti, le sue fontane, ma anche<br />

quella più quotidiana, con i suoi crucci e le sue storie d’amore. In passato, tra<br />

gli altri e in ruoli diversi, sono intervenuti al Festival artisti come Renato Zero,<br />

Nino Manfredi, Carlo Verdone, Franco Califano, Giancarlo Magalli,<br />

Lando Fiorini, Enrico Brignano, Mario Scaccia, Fiorenzo Fiorentini,<br />

Gigi Sabani, Luciano Rossi, Rodolfo Laganà, I Vianella, I Cugini di<br />

Campagna, Stefano Masciarelli, il Maestro Stelvio Cipriani, Manuela<br />

Villa, Giorgio Onorato, La schola Cantorum e tanti altri…<br />

La finale avrà luogo al Teatro Olimpico di Roma il 26 settembre 2010.<br />

25 maggio<br />

10 settembre<br />

2010<br />

Artista informale, si esprime concentrando<br />

l’interesse della propria ricerca<br />

interiore alla macchia di colore che la<br />

“action painting” americana individua<br />

nella sottomissione del segno al linguaggio<br />

cromatico di cui Jackson Pollok<br />

è stato il massimo esponente...<br />

Giorgio Palumbi<br />

...Opere che portano il fruitore nel<br />

mondo onirico, nell’inconscio, dove tutto<br />

è possibile. La fantasia e l’originalità<br />

della creazione non hanno limiti. Il suo<br />

astratto informale diventa così un gioco<br />

della mente e dello spirito: infatti la spiritualità<br />

è un fattore molto importante nei<br />

quadri e nella vita dell’autore...<br />

Paola Lamonica<br />

Inaugurazione<br />

Martedì<br />

25 Maggio 2010,<br />

ore 18:00 - 21:00<br />

Istituto Polacco di<br />

Roma, Via Vittoria<br />

Colonna 1<br />

Evento speciale<br />

Conferenza,<br />

Mercoledì 26<br />

Maggio 2010,<br />

ore 13:30<br />

I PRIMI ANNI:<br />

2005-2014. IL<br />

CASO DEL MUSEO<br />

D’ARTE MODERNA<br />

DI VARSAVIA<br />

di Sebastian<br />

Cichocki e Ana<br />

Janevski


Tanti<br />

auguri al<br />

grande<br />

Domenico<br />

Mariani<br />

che il 22<br />

Aprile ha<br />

compiuto<br />

gli anni,<br />

dai parenti, amici e tutto lo<br />

staff.<br />

Tanti<br />

auguri a<br />

Riccardo<br />

che il 25<br />

Maggio<br />

compie 1<br />

anno dai<br />

nonni<br />

Marina e Tonino e dagli zii<br />

Emiliano, Sara e<br />

Alessandro.<br />

Tanti<br />

auguri a<br />

Gianluca<br />

e Tamara<br />

di<br />

Corchiano<br />

che il 7<br />

Giugno<br />

festeggiano<br />

il loro primo anniversario<br />

di matrimonio…<br />

Dai genitori, i nonni, le<br />

sorelle e la nipotina Asia…<br />

La Redazione di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> si associa agli auguri<br />

Tanti<br />

auguri a<br />

Barbara<br />

che ha<br />

compiuto<br />

gli anni il<br />

28<br />

Aprile<br />

dai fratelli<br />

Emiliano,<br />

Alessandro e la cognata<br />

Sara, dai genitori<br />

Marina e Tonino e il<br />

marito Roberto.<br />

12/06/2010<br />

Antonio siamo<br />

arrivati alla<br />

meta più<br />

importante la<br />

maggiore età, 18anni, mamma, papà e Paolo<br />

ti augurano di realizzare tutti i tuoi sogni.<br />

Ti vogliamo tanto bene auguri di buon compleanno.<br />

Un augurio speciale dai nonni.<br />

Tantissimi auguri a Melissa Pirri di<br />

Corchiano che il 23 maggio ha ricevuto<br />

la sua Prima Comunione. Un<br />

abbraccio da mamma, papà e Ivan<br />

28 Maggio 2010<br />

In questi 18 anni, con<br />

la tua serietà, la tua<br />

dolcezza e la tua<br />

simpatia, ci hai dati<br />

immense soddisfazioni<br />

e lasciato un segno<br />

nei cuori dei tuoi<br />

famigliari, che ti adorano. D’ora in<br />

avanti lascerai un segno nel mondo.<br />

Felice compleanno da papà, mamma<br />

ed il tuo fratello Manuel.<br />

Il Papà Cosimo, la mamma<br />

Annita, il figlio Federico,<br />

insieme ai fratelli Tommaso<br />

e Fabio ed alle cognate Lia<br />

e Miriam, ai nipoti Gioia e<br />

Paolo fanno gli auguri a<br />

Daniela che il 20 maggio compie gli anni.<br />

I nonni<br />

paterni<br />

Cosimo e<br />

Annita e<br />

quelli materni<br />

Salvatore e<br />

Giulia, insieme ai genitori Tommaso e<br />

Miriam, al fratello Paolo, fanno gli auguri<br />

per il suo 12° compleanno a Gioia,<br />

festeggiato l’ 8 maggio scorso. A quelli<br />

dei nonni, dei genitori e del fratello si<br />

aggiungono anche quelli dei cugini<br />

Federico, degli zii e parenti tutti.<br />

Tantissimi<br />

auguri a<br />

Jonathan<br />

che il 23<br />

Maggio<br />

compie 20<br />

anni<br />

con amore<br />

Jessica.<br />

Tanti<br />

auguri a<br />

Sara che<br />

il 10<br />

Maggio<br />

compie 22<br />

anni da<br />

Tonino,<br />

Marina, Alessandro Roberto,<br />

Barbara e il piccolo Riccardo.<br />

Grazie per gli splendidi<br />

momenti che mi hai regalato<br />

e che mi regalerai… Emiliano.<br />

Al mio bellissimo cacciatore<br />

Simone tantissimi auguri di<br />

buon compleanno! Amore mio<br />

ti amo… Silvia


Tanti<br />

auguri di buon compleanno ad<br />

Andrea Segato che compie gli<br />

anni il 12 Maggio e all’indimenticabile<br />

sorella Maria<br />

Chiara che avrebbe compiuto<br />

gli anni lo stesso giorno, da<br />

mamma, babbo e da tutti i<br />

parenti e gli amici che vogliono<br />

loro tanto bene…<br />

Ad Andrea ed alla nostra<br />

stella Maria Chiara, auguriamo<br />

buon compleanno, zio<br />

Filippo, zia Anna Maria,<br />

Riccardo, Elisa e Simone<br />

Auguri a Elio Mosca di<br />

Bronzolo (Bz), che ha compiuto<br />

gli anni il 7 Maggio, dagli<br />

zii Marisa e Lanfranco e dai<br />

cugini Paola, Carla,<br />

Franco e Gianni.<br />

Il 3 maggio 2010 la<br />

nostra piccola Desirèe<br />

ha compiuto un anno. Dio<br />

benedica la tua vita<br />

come ha fatto con la<br />

nostra, avendoci donato<br />

te. Ti amiamo mamma<br />

Letizia e papà Rodolfo.<br />

Un augurio speciale<br />

a Giovanni<br />

e Menicuccia<br />

Mazzafoglia che<br />

il 30 Giugno<br />

festeggiano 50<br />

anni di matrimonio<br />

dai figli,<br />

nipoti e parenti.<br />

Auguri a Gustavino che ha festeggiato<br />

i suoi primi 80 anni il 14 Maggio,<br />

dai nipoti Silvia, Alessio, Stefano,<br />

Daniela e dal piccolo Edoardo.<br />

La lottista<br />

consiglia<br />

31-5-77<br />

a Torino<br />

Tanti auguri di<br />

buon compleanno a<br />

Tamara dalla famiglia<br />

e gli amici.<br />

Tanti auguri<br />

a<br />

Roberto<br />

Taomassino<br />

che il 21<br />

Maggio<br />

compie 8<br />

anni, da mamma Simona,<br />

papà Daniele, la sorellina<br />

Chiara e il fratello<br />

Alessio.<br />

Tanti auguri di buon<br />

compleanno a Chiara<br />

Crescenzi che ha<br />

compiuto 18 anni il 26<br />

Maggio, da mamma,<br />

papà, la sorella Barbara,<br />

il fratello Simone, il<br />

fidanzato Mattia, la zia<br />

Giuliana e tutti gli zii<br />

Tantissimi<br />

auguri di<br />

buon compleanno<br />

a<br />

Daniel<br />

Silveri da<br />

zia Alessia,<br />

zio Andrea e nonna Rosalba.<br />

Tantissimi<br />

auguri<br />

Michele<br />

Moscioni<br />

che il 19<br />

Giugno<br />

compie gli<br />

anni, da<br />

mamma,<br />

papà, il fratello Roberto, i<br />

parenti, gli amici<br />

Auguri a zia Lucia per il suo<br />

compleanno, dai nipoti Daniela,<br />

Stefano, Paolo, Alberto e dai<br />

pronipoti Michela, Edoardo e<br />

Giorgia.<br />

Congratulazioni al<br />

Dott. Riccardo<br />

Chiricozzi che ha conseguito<br />

la laurea in<br />

Scienze biologiche e<br />

matematiche con la<br />

votazione di 110, presso<br />

l’Università della<br />

Tuscia di Viterbo, il 21<br />

Aprile, da babbo,<br />

mamm, Elisa, Simone,<br />

zia Gertrude, zio Paolo,<br />

Andrea, Eleonora e i<br />

nonni. La tua famiglia è<br />

orgogliosa di te e ti<br />

augura un radioso futuro!


52<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

RIPROPRONIAMO STELLINA, ormai "addomesticata" ha<br />

conosciuto solo il canile...Qualcuno<br />

può pensare di farla felice<br />

Una casa, una famiglia...attualmente<br />

in pensione a pagamento<br />

come la maggior parte dei cani<br />

salvati dall'Associazione.<br />

Tel. 3391123663<br />

Ciao, io sono LUCKY non ho<br />

più una padrona...La prima è<br />

volata in cielo, la seconda,<br />

dopo 1 mese si è già stufata<br />

e non mi vuole più. Sono piccolo,<br />

vivace, ho circa 5 anni, maschietto, meticcio<br />

cerco una vera casa....<br />

Tel. 3391123663<br />

Mi chiamo MAYA e sono una lupetta piccola piccola (la<br />

foto rende poco!) Anch'io vengo dalla strada dove mi<br />

hanno trovata scheletrica...Che cosa vi sembro oggi<br />

Cerco anch'io una famiglia<br />

amorevole e che abbia<br />

voglia di perdere un pò di<br />

tempo con me perchè<br />

voglio giocare...Prendo la<br />

rincorsa e ti salto adosso<br />

e ci divertiamo tutti.<br />

Tel. 3391123663<br />

Io sono BELLA, sterilizzata, giovane e<br />

giocherellona...Sono un incrocio tra un lupo e un rottweiller<br />

in....miniatura. Cerco una casa magari con un giardino<br />

e ho tanta voglia di giocare.<br />

Ovviamente sono stata<br />

abbandonata cucciola e<br />

l'Associazione mi ha messa a<br />

pensione ma non ci posso<br />

stare a lungo, capite...<br />

Tel. 3391123663<br />

Io sono BRUNA,<br />

taglia medio-grande,<br />

una volta ho avuto un<br />

padrone ma non m,i<br />

voleva bene<br />

mi ha abbandonata e a<br />

me manca tutto: la libertà,<br />

l’affetto.........<br />

Sono a Civita Castellana.<br />

Tel. 339 1123663<br />

Sono DIANA<br />

l'ultima trovatella...<br />

forse ho nel mio DNA<br />

anche qualcosa di un cane<br />

da caccia...<br />

Mi vuoi adottare<br />

Io vorrei tanto...<br />

Tel. 3391123663<br />

Mi chiamo SID, ho circa due<br />

anni. Ero felice, tanto<br />

felice,,Voglio tornare ad essere<br />

un cane allegro. Vi prego<br />

portatemi via da quì.... Sono<br />

a Civita Castellana. Tel.<br />

3391123663<br />

Sono KIKKA e non<br />

conosco ne collare ne<br />

guinzaglio... Sono giovane<br />

e sterilizzata e<br />

anche un pò diffidente,<br />

ma con un pò di<br />

pazienza, vi ripagherò<br />

con il mio affetto canino. Sono a Fabrica di<br />

Roma. Tel. 0761577122 (orario negozio)<br />

Sono PIPPO, il setter, sono stato raccolto in<br />

condizioni disperate... ora stò meglio, ho messo<br />

sù qualche chiletto, le piaghe sul mio corpo si<br />

stanno rimarginando...ma quelle del cuore<br />

no...Vorrei una famiglia disposta ad aprirmi<br />

casa e cuore.. Tel. 3391123663<br />

Per altre proposte di adozione visitate il sito:<br />

WWW.INCROCIAMOLEZAMPE.ORG


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 53<br />

Roma com’era<br />

Roma.<br />

Piazza Esedra.<br />

Autunno 1958.<br />

Il soprano Maria Callas,<br />

passeggia con il marito<br />

Giovan Battista Meneghini,<br />

per le vie del centro della<br />

Capitale.<br />

Modello di eleganza<br />

e raffinatezza,<br />

la coppia si lascia<br />

fotografare,<br />

con disinvoltura,<br />

dai paparazzi.<br />

Visita il nostro sito<br />

www.campode<strong>fiori</strong>.biz


54<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Album d<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

7<br />

9<br />

3 4<br />

5 6<br />

1<br />

2<br />

8<br />

Veglione di Carnevale 1953 - Sala di Vignanello - 1.Isa Piccioni, 2. Concetta Piccioni, 3. Lucia Paolocci, 4. Silvano Rossini, 5. Sergio Civillotti, 6.<br />

Ivana Piccioni, 7. Ilario Guazzaroni, 8. Giano Soli, 9. Argia Paolocci.<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Civita Castellana anno<br />

1953/54 -foto del sig.<br />

Vittorio Galligani<br />

1<br />

7<br />

8<br />

2<br />

4<br />

5<br />

10<br />

9<br />

3<br />

11<br />

12<br />

13<br />

6<br />

14<br />

Maestro Antonio<br />

D’Amico<br />

1. Luciano Zampini,<br />

2. Salvatore Martani,<br />

3. Alberto Casadidio,<br />

4. ... Tulli,<br />

5.Fabio Patrizi,<br />

6. Emilio Corteselli,<br />

7. ... Cingolani,<br />

8. Vittorio Calligani,<br />

9. Franco Pedica,<br />

10.Gianni Gezzi,<br />

11. Alcide ...,<br />

12. ... Cesarini,<br />

13. Vasco Alessandrucci,<br />

14. ... Genzano.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

55<br />

ei ricordi<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Civita Castellana - Anno scolastico 1950. Foto della Sig.ra Vincenza Cipriani<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Civita Castellana. Classe femminile. Foto della Sig.ra Graziella Basili (in prima fila, terza da dx)


56<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Album d<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Fabrica di Roma - anni ‘50 - Matrimonio di Nazzareno Pecoroni e Ersilia Iannoni<br />

1. Giovanni Ricci, 2. Rocco Testa, 3. Piera Ricci, 4. Maria Pecoroni, 5. Rosa Bianchini.<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Fabrica di Roma - anni ‘30<br />

Da sx: Rosa Bianchini, Nazzareno - Piero eMaria Pecoroni<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Fabrica di Roma - primi anni ‘40<br />

Da sx: Piero - Maria - Domenico e Nazzareno Pecoroni.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 57<br />

ei ricordi<br />

Fabrica di Roma<br />

21 Settembre 1951.<br />

Tiro a segno delle<br />

attrazioni presenti per le<br />

festività di San Matteo.<br />

Il tiratore<br />

Giovanni Francola<br />

centra il bersaglio e si<br />

guadagna così la foto,<br />

che veniva scattata in<br />

modo automatico<br />

solamente quando<br />

si faceva centro.<br />

Foto della Sig.ra Anna<br />

Francola<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Fabrica di Roma - Primi anni ‘50. Giovanna Ciappici di 11 anni e<br />

Massimo Todini di 3 anni, in sella alla mitica Vespa.<br />

Fabrica di Roma, castagneti - Anni ‘<strong>70</strong>.<br />

Da sx: Antonio Bianchini, Carlo Pacelli e Roberto Brandetti<br />

su un insolito podio.


58<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Album d<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Corchiano 1976. La banda musicale Giuseppe Verdi, diretta dal Maestro Giuseppe Giustozzi, in occasione dell'Infiorata<br />

9<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Corchiano - 1964 -Rrecita all'asilo in occasione della festa della mamma. 1. Bruno Marconi, 2. Morena Mechelli, 3. Giorgia Santini,<br />

4. Annagrazia Sberna, 5. Santina Menicocci, 6. Anna Clelia Petrucci, 7. ... Moretti, 8. Ester..., 9. Carla Profili.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 59<br />

ei ricordi<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Calcata 1940<br />

Fratelli e sorelle Arpini.<br />

Seduti da sx:<br />

Petronilla, Valeria,<br />

Angela Maria Argenti,<br />

Elisea, Carmela.<br />

In piedi da sx:<br />

Lalletta, Rosina,<br />

Nicolina, Armanda,<br />

Giuseppe, Ottavio.<br />

In alto da sx:<br />

Nestasio, Celeste,<br />

Tommasso.<br />

Carbognano<br />

1923.<br />

Foto di gruppo<br />

dell’asilo.<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>


60<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

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