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spiritualità del dialogo<br />

Il rispetto deriva<br />

dalla<br />

convinzione che<br />

Dio non opera<br />

solo nel cuore<br />

degli individui,<br />

ma anche nei riti<br />

e nelle tradizioni<br />

delle loro<br />

comunità.<br />

Sappiamo che<br />

questo rispetto<br />

non sempre è<br />

stato<br />

manifestato<br />

parte l’unità di tutti i cristiani, dall’altra la pace<br />

e l’armonia tra persone di diverse religioni.<br />

Mostrano però una sim<strong>il</strong>arità di spirito e spesso<br />

usano metodi sim<strong>il</strong>i. Senza entrare in dettaglio,<br />

è possib<strong>il</strong>e segnalare <strong>il</strong> rispetto, l’amore e<br />

l’um<strong>il</strong>tà come elementi essenziali dello spirito,<br />

sia nelle relazioni ecumeniche che interreligiose<br />

(cfr. M.L. FITZGERALD, Dialogo interreligioso.<br />

Il punto di vista cattolico, San Paolo, M<strong>il</strong>ano<br />

2007, pp.195-197).<br />

Il rispetto deriva dalla convinzione che Dio<br />

non opera solo nel cuore degli individui, ma anche<br />

nei riti e nelle tradizioni delle loro comunità.<br />

Sappiamo che questo rispetto non sempre è<br />

stato manifestato. Quando <strong>il</strong> Conc<strong>il</strong>io ha dichiarato<br />

nella Nostra aetate che “la Chiesa ha anche<br />

un grande rispetto per i musulmani” (NA 3), tale<br />

affermazione ha stupito molti cattolici. Le<br />

tradizioni religiose richiedono <strong>il</strong> nostro rispetto,<br />

perché testimoniano gli sforzi di cercare risposte<br />

“a quei profondi misteri della condizione<br />

umana” (NA 1) che hanno tormentato le menti<br />

ed i cuori umani fin dall’inizio dei tempi. Vanno<br />

anche trattate con rispetto a motivo dei valori<br />

spirituali e umani che racchiudono. In termini<br />

ecumenici possiamo pensare alle tradizioni<br />

liturgiche e spirituali delle Chiese d’Oriente, all’attenzione<br />

data alla Parola di Dio dalle varie<br />

comunità protestanti, alla vitalità della preghiera<br />

fra i pentecostali, mentre riguardo alle altre<br />

religioni si può ricordare l’attenzione speciale<br />

alla famiglia durante la celebrazione dello<br />

Shabbat, la ricca tradizione Sufi nell’Islam e lo<br />

spirito di servizio fra i Sikh.<br />

Questo rispetto ha delle conseguenze pratiche.<br />

Significa fare attenzione al modo in cui si<br />

parla delle altre persone. Il decreto conc<strong>il</strong>iare<br />

sull’ecumenismo stab<strong>il</strong>isce che si deve fare<br />

ogni sforzo “per eliminare parole, giudizi ed<br />

opere che non rispecchiano con equità e verità<br />

la condizione dei fratelli separati e perciò rendono<br />

più diffic<strong>il</strong>i le mutue relazioni con essi”<br />

(UR 4). Ciò si può certamente applicare alle nostre<br />

relazioni con persone di altre religioni e,<br />

sarebbe auspicab<strong>il</strong>e, alle loro relazioni con noi.<br />

Un’applicazione forse si trova nel non parlare<br />

più di “fratelli separati”, come cerchiamo di<br />

evitare l’espressione “non-cristiani”.<br />

Tuttavia, rispetto non significa indifferenza<br />

o lasciar fare. Quando è unito all’amore vede<br />

gli altri cristiani e le persone di altre religioni,<br />

come fratelli e sorelle, membri dell’unica famiglia<br />

umana. Giovanni Paolo II nell’enciclica<br />

sull’ecumenismo, Ut unum sint, ha sottolineato<br />

alcune applicazioni di questa “fraternità universale”.<br />

Ha parlato di comunità che una volta erano<br />

rivali e che ora si aiutano reciprocamente<br />

nell’affrontare questioni come i luoghi di culto,<br />

l’assegnazione di borse di studio per favorire<br />

studi e ricerche, la pressione sulle autorità civ<strong>il</strong>i<br />

a nome di coloro che sono perseguitati, <strong>il</strong> ristab<strong>il</strong>imento<br />

del buon nome di coloro che sono<br />

stati diffamati (cfr. UUS 42). Tutto ciò si può<br />

applicare, mutatis mutandis, alle relazioni interreligiose.<br />

Il documento DA sottolinea che lo<br />

spirito di fraternità porta ad agire in maniera altruista:<br />

“È necessario lottare a favore dei diritti<br />

dell’uomo, proclamare le esigenze della giustizia,<br />

e denunciare le ingiustizie non solo quando<br />

ne sono vittima i propri membri, ma indipendentemente<br />

dall’appartenenza religiosa delle<br />

vittime. È necessario anche che tutti si associno<br />

per cercare di risolvere i grandi problemi che la<br />

società e <strong>il</strong> mondo devono affrontare, e per promuovere<br />

l’educazione a favore della giustizia e<br />

della pace” (DA 44).<br />

L’appello si rivolge prima di tutto ai cristiani,<br />

alle Chiese locali, ma si spera che abbia<br />

un’applicazione più ampia.<br />

Infine, si può indicare l’um<strong>il</strong>tà come un requisito<br />

essenziale per giuste relazioni ecumeniche<br />

ed interreligiose. Per quanto possiamo essere<br />

convinti che la nostra tradizione religiosa ci<br />

insegni la verità – e noi come cristiani professiamo<br />

che Gesù Cristo è la via, la verità e la vita<br />

–, sappiamo che non abbiamo pienamente<br />

compreso quella verità. Siamo pellegrini, cercatori<br />

di Dio durante tutto <strong>il</strong> nostro soggiorno<br />

terreno. Siamo consapevoli dei nostri limiti:<br />

non siamo perfetti. Questo è un bene per noi in<br />

quanto individui, ma anche per le nostre comunità,<br />

che hanno sempre la necessità di rinnovarsi<br />

e riformarsi. Soprattutto, siamo consapevoli<br />

che è Dio che governa l’universo e che <strong>il</strong> nostro<br />

compito è seguire i suggerimenti dello Spirito.<br />

La certezza che lo Spirito ci guida è fonte di coraggio<br />

e perseveranza. Quando affrontiamo<br />

ostacoli, incomprensioni, possiamo trarre conforto<br />

dal fatto di essere sotto la protezione di<br />

Dio. Possiamo renderci conto che siamo “invitati<br />

da Dio stesso ad entrare nel mistero della<br />

sua pazienza, come esseri umani che cercano la<br />

sua luce e la sua verità”, poiché “soltanto Dio<br />

conosce i tempi e le tappe di questa lunga ricerca<br />

umana” (DA 84). MICHAEL L. FITZGERALD<br />

32 Missione Oggi | agosto-settembre 2009

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