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Giacomo Canobbio è docente di teologia sistematica<br />
nella Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, sede di<br />
M<strong>il</strong>ano, e nello Studio Teologico Paolo VI del Seminario<br />
di Brescia. Dal 1995 al 2003 è stato presidente dell’Associazione<br />
Teologica Italiana (ATI). Tra le sue ultime pubblicazioni:<br />
Laici o cristiani. Elementi storico-sistematici per<br />
una descrizione del cristiano laico, Morcelliana, Brescia<br />
1997; Dio può soffrire, Morcelliana, Brescia 2006; Chiesa, religioni,<br />
salvezza. Il Vaticano II e la sua recezione, Morcelliana,<br />
Brescia 2007; Il destino dell’anima, Morcelliana, Brescia<br />
2009; Nessuna salvezza fuori della Chiesa Storia e senso<br />
di un controverso principio teologico, Queriniana, Brescia<br />
2009. Con Piero Coda ha diretto La teologia del XX secolo.<br />
Un b<strong>il</strong>ancio, Roma 2003. E’ membro del Comitato scientifico<br />
della rivista “Ad Gentes” dell’EMI di Bologna.<br />
conclusioni<br />
La complessità<br />
del dialogo<br />
Il titolo di questa sessione del Convegno è<br />
“Esperienze di dialogo interreligioso”. A me<br />
è stato chiesto di offrire, a conclusione, una riflessione<br />
su quanto ascoltato. Il rapporto tra<br />
esperienza e riflessione non è così scontato. La<br />
riflessione svolge una funzione critica nei confronti<br />
delle esperienze. Dire funzione critica<br />
vuol dire aiutare a far emergere le ragioni, considerare<br />
le condizioni di quelle esperienze, evidenziare<br />
gli aspetti problematici, fare opera di<br />
discernimento. Il discernimento comporta anche,<br />
in alcune circostanze, contribuire ad estirpare<br />
degli slogan che circolano, in questo caso<br />
a proposito del dialogo interreligioso. Allora, la<br />
riflessione serve soltanto a portar lontano dall’immediatezza<br />
dell’esperienza stessa Serve<br />
solo a complicare le cose Quando si pensasse<br />
così si evidenzierebbe, a mio parere, una certa<br />
paura. La riflessione critica intende mettere in<br />
evidenza la serietà di ciò che è in gioco. Dopo<br />
questa premessa, <strong>il</strong> mio intervento si limiterà<br />
quasi ad un indice ed è costituito da sei punti.<br />
Sei, perché se fossero sette avrebbe la pretesa<br />
della compiutezza.<br />
SUL SIGNIFICATO DI DIALOGO<br />
Gli aggettivi qualificativi hanno una funzione<br />
in ogni lingua, anche nella lingua italiana.<br />
Quando si tratta di dialogo interreligioso, <strong>il</strong> ter-<br />
Missione Oggi | agosto-settembre 2009 41