Anno V - Numero 5 - Vatican City State
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11 dicembre 2011<br />
Il trentesimo presepe di Piazza San Pietro<br />
di Barbara Bellano<br />
Totus tuus ego sum,<br />
Maria,<br />
et omnia mea tua sunt.<br />
La trentesima rappresentazione<br />
della Natività<br />
è dedicata a Maria, la<br />
madre di Gesù. L’ispirazione<br />
viene anche dalla recente<br />
Beatifi cazione di Papa Giovanni<br />
Paolo II, profondamente<br />
devoto alla Madonna.<br />
Lo stemma di Papa Giovanni<br />
Paolo II, infatti, vuol<br />
essere un omaggio al mistero<br />
centrale del cristianesimo:<br />
la redenzione. Raffi gura<br />
una croce con una grande<br />
M maiuscola, che ricorda<br />
la presenza della Madonna<br />
sotto la Croce. La devozione<br />
del Pontefi ce a Maria si<br />
manifesta anche nel motto<br />
del già Cardinale Woity ła:<br />
TOTUS TUUS.<br />
L’intera scenografi a del<br />
Presepe si ispira ad un genere<br />
iconografi co tradizionale. Inserita<br />
nei luoghi in cui storicamente<br />
si è svolto il sacro evento, la<br />
scena principale è defi nita da<br />
elementi che riproducono le<br />
architetture ed i luoghi tipici<br />
del paesaggio palestinese e<br />
spaccati di vita quotidiana.<br />
A sinistra della Natività<br />
sono ricostruiti un tempio e<br />
6<br />
alcune abitazioni. In una di<br />
queste la disposizione e la<br />
scelta delle statue rimandano<br />
al lieto annuncio della nascita<br />
a Maria da parte dell’angelo<br />
Gabriele: “L’angelo Gabriele<br />
fu mandato da Dio in una<br />
città della Galilea, chiamata<br />
Nazaret, a una vergine (...).<br />
La vergine si chiamava Maria.<br />
Entrando da lei, disse: «Ti<br />
saluto, o piena di grazia, il<br />
Signore è con te». (...) «Non<br />
temere, Maria, perché hai<br />
trovato grazia presso Dio.<br />
Ecco concepirai un fi glio, lo<br />
darai alla luce e lo chiamerai<br />
Gesù. Sarà grande e chiamato<br />
Figlio dell’Altissimo; il<br />
Signore Dio gli darà il trono di<br />
Davide suo padre e regnerà<br />
per sempre sulla casa di<br />
Giacobbe e il suo regno non<br />
avrà fi ne». (Lc.1-26,38)<br />
A destra della Natività<br />
è riprodotto un fabbricato<br />
utilizzato da una famiglia: in<br />
primo piano emergono due<br />
fi gure femminili a ricordo<br />
dell’incontro di Maria con Elisabetta:<br />
“Appena Elisabetta<br />
ebbe udito il saluto di Maria,<br />
il bambino le sussultò nel<br />
grembo. Elisabetta fu piena<br />
di Spirito Santo ed esclamò<br />
a gran voce: “Benedetta tu<br />
fra le donne, e benedetto il<br />
frutto del tuo grembo! A che<br />
debbo che la madre del mio<br />
Signore venga a me (...)<br />
Beata colei che ha creduto<br />
nell’adempimento delle parole<br />
del Signore”.(Lc.1-41,45)<br />
La parola Natale ha una<br />
doppia valenza; la parola<br />
natalis, infatti, non solo signifi -<br />
ca “relativo alla nascita” ma,<br />
nell’interpretazione cristiana,<br />
il dies natalis è inteso anche<br />
come il giorno in cui si muore<br />
nascendo però alla vera vita.<br />
Il Cardinale Martini scriveva:<br />
“Il Natale guarda alla<br />
Pasqua e il presepio contiene<br />
allusioni alla morte e risurrezione<br />
di Gesù. Esse erano presenti<br />
nella rifl essione dei Padri. Così,<br />
ad esempio, il tema del legno<br />
della croce veniva ricordato<br />
dalla culla di legno in cui giace<br />
Gesù. Le pecore offerte dai<br />
pastori ricordano l’ agnello immolato.<br />
Anche la Madre che si<br />
curva sul Figlio ci richiama alla<br />
pietà di Maria che tiene tra le<br />
braccia il Figlio morto”.