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N.73 agosto (5,08Mb Pdf) - la Notizia

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salute<br />

Argomenti medici semplificati da Elodio Perani di Guidizzolo<br />

Le razze umane non esistono<br />

La scoperta di uno scienzato italiano<br />

I reali parametri temporali dell’origine<br />

dell’uomo non sono paragonabili né a quelli del<strong>la</strong><br />

Bibbia, per l’impossibilità di confrontare quel<br />

sistema di calcolo con le nostre unità di misura,<br />

né a quelli del<strong>la</strong> bioastronomia che ipotizza <strong>la</strong> presenza<br />

di ominidi sul<strong>la</strong> terra addirittura quattro<br />

milioni di anni fa.<br />

I più conosciuti resti scheletrici di paleantropi,<br />

venuti al<strong>la</strong> luce da due secoli, appartengono<br />

ad esseri vissuti dai 65.000 ai 35.000 anni<br />

fà in una valle del<strong>la</strong> Germania chiamata<br />

Neandertal e in una località francese denominata<br />

Cro-Magnon.<br />

Da questi e da altri reperti vennero distinti<br />

dei raggruppamenti, con caratteri costanti e trasmissibili<br />

chiamati razze.<br />

I primi tentativi di c<strong>la</strong>ssificazione risalgono<br />

al 1.700 quando l’homo sapiens è stato suddiviso<br />

in quattro razze: americanus (di pelle rossa),<br />

europaeus (di pelle bianca), asiaticus (di pelle<br />

gial<strong>la</strong>), asser (di pelle nera).<br />

Ciascuna di queste razze, oltre che per<br />

caratteri somatici esteriori, veniva poi distinta per<br />

facoltà psicologiche e culturali ed era questo<br />

orientamento che già conteneva i presupposti del<br />

razzismo.<br />

Nel<strong>la</strong> prima metà del 1.800 venne proposta<br />

una c<strong>la</strong>ssificazione più partico<strong>la</strong>reggiata su<br />

cui Darwin proseguì i suoi studi ed altri antropologi<br />

e<strong>la</strong>borarono categorie, solo apparentemente<br />

scientifiche, che ancor più innescarono mitologie<br />

razziali di tipo gerarchico.<br />

Darwin in origine, partendo dal fenomeno<br />

del<strong>la</strong> selezione naturale, era arrivato al concetto di<br />

mutabilità e quindi di origine di nuove razze.<br />

In altre parole sosteneva che l’allontanamento<br />

dal tipo originario provocava <strong>la</strong> tendenza<br />

al<strong>la</strong> varietà.<br />

Da qui aveva ipotizzato <strong>la</strong> discendenza<br />

biologica dell’uomo dal<strong>la</strong> scimmia, basata sul<strong>la</strong><br />

somiglianza ereditaria dei caratteri.<br />

Ebbe il disappunto simultaneo dei biologi<br />

perché questi concetti non riportavano le minime<br />

prove scientifiche, e dei teologi che logicamente<br />

contestavano, per rive<strong>la</strong>zione divina, un comune<br />

antenato per uomo e scimmia.<br />

Darwin, nell’ultimo periodo, perfezionò le<br />

precedenti convinzioni sostenendo che il primate<br />

dell’uomo era addirittura un gradino inferiore allo<br />

scimpanzè e che <strong>la</strong> loro vicinanza era evocabile<br />

soltanto per processi psicologici e fisiologici simili,<br />

non affatto uguali.<br />

Questo concetto per certi versi non contrastava<br />

con l’opera di Dio perché divideva completamente<br />

<strong>la</strong> creazione dell’uomo da quel<strong>la</strong> degli<br />

altri esseri viventi.<br />

Successivi autori, a partire dal 1.900,<br />

seguirono altre tendenze ed altre strade che al<strong>la</strong><br />

fine si rive<strong>la</strong>rono sempre più inattendibili: veniva<br />

fatta una distinzione di razze esclusivamente sul<strong>la</strong><br />

base di fattori estetici, risultati da condizioni<br />

ambientali quali il colore del<strong>la</strong> pelle e <strong>la</strong> forma del<br />

cranio, il tipo di capelli, i tratti facciali, ecc. chiamati<br />

FENOTIPI.<br />

E’ stato uno scienziato italiano, Luigi Luca CAVAL-<br />

LI-SFORZA, mio giovane professore di Genetica<br />

Umana all’Università di Mi<strong>la</strong>no e successivamente<br />

docente emerito all’Università di Stanford in<br />

California, che ha sovvertito il concetto di diversità<br />

razziale scoprendo che i veri responsabili dei<br />

caratteri esteriori sono i GENOTIPI e che i FENO-<br />

TIPI sono interessati solo in parte.<br />

Ma ciò che è sensazionale è che soltanto 3-5 geni<br />

su tre miliardi di elementi che costituiscono il<br />

GENOMA UMANO sono coinvolti e che questo<br />

fenomeno è da considerare come il risultato di fattori<br />

che hanno agito in epoche subentranti.<br />

Questo scienziato, spostando l’attenzione sui<br />

genotipi, gli unici elementi che possono rappresentare<br />

i caratteri differenziali tra gli esseri umani,<br />

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