N.73 agosto (5,08Mb Pdf) - la Notizia
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Una storia del mondo<br />
in 10 capitoli e 1/2<br />
“Una storia del mondo in 10 capitoli e 1/2” è il<br />
curioso titolo di uno dei capo<strong>la</strong>vori di Julian<br />
Barnes, scrittore contemporaneo inglese, originario<br />
di Leicester, educato al Magdalen College, lessicografo<br />
del prestigioso Oxford English<br />
Dictionary, ex corrispondente del “The New<br />
Yorker”, editore letterario, critico cinematografico,<br />
autore di gialli sotto lo pseudonimo di Dan<br />
Kavanagh, (probabilmente ispirato al cognome<br />
del<strong>la</strong> moglie Pat Kavanagh) e ora affermato scrittore<br />
postmodernista, residente nel centro di<br />
Londra. Una storia del mondo molto partico<strong>la</strong>re,<br />
raccontata con inconfondibile eleganza, che si<br />
snoda attraverso una serie di connessioni non<br />
convenzionali in un fluire di eventi, generi e circostanze<br />
solo in apparenza casuali. Ad<br />
ogni riga il ritmo del<strong>la</strong> narrazione<br />
incalza, varia e con stile brioso interseca<br />
nuovi legami <strong>la</strong>ddove non si<br />
sarebbero attesi. Significativi i temi<br />
ricorrenti: lo scatenarsi di forze naturali<br />
e sovrannaturali che gettano <strong>la</strong><br />
vita umana nel dubbio, ma anche<br />
l'inestinguibile ironia dell'autore nello<br />
smascherare con raffinatezza e sottile<br />
sarcasmo le presunzioni e paranoie<br />
del genere umano. La struttura del<br />
libro è di per se funzionale sia al<strong>la</strong><br />
coesione che all'originalità dell'opera:<br />
ognuno dei dieci capitoli, infatti,<br />
costituisce un episodio in se compiuto, ma unito<br />
agli altri compone un ben più vasto mosaico, che<br />
conduce ad un modello esistenziale profondo. Dal<br />
diluvio universale dell'esordio, raccontato da un<br />
simpatico c<strong>la</strong>ndestino a bordo dell'Arca di un<br />
dispotico e quanto mai umano Noè, al sogno finale,<br />
nel quale un disincantato narratore ci descrive<br />
il paradiso dal punto di vista dell'uomo moderno, il<br />
groviglio del<strong>la</strong> storia umana si dipana tracciando<br />
disegni misteriosamente intersecati da ricorrenze<br />
e sbagli. La versatilità creativa di Barnes ci offre<br />
inoltre una galleria di personaggi dalle personalità<br />
complesse, alle prese, tra gli altri, con eventi<br />
improbabili e tuttavia documentati: un processo<br />
contro una colonia di tarli minacciati di scomunica,<br />
<strong>la</strong> testimonianza di un uomo ingoiato vivo da<br />
un cetaceo, i miracoli del<strong>la</strong> pittura che sa trasformare<br />
una tragedia in arte, illuminante nel suo<br />
saliente rigore il passaggio critico su un dipinto di<br />
Théodore Géricault, e quelli del<strong>la</strong> forza di una fede<br />
che va oltre le sistematiche delusioni, chi non<br />
conosceva <strong>la</strong> storia dell'astronauta americano<br />
James Irwin resterà sorpreso. Ogni volta però,<br />
nonostante qualche picco di grandezza, <strong>la</strong> nostra<br />
specie emerge come un mistero del<strong>la</strong> creazione<br />
fragile e errante davanti ai casi del<strong>la</strong> vita, per lo<br />
più inerme nonostante i suoi sogni di grandezza e<br />
incline a dimenticare gli errori del passato, Barnes<br />
non manca di ammonirci con una storia che<br />
riguarda il passato prossimo dell'Europa e il fallimento<br />
dei suoi valori davanti al<strong>la</strong> minaccia nazista.<br />
Su tutto sembra prevalere <strong>la</strong> natura e il caso,<br />
come a dire che l'uomo può superare se stesso<br />
ma <strong>la</strong> natura e il sovrannaturale superano comunque<br />
l'uomo. In questo libro, tradotto in italiano nel<br />
1997 nel<strong>la</strong> col<strong>la</strong>na Einaudi tascabili,<br />
lo stesso autore supera se stesso e<br />
oltre ad offrirci un racconto piacevole<br />
da leggere, ricco di imprevisti<br />
e i<strong>la</strong>rità, riesce a far riflettere con<br />
uno stile tanto garbato quanto pungente,<br />
ma senza pretese di formalità.<br />
Per completare l'opera, l'accorto<br />
scrittore inserisce una “parentesi”,<br />
ovvero il mezzo capitolo al quale fa<br />
riferimento il titolo, una sorta di elogio<br />
dell'amore nel<strong>la</strong> sua forza creatrice<br />
e distruttiva, un pezzo riflessivo<br />
appassionato ma realistico che<br />
apparentemente disorienta il lettore<br />
con inattese valutazioni dirette, offrendogli in realtà<br />
<strong>la</strong> chiave d'interpretazione del libro. Perché, se<br />
è vero che gli eventi narrati sono legati da una<br />
sottile quanto incredibile consequenzialità, <strong>la</strong> violenza<br />
dell'impatto che essi hanno sull'uomo può<br />
essere mitigata solo grazie ad un sentimento che<br />
misteriosamente perdura e sa andare oltre le<br />
disgrazie quotidiane: l'amore. Si tratta forse di una<br />
morale scontata, ma certamente non banale,<br />
decantata poco prima di un finale che bril<strong>la</strong> d'ingegno<br />
giocoso. E se proprio questa storia del mondo<br />
ci apparisse inafferrabile, perché di per se troppo<br />
astratta, anche se irresistibilmente originale e<br />
divertente, quanto l'essenza stessa del<strong>la</strong> vita,<br />
almeno potremo conso<strong>la</strong>rci nel ricordare il suo<br />
messaggio intrinseco: esiste una speranza, innata<br />
nell'umanità, che supera immutata gli oltraggi del<br />
tempo e del<strong>la</strong> nostra superficialità: l'amore.<br />
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recensioni<br />
Mariavittoria Spina<br />
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