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Prof. Guido Russo - Scope - Università degli Studi di Napoli Federico II

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protoni per rivelare tutti i fenomeni legati ad essi, ed alle loro interazioni, ma sono<br />

necessari i rilevatori per analizzare le particelle, la loro massa, quantità <strong>di</strong> moto,<br />

energie, cariche e spin nucleari.<br />

Per in<strong>di</strong>viduare tutte le particelle prodotte nel punto <strong>di</strong> interazione quando i raggi <strong>di</strong><br />

particelle collidono, i rivelatori solitamente sono progettati con una struttura “a<br />

cipolla” .<br />

Gli strati sono composti da rivelatori <strong>di</strong> vari tipi, e ciascuno stu<strong>di</strong>a uno specifico tipo <strong>di</strong><br />

particelle. Le <strong>di</strong>verse reazioni che le particelle causano in ogni strato, consentono la<br />

loro identificazione e la misura della quantità <strong>di</strong> moto delle energie.<br />

Più l'energia delle particelle prodotte aumenta, più il corrispondente rivelatore deve<br />

crescere in <strong>di</strong>mensioni per fermare effettivamente e misurare particelle più<br />

energetiche.<br />

Attualmente ATLAS è il più grande rivelatore <strong>di</strong> particelle mai costruito presso un<br />

collider.<br />

Il rivelatore ATLAS è composto da una serie <strong>di</strong> cilindri concentrati intorno al punto <strong>di</strong><br />

interazione, dove si svolge lo scontro fra i fasci <strong>di</strong> protoni uscenti da LHC, che si può<br />

<strong>di</strong>videre in quattro parti principali:<br />

– rivelatore interno<br />

Pietro Neroni 566/2833 Pagina 78 <strong>di</strong> 117

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