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Untitled - scienzaefilosofia.it

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RECENSIONI&REPORTS report<br />

Filosofia Morale presso la Federico II. D’altronde, una battaglia<br />

tra due posizioni irriducibili non avrebbe condotto ad alcun<br />

risultato e la discussione si sarebbe esaur<strong>it</strong>a nel muro contro<br />

muro tra una bioetica laica e una bioetica cattolica. Secondo<br />

Amodio, considerare la nozione di utile come l’unico contrassegno<br />

etico valido nell’amb<strong>it</strong>o di una bioetica laica significa sminuirne<br />

il senso e il valore: «Credo che si possa essere bioeticisti laici<br />

senza necessariamente attraversare la strada dell’util<strong>it</strong>arismo,<br />

ricordo che il CIRB nasceva proprio da questo intento», dice<br />

Amodio. È inquietante che la bioetica laica si fondi unicamente su<br />

questo contrassegno, anzi, uscire dalla logica dell’utile, della<br />

compliance, del bilancio tra costi e benefici, cost<strong>it</strong>uisce una<br />

sfida interessante per la bioetica, un’opportun<strong>it</strong>à per affrontare<br />

concetti come v<strong>it</strong>a e persona uscendo dalla dicotomia classica tra<br />

bioetica laica e bioetica cattolica. Anzi, è opportuno, continua<br />

Amodio, c<strong>it</strong>ando uno stralcio di un’intervista radiofonica a<br />

Merleau‐Ponty, cominciare a considerare il concetto di v<strong>it</strong>a<br />

uscendo dall’univoca prospettiva dell’uomo adulto. Com’è noto,<br />

all’animale, al bambino, al prim<strong>it</strong>ivo e al folle, il pensiero<br />

classico non ha attribu<strong>it</strong>o una particolare attenzione. La<br />

conoscenza dei bambini e dei malati è rimasta per lungo tempo a<br />

uno stadio rudimentale. I ricercatori ponevano loro domande «da<br />

uomini», senza prestare attenzione alle loro condizioni di v<strong>it</strong>a,<br />

senza cercare di assumere il loro punto di vista sulle cose. Essi<br />

non provavano a comprenderli ma a misurare la distanza che li<br />

separa dall’uomo adulto, nel caso del bambino, e dall’uomo sano,<br />

nel caso del malato. Occorre infatti ricordare a tal propos<strong>it</strong>o che<br />

la ricerca scientifica, priva di qualsiasi empatia, si concentrava<br />

nel tracciare un profilo del paziente, facendo della sua<br />

caratterizzazione psicofisica una prova dell’anomalia da lui<br />

rappresentata. I bambini, in particolar modo, da un punto di vista<br />

scientifico non hanno goduto di dign<strong>it</strong>à ontologica prima del XX<br />

secolo. Essi venivano considerati delle appendici degli adulti e<br />

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