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Untitled - scienzaefilosofia.it

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S&F_n. 9_2013<br />

La potenza dell’LHC desta non poche preoccupazioni sui rischi che<br />

può comportare. Il più inquietante riguarda «la possibile<br />

insorgenza di buchi neri di bassa energia, microscopici» (p. 177).<br />

Il timore è che essi possano risucchiare tutto ciò che è presente<br />

sulla Terra. A tale eventual<strong>it</strong>à Lisa Randall dedica un folto<br />

numero di pagine, scongiurando le ipotesi più allarmanti sulla<br />

scorta degli studi di Stephen Hawking, che contemplano la<br />

possibil<strong>it</strong>à di un decadimento dei buchi neri (p. 182), e sulla<br />

base delle osservazioni degli oggetti celesti, dove è possibile<br />

attestare l’insorgenza di buchi neri la cui espansione è troppo<br />

lenta per poter essere realmente pericolosa (p. 184).<br />

L’ipotesi dei buchi neri, sebbene ampiamente scongiurata, induce a<br />

una riflessione sulla valutazione dei rischi connessi alla ricerca<br />

scientifica. L’autrice conviene sul fatto che la sperimentazione<br />

debba ev<strong>it</strong>are pericoli maggiori, sebbene per quelli tollerabili<br />

sostiene che occorra fare un’attenta valutazione dei pro e dei<br />

contro e ricorda che nel caso specifico dell’LHC i fisici «hanno<br />

svolto indagini scientifiche serie per assicurarsi che non si<br />

producesse alcun disastro» (p. 207). Il loro atteggiamento,<br />

sottolinea Lisa Randall, è stato aperto a tutti i punti di vista,<br />

anche profani (p. 208), tenendo conto di tutti i possibili scenari<br />

che le attiv<strong>it</strong>à del collisore avrebbero potuto comportare.<br />

L’incertezza sugli es<strong>it</strong>i della sperimentazione riflette la<br />

medesima indeterminatezza che caratterizza la nostra conoscenza<br />

dell’Universo, la quale solleva numerose questioni di metodo. «La<br />

scienza cost<strong>it</strong>uisce un corpo di conoscenze in evoluzione. Molte<br />

idee attualmente oggetto di verifica si dimostrano sbagliate o<br />

incomplete […] il nocciolo duro della conoscenza, quello che è<br />

stato sottoposto a verifica e sul quale si nutre ragionevole<br />

fiducia, è sempre circondato da uno strato amorfo di incertezza,<br />

che le ricerche in corso si propongono di scandagliare» (p. 16).<br />

Le conquiste consegu<strong>it</strong>e dalla scienza aprono sempre nuovi<br />

interrogativi, che possono passare da un orizzonte disciplinare a<br />

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